Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 545 del 22 aprile 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 545/XVI - Interpellanza: "Valutazioni sull'avvio di un'interlocuzione con le autorità sanitarie nazionali per la sperimentazione del vaccino Sputnik V in Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 58. Per l'illustrazione, il collega Aggravi ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - L'interpellanza prende spunto da una serie di anticipazioni e di notizie apparse sui giornali riguardo all'avvio di tentativi o di campagne per creare delle zone Covid free, in particolare le piccole e medie isole italiane, in vista della stagione estiva. Sostanzialmente in alcuni luoghi e in alcune aree si diceva - adesso lo semplifico - "Dateci i vaccini in maniera tale da poter essere completamente coperti e immunizzati e poter avviare in sicurezza la stagione estiva, considerata anche la tipologia territoriale che consente il controllo degli accessi".

Contemporaneamente a questa notizia è anche apparsa la richiesta che il nostro Assessore ha fatto al Commissario straordinario per potenziare la campagna vaccinale attualmente in corso, anche con l'utilizzo di esuberi provenienti da altre regioni.

Presidente - Consigliere, lei ha un tono di voce alto però il brusio di fondo dell'Aula disturba immagino lei e chi vuole ascoltare. Mi scusi, le passo di nuovo la parola.

Aggravi (LEGA VDA) - A fronte di questo, ovviamente per quello che riguarda la Valle d'Aosta, se da un lato c'è una preoccupazione in termini ovviamente di evoluzione pandemica, dall'altro c'è soprattutto una preoccupazione che, persa la stagione invernale, si rischi anche di vedere una stagione estiva in difficoltà e soprattutto si teme, giustamente, una concorrenza da parte di realtà che ovviamente si stanno preparando in maniera diversa o comunque, almeno dal punto di vista promozionale, stanno portando avanti politiche diciamo "Covid free", che sta diventando un po' una sorta di leitmotiv un po' come il Recovery Fund, di cui domani finalmente avremo notizia e contezza; anche in questo caso c'è il rischio appunto che diventi più uno slogan se vogliamo promozionale ma che comunque preoccupa.

A tal riguardo, l'interpellanza vuole chiedere appunto quali siano i dettagli della richiesta formulata al Commissario straordinario per l'emergenza a favore di una Valle d'Aosta Covid free, capire soprattutto se il Governo regionale, anche di concerto con gli enti locali e con le associazioni di categoria, abbia valutato o voglia valutare la possibilità di promuovere la creazione di aree turistiche Covid free - si pensa alle vallate, a Comuni, a comprensori al fine di controbattere la concorrenza promossa da altre realtà turistiche; o comunque al fine di effettuare un tentativo, anche di sperimentazione, soprattutto anche di futura convivenza con questo virus e soprattutto, in tale ottica, capire se l'Assessorato, di concerto ovviamente con le autorità sanitarie regionali, abbia valutato o intenda valutare l'opportunità di avviare un'interlocuzione con le autorità sanitarie nazionali per la conduzione della sperimentazione del vaccino Sputnik in Valle d'Aosta, come stanno facendo altre realtà.

È ovvio che ci sono delle difficoltà, lo leggiamo, lo apprendiamo, soprattutto l'EMA non si è ancora pronunciata, ci sono dei dubbi, però il parallelo che voglio fare è quello che sta riguardando lo Stato di San Marino, dove è stato utilizzato principalmente lo Sputnik, circa l'80% delle vaccinazioni, - e per il resto sono dosi Pfizer da quello che si apprende dai giornali -, una sperimentazione che non è soltanto legata allo Stato di San Marino ma anche allo Spallanzani di Roma che, insieme all'Istituto sanitario della Repubblica di San Marino e l'Università di Ferrara, sta valutando l'efficacia di questa campagna, considerando tra l'altro dei numeri, si parla di circa 23 mila persone immunizzate, quindi siamo nell'intorno dei 30 mila, sono numeri che in qualche modo si avvicinano alla Valle d'Aosta.

È ovvio che quando si parla di questi temi si rischia in qualche modo a volte anche di sfociare in considerazioni banali, oppure anche in considerazioni molto più ampie, perché sappiamo benissimo che dietro al discorso vaccinale c'è anche un conflitto geopolitico, geoeconomico che sta interessando, con varie sfaccettature, ovviamente anche il veicolare delle informazioni e soprattutto anche in quota parte, se vogliamo, la sperimentazione.

Però si voleva capire in tal senso se c'erano stati dei contatti o se si vuole valutare questa opportunità, considerando l'efficacia di una campagna vaccinale che possa ovviamente essere di maggior respiro e consentire un'immunizzazione maggiore e più rapida in vista non soltanto della stagione invernale ma io direi per tornare a vivere.

Presidente - Per la risposta, l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Per quanto riguarda i dettagli della richiesta, il 2 febbraio il Presidente della Regione ha inviato una lettera al Commissario straordinario dell'emergenza in cui si proponeva la disponibilità a testare in Valle d'Aosta - data la sua particolare costituzione di territorio di piccole dimensioni con una piccola popolazione, soprattutto di confine - un progetto pilota che prevedeva la vaccinazione di tutti i suoi abitanti in un tempo ristretto con uno stock di vaccini supplementare, proprio per valutare l'efficacia del vaccino come azione di contrasto alla pandemia.

A tale lettera sinceramente non abbiamo avuto risposte.

L'incontro del 14 aprile con il Commissario Figliuolo e il capo della Protezione Civile Curcio è stato l'occasione importante per ribadire la disponibilità della Valle d'Aosta a imporre un'accelerazione alla campagna vaccinale, in stretta collaborazione con la struttura commissariale, avendo potuto toccare con mano l'operatività della campagna vaccinale in Valle d'Aosta, così come ha riconosciuto il Generale Figliuolo.

In questa occasione abbiamo ottenuto risposte positive in tal senso e quindi ci attendiamo un incremento delle forniture, diciamo che le risposte positive non sono state comunque dettagliate in termini numerici. Noi abbiamo chiesto anche e soprattutto che per lo meno ci venissero forniti quei circa 15 mila vaccini in meno che - in proporzione alla popolazione della Valle d'Aosta e relativamente ad altre regioni del nord-ovest - non sono stati consegnati, tant'è vero che facendo un rapido esame, vedendo la capacità vaccinale della Valle d'Aosta, che in quel periodo era di circa il 92-95%, abbiamo avuto una copertura vaccinale sulla popolazione inferiore a regioni che avevano utilizzato l'82% dei vaccini. Quindi questo vuol dire che ci erano stati dati meno vaccini proporzionalmente rispetto ad altre regioni.

Alla domanda "se il Governo regionale, anche di concerto con gli enti locali e le associazioni di categoria interessate, abbia valutato o intenda valutare la possibilità di promuovere la creazione di aree turistiche Covid free al fine di controbattere la concorrenza oggi promossa di altre realtà turistiche", devo dire che non abbiamo pensato in questa direzione, anche perché riteniamo che sarebbe difficilmente sostenibile e praticabile - mentre invece avevamo valutato fattibile l'altra ipotesi, quella di far diventare tutta la Valle Covid free - diciamo poco praticabile perché rispetto a regioni di grosse dimensioni, grandi dimensioni, grandi numeri come Lombardia e Piemonte, questo potrebbe aver avuto più senso mentre da noi, essendo una piccola regione con dei numeri piccoli, ci sembrava più normale e più utile, visto anche il nostro tipo di conformazione territoriale, portare a copertura la maggior parte della popolazione valdostana.

Nel giro di qualche mese dovrebbe essere comunque disponibile in tutti gli Stati membri dell'Unione Europea il passaporto vaccinale, che è un lasciapassare che permetterà una maggiore libertà di movimento durante la pandemia: chi ha ottenuto la vaccinazione contro il Covid-19 e ha già avuto in passato l'infezione ed è guarito, risulta negativo al tampone. Il green pass non sarà una precondizione per esercitare i diritti di libera circolazione e non sarà un documento di viaggio nel rispetto del principio di non discriminazione, in particolare nei confronti delle persone non vaccinate che dovranno comunque poter viaggiare. Ogni Stato membro potrà decidere quali misure di precauzione attuare per chi è in possesso di un green pass e se renderle meno stringenti rispetto a chi non possiede il certificato.

Alla domanda "se l'Assessorato alla sanità, di concerto con l'autorità sanitaria regionale, abbia valutato o intenda valutare l'opportunità di avviare un'interlocuzione con le autorità sanitarie nazionali per la conduzione della sperimentazione del vaccino Sputnik V in Valle d'Aosta, così come stanno facendo altre realtà italiane ed europee", in effetti partirà a breve una sperimentazione di Sputnik che utilizza due diversi Adenovirus - e non uno solo come Astrazeneca - presso lo Spallanzani di Roma.

Subito l'istituto russo metterà a disposizione cento dosi per partire. Il vaccino sarà dunque testato con seicento volontari.

Nonostante il pressing di molte Regioni, questo è vero, per l'utilizzo di questo vaccino, finora manca per il vaccino russo l'autorizzazione dell'EMA, l'Agenzia Europea del Farmaco, che ha pubblicamente già dichiarato l'interesse nei confronti del vaccino russo, iniziando da circa un mese la cosiddetta rolling review, ovvero il processo di revisione continua del farmaco. Questo però ancora non si è concluso e gli stati membri dell'Unione, compresa l'Italia, non possono quindi al momento avviare l'ultimo passaggio prima dell'utilizzo, cioè l'approvazione delle agenzie nazionali, in Italia l'AIFA. Per cui questo vaccino non può essere ancora utilizzato né le Regioni possono entrare nella contrattazione per l'acquisto del vaccino, attività riservate all'Unione Europea e al limite allo Stato membro.

Quanto ai contratti per la fornitura dei vaccini stipulati dall'Unione Europea è innegabile che ci siano stati ritardi e alcuni errori nella negoziazione e certo l'Unione Europea ha scontato la propria debolezza nella produzione autonoma di vaccini a cui si sta provando a porre rimedio, ma una competizione a tutto campo, una guerra di tutti contro tutti avrebbe prodotto e produrrebbe uno scenario disastroso. Fare meglio non significa fare da soli.

La decisione di comprare insieme i vaccini è stata giusta e forse è l'unico modo per equilibrare le forze delle multinazionali farmaceutiche su beni pubblici fondamentali come i vaccini.

Per concludere ed essere un po' più chiari, per quanto riguarda la sperimentazione in Italia la farà lo Spallanzani assieme ad altre Università e mi sembra anche che sia giusto così.

Riguardo alla Repubblica di San Marino, per quel che sono a conoscenza io, è comunque un altro Stato, pur con tutti gli accordi con lo Stato italiano ma è comunque un'altra giurisdizione, dal punto di vista del territorio.

Presidente - Per la replica, il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Sul discorso di San Marino, così lo liquido, sì è vero, è un'altra giurisdizione, però poi, approfondendo, di fatto c'è un accordo con lo Spallanzani di Roma e di fatto la valutazione è stata anche fatta in considerazione dei numeri che sono interessati e per capire - appunto su una popolazione definita - quello che può essere l'effetto di questa applicazione.

Ovviamente, in parte la domanda era anche una sorta di provocazione per cercare di capire quali potessero essere le opportunità: così come ha chiesto giustamente un incremento di fornitura o comunque ha fatto un tentativo di potenziare le dosi potenziando l'immunizzazione della popolazione, io la invito a mantenere alta la guardia sull'eventualità, anche in prospettiva - vedendo anche quale sarà l'evoluzione della sperimentazione condotta dallo Spallanzani - per poter ovviamente aumentare, al di là di tutto, le quantità vaccinali sul nostro territorio.

Per quanto riguarda il discorso "Covid free", comprendo anche che considerato il nostro territorio, considerati i punti di accesso e i numeri in oggetto, ovviamente la volontà di definire Covid free tutto il territorio della regione è giustamente la strategia prioritaria, però a mio giudizio - soprattutto se la campagna vaccinale dovesse non avere, ma ci auguriamo il contrario, un'accelerazione -potrebbe essere utile valutare in prospettiva una possibilità, soprattutto per quelle realtà che rischierebbero di essere totalmente tagliate fuori da un mercato che sta diventando sempre più aggressivo e lo sarà, soprattutto considerando che la ripresa per tutti sarà molto difficile.