Oggetto del Consiglio n. 539 del 22 aprile 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 539/XVI - Interpellanza: "Misure di semplificazione e incentivazione relative alla riqualificazione e all'adeguamento delle infrastrutture sportive".
Bertin (Presidente) - Punto n. 52. Per l'illustrazione, la consigliera Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - I riferimenti normativi sono gli stessi dell'iniziativa presentata precedentemente, che riguardava però l'articolo sugli impianti a fune e qui passiamo agli impianti sportivi.
Premesso che la legge 8 agosto 2019 n. 86 recante "Delega al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione" e i successivi decreti legislativi attuativi offrono una nuova cornice procedurale agli operatori del settore, al fine di favorire l'ammodernamento e la costruzione d'impianti sportivi, nonché tutti gli interventi comunque necessari per riqualificare le infrastrutture sportive non più adeguate alle loro esigenze funzionali.
Letto l'articolo 4 del Decreto legislativo n. 38/2021 derubricato "Misure di concentrazione, accelerazione e semplificazione" che prevede un'unica procedura accelerata e semplificata per l'approvazione di tutte le iniziative private volte, per l'appunto, alla costruzione e alla riqualificazione di impianti sportivi e infrastrutture sportive.
Preso atto del fatto che i diciotto commi dell'articolo racchiudono una disciplina organica e tendenzialmente autosufficiente, costituente una sorta di sottosistema normativo nel quale la certezza dei tempi di conclusione del procedimento amministrativo gioca un ruolo determinante, ancor più che nella regolamentazione generale dell'attività della pubblica Amministrazione già fortemente indirizzata in tal senso, da ultimo tramite il cosiddetto Decreto semplificazione, D.L. 76/2020 convertito in legge 120/2020.
Considerato che, tale essendo il paradigma ispiratore della riforma legislativa, l'iter autorizzatorio degli interventi in parola si articola essenzialmente in due fasi:
a) la prima prende avvio con la presentazione a cura del privato interessato del documento di fattibilità delle alternative progettuali a valere quale progetto di fattibilità tecnica ed economica e si conclude entro sessanta giorni con l'eventuale dichiarazione di pubblico interesse da parte del Comune, o altro ente competente, all'esito di una conferenza di servizi preliminare da convocarsi entro sette giorni dalla presentazione del documento, pena l'attivazione di un meccanismo sostitutivo dell'organo inadempiente, comma 4;
b) la seconda consiste invece nell'esame del progetto definitivo corredato di una bozza di convenzione con l'Amministrazione e di un PEF asseverato nell'ambito di una conferenza di servizi decisoria, da svolgersi in forma semplificata e in modalità asincrona che deve essere obbligatoriamente convocata entro quindici giorni dalla presentazione del progetto e deve pronunciarsi definitivamente entro sessanta o novanta giorni da tale data a seconda che il progetto comporti o meno atti di competenza regionale, comma 7.
Atteso che la determinazione favorevole della conferenza di servizi sostituisce ogni autorizzazione o permesso comunque denominato e costituisce dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell'opera, nonché - previa acquisizione dell'assenso del rappresentante comunale a ciò delegato - variante allo strumento urbanistico, commi 7 e 8; inoltre ogni altro atto di assenso che non sia ricompreso nel verbale di approvazione del progetto è sostituito da una segnalazione certificata dell'interessato, comma 9.
Atteso inoltre che in caso di superamento dei termini sopra indicati si prevede che il proponente possa fare istanza d'intervento sostitutivo al Presidente del Consiglio, all'autorità delegata in materia di sport che entro quindici giorni assegnano un termine massimo di trenta giorni all'ente pubblico inadempiente, decorso il quale viene nominato un Commissario ad acta con il compito di provvedere entro ulteriori trenta giorni, comma 10.
Considerato che, laddove l'intervento in progetto insista su aree e impianti di proprietà pubblica, alle due fasi sopra enucleate si aggiunge l'affidamento mediante gara alla quale è invitato anche il soggetto proponente che può esercitare il diritto di prelazione entro quindici giorni dall'aggiudicazione, comma 11.
Considerato infine che le stesse misure di semplificazione e d'incentivazione sopra sintetizzate si applicano, oppure nel caso in cui la proposta di ammodernamento e riqualificazione provenga dalla sola associazione o società sportiva dilettantistica o professionistica... utilizzazione dell'impianto, anzi, in tale ipotesi, il documento di fattibilità può addirittura prevedere la cessione - anche a titolo gratuito a fronte dell'intervento proposto - del diritto di superficie o del diritto di usufrutto sull'impianto sportivo, o altre aree contigue di proprietà pubblica, per una durata fino a novantanove anni, o il trasferimento degli stessi alla società o all'associazione sportiva, ovvero la ridefinizione dei termini contrattuali in essere con ulteriore agevolazione per cui le società e le associazioni proponenti possono procedere all'affidamento dei relativi lavori senza applicare il codice degli appalti, tranne nei casi tassativamente previsti dal diritto europeo per le sole opere di urbanizzazione, comma 12.
Atteso che in definitiva la comune linea direttrice delle disposizioni sopra riportate pare quindi fornire una prospettiva di sviluppo di medio-lungo termine agli operatori dello sport già duramente colpiti dalla crisi pandemica in corso, perseguendo al contempo l'obiettivo della riqualificazione delle infrastrutture sportive e dell'adeguamento degli impianti, nell'ottica di migliorare gli standard qualitativi e di sicurezza dei servizi offerti all'utenza.
Tutto ciò premesso, interpelliamo la Giunta regionale per conoscere se il Governo intenda utilizzare le immense opportunità offerte dalla nuova normativa di cui sopra e, in caso di risposta affermativa, con quali modalità e tempistiche; in ogni caso se intenda altresì dare adeguata comunicazione ai Comuni di queste norme che potrebbero non essere state viste o analizzate con la dovuta attenzione per gli impianti di loro competenza.
Se la parte di questa normativa appena uscita sugli impianti di risalita per noi può non essere così interessante, invece trovo che sia di un'importanza dirompente questa parte per quanto riguarda tutti gli impianti sportivi e il rapporto coi privati.
È una rivoluzione copernicana, perché tale agevolazione e una tale semplificazione di tutto il procedimento può veramente cambiare le carte in tavola e spingere parecchi privati a procedere in questo senso.
Quindi chiedo se sia stato fatto qualche cosa in questa direzione, se ci si intenda attrezzare in questa maniera e se si voglia utilizzare e approfittare di queste opportunità.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Marzi ne ha facoltà.
Marzi (AV-SA) - Questo tema, come da lei richiamato, è assolutamente importante. La norma è recentissima, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 19 marzo 2021 ed entrata in vigore solo due settimane fa, e tra l'altro prevede una significativa semplificazione riguardo agli iter di costruzione all'adeguamento degli impianti e delle infrastrutture sportive, come da lei indicato.
La tematica è oggetto di assoluta attenzione, oltre che in ambito legislativo, soprattutto in termini di valorizzazione dell'impiantistica sportiva.
Teniamo conto che la nostra regione si colloca ai primi posti in Italia per quanto attiene alle dotazioni infrastrutturali e al primo posto per sportivi praticanti rispetto al numero di abitanti.
La problematica che sempre più emerge sia da parte delle amministrazioni pubbliche che dei soggetti che si occupano di sport insiste maggiormente in tutto il Paese Italia nel reperimento delle risorse pubbliche o private utili a far fronte agli investimenti ma soprattutto nella gestione degli impianti una volta che questi vengono realizzati.
Un aspetto della legge 38 - che può risultare di incentivo a una maggiore sinergia tra pubblico e privato, che tutti da tempo auspichiamo - può risiedere nella previsione di cui agli articoli 15 e 16.:
all'articolo 15, in ordine alla possibilità, in alcuni ambiti e condizioni, di destinare, all'interno dell'impianto sportivo, un'area all'attività di somministrazione di alimenti e bevande e attività di commercio con gli articoli strettamente correlati alla disciplina sportiva praticata;
all'articolo 16, che disciplina l'accesso alle soluzioni di finanziamento e ai servizi tecnici offerti dall'istituto per il credito sportivo, o da un altro intermediario bancario o finanziario operante nel settore, consentendo forme di associazione in partecipazione alla costruzione di società miste.
Altra interessante previsione è quella dell'articolo 12, che contempla la cessione, anche a titolo gratuito, del diritto di superficie o di usufrutto per novantanove anni o, addirittura, il trasferimento di proprietà alle società sportive, alle ASD, con la possibilità per le medesime di snellire la procedura per l'affidamento dei lavori.
Quello che io ritengo particolarmente importante di questa iniziativa - per cui la ringrazio, collega Spelgatti, di averla portata in Consiglio - è fondamentalmente però legato a un aspetto che lei ha citato nel momento in cui ha presentato la seguente interpellanza, cioè l'aspetto assolutamente centrale che svolgono i Comuni, più che la Regione, che tra l'altro solo in un caso gestisce impianti sportivi. Sicuramente questo tipo di normativa è assolutamente fondamentale per quanto riguarda i Comuni, per cui è assolutamente nostra intenzione coinvolgere gli enti locali rispetto alle tematiche richiamate.
Quello che però è un aspetto che a mio modesto avviso dobbiamo anche raccontarci, visto l'assoluto rapporto franco che c'è da sempre, in particolare nel nostro caso, rispetto alla gestione degli impianti sportivi, dal 2015 - qui mi tolgo le vesti di colui il quale in teoria dovrebbe in alcuni casi "costruire" o recepire la normativa di riferimento, e quindi quella regionale, e torno a un ambito quello invece della gestione degli impianti, come da lei richiamato, che riguarda più gli enti locali, sicuramente una tematica fondamentale - è, ad esempio, - visto che ho citato l'articolo 15 - il fatto che sicuramente, nel momento in cui verranno recepite queste normative, risulterà essere - e questo riguarderà anche molto il collega Guichardaz - assolutamente fondamentale adeguare anche la normativa di concessione d'impianti sportivi regionale.
Faccio un esempio tra tutti. Nel momento in cui, recependo questa normativa, s'interviene trasformando un impianto che viene concepito "freddo" in un impianto che viene recepito "caldo", cioè passando da un impianto che fondamentalmente non ha la possibilità finanziaria di reggersi da solo ad un impianto che - tramite, ad esempio, attività commerciali piuttosto che ricettive - può permettersi di diventare un impianto che "si gestisce da solo", sicuramente anche la nostra normativa di riferimento in merito alle concessioni va adeguata, perché sappiamo benissimo che abbiamo delle deleghe che prevedono la concessione diretta a federazioni e quant'altro solo nel caso in cui l'impianto non sia a "rilevanza economica".
Lo stesso vale per tutti quanti gli aspetti di natura progettuale che nel corso di cinque anni di esperienza abbiamo dovuto verificare.
Tralasciando le polemiche - lei da sempre dice che io sono stato un pessimo Assessore allo sport, io invece ritengo di aver operato in maniera assolutamente adeguata - il dato di riferimento è uno e lei lo ha richiamato nel presentare codesta interpellanza: il fatto che c'è un'assoluta realtà di difficoltà sul territorio sia nella costruzione d'impianti sportivi sia poi nella gestione degli stessi una volta che questi vengono costruiti.
Pertanto questa è una normativa importantissima, che sicuramente va, in primaria istanza, rivolta e collaudata con gli enti locali e deve tenere in considerazione un aspetto che, tra l'altro, all'interno del DEFR viene richiamato a pagina 94 e che riguarda un poco tutte le opere pubbliche, ma a maggior ragione l'impiantistica sportiva. Quando parlo d'impiantistica sportiva dico che non deve essere soltanto aperta, attraverso strumenti legislativi, la possibilità d'intervenire semplicemente nel procacciare risorse di natura privata in opere pubbliche, ma anche nel dare la possibilità ai privati d'intervenire direttamente nella gestione e nel controllo di tutta quanta la fase di cantiere, perché gli enti pubblici - e qui ci metto dentro anche la Regione - oggi hanno delle difficoltà a seguire anche questi aspetti con il numero di risorse anche umane a disposizione.
Per cui non posso che essere assolutamente in sincronia con l'interesse da lei rappresentato nel portare questo tipo d'interpellanza.
Presidente - Per la replica, la consigliera Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Vede, assessore Marzi, ogni tanto riusciamo anche ad andare d'accordo, umanamente andiamo sempre d'accordo, politicamente molto meno però oggi siamo assolutamente sulla stessa lunghezza d'onda.
Questa interpellanza tra l'altro era stata portata già allo scorso Consiglio, poi è slittata a questo, quindi in realtà era stata depositata prima ancora dell'entrata in vigore del tutto, ma, nel momento stesso in cui ci siamo accorti di questa normativa, abbiamo ritenuto assolutamente fondamentale intervenire immediatamente, portarla all'attenzione del Consiglio regionale immediatamente, perché, appunto, è rivoluzionaria e offre delle opportunità importantissime per tutto il mondo dello sport che fino a oggi non ci sono state, e concordo con lei, Assessore, nel momento in cui dice che bisogna assolutamente modificare anche le normative regionali, anche perché noi dobbiamo andare assolutamente nella direzione sempre di più del privato anche perché mamma Regione ha finito di essere... non ci fosse mai stata sarebbe stato probabilmente molto meglio, non ci ritroveremmo oggi in questa situazione. Bisogna favorire in tutti i modi, in tutti i modi, l'imprenditoria privata, e soprattutto nel mondo dello sport è assolutamente fondamentale, perché - laddove anche tutti i palazzetti e quant'altro vengono gestiti direttamente da quelli che sono sul campo e quindi dalle associazioni sportive che hanno interesse a far girare il tutto - tutto può funzionare nel momento in cui ci sono dei privati che intervengono, che mettono del capitale, che vanno a reddito e che quindi guadagnano comunque sia dagli ingressi sia dalle attività economiche inserite all'interno. Tutto sta in piedi, invece nel momento in cui si pensa di dover sempre far sì che sia il pubblico a dover tenere in piedi il tutto, il sistema non regge e soprattutto non reggerà più in un'ottica futura.
La semplificazione che c'è stata grazie a questa normativa appena uscita deve essere utilizzata e sfruttata al meglio però è importantissimo - come ha detto lei, Assessore -che il tutto venga pubblicizzato il più possibile.
Benissimo il fatto che sia vostra intenzione comunicare agli enti locali, questo è un passaggio assolutamente fondamentale, ma è ancora più importante che si renda pubblico, nel senso che questo messaggio deve arrivare ai privati, sono i privati che devono sapere che c'è anche questa possibilità e di conseguenza che si devono fare parte attiva.
Quindi c'è un doppio step: sicuramente comunicarlo ai Comuni perché anche loro si facciano parte attiva e spingano in questa direzione, ma importante è che lo sappiano anche i cittadini, in maniera tale che chi vuole attivarsi e muoversi abbia le possibilità di farlo e quindi si crei un circolo virtuoso in questa direzione.
Grazie, andiamo avanti e speriamo che qualcosa, anche in questo campo, si muova perché - come voi sapete, noi puntiamo tantissimo sullo sport - lo sport è assolutamente fondamentale, è fondamentale per la qualità della vita, è fondamentale per i nostri ragazzi, è fondamentale per far crescere delle persone non solo sane fisicamente ma sane mentalmente. Ci sono solo aspetti positivi e sullo sport bisogna puntare in tutte le maniere per mille ragioni differenti.