Oggetto del Consiglio n. 529 del 22 aprile 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 529/XVI - Interpellanza: "Intendimenti per la valorizzazione della necropoli di Vollein".
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la pausa. Siamo al punto n. 42 dell'ordine del giorno. Consiglieri, vi invito a riprendere posto per permettere al consigliere Lavy di illustrare l'interpellanza, il quale ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Quando era ancora possibile, sono stato accompagnato da una futura guida turistica molto brava a visitare un sito di cui non avevo mai sentito parlare, quello di Vollein nel Comune di Quart. Un sito che è situato sotto il villaggio di Vollein e ha delle caratteristiche storico culturali assolutamente importanti. Sono presenti delle tombe risalenti forse al periodo Neolitico che, almeno a quanto ho potuto appurare, sono quasi in totale stato di abbandono. Sono stati trovati anche frammenti ornamentali legati anche all'industria litica e quello è un luogo assolutamente particolare, proprio perché si trova in una zona che, potremmo dire, rilascia energie abbastanza anche particolari; se ci fosse la collega Spelgatti sicuramente apprezzerebbe. Come ho detto, è in uno stato di abbandono quasi totale e di non conoscenza, per cui io stesso che sono comunque appassionato di queste tematiche non ne avevo mai sentito parlare.
Ecco perché io chiedo con questa interpellanza se l'Assessore sia a conoscenza dello stato in cui versa la zona, che riguarda essenzialmente l'area della necropoli, però è uno spazio di grande interesse, perché ci sono anche varie incisioni rupestri proprio vicino ai villaggi di Vollein, di Effraz, nella Valsainte, nel villaggio di La montagne, area che potrebbe essere valorizzata in maniera molto maggiore rispetto a quella che è, anche in ottica di visite scolastiche e di apertura a un turismo che su queste tematiche potrebbe avere sicuramente grande interesse nello scoprire un'area che a oggi è sconosciuta.
Presidente - Per la risposta l'assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz J. (PCP) - Grazie al collega Lavy e al collega Planaz che mi hanno permesso di approfondire il tema e direi anche di appassionarmi all'ennesimo nostro patrimonio, sconosciuto ai più. Io mi ricordo di averlo percorso senza sapere di cosa si trattasse quando ero ragazzo, mi ero recato proprio in questa zona e già allora pareva essere un luogo, come diceva lei collega, di forte energia. Devo dire che è un luogo come tutti i siti di questo tipo, cioè siti legati a un'epoca neolitica, che come accennava lei sono dei siti di difficilissima lettura; da quello che mi dicono e devo confermare che effettivamente non sono così immediati.
Rispondo alla prima domanda della sua interpellanza, "se sia al corrente dello stato di degrado e di abbandono dell'area comprendente la necropoli di Vollein". La Soprintendenza è a conoscenza della situazione di Vollein e per questo nel tempo ha messo in atto alcune azioni. Circa cinque anni fa fu ultimato uno studio, con la messa a punto di un progetto di salvaguardia della zona archeologica. Il progetto prendeva in considerazione la conservazione delle parti a vista del sito e le problematiche di gestione dello stesso. Furono eseguiti alcuni sopralluoghi, a cui parteciparono anche gli allora amministratori comunali, durante i quali emersero alcune criticità che mi hanno schematizzato.
Il sito presenterebbe problemi di esposizione e di comportamento del terreno che devono essere gestiti, proprio per evitare eventuali ed ulteriori difficoltà di conservazione. Relativamente alla parte delle tombe e a quella delle incisioni, la zona delle tombe è attualmente ricoperta per la maggior parte dell'area proprio per evitare il degrado delle strutture che presentano una fragilità propria. Il progetto di mettere in visita le tombe a rotazione, cioè con l'apertura ad anni alterni di alcune di loro e il reintegro di quelle esposte, è risultato inadeguato, mi dicono, in quanto avrebbe messo a rischio l'intera area. Il problema principale è dovuto ai movimenti del terreno che spingono sulle lastre delle tombe rompendole e di conseguenza danneggiando irreparabilmente il dato archeologico originale, come infatti è accaduto per le quattro tombe esposte secondo il principio accennato della rotazione, questo il tentativo che è stato fatto.
Anche il progetto di copertura ipotizzato all'inizio degli anni '90 presentava delle problematiche legate anche alla valenza naturalistica del sito. La parte delle coppelle presenta disomogeneità per lo più dovuta alla conformazione geologica delle rocce su cui sono state incise e quindi in alcuni casi si presentano in buono stato e in altre emergono problemi di conservazione. Per lo più, come le dicevo, la lettura è già difficoltosa di per sé, poi è resa ancora più difficile dalla presenza di patine biologiche, quali licheni o crescite di zolla erbosa nelle parti con accumulo di terreno, dovute proprio anche alla sua natura di sito aperto. Attualmente è venuta a crearsi una promiscuità di attività, nello specifico la parete di arrampicata e l'area a picnic, che possono interferire sulla parte bassa e non ancora scavata dell'insediamento e che non possono essere gestite se non attraverso una delimitazione delle aree, cosa che pare per il momento non particolarmente desiderata da parte della comunità locale.
Altro punto è quello dell'accessibilità al sito, quello vero e proprio della necropoli: è difficoltosa e pertanto la sua gestione deve per prima cosa prevedere un progetto di valorizzazione della zona. Il sito, come spesso accade per la maggior parte dei siti di epoca preistorica e ne sappiamo qualcosa, è di difficile comprensione e quindi necessita di un approccio che oltre alla conservazione deve proporre strumenti di lettura che possano aiutare il fruitore a conoscere il valore e la tipologia dell'insediamento.
Il sito si trova - questa è un'altra criticità - in parte su una proprietà regionale e in parte su una proprietà privata, con il conseguente problema di interazione che la valorizzazione del sito può incontrare, comprese anche alcune attività riguardanti la conservazione dei ritrovamenti non collocati sulla proprietà pubblica, che rende difficile anche un lavoro, mi dicevano, di conservazione, di monitoraggio costante e coerente. Segnalo che il progetto di conservazione non fu poi avviato, perché era parsa evidente l'opportunità di una progettazione che non tenesse conto solo della salvaguardia dei reperti, ma anche della necessità di un programma globale teso a gestire la presenza delle attività che si sono aggiunte nel tempo, nonché la fruizione di un percorso ambientalistico che è stato avviato intorno al 1998 in aggiunta al percorso culturale di visita dei reperti.
La seconda domanda chiede quali siano le intenzioni per valorizzare in modo consono l'area. La soluzione per una gestione globale del sistema è stata trovata con il recupero di fondi, che sono già utilizzati, dalla programmazione legata ai finanziamenti dei progetti di cooperazione. Il dipartimento Soprintendenza ha infatti inserito il sito di Vollein nell'attuale PITEM Pa.C.E. sulla cultura, in cui lo stesso è coordinatore e che prevede nel progetto "Scoprire per promuovere" la realizzazione di un circuito della preistoria da collegare con il sito di Saint Martin de Corléans, in modo da generare una sinergia fra l'area megalitica aostana - le aree megalitiche, perché poi adesso ovviamente c'è anche la novità dell'altra area - e il territorio, grazie alle diffuse presenze preistoriche in esso presenti. Il progetto prevede una serie di lavori per il recupero e il restauro delle tombe esposte e danneggiate e la creazione di nuovi strumenti per la comprensione del sito e dei reperti visibili, che richiede di prevedere anche la realizzazione di un circuito di visita.
Nel progetto l'intervento riguardante Vollein è previsto per il 2021, cioè per quest'anno, ma già alla fine dello scorso anno sono stati avviati degli incontri con la nuova giunta comunale di Quart per verificare le problematiche del sito e cercare di attivare la sinergia necessaria a risolvere i problemi di cui le accennavo prima, che sono problemi appunto che concernono anche la parte politica. Nel mese di febbraio si sono tenuti degli incontri, sempre con la giunta comunale, dove si è predisposto un piano di attuazione delle operazioni previste e la verifica di quelle più pertinenti al Comune, relative alla gestione dell'area picnic, alla necessità di un'area parcheggio e alla volontà di creare un centro di interpretazione, come le dicevo prima, del sito. Quest'ultimo deve riguardare non solo il patrimonio culturale, ma anche l'aspetto ambientale, recuperando l'idea originaria di fruizione sviluppata alla fine degli anni '90 del secolo scorso e coinvolgendo in una forma ancora da definire gli uffici competenti.
La parte di progetto gestita direttamente dal dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali, finanziata con i fondi FESR della cooperazione europea, prevede dei fondi per la parte di conservazione, che riguarderà le tombe e la parte delle incisioni da mettere in sicurezza, e un'altra tranche di risorse per la parte di valorizzazione, il tutto con la volontà di creare un sistema di spiegazione di lettura del sito anche mediante le nuove tecnologie di realtà aumentata, cosa che permetterà di avere anche una presentazione più particolareggiata e sicuramente più efficace sotto il profilo della fruizione e della lettura sul sito regionale nella sezione cultura.
Sono inoltre in corso da parte del Comune alcune azioni proprio per la valorizzazione nell'ambito del cammino balteo del luogo come punto di interesse. Come dicevamo ieri, rispondendo all'interpellanza del collega Brunod, è possibile anche aprire delle interlocuzioni in modo tale che poi all'interno del circuito si possano esplodere dei punti di interesse e dei focus su siti come questo o su altre situazioni analoghe.
Presidente - Per la replica il consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. Sintetizzo: il sito è posto in un luogo difficile, la conservazione è difficile, quindi è molto difficile fare qualcosa. Per carità, so benissimo che ci sono delle difficoltà, però sono tanti anni che, come ha detto lei, si parla di questo sito e oltre agli studi, oltre ai tavoli di lavoro, oltre agli incontri con l'amministrazione comunale di concreto è stato fatto praticamente poco, anche perché purtroppo, come ha detto lei, le opere, le tombe e anche le coppelle subiscono dei danni nel tempo proprio per via dei movimenti vari del terreno. Quindi direi che è importante agire subito se si vuole preservare quel sito lì, altrimenti arriveremo magari fra qualche anno in cui non ci sarà più niente da preservare, perché magari sarà tutto rovinato. Ecco perché io le chiedo comunque di avere dei tempi certi, perché va bene dire che adesso sono in programma certe azioni, però io le auguro veramente di controllare che questi progetti, queste azioni vengano fatte nel tempo, rispettando i tempi che almeno in parte lei mi ha accennato.
Per quanto riguarda la valorizzazione è ovvio che si debba inserire quel luogo in un circuito, perché comunque, come ha detto lei, è assolutamente fondamentale e sarebbe una via per collegare anche questo sito a un altro di maggiore importanza come l'area di Saint Martin de Corléans; le due cose devono andare di pari passo ovviamente, la valorizzazione e la conservazione.
Quindi io mi auguro veramente che lei possa far rispettare certi tempi e comunque faccia capire l'importanza del luogo che, come ho detto, ha delle peculiarità difficili da valorizzare, perché ci sono anche altre zone in Valle d'Aosta in cui sono presenti questi tipi di resti, però se ci teniamo al nostro patrimonio storico culturale la valorizzazione e la conservazione, soprattutto di questi siti, deve essere una priorità.