Oggetto del Consiglio n. 527 del 22 aprile 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 527/XVI - Interpellanza: "Previsione di incentivi fiscali per l'assunzione negli alpeggi di giovani valdostani".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo ora alla trattazione dell'interpellanza al punto 40 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola per l'esposizione il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Nel presentare questa interpellanza teniamo conto di quello che è il problema del lavoro, che è problema generale di tutti i settori, ma in modo particolare abbiamo voluto mettere l'attenzione su un tema molto delicato che è quello dell'agricoltura; soprattutto in questo momento ci si prepara a quella che sarà la monticazione. Per non lasciare che ci siano di nuovo gli episodi tristi di gente che abbiamo conosciuto, in particolare per quello che ci riguarda del Piemonte, che portavano in alpeggio in Valle sia pecore sia capre senza nessuna guardiania, senza che ci fosse nessuno che li seguiva, generando tutta una serie di fattori. Ma proprio per evitare questo e per cercare di inserire nell'ambito di quello che è l'alpeggio dei giovani valdostani, noi chiediamo se si può immaginare di investire in questo campo, di poter dare degli aiuti, fare una proposta che incentivi la presenza di giovani nell'alpeggio, perché purtroppo questo è un problema molto delicato.
Sappiamo già dagli anni passati che ci sono pochi valdostani che sono disponibili ad andare in alpeggio, tant'è che tutti questi posti sono ricoperti da immigrati, che tra l'altro hanno lavorato bene e anche con risultati, come sappiamo, piuttosto buoni. Però il problema è che oggi siamo vicini a questa data, a questi problemi, e vorrei capire se si è pensato a qualche incentivo, se si è pensato di poter immaginare di aiutare i giovani, che purtroppo sono sempre meno, a essere a loro volta incentivati a seguire questi passaggi,
Cosa succederà nei nostri alpeggi? Proprio per prevenire questo fatto e per dare posti lavoro, credo che sia anche corretto intervenire, come si fa in tanti altri campi. Abbiamo sentito adesso il problema dei boschi e degli incentivi in quel settore, credo che sarebbero doppiamente validi gli incentivi per quelli che seguono la monticazione e danno quei risultati che noi sappiamo: la Fontina e tutti i formaggi che propagandiamo sono possibili solo se c'è alla base questo lavoro importante, che purtroppo non viene considerato nel modo giusto.
Noi abbiamo rifatto quasi tutti gli alpeggi, proprio per cercare di avere delle condizioni nella situazione lavorativa che fossero ottimali, tant'è che siamo l'unica Regione italiana che ha fatto questo investimento, nemmeno il Trentino ha fatto quello che abbiamo fatto noi in Valle d'Aosta. Però oggi noi non troviamo giovani che in qualche modo siano incentivati ad andare ad aiutare le persone anziane che comunque sono i proprietari degli alpeggi e che giustamente aspettano che ci sia la giusta attenzione anche in questo.
Credo che l'Assessore conosca bene il problema e spero che ci siano tutte le attenzioni necessarie per evitare che si debba far sempre ricorso ad altre persone, che comunque conoscono meno quella che è la nostra realtà, per non avere poi dei risultati negativi come troppo spesso noi vediamo.
Presidente - Per la risposta la parola all'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie collega Rollandin. Se da una parte si sostiene la monticazione con delle risorse, con una misura, ecco che dall'altra è importante andare nella medesima direzione cercando delle opportunità e favorendo i lavoratori; e poi con altre misure come, ad esempio, interventi sulle viabilità, eccetera.
Lei conosce il settore anche meglio del sottoscritto, probabilmente, e sappiamo che la proporzione tra dipendenti e conduttori o comunque familiari degli stessi è un uno a tre. Sappiamo che, più o meno, nella gestione degli alpeggi valdostani, visto che una domanda era quanti impiegati abbiamo in quell'attività, vediamo che all'incirca abbiamo un totale di mille persone, suddivisi con trecento tra conduttori familiari o coadiuvanti, mentre il restante è costituito da dipendenti stagionali che ammontano grossomodo a circa settecento. La quasi totalità di questi ultimi, lo sappiamo bene, è composta da stranieri provenienti da Romania, Albania, Marocco. Sono solo poche decine i salariati di origine valdostana che operano come dipendenti stagionali, quindi un dato sul quale riflettere, un dato sul quale fare dei ragionamenti.
Il problema della mancata assunzione dei lavoratori valdostani non è sempre dovuto - lo vediamo dai dati - alla mancanza del posto di lavoro, ma anche magari alla poca appetibilità che il lavoro di alpeggio rappresenta. Alcune analisi sono state fatte, che vanno nella direzione da lei richiesta, ovvero quella di creare delle condizioni favorevoli, ma le norme e le regole del libero mercato non consentono di privilegiare l'assunzione di manodopera locale in sostituzione di quella straniera. Pertanto, con vari approfondimenti che sono in corso e che verranno fatti allo stato attuale, pur capendo il principio e anche in parte condividendolo, dal punto di vista normativo non è possibile mettere in campo un qualcosa che favorisca qualcuno piuttosto che qualcun altro. Però diverso è il discorso se parliamo di incentivi all'assunzione, perché se poi le condizioni sono migliori è ovvio che i posti di lavoro diventano più appetibili e quindi è chiaro che il lavoratore anche residente può essere interessato; incentivi all'assunzione di personale indipendentemente dalla provenienza dello stesso.
Il gruppo di lavoro per le misure di contrasto all'emergenza sanitaria sta lavorando su una misura trasversale a beneficio di tutte le imprese, comprese quelle agricole. Si tratta nello specifico di un aiuto per ogni contratto di lavoro a tempo indeterminato e determinato. Poi, nell'ottica di favorire il contatto tra giovani valdostani in cerca di lavoro e le esigenze di manodopera da parte delle aziende agricole, il Dipartimento delle politiche del lavoro e della formazione lo scorso anno, anche in collaborazione con le associazioni di categoria del settore agricolo, quindi DIVAL, Coldiretti, Associazione dei proprietari di alpeggio, Fédération des coopératives valdôtaines, ha messo in piedi la campagna informativa mediatica "Lavorare in agricoltura", con la realizzazione di video di informazione promozionale per la stagione d'alpeggio 2021 e per informare tutti i potenziali interessati a questa opportunità di lavoro. Parallelamente sono state redatte, anche in seguito a preselezioni sulle liste degli iscritti ai centri per l'impiego, rose di candidati potenzialmente avviabili al lavoro in agricoltura, in particolare tra i percettori di reddito di cittadinanza. Per l'anno 2021 il dipartimento sta procedendo ad analizzare, nell'ambito delle liste dei centri per l'impiego, quanti lavoratori iscritti sono potenzialmente avviabili al lavoro in agricoltura. Sono state contattate le aziende agricole per conoscere i rispettivi fabbisogni occupazionali. Al momento risultano alcune richieste di assunzione da parte di cooperative sociali che effettuano anche lavori in agricoltura.
Io la ringrazio di questa iniziativa. Stiamo - come le ho detto - creando i presupposti per andare in quella direzione, ma ovviamente la situazione impone il rispetto delle normative vigenti, ma è chiaro che la problematica c'è, va affrontata e i numeri sono lì a testimoniarlo.
Presidente - Ha chiesto la parola per la replica il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Vede Assessore, qui i tempi sono stretti, per non arrivare all'ultimo minuto e dire: non c'è chi va in alpeggio, non c'è chi aiuta a fare il lavoro, che ormai è a dei livelli ottimali come abitazione, non ci sono più differenze, si arriva negli alpeggi con le macchine, però malgrado questo non abbiamo richieste. Allora il problema è di trovare degli incentivi. Come si è fatto in tanti altri campi, si faccia anche in agricoltura! Che tra l'altro è un lavoro sicuramente più sano che non in certe fabbriche, dove si sono dati non incentivi ma di più per avere il personale adeguato.
Bisogna agire adesso, perché sennò quando sarà il momento non potranno monticare, non potranno nemmeno prendere i capi che sono oggi in pianura e che devono andare in alpeggio. Il problema è gravissimo! Non è il fatto di dire: "Mah, vediamo poi", qui è urgente. Se non si crea adesso il presupposto per incentivare le persone che possano aiutare in montagna, non si raggiungerà nulla, saremo qui a dirci: "Eh, purtroppo non c'è nessuno". Io vorrei evitare che si arrivi a questo punto, quindi è il momento di lavorare intensamente per trovare il sistema di incentivare queste presenze, come si è fatto in altri settori.