Oggetto del Consiglio n. 509 del 21 aprile 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 509/XVI - Interrogazione: "Esistenza di vincoli sulla struttura dello stadio Puchoz".
Bertin (Presidente) - L'interrogazione iscritta al punto n. 21 dell'ordine del giorno verrà discussa con quella iscritta al punto n. 41, come anticipato questa mattina e come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, quindi passiamo all'interrogazione iscritta al punto n. 22. Per la risposta, la parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (PCP) - Gli interroganti chiedono di conoscere se la struttura dello stadio Puchoz o parte di essa sia sottoposta a qualche vincolo da parte della Soprintendenza per i beni e le attività culturali.
Lo stadio Mario Puchoz, identificato al catasto al foglio 38, mappale n. 9, ricade in un'area di interesse archeologico individuata ai sensi della legge regionale n. 56 del 10 giugno 1983: "Misure urgenti per la tutela dei beni culturali" e in un'area tutelata di interesse paesaggistico ai sensi dell'articolo 142, comma 1, lettera m), del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) in quanto zona di interesse archeologico. Alla luce di tali vincoli quindi qualsiasi intervento deve essere autorizzato dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali previa effettuazione di sondaggi archeologici esplorativi a carico del soggetto proponente. Risulta particolarmente importante quindi procedere allo studio dell'area qualunque cosa si intenda fare in quest'area, in quanto la stessa non è mai stata adeguatamente indagata e potrebbero pertanto emergere ritrovamenti archeologici in analogia con quanto avvenuto in occasione degli scavi effettuati in Piazza Mazzini, dove nella parte nord-ovest sono state rinvenute strutture murarie risalenti all'età romana e tardo antica probabilmente relative a un insediamento di tipo rurale.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. La nostra interrogazione era finalizzata a fare un po' di chiarezza sul futuro dello stadio Puchoz di Aosta, una costruzione storica, un simbolo per la città custode di anni di storia del calcio valdostano. Ad oggi lo stadio risulta pressoché inutilizzato poiché le tribune e gli spogliatoi presentano problemi di agibilità e a causa di questo è in corso un dibattito a livello politico sulla sua destinazione. C'è chi vorrebbe cambiare completamente la sua destinazione d'uso trasformandolo in un parco cittadino e ancora c'è chi sta valutando di abbattere la tribuna storica per costruire al suo posto due palestre.
Detto questo, oltre al fatto che, come lei ha detto, le tribune sono sotto la tutela della Sovrintendenza, pare che ci sia anche un vincolo di destinazione legato alla sua donazione al Comune, un documento della donazione dell'area datato 1935 di cui occorrerà appurare la sua validità. Bisogna tenere conto inoltre che circa 60 mila euro sono stati destinati al rifacimento degli accessi agli spogliatoi e al tunnel di uscita degli atleti. Inoltre altri 18 mila euro sono stati spesi per l'installazione di una rete di protezione sul lato dello stadio che si affaccia sulla via Garibaldi. Negli ultimi tempi inoltre lo stadio veniva utilizzato al mattino dalle scuole limitrofe e nel pomeriggio circa duecento ragazzi della scuola calcio lo utilizzavano per gli allenamenti. È per questa ragione che noi, come gruppo Lega, crediamo che lo stadio Puchoz debba mantenere la sua destinazione a uso sportivo e debba tornare a essere quel tempio del calcio valdostano che è stato per moltissimi anni. Ricordiamo inoltre che ad oggi sono state raccolte circa mille firme affinché lo stadio resti a disposizione degli appassionati del calcio valdostano.
Presidente - Per i restanti tre minuti, la parola al consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - Mi complimento, Assessore, per la capacità che ha avuto di dribblare un tema delicato, perché lei ha parlato del cosiddetto" rischio archeologico" e non ha toccato il tema delicato relativo alla tutela e valorizzazione delle tribune, che effettivamente è un tema delicato perché diventa difficile gestire questo tema nell'inquadramento della tutela dei beni culturali e nella corretta progettualità. Io allora mi permetto, sempre nella linea del rapporto che ormai sta contraddistinguendo il dialogo tra me e lei, di precisare che la tutela e la valorizzazione di un oggetto edilizio non presuppone la restaurazione dell'uso passato sic et simpliciter, ma è altrettanto chiaro che se si perde questo filo di Arianna con il proprio passato, si svuotano gli oggetti edilizi del valore che sconfina nel tempo e che costituisce proprio l'identità e la ricchezza. Il progetto dell'area quindi dovrà comunque tener conto di questi elementi, è un suggerimento che le do caldamente, Assessore, perché un buon progetto di riuso tanto in architettura, come in urbanistica, come in politica presuppone la capacità sapiente di andare a ripercorrere il tratto semantico, tutta la fase formativa e generativa di un oggetto edilizio, che non è un semplice contenitore neutro di funzione. La facciata su Piazza Mazzini così come la biglietteria, gli spogliatoi, le tribune vanno concepiti come oggetti edilizi depositari di espressione sociale, costituiscono quel patrimonio edificato che va letto come capitale sociale, in particolare quelle tribune hanno accolto decenni di emozioni dei cittadini e rappresentano l'eredità di progetti, non solo progetti edilizi ma progetti di società, hanno creato comunità. L'architettura parla e queste sono le voci che trasmette da una generazione all'altra. Qui si gioca la differenza tra un progetto pertinente e il capriccio, quindi è in questa linea che bisogna procedere, è estremamente importante, bisogna che la città sia colta come sistema di vita di una comunità, con le sue relazioni con il territorio e la regola aurea rimane sempre questa: esprimere una città che parli di sé e riallacciare il fil rouge con il passato.
Mi permetta di rafforzare questo suggerimento, Assessore, di questo si faccia portavoce nei rapporti con il Comune perché è estremamente importante e qui si gioca la capacità o meno di una governance di gestire un progetto di rigenerazione urbana.
Presidente - La parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz per un minuto soltanto per integrare la risposta che non era completa. Un minuto Assessore, non tre.
Guichardaz J. (PCP) - Proprio in virtù di questo rapporto di correttezza anche che abbiamo instaurato, io non volevo dribblare proprio niente, ma ho risposto esattamente alla questione posta. Lei poi sa meglio di me che esiste una parte originaria del 1936 e poi nel 1954 sono state rifatte con un intervento trasformativo le tribune, come diceva lei, quindi si approssimano i 70 anni dalla costruzione e quindi in ogni caso, come disposto dal decreto legislativo n. 42/2004, probabilmente anche la stessa struttura sarà sottoposta alle disposizioni di tutela. Risulterà pertanto probabilmente opportuno procedere, visti anche i tempi prospettati, visto che siamo al limitare dei famosi 70 anni, proprio alla verifica dell'interesse culturale. Io quindi ho risposto solo alla prima parte se esistevano vincoli, ci stiamo avvicinando anche al settantesimo anno.