Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 498 del 21 aprile 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 498/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno a rivedere i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento delle professioni appartenenti al settore dell'estetica".

Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 12 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione della mozione, la parola alla consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Premesso che per l'esercizio della professione di tatuatore il Ministero della salute ha specificato le norme a cui attenersi per l'esercizio dell'attività, oggi per diventare tatuatore occorre innanzitutto seguire un corso di formazione per tatuatori accreditato dalla Regione, si vedano al riguardo le circolari emanate dal Ministero della salute contenenti le linee guida per l'esecuzione di procedure di tatuaggi e piercing in condizioni di sicurezza, circolari del 5 febbraio 1998 n. 2.9/156 e del 16 luglio 1998 n. 2.8/633 dove viene richiesta un'adeguata formazione obbligatoria degli operatori attraverso i corsi regionali della durata minima di ore 150; considerato che invece in Valle d'Aosta non sono richiesti requisiti professionali specifici ma solo requisiti igienico-sanitari, parere dell'USL, Ufficio prevenzione medicina lavori in merito all'adeguatezza dei locali, per aprire l'attività pertanto occorre solamente segnalare l'inizio attività all'Albo artigiani presso la Chambre allegando il solo parere sanitario in merito all'adeguatezza del locale senza nemmeno alcuna comunicazione allo sportello unico comunale; considerato inoltre che, ad esempio, per l'attività di onicotecnico riconosciuta non a livello italiano, ma da alcune Regioni sì, il requisito professionale richiesto in Valle d'Aosta è il diploma da estetista anche per la semplice applicazione di unghie finte e decorazione delle stesse, per quanto concerne i requisiti igienico-sanitari sono prescritti tutti quelli richiesti dall'attività di estetista; rilevato dunque che per aprire l'attività è richiesta la segnalazione di inizio di attività allo sportello unico comunale corredando la domanda con attestato di qualifica professionale da estetista e tutte le planimetrie, le schede tecniche dei requisiti dei locali e le attrezzature impiegate, a questo deve seguire un'iscrizione all'Albo artigiani corredando l'istanza presentata allo sportello unico; atteso dunque che nella nostra regione una persona, seppure in possesso di titolo di onicotecnico non può decorare le unghie a un cliente, mentre è possibile fare tatuaggi o piercing senza necessità di titolo alcuno, considerato che quest'ultima è una pratica estetica a elevato impatto sulla salute delle persone e, in particolare, sul trattamento della cute, noi chiediamo al Consiglio regionale di impegnare il Governo regionale a rivedere complessivamente il sistema che disciplina i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento di tutte le attività similari a quelle dell'estetista, a quelle paramediche e a tutte quelle che comunque hanno a che fare con il corpo umano.

Da dove nasce questa mozione? Avevo già avuto molte segnalazioni nel tempo da parte di estetiste o, meglio, di persone, come lavoro è un lavoro che va molto di moda in questo momento perché sono molte le donne che ne fanno richiesta, applicano le ciglia finte, ciò comporta con una colla applicare delle ciglia che poi vanno via da sole, piuttosto che per la cura delle mani il fatto di occuparsi appunto delle unghie, applicare le unghie finte e quant'altro, e dicevano: "non troviamo corretto che qui venga richiesto il diploma da estetista", che sappiamo benissimo comunque sono quattro anni e poi fare l'estetista è tutt'altra cosa rispetto alla specializzazione in relazione a unghie o piuttosto che ciglia, quindi richiedere i quattro anni e il diploma da estetista che è molto lungo da ottenere e tutto quanto, in più tutti i requisiti che vengono richiesti a un centro per fare l'estetista... questo cosa fa sì? Che poi la maggior parte delle persone che esercitano tale attività la facciano senza alcun titolo in nero e in casa, perché poi alla fin fine questo è il risultato, perché i requisiti per poter poi svolgere quest'attività alla luce del sole, pagando le tasse, sono talmente sproporzionati rispetto all'attività che viene prestata che alla fine sono poche le persone che si mettono effettivamente in regola. D'altra parte poi però ricevo oltretutto la segnalazione di un commercialista che mi dice: "ma ti sembra normale che arrivano i clienti, mi arriva appunto la persona che vuole fare le ciglia piuttosto che aprire un'attività per fare le unghie e, nonostante abbia fatto i corsi e tutto quanto non lo possono fare, poi mi arriva in Valle d'Aosta chi vuole fare il tatuatore che ha degli effetti chiaramente permanenti sul corpo umano e lo può aprire tranquillamente, basta avere i requisiti richiesti dall'USL sul locale quando fuori comunque ti viene richiesto per aprire l'attività un corso di 150 ore dalla Regione".

A fronte quindi di tutti questi elementi messi insieme, appare chiaro che ci sia qualche cosa da rivedere, tutto il sistema è da rivedere perché se da una parte si esagera a chiedere delle cose e dei requisiti su attività che non hanno assolutamente un effetto permanente sul corpo ma proprio zero e vengono chieste delle cose sproporzionate facendo sì che poi tutta la maggior parte delle persone svolgano quest'attività in nero; dall'altra parte, invece su attività che comportano poi dei danni permanenti per tutta la vita, perché quello che viene fatto è per tutta la vita, un tatuaggio, non vengono richiesti questi requisiti.

Mi ha accennato la risposta, so che mi farà una proposta di riformulazione per l'impegnativa, dico già che comunque accetto la sua proposta, perché poi l'obiettivo è comunque arrivare a rivedere la disciplina. Comunque il tutto è sicuramente un discorso complesso, però l'importante è che si faccia qualcosa per mettere ordine in tutte queste professioni.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (AV-SA) - Come ha accennato la collega Spelgatti, la proposta di riformulazione va nel senso di avere una maggiore disponibilità di tempo anche per fornire, da un lato, la documentazione necessaria, dall'altro, anche l'approfondimento sotto il profilo tecnico di quanto è stato esposto.

Io leggerei una serie di informazioni che sono utili per capire quanto è complessa la situazione in questo momento tra le competenze che sono in capo al Governo nazionale rispetto alla disciplina e le competenze che sono in capo alle Regioni e la confusione che c'è in alcune situazioni soprattutto a livello professionale che giustamente vanno riordinate creando le condizioni però affinché ci sia quel supporto giuridico indispensabile e necessario per garantire la correttezza di tutto il procedimento di attività lavorativa, professionale ma anche a livello giustamente fiscale.

Nel settore dell'estetica sono nate numerose specializzazioni, quella dell'onicotecnico è una di queste ma potremmo citare le extension delle ciglia, il trucco semipermanente e altre, molti operatori non in possesso della qualificazione di estetista ma con competenze esclusivamente in uno di questi ambiti hanno quindi richiesto l'iscrizione al registro imprese come impresa artigiana. In alcune Regioni le Commissioni per l'artigianato hanno a volte autorizzato tale attività, spesso con limitazioni, quali, ad esempio, la possibilità di applicare unghie artificiali ma non di operare attività di ricostruzione, altre volte hanno negato del tutto l'iscrizione a coloro che non sono in possesso dei requisiti professionali di estetista. Le stesse Regioni Lazio e Lombardia richiamate come Regioni che hanno regolamentato l'attività in realtà limitano l'attività di onicotecnica alla sola applicazione e decorazione di unghie artificiali confermando l'obbligo del possesso dei requisiti di estetista per lo svolgimento delle attività di ricostruzione.

Numerose sentenze e pareri formulati dal Ministero dello sviluppo economico confermano l'obbligatorietà del possesso dei requisiti di estetista in capo ai soggetti che svolgono sul corpo umano una qualsiasi prestazione a scopo estetico e la nostra Regione nel 2018, su sollecitazione di alcuni soggetti interessati ad avviare un'attività autonoma di onicotecnico, l'Assessorato delle attività produttive ha avviato una ricognizione volta a verificarne eventuali condizioni e modalità. Le associazioni artigiani si sono opposte a tale ipotesi confortate dalle numerose sentenze intervenute sul tema e pertanto non si è dato seguito all'iniziativa.

A livello nazionale, oltre ai numerosi disegni di legge depositati in Parlamento volti a rivedere l'intera disciplina del settore estetico, sono presenti documenti e proposte, frutto del lavoro congiunto tra Ministero e Regioni, che ancora attendono di essere approvati. Si ritiene che la disciplina dell'attività di onicotecnico, così come peraltro le altre specifiche di categoria, non possa allo stato attuale formare oggetto di una disciplina specifica da parte della Regione in quanto la Regione non ha competenza in materia di professioni essendo tale materia di esclusiva competenza statale e questo viene confermato dalla giurisprudenza in materia. La disciplina specifica dell'eventuale professione di onicotecnico si inserisce nel quadro della disciplina complessiva delle attività correlate al settore estetico, che potrebbero costituire oggetto di un'autonoma attività di impresa anche da parte di soggetto diverso dall'estetista. La disciplina di tali attività deve essere considerata nel suo insieme e non solamente per l'onicotecnico. La giurisprudenza e gli orientamenti ministeriali non consentono di avventurarsi sulla strada di un'autonoma disciplina.

Ci sono quindi una serie di motivazioni che non hanno carattere politico che vanno affrontate giustamente in una fase successiva, perché questo sta a dire che c'è comunque confusione, se lo si può fare senza un titolo professionale ma solo come attività di impresa, questo evidentemente è tema di confronto nella prossima attività di Commissione. C'è poi l'attività del tatuatore, la professione di tatuatore non rientra ad oggi tra le professioni regolamentate, la sua eventuale istituzione quale professione regolamentata rientra comunque nelle competenze statali essendo la disciplina in materia di professioni sottratta alle competenze regionali. Allo stato attuale l'unico riferimento a livello nazionale relativo all'obbligatorietà della formazione in questo ambito è costituito dalla circolare linee guida del Ministero alla sanità per l'esecuzione di procedure di tatuaggio e di piercing in condizioni di sicurezza, è la circolare del 5 febbraio 1998 n. 29156, e i successivi chiarimenti della circolare 16 luglio 1998 n. 28633, che detta riferimenti comuni sugli aspetti igienico-sanitari. Gli aspetti tecnico-estetici sono stati invece oggetto di regolamentazione solo in alcune Regioni.

Nel 2019, in considerazione della necessità di aggiornare le circolari del Ministero della salute e di introdurre uno strumento regolatore dell'attività di tatuaggio e trucco permanente, il Ministero della salute ha costituito un tavolo tecnico che ha visto la partecipazione anche delle Regioni. Parallelamente a livello regionale si è costituito nel 2019 un gruppo di lavoro coordinato dalla struttura Igiene e Sanità pubblica veterinaria con l'obiettivo di definire i requisiti formativi correlati allo svolgimento dell'attività professionale. Nell'ambito del gruppo di lavoro regionale si è messa a punto una proposta volta a regolamentare i requisiti formativi richiesti ai tatuatori ai fini del rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti. Infatti, pur non potendo operare per la regolamentazione della professione, la Regione può disciplinare i requisiti formativi richiesti ai fini dello svolgimento in condizioni di sicurezza e igiene dell'attività di tatuaggio. Il gruppo di lavoro ha tuttavia sospeso la propria attività in attesa della conclusione dei lavori del gruppo di lavoro nazionale. Il lavoro condotto dalle Regioni e dal Ministero della salute che ha condotto ad alcune proposte condivise relativamente allo standard professionale e a quello formativo si è a sua volta arrestato in relazione all'assenza di una chiara base giuridica di riferimento.

Consapevoli che la mancanza di una norma che renda obbligatoria la formazione a tutto campo del tatuatore dermopigmentista per l'esercizio delle relative attività ha prodotto un instaurarsi di prassi e discipline diversificate, le Regioni e le Province autonome hanno interesse a trovare soluzioni chiare e uniformi, ma questo deve avvenire attraverso un fondamento giuridico solido e quindi questa tematica deve essere affrontata e risolta da tutte le istituzioni ovviamente cercando di riportare il tema nella Conferenza Stato-Regioni. Tutto questo comporta anche problematiche applicative rispetto all'utilizzo delle apparecchiature e quindi la necessità di impegnarci nei prossimi mesi a lavorare sul piano regionale in Consiglio e in Commissione e sul piano nazionale a completare l'analisi del problema che è stato evidenziato con questa mozione ci deve essere per evitare proprio tutta la confusione che giustamente ha sottolineato lei con la sua esposizione.

La proposta di riformulazione della mozione è la seguente: "il Consiglio regionale impegna il Governo regionale a presentare alla IV Commissione consiliare una relazione contenente il quadro giuridico e normativo a livello nazionale e regionale relativo alle attività rientranti nel campo della cura estetica del corpo, le proposte, condivise con le associazioni di categoria, volte a disciplinare, nel rispetto delle competenze della Regione, le attività formative e gli eventuali requisiti correlati all'esercizio delle attività rientranti nel campo della cura estetica del corpo".

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Partendo dal fondo, come avevo già detto, sì, accetto la riformulazione, condivido una parte della sua risposta, cioè condivido sul fatto che ci sia abbastanza un caos a livello normativo e anche a livello nazionale, ma non condivido minimamente poi tutto il resto del ragionamento, perché, a fronte di un caos a livello di disciplina nazionale, il problema è che altre Regioni comunque si sono attivate e sia per le attività appunto che ho portato come a titolo di esempio, di onicotecnico, piuttosto che di tatuatore e tutto quanto, hanno comunque provveduto a stabilire delle regole.

A me che mi venga detto in una Regione a Statuto speciale: "beh, altre Regioni hanno provveduto, noi aspettiamo la disciplina nazionale" o piuttosto: "dobbiamo fare una disciplina unitaria con le altre Regioni", dico c'è qualcosa da autonomista che non riesco proprio a capire, non capisco la logica, ma non la capisco proprio addirittura negli aspetti più piccoli. Non capisco appunto il concetto spesso e volentieri che avete di autonomia e nelle declinazioni, nelle cose più banali questa cosa viene fuori. Non capisco perché non possiamo comunque anche noi disciplinare questa cosa, perché sembra un aspetto banale e irrilevante ma non lo è, non lo è soprattutto perché, quando mi è stata fatta questa segnalazione dalle varie attività nel tempo, negli anni, non avevo mai fatto un'iniziativa in relazione all'attività dell'onicotecnica, piuttosto che dell'extension delle ciglia, quindi tutto discorso unghie, ciglia, perché comunque è una disciplina complicata e poi partivo dal presupposto di non avere avuto ancora la possibilità e gli strumenti per capire bene il perché di queste sentenze, che parlano comunque della necessità del diploma di estetista e dico: non ho gli elementi in mano per valutare se sono corrette, non sono corrette, effettivamente qual è il rischio di danno sulla salute, quindi non lo so e non mi sono mai mossa.

Quando però mi arriva la segnalazione dove fanno un termine di paragone tra queste situazioni e quelle di tatuatore, che però ha dei risvolti che sono definitivi sul corpo, dico: diamine, qua noi dobbiamo comunque tutelare i nostri concittadini, perché io penso ai neo maggiorenni - perché, finché ci va un adulto, pazienza -, a tutti i ragazzini che si tatuano ogni tre secondi e hanno tatuaggi da tutte le parti e nel momento in cui poi vanno da una persona che non è capace, gli fa male e tutto quanto, poi questi se li ritrovano per tutta la vita.

Ora, che noi non ci preoccupiamo comunque di disciplinare, calcolando che comunque c'è una circolare del Ministero della salute che ti prevede dei corsi regionali da minimo 150 ore, comunque c'è, quella c'è, e che comunque le altre Regioni hanno provveduto a stabilire dei requisiti, non capisco perché nel frattempo non stabiliamo anche noi dei requisiti? Mi sembra la cosa più logica. Allora, per applicare due ciglia e far fare due unghie, chiediamo quattro anni di diploma di estetista più tutto il resto, più tutti gli altri requisiti, più l'iscrizione e, per fare i tatuaggi definitivi sul corpo, penso soprattutto a tutti i ragazzi che adesso lo fanno, non chiediamo nessun requisito? E diciamo: aspettiamo la normativa nazionale quando le Regioni a statuto ordinario invece agiscono e provvedono? Io non riesco a capire. È vero che queste risposte gliele hanno preparate gli uffici, però sinceramente da autonomista quella parte della risposta non avrebbe dovuto, secondo me, neanche leggerla, perché è un insulto alla nostra autonomia. L'insulto alla nostra autonomia parte da queste cose piccolissime che però vediamo ogni terzo minuto, perché sentirsi dire ogni terzo minuto le Regioni a statuto ordinario hanno stabilito questo, questo e quest'altro, noi aspettiamo la normativa nazionale, è una roba che mi manda veramente fuori dai gangheri.

Comunque sia, ben venga che si faccia una riflessione generale e che comunque anche la Valle d'Aosta, in attesa di sapere che cosa si deciderà poi a livello nazionale e un riordino di tutte queste nuove professioni perché sono tutte nuove professioni che ancora non sono abbastanza disciplinate, però che intervenga anche la Valle d'Aosta, quindi accetto la sua proposta.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-SA) - Io credo sia anche un atto di trasparenza trasferire le istruttorie tecniche in Consiglio regionale e non credo che si debba confondere le competenze con poter fare cose che non rientrano nelle competenze. La volontà non è quella di aspettare una normativa, è di lavorare insieme con le altre Regioni a livello nazionale per completare questa normativa ed è quello che sta succedendo. Sono sicuro quindi che, una volta che avrà a disposizione tutti gli atti, capirà che non possiamo regolamentare per conto nostro le cose e che questo ci espone non come Regione ma espone le persone a una situazione poi di difficoltà a livello lavorativo. Comunque è ovvio che le competenze sono scavalco anche con altri Assessorati e questo lavoro sta andando avanti in questi ambiti.

Presidente - Credo che il documento sia già stato mandato a tutti i Consiglieri, adesso arriva anche firmato, è già depositato. Se non ci sono dichiarazioni di voto, possiamo passare alla votazione della mozione. La votazione è aperta. Invito il collega Segretario a collegarsi con i Consiglieri presenti via zoom.

Appello nominale dei Consiglieri presenti in remoto sulla piattaforma zoom.

Lavevaz (UV) - Favorevole.

Marzi (AV-SA) - Favorevole.

La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

La mozione è approvata all'unanimità.