Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 480 del 7 aprile 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 480/XVI - Discussione generale sul documento di economia e finanza regionale DEFR per il triennio 2021-2023.

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 35 consiglieri possiamo iniziare i lavori. Siamo al punto n. 6.01 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola all'assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (AV-SA) - Avevo chiesto la parola per una brevissima comunicazione all'Aula se è possibile. In seguito alla manifestazione che c'è stata questa mattina in piazza, abbiamo ricevuto, su segnalazione anche di coloro che stavano governando e gestendo la manifestazione, una delegazione dei manifestanti per permettere loro di comunicare con le istituzioni e di portare le loro osservazioni critiche e soprattutto la segnalazione di disagio e di difficoltà che vivono in questo momento. L'incontro è stato utile per permettere all'Amministrazione regionale di informare sulle evoluzioni che si stanno portando avanti e sull'intenzione di tutto il Consiglio di dare una risposta nei prossimi giorni attraverso l'approfondimento dei documenti sull'intervento della legge che è in corso di costruzione per dare una risposta alla crisi economica sociale, oltre che sanitaria, e con l'impegno da parte nostra di continuare a lavorare in maniera molto concreta per costruire questa risposta e dare alla comunità e soprattutto alle persone che stanno vivendo questa situazione di crisi le massime attenzioni da parte del Consiglio regionale, del Governo e delle istituzioni che rappresentiamo.

Presidente - Possiamo tornare al punto n. 6.01 dell'ordine del giorno. Si è prenotato l'assessore Marzi da remoto al quale passo la parola.

Marzi (AV-SA) - Il DEFR 2021-2023 aggiorna la delibera del Consiglio regionale n. 178 del 16 dicembre 2020, di proroga al triennio 2021-2023 degli orientamenti contenuti nel DEFR 2020-2022 approvato con deliberazione n. 1186 del 30 gennaio 2020 stesso. Il contenuto del DEFR è stato predisposto in linea con le disposizioni contenute nell'allegato 4.01 del decreto legislativo n. 118/2011, di seguito rappresenterò alcune sottolineature contenute a cui in ogni caso necessariamente si rimanda per un'analisi del contesto più dettagliata.

Dall'analisi della sezione 1 del DEFR dedicata all'inquadramento del contesto economico e finanziario emerge un'elevata incertezza relativa alle ripercussioni della pandemia di Covid-19 anche in ragione del fatto che si è in presenza di eventi che si manifestano con eccezionale virulenza e che non hanno quasi nessun precedente nella storia più recente. Nonostante le informazioni riguardanti gli effetti sulle attività produttive della crisi sanitaria in corso siano ancora necessariamente parziali, i primi dati disponibili segnalano chiaramente che i costi economici e sociali della pandemia saranno certamente enormi e coinvolgeranno, pur con intensità diversa, tutte le economie mondiali. Sebbene le prospettive per la fine della crisi siano recentemente migliorate, anche in ragione della disponibilità di vaccini efficaci, le proiezioni a medio termine rimangono altamente, ahimè, incerte. D'altro canto, la ripresa globale dell'attività sta rallentando in conseguenza del riacutizzarsi della pandemia in diversi Paesi e della conseguente adozione di misure per il suo contenimento, il che comporterà a ulteriori cali di produzione a breve termine soprattutto in Europa.

A livello nazionale la Banca d'Italia ha sottolineato come la crescita dell'economia italiana, nei mesi estivi del 2020, sia stata superiore alle attese indicando una significativa capacità di recupero della nostra economia, tuttavia con la recrudescenza della pandemia stessa nel complesso nel quarto quadrimestre l'attività è tornata a diminuire sulla base delle informazioni disponibili e la flessione del PIL nel quarto trimestre 2020 è stata attualmente valutabile attorno al meno 3,5 percento sul periodo precedente, anche se occorre cautela nel valutare questo dato visto che l'incertezza relativa a questa stima è davvero molto elevata. La gravità e l'eccezionalità dell'emergenza derivante dalla pandemia di Covid-19 è tale che segna senza dubbio un punto di rottura, una frattura profonda tra il prima e il dopo. Peraltro gli effetti sociali ed economici, per quanto già rilevanti al momento, possono essere solo parzialmente colti e valutabili appieno nella loro gravità.

Ci si inizia peraltro a interrogare su quanti cambiamenti introdotti dalla pandemia risulteranno di tipo congiunturale e quanto saranno invece di natura strutturale. La questione non è ovviamente secondaria in quanto, a seconda della connotazione che queste modificazioni assumeranno, si profileranno problematiche molto diverse.

Tra gli effetti più evidenti della crisi va certamente indicato il ridimensionamento del sistema produttivo valdostano, processo quest'ultimo che nel 2019 sembrava essersi quasi arrestato, stiamo parlando ovviamente dei risultati della precedente crisi: quella del 2008, considerato che il numero delle imprese attive era pressoché stabile rispetto all'anno precedente, mentre aveva ripreso vigore nel 2020. Secondo i dati della Chambre valdôtaine des entreprises, a fine 2020 lo stock delle imprese registrate in Valle d'Aosta si attesta su un valore pari a 12.212 unità ma quelle attive sono 10.858, che, al netto delle imprese agricole, si riduce ulteriormente a circa 9.500 unità. Le iscrizioni di imprese nel 2020 ammontano a 605, mentre le cessazioni sono state 710. Nel complesso il costante calo delle imprese ha determinato una sensibile riduzione delle dimensioni del sistema produttivo, tra il 2007 e il 2020 il numero delle imprese si è complessivamente contratto di quasi 2.000 unità, meno 15,1 percento, con in media circa 780 imprese nate ogni anno a fronte di circa 970 che hanno cessato l'attività.

Nel 2019 è proseguito il trend positivo che caratterizza il mercato del lavoro regionale da un triennio, anche se permangono ancora significative tensioni occupazionali e nonostante non ci sia stato ancora un pieno recupero del terreno perso a seguito della crisi economico-finanziaria verificatasi nel 2008, i dati ante-pandemia riferiti al 2019 ci consegnano in ogni caso un bilancio proporzionale positivo con un'occupazione in tendenziale miglioramento e una disoccupazione in calo a fronte di un lieve aumento delle forze di lavoro. Parallelamente si evidenzia anche una crescita dei fabbisogni occupazionali con un nuovo significativo aumento di assunzioni.

I dati richiamati testimoniano dunque un quadro confortante, che tuttavia richiede però alcune cautele in quanto a un esame più attento emergono anche segnali di attenzione, inoltre, come vedremo successivamente, l'impatto dei primi mesi del 2020 dell'emergenza sanitaria ha determinato una congiuntura particolarmente sfavorevole. A inizio del 2020 la popolazione residente in Valle d'Aosta è pari a circa 125.500 individui, dei quali 61.300 maschi e 64.200 femmine rispetto all'inizio del 2019 la popolazione valdostana si è ridotta di circa 600 residenti. Il peggioramento del quadro demografico è dovuto a due specifiche dinamiche: la caduta della natalità e il raffreddamento dei flussi migratori. Si tratta di un trend analogo a quelli registrati complessivamente per l'Italia e per l'area del nord-ovest, ma il risultato del 2019 costituisce nella nostra Regione un fattore di continuità con trend più recenti confermando un andamento demografico recessivo che rafforza una situazione che ormai può definirsi di crisi demografica, come, tra l'altro, richiamato anche da qualche collega di Giunta. Dal punto di vista demografico, pur non sapendo cosa accadrà, si può però facilmente ipotizzare una nuova caduta della natalità già ai livelli minimi come abbiamo visto e un aumento della mortalità considerati i dati parziali relativi ai primi dieci mesi del 2020.

Dal punto di vista sociale, nonostante il permanere di una situazione economica complessa, che ha contribuito ad ampliare le fasce di popolazione più esposte ai rischi di esclusione di povertà, in Valle d'Aosta il livello di reddito disponibile pro-capite resta decisamente superiore alla media italiana, mentre il grado di diseguaglianza appare decisamente più contenuto. Dall'analisi contenuta nel DEFR nel periodo precedente alla pandemia, nel 2019 in Valle d'Aosta si stima che le famiglie in condizioni di povertà relativa fossero il 4,2 percento del totale, un valore decisamente inferiore alla media nazionale, pari all'11,4 percento. Nel confronto con l'anno precedente l'indicatore risulta sostanzialmente stabile, mentre a livello nazionale si osserva un miglioramento per quanto modesto. La percentuale di individui in povertà relativa è invece del 4,9 percento, anche in questo caso si tratta di un valore sensibilmente inferiore di quello relativo all'Italia nel suo complesso, che risulta in contrazione rispetto al 2018, pari al 5,6.

Rispetto alla situazione pre-crisi, osserviamo che la percentuale di famiglie che sperimentano oggi una condizione di povertà è in termini relativi una quota inferiore di quella registrata nel 2017, quando il valore dell'indicatore era pari al 5,7 percento. È opportuno però evidenziare che nel periodo considerato il livello della povertà ha raggiunto percentuali anche superiori al 7 percento.

È utile richiamare l'attenzione sul fatto che le attività sospese durante il lockdown effettuato in primavera sono state di circa il 52 percento del totale, corrispondenti a circa 6.200 unità, di cui oltre due terzi operanti nel settore terziario. Nel complesso gli addetti interessati da queste sospensioni sono stati poco meno di 18 mila, ovvero il 45,6 percento del totale, di cui quasi due terzi operanti nel settore dei servizi. I lavoratori dipendenti afferenti le imprese che hanno interrotto le attività sono stimati, sempre con riferimento al 2017, in 10.100 unità e cioè 40,2 percento.

Dal punto di vista economico, queste imprese esprimono nel complesso un fatturato annuo pari a circa 2 miliardi e 400 milioni, circa il 40 percento del fatturato totale di tutte le unità locali, ripartiti in maniera quasi paritaria tra i servizi: 1 miliardo e 200 milioni e l'industria: 1 miliardo e 140 milioni. Queste attività producono un valore aggiunto che sfiora i 640 milioni, ovvero il 36,4 percento di quello totale a cui l'industria contribuisce per il 47,5 percento e i servizi per il 52,5 percento. In più il settore trainante dell'economia negli ultimi anni, ovvero il turismo, registra nel periodo gennaio-ottobre un calo tendenziale anno consolidato del 33 percento delle presenze e una quota del 37 percento in termini di arrivi rispetto alla media dello stesso periodo del triennio 2017-2019. La caduta non riguarda il solo periodo di chiusura delle attività ma anche la stagione estiva, infatti le presenze nei mesi compresi tra giugno e agosto risultano in contrazione del 33 percento, gli arrivi del 35 percento rispetto alla media dello stesso periodo del triennio precedente 2017-2019.

Con tutte le cautele del caso, considerato che il valore a livello regionale è influenzato da pochi grandi operatori, anche i più recenti dati dell'export confermano trend negativi, infatti, secondo l'ISTAT, in Valle d'Aosta nei primi nove mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, si registra un calo tendenziale delle esportazioni regionali del 24 percento.

Le difficoltà economiche conseguenti alla pandemia non potevano non interessare il mercato del lavoro evidenziando un marcato peggioramento delle condizioni occupazionali. In Valle d'Aosta nei primi nove mesi del 2020 l'occupazione diminuisce in termini tendenziali di circa il 3 percento, vale a dire che mediamente, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, si hanno circa 1.500 occupati in meno.

Tuttavia, anche in ragione della caduta tendenziale delle forze di lavoro, il numero delle persone in cerca di occupazione non solo non aumenta ma tende a contrarsi a cui però si associa un sensibile aumento delle inattività, che potrebbe celare una quota di disoccupazione potenziale. La caduta dell'occupazione è attribuibile soprattutto alle limitazioni imposte dall'emergenza sanitaria malgrado che gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti abbiano permesso di sostenere l'occupazione, quanto meno quella dipendente e la sospensione delle attività è fortemente pregiudicata dall'avvio di nuovi rapporti di lavoro, in particolare di quelli a termine e delle loro possibili proroghe o trasformazioni in contratti a tempo determinato.

Parallelamente si deve registrare il forte aumento della Cig esplosa nel 2020, tanto che nel periodo gennaio-novembre è arrivata a sfiorare circa 5 milioni di ore autorizzate, ovvero un valore più che doppio rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2009, l'anno peggiore della precedente crisi economica che coinvolgerebbe in linea teorica oltre tremila lavoratori.

Diciamo che quest'analisi volutamente esplicitata soprattutto sulla parte 1 del DEFR è fatta perché, come abbiamo già avuto occasione di dirci nella presentazione del bilancio che abbiamo fatto a dicembre, nel precedente DEFR diciamo che, ahimè e per fortuna, mancava il Covid. Il Covid a tutti gli effetti risulta essere invece l'ospite assolutamente non gradito e, se posso permettermi, totalmente vituperato presente in questo DEFR, che ha però il compito contemporaneamente di fare un'analisi rispetto a una situazione di assoluta difficoltà che si sta vivendo, ma anche l'obiettivo di provare a fare tutta una serie di analisi e di lanciare, per certi versi, il cuore oltre l'ostacolo nel fare una serie di previsioni su un documento di programmazione finanziaria che se deve prendere in considerazione il fatto che nel 2021 il Covid c'è e che probabilmente continuerà a esserci, quindi è anche giusto che ci sia all'interno del documento di programmazione economico politico e finanziario che oggi andiamo a trattare. Sicuramente nelle parti successive del DEFR è assolutamente rilevante il fatto che si prende in considerazione l'assoluta necessità da parte di quest'Aula... e che questo Governo, questa maggioranza e questo Consiglio ha intenzione di provare a fare... di tutta una serie di attività, ovviamente espressione di una maggioranza politica... che devono avere il compito sia di essere e di avere uno sguardo di più lungo respiro, ma allo stesso tempo anche di provare a fare tutta una serie di interventi e di immaginare una serie di iniziative che abbiano un corso politico più lungo, che parte con un triennio e che ha l'obiettivo di lanciare il cuore oltre l'ostacolo per quanto possibile... ipotizzando e immaginando tutta una serie di iniziative, ovviamente di matrice politica, ma che hanno come risultato quello di cominciare a dare anche uno sguardo al futuro di speranza per la Valle d'Aosta.

Presidente - Si è prenotato il presidente della Regione Lavevaz a cui passo la parola.

Lavevaz (UV) - Io volevo semplicemente aggiungere qualche riflessione, qualche breve cenno a quanto detto in maniera puntuale dall'assessore Marzi, più in particolare alcune riflessioni sull'attuazione del programma.

Come detto, il documento di economia e finanza regionale è uno strumento di programmazione principale che deve declinare negli anni di competenza i progetti e le priorità del programma di governo che è stato approvato a inizio legislatura.

Come ha detto l'assessore Marzi, l'ospite indesiderato è questa emergenza Covid che ha drasticamente mutato, oltre che il quadro sanitario, anche quello socio-economico della nostra Regione, le agitazioni di piazza di questa mattina ovviamente ne sono l'esempio più lampante. Questa emergenza ha reso quindi necessario individuare, quale priorità strategica per tutta l'Amministrazione regionale del 2021, gli interventi per contrastare in qualche modo gli effetti di questa pandemia; si è dovuto quindi gioco forza strutturare un documento che mettesse naturalmente in evidenza le misure legate all'emergenza Covid e in qualche modo un pochettino in subordine le iniziative legate all'attuazione del programma di legislatura.

Oltre quindi alle ulteriori misure che abbiamo approvato nella seduta di oggi, in particolare con la legge sulla sospensione dei mutui, la lavorazione della misura più strutturale di cui ha fatto cenno poc'anzi anche l'assessore Bertschy facendo riferimento all'incontro avvenuto nella tarda mattinata di oggi, quindi la misura più strutturale è quella che andrà a dare le risposte più importanti alle aziende valdostane con i ristori alle attività economiche, saranno strutturate in maniera armonica rispetto agli interventi nazionali che sono stati approvati in queste ultime settimane. Ormai, come detto, tale misura è in fase avanzata di lavorazione e sarà quindi presentata secondo i tempi stabiliti, tempi che fin dai primi mesi di legislatura abbiamo definito in maniera puntuale come la fine di aprile, cioè il primo giorno utile in cui sarà possibile approvare questa misura di assestamento sarà ovviamente il giorno in cui approveremo il rendiconto che metterà a disposizione le risorse necessarie.

Come stiamo vedendo ancora in queste settimane, ahimè, nel corso del 2021 dovremo ancora affrontare in maniera importante gli aspetti sanitari di questa pandemia sia sulla gestione della profilassi legata al fatto che questa emergenza non è terminata e quindi anche alla recrudescenza di questo virus, ma così anche sulla gestione dei vaccini, che rimane il punto fondamentale di gestione dell'emergenza in questo momento, quindi è assolutamente fondamentale impostare il lavoro sulla crisi sociale e sulla crisi economica che ne sono derivate e che stanno entrando anche queste, ahimè, nel pieno della loro virulenza se possiamo usare questo termine.

Molte delle priorità che abbiamo inserito quindi nel nostro programma di governo sono state in qualche modo quindi ricalibrate per reagire in maniera più efficace a un quadro quanto mai inedito, come ha detto l'assessore Marzi, come quello della pandemia che stiamo vivendo. Ovviamente, dopo aver messo le toppe, cioè agito nella maniera più rapida possibile sulle misure più emergenziali, come quella che abbiamo approvato oggi, bisognerà, come ha detto l'Assessore poc'anzi, gettare il cuore veramente oltre l'ostacolo e lavorare in prospettiva della ripresa, in prospettiva della ripartenza del sistema produttivo valdostano, quindi questo attraverso delle politiche attive, più strutturate e più strutturali anche rivolte in particolare all'occupazione e alle politiche occupazionali in generale.

Al fine dell'ottenimento e perseguimento di questi obiettivi, che sono prioritari per il prossimo triennio, riteniamo indispensabile - e su questo nel DEFR lo abbiamo declinato in maniera abbastanza chiara -, è assolutamente ormai necessaria un'organizzazione diversa dell'ente ma non soltanto dell'Ente Regione, più in generale di tutto il comparto, quindi con riguardo anche alle attività e alle mansioni degli Enti locali, sia in forma singola che in forma associata ma anche gli enti strumentali, le società partecipate, eccetera, questo proprio nell'ottica di una prospettiva più di lungo periodo che permetta un miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia di tutta l'Amministrazione pubblica quanto ai servizi rivolti ai cittadini.

Anche riguardo ai servizi pubblici, prima di chiudere, credo che vada fatto un cenno laddove l'organizzazione di tutti i servizi è indotta in qualche modo dalla limitatezza delle risorse economiche rispetto al contrario a una richiesta di fabbisogni della popolazione sempre più importante e più pressante deve essere affrontata in maniera importante in modo da far convergere le azioni degli enti del settore pubblico, da tutte le società, come dicevo adesso, partecipate, eccetera, secondo indirizzi che siano chiari e distintivi delle competenze di ciascuno ma che permettano in qualche modo di essere pregnanti e puntuali sui problemi.

Io non ho intenzione di entrare nelle iniziative dei singoli settori, lascerei piuttosto l'eventuale replica agli Assessori competenti, l'approfondimento di eventuali aspetti che dovessero essere richiesti da approfondire nell'ambito del dibattito che inizierà ora.

Presidente - Apriamo la discussione generale sul documento economico-finanziario. Il consigliere Aggravi si è prenotato per chiedere la parola, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Lo abbiamo già detto nel corso delle prime battute di questa consiliatura, lo abbiamo poi ripetuto in sede di discussione del bilancio di previsione tecnico di dicembre scorso e lo ripetiamo ora: ci aspettavamo questo documento molto prima della data attuale. Quest'affermazione non è scontata polemica politica, bensì tiene conto delle motivazioni date alla Comunità valdostana per presentare la nascita di questa compagine di maggioranza.

Sin dalle prime dichiarazioni i membri di Governo hanno sottolineato come alla base del patto politico ci fossero una serie di programmi e prospettive comuni che avrebbero permesso, tra l'altro, una pronta risposta all'emergenza economica e sociale, nonché sanitaria, che la Valle stava e sta vivendo dopo l'uscita dalla maledizione dell'ordinaria amministrazione.

A queste affermazioni ci saremmo aspettati un programma di legislatura con molti punti chiari e definiti e una serie di priorità pronte all'uso amministrativo, così non è stato e, come più volte sottolineato, per molti temi restano dubbi e ombre che neppure in questo DEFR troveranno risposte. Assistenzialismo, strategia dei trasporti, il futuro degli impianti a fune, del nostro turismo, Ospedale e sanità territoriale, riforma della normativa sulle discariche e rifiuti e potrei proseguire.

Prima di concentrarsi sui singoli temi, è bene soffermarsi sull'emergenza che ancora aspetta risposte non soltanto di provenienza nazionale.

Concordiamo sicuramente con la necessità di individuare quale priorità strategica per tutta l'Amministrazione regionale sul 2021 gli interventi per contrastare gli effetti dell'epidemia sul tessuto sociale ed economico della Regione, ma leggere che un gruppo di lavoro sia in fase di costituzione incaricato di predisporre la parte dell'articolato dedicata alle azioni anti-Covid ci lascia alquanto perplessi. Ha senso dire una cosa del genere nel DEFR? Senza dubbio sono poi elencate azioni anche condivisibili, non del tutto sufficienti, per questo ci saremmo aspettati un primo capitolo definito e puntuale sulle priorità da porre in essere per rispondere all'emergenza anche meglio di quanto sta facendo Roma, e lo diciamo coraggiosamente considerata la nostra attuale partecipazione al Governo nazionale. Ci auguriamo però che quanto annunciato dal Vicepresidente poc'anzi possa poi dare dei contenuti in più a quello che leggiamo nel DEFR. Signori del Governo, poche ma chiare misure che possano essere immediatamente spendibili e vadano a salvare quella parte di tessuto economico che questa volta è al collasso, anche qui mi ripeto rispetto al dicembre scorso. L'opposizione ha sempre dimostrato che sui temi concreti e validi il dialogo e la giusta non ruffiana collaborazione potrà esserci, cito ancora l'esperienza della legge n. 8 e non solo, così come sulla legge a supporto dei lavoratori stagionali: quella dei mutui, ma il tempo è scaduto e le manifestazioni ce lo stanno dimostrando ogni giorno di più.

Alcune considerazioni in merito all'organizzazione della macchina amministrativa, sorvolo per decenza sull'ormai patetica revisione normativa della legge n. 22 citata in ogni DEFR che ho avuto l'occasione di leggere, perché, con quanto si sta facendo a tal proposito, parlare di revisione è quasi irrispettoso per l'importanza che tale normativa riveste per la nostra Regione. Un caso su tutti è quanto avvenuto con la famosa delibera della Giunta regionale n. 140 di cui abbiamo già avuto modo di parlare, una delibera con la quale di fatto si è normata una procedura di cui non si trova traccia nelle disposizioni organizzative della Regione. Non vado oltre perché il discorso sfocerebbe in ambiti fin troppo tecnicistici e anche per rispetto nei confronti dell'Amministrazione tutta, che oggi più che mai necessita di poter lavorare con tranquillità. È molto interessante il passaggio che riguarda il piano triennale dei fabbisogni del personale, un documento che nelle ultime delibere in materia di personale ha raggiunto connotati quasi magici con una serie di rimandi al suo aggiornamento che mi preoccupa non poco. È vero che vi è stato a partire dal 2019 il superamento del concetto della dotazione organica a favore del fabbisogno, espresso in termini quantitativi e qualitativi per il perseguimento e il raggiungimento degli indirizzi e obiettivi strategici previsti nei programmi di legislatura, ma più di una domanda sorge spontanea, come viene determinato realmente il fabbisogno? L'Amministrazione ha davvero necessità di avere tutte queste dirigenze? Quale ruolo vero vogliamo dare ai tanti validi funzionari di cui oggi ci ricordiamo soltanto in sede di necessità, vedi il caso delle reggenze? Siamo sicuri che tutte queste strutture siano utili al perseguimento degli obiettivi amministrativi? E potrei andare avanti.

Chiudo con una battuta dato che citate l'audit, la struttura regionale di audit, Signori del Governo, l'avete soppressa voi tra i primi atti di questa legislatura. La necessità di riformare radicalmente l'impianto normativo inerente le leggi regionali vigenti in materia di sviluppo economico, ricerca e innovazione, ci trova sicuramente concordi. Tra l'altro, siamo anche contenti di trovare nel perimetro tracciato il riferimento alla legge n. 17/2007 sulle crisi di impresa, per cui il nostro gruppo consiliare ha depositato una proposta di legge di modifica al fine di riattivare questo importante strumento per poterla rendere finalmente utile alle necessità del tessuto economico valdostano.

Ci dispiace tuttavia riscontrare che non è più parte dell'agenda di Governo l'idea di ricostituire un'agenzia del lavoro o un veicolo strumentale all'Amministrazione utile per rendere maggiormente efficienti ed efficaci le politiche attive del lavoro e di sviluppo economico di cui abbiamo tanto bisogno. In tal senso la stessa potrebbe essere integrabile per l'elaborazione, tra l'altro, del modello di zona franca della ricerca e sviluppo, il cui percorso, speriamo, possa essere più condiviso possibile ma vedremo.

Un aspetto che va sicuramente trattato diversamente e con più coordinamento fra gli attori coinvolti, almeno dal nostro punto di vista, è quello relativo al nuovo modello che si intende dare alla formazione professionale. Perché non pensare a percorsi professionalizzanti ITS stabilmente presenti sul nostro territorio? È un bene iniziare con la collaborazione con realtà prossime già avviate ma crediamo che si debba valorizzare di più il legame con le nostre aziende e le nostre specificità produttive. Questo progetto non deve essere visto come un qualcosa di più dell'offerta formativa, bensì come l'Università, un volano utile anche ad attrarre risorse provenienti da fuori Valle. Ci concentriamo sempre, almeno a parole, sulla necessità di nuovi insediamenti produttivi ma se non creiamo le giuste condizioni di sviluppo della relativa manodopera e annesse competenze in un mondo con sempre meno risorse economiche disponibili e possibilità di spesa, non avremo alcun risultato.

Un esperto del settore dell'innovazione tempo fa diceva di diffidare da coloro che dicono vi sia la necessità di più innovazione, questo perché dovrebbe essere una caratteristica innata delle cose quella di innovarsi. Così dovrebbe essere per la macchina amministrativa regionale e non solo, troviamo nel DEFR due approcci che meriterebbero un maggior livello di integrazione, sempre a nostro modesto modo di vedere, quello relativo al digital divide e quello inerente l'evoluzione degli strumenti innovativi della Pubblica Amministrazione a favore di imprese cittadine. Forse, cari Assessori, competenti è meglio che due approcci vengano uniti in un unico modello di sviluppo, onde evitare, come in certe passate situazioni, che l'abbondanza di risorse, oggi per definizione sempre più scarse, magari anche messe a disposizione dall'Europa, finisca per rendere il tutto meno performante di prima.

Ricordiamo bene, sempre parlando di emergenza Covid, come la macchina amministrativa finì anche per affermare che fosse meglio tornare ai modelli cartacei piuttosto che gestire il tutto per mezzo delle piattaforme informatiche, e questo lo dico a futura memoria. Con riferimento alla questione energetica, riteniamo necessario, così come già detto nel corso di altre sedute del Consiglio, porre attenzione sulla questione relativa alla disciplina delle grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico. Troviamo infatti nel DEFR un semplice accenno a completare la disciplina dei procedimenti di concessione di derivazione di acqua e poi successivamente, nell'ambito degli obiettivi strategici del gruppo CVA, l'affermazione per cui si intendono individuare specifiche e particolari procedure per la riassegnazione delle autorizzazioni delle grandi derivazioni per le società interamente pubbliche. Sicuramente ci saremmo aspettati qualcosa di più, soprattutto nella parte relativa al futuro delle nostre acque, ma siamo fiduciosi che al più presto si possa discutere in quest'aula una legge che possa scongiurare l'azione sostitutiva dello Stato centrale in questo ambito.

In tema di trasporti abbiamo potuto iniziare a esaminare la documentazione messa a disposizione dall'Assessorato in merito all'analisi costi-benefici per il piano regionale dei trasporti. Non volendo entrare nel merito del documento, che sarà sicuramente oggetto di ampio dibattito, mi chiedo, come ho già avuto modo di chiedere all'Assessore in sede di audizione, se l'adozione di tale piano comporterà una revisione, almeno parziale e necessaria, del programma strategico degli interventi per la ferrovia, questo perché molte scelte che andranno fatte oggi non sono contemplate sufficientemente nell'ambito del programma. Un esempio? Dove troviamo le risorse per il tram treno fino a Entrèves?

Pensare a nuove forme di coinvolgimento di soggetti privati in queste progettualità resta un tabù per alcune frange di questa maggioranza? Per citare un esempio, ma non soltanto perché anche in merito allo sviluppo della mobilità cosiddetta "sostenibile" e delle interconnessioni tra i vari vettori di trasporto, un programma degli interventi andrà fatto, le risorse andranno identificate, il futuro non è fatto di sola ferrovia o, meglio, del modello legge regionale n. 22/2016, le leggi restano, il mondo e la tecnologia si evolvono. Stesso discorso andrà fatto quando vedremo il tanto atteso masterplan dell'aeroporto, perché sinceramente non ho capito da quanto mediato sul DEFR quale futuro vi augurate per il nostro scalo, speriamo non sia un fastidioso scalino.

Finalmente, lo dico con vero piacere, troviamo nero su bianco l'idea di voler azzerare, almeno per l'anno 2021, l'importo dell'addizionale IRPEF con riferimento al primo scaglione di reddito, una misura che ci trova da sempre concordi e sulla linea di varie proposte fatte nel corso della scorsa consiliatura volte proprio ad abolire e calmierare una delle gabelle più distorsive del sistema fiscale italiano, ma crediamo serva uno sforzo in più e speriamo che qualcuno della vostra compagine di Governo di maggioranza non riproponga la brutta idea di aumentarla con riferimento agli altri scaglioni di reddito, intanto ci ha già pensato il Comune di Aosta.

Osservo anche che è stata messa da parte l'idea della costituzione del fondo immobiliare che non abbiamo mai compreso fino in fondo per quanto riguarda il patrimonio regionale per dar spazio a forme di collaborazione pubblico-privato, che da sempre riteniamo essere la via maestra per il futuro sviluppo del nostro patrimonio pubblico. A tal proposito mi chiedo perché nulla si dice nel DEFR riguardo al futuro di Palazzo Cogne?

In conclusione vorrei porre l'attenzione su due aspetti di natura più politica che tendono a confermare quanto detto all'inizio del mio intervento. In questo DEFR ritroviamo il paragrafo sibillino già letto sul vostro programma di legislatura relativo al futuro del collegamento di Cime Bianche, ovvero mantenere il ruolo centrale del Consiglio regionale nelle scelte definitive da assumere per l'ipotesi di impianti di funivia nel Vallone, "bla bla bla", lo conoscete benissimo. Insomma, l'ennesimo calcio in avanti al pallone in attesa che succeda qualcosa di miracoloso? Vedete, questo non è un mero puntiglio politico come in molti possono pensare, bensì la punta di un iceberg che ne nasconde tanti altri che ancora non abbiamo citato. Che ne sarà infatti del futuro del piano tutela delle acque e della nostra industria idroelettrica? Che ne sarà dello sviluppo dei nostri comprensori sciistici e in generale delle terre più alte della nostra Valle? L'esempio sul futuro della ferrovia è lampante dove l'integralismo dottrinario di parte, di un modello i cui limiti sono sempre più evidenti, e non sto assolutamente parlando contro l'elettrificazione della linea ma di come si vuole affrontare, ad esempio, il discorso Aosta/Pré-Saint-Didier/Entrèves, ma così sarà anche per il futuro della nostra industria idroelettrica - lo citavo prima - dello sviluppo di tecnologie green, che molti fondamentalisti "gretini" trattano alla stregua della stregoneria, sì, sto pensando all'idrogeno.

Vogliamo poi parlare del futuro della legge regionale n. 31/2007? Ho fatto per l'appunto una specifica domanda in sede di audizione alla quale ho ricevuto una o due risposte distinte in parte discordanti. Nel DEFR troviamo indicato che sarà necessario colmare i vuoti normativi che hanno consentito scelte potenzialmente pericolose per la tutela dell'ambiente con particolare riguardo alle discariche regionali. Sarà avviato un iter di revisione della legge n. 31/2007. Bene, ma perché il primo passo di questa revisione è frutto della presentazione di una proposta di legge di uno dei gruppi consiliari della maggioranza e non del Governo regionale? Se abbiamo ben capito, per differenza di vedute. Ebbene, questa è la strada che intendete percorrere, cari Signori del Governo, nel prossimo futuro ogni qualvolta ci siano divergenze di vedute? Depositare una proposta di legge e poi cercare i voti in Commissione e in aula? Alla faccia della maggioranza decisa e coesa e non stiamo certo parlando di temi di secondaria importanza. Non voglio tediarvi oltre, penso che gli elementi che ho dato alcuni e quelli che probabilmente nasceranno io mi auguro da questo dibattito, confermino che ci sono molti punti aperti e sinceramente ci saremmo aspettati qualcosa di più, l'ho già detto, per rispondere all'emergenza Covid ma siamo fiduciosi e aspettiamo con molta attenzione quello che ci verrà proposto.

Io credo che, a fronte di queste considerazioni e aspettando appunto di esaminare le linee guida, le proposte che verranno fatte per l'emergenza Covid, le nostre proposte le abbiamo già fatte, le abbiamo argomentate sia negli ordini del giorno precedenti sia negli ordini del giorno che verranno proposti. Quello che mi sento di dire è che il tempo è scaduto ed è il momento di dare una risposta concreta perché altrimenti la situazione si aggraverà ogni giorno di più.

Presidente - Il consigliere Carrel si è prenotato, ne ha facoltà.

Carrel (PA) - Semplicemente per fare un quadro, come giustamente ha detto l'assessore Marzi, il DEFR è un documento di programmazione, un documento che deve rispettare le linee definite dall'allegato 4.1 del decreto legislativo n. 118/2011 ma ciò cosa vuol dire? Vuol dire che il DEFR è il primo documento con cui dobbiamo cercare di tradurre il programma di legislatura in un programma triennale che poi dovrà ovviamente sfociare in atti e quindi in obiettivi. Credo che chi ha avuto il tempo e il coraggio di leggere queste 124 pagine abbia trovato veramente pochi obiettivi misurabili, pochi obiettivi su cui si vuole puntare per andare a capire dove voi come maggioranza, voi come Governo, volete guidare la nostra Regione nel prossimo triennio. La mancanza di obiettivi misurabili quindi appunto è sicuramente un elemento che fa mancare la base del DEFR, cioè l'obiettivo di programmare un'attività. Vi sono tantissime iniziative, alcune condivisibili, alcune meno e ne ha elencate sicuramente anche il collega Aggravi, ma non si capisce dove vogliamo andare. Dico questo perché chi ci ascolta e chi ha avuto modo di ascoltare anche varie informazioni che sono uscite sul DEFR, ha sentito spesso e volentieri, e cito: "l'obiettivo del Governo in questa fase è mettere cifre congrue a disposizione del tessuto economico per favorire la ripartenza". Bene, nel DEFR tutto ciò non c'è, nel senso che si parla sì dei ristori, si parla di questa legge, di questo gruppo di lavoro, ma non c'è un quanto, un quando e un dove, non c'è una linea.

Abbiamo appreso questa mattina, avevamo già sentito il Presidente se non erro, che si tratta di circa 50-60 milioni di euro ma non abbiamo un quadro generale. Ci ha detto l'Assessore che dobbiamo ancora discuterne, che ne discuteremo ma nel DEFR, con questo DEFR non abbiamo le risposte. È quindi giusto dirlo chiaramente a chi ci ascolta, con questo DEFR non si mangia, ma perché il DEFR è un documento di programmazione, è un documento che dovrebbe essere approvato entro il 30 di giugno dell'anno precedente, ovviamente perché la nostra Regione ha avuto una crisi sanitaria abbinata a una crisi politica, non ha potuto approvarlo entro il 30 di giugno, ma lo avevamo chiesto con degli ordini del giorno già a dicembre, volevamo che questo documento fosse approvato già a fine febbraio proprio per cercare di velocizzare tutti gli iter che conosciamo bene ma, ahimè, ci troviamo qui ormai a metà aprile a doverne discutere e ad apprendere un po' il vuoto che c'è all'interno di queste parole e di queste pagine. Lo dico perché - e vado a cercare di fare una sintesi sugli argomenti in modo da permettere una più facile comprensione per chi ci ascolta - , per esempio, nel capitolo 1.4 "Istruzione e Università", parlando appunto dell'annoso problema delle aule sempre carenti rispetto alle esigenze e con delle soluzioni spesso provvisorie, si va a definire che in via Chabod ci sarà la sede del Liceo Scientifico, in via Torino la sede del Liceo Musicale Artistico e la sede del Conseil des Commis, invece lì si ricaveranno venti aule da usare a rotazione per vari interventi di ristrutturazione che verranno realizzati.

Ebbene, in fondo vi è scritto: "dovrebbe essere completato, finanziamenti permettendo, entro il 2026". Questo è alquanto preoccupante in quanto quando si fa della programmazione, spesso e volentieri si decide quali sono gli obiettivi, quali sono le risorse, a chi compete arrivare a questo obiettivo in modo poi da potersi misurare e raffrontare fra uno, due, tre anni per capire a che punto siamo e a che punto siamo arrivati, questo è sicuramente un problema. Sempre parlando dell'istruzione, abbiamo letto che, per quanto riguarda il precariato si cita: "nel risolvere la difficile situazione del precariato anche nel quadro delle competenze statutarie", esattamente ciò che vi era scritto nel programma di governo, una frase paro paro a quella del programma di Governo.

Ovvio è che se questo documento di programmazione è realmente un documento visto con gli occhi del Governo, che cerca di mettere degli obiettivi, soprattutto dopo sei mesi di Governo e dopo aver su questo tema a lungo dibattuto anche con delle nostre iniziative, la situazione è esattamente quella del 20 di ottobre, questo dal nostro punto di vista non significa programmare, ma significa mettere sul tavolo un problema senza dire qual è la via d'uscita e senza indicare qual è la via che si intende appunto perseguire.

Per quanto riguarda il programma di Governo generale, quindi a pagina 61, vi è addirittura scritto, e ci lascia un po' preoccupati: "riprendere il dialogo con il Governo centrale costruendo un rapporto di rispetto reciproco". Ciò cosa significa? Un po' ci spaventa perché andare a dire: "riprendere il dialogo con il Governo centrale" ce lo avete detto e ce lo dite ogni volta che si fanno le comunicazioni del Presidente, ma anche lo leggiamo sui vari organi di stampa, vi è un rapporto con il Governo centrale, dire: "riprendere il rapporto con il Governo centrale" ovviamente ci lascia un po' spaesati, "costruendo un rapporto di rispetto reciproco", perché adesso non c'era un rapporto di rispetto reciproco? Cosa e come ci stiamo interfacciando con il Governo centrale? Questo è sicuramente un altro aspetto.

Per quanto riguarda poi le politiche giovanili, credo che queste meritino un'attenzione particolare in quanto la situazione che stiamo vivendo, soprattutto per i giovani, soprattutto per gli adolescenti, i bambini, è una situazione molto, molto delicata e meriterebbero più delle 16 righe, cioè un terzo di pagina, che sono scritte nelle 124 pagine del DEFR e credo che non sia congrua la dichiarazione che nel prossimo triennio agiremo con una logica di continuità con quanto attivato.

Credo che le politiche giovanili che abbiamo nella nostra Regione siano assolutamente buone, ma è necessario, soprattutto se questo documento riguarda il triennio, agire con maggiore incisività e iniziare a programmare dei progetti che siano dei progetti che guardano anche a tutte le difficoltà che i giovani in questo triste periodo stanno affrontando.

Poi se continuiamo a leggere questo documento, andiamo sul tema della cultura, dove vediamo che si parla di digitalizzazione dei documenti inerenti la Regione come manoscritti, libri, documenti di archivio. Ci dispiace, perché noi avremmo sicuramente anche parlato, e ne avevamo già parlato anche in quest'aula, di digitalizzazione delle visite guidate, di possibilità di andare ad acquistare il biglietto e avere una presentazione senza togliere la visita guidata del castello reale ma andando ad arricchire questa visita grazie alla digitalizzazione e - perché no? - concentrarci proprio grazie a questo contatto diretto con chi acquista i biglietti tramite la digitalizzazione, anche promuovere altre realtà: penso alla visita di un castello come quello di Issogne, una presentazione prima della visita, la visita e dopo alcuni consigli su altre mostre, musei, altri beni culturali che potremmo visitare.

Io credo che non vedere citata questa operazione in un documento così importante di programmazione sia un peccato, anche perché penso che con questo tipo di azioni si avvicinino i giovani molto più che con una semplice e mera gratuità. Non si parla nemmeno del ruolo della Soprintendenza verso l'esterno, non si pensa e non si valorizza una nostra competenza primaria, perché questa è una nostra competenza primaria, e nulla è citato sul DEFR e poi - e lo dico con un po' di rammarico anche perché ho portato, se non erro, a novembre un'iniziativa proprio sui dipendenti della Società di Servizi - si va a citare che la Società di Servizi S.p.A. che attualmente fornisce alla Regione il personale addetto alla custodia, vigilanza e guida consente l'apertura dei castelli e dei siti durante l'anno per soddisfare l'afflusso turistico. Scritta così sembra che il personale o, meglio, la Società di Servizi S.p.A. abbia l'unico scopo di aprire i nostri castelli e le nostre mostre.

Io credo e ho sempre pensato che chi ha il "potere" di fare una visita guidata di trenta minuti e spiegare i nostri castelli rappresenta in mezz'ora il lavoro di anni di tantissime persone e non credo che il suo unico compito sia quello di aprire un castello o aprire una mostra. Per questo motivo queste persone devono essere valorizzate, devono essere formate. Non abbiamo parlato e non si parla in questo documento dell'importanza di avere delle persone formate che permettono le visite guidate in francese, in inglese, in tedesco. Non si è parlato della formazione anche a livello turistico di queste persone che fanno accoglienza e che rappresentano la Valle d'Aosta per quanto riguarda il turismo culturale. Credo quindi che sia sicuramente un altro aspetto su cui noi avremmo gradito maggiore attenzione o, meglio, un disegno e delle parole sicuramente più precise e degli obiettivi molto più chiari.

Per quanto riguarda il turismo, invece ho notato che si parla giustamente sempre più del rapporto con l'IPRA, ma mi dispiace non vedere citata l'Università della Valle d'Aosta, la quale ha anche dei corsi, soprattutto in magistrale, che sono dei corsi specifici. Perché non coinvolgere l'Università della Valle d'Aosta in uno studio di un marchio di ombrello e del disciplinare del marchio di ombrello? Perché non coinvolgere gli studenti che frequentano l'Università della Valle d'Aosta nel disegnare il futuro del turismo della nostra Regione? Potrebbe essere un sistema che potrebbe sia attirare persone dall'esterno ma anche valorizzare chi si iscrive alla nostra Università.

Ho citato il marchio d'ombrello, anche perché durante la Commissione un mio collega, forse il collega Brunod, aveva chiesto all'Assessore quali erano i tempi della realizzazione di questo marchio e del disciplinare inerente a questo marchio e la risposta è stata che non si possono ancora definire.

Bene, io credo che anche a livello turistico sia necessario dimostrare - e qua nel DEFR non lo troviamo - che quello spot prenatalizio non era uno spot sporadico ma era qualcosa di più, non ho trovato all'interno del documento un planning e un'idea di come vogliamo promuovere la nostra Regione verso l'esterno e di quanto. Non sono citati i grandi eventi sportivi, anche se sappiamo che si stanno facendo delle riunioni per organizzare delle gare di Coppa Europa o di Coppa del Mondo che magari addirittura riguardano due Paesi, non si ha il coraggio di citare il Giro d'Italia o il Tour de France.

Mi sembra che questo documento sia un documento in cui siano rappresentati tutti i sogni del Governo, sia un libro dei desideri, ma non ci sia nulla di concreto, nulla di tangibile, nulla di misurabile, e questo ovviamente, dal nostro punto di vista, è molto preoccupante perché un documento di programmazione è un documento su cui poi ci si può confrontare anche lungo il triennio per andare a verificare cos'è stato realmente portato a termine e cosa invece non è stato portato a termine.

Io credo che, per programmare dove si vuole andare, bisogna conoscere la meta, bisogna capire quanta benzina si ha nella macchina e quali risorse si hanno e questo documento, purtroppo, indica tantissime strade, ma non quella che realmente la maggioranza vuole percorrere e non indica quanto dobbiamo impegnarci, quanto personale, quante risorse e soprattutto dove questa maggioranza vuole portare la Regione Valle d'Aosta.

Presidente - Altri intendono intervenire? Nel caso vi invito a prenotarvi. La parola al collega segretario Distort che si è prenotato.

Distort (LEGA VDA) - Mi permetto di condividere con l'Aula le mie riflessioni in merito a quanto contenuto nel documento di economia e finanza.

Parto dal tema più cruciale: il tema relativo alla sanità. Ho letto quanto è stato riportato e, pur non essendo un tecnico del settore, mi permetto, con tutta sincerità, di evidenziare il fatto che percepisco, ho la sensazione che quanto è stato riportato della mano dell'Assessore, nonché medico, ci sia poco. A me ha stupito, e devo dirle, Assessore, quando avevo portato all'attenzione del Consiglio un'interpellanza in merito alla sanità territoriale, alla Casa della salute, agli ospedali di comunità, lei nella parte finale della risposta, in un discorso a braccio, quindi che ha espresso esattamente la sua posizione e la sua autorevolezza, ha detto: "recepisco sicuramente i suoi spunti sugli ospedali di comunità in quanto sarà da valutare bene quali strutture o meno poter utilizzare a tale finalità. Ammetto che non è una cosa facile cercare di riorganizzarla ma questa è la volontà di questo Assessorato e ci stiamo adoperando in tal senso".

In questa parte finale del suo intervento io ho letto tutta la sua volontà, ho letto la sua capacità di visione, non è una sviolinata che sto facendo ma è una constatazione. In quanto riferito invece non la percepisco, evidentemente è qualcuno che ha preparato questo rapporto sulla salute e che l'ha preparato evidentemente non con la visione né del medico che ha veramente nel cuore come imperativo categorico l'attenzione alla salute, né dell'Assessore come visione. Ho percepito quindi non una programmazione di insieme, ma semplici tacconi basati su una visione fondamentalmente ospedalocentrica.

Non posso quindi credere che in questa elencazione, in questa esposizione ci sia la mano di un Assessore medico e mi permetta indubbiamente intelligente. Chi le ha scritto queste cose appartiene a una visione passata, quella stessa visione che nella gestione del Covid non è stata in grado di reagire nel modo corretto. Non ha avuto la forza, non ha avuto sufficiente forza, quindi io la invito, Assessore, ad affermare maggiormente la sua visione di cui io mi fido, tanti si fidano.

Per quanto riguarda il discorso dell'istruzione e Università, avrò modo di approfondire il tema nell'ordine del giorno che verrà discusso più avanti, però è sicuramente interessante, quanto meno curioso, scoprire che l'ipotesi della sede del Liceo Bérard provvisorio, frutto di un accordo, di un contratto di locazione, di realizzazione di un'opera che doveva, era nel suo intendimento provvisoria sia diventata permanente. Ora, da un punto di vista architettonico, esprimo sicuramente le mie riserve sul fatto che si sia occupata un'area che paesaggisticamente ha ben altra vocazione senza contare un vincolo archeologico che è ancora da capire come possa essere compatibile con una costruzione, però è comunque curioso che a distanza di un anno ecco che la scuola allestita in modo modulare poi diventa assolutamente permanente, così come diventa curioso sapere che la scuola polmone che si era fortunatamente superata come visione ritorna in auge però semplicemente un po' più piccola.

Chiaramente, per quanto riguarda la parte relativa all'Università, spiace non poter leggere la visione relativa a uno studentato, all'alloggiamento, cioè l'Università è un'opera, è un'attività che di per sé è aperta anche a un pubblico proveniente da fuori territorio, deve essere attrattiva e questo è nell'intendimento di un Ateneo, per cui pensare che non ci sia l'attenzione relativa a un'opera di studentato è sicuramente deludente in fase di lettura, fermo restando che poi la capacità di intelligenza delle persone può essere messa in atto anche in tempi successivi, però non è specificato.

Per quanto riguarda la cultura, è un po' una sorta di mio bambino, qui è veramente duro e doloroso avere la sensazione di leggere una composizione autoreferenziale evidentemente scritta da tecnici ma in maniera assolutamente compilativa, accademica, di vecchio stile, potremmo dire: "nihil sub sole novi", niente di nuovo sotto il sole, nessuna visione traspare, non si evincono scelte progettuali di ampio respiro, un mero elenco di interventi stracciati dal programma operativo della Sovrintendenza ai beni culturali cui sono stati poi aggiunti alcuni compiti inerenti alle attività culturali e dello spettacolo, che tuttavia sono stati purtroppo abbinati in maniera superficiale e un po' confusa mescolando, tra l'altro, interventi ad azione diretta alla disciplina di contributi.

Poi è doloroso percepire la totale mancanza di riconoscimento alle professioni operanti nel settore senza alcun riferimento alla crisi contingente e alle prospettive future in termini di scelte occupazionali finalizzate a sostenere competenze e professionalità acquisite.

Mi pare grave il fatto che alla Società di servizi si affidi anche il compito di erogatori di servizi di guida, cosa che non solo non spetta al personale incaricato della partecipata regionale, ma che crea confusione tra chi è addetto alla mera guardianeria e assistenza in sala e invece con il mestiere di guida che è stato costruito attraverso un percorso professionale; insomma, mi sembra debole e mi sembra di nuovo un'occasione persa.

Per quanto riguarda il commercio, noto di nuovo un riferimento al fatto che, laddove il privato ha difficoltà a perseguire la sostenibilità economica, arriva la politica dei contributi straordinari, dei contributi a fondo perso. Allora mi permetta, se il privato non è interessato a investire, significa che è tutto da riprogettare, il commercio deve attivarsi per attrattività propria, allora bisogna lavorare su altri meccanismi, non sul meccanismo compensativo del contributo, perché il mercato ha le sue leggi e, nel momento in cui il mercato segue le sue leggi, il mercato è forte. Nel momento in cui non le segue, nel momento in cui bisogna intervenire con ruoli compensativi, a questo punto siamo già fuori dal mercato, diventa una forzatura, non è questa la visione che spetta a una classe amministrativa.

Andando avanti, energia. L'energia è una parola che ha in sé il concetto di azione, quindi di attività umana, di trasformazione, ce l'ha in sé, invece in quanto riportato io percepisco un percorso in punta di piedi, come una sorta di manifesto della decrescita felice. Non c'è chiarezza nel concetto di sfruttamento dell'energia.

Noi siamo in una zona, in un territorio che, grazie a Dio, è collocato in pozzi petroliferi, i nostri pozzi petroliferi si chiamano acqua con tutto il rispetto di questo bene, ma, proprio per il rispetto di questo bene, l'umano ingegno deve mettersi in moto e la visione di una classe dirigente deve tener conto anche di opere, anche di grandi opere. Non è menzionato che tipo di politica e di visione c'è nei confronti delle microcentrali idroelettriche, non è percepito, è come se non fosse toccato, è un tasto dolente, ma addirittura non è specificato, se non con un generico richiamo a CVA e al ruolo di CVA, non è specificato un orizzonte, una visione di efficientamento delle centrali idroelettriche esistenti dal punto di vista delle tecnologie da impiegare, non è menzionata l'ipotesi di realizzazione di nuovi invasi: parlo, per esempio, di un progetto finito in qualche cassetto del vaso, del bacino di raccolta a Cretaz nel comune di Cogne previsto per sviluppare una quantità di energia di tutto rilievo. Dobbiamo avere anche il coraggio di affrontare questi temi e questi temi non sono violentare la natura, non sono violentare il paesaggio, ma sono rispondere in maniera responsabile a una società matura.

Per quanto riguarda i trasporti e la mobilità sostenibile, io non voglio continuare una mia politica che apparentemente viene percepita come antielettrificazione, però io vorrei che ci fosse una politica della chiarezza sotto questo punto di vista e, nel momento in cui si parla di ferrovia, probabilmente c'è un refuso, perché c'è scritto che l'elettrificazione della tratta ferroviaria Aosta/Ivrea è pensata per velocizzarla. Deve essere un refuso perché 30 secondi di velocizzazione non penso che sia un elemento che meriti questa posizione nel DEFR.

Per quanto riguarda le opere pubbliche e territorio, chiaramente si mescolano alcuni argomenti che sono ripresi un po' in un settore, un po' nell'altro; qua si parla di gestione della vulnerabilità idrogeologica del nostro territorio, e torno al concetto di grandi opere o comunque di opere medie. Esiste un sistema estremamente importante prodotto dall'ingegneria ambientale, che consiste in realizzazione di dighe di laminazione delle piene. Noi sappiamo che i fattori meteorologici avversi saranno sempre più frequenti, quindi piogge straordinarie, veloci, impattanti che genereranno piene, queste genereranno destabilizzazione idrogeologica del nostro territorio. Il pensare a realizzare opere di regimentazione che comprendano le dighe di laminazione delle piene vuol dire pensare e avere una visione di tutela, di cura, di attenzione e di prevenzione sul suolo.

Sempre per l'aspetto idrogeologico, si parla di un rapporto virtuoso con la Fondazione Montagna Sicura, ben venga, ma dobbiamo avere una visione d'insieme e la visione di insieme presuppone anche andare al di là, significa osare, osare anche la possibilità di istituire un Centro internazionale di studio idrogeologico che abbia la Valle d'Aosta come laboratorio accademico. Noi abbiamo nello stesso territorio tutte le categorie di rischio idrogeologiche condensate nello stesso territorio. Questa è la visione, altrimenti è un'elencazione da agenda nel termine letterale del termine: cose da fare.

In opere pubbliche e territorio vedo un richiamo ai contratti pubblici, però con una lunga elencazione della parte relativa ai contratti pubblici senza menzionare minimamente al fatto di poter pensare a una legge regionale sui lavori pubblici. Siamo ancora e rimaniamo tuttora, continuiamo a rimanere servi del provvedimento statale n. 50/2016. Allora diciamolo, non intendiamo portare avanti una legge regionale dei lavori pubblici, noi continueremo a rimanere sudditi della legge nazionale.

Infine una voce che è richiesta da ordini professionali a gran voce è la revisione dell'elenco prezzi, nessuna menzione alla revisione dell'elenco prezzi, dove dobbiamo aggiornare non solo i prezzi ma dobbiamo aggiornare le voci, dobbiamo creare le voci nuove. Il mercato ha prodotto una quantità di voci nuove nell'ambito dell'edilizia che non sono minimamente presenti sul prezziario e i professionisti devono scervellarsi con le analisi per andare di volta in volta a definire un equo prezzo.

Il 110 percento citato, se ne parla anche nel capitolo successivo, nel paragrafo successivo sull'ambiente; in realtà, non se ne parla esplicitamente, se ne parla implicitamente, tra l'altro, strano che, di fronte a una questione che riveste l'attenzione pubblica quotidiana di diverse testate giornalistiche noi in un DEFR non si faccia nessuna menzione, però può avere il suo senso, perché siamo il documento di finanza regionale e quindi non stiamo a esprimere le nostre sudditanze alle disposizioni statali, però è comunque fondamentale. È inutile pensare di dire intervenendo nel settore delle costruzioni puntando sempre più sull'utilizzo di energia pulita e rinnovabile avere come obiettivo l'abbandono delle fonti fossili entro il 2040, pensare di mettere in atto tutta una serie di iniziative tese a garantire e a tutelare la qualità dell'aria, quindi dell'ambiente. Ci dimentichiamo poi del fatto che esiste una misura del 110 percento per la quale io mi è venuto in mente che potrei avere un'alleata che finora ho sottovalutato come alleata ed è esattamente lei, assessore Minelli. Lei potrebbe diventare la mia alleata in questa battaglia del 110 percento, lei che è in Giunta parli al suo collega Marzi, lo convinca, perché il fatto è questo: l'ambito dell'edilizia crea dal 30 al 40 percento delle emissioni a carico della qualità dell'aria e dell'ambiente, allora c'è il 30 percento di interventi di efficientamento sugli edifici condominiali e su altri, ma fondamentalmente su edifici condominiali, che è bloccato per le questioni relative alla definizione della legittimità edilizia per questioni puramente burocratiche. Che cosa succede? Che il 30-40 percento di edifici il cui percorso di efficientamento è impedito da questa situazione vuol dire che influiscono su quel 30-40 percento di emissione e, se la matematica non è un'opinione, vuol dire che quanto meno il 10 percento di tutte le emissioni che vanno a finire nell'ambiente è bloccato da un problema di tipo amministrativo. È quindi un'illuminazione aver scoperto la possibilità di avere un'infiltrata nella Giunta.

Per quanto riguarda il discorso del recupero dei materiali per il piano dei rifiuti, ricordiamoci che il recupero non può avvenire al 100 percento, cioè non esiste la soluzione di recupero al 100 percento, quindi dobbiamo avere anche una visione che tenga conto del fatto che c'è una parte e non è una parte marginale di rifiuti che non possono essere recuperati, quindi bisogna trattarli, non si può non accennarli nemmeno.

Infine, per quanto riguarda le risorse naturali, non ho visto nessuna menzione a una pianificazione per lo sfruttamento e l'incentivazione delle risorse naturali da cui discende e discenderebbe tutta un'attività virtuosa della filiera del legno.

In conclusione quindi continuo a ribadire quanto già espresso poco più di un anno fa, c'è un eterno assente nel concepimento del documento di economia e finanza regionale, l'eterno assente si chiama urbanistica, è presa, strattonata, utilizzata, messa lì come toppa di qua e di là, dove serve perché ci si rende conto che c'è bisogno di effettuare delle modifiche a leggi urbanistiche, però la trattazione del tema non esiste. E qui voglio spezzare una lancia sindacale, assessore Marzi, l'importanza che si dà a un settore è espressa anche dall'importanza che si dà all'organico, al personale, e metto in evidenza che l'organico della struttura pianificazione territoriale mi sembra un po' sottodimensionato. Non sono stato pagato dal personale degli uffici però, per onor del vero, devo dire che la situazione è questa.

Per concludere, il collega Carrel ha definito che questo è un libro dei sogni, io vado oltre e dico che non è un libro dei sogni, questo è un libro dei ricordi, ma dei ricordi di un passato che non è il passato valoroso da riproporre perché ha in sé una ricchezza da custodire e da conservare, è un passato prossimo che ormai sa soltanto di vecchio e non è in questo modo che si affronta la visione di un documento di questo tipo.

Presidente - Si è prenotato il consigliere Baccega. Intorno alle ore 18:00 sospendiamo per arieggiare i locali, pertanto probabilmente l'intervento del consigliere Baccega, a cui do la parola, sarà l'ultimo prima della pausa.

Baccega (PA) - Stavo facendo una valutazione del tutto personale, la forza e l'energia di avere una maggioranza di spessore, avere i numeri, nel senso che noi siamo qua a discutere un documento importante e ovviamente siamo noi a intervenire, non c'è alternanza, non c'è possibilità di sentire anche degli interventi a supporto che potrebbero essere interessanti da parte dei colleghi di maggioranza.

Come immaginate, non essendo possibile per questioni di tempo affrontare nella sua completezza tutto il documento presentato, ci siamo suddivisi un po' i compiti anche per capitoli, per argomenti e per stimoli. Va detto che la proiezione del contesto economico nazionale e regionale è tutt'altro che favorevole e che il quadro a tendere della finanza pubblica e privata non prevede a breve e a medio tempo elementi di positività, quindi bisogna con grande attenzione e impegno guardare alle risorse dell'Europa dello Stato in quanto il bilancio regionale in parte entrate, allo stato delle previsioni, non sarà sufficiente almeno nel prossimo biennio. Per questo ci aspettavamo appunto un documento di economia e finanza regionale più coraggioso ma soprattutto più chiaro.

Entrando nel merito del progetto del DEFR e partendo dalla sezione terza, riteniamo che ci proponete un piano che traguarda il 2023 con indicazioni di risultati previsti che noi non troviamo. Scrivete che viene presentata una sintesi degli interventi previsti nel triennio 2021-2023 in attuazione del vostro programma di governo e che la Regione si impegnerà a perseguire e poi compatibilmente con le risorse finanziarie a disposizione, questo è coraggioso ma assolutamente preoccupante. Proprio quest'affermazione ha determinato un quesito che ho posto in Commissione a quasi tutti gli Assessori, ovvero, per conseguire gli obiettivi che ognuno di loro nei differenti dipartimenti aveva individuato, quali incrementi di budget erano stati richiesti in aggiunta alle risorse già disponibili dal bilancio tecnico approvato visto che si era già avviata da tempo la fase di richiesta delle risorse. Al momento certamente non è il caso di evidenziare l'una o l'altra richiesta, ma vi anticipo che sarà durissima e complicato trovare la quadra a meno che non riusciate davvero a definire le priorità che mancano in questo documento di economia e finanza regionale. In alcuni casi le risorse individuate sono certamente sottostimate ma, riportandoci a quanto ha sottolineato qualche Assessore sostenuto dai suoi coordinatori, sono indispensabili e qualcuno ha anche sottolineato che avrebbe fatto sentire la sua voce, ben venga.

Va detto che ci vedono favorevoli le azioni, le iniziative, gli interventi economici che saranno attivati per dare una boccata di ossigeno a imprese e lavoratori autonomi per superare la fase emergenziale della crisi, questa mattina ne abbiamo avuto un ulteriore riscontro, purché le risorse siano distribuite a tutti senza lasciare indietro nessuno e in modo adeguato.

La critica è che siamo pesantemente in ritardo, questo va detto, quindi il concetto è dobbiamo fare azione, dovete fare azione. Lo hanno certamente sottolineato in audizione in II Commissione le associazioni e i sindacati, al di là della Chambre che nel suo documento ha dato apprezzamento su tutto e a ogni capoverso, ovviamente sono diligenti e allineati. Il SAVT: "basta con le parole, servono i fatti", l'UIL: "condividiamo alcune scelte ma sono solo annunci", CGIL: "è importante sapere quando tradurrete in azioni quanto scritto", la CISL: "non lo vediamo in termini negativi", come noi peraltro "ma ci aspettiamo concretezze che potremo avere solo al rendiconto e alla distribuzione dell'avanzo". Questo è il dato di fatto. Un po' tutti quindi ci saremmo aspettati di poter avere una pianificazione molto più chiara, quindi obiettivi, azioni, risorse e tempi certi. Questo è quanto si chiede a un documento di questo tipo.

Avremmo certamente auspicato un passo avanti rispetto al passato, devo dire che il DEFR del 2020/2022, quello presentato dal presidente Testolin, era più trasparente, per ogni obiettivo di Governo era stata predisposta apposita scheda che conteneva dati importanti, gli obiettivi correlati, i risultati attesi, le attività svolte o già avviate, le attività previste, l'eventuale coinvolgimento di altri soggetti, qui non compare. Anche il piano dei lavori pubblici era più chiaro e incisivo, schede che individuavano l'Assessorato, il dipartimento, la struttura, il titolo dell'intervento, il Comune eventualmente coinvolto nell'opera pubblica, l'importo presunto, lo strumento finanziario, l'ammissione, il programma di bilancio e poi la tipologia dell'intervento, il settore e la categoria di intervento. Direi tanta roba, tante cose ma c'era trasparenza, quindi un passo indietro nell'ipotesi di un controllo e una verifica dove invece ci si aspettava un effettivo rilancio.

Ci proponete in questo testo una semplice elencazione di temi. Siccome, quando abbiamo parlato del bilancio che avete presentato, dissi: "ci rivediamo al DEFR", quel bilancio era un romanzo, questo è un capitolo delle buone intenzioni e delle mancate opportunità, un cambiamento strategico per non entrare nel merito? Non lo so, forse.

Riconoscendo che il testo delle buone intenzioni lo si può leggere solo in questi termini, riteniamo che ci sia difficile dare una valutazione positiva in quanto in molti capitoli siamo ben lontani dalla concretezza del fare.

Entrando nel merito di alcuni dipartimenti, sottolineo che non vediamo nessuna efficace idea di riorganizzazione per poter meglio utilizzare le risorse europee, lo abbiamo già anticipato in Commissione all'Assessore, se vogliamo portare a buon fine i progetti presentati o che si presenteranno in Europa, e l'ho vissuto di persona, e spendere meglio le risorse che arrivano dall'Europa, bisogna cambiare paradigma organizzativo. Non tutte le strutture hanno personale a sufficienza e preparato con le adeguate competenze per seguire tutti i progetti. La criticità forte sta nelle SRAI e un'ipotesi di efficacia ed efficienza poteva stare nell'individuazione di una struttura o, meglio, di un dipartimento, che seguisse tutti i progetti di tutti gli Assessorati, su questo fronte niente di nuovo.

Per l'edilizia scolastica ci è stato presentato dall'Assessore quel percorso di riorganizzazione delle scuole dell'Istituto superiore della città, quello che in qualche modo ci preoccupa un po' è che mancano le risorse, quindi, finanziamenti permettendo, è un po' una preoccupazione. Io invito a ritornare a vedere quella delibera del 2016, la n. 572, che in qualche modo tracciava con i finanziamenti inseriti il percorso fino al 2030 degli istituti, ovviamente va riaggiornata. Manca nel progetto istruzione la parte quanto mai attuale che anche, a seguito del decremento delle nascite, lo ha sottolineato in questi giorni con la giusta preoccupazione l'assessore Caveri... che nuovamente è tornato alla ribalta proprio a seguito della pandemia e mi riferisco al percorso di istruzione che si era avviato in passato, ovvero l'istruzione educativa 0-6 anni sicuramente all'ordine del giorno dei tavoli nazionali.

Su questo punto andremo a confrontarci, abbiamo presentato un ordine del giorno che valuteremo insieme. Sarebbe stato interessante e innovativo nel programma triennale aprire il tavolo del confronto su questo tema che è quello che chiederà appunto l'ordine del giorno.

Due riflessioni sul tema dell'innovazione, tema che è sicuramente diventato strategico nel Paese come da noi e, proprio sulla base delle importanti risorse che arriveranno dall'Europa, credo che si siano fatti finora dei passi importanti, interventi infrastrutturali decisamente performanti tramite appunto la nostra partecipata INVA e si deve pensare a nuove iniziative, a nuove forme di economia da sviluppare che vedono la montagna incrementare relazioni digitali che nel documento di economia e finanza vedono proprio INVA protagonista per sviluppare per i soci ma anche per quel 20 percento che lo statuto mette a disposizione anche per i privati il suo fatturato che lo statuto gli attribuisce appunto per aziende non socie.

C'è certamente uno storico di garanzia elevata, di fornitura di servizi, di capacità e di professionalità che si è costruito nel tempo nella nostra Regione e che con le nuove risorse si può solo rilanciare ed è un'aspettativa per i cittadini, per le imprese, per il turismo, per la sanità e per l'istruzione ma un po' per tutti i settori strategici, quindi guardare con fiducia a livello generale alle nostre partecipate e chiudere definitivamente con le conflittualità e le interferenze che sono in atto.

Abbiamo avuto modo di sentire l'Assessore alla sanità e, esaminato il capitolo sanità e servizi sociali, troviamo sicuramente molte dichiarazioni di principio che sicuramente erano presenti nei programmi delle ultime cinque o sei Giunte che si sono succedute più o meno, ovviamente alcuni percorsi si sono avviati, altri si sono fermati, lo sappiamo bene, ne cito qualcuno: "si impegnerà l'Assessorato a predisporre il nuovo piano regionale per la salute e il benessere", qui parla di una prima parte di triennio, noi con il nostro ordine del giorno cercheremo di essere propositivi, nel senso che se riusciamo a farlo al più presto, è meglio per tutti; "l'Ospedale e l'assistenza sanitaria territoriale saranno al centro della nuova programmazione" va benissimo; "si dovrà condividere un nuovo modello di assistenza territoriale", non ho sentito tutto l'intervento del collega Distort ma dedicarsi un po' a questa formula di elencazioni di interventi che comunque fanno un po' parte del passato... "valorizzare il nuovo ruolo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta", anche questi temi andranno in qualche modo approfonditi perché non è pensabile che si fanno accordi integrativi siglati negli ultimi anni e soltanto nell'ultimo Consiglio regionale sappiamo che meno del 50 percento aveva aderito e dato disponibilità a collaborare a inoculare i vaccini. Adesso so che venerdì c'è stato un ulteriore approfondimento e ha portato a casa il risultato che vanno a vaccinare nei centri vaccinali e meno male; "risulta indispensabile riorganizzare i servizi territoriali", eccetera.

Maggiori risorse, questo è inevitabile, quindi la sanità ha bisogno di maggiori risorse, non si parla del trasferimento della psichiatria in ambito ospedaliero, voglio sottolinearlo perché questo è un adempimento legislativo sul quale bisogna dare delle risposte, si parla della risoluzione del problema delle liste di attesa, anche qui avremo modo di parlarne in futuro.

Sul tema delle strutture residenziali, territoriali, socio-sanitarie e socio-assistenziali finalmente torna in auge la battaglia che fu portata in Consiglio regionale a fine 2019, che sosteneva di dover avere sul territorio quattro o cinque strutture che avessero una valenza sanitaria, non le microcomunità che c'erano allora, ma che ci fosse l'USL a poterle gestire. Credo che chi era presente allora... la battaglia su Variney fu per me un momento infuocato, però adesso Variney si è riaperta secondo quella indicazione, si è resa operativa la struttura di Perloz l'estate scorsa, adesso potrà essere aperto Morgex, che vi assicuro è una struttura a 5 stelle, sarà pronta a breve, aspettano la visita dell'OTA, che è sotto la guida dell'ARPA, bisognerebbe fare presto.

Giustamente il DEFR dice: "sarà opportuno individuare una nuova struttura in Media Valle", lo evidenzia, quindi sono lieto che questo percorso trova la disponibilità dell'attuale maggioranza, dico solo a quelli che c'erano prima che abbiamo perso due anni. È interessante la strategia che si rappresenti come priorità strategica la riorganizzazione dei servizi residenziali, semi-residenziali e domiciliari in un'ottica di regia unica. Ovviamente non si dice come affrontare questo tema, c'è la volontà davvero di rivalutare il numero minimo dei posti in micro? È un tema che era venuto fuori. C'è la volontà di finanziare attraverso la legge n. 80 interventi significativi già richiesti per portare al numero minimo di 24 posti letto alcune strutture che sono sul territorio anche situate in ambiti della nostra regione che hanno l'esigenza di portare 24 posti alla microcomunità? Questo mi sembra uno dei risultati positivi, che si debba andare in questa direzione, e apro una breve parentesi: nel rispondere nel 2019 a un'interrogazione del gruppo MOUV sull'istituzione di un'azienda speciale sollecitata da un'affermazione che nelle premesse diceva: "lette le affermazioni del sindaco di Verrayes, già Presidente dell'Union Valdôtaine, che precisa: le strutture gestite dagli Enti locali sono diventate delle eccellenze - e questo è vero - che permettono di assicurare l'organizzazione efficace dell'assistenza domiciliare e che non possono andare sotto un organismo centrale soprattutto se delle economie di scala non sono così evidenti...". Lo avevamo affermato appunto più volte in Consiglio regionale ma, ahimè, quel percorso fu interrotto sempre dal Consiglio regionale, cambiare idea è sempre una buona cosa.

Bene la dichiarazione di attenzione al mondo della disabilità, qui bisogna costruire una riorganizzazione di carattere generale piuttosto importante, ma sono sicuro che l'Assessore in questa direzione ha competenze e riuscirà a dare una risposta importante. Si parla di attenzione alle donne vittime di violenza, benissimo, ma la nostra sollecitazione fatta attraverso un'interpellanza per la realizzazione di una struttura mamma-bambino in questo momento su questo DEFR non trova ancora spazio nonostante le dichiarazioni. Non c'è nessun accenno rispetto alle strategie da adottare con le strutture private presenti nella nostra regione, in questi mesi, purtroppo, abbiamo assistito a tante problematiche che sono nate con alcune strutture accreditate, quale sarà il futuro rapporto di collaborazione? Questo è importante che lo si conosca.

Il fattore famiglia, per cui si era sviluppato un confronto importante e con gli amici della Regione Veneto, è stato un po' lasciato nel dimenticatoio, quindi, da questo punto di vista, io credo che anche lì abbiamo presentato un ordine del giorno e finalmente speriamo si possa andare in questa direzione.

Non si parla di indirizzi all'USL ma ci sarà un provvedimento in itinere immagino. Nel DEFR non si parla ovviamente del nuovo atto aziendale, ora che è composta la nuova Direzione strategica, quindi ha assunto quella forza che doveva avere, finalmente con un Direttore generale credo sia importante avere qualche notizia rispetto a questo nuovo atto aziendale. La prospettiva a tendere è di nuove assunzioni in sanità, che sono sicuro che saranno dipendenti dalle risorse messe a disposizione, però mi sembra che la pandemia abbia dato con chiarezza contezza del fatto che in sanità è necessario assumere nei diversi ruoli, nei differenti ruoli.

L'esigenza di modificare la legge n. 5 non è menzionata e concludo questa parte che riguarda la sanità sottolineando che il DEFR 2020-2022 concludeva il percorso dicendo che gli stanziamenti concernenti la spesa sanitaria corrente previsti nel bilancio di previsione andranno implementati per il sostegno al settore, e questo si dovrà fare ancora di più questa volta.

Per quanto riguarda i lavori pubblici, opere pubbliche e territorio, c'è un ampio capitolo dedicato a questo importante settore, che è riservato esclusivamente alla gestione delle acque, alle concessioni delle derivazioni idriche ma di approvazione del piano di tutela delle acque non mi pare di aver visto nulla, potrei essere smentito perché avendo riletto più volte ma può essere corposo...

Sul piano della tutela del territorio vi siete limitati a dire: "il rischio zero non esiste". Troppo poco. Vi invitiamo a fare una più attenta valutazione del nostro territorio ma soprattutto non è possibile leggere che si dovranno ridurre i valori di rischio in relazione alle disponibilità finanziarie. Non è una bella prospettiva di sicurezza per i Valdostani. Rileviamo le solite affermazioni, appunto le procedure sono da modificare quindi c'è un copia-incolla di percorsi che in qualche modo si richiamano da un DEFR all'altro.

Dal rapporto con l'ANAS agli innumerevoli cantieri da ultimare nessun cenno ma abbiamo previsto un'interrogazione e ne parleremo non so se in questo Consiglio o nel prossimo, dell'ampliamento dell'Ospedale Parini avete scritto con un'ambiguità devastante, siete andati alla fiera dell'incertezza all'insegna del "non so che cosa fare", lo hanno sottolineato con forza anche i sindacati in Commissione. Da una parte scrivete che "si dovrà verificare la compatibilità tecnico-progettuale ed economica, nonché la realizzazione in termini cronologici adeguati dell'attuale progetto dell'Ospedale, ferma restando l'opportunità di sondare altre soluzioni qualora gli esiti della verifica sopra descritta risultassero non percorribili". Negli indirizzi alla SIV scrivete: "rispettare gli esiti della valutazione costi-benefici effettuata, rispettare l'autorizzazione di spesa per la progettazione e la realizzazione del presidio unico ospedaliero COUP di Aosta". Tutta questa incertezza, sapete bene, non ci porterà lontani. Su questa cosa dobbiamo prima o poi fare chiarezza e capire dove andiamo.

Mi scuso se sono stato un po' lungo ma il documento è corposo, i temi sono tanti. Noi cerchiamo con il nostro lavoro, da una parte, di sottolineare qualche stortura, ma, dall'altra, cerchiamo di dare anche delle suggestioni che vanno nella direzione di arricchire questo documento, o comunque di arricchire un programma che in questo momento un pochino...

Presidente - Consigliere Perron, notiamo la sua prenotazione e al momento sospendiamo per arieggiare i locali. Al rientro sarà il primo a intervenire. Chiedo ai Consiglieri di mantenere la più stretta applicazione delle disposizioni in materia di prevenzione del Covid.

La seduta è sospesa dalle ore 17:55 alle ore 18:17.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la pausa. Si era prenotato il consigliere Perron a cui passo la parola.

Perron (LEGA VDA) - Riguardo al DEFR in generale, i miei colleghi, sia i colleghi del mio gruppo che i colleghi della minoranza, hanno ampiamente espresso le critiche a livello generale. Io mi soffermerò su quattro tematiche: la prima riguarda la proposta di rivedere i percorsi di istruzione professionale e istruzione e formazione professionale per i quali abbiamo competenza legislativa primaria. È una riforma che riteniamo assolutamente urgente perché non riusciamo a risolvere il tema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Cos'è il mismatch? Il mancato incontro tra le esigenze occupazionali delle aziende e le caratteristiche della forza lavoro disponibile, con il risultato di avere in Valle il più alto tasso di abbandono scolastico a livello di italiano nella fascia dei giovani tra i 18 e i 24 anni, unito comunque a elevati livelli di disoccupazione giovanile nella fascia di età tra 15 e 24 anni, che è doppio rispetto a quello dei primi anni Duemila. È un dato preoccupante, che affonda le sue radici in motivazioni culturali, come una marcata mentalità anti-imprenditoriale nel mondo della scuola e un mancato raccordo tra la stessa e il tessuto produttivo.

Vorremmo sapere, tra l'altro, se la riforma che avete annunciato parta dalle esigenze degli attori economici e se ci siano rapporti con Confindustria e Confartigianato riguardo alle necessità del mondo dell'impresa. Il rischio altrimenti è quello di creare qualcosa di scollegato dal mondo reale e di non centrare così l'obiettivo, ma di questo tema parlerò diffusamente nell'interpellanza che ho rivolto all'Assessore competente e quindi ora non mi dilungo. Proprio perché ho insegnato in questi tipi di scuole professionali, so qual è l'attenzione media e quindi cerco di essere sintetico per non tediare.

Il secondo tema che vorrei approfondire invece non è slegato dal precedente ma, anzi, deriva da una visione dei problemi che vuole essere il più possibile organica, riguarda le politiche industriali della Valle. Era già segnata nella S3 la priorità di invertire i processi di deindustrializzazione che ci hanno colpito, che sono frutto di una globalizzazione inarrestabile, a partire dalla fine degli anni Novanta ma sulla quale dobbiamo intervenire. Riteniamo che il tipo di industria più adatta debba affiancarsi alla strategia di decarbonizzazione legata agli obiettivi più volte citati della Fossil Fuel Free 2040 e crediamo che un investimento nel settore dell'idrogeno possa rappresentare un importante obiettivo per il nostro futuro. Nel DEFR è appena menzionato e crediamo che questo sia un errore. Sulle sue potenzialità abbiamo già parlato con una nostra iniziativa qualche mese fa e ne parleremo ancora.

Sempre riguardo al tessuto industriale, questa volta legato alle piccole e medie imprese, che ricordo sono l'ossatura economica non solo del nostro Paese dell'Italia ma anche della nostra Regione con la presenza anche di molte microimprese, viene menzionato un percorso di ingresso ai mercati esteri. Ci auguriamo che questo percorso non resti soltanto un insieme di parole sulla carta.

Negli anni passati ci sono state richieste specifiche per un aiuto nell'inserimento sul mercato estero, francese e svizzero, ad esempio, imprese valdostane, mercato per sua natura, parlo di quello svizzero, molto frazionato a causa dei vari cantoni con diverse legislazioni: ecco perché un'interlocuzione istituzionale potrebbe fare veramente la differenza per molte imprese che operano sul nostro territorio, ma nulla è stato fatto in passato, quindi vigileremo affinché questo tipo di richieste non cadano nel vuoto visto che in questo DEFR è stato messo nero su bianco.

Il terzo tema che nel DEFR ho trovato davvero poco rappresentato riguarda le politiche giovanili. È vero che nel DEFR si fa riferimento alla legge regionale n. 12/2013, la quale declina come obiettivo, tra i tanti obiettivi, quello di promuovere il benessere e l'adozione di stili di vita sani, ma troppo poco si dice riguardo all'abuso di stupefacenti e di alcolici, che è una vera piaga, che può affliggere i ragazzi e danneggiare per sempre le loro vite. Ricordo che il consumo di alcol che nella nostra regione è estremamente tollerato e anche culturale fa dei danni molto più gravi sugli adolescenti rispetto agli adulti e, tra l'altro, sulle donne rispetto agli uomini per motivi proprio biologici.

Abbiamo tristi primati riguardanti l'abuso di alcolici e depressioni. La situazione pandemica e l'isolamento dei ragazzi lontani dalla scuola aggrava e aggraverà il problema, serviranno interventi mirati in sinergia con le scuole e le Forze dell'ordine. Anche il tema dell'alimentazione corretta e un'adeguata attitudine allo sport va pianificato con energia già nelle scuole e non lasciato alle sole iniziative delle famiglie.

Il quarto e ultimo tema riguarda la cultura e, in particolare, la musica e i festival musicali. Apro questa parentesi su un tema che conosco. Ci sono molte realtà italiane, e non solo, che hanno costruito con il tempo festival di grande successo, i quali hanno ospitato artisti di fama internazionale, tra gli esempi più noti voglio citare: "l'Umbria Jazz", il "Pistoia Blues Festival", il "Collisioni Festival", che è qua in Piemonte, oppure in realtà alpine il "No Borders Festival" del Friuli, il "Montreux Jazz Festival" svizzero e lo Zermatt Unplugged, tutte realtà molto vicino a noi. Ciò che manca, ciò che ci è mancato è certamente una visione internazionale, siamo stati troppo autoreferenziali e questo ha consentito posizioni di privilegio e troppi soldi pubblici che non hanno generato indotto per tutti ma vantaggio per pochi. La musica dal vivo - e qui faccio un inciso economico, grettamente economico anche se si parla di arte - genera a livello italiano un giro di affari di circa 640 milioni di euro all'anno, è un dato di qualche anno fa ovviamente pre-Covid. Il già citato "Umbria Jazz", ad esempio, è in grado di generare un indotto diretto e indiretto pari a tre volte l'investimento iniziale e il festival diventa davvero musica per le orecchie di imprese e istituzioni della città coinvolta. I primi investimenti erano di circa 750 mila euro e generavano un indotto di oltre 2 milioni di euro, adesso gli investimenti sono a 2,9 milioni di euro pubblico e privato, e, tra l'altro, l'Umbria mi pare che metta qualcosa come 500 mila euro, cioè poco e hanno un indotto di oltre 6 milioni di euro, quindi è un settore importante e crediamo che ci si debba muovere in quella direzione, internazionalizzare non è così difficile, lo fanno realtà molto vicine alla nostra e quindi ci basterebbe semplicemente copiare.

Nel nostro programma elettorale abbiamo inserito inoltre un progetto ambizioso che riguardava la SIAE in Valle, perché siamo convinti che il settore della musica dal vivo e la sua incentivazione possa dare notevoli riscontri appunto, come dicevo, anche economici, oltre che culturali. Comunque su varie di queste iniziative ci riserviamo ulteriori analisi e proposte, di certo possiamo dirlo, a nostro giudizio, si può e si deve osare di più.

Presidente - Altri si vogliono iscrivere? Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Desidero innanzitutto ringraziare i colleghi che mi hanno preceduto che credo abbiano fatto sia in generale su questo documento di economia e finanza regionale, sia in maniera più analitica su alcuni settori un'analisi molto lucida che ha sicuramente tratteggiato la situazione politica, economica e sociale che la nostra Regione sta attraversando e le risposte che in teoria questa maggioranza vorrebbe dare, ma che nella pratica riesce a mettere solo su carta e a volte in maniera molto vaga.

Devo rilevare, come ha già fatto qualche collega prima di me, un imbarazzante silenzio da parte della maggioranza che su questo DEFR non è intervenuta, se non per bocca fino ad ora del Presidente e dell'Assessore alle finanze, uno scenario che anche negli anni di contrapposizione che abbiamo vissuto all'interno di questo Consiglio in realtà non avevamo mai visto, c'erano stati spesso interventi che cercavano anche di spiegare, che evidentemente evidenziavano quello che era un percorso effettivamente mediato e concertato del DEFR, in questo caso invece mi sembra un assemblaggio di vari pezzi nei quali ognuno ha deciso quali erano i propri limiti, i propri confini e le proprie influenze, dopodiché le ha messe su carta e si è detto: "questo si può toccare, questo no" e su questo si è andati avanti.

Effettivamente - e mi costa dirlo - bisogna riconoscere che il DEFR, così come ha detto il collega Baccega, della Giunta precedente era molto più dettagliato rispetto a questo, questo effettivamente è un DEFR che soprattutto in alcune parti è molto generico e soprattutto è un DEFR, che, come detto, è paralizzato da veti incrociati e quindi viene scritto con delle formule lessicali volutamente oscure e fumose, ci sono ampi tratti scritti, così pare dal tratto, dagli uffici e non certo dai componenti di questa maggioranza e quindi è evidente che spesso, purtroppo, ci si trovi dei riferimenti che, in realtà, magari qualcuno che sta in quest'aula non sa cosa vogliono dire. Il problema è effettivo, perché se i componenti di una maggioranza non riescono nemmeno a scrivere che cosa vorrebbero fare della Valle d'Aosta, che cosa vorrebbero inserire nel loro programma, questo è decisamente un problema.

Dicevo prima che mi sono concentrato molto sulla parte delle politiche sociali analizzando quanto è stato inserito su questo tema e ho potuto apprezzare alcuni temi: per esempio, quello della disabilità, dove effettivamente sono inseriti dei lati positivi, ma ho potuto anche evidenziare alcune criticità che adesso vado a elencare. Innanzitutto sulla questione degli ambiti di azione delle politiche sociali "l'emersione di criticità che necessitano di ridefinire i bisogni della popolazione", questo è quello che è stato scritto, viene evidenziato nel DEFR che vi è la necessità di fare "un monitoraggio puntuale per recuperare i dati necessari a elaborare politiche specifiche in materia sociale e sanitaria". Ebbene, a novembre 2020 vorrei ricordare a quest'Aula e a me stesso che la richiesta di fare uno studio sulla povertà in Valle d'Aosta era stata fatta, era stata fatta un'interpellanza che chiedeva appunto - e un'iniziativa che era stata anche votata da questo Consiglio... - che venisse fatto uno studio analitico sulla povertà proprio in relazione al Covid, perché effettivamente gli effetti negativi che questa pandemia ha avuto sono stati molteplici e uno di questi è stato proprio sul punto di vista dell'economia, ma semplicemente anche non quella di impresa ma quella dei redditi delle famiglie che si sono visti sicuramente precipitare in una spirale sempre più nera e che hanno necessità di poterne uscire e, per poterne uscire, hanno bisogno anche di una sponda. L'ultimo studio sulla povertà in questa regione risale al 2009, lo studio analitico della povertà, quindi evidentemente uno studio che è più vecchio di dieci anni non ci può aiutare in questo momento nel quale abbiamo necessità di avere una fotografia della situazione attuale e della quale abbiamo dati per di più vecchi, che appunto non possono servire per tratteggiare la nostra azione politica.

Altra questione è quella della parcellizzazione, viene spiegato sempre nel primo incipit della parte delle politiche sociali che bisogna evitare la troppa parcellizzazione presente attualmente. Ebbene, la parcellizzazione di cui si parla viene superata dalla famosa misura unica di sostegno al reddito di cui abbiamo parlato più volte, su cui anche in questo caso a dicembre 2020 abbiamo presentato un ordine del giorno che è stato votato da quest'Aula e che ad oggi rimane lettera morta, perché ad oggi non sappiamo effettivamente quali siano, per esempio, banalmente le misure che si intendono raggruppare e quindi di quali risorse si può disporre, con quali criteri vengono distribuite. Da dicembre ad oggi sono passati parecchi mesi ma non abbiamo affrontato questo discorso nemmeno in Commissione, quindi evidentemente siamo decisamente in ritardo soprattutto perché gli effetti negativi della pandemia non si fanno sentire da oggi ma si sono fatti sentire da molto tempo prima.

È chiaro quindi che, per quanto si possa inserire all'interno di questo DEFR, noi abbiamo già inserito, abbiamo già chiesto, abbiamo già fatto approvare da questo Consiglio una richiesta di andare verso una misura unica e nessun passo da quattro mesi a questa parte è stato ancora fatto e quindi è necessario assolutamente accelerare da questo punto di vista. È stato detto anche qui da qualche collega che mi ha preceduto in riferimento alla popolazione anziana... si dice che bisogna riorganizzare i servizi residenziali e semi-residenziali e domiciliari in un'ottica di regia unica. Ebbene, mi sento di dover dire e di dover lasciare agli atti di quest'Aula che quella riorganizzazione deve riguardare però anche le condizioni degli utenti che vivono all'interno di queste strutture, perché non ci dimentichiamo che ci sono moltissimi utenti, quelli che venivano incasellati una volta sotto la dicitura "N3", cioè gli allettati, i malati gravi, che evidentemente vivono in una situazione che necessita di un tipo di cure particolari, non ci dobbiamo dimenticare però che ci sono tutta una serie di categorie di anziani che hanno invece una possibilità ancora di avere una socialità, di avere una propria autonomia, una propria indipendenza e oggi purtroppo accade che essi vengano inseriti in strutture dove la maggior parte degli utenti sono degli "N3". Queste persone quindi si trovano a essere sostanzialmente abbandonate all'interno di queste strutture senza avere la possibilità di socializzare, senza avere la possibilità di potersi muovere, senza avere una propria autonomia, anzi, spesso magari vengono addirittura trasportate da una sala all'altra con la carrozzella, perché è meglio così, così si possono evitare chissà quali problemi. Spesso magari li si convince che indossare dei dispositivi ed evitare di andare al bagno forse è più comodo, forse è meglio, è più efficiente, però così si costringe una persona che invece ha ancora la possibilità di essere autonoma, la si porta progressivamente a essere allettata e questo chiaramente non è un bene per la persona, non è un bene per la nostra comunità e non è un bene per le famiglie che queste persone vanno a metterle all'interno delle strutture. È evidente quindi che, nel ripensare a questo tipo di servizi, va ripensato anche l'incasellamento di queste strutture che devono sia fornire un servizio per chi è il cosiddetto "N3" sia andare a intervenire però per coloro che hanno ancora un'autonomia e dare la possibilità di esplicitare quest'autonomia e questa socialità.

Si parla sempre nel DEFR delle politiche di sostegno alle famiglie e la prima infanzia e quello che si dice è che nella previsione di una maggiore ripresa nel corso del 2021 dell'attività economica a seguito della pandemia bisogna diversificare e potenziare i servizi in un'ottica di conciliazione lavoro-famiglia. Su questo anche qui mi trovo a assentire in parte. Il sostegno alla famiglia evidentemente non si manifesta o non si manifesta solo con una conciliazione dei servizi, ci vogliono ingenti misure di supporto che incoraggino le nascite e facciano vedere l'arrivo di un figlio non come un costo, una sfida, un problema da affrontare ma come un'opportunità di vita. Questo è l'obiettivo che dobbiamo avere se vogliamo avere effettivamente un rilancio delle nascite. Non si può effettivamente pensare di combattere il calo demografico senza un vero sostegno alla famiglia, al di là della conciliazione con il lavoro, che si può esplicitare attraverso la garanzia di un asilo-nido, piuttosto che con un centro per la famiglia - non ci dimentichiamo che abbiamo un centro per la famiglia molto attivo e funzionante all'interno di questa regione, che magari potrebbe essere un qualcosa da esportare anche in altre zone della nostra regione -, piuttosto che con un assegno di sostegno alle famiglie o anche la garanzia di una scelta di un plesso scolastico e magari non di una scelta dettata dai numeri delle classi stabiliti a monte che renda completamente inutile il piano triennale di offerta formativa. Abbiamo visto che, per esempio, nell'iscrizione di alcune scuole alcuni ragazzi che, sulla base del piano di offerta formativa scelto da quella scuola, volevano scegliere quel plesso scolastico gli è stato impedito perché bisognava prima mettere altri ragazzi, oppure perché si era saturato il plesso e, siccome non se ne volevano ospitare degli altri, non si volevano mettere i professori a disposizione in aule e quindi questi hanno dovuto ritornare e fare altre scelte. Evidentemente tutto questo contrasta con la possibilità di sostenere la famiglia.

Per quanto riguarda il disagio psicologico che viene trattato, e parlo dei giovani all'interno sempre della parte delle politiche sociali, avremo modo di parlarne in maniera più diffusa e approfondita in occasione dell'ordine del giorno collegato a questo. Della misura unica di sostegno abbiamo già parlato ma nel paragrafetto dedicato a questa leggiamo anche di iniziative volte a prevenire o ridurre le condizioni di vulnerabilità e marginalità sociale prestando particolare attenzione alle nuove povertà e si dice anche "le categorie sociali maggiormente svantaggiate sostenendo interventi territoriali per fronteggiare al meglio l'esplosione di nuovi bisogni e per fornire risposte sia agli utenti fragili, sia a una nuova potenziale utenza". Mi sento di fare anche qui una riflessione, mi auguro che fra queste nuove povertà - il problema non viene mai esplicitato in realtà, in questo capitolo qui così come da altre parti non si spiega quali sono le nuove povertà, non si spiega quali siano i nuovi potenziali utenti, non si capisce esattamente a chi si rivolge - vengano, per esempio, conteggiati quei genitori separati costretti magari a pagare gli alimenti che pesano sull'ISEE ma che dall'altra parte privano la possibilità di accedere ad alcuni aiuti che le attuali leggi garantiscono, abbiamo il paradosso magari di un genitore che paga gli alimenti all'altro genitore e questo genitore che paga gli alimenti si vede pesare sul calcolo dell'ISEE questi alimenti, quindi non può accedere agli aiuti, mentre l'altro genitore invece ha la possibilità di accedervi magari perché fa un lavoretto in nero e in più percepisce gli alimenti. Una situazione quindi davvero paradossale che sicuramente ha necessità di essere affrontata anche soltanto lavorando appunto sulla questione dell'ISEE e il riconoscimento. È inutile peraltro dirvi quale sia delle due controparti quella che novantanove volte su cento è costretta a pagare gli alimenti, quindi possiamo capire da noi dove ci andiamo a rivolgere.

Arriviamo così a una... che io definirei una vexata quaestio, quella che compare sempre nelle maggioranze che vedono una componente più o meno forte al loro interno, ovvero il mitico terzo settore o collegato da questo... vedo che qualche componente di Giunta ha alzato le antenne... sostenuto da quella che viene definita, questo intervento salvifico, come la coprogettazione e coprogrammazione. Questa è una formula molto amata da chi vive di appalti perché sa che con questa coprogettazione, questa coprogrammazione si può presentare un banale progettino, fare una piccola descrizione e ci si può vedere assegnati dei servizi di valori milionari, quindi evidentemente questa formula per la gestione dei servizi, è molto ambita trascurando però, quando si va a incasellare il discorso sul terzo settore e sulla coprogettazione, un piccolissimo particolare, che però è assolutamente essenziale ed è bene sottolineare in quest'aula anche a futura memoria. È particolarmente in voga infatti, come dicevo, l'idea di poter affidare dei servizi che fino a ieri erano gestiti con normali gare che garantiscono, secondo noi, appunto trasparenza, criteri oggettivi, competitività con coprogettazione i cui vincitori finali devono assicurarsi solo di aver scritto in questi lunghi panegirici, in queste lunghe promesse che si fanno le parole giuste, però ci dimentichiamo sempre che la coprogettazione non si può applicare a qualsiasi cosa. Vi leggo a questo proposito - questo è importante - una delibera dell'ANAC: la n. 32 del 20 gennaio 2016, che dice: "la coprogettazione si sostanzia in un accordo procedimentale di collaborazione che ha per oggetto la definizione di progetti innovativi e sperimentali di servizi, interventi, attività complesse da realizzare". Cosa significa "interventi innovativi e sperimentali"? Per esempio, che non posso affidare - e lo dico assolutamente per puro esempio, senza fare alcun riferimento concreto a nessun appalto in essere, ci mancherebbe altro - un servizio di assistenza domiciliare per gli anziani che fino a ieri veniva gestito con una gara, con la coprogettazione spacciandolo per un servizio innovativo e sperimentale. Evidentemente se io l'assistenza per gli anziani domiciliare la facevo fino a ieri, l'ho fatta per decenni, tendenzialmente fare una coprogettazione su questo non mi potrà integrare la fattispecie di essere un servizio innovativo perché non è innovativo per nulla perché c'è stato fino a ieri. Io ho modificato le modalità con le quali vado ad affidare quel servizio.

Allora evidentemente, come evidenzia l'ANAC, se io faccio una cosa di questo tipo, magari non faccio esattamente tutto giusto. Lo dico quindi prioritariamente perché di solito io vengo qui, avviso prima che poi di tali questioni si interessino altri palazzi e quindi, prima di interessare altri palazzi, lo mettiamo in chiaro in maniera che magari a qualcuno non venga l'idea di cominciare ad affidare mentula canis o intuitu personae e tutti i servizi che vogliamo perché le cooperative devono mangiare. No, magari facciamo quello che si deve fare, se ci sono servizi innovativi e ritenete che questo sia il modo migliore per affrontarli, utilizzate il sistema della coprogettazione ma sappiamo benissimo che invece, per i servizi che non hanno alcun carattere di innovatività e di sperimentalità, evidentemente la strada dell'affidamento è sempre quella da preferirsi ed è sempre quella che fino ad oggi ha disciplinato il modo di affrontare le gare.

Anche qui vedevo che una particolare attenzione viene posta alle donne vittime di violenza con l'approvazione del piano triennale per gli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, mi auguro che nel contrasto alla violenza rientrino tutte le vittime di violenza e non solo qualcuna, questo è importante dirlo, abbiamo già avuto modo di elencare in quest'aula che ci sono molteplici forme di violenza, quindi è giusto che tutte le vittime di violenza vengano tutelate, questo è importante perché io non farei distinzioni tra chi subisce violenza e chi subisce altra violenza.

Sul settore dell'immigrazione, e chiudo, ci sarà anche qui modo di intervenire con alcuni ordini del giorno perché non si sa perché si è voluto inserire anche questo capitolo specifico sull'immigrazione e sull'integrazione, perché è anche giusto che all'interno di questa pandemia i Valdostani sappiano chi pensa a loro e chi invece pensa ad altri.

Segnalo invece, ma questa è deformazione professionale, che non si fa alcuna menzione da nessuna parte della parte di edilizia residenziale pubblica che pure ha necessità assoluta di interventi, lo abbiamo visto e lo vediamo con le molteplici iniziative che abbiamo portato in Consiglio, con le questioni che abbiamo segnalato a più riprese relativamente allo stato degli alloggi, relativamente alla questione delle assegnazioni delle case, relativamente alla manutenzione, relativamente ai controlli che sono da fare, e io direi anche controlli a tappeto, quindi se c'era una parte che manca, su questa parte direi che sicuramente l'edilizia residenziale pubblica paga lo scotto di essere magari stata trasferita dalle opere pubbliche alle politiche sociali e purtroppo manca completamente. Ci auguriamo quindi che questa parte, ma ci faremo buoni portatori di interesse, venga affrontata perché non è sicuramente un settore che può venire escluso da un documento così importante.

Presidente - Si è prenotato il consigliere Brunod, ne ha facoltà.

Brunod (LEGA VDA) - Affronterò anch'io alcune tematiche che sono molto collegate le une alle altre, infatti toccherò i punti sullo sport, la mobilità sostenibile, gli impianti a fune e il turismo, che, come ben sapete, sono tutti strettamente collegati e devono viaggiare di pari passo su un DEFR, come hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, la cui immagine si è visto chiaramente che corrisponde alla conformazione politica di questa maggioranza dove si è preferito rimanere molto sul generico al posto di approfondire le tematiche e gli argomenti molto importanti e che necessitavano di andare in fondo. Questa comunque è stata una scelta, la rispettiamo, anche se noi ci aspettavamo dei contenuti molto più importanti.

Partendo dal tema dello sport, com'è indicato dal DEFR, oltre alla definizione di misure compensative di ristoro conseguenti alla pandemia da Covid e alle restrizioni operate a livello statale e regionale per le professioni che a vario titolo operano nel settore sportivo e similari, le priorità del settore indicate sono concentrate nei punti programmatici, uno dei quali è riconsiderare gli attuali strumenti legislativi volti al sostegno sportivo, procedendo a una revisione della legge n. 3/2004: "Nuova disciplina degli interventi a favore dello sport". Purtroppo non vi è nessun passaggio dove si parla di un forte coinvolgimento dei nostri grandi atleti delle diverse attività sportive sia invernali che estive del presente e del passato come grande valore aggiunto per quanto riguarda la parte relativa all'aspetto tecnico nell'organizzazione degli eventi di vario genere.

L'esperienza e le conoscenze tecniche maturate in tanti anni di carriera agonistica a livello internazionale sono elementi che vanno sicuramente presi in considerazione se vogliamo crescere qualitativamente sotto l'aspetto sportivo e ancor più per quanto concerne l'appetibilità dei nostri eventi, settori strategici anche dal punto di vista della promozione turistica della Regione Valle d'Aosta. Ad oggi la Regione sigla dei contratti di sponsorizzazione con gli atleti che svolgono discipline estive e invernali e che possiedono tutta una serie di requisiti per accedervi. In tema di sponsorizzazione, però, ci auguriamo che al più presto vengano anche rivisti gli importi a sostegno delle categorie giovanili, con la recente delibera di Giunta regionale del 9 agosto del 2019 sono state approvate le disposizioni attuative del capo IV della legge regionale n. 3/2004 inerente le sponsorizzazioni nel settore sportivo, dove l'entità dell'importo riconoscibile a titolo di sponsorizzazione è determinato in massimi 500 euro, oneri fiscali inclusi, e addirittura con il vincolo che durante il periodo di efficacia dei contratti stipulati non è ammessa l'instaurazione con il medesimo atleta di ulteriori rapporti di sponsorizzazione. Siamo fortemente convinti che tale importo irrisorio vada rivisto, anche perché, per farvi un esempio, un ragazzo che pratica lo sci alpinismo con un importo del genere non arriva addirittura a comprarsi uno scarpone, non la copia per fare un esempio. Questo non è il metro più corretto e stimolante per supportare e far crescere i nostri giovani in campo sportivo.

Relativamente alle attività di supporto all'organizzazione dei grandi eventi sportivi, sempre nel DEFR si cita che si provvederà allo studio delle principali esperienze maturate presso altre Regioni relativamente alla costituzione delle cosiddette "Sport Commission". Su questo tema così importante per quanto riguarda la promozione e valorizzazione turistica della Regione Valle d'Aosta in campo internazionale non vi è nessuna indicazione precisa e concreta su quali grandi eventi si vogliono portare prossimamente nella nostra regione sia a livello estivo che invernale, come ha già preceduto il collega Carrel nel suo intervento, anche perché gli interventi di rilievo necessitano di una programmazione per tempo. Soprattutto in questo periodo dove dovremmo cercare nel migliore dei modi di superare la forte crisi legata alla pandemia, la presenza di grandi eventi distribuiti nell'arco dell'anno e con continuità nella programmazione, come anche ha citato il nuovo Presidente del CONI Valle d'Aosta, saranno fondamentali per un forte rilancio dell'immagine della Valle d'Aosta e quindi del sistema turistico ed economico.

"Mantenere e migliorare, nel settore dello sci di fondo, l'offerta attuale attraverso le misure già esistenti a sostegno degli investimenti. Proseguire inoltre le valutazioni sulla fattibilità di stoccaggio della neve (snowfarming) in determinate località, per anticipare l'inizio della stagione, e sulla realizzazione delle piste in quota". Su questo punto che è citato nel DEFR sicuramente anche più avanti nella seduta del Consiglio ci torneremo. Credo sia arrivato il momento dove dagli studi e dalle valutazioni si debba passare convintamente ai fatti attraverso la concretizzazione della tecnica dello snowfarming per anticipare l'inizio della stagione dello sci di fondo. La pandemia ci dovrebbe avere insegnato per bene quanto sia fondamentale e strategico avere a disposizione molteplici percorsi di itinerari per la pratica delle diverse attività outdoor a livello sportivo ma anche per la salute della persona in maniera tale da non essere vincolati al funzionamento degli impianti di risalita quando ci sono delle restrizioni in corso. Su questo tema siamo anni indietro rispetto a località come Livigno in Valtellina oppure Riale in Val Formazza tanto per citare alcune località solo a livello italiano, dove anno dopo anno stanno continuando a investire risorse sullo snowfarming ottenendo ottimi risultati sia in ambito sportivo che turistico.

"Proseguire la collaborazione con la scuola per la promozione degli sport invernali". Noi non ci limiteremmo alla sola promozione degli sport invernali ma sarebbe da guardare maggiormente una promozione e valorizzazione più ampia dello sport in generale in quanto nei settori giovanili è fondamentale imparare a praticare più sport possibili come bagaglio tecnico per poi successivamente fare delle scelte più mirate e specifiche su quale disciplina i giovani vorranno intraprendere.

Sempre per quanto riguarda lo sport, constatiamo che non vi è nessun riferimento allo sci alpinismo, disciplina in forte espansione e dove il nostro territorio si presta perfettamente alla pratica di tali attività. Anche in questo caso la pandemia ci avrebbe dovuto far capire che tale disciplina outdoor è un settore sul quale dovremmo puntare molto.

Un altro tema assente e altrettanto importante in ambito sportivo e in modo particolare rivolto ai settori giovanili è la tematica sul doping, un aspetto molto delicato che va assolutamente trattato sia con il coinvolgimento delle scuole, sia attraverso le associazioni sportive in quanto per una Regione come la Valle d'Aosta, dove lo sport è un settore così importante sia a livello professionistico che amatoriale, crescere ed educare i giovani insegnando loro l'etica dello sport e i suoi veri valori è fondamentale sia da un punto di vista sportivo che per la salute dell'atleta.

Purtroppo da segnalare anche l'assenza di iniziative e indirizzi rivolti al settore sportivo per disabili, una categoria che merita grande attenzione anche perché lo sport deve poter essere praticato da tutti, lo sport è vita e salute.

Infine, come ultimo punto riguardo allo sport, evidenziamo inoltre per quanto riguarda tutto il settore degli sport popolari valdostani: tsan, fiolet, rebatta, palet e moura coordinati dalla FENT Valle d'Aosta, non vi è alcun passaggio nella sezione, nonostante l'importanza storica che rappresentano per la nostra Regione, un ambito dove la tutela, la promozione, lo sviluppo, l'insegnamento ai settori giovanili, lo studio dei giochi degli sport tradizionali presenti sul territorio della Regione necessita sicuramente di molta attenzione.

Sul punto trasporti e mobilità sostenibile dove vengono indicate le linee di fondo della politica del settore, al di là del momento emergenziale, si possono individuare - leggo alcuni punti - l'erogazione di contributi per l'acquisto di mezzi a propulsione elettrica o ecosostenibile, approntare e attuare il piano regionale della mobilità ciclistica proseguendo nella realizzazione della ciclovia Baltea da Courmayeur a Pont-Saint-Martin collegata con la rete ciclabile nazionale, nel piano si dovrà introdurre una governance regionale per lo sviluppo della rete di piste ciclabili, oltre a promuovere la mobilità ciclistica attraverso il graduale completamento della dorsale di Fondovalle, la definizione di un chiaro quadro dei rapporti Regione-Enti locali, la destinazione di adeguate risorse per la realizzazione della gestione della rete, azioni di promozione per una migliore conoscenza della rete già esistente dei percorsi ciclabili.

Bene l'erogazione di contributi per l'acquisto di mezzi a propulsione elettrica o ecosostenibile, però troviamo abbastanza assurdo il fatto che in contemporanea non sia stata fatta una campagna di promozione e valorizzazione a livello nazionale e internazionale di tutte quelle strade, piste poderali e sentieri esistenti perfettamente idonei alla pratica di tale attività turistico-sportiva attraverso una mappatura GPS e successivo posizionamento di una segnaletica uniforme di tali itinerari e tracciati su tutto il territorio regionale. Questo aspetto sarebbe stato strategico per rilanciare, già da questa estate, il settore cicloturistico su tutto il territorio regionale e quindi avrebbe permesso di avere in ambito turistico un qualcosa in più da poter offrire concretamente agli amanti delle due ruote, invece purtroppo si dovrà ancora aspettare e quindi perdere parecchio tempo in attesa che venga approntato e attuato il piano regionale della mobilità ciclistica.

Impianti a fune: anche qui ci sono diverse priorità del settore tra le quali rinnovare i principali comprensori sciistici attraverso un rinnovamento o la realizzazione della linea funiviaria in grado di modificare i flussi, potenziare le azioni per una gestione unitaria delle aziende funiviarie, mantenere un ruolo centrale del Consiglio Valle relativamente all'ipotesi di impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche e mantenere un'offerta di attività sciistiche nei comprensori minori. Per quanto riguarda il settore impianti a fune, ma che è strettamente collegato con il settore turistico sportivo, segnaliamo che ci saremmo aspettati molta attenzione allo sviluppo, regolamentazione e promozione dello sci alpinismo e dei relativi itinerari e percorsi, anche all'interno dei comprensori sciistici, un'attività che negli ultimi anni ha visto crescere in maniera importante i suoi praticanti anche in seguito alle forti limitazioni imposte dalla pandemia. Sicuramente investire risorse per creare degli itinerari dedicati allo skialp sarebbe una grande opportunità per tante località della nostra regione per poter ampliare la propria offerta turistica. Sempre sugli impianti a fune, sarebbe stato anche molto importante e interessante trovare all'interno del DEFR alcune considerazioni e valutazioni su possibili maggiori aperture degli impianti durante la stagione estiva per incrementare lo sviluppo turistico di tutta una serie di località.

Turismo e commercio: faccio alcuni cenni della sezione sul turismo dove si vuole creare una riforma sulla promozione del marketing nella prospettiva di creare un ente unico che si occupi del marketing e della promozione e anche sarà ideato e sviluppato un marchio ombrello con tanto di regole e discipline d'uso. Noi nel settore turismo segnaliamo l'assenza di una strategia concreta che abbia l'obiettivo di destagionalizzare i flussi turistici. Anche in considerazione delle restrizioni della crisi legate alla pandemia, ci saremmo aspettati particolare cura e attenzione nel promuovere e valorizzare turisticamente la vasta e prestigiosa rete sentieristica regionale già a partire da questa stagione estiva in maniera tale da fornire un primo e immediato segnale di ripartenza turistica della nostra Regione attraverso le numerose bellezze paesaggistiche e naturalistiche che offre il suo territorio.

Termino l'intervento facendo ancora un cenno sulla mancanza all'interno del DEFR dell'importante e strategico ruolo del settore Unione Valdostana Guide Alta Montagna e del Soccorso Alpino Valdostano, dove le grandi professionalità delle nostre guide sono fondamentali per far scoprire e promuovere le eccellenze della nostra montagna in completa sicurezza. Il tutto ovviamente è reso possibile solo se si crede convintamente in tali settori e si dedicano le giuste risorse per raggiungere risultati eccellenti che rispecchino l'importanza di tali realtà per il sistema montagna e quindi anche turistico economico.

Presidente - Si è prenotato per parlare il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Molto è già stato detto sulle caratteristiche di questo provvedimento. Vorrei semplicemente riprendere alcuni aspetti che credo siano importanti e se partiamo dalla proposta iniziale, le DEFR 2021-2023 suit et met à jour la délibération du Conseil régional n° 178 du 16 décembre 2020 portant : "Prorogation au titre de la période 2021-2023 de la validité des orientations contenues dans le DEFR 2020-2022" approuvé par la délibération du 30 janvier 2020. Le DEFR représente également l'outil principal établissant un lien entre la programmation financière et la programmation de la gestion de l'organisme. Je crois que c'est un peu dans ces derniers mots ce qui va manquer au débat de ce soir.

In effetti, quando noi parliamo delle prospettive, quello che manca è dove prendiamo i soldi. Già quando abbiamo ascoltato gli Assessori competenti nel merito delle prospettive, si è parlato di milioni che stanno mancando, 50-60 milioni solo per alcuni degli interventi che andranno proposti con questo programma: dico questo perché effettivamente diventa difficile oggi entrare nel merito di alcune situazioni non sapendo in che modo, in che tempo e con che organizzazione si arriverà a una definizione di questi aspetti. Questo è importante perché già quando avevamo parlato di variazione di bilancio, si è accennato a dire: "ma quello che è importante è sapere i soldi dove arrivano". Ci sono dei cenni in questo documento in cui si dice: "sono fondi statali", "fondi europei", "fondi regionali" e poi i Comuni, perché bisognerà anche intervenire sui Comuni.

Ora, questo tipo di impostazione credo che lasci dei vuoti, perché obiettivamente, da quello che emerge, non sto a ricordare che l'effetto pandemia ha colpito tutti, ci rendiamo conto che sicuramente ci sono degli aspetti delicati da tenere in considerazione, però se non ci sono i fondi a livello europeo, con grande difficoltà si stanno facendo i progetti, alcuni sono stati bocciati, alcuni non verranno nemmeno presi in considerazione, a livello statale sappiamo quali sono le difficoltà, sempre per intervenire a sostegno di tutte quelle situazioni che si sono create come effetto pandemia, ne è la prova che anche durante questa seduta abbiamo giustamente attivato una legge per intervenire nel settore dove c'è maggiore difficoltà nell'ambito delle famiglie in quanto perdono il lavoro e devono essere in qualche modo aiutate; perché dico questo? Perché il resto del documento e l'analisi che viene fatta è sicuramente importante, corretta, quello che manca è: vogliamo fare questo intervento, dove sono, chi paga, quando e come, questo non si riesce a capire perché non c'è obiettivamente su questo nessuna indicazione. Questo è l'aspetto più debole di tutto perché noi possiamo dire le cose più belle, raccontarcele ma poi, quando arriviamo al dunque, da dove si riparte? Dov'è che andiamo a riprendere i fondi? Molti hanno già fatto riferimento alla sanità, alle conseguenze di una difficoltà di avere tutte le attrezzature, le persone adeguate per intervenire, così è stato fatto negli altri settori.

Vorrei dire anche due parole per quanto riguarda l'ambiente collegato con l'agricoltura. Credo che questo tema meriti un riferimento un po' importante, perché noi ultimamente abbiamo visto che cosa significa avere l'apertura della nostra Valle alla presenza di soi-disants agricoltori del Piemonte che vengono in Valle d'Aosta per ottenere certi risultati a livello di finanziamenti e sappiamo i disastri che hanno fatto. Ora, il tenere in funzione l'agricoltura sia di montagna che di pianura è basilare per la nostra Regione, quando parliamo di turismo, quando parliamo di sci, quando parliamo di qualsiasi altra situazione, passiamo attraverso l'agricoltura, non c'è storia, è tutto concentrato lì. Oggi credo che altri meglio di me potrebbero parlarne, però penso di poter dire qual è la situazione oggi, soprattutto nelle valli laterali. Nelle valli laterali, con la situazione che si sta delineando, chi si mette ancora a seguire queste pratiche gloriose che abbiamo? Perché la montagna è fatta in un certo modo, puoi avere le macchine più belle, però è importante avere le persone che ci tengono ancora alla nostra Valle, ne abbiamo sempre di meno. Questo è un aspetto che non può essere sottovalutato, noi dobbiamo fare di tutto per alimentare quell'amore per la nostra terra, che era alla base dei successi di cui oggi viviamo, però dobbiamo ritornare lì e questo è un aspetto da non dimenticare, da dover crederci e soprattutto cercare anche dalla scuola insieme a tutte le altre indicazioni... Certo, c'è l'Institut agricole, che ha fatto miracoli, che aiuta a far capire che cosa significa per noi il governo della nostra terra, però non basta, anche nelle scuole deve esserci un'incentivazione per far capire che cosa significa, essere pronti per attivarsi anche a questo livello: ecco perché dico tutto quello che in Valle noi abbiamo potuto avere nel collegamento ambiente, agricoltura, turismo è lì sotto i nostri occhi e continuerà a esserlo solo se noi riusciremo a mantenere questa disponibilità.

Le proposte che sono state fatte, tutti gli investimenti che qui vengono in qualche modo enunciati non hanno poi nella sostanza il punto di riferimento per sapere da dove poi arrivano questi soldi, il che mi dispiace, ma è un punto dolente che è difficile da bypassare. Credo che, sotto questo aspetto, è evidente che se si fosse potuto abbinare questo programma con i relativi finanziamenti sarebbe stata tutta un'altra musica perché allora potevamo discutere: "quest'anno si incentiva più un aspetto che un altro" ma dobbiamo tener conto di cosa è che fa vivere la nostra Regione e di questo non c'è un riferimento.

Io non voglio andare oltre riprendendo i singoli punti, gli accordi che sono già stati fatti a suo tempo, quello che non è riuscito anche nei programmi che erano stati presentati, ci sono una serie di tematiche che andranno sviluppate e credo giustamente affrontate. Ho sentito anche la disponibilità degli Assessori competenti per entrare nel merito, però è urgente questo, non c'è più tempo. Io credo che, se c'è un minimo di buona volontà, si può superare questo problema anche avendo il problema della pandemia che è quello che di fatto ci ha messo in grande difficoltà e lo siamo ancora oggi. È chiaro che poi nell'insieme la nostra presenza, la nostra capacità di mantenere anche nuove funzioni, giustamente quest'anno si parla degli interventi, ho sentito dall'Assessore all'agricoltura gli interventi che dovranno essere fatti anche per il pascolamento, per altre situazioni che vengono inserite proprio per andare in quella direzione, per sostenere, sennò non c'è più nessuno. Io credo che quella è la direzione che deve essere mantenuta, tenendo conto che su questo dobbiamo sensibilizzare non solo a livello nazionale ma a livello europeo, perché se non c'è questa capacità, queste nostre intenzioni verranno bocciate, non ce le accettano, non hanno idea di che cosa significhi mantenere per noi non i pascoli come sono in pianura, i pascoli giustamente per avere nelle nostre valli laterali dei risultati.

Io non voglio farla più lunga ma credo che su questo ci sia da parte di tutti voi la stessa comprensione, le stesse conoscenze che noi abbiamo, non dimentichiamo che, sempre collegato all'ambiente, noi abbiamo investito sulle persone le misure che noi abbiamo portato avanti per difendere il nostro territorio, per difendere anche le foreste, quindi credo che su questo abbiamo delle persone molto preparate che potranno aiutare a fare in modo che ci sia un'organizzazione adeguata.

Non sto naturalmente a parlare di altri temi che sono già stati esaminati, tipo il problema del lupo o altre questioni marginali rispetto a quello che stiamo cercando di portare avanti adesso, però credo che nell'insieme ci vorrà tutta la dedizione degli Assessori competenti e dei tecnici affinché possa esserci un risultato positivo, che è urgente.

Presidente - La parola alla consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Siamo al 7 di aprile, sono passati praticamente quasi sette mesi dalle elezioni e noi siamo ancora qua a parlare di programmi. Fuori la gente è disperata, il livello di esasperazione e di tensione sociale sta aumentando sempre di più ed è scontato questo, anche perché se alle persone togli tutto e soprattutto non dai futuro e non dai la possibilità di lavorare, ma non dai neanche dei ristori in compensazione del mancato guadagno, chiaramente la disperazione diventa insostenibile e tutto questo porterà a delle conseguenze ogni giorno sempre più pesanti. Il problema è che dopo sette mesi sarebbero dovute arrivare delle risposte concrete ed esse non ci sono, ma non solo, siamo ancora qua al 7 di aprire a parlare del DEFR, quindi stiamo parlando del programma, stiamo parlando del libro dei sogni, quello che si sogna di voler fare, poi realizzarlo è tutto un altro paio di maniche ma almeno il libro dei sogni... peccato che neanche i sogni ci sono perché in questo DEFR non c'è assolutamente nulla.

I miei colleghi correttamente hanno tirato fuori moltissimi argomenti che non sono stati trattati perché manca tutto. Il problema è che poi sugli argomenti trattati non ci sono le soluzioni, perché chiaramente viene detto tutto il contrario di tutto dato che il tutto viene detto in una maniera assolutamente arzigogolata per mettere insieme la mancanza di visione comune che avete all'interno della maggioranza, per cui viene detto il niente in maniera tale da trattare gli argomenti ma senza avere poi una linea tracciata, poi soprattutto manca, ripeto, la visione.

È chiaro che siamo in una piena pandemia, la domanda è: come pensate di uscirne? Qual è la visione che avete della Valle d'Aosta? Che cosa sognate per la Valle d'Aosta? Quali sono le misure concrete per la Valle d'Aosta? Ma guardiamo solo degli esempi: l'emergenza è prima di tutto sanitaria ed economica, non so quale delle due sia più grave, quale sia peggio, perché si muore anche di mancanza di futuro, le conseguenze economiche saranno devastanti. Quali sono le soluzioni economiche? Qual è la vostra visione di Valle d'Aosta? Dove volete cambiare marcia, dove volete andare e che cosa volete fare? Nel DEFR non c'è risposta.

Sanità: qual è la visione della sanità? Non c'è scritto niente! Quattro righe scontate, ovvie, scritte e buttate giù, come sempre un riassunto di tutto quello che si dice sempre sulla sanità, ma di concreto non c'è assolutamente nulla tranne il passaggio sull'Ospedale che non dice assolutamente nulla, però sappiamo che in realtà si sta accelerando per andare verso questo Ospedale, l'allargamento dell'Ospedale Parini senza domandarsi un attimino e fermarsi perché invece lì, dove ci si dovrebbe fermare, non ci si ferma e si accelera, su tutto il resto si è fermi.

La preoccupazione quindi c'è, ma prima bisognerebbe capire dove si deve andare, che cos'è cambiato anche rispetto alla pandemia. È cambiato qualche cosa? Di che cosa abbiamo bisogno? Dove vogliamo andare? Ma poi bisogna analizzare tutto questo, sennò si va avanti come i muli così e poi ci si ritrova come sempre con le cattedrali nel deserto com'è sempre stato in Valle d'Aosta e facciamo gli ennesimi danni ma sono danni da cui poi non si torna più indietro. Ora, magari su questo vi invito un attimo a fermarvi su un argomento.

Guardiamo poi un attimino invece dove vogliamo andare a prendere i soldi. Sappiamo benissimo che adesso i soldi arriveranno dall'Europa. Bene, e voi che cosa avete fatto per andare perlomeno a risolvere le storture del sistema che fino adesso non ha permesso alla Valle d'Aosta di accedere mai ai fondi europei se non in casi rarissimi? Noi avevamo fatto un progetto molto concreto perché, quando siamo arrivati lì, ci siamo stati pochi mesi al Governo, cinque mesi, però abbiamo visto che assolutamente le cose non funzionavano. Bruxelles è un ufficio che non serve assolutamente a nulla, quando in realtà dovremmo avere dipendenti preparati multilingue che vanno a portare avanti i progetti tutti i giorni negli uffici a far sì che i progetti vengano scritti insieme alle persone da noi pagate affinché possano portare avanti le esigenze della Valle d'Aosta. Dopodiché, una volta scritti i progetti, bisogna sapere esattamente tutto quello che sta in Europa e in quel momento tutto quello che sta passando sui tavoli dell'Europa in maniera tale da comunicare e creare un collegamento strettissimo con gli uffici della Presidenza, che deve essere a capo chiaramente di tutta la filiera, dopodiché ci vuole un collegamento strettissimo tra la Presidenza e poi tutto il territorio, perché anche ai Sindaci e a tutti i soggetti bisogna raccontare dove devono andare a prendere i soldi, ma soprattutto bisogna creare poi tutto il sistema all'interno della macchina, perché si devono riuscire a fare i progetti, ci devono essere persone formate con una cabina di regia che regola tutti i processi e poi anche tutti i controlli, perché sappiamo benissimo che, anche quando riusciamo ad avere un progetto, poi però perdiamo i soldi per strada, perché non riusciamo a stare dietro alle tempistiche e a tutti i controlli, quindi bisogna creare una struttura fortissima. Voi cosa avete fatto? L'esatto contrario. Se già non funzionava prima, adesso avete pure smantellato quello che già non funzionava, questo perché nel dividervi le poltrone "dobbiamo mettere anche gli affari europei", beh, lo diamo in mano a un Assessore che c'ha già in mano mille altre cose e pure gli affari europei... chiaramente così andremo lontano.

Leggo sulla digitalizzazione... sappiamo benissimo che il capitolo più importante dei fondi europei... e i soldi che arriveranno dal Recovery Plan arrivano appunto sul discorso proprio della digitalizzazione, ma non abbiamo neanche più il Coordinatore, quindi sul libro dei sogni ci sono scritte tante cose da fare ma concretamente le fate? Avete implementato la struttura e il dipartimento? Noi ci abbiamo provato in tutte le maniere facendo anche delle scelte con manager che arrivavano da fuori e tutto quanto, voi avete smantellato tutto, non c'è più nessuno, però dobbiamo andare a prendere e a fare grandi progetti. Concretamente come li fate? Neanche il Coordinatore abbiamo. Fuori la gente, ripeto, sta sempre peggio. Almeno i sogni non toglieteceli, fate qualche cosa!

Presidente - Altri intendono intervenire? Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Molte cose sono state già dette.

Per quanto mi riguarda, senza entrare troppo nei dettagli perché poi forse all'esterno i dettagli a questo punto in questo momento storico poi interessano abbastanza poco, però io sicuramente dalla lettura di questo DEFR sono molto deluso, non stupito naturalmente, perché che cos'è il DEFR? Lo dice la stessa presentazione del documento, cioè il documento attraverso il quale il legislatore, nel decennio appena passato, ha stabilito che una Pubblica Amministrazione debba tracciare il quadro dei propri interventi a partire dal programma di legislatura, allora si fa un programma di legislatura quando si fa un Governo, dopodiché il DEFR è quel documento che sposa un po' la politica all'aspetto tecnico, il documento tecnico per eccellenza è il bilancio, il documento politico per eccellenza è il programma di legislatura, il DEFR sta un po' lì in mezzo, un po' politico e un po' tecnico.

Se il programma di legislatura di questo Governo, come abbiamo già avuto modo di dire, io in particolare mi ricordo quando esaminammo il vostro programma nell'ottobre dello scorso anno, era un programma che in realtà sui temi importanti diceva poco o niente addirittura, e molto spesso in modo alquanto confuso, in tipico politichese, proprio perché, quando si mettono insieme anime troppo diverse, non si può poi delineare delle linee di condotta precise perché è impossibile, ci sono diverse anime, diverse pulsioni, uno va da una parte e l'altro va da quell'altra e se quelle due parti che vanno una da una parte e quella dall'altra stanno insieme a governare che cosa volete scrivere? È chiaro che si deve usare il politichese ed è evidente quindi che, come dicevo, questo DEFR mi ha molto deluso ma non mi ha affatto stupito, perché effettivamente è esattamente la prosecuzione di un non programma che è partito con il programma di legislatura e continua evidentemente con il DEFR.

Allora si leggono cose come quelle già citate, per esempio, dal collega Baccega a proposito dell'Ospedale ma che era esattamente la stessa cosa nel programma di legislatura, degli equilibrismi pazzeschi, dove non si dice nulla perché "verificare la compatibilità tecnico-progettuale ed economica, nonché la realizzabilità in termini cronologici adeguati dell'attuale progetto dell'Ospedale, fermo restando l'opportunità di sondare altre soluzioni qualora gli esiti della verifica sopra descritta risultassero non percorribili", se tu scrivi una cosa così in un atto giudiziario, il giudice ti stronca perché ti dice - magari a un esame -: "sei morto", perché se scrivi una cosa del genere, hai fatto capire benissimo che non sai nulla, non sai dove stai andando. Questo in tante altre parti, nella cultura, lo ha già citato il collega Distort, un elenco dei lavori già iniziati da anni che vanno avanti: il Forte di Bard, eccetera, ma quello lo scrive chiunque, lo scrive un tecnico, perché avete fatto scrivere questo DEFR ai tecnici, avete demandato a loro i problemi tecnici, i tecnici ci stanno dicendo quali sono i problemi nei vari settori, non ci dicono come si devono risolvere, ci dicono sì che vanno risolti, questo ci fa piacere, è evidente, è per questo che si parla di libro dei sogni.

Allora quando un Governo è così composto da forze che hanno delle pulsioni inconciliabili fra loro, bisognerebbe forse che qualcuno all'interno di quel Governo avesse un sussulto di dignità e di etica dicesse: "ma forse così, in un momento critico come questo, che mai abbiamo visto dal dopoguerra ad oggi, con queste modalità non usciamo di sicuro vivi da questa situazione". Non se ne esce perché o da una parte, o da quell'altra ma un progetto bisogna averlo. Qui il progetto voi invece non l'avete, lo state dimostrando chiaramente. Abbiamo delle necessità incredibili e delle opportunità anche incredibili: per esempio, a proposito del 110 percento, abbiamo la possibilità di rilanciare l'economia già solo con questo tipo di attività ma stiamo sentendo all'esterno che i tecnici che ci stanno lavorando ci dicono: "tutti gli uffici amministrativi sono bloccati, tutti chiedono i documenti di regolarità degli immobili", eccetera, e gli uffici, soprattutto in un momento di pandemia come questo, non riescono a rispondere.

Se non riesci a rispondere, non riesci a fare i progetti, se non fai progetti, non partono i lavori, se non partono i lavori, non riuscirai a soddisfare quei livelli di percentuale di lavori da eseguire entro l'anno prossimo e tutto ciò sarà un treno passato inutilmente. Questo significa moli di lavoro incredibili, gettito fiscale e riqualificazione energetica degli immobili anche. Queste cose qui non si possono tralasciare. Io non ho trovato niente sul 110 percento, se non delle dichiarazioni generiche della riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare ma non si può fare così. Bisognerebbe creare delle task force immediate, dovevano già essere create qualche mese fa per dire: "rinforziamo quegli uffici, diamo risposte ai cittadini, facciamo partire prima possibile questi lavori, altrimenti non riusciremo sicuramente a soddisfare i requisiti della legge". Questo vale per tutto, per la cultura come abbiamo detto, per la scuola ho fatto un ordine del giorno apposito, ne parleremo poi ma anche lì mi sa che di visione ce n'è molto poca sul piano in particolare dell'edilizia scolastica.

È quindi un DEFR estremamente deludente che è però chiaramente l'espressione di quello che è attualmente il Governo regionale, quindi un DEFR che io definirei un DEFR a "tiriamo a campare", cioè, come si diceva una volta: "alla viva il parroco". Quando c'è l'avversario che ci sta attaccando e non sappiamo più che pesci prendere, un bel calcione al pallone in avanti e "viva il parroco", ma con il "viva il parroco" mi sa che questa Regione non si salverà.

Presidente - Altri? Siamo in discussione generale. Il consigliere Planaz si è prenotato per parlare da remoto, ne ha facoltà.

Planaz (LEGA VDA) - Spero che mi sentiate perché dalla mia postazione di oggi non mi sento proprio a mio agio, forse è meglio seguire certe operazioni dall'aula. È già stato anticipato da tutti i miei colleghi l'amarezza per questo documento presentato su queste 124 pagine che se si esaminano, dicono tutto e non dicono nulla tenendo conto che siamo in una situazione pandemica senza precedenti. Mi aspettavo, come forse tutti quelli che mi hanno preceduto già nei discorsi ma non solo quelli di quest'Aula ma tutti i Valdostani... io penso che tutti si aspettassero qualcosa di più, qualcosa di concreto che andasse nel senso di andare... visto che le risorse a disposizione sono sempre di meno e vi fosse più concretezza nel dare risposte innanzitutto a tutte le categorie, abbiamo visto oggi il disagio non solo in Valle d'Aosta ma in tutta Italia per tutte le categorie di lavoratori che non hanno potuto lavorare, non è che non volevano, non hanno potuto per i vari DPCM, non sono tutte cause dettate dal nostro Governo regionale. Dobbiamo, come sappiamo tutti, adeguarci alle norme nazionali, però tutto questo porta un malessere generale e io penso che sia compito nostro principale andare a intervenire principalmente su questo periodo pandemico e su questa crisi.

Da un'analisi velocemente che ho fatto, dati allarmanti come in questo periodo ci sono stati nel 2007 con la crisi finanziaria che ha portato forse più larga parte di tutti i vari settori... forse non è detto che sia meglio o peggio perché ha portato tutti, anche questa pandemia sta portando tutti e anche nel futuro continuerà a portare perché non ne usciamo... abbiamo i dati, i vaccini, non vaccini, adesso ultimamente dal (incomprensibile) emerge che l'efficienza dei vaccini non è poi così a causa del mutamento del virus però dovremmo (incomprensibile) tutte le categorie che necessitano oggi che non hanno potuto lavorare e questo DEFR dice poco su questi interventi.

Senza parlare della sanità, lo hanno già anticipato persone che hanno competenze più elevate della mia, abbiamo visto che abbiamo un alto tasso, cercherò di tenermi in argomenti che non necessitano di risorse, parlo di politiche giovanili, delle difficoltà dell'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro (incomprensibile) abbandono della scuola, siamo stati tutti giovani, abbiamo quasi tutti avuto... abbiamo dei figli, a volte la confusione nella direzione lavorativa che si prende andando avanti nella vita... non è sempre chiara, così ci si ritrova dall'oggi al domani ad aver intrapreso degli studi che poi non si rispecchiano molto per le scelte fatte e magari si trova difficoltà a collocarsi nel mondo del lavoro e qui bisognerebbe integrare queste cose, fare in modo che i giovani abbiano la possibilità di avvicinarsi al mondo del lavoro, di formarsi... e di avviarli nel mondo del lavoro in un modo specifico, perché poi anche dall'altra parte chi si trova ad assumere delle persone che non hanno le competenze poi ha delle difficoltà a portare avanti anche l'azienda perché perde del tempo nel formare del personale che non si è potuto formare prima.

I miei colleghi precedentemente hanno già toccato quasi tutti i settori, come al solito, mi soffermerò un po' più sul settore dell'agricoltura che è stato anticipato dal collega Rollandin; come tutti gli altri settori, è un settore fondamentale, vista la giornata di oggi, vi do un dato positivo, la mia preoccupazione di un anno fa, quando ancora ero Presidente dell'Associazione allevatori, era il mercato lattiero-caseario e oggi i dati, per fortuna, anche se lievemente, ci danno un senso di stabilità e un lieve aumento, anche se non si va ancora a coprire tutti i costi di produzione di questo prodotto, della produzione di latte in una regione a specificità montana come la nostra, ma è un segnale che i nostri allevatori hanno lavorato bene, anche chi commercializza la fontina, anche se le decisioni commerciali prese non sempre le ho condivise (incomprensibile) cautela ti porta in un andamento che almeno in questo settore importantissimo, che è il mantenimento del nostro territorio, come tanti altri, dia un segnale positivo, a differenza di quello della carne che io vedo citato qua, la promozione della carne e quant'altro, ma avrò modo di approfondire meglio questa cosa in un ordine del giorno che ho presentato... vedo la nuova programmazione del PSR, bisognerà fare un'attenta (incomprensibile) saper dove si vuole andare come anticipato in altri interventi, voglio solo fare un cenno, non voglio che sia una critica ma la (incomprensibile) programmazione per arrivare al 2023 con la nuova programmazione (incomprensibile) e non vedo nel 2021, 2022 e nel 2023, non sono solo cenni del Governo regionale, ma bisognerebbe fare attenzione perché se noi non diamo la possibilità ai giovani di integrarsi soprattutto in un periodo come questo (incomprensibile) del lavoro, di inserirsi in un settore che forse trova ancora spazio, la dice lunga.

Questa mattina il collega Restano sul documento che ha presentato ha citato la legge... adesso non mi ricordo più ma per quanto riguarda gli anticipi in passato fatti dalla Regione per le aziende agricole... e non avevano ancora percepito i soldi da AREA e da AGEA, per questo bisognerebbe andare ad approfondire questa cosa, ci sono molte aziende che non hanno restituito per il semplice fatto che non hanno ancora ricevuto i soldi da AGEA, poi ci saranno alcune aziende che bisognerà vedere di riuscire a dare loro la possibilità di restituire i soldi (incomprensibile) AGEA e AREA ma non hanno la possibilità economica di andare a restituirli, bisognerebbe fare una ristrutturazione del debito, ma vorrei sottolineare che molte aziende non hanno ancora percepito le liquidazioni del 2015-2016-2017, come già vi avevo illustrato precedentemente e anche qui l'Assessore dovrebbe fare in modo che AGEA e AREA... a volte ci sono delle pratiche, delle anomalie bloccanti banalissime per le aziende o c'è stato il refresh, lo scostamento del terreno a causa dei controlli effettuati da AGEA che dovrebbero essere allineati con i pochi dati regionali e dare la possibilità di cominciare a liquidare tutte queste domande pregresse (incomprensibile) dei fondi regionali in questo momento che possono servire in altri settori.

Ho visto un piccolo cenno sulle battaglie, avevamo presentato lo scorso Consiglio le iniziative sulle battaglie, anche qui la "Bataille de reines" non è la cosa più importante, però visto che (incomprensibile) vorrei fare un piccolo cenno, restiamo sempre in ambito di selvicoltura (incomprensibile) per fare un esempio, l'epidemia in corso blocca tante iniziative, però quando si parla di animali (incomprensibile) c'è stato un comunicato che anche se (incomprensibile) zona rossa si continua con i censimenti... (incomprensibile) controllare attività che sono in ambito lavorativo che concerne nel mantenimento anche per portare avanti iniziative che riguardano animali a volte anche... (incomprensibile) non si possono fermare.

Poi ho visto un piccolo cenno sul progetto "WolfAlps" e non lo vedo una risorsa per il mondo dell'allevamento... (incomprensibile) di un animale che oggi non serve (incomprensibile) non si risolve sicuramente (incomprensibile)una serie di cose, tanto per andare a chiudere una cornice di un intero panorama, volevo dire qualcosa anche nell'ambito dell'agricoltura. Ci sarebbe molto altro da dire, però tutti non dovremmo vedere una critica in base alle iniziative, le proposte o alle analisi che fa la minoranza, perché tante volte portiamo la voce della gente, della popolazione... (incomprensibile) delle riposte (incomprensibile) io spero per tutti, ma non solo per noi ma anche per tutta la popolazione valdostana che non ci siano dei disagi e dare delle risposte concrete il più presto possibile.

Presidente - Non vedo altre richieste. Qualcun altro intende intervenire? Vi chiederei anche se, considerata l'ora, non sia opportuno rinviare a domani e riprendere domani mattina tenuto conto che adesso sono le otto meno venti. Se siete d'accordo, sospendiamo così. Ci aggiorniamo domani mattina alle ore 09:00. Buona serata.

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La seduta termina alle ore 19:38.