Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 481 del 8 aprile 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 481/XVI - Prosecuzione della discussione generale sul documento di economia e finanza regionale DEFR per il triennio 2021-2023.

Bertin (Presidente) - Con 34 Consiglieri presenti possiamo iniziare i lavori del Consiglio. Siamo ancora in discussione generale del documento economico finanziario regionale. Se qualcuno vuole intervenire nella discussione generale. Il consigliere vicepresidente Marguerettaz si è prenotato, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Ieri, dopo la presentazione del documento da parte dell'Assessore e da parte del Presidente, abbiamo avuto modo di ascoltare tutta una serie di interventi dai colleghi dell'opposizione e più d'uno ha in qualche modo rilevato il fatto che non ci fossero interventi da parte della maggioranza. Ora, ognuno ovviamente ha la possibilità di vedere le cose dalla sua prospettiva, ma la maggioranza ha presentato un documento, ha cercato di dare una rappresentazione e quindi è abbastanza fisiologico che le osservazioni vengano da coloro che non hanno contribuito alla stesura dei documenti, però nessuno vuole sottrarsi al confronto e al dibattito.

Questa è una discussione diversa, potrei persino definirla anomala e con certe note di imbarazzo. Credo che si sentano ancora i fischi della piazza di ieri di ieri pomeriggio. È una situazione che non ci può vedere sordi. Sicuramente rispetto a questo aspetto ringrazio le forze dell'ordine, ma ringrazio anche i manifestanti per il senso di responsabilità. Non abbiamo assistito a delle scene che non avremmo mai voluto vedere di altre piazze italiane dove c'è stata violenza, dove ci sono state manifestazioni assolutamente non corrette. Però non possiamo, torno a dire, rimanere sordi. La gente ha paura, perché ormai è un anno che tutta una serie di attività sono chiuse e c'è un'incertezza su quello che può essere il futuro.

Guardate a che cosa assistiamo dal punto di vista della comunicazione sui vaccini. Gli enti internazionali che sono preposti a darci delle garanzie sostanzialmente danno dei pareri che sono tutti da interpretare. La strada maestra per uscire da questa pandemia è il vaccino, però dall'altra parte vengono gettate delle ombre. Io ritengo che il vaccino sia la strada maestra. Dappertutto ci sono indicazioni in tal senso e quindi credo che si debba andare in quella direzione, però assistiamo quotidianamente a esperti, a scienziati che ci confondono. Non so neanche se sono in buona fede, perché ci sono degli interessi notevoli dietro queste cose.

L'altro aspetto che ci fa considerare questa discussione anomala è il fatto che noi ad aprile discutiamo un DEFR, che arriva dopo la proroga di un DEFR che abbiamo approvato alla fine dell'anno 2020, un DEFR che approvato ad aprile sostanzialmente ha un bilancio alle spalle che è già stato approvato e quindi questo DEFR in buona sostanza dovrebbe servirci a che cosa? A darci delle indicazioni per l'assestamento, per riuscire a rimodulare delle risorse che abbiamo già stanziato. Una discussione importante: rilevo, cari colleghi, che tra due mesi grossomodo dovremo approvare il nuovo DEFR. Quindi noi stiamo discutendo un DEFR che ha valenza per il 2021 e a giugno noi in teoria dovremmo affrontare il DEFR per il 2022. Quindi non vorrei che all'interno di questa discussione ci perdessimo e ci parlassimo addosso.

Rispetto a questo tema, quindi parlo del prossimo DEFR - questa è una proposta personale che non ha nulla a che fare né con la maggioranza né con il gruppo - io credo che alla fine probabilmente si debba optare per una soluzione diversa. Ieri il collega Sammaritani ha fatto un ragionamento su quello che può essere la funzione di un DEFR. In realtà lui lo ha collocato al centro tra un programma di legislatura e un bilancio, ma se poi andiamo a vedere è un'espansione del programma di legislatura, perché parliamo di tutto. A volte parlare di tutto vuol dire parlare di niente, quindi verosimilmente un ragionamento potrebbe essere: tutti insieme proviamo a ragionare su una semplificazione, su una proposta più asciutta. È inutile che parliamo di cose che verranno fatte tra due, tre o quattro anni. Il DEFR serve per dare degli indirizzi.

Le cose da fare oggi sostanzialmente sono tre. Da un lato dobbiamo riuscire a dare dei ristori, dei sostegni alle persone che sono in crisi. Un anticipo abbiamo cercato di farlo con la legge che è stata proposta e abbiamo approvato il Consiglio passato, per le persone che non avevano più il sostegno, non erano più in Naspi, che erano quelle del turismo. Sappiamo benissimo che era un primo intervento, che ci sono delle persone che sono escluse che hanno bisogno e che dovremo andare a sostenere, però questa è stata una risposta. Credo che l'assessore Bertschy riuscirà a dirlo: ci sono già quattrocento/cinquecento domande rispetto a questo tema, quindi ci sono già quattrocento/cinquecento persone che hanno una risposta; non sono tutte, ma cominciamo a dare delle risposte, parziali.

Il secondo tema che dobbiamo affrontare è sicuramente quello delle aziende, quindi riuscire a mettere in piedi una serie di strumenti finanziari per assicurare alle aziende l'operatività futura, poter fare gli investimenti, poter fare le attività ordinarie. Una sollecitazione che arriva dalle aziende alberghiere che scommettono su un'estate positiva, sulle aperture, ma queste aziende devono fare le assunzioni adesso. Allora anche rispetto a questo dovremmo in qualche modo riuscire a immaginare una formula quasi assicurativa, per far sì che le persone possano fare le assunzioni nel mese di aprile, nel mese di maggio, perché non è che un albergo è come un ventilatore e si gira un bottone: bisogna prepararsi, bisogna assicurarsi le maestranze. Da questo punto di vista, dei sostegni finanziari, oltre a questa bellissima norma, che è solo un anticipo, quella della sospensione dei mutui, dobbiamo riuscire a fare di più. Quindi l'aspetto finanziario, però attenzione, rispetto a questo non è che potremo dare tutto a tutti. Potremo dare alle aziende che hanno delle garanzie di sopravvivenza, perché in caso contrario vuol dire buttare via i soldi. Dal punto di vista della sostenibilità il finanziamento va concesso a quelle aziende che hanno una prospettiva. Se abbiamo delle aziende che ormai sono decotte, hanno una situazione finanziaria insostenibile, bisogna essere seri: non sarà possibile.

Il terzo elemento è quello del recovery, il terzo elemento è quello di dare delle prospettive. Quali sono gli investimenti strutturali che la Regione vuole fare per dare delle indicazioni per far crescere una nostra comunità. Lì dobbiamo andare a scegliere quegli interventi che sono capaci di produrre valore aggiunto, produrre occupazione in Valle d'Aosta. Non andiamo a fare degli investimenti per andare su Marte o sulla luna, perché queste cose alla Valle d'Aosta non servono, serviranno alla comunità, ma non servono alla Valle d'Aosta. Noi dobbiamo intervenire individuando quelli che sono gli investimenti utili alla nostra regione.

Se noi riavvolgiamo un po' il nastro sulla discussione che abbiamo fatto ieri, la fonte di innesco è ovviamente il DEFR, ognuno ha parlato del proprio giardinetto. Andate a vedere e proviamo a riascoltarci, uso il plurale includendo ovviamente la maggioranza. Una persona comune dice: "Ma di che cosa avete parlato?". Siamo riusciti a parlare del doping, siamo riusciti a parlare dei concerti dal vivo, abbiamo parlato dei conduttori d'alpeggio piemontesi, abbiamo parlato di tutto, di scialpinismo, ovviamente abbiamo parlato anche di altri temi. Ma è la funzione della discussione del DEFR questa? Riavvolgiamo il nastro, gran parte delle cose che ci siamo dette, le abbiamo dette quando abbiamo presentato il programma di legislatura, pari pari, andate a vedere; parlo di tutti. Argomenti legittimi e tutti giusti, non è che voglio ridicoleggiare: è giusto parlare di doping, è giusto parlare dei concerti, è giusto parlare dei piemontesi, è tutto vero, ma poi abbiamo parlato ai nostri aficionados. La logica degli interventi potevamo scriverla già prima: libro dei sogni, mancano i soldi, non ci sono gli elementi per misurare, la colpa è di chi è al governo.

Per chi ci ascolta è il gioco delle parti, guardo gli ex presidenti e gli ex assessori che con me hanno condiviso i DEFR passati: avete detto le cose che vi sentivate dire, avete semplicemente rovesciato le parti. Bisognerebbe avere anche un po' di buon senso, perché da fuori ci ascoltano e possono dire: "Ma tu stai dicendo le cose che ti dicevano?".

Questo ragionamento vale per tutti. Oggi chi è qua e dice che la colpa è del Governo regionale, a volte governa a Roma. A Roma poco fa era all'opposizione e diceva: "Questo è uno schifo, non si fa niente". Sono andati al Governo e la musica sembra non cambiata. Ovviamente c'è sempre uno più puro che ti epura, quindi anche lì abbiamo qualcuno che dice che la destra è andata a governare ma non cambia la musica. Ovviamente il tempo è ancora relativamente breve e quindi si dice: "Ma sono ancora gli effetti del governo Conte".

In realtà la situazione è molto grave e scaricarsi la responsabilità attribuendo le colpe gli uni agli altri non serve a nulla. Io credo che maggioranza e opposizione debbano smettere di piantare bandierine e smettere di essere in campagna elettorale. Lo dico anche all'interno della maggioranza, perché qualcuno ha ragione dicendo che abbiamo delle maggioranze composite e anche all'interno della maggioranza non è che possiamo lì piantare ognuno la bandierina, perché con questo tipo di impostazione non andiamo da nessuna parte. Cavalcare la tigre non serve a nessuno. Qualcuno ha avuto modo di dire "io ci metto la faccia", ma guarda che non è che devi metterci la faccia, devi fare qualcosa, non è sufficiente dire "metto la faccia". Qua bisogna riuscire a dare delle risposte in modo serio. Ecco perché una discussione è corretta e l'interlocuzione io la apprezzo, ma finalizzata a fare delle cose positive, a dare delle risposte.

Nel DEFR ci sono degli argomenti che sono importanti: l'ospedale. Io personalmente non vedo delle grandi ambiguità, nel senso che l'ospedale ha dei progetti approvati, ha un percorso bello individuato, ci sono le risorse. Questo progetto si interrompe solo se è impossibile realizzarlo, solo se ci sono delle novità tali da precludere la sua esecuzione. Questo è il senso, o il senso per lo meno che gli do io, anche perché sarebbe veramente incomprensibile fermare un percorso dove ci sono progetti, ci sono investimenti, ci sono in parte dei lavori realizzati. Come si può dire "Io cambio idea"? A meno che non ci siano delle novità tali che precludano il raggiungimento dell'obiettivo e quindi dici: "No, non si può fare più l'ospedale". Ma anche gli interventi che io ho avuto modo di sentire da parte della sovrintendenza non hanno mica detto così, si può fare. A meno che i progettisti dicano che non si può fare l'ospedale, che non riesca più a dare delle risposte per gli acuti, perché ricordiamo che quello è un nuovo ospedale per acuti, allora ci sono dei motivi, ma sennò non ci si può ovviamente fermare.

Io non ho capito, però vedo che è prenotata la collega Spelgatti e quindi le lancio già subito il messaggio. Ho capito che lei sarebbe per fermare l'ospedale? Magari avrà modo di chiarircelo, ma ho capito che la collega Spelgatti, non so se a nome della Lega o di tutto, dice: "Noi siamo per fermare l'ospedale".

Ferrovia. Per la ferrovia c'è una legge, ha delle indicazioni, noi abbiamo scritto chiaramente nel programma che riteniamo la ferrovia un asset importante, abbiamo scritto prioritariamente l'Aosta-Torino. Se RFI ha delle risorse che possono coprire tutti gli investimenti, sono risorse di RFI e ben vengano, ma per noi gli investimenti importanti prioritari sono l'Aosta-Torino, risolvere il problema della stazione di Aosta Piazza Manzetti, perché questa blocca tutta la mobilità di Aosta. Quindi non vedo delle ambiguità.

Abbiamo un aeroporto, per il quale c'è un programma che è definito all'interno di un masterplan che fino a oggi è vigente, ci sono degli studi, c'è un'attività per - se possibile - adeguare questo masterplan alle nuove esigenze. Ovviamente tenendo conto di cosa? Di finanziamenti che abbiamo ricevuto che sono coerenti con il vecchio masterplan, quindi se cambiassimo il masterplan dovremmo restituire dei soldi che ci sono stati concessi dal Ministero. La convenzione che abbiamo con AVDA, nel momento in cui cambiassimo le regole, sarebbe ancora vigente? Se cambiasse dovremmo dargli dei ristori? Quando ovviamente hai una convenzione e cambi le regole bisognerà fare delle valutazioni.

Sugli impianti a fune: abbiamo detto che questo è un obiettivo. Io personalmente ritengo che il collegamento intervallivo che collega il comprensorio di Cervinia con il comprensorio di Monte Rosa Sky sia una cosa utile e da fare. Il problema è solo capire se si può o non si può, se il collegamento è coerente, è compatibile con gli strumenti urbanistici, con le regole che ci sono. Se è possibile, io credo che non ci siano dei dubbi, si deve andare avanti, ed ecco perché ci sono delle valutazioni che servono a capire la fattibilità. Ma è indubbio che questo sia un intervento che ha una valenza importantissima dal punto di vista turistico, dal punto di vista occupazionale, dal punto di vista dello sviluppo della nostra regione.

Questo era per fare alcuni esempi, ma è chiaro che quando ho detto che dobbiamo abbandonare l'interno delle componenti politiche la voglia di piantare le bandierine, vuol dire che gli argomenti vanno affrontati senza un approccio ideologico e questo vale per qualsiasi tipo di ragionamento. Noi oggi abbiamo questo DEFR che ha cercato di mettere in fila e di adeguare, un DEFR che, colleghi, era anacronistico: avevamo prorogato un DEFR in cui non si parlava neanche di Covid, quindi è evidente. Ma la partita è quella che dobbiamo giocare da adesso ai prossimi mesi per dare delle risposte ai nostri concittadini, non sottraendoci alle nostre responsabilità. Non sottrarsi alle responsabilità vuol dire che non ci si sottrae alle responsabilità di governo e non si deve cadere nel tranello di dire che è tutta colpa di coloro che amministrano. Lo avete sentito, non so se a torto o a ragione: "Voi siete in trentacinque, siete stati eletti per darci delle risposte". Quindi ognuno nell'ambito del proprio ruolo credo possa contribuire a dare delle risposte e a dare un po' di speranza ai valdostani.

Dopodiché avremo modo di intervenire, ci sono ventisei ordini del giorno, mi riprometto anche di intervenire sugli ordini del giorno. Credo che gli assessori siano nella condizione di dare delle risposte puntuali, perché ci sono state tutta una serie di domande e di sollecitazioni puntuali, quindi il mio non era un intervento che voleva dare delle risposte, giustamente, perché non è mio compito, ma inviterei tutti a un'azione di responsabilità.

Presidente - Consigliera Spelgatti per il secondo intervento, ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Guardi, collega Marguerettaz, avrei voluto aspettare di sentire eventualmente anche gli altri colleghi prima di intervenire per fare poi un intervento complessivo, però siccome lei mi fa perdere la pazienza, io poi non ho voglia di aspettare e desidero risponderle subito.

Lei è partito prendendo, su tutto quello che è stata la discussione di ieri, singoli argomenti e dicendo: "Questi non sono argomenti da DEFR". E invece sì, sono tutti argomenti da DEFR. Lei ha preso lo spunto, ad esempio, dello scialpinismo. Sa, nel momento in cui avete un capitolo sullo sport e si pensa a come rilanciare la Valle d'Aosta, voi forse non avete capito che lo sport è uno degli argomenti principali per rilanciare l'economia. Siete voi che non avete ancora capito questo e infatti le vostre azioni non sono mai andate in questa direzione. E siccome lo scialpinismo è qualche cosa di fondamentale per il rilancio del turismo e per avere una nuova visione della Valle d'Aosta, perché basta guardare cosa succede oltralpe, sia in Francia che in Svizzera, e tutte le competizioni che vengono fatte, il numero di turisti che vengono portati nelle altre regioni transalpine, forse non dovreste sottovalutare certi argomenti perché sono fondamentali. Punto primo.

Collega Marguerettaz resti pure. Pensavo che volesse uscire. Perché sto parlando proprio a lei. Lei sta chiacchierando, ma voglio che mi guardi negli occhi quando le parlo: è un piacere!

Marguerettaz (fuori microfono) - Ma io la guardo...

Spelgatti (LEGA VDA) - Ok, va bene. Bene.

Quello che mi ha fatto perdere la pazienza è che lei ha detto: "Utilizzate degli argomenti per piantare delle bandierine, piuttosto che cavalcare la tigre". Allora tanto per cominciare, se vuole leggere veramente un bel libro che si intitola proprio Cavalcare la tigre, le consiglio Evola, che magari le farebbe tanto bene leggere, ma il principio è un altro...

(voce fuori microfono)

Eh, se lei non legge è un problema suo! Julius Evola: lei conosce Cavalcare la tigre? Se lo conosce, benissimo. Allora cerchi di capire che ci sono altri significati in questo e se vuole noi cavalcare la tigre lo sappiamo fare. Noi se vogliamo fare un'opposizione dura la sappiamo fare, l'abbiamo già dimostrato e ve lo abbiamo già dimostrato nella scorsa legislatura. Le sembra che stiamo facendo un'opposizione dura? Le sembra che stiamo piantando delle bandierine? Non stiamo facendo nulla di tutto ciò, ma coscientemente non lo stiamo facendo. Non lo stiamo facendo non per voi, non lo stiamo facendo per la gente che c'è fuori, non lo stiamo facendo perché la gente ha bisogno di risposte.

Avete voluto andare a governare in queste condizioni? Avete voluto andare a governare sovvertendo l'esito elettorale? Non vi stiamo facendo pagare pegno, non lo stiamo facendo per la semplice ragione che l'unica cosa che conta è che voi riusciate a dare delle risposte alla gente che sta fuori. Quindi noi che cosa stiamo facendo? Stiamo facendo l'opposizione più costruttiva che possiamo fare. A ogni Consiglio noi continuiamo a mettervi sul piatto una quantità enorme di proposte per darvi dei suggerimenti, per aiutarvi, per non intralciarvi, per permettervi di lavorare. L'unica forma di protesta che abbiamo fatto è stata quella, in un Consiglio, di non presentare iniziative, infatti senza le iniziative dell'opposizione i due giorni di Consiglio si sono chiusi in realtà in venticinque minuti. Questa è tutta la forma di protesta che abbiamo fatto, ma per che cosa? Per rispetto della gente che sta fuori, perché quella gente, quella piazza, sono la nostra gente, sono le persone che stanno pagando l'inefficienza della politica, oltre gli esiti della pandemia, su questo non ci piove, ma la politica non sta dando comunque risposte. Ripeto, sono passati sette mesi e questo Consiglio regionale non sta dando delle risposte.

Poi lei ha fatto una battuta: "metterci la faccia". Infatti, qualcuno ha risposto: "bisogna fare". A che cosa si riferiva ovviamente? Al fatto che ieri la piazza chiamava tutti i trentacinque, non stava chiamando la maggioranza e chi governa, chiamava tutti e trentacinque, anche se noi siamo all'opposizione, quindi non abbiamo la possibilità di prendere una decisione che sia una e l'unica cosa che possiamo fare è un'opposizione costruttiva in cui facciamo mille proposte. Ma la piazza non fa differenza tra maggioranza e opposizione, non è che dice: "Ah beh, la Lega non può prendere una sola decisione, non può fare niente, è all'opposizione, non li tiriamo in mezzo". No, la piazza chiama tutti i trentacinque indistintamente. Quando ti chiamano tutti indistintamente c'è una differenza. Quando la gente disperata ti vuole parlare, ci vuole il coraggio di andare in mezzo alla gente furibonda, nera che vuole anche magari metterti le mani addosso e prendertele, perché comunque hai delle responsabilità nei confronti delle persone. Noi che cosa abbiamo fatto? Semplicemente siamo andati sotto, sapendo che comunque la gente è furibonda. E se vai sotto ti prendi gli insulti, indipendentemente che tu abbia torto o ragione, per il fatto stesso che stai qua dentro ti prendi gli insulti, ma è giusto così.

Quindi non scherziamo su queste cose, magari la faccia mettetecela anche voi e non rida dicendo: "È stato risposto"... Fate qualche cosa, perché quel "fate qualche cosa", al di là del fatto che noi ce lo prendiamo e ce lo portiamo a casa, è rivolto a voi, perché sa benissimo che noi non possiamo fare niente, perché noi decisioni non le possiamo prendere, ma voi sì. Quindi è lei che tenta di cavalcare la tigre su certi argomenti, però non è capace.

Ospedale: certo, non è la posizione mia, è la posizione della Lega. Qual è il punto? Quel progetto è vecchio di dodici anni almeno, è un progetto che quindi va valutato rispetto a tutto quello che è successo in dodici anni. In dodici anni c'è stata tra l'altro di mezzo una pandemia, che ha dimostrato il fallimento della politica sanitaria "ospedalecentrica". Ricordo che oggi le sale operatorie, anche per gli interventi urgenti, sono chiuse: sono chiuse! La gente sta morendo di tutto, oltre che di Covid. Le persone con tumore non vengono operate, perché le sale operatorie sono chiuse!

So che il vostro terrore è il discorso della Corte dei conti: con tutti i soldi che sono stati spesi fino adesso, il progetto adesso se può partire parta. No, non funziona così, perché la Corte dei conti non è cieca. Alla Corte dei conti bisognava semplicemente dare delle motivazioni serie del perché si può cambiare idea, ma si può cambiare idea alla luce di quello che sta succedendo.

In Europa il Recovery Plan sta dando delle indicazioni sulla sanità che sono completamente differenti rispetto a tutto quello che è stato, perché alla luce di tutto quello che si è visto e degli errori che si sono visti fare in tutti i paesi sul discorso sanitario, invece ben guardando dove il sistema ha retto, perché hanno un'altra organizzazione, ti dice: "bisogna decentrare tutto, non partire dall'ospedale". Bisogna partire dalle cure a casa, dopodiché ci sono le case della salute, dopodiché ci sono le case di comunità, gli ospedali di comunità e poi c'è l'ospedale, quello finale, per acuti.

Ma bisogna ripensare tutto completamente e riorganizzarlo. Per riorganizzarlo bisogna mettersi lì, fermarsi dopo la pandemia. Non abbiamo l'ospedale da mai, non ce l'abbiamo e non l'avremo per i prossimi quindici anni con il progetto che avete in mente nel pieno centro della città. Avremo un cantiere aperto in pieno centro della città per chissà quanto, quando al di fuori della Valle d'Aosta -andiamo qua fuori ad Annecy, andiamo in Piemonte, andiamo in tutto il resto d'Italia, andiamo in Lombardia - ci sono gli ospedali di nuova generazione che corrono. Le altre regioni corrono. Stanno facendo degli ospedali modernissimi, modulari, con tutt'altra concezione rispetto a quello che viene fatto adesso, completamente, e li tirano su in due o tre anni completamente nuovi, con tutt'altra ottica. Noi cosa facciamo? Ci mettiamo a costruire in pieno centro città con un cantiere con i pazienti dentro, perché ci sono i pazienti in ospedale, un cantiere che dura chissà quanti anni attaccato in mezzo a tutti i condomini. Una volta fatto quel nuovo blocco, ci si mette a ristrutturare con i pazienti dentro l'altro blocco ed è tutto un taccone, è tutta una roba fatta tacconata, fatta alla valdostana, dico io, sempre con questa logica piccola.

Quei soldi che sono stati spesi non sono stati buttati via comunque, il parcheggio serviva lo stesso, gli scavi hanno portato a dei ritrovamenti su cui si potranno fare delle cose. L'ospedale potrà essere riconvertito e destinato ad altro, ci sono mille destinazioni che potremmo dare a quell'ospedale. L'ospedale nuovo, veloce, che viene costruito in quattro e quattr'otto lo si fa da un'altra parte e quando è pronto i pazienti vengono presi e messi nell'Ospedale nuovo che risolva tutto. Questa è la nostra visione. Ma non siamo noi che stiamo dicendo questo, lo sta dicendo L'Europa, è cambiata completamente la concezione. Il problema è che se noi andiamo avanti con questo, tutta la nostra sanità non diventerà nient'altro che un pronto soccorso, perché fuori dai confini della Valle d'Aosta, subito qua fuori, è pieno di ospedali. A Biella: ospedale nuovo di ultima generazione, di ultima concezione, con tutt'altro concetto, con tutte altre idee, basato sulla visione del paziente, delle cure del paziente e non diviso per reparti, ma diviso per intensità di cure. È un'altra concezione che sta andando avanti, in Emilia Romagna, in Toscana: sta cambiando completamente la concezione dell'ospedale.

Per fare questo bisogna fermarsi e dire: "Bene, adesso analizziamo tutto quello che è successo, guardiamo quello che abbiamo, guardiamo di che cosa abbiamo bisogno e guardiamo dove vogliamo andare". E non bisogna avere paura della Corte dei conti, perché alla Corte dei conti bisogna dire che questi soldi sono stati spesi per questo, questo e quest'altro, ma il problema è che non possiamo andare avanti e buttarne via ancora, perché costa molto di più quello che si vuole fare, avere un progetto vecchio, obsoleto, che ti porta comunque due blocchi, che ti porta ad avere un caos in centro città. Immaginatevi dieci anni, quindici anni di lavori in pieno centro città in mezzo ai condomini, con i pazienti dentro! Perché i lavori vengono fatti con i pazienti dentro! Ma veramente vogliamo andare in questa direzione? Non ci si può fermare e dire: "Va bene, quei soldi sono stati spesi e con quei soldi sono state fatte comunque delle cose intelligenti e l'ospedale si riconverte in altro"?

Ci sono mille altri argomenti, però guardi collega Marguerettaz, le ripeto, se vuole un'opposizione dura che pianti le bandierine la sappiamo fare, però lei ancora da parte nostra non l'ha vista.

Presidente - Si è prenotata la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Ho ascoltato con attenzione quanto avete detto ieri e ci tengo a precisare che non c'era volontà di non intervenire per sottrarsi al dibattito, ma proprio perché credo che sia importante capire cosa pensa la minoranza rispetto a questo documento, che è il primo documento fondamentale della nostra legislatura e va a concretizzare quanto abbiamo messo in quel programma di Governo cinque mesi e mezzo fa. Lo dico perché ho visto quello che diceva ora la collega Spelgatti: la volontà non è quella di un'opposizione dura, di un'opposizione non costruttiva; lo abbiamo visto in questi mesi, lo abbiamo sottolineato diverse volte e lo vediamo in ogni riunione di Commissione. Quindi sotto questo punto di vista non voleva essere una mancanza di rispetto nei vostri confronti il non intervenire ieri, ma tutt'altro, voleva essere invece una grande attenzione rispetto a quello che avete detto.

Molti spunti li ho presi per il mio intervento di oggi, proprio perché credo che sia importante. Come diceva il collega Marguerettaz noi abbiamo messo mano in quel documento. Avete rilevato le diversità nella scrittura di quel documento, ma perché è stato scritto a più mani, con più idee e più teste. Proprio quella diversità che avete sottolineato ieri per me continua a essere non solo motivo di orgoglio, ma una valorizzazione di quello che è questa maggioranza. Nessuno di noi mette bandierine e fa scelte ideologiche, ma pian piano ci stiamo contaminando, secondo me. Non so se è un bene o un male sotto questo punto di vista, però credo che il lavorare insieme con persone che nemmeno conoscevamo, perché molti dei miei colleghi io nemmeno li conoscevo, sta portando comunque a documenti che abbiamo approvato in questi mesi e abbiamo approvato anche con voi.

Qualcuno ha detto "Non è un libro dei sogni". Secondo noi questo non è tanto il momento di sognare. Lo hanno dimostrato ieri le persone che erano in piazza qui sotto, ce lo dicono i cittadini valdostani con cui parliamo giornalmente. In questo momento dobbiamo dare delle risposte e abbiamo iniziate a darle con la legge sugli stagionali, lo abbiamo fatto ieri con la sospensione dei mutui e lo faremo nei prossimi giorni con la manovra di cui parlava ieri l'assessore Bertschy. Quindi sicuramente i cittadini valdostani questo si aspettano da noi, si aspettano che in questo momento la nostra priorità sia quella di dare delle risposte.

È normale che i tempi dell'Amministrazione, lo sapete meglio di me, non sono tempi semplici, non sono soldi nostri, sono soldi della collettività, e le norme ci impongono determinati i passaggi. Sono delle lungaggini, sono sicuramente cose poco comprensibili a chi sta al di fuori di quest'aula, ma credo che tutti noi - lo dico lo dico con serietà - non possiamo far credere ai cittadini che i tempi potevano essere molto diversi. I tempi purtroppo sono quelli che ci impone la legge, quindi ci sono delle norme, dobbiamo seguirle, non possiamo bypassarle e queste ci hanno imposto questi tempi.

Rispetto alla questione "diversità" vorrei sottolineare che su molti temi siamo diversi e lo ribadisco. Su questi temi abbiamo cercato anche in questo documento di venirci gli uni incontro agli altri e di capire anche le motivazioni degli altri. Sull'ospedale, non voglio sottrarmi a questo argomento, secondo me il piano della salute e del benessere, l'idea che abbiamo della sanità territoriale e altre cose, ci diranno se quella scelta di cui parlava la collega Spelgatti è una scelta giusta o meno. Se per i ritrovamenti è un bene poter avere una copertura, magari che possiamo dargli oggi o meno, questo ce lo diranno anche i progettisti che stanno lavorando a quel progetto e che naturalmente risentiremo nella V Commissione.

Rispetto ai temi sollevati ieri, ho ascoltato con attenzione e, rispetto alla questione salute e politiche sociali, credo che alcune osservazioni fatte anch'io le avevo fatto e che quindi mi trovano con voi solidale. Vi sono però molte vostre osservazioni che ci fanno dire che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta. Ho ascoltato con attenzione il collega Baccega, che ha avuto l'onore di precedere Barmasse, e da lui ho sentito parole favorevoli rispetto a quanto abbiamo messo in quel documento. Alcune delle criticità sollevate dal collega Manfrin in tante delle sue interrogazioni trovano risposta proprio all'interno di quel documento. L'idea di scrivere che ci sia una frammentazione, che c'è bisogno di analizzare meglio quei numeri, che c'è bisogno di avere quei numeri, ridare centralità all'osservatorio, portare di nuovo la medicina di salute mentale all'interno del documento o altre cose, arrivano proprio anche dalle sollecitazioni avute in quest'aula, e la misura unica ritorna a essere all'interno di quel documento e credo che nei prossimi mesi si possa arrivare a una conclusione. Quindi questo documento, secondo me, va a rispondere a molte delle cose che voi in questi mesi avete chiesto.

Rispetto alla questione dell'istruzione, con l'assessore Caveri quando lessi la prima volta le cose scritte rimarcai quello che ha sottolineato ieri Carrel. "Risolverò la questione del precariato" e io gli dissi: "Possiamo metterla in maniera un po' più edulcorata?" e via dicendo. E proprio la lettura che lui mi ha dato rispetto a quello è stata una lettura che, secondo me, collega Carrel, dovrebbe farci pensare. Su tutti gli altri punti siamo un po' più fumosi, ma su quel punto c'è la fermezza di dire: "Questo è uno dei problemi che voglio risolvere e che sto prendendo in carico in maniera forte".

E lo sta dimostrando, nel senso che in questi mesi è stato audito diverse volte nella nostra Commissione e al centro della sua azione c'è proprio la questione del precariato.

Quindi non si sta sottraendo a quel problema, ma lo sta prendendo come un toro per le corna.

La questione dell'edilizia scolastica. Credo che nella sezione quinta del DEFR vediamo con piacere che finalmente si cerca di dare risposta ad alcune delle annose questioni che ci vedono da tempo. Credo che in tutti i programmi elettorali tutti noi avevamo sollevato il problema delle palestre all'interno della città di Aosta, in quella sezione troviamo un impegno preciso rispetto al problema delle palestre. Dopodiché troviamo un impegno preciso rispetto alla questione segreterie scolastiche, personale, troviamo questioni precise rispetto anche alla presa in carico della disabilità. Quindi credo che anche sotto quel punto di vista, rispetto all'istruzione ci siano buone possibilità che quanto abbiamo previsto nel nostro programma di legislatura possa portarsi a termine.

Attenzione particolare poi porrei sotto il punto di vista ambientale. Spesso ci viene detto che anche su questo abbiamo delle diversità. Ieri ho ascoltato con attenzione il collega Aggravi e credo che la questione dell'elettrificazione ci veda tutti fortemente convinti che sia la strada da portare avanti. Quindi se già riuscissimo a portare a casa questo risultato, credo che avremmo già fatto una buona azione, soprattutto in vista di quello che sta all'interno di quel documento che parla di decarbonizzazione nella nostra regione.

Il piano rifiuti sarà un altro dei punti nodali e centrali dell'azione politica della parte ambientale e anche su questo non mi sottraggo alla domanda fatta in Commissione e riproposta ieri. Sulla questione discariche c'è un'attenzione di tutta la maggioranza e credo anche di tutti voi, quindi credo che sia importante aver presentato comunque una proposta che in Commissione farà tutto il suo iter e potrà avere la forza, come l'hanno avuta altre leggi, di trovare l'unanimità di tutti. Quindi avremo modo di discutere in III Commissione quella proposta e di vedere se siamo tutti compatti nel portare avanti quegli obiettivi.

Un ultimo punto che mi sta molto a cuore è la questione femminile, la questione delle pari opportunità. Credo che in questo documento ci sia una parte importante legata all'aspetto dell'occupazione e con piacere ieri ho ascoltato il collega Manfrin che naturalmente ha posto l'accento sul fatto che non esiste la sola violenza contro le donne - su quella abbiamo una legge, quindi è normale che il piano triennale sia pensato principalmente per quella, perché vi è una legge - ma naturalmente nulla vieta che si lavori a una legge su tutte le violenze e su questo naturalmente c'è il mio impegno e sicuramente andremo a confrontarci con voi per portare anche questo tema a casa.

Un ringraziamento particolare poi va fatto alle strutture che naturalmente si sono adoperate per arrivare alla definizione di questo programma.

È un primo passo, lo diceva bene il collega Marguerettaz, naturalmente per noi è un documento che ha visto un po' il pensiero di tutti, le idee, ognuno di noi si riconosce in alcune parti. Mi fa piacere che in molte di queste vi riconosciate anche voi, quindi vuol dire che andremo avanti insieme su alcune tematiche. Naturalmente l'auspicio è quello di portare a casa più cose possibili di quel programma di Governo e di quel documento di economia e finanza che oggi andremo ad approvare.

Presidente - Il consigliere Ganis si è prenotato, ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Questa pandemia sta mettendo in ginocchio imprese, attività commerciali, bar, ristoranti, ma anche famiglie intere che lavorano grazie al ricavato generato da tutto l'indotto. Sono giorni che ricevo telefonate, messaggi di persone sempre più difficoltà e credetemi, mi dispiace e mi rattrista non poter fare di più come Consigliere. Non è così semplice prendere delle decisioni importanti, ma quello che in questo momento sarebbe opportuno è velocizzare in tempi brevi, anzi, nell'immediato i famosi ristori, al fine di poter dare un po' di respiro ai cittadini valdostani, perché oggi molti commercianti e ristoratori sono arrivati al punto di aprire le loro attività andando incontro ai famosi Dpcm imposti, per poter incassare qualcosa e poter vivere.

Questo è molto preoccupante. Tutto questo rappresenta, a mio avviso, un inizio di malessere che può soltanto aumentare a dismisura, una forma di disobbedienza gentile ora che può degenerare se non verranno presi i provvedimenti nell'immediato. Le manifestazioni di questi giorni lo dimostrano.

Detto questo, il mio "fai qualcosa", così come sento dire ogni giorno, è cercare con il nostro gruppo di poter gestire al meglio questa emergenza, in modo che i nostri cittadini valdostani possano ritrovare quella stabilità economica e uno spiraglio di luce per poter uscire da questa crisi. La maggioranza però deve prendersi la propria responsabilità e dare delle risposte ai cittadini che aspettano invano fuori dal palazzo regionale.

Presidente - Si è prenotato il collega Perron per il secondo intervento, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - È vero che in qualsiasi ambito della vita lavorativa c'è sempre da imparare. Io sono qua da pochi mesi, ci mancherebbe, però dall'intervento del collega Marguerettaz stamani mattina ho appreso che nel DEFR si parla di tutto e quindi di niente. È come se io interrogassi gli studenti a scuola, gli do cinquanta pagine, però non devono dirmi niente, perché le pagine sono cinquanta, si è parlato di tante cose e quindi non devono tirarmi fuori neanche un argomento. Non posso neanche mettere un voto, non posso esprimere giudizi, si parla di tutto, quindi di niente. Falso! Si può parlare di cento cose senza cognizione di causa, si può parlare di una cosa con cognizione di causa. Quindi sentendo dire che questo documento è praticamente un qualcosa di carta straccia, mi chiedo: ma allora che cosa ci facevamo qua ieri, cosa ci facciamo qua oggi? Tanto è un pour parler. È un documento, lo abbiamo studiato con attenzione e con il rispetto che merita ogni documento e quindi abbiamo fatto i nostri rilievi. Ecco perché mi lascia un po' perplesso questa sua definizione del "si parla di tutto e quindi di niente". Si parla di programmazione, è una cosa molto seria e noi l'abbiamo presa molto seriamente.

Poi ancora il collega Marguerettaz ha citato alcune cose del nostro gruppo, una è il doping. Dopo le sue affermazioni mi chiedo se non sia stato usato il doping per dire queste cose; vede che allora il tema era centrato. E poi ha citato la parte sui concerti: mi fa piacere anche essere citato, un po' di forma di ego, quindi la ringrazio, vuol dire che mi ha ascoltato. Però non ha sentito la seconda parte del mio discorso, perché lei giustamente mi pare che sia un commercialista e di soldi se ne intende più di me: ho parlato di indotto che creano i concerti, addirittura 640 milioni di euro l'anno è l'indotto italiano. Ci si fanno otto elettrificazioni della ferrovia circa, quindi stiamo parlando di soldi, stiamo parlando giustamente di programmi. Certo che non è contingente adesso riguardo ai ristori, ma non possiamo occuparci tutti di questo. Qui si parla di programmazione, se non programmo oggi il presente ha dei riflessi nel futuro, non c'è solo il presente per il presente, c'è il presente per il futuro, non mi pare una cosa strana.

Chiudo con una metafora, non mia ma di Machiavelli, del grande genio di Machiavelli, che diceva che quando un arciere vuole sparare la freccia lontano, non la tira ad altezza sua perché tanto la freccia poi scende. Se vuole tirare la freccia lontano, deve mirare molto in alto. Ecco perché ci va programmazione, lungimiranza e audacia. Tiriamola in alto la freccia, mentre stamani mattina apprendo che questa freccia nemmeno va tirata, perché tanto il DEFR parla di tutto e quindi di niente. C'è sempre da imparare, ma questa lezione mi lascia piuttosto l'amaro in bocca.

Presidente - Si è prenotato l'assessore Caveri a cui passo la parola.

Caveri (VdA Unie) - Userò la freccia di Guglielmo Tell in maniera molto più semplice per cercare di fornire qualche risposta ai colleghi che hanno posto qui delle questioni. Intanto mi infilerò prima di farlo anche io, come qualcuno di quelli che mi hanno preceduto, sul filo di un ragionamento più politico e istituzionale. Ogni tanto noi qui in questa aula, e credo anche altrove, ci interroghiamo esattamente su chi siamo: siamo amministratori o siamo politici? Siamo politici a capo di amministrazioni. Questo significa che da una parte ci devono essere gli elementi concreti, probanti, che ricadono sui cittadini, e mai come in questo momento ogni nostra scelta risulta importante, preziosa e decisiva in epoca di pandemia, ma dall'altra bisogna anche avere il respiro necessario per capire che cosa ci aspetterà domani. In questo caso penso che il prossimo DEFR, andando anche un po' in scia a quello che è stato detto dal collega Marguerettaz, dovrà essere da una parte piantare in maniera solida gli elementi importanti di reazione definitiva alle conseguenze della pandemia e dall'altra piantare dei semi per il futuro. A me ha sempre molto impressionato vedere dei vicini anziani nel mondo dell'agricoltura che, malgrado l'età molto avanzata, piantavano dei semi di piante. Piante che magari non vedranno crescere, ma credo che sia sempre una metafora molto bella pensando al fatto che noi siamo qui in fondo come interpreti delle generazioni che cresceranno dopo di noi.

Io non mitizzerei il DEFR. Il DEFR è un elemento importante, è una specie di punto e a capo che noi presentiamo ogni anno. Personalmente credo che sia più importante che accanto al DEFR ci sia quello che veniva descritto dalla collega Guichardaz. Se noi crediamo che le istituzioni valdostane siano una forma parlamentare in cui c'è un governo, che è quello seduto qui, e ci sono i consiglieri di un piccolo parlamento di cui noi stessi facciamo parte seduti dall'altra parte, io credo che la forza derivante dalla dialettica politica sia il fatto di far avanzare ogni giorno i problemi e le questioni che devono essere risolte, sapendo purtroppo che viviamo, rispetto al passato, in un mondo molto cangiante in cui giorno dopo giorno si presentano elementi nuovi, difficoltà nuove e chiunque abbia fatto il politico e amministratore in quest'aula sa a che cosa mi riferisco. È molto difficile congelare le problematiche e il tempo della pandemia ci ha in qualche maniera illuminati su questa questione. Per cui personalmente io ritengo che questa dialettica sia molto importante.

Perché sono nati i parlamenti? I parlamenti sono nati per rispondere alla necessità di mettere ordine nella politica e nelle decisioni politiche. Nascono da quelle assemblee chissà tenute quando nel lontanissimo passato in cui a un certo punto al posto di farsi la guerra, di picchiarsi in testa e di spargere del sangue, si è scelta la guerra che stiamo combattendo in queste ore, cioè una guerra dialettica in cui noi difendiamo le cose che abbiamo scritto e fatto e legittimamente l'opposizione fa il contrario. Non ci facciamo del male, al limite ci insultiamo qualche volta o c'è qualche battuta che ci può scappare, però la realtà è che dovremmo lavorare tutti nella stessa logica, quindi da una parte magari non sempre si fa bene, si possono accettare dei suggerimenti, si può avanzare.

La cosa peggiore, e che trovo sia un aspetto da rimarcare della democrazia, è che oramai troppo spesso nelle assemblee parlamentari non si parla fra di noi alla ricerca di soluzioni in cui si scopre che il proprio avversario dice una cosa intelligente, quindi si è capaci di plasmare il proprio pensiero rispetto a queste suggestioni, ma si parla ai propri tifosi, cioè si è in perenne campagna elettorale! Io qui ho sentito dei discorsi, anche con un'oratoria comiziale, in cui si parla a quelli che ci ascoltano fuori per dire quanto siamo bravi e quanto gli altri siano cattivi.

Questa è una stortura della democrazia che passa anche attraverso l'epoca digitale, in cui noi sappiamo che ci sono le telecamere, io so di avere magari qualche amico che mi guarda e che poi mi scrive un messaggino e dice: "Bravo, sei stato efficacissimo".

Io penso che questa non sia la politica, però ognuno è libero di fare quello che vuole. E visto che gli esami non finiscono mai, come diceva De Filippo, io sono contento di tante critiche che sono state fatte anche ai settori che ho l'onore di rappresentare, per cui prendo atto delle questioni puntuali, non sempre condivido alcune critiche che mi sembrano rientrare nella categoria che ho citato precedentemente, cioè quella delle affermazioni a uso popolare; popolare, populismo, demagogia, sono termini molto interessanti nel mondo della politica.

Per quel che riguarda l'istruzione, sono state avanzate alcune problematiche molto serie, una è stata evocata poco fa che è la questione del precariato. Io devo dire che sarò stato tacitiano nella parte dedicata al precariato, perché sono convinto che mettendo assieme i concorsi - fra l'altro ne approfitto per dire che si stanno prevedendo concorsi straordinari per tutti coloro che non hanno potuto partecipare o perché in quarantena o perché afflitti dal Covid; è un tema significativo che ha colpito anche molti insegnanti valdostani - quindi con i concorsi e con l'approfondimento giuridico che abbiamo fatto, io credo che noi ridurremo negli anni a venire questa storia del precariato a livelli endemici. Non sto a rispiegare, perché l'ho già fatto una volta, sul fatto che ci sia sempre una percentuale di precariato del tutto normale. Semmai quello su cui dovremmo riflettere, ma questo è un tema che affronteremo in maniera compiuta quando ci confronteremo sull'altro nodo, cioè il futuro dell'università, dobbiamo capire bene cosa fare della formazione degli insegnanti che passa attraverso l'università, perché ogni anno noi rischiamo di immettere nel mondo del lavoro dell'insegnamento degli insegnanti che poi, con la riduzione del numero degli studenti e delle scuole, in qualche maniera potrebbero non trovare poi uno sbocco di lavoro e creare di fatto un'altra fascia di persone che sono in attesa di trovare una soluzione definitiva per il loro lavoro.

L'altro tema che è stato sollevato è quello dell'edilizia scolastica. Questo è un tema molto delicato. Noi abbiamo - anche grazie a un recente approfondimento fatto dal collega Marzi - circa 45 milioni di euro da investire nel mondo della scuola per i Comuni, cui si sommano altre decine di milioni di euro invece delle scuole che sono di responsabilità della Regione. Mi si è detto: "Ma in fondo tu nel DEFR attuale tappi le emergenze e non dai una soluzione complessiva". È vero, perché la soluzione complessiva va trattata con il mondo degli enti locali, per la semplice ragione che oggi anche alcune discussioni che avrete in Commissione su scuole nuove e scuole vecchie avvengono in paesi dove il rischio è che tra cinque o sei anni non avremo più bambini, perché lo studio che stiamo per affidare all'Università Cattolica di Milano dimostra o dimostrerà che da qui a dieci anni la situazione demografica della Valle d'Aosta, se così continuerà, sarà assolutamente disastrosa e alcuni Comuni rischieranno di morire non perché Comuni di montagna e quindi rispetto ai quali bisogna fornire i servizi, ma per la semplice ragione che rischieremo di non avere più quelle fasce di età, con delle conseguenze che non spettano a me ma è una responsabilità oggi del collega Barmasse, con un invecchiamento progressivo della popolazione che porterà a situazioni di gravità.

Sull'università mi limito a dire che stiamo preparando e dobbiamo preparare il nuovo piano che porterà fino al 2024. Su questo personalmente ritengo, e questo si echeggia nel DEFR, che va fatto un dibattito pubblico su che cosa dobbiamo fare della nostra università, senza drammatizzazioni rispetto alla costruzione dell'università nuova, che è vero che è in ritardo, ma se tutto va bene almeno la prima parte dovrebbe essere concretizzata entro il 2022. Sul ritardo dei cantieri non è mia materia. Certo che è una riflessione che dovremmo fare, perché è ovvio che quando si cominciano le opere e per mille questioni queste si rallentano, credo che sia un elemento di dispiacere per tutti noi.

Sulle politiche giovanili si è detto che la Valle d'Aosta, comunque, si mantiene a dei livelli di attenzione molto elevati. Negli ordini del giorno avremo la possibilità di approfondire alcune questioni. Sugli affari europei non polemizzo con la collega Spelgatti, perché non la vedo in aula, ma lei continua a ripetere da anni questo refrain che noi non siamo stati capaci di avere i fondi comunitari e a spenderli. Io non so dove l'abbia letto o chi glielo abbia raccontato. Cara collega Spelgatti, io devo dire che se noi guardiamo i fondi comunitari da quando sono stati distribuiti alle Regioni fino ad oggi, tranne rare eccezioni, le performance di spesa dei fondi comunitari in Valle d'Aosta sono sempre state elevate. Io ho ereditato la struttura che gentilmente il Presidente mi ha dato in gestione, per la semplice ragione che immagino abbia ritenuto che sulle questioni europee io possa avere un minimo di competenza, ed è vero che questa situazione va risolta e va rilanciata - come ci stiamo lavorando - alla sede di Bruxelles, però io non vorrei neanche che risultasse che noi in campo europeo, negli anni e nelle diverse responsabilità che sono sopravvenute da parte di diversi esponenti politici, avessimo avuto una scarsa attenzione. C'è stato qualche problema dovuto talvolta anche a elementi oggettivi, per esempio i controlli sempre più difficili da gestire e una certa reticenza delle strutture regionali a impiegare energie nei fondi comunitari, proprio per la complicazione insita nella gestione dei fondi, però personalmente resto ottimista e resto anche in attesa. In attesa non tanto di capire come sarà il periodo di programmazione 2021-2027, con nuove risorse per la Valle d'Aosta, perché quello appare con una certa chiarezza, ma noi abbiamo ancora, ed è responsabilità prima dei due governi Conte e poi del governo Draghi attuale, noi abbiamo ancora nebbia in Valpadana rispetto al Recovery Found o Next Generation. Questo pomeriggio ci sarà una riunione finalmente con il Governo nuovo, per capire come questi soldi si intendano gestire: se a livello nazionale, se ci sarà una logica di decentramento e finalmente quale ruolo potrà avere anche una Regione come la nostra.

Le partecipate regionali sono un mondo che noi abbiamo descritto in maniera molto minuziosa all'interno del DEFR. C'è un'assoluta trasparenza sulle situazioni delle società partecipate dirette, indirette. È un mondo molto caotico rispetto al quale è necessario avere una conduzione regionale responsabile ed intelligente, che sappia da una parte valorizzare l'autonomia che le società debbono avere, con la missione però che viene svolta da parte delle indicazioni politiche, la gran parte delle quali tra l'altro appartengono, come visione strategica, e lo avete visto nei documenti che sono passati in aula, al Consiglio regionale stesso, perché la visione strategica viene assegnata dal nostro statuto al Consiglio regionale.

Concludo dicendo che in guerra, in amore e in politica tutto è lecito, si dice, poi si può discutere sulla bontà del detto. Io credo, ma anche senza fare retorica, che sia molto importante avere come punto di riferimento il bene pubblico, che non è una questione di parte ma deve essere una questione condivisa. Ci pensavo anche rispetto alla pandemia e a come ci comportiamo noi singolarmente come consiglieri regionali: pensiamo ai gesti barriera che teniamo, pensiamo a quelli che vanno a fare i tamponi, ma anche a quelli che non ci vanno, che io trovo abbastanza irrispettosi nei confronti di tutti noi e anche dei nostri cari.

Quello che è importante è comunque al di là di tutto avere, e credo che il DEFR lo offra, una visione di insieme. C'è un filologo che si chiama Erich Auerbach che dice "che esprime i rischi della tecnica del riflettore". Cioè noi troppo spesso, e lo vediamo dagli hashtag dei social in cui si passa da capra a cavoli nel giro di mezz'ora, mettiamo il riflettore su una certa cosa. Ebbene, io credo che il DEFR non debba essere analizzato esclusivamente con la tecnica del riflettore, bisogna cioè avere la capacità di guardare l'insieme delle cose che dobbiamo fare in una logica di collaborazione e nel rispetto ovviamente, perché questo è un principio democratico, della differenza che esiste tra maggioranza e opposizione.

Presidente - Altri vogliono intervenire nella discussione generale? Consigliere Chatrian ne ha facoltà.

Chatrian (AV-SA) - Per condividere con l'aula e con chi ci sta ascoltando l'importanza di questo documento, cercando però di non ripetermi rispetto agli interventi che i colleghi hanno già fatto. Noi pensiamo che su questi documenti le proposte siano sempre molto, molto utili. Devo dire che ho affrontato più DEFR in un ruolo completamente diverso, quindi quello dell'opposizione: la voglia di mettere in evidenza delle storture, delle criticità, ma con la determinazione di mettere in campo però delle soluzioni a delle criticità. Quindi io penso che questo sia comunque un dibattito utile a noi tutti, utile comunque alla comunità.

Detto questo, nessuno di noi penso che sette mesi fa pensasse di affrontare questo DEFR dicendo "È saltata tutta la stagione invernale". Nessuno di noi a settembre, terminate le elezioni, immaginava oggi, 8 di aprile 2021, di affrontare il DEFR, e quindi il documento più importante dal punto di vista politico. Qualcuno ha utilizzato il termine delle frecce, io utilizzerei il termine dell'asticella. Io penso che questo documento abbia comunque un'asticella molto alta, la maggioranza ha cercato di elaborare questo documento tenendo un livello molto alto. Il livello molto alto però ogni tanto ha anche dei rischi, che non ha forse la capacità di affrontare subito e in maniera rapida quelle che sono le esigenze. Invece all'interno di questo documento c'è proprio una mezza pagina dove penso ci sia un po' il succo di questo DEFR. Qualche collega prima diceva "Fra tre mesi sicuramente saremo qui a confrontarci sul DEFR 2022-2023", quindi la priorità di questo documento sono sicuramente gli interventi economici mirati che dobbiamo elaborare e confezionare nelle prossime settimane, cioè i cosiddetti ristori. Penso che questa sia la priorità in questo momento fondamentale, visto il fatto che la stagione invernale è saltata completamente.

La seconda priorità che riteniamo fondamentale sono le misure e le azioni per mantenere i livelli occupazionali. Io penso che questa sia la seconda priorità, perché le nostre aziende, le nostre diecimila aziende, calcoliamo che il 96 percento delle nostre aziende ha meno di dieci addetti, questi sono i nostri piccoli numeri, ma nei nostri piccoli numeri penso che la seconda priorità sia quella di creare delle misure che possano mantenere i livelli occupazionali.

Terza priorità, il settore turistico che è quello che ha avuto una crisi nera, totale, quindi che in questo momento ha la necessità che l'istituzione, il Consiglio regionale, la sua maggioranza e non solo la sua maggioranza, abbiano quella robustezza di accompagnare fuori da questo tunnel quello che è il turismo, che per quanto ci riguarda è il nostro pilastro, è il principale pilastro della nostra economia.

La capacità la vedremo nelle prossime settimane, perché anche su questo io penso che - l'assessore Marzi e anche il Presidente lo hanno detto ieri pomeriggio - entro fine di questo mese questo Consiglio approverà il rendiconto e quindi avremo la possibilità di mettere in campo le famose misure che dovranno dare delle risposte a quelle due priorità che dicevo prima: gli indennizzi e la sfida di mantenere quelli che sono i livelli occupazionali. Penso che sia lì il passaggio fondamentale e quest'aula dovrà fare la differenza in queste tre settimane.

Vorrei affrontare con voi altri tre temi, che penso siano utili a mantenere quello che è il livello occupazionale. Qualche collega ieri ha affrontato il tema dell'edilizia privata. Bene, su questo penso che qualche bella novità ci sia, sempre per raggiungere determinati obiettivi come quello del mantenimento del livello occupazionale. Il primo è che lunedì prossimo il Governo regionale approverà la delibera sull'approvazione delle tipologie edilizie. Sembra una delibera molto tecnica, vi assicuro che non solo è una delibera tecnica, ma è una delibera che sarà utilissima per il comparto, perché lunedì prossimo si approveranno quelle che sono l'organizzazione e la trasformazione urbanistica territoriale di tutte le tipologie, partendo dalle manutenzioni ordinarie, straordinarie, restauro, risanamento, ristrutturazione, nuova costruzione e demolizione. Tutto questo darà una risposta al comparto che la sta aspettando da settimane. Il lavoro è stato certosino, ma soprattutto con l'obiettivo, noi diciamo, del mantenimento dei livelli occupazionali.

Sempre su questo tema fondamentale - anche su questo mi sembra che i colleghi ci abbiano sollecitato ed è giusto che sia così - ci sono delle opportunità a livello nazionale: l'ormai famoso 110 percento. Bene, qualche giorno fa le Commissioni a livello nazionale, le Commissioni della Camera e del Senato riunite insieme, hanno proposto, è ancora una proposta di pochi giorni fa, di prorogare le misure ma non solo. La sfida è quella probabilmente di portare il tutto a un'unica aliquota, quindi una detrazione unica, al 75 percento. Questo vuol dire sicuramente semplificare il quadro in questo momento, perché ci sono delle grosse difficoltà nell'utilizzare la misura del 110 percento, e se ci sarà la capacità a livello nazionale di semplificare il quadro e di avere un'unica aliquota e detrazioni, io penso che questo sarà un altro bel passo avanti.

Ma non basta. In Commissione, anche con i colleghi interessati, sia della maggioranza che della minoranza, abbiamo avuto modo di confrontarci su un'altra tematica utile a queste detrazioni, che è quella legata alle tolleranze. Bene, su questo siamo a buon punto, l'assessore Marzi insieme alle sue strutture sta confezionando, terminando il lavoro sulla nuova circolare che sarà messa in campo tra qualche settimana. Anche su questo, dato che le critiche ci sono, ma come dicevo prima a critica bisogna avere la capacità e la robustezza di trovare delle soluzioni percorribili, utili e anche semplici. Quindi nel giro di poche settimane anche questo comparto avrà delle risposte puntuali, mirate con lo stesso obiettivo, vista la criticità che c'è a livello economico, che è quella del mantenimento dei nostri livelli occupazionali.

Il secondo tema, che vorrei affrontare con voi e che all'interno di questo DEFR è stato declinato bene a livello di opportunità, è il bene più prezioso che abbiamo che è l'ambiente. La Valle d'Aosta vive di turismo, la Valle d'Aosta vive di ospiti e quindi questo penso sia, come dicevo prima, il nostro primo pilastro e il bene più prezioso che abbiamo è il nostro ambiente. La sfida indubbiamente qual è? È come far convivere l'uomo, l'abitante, chi abita per scelta in montagna sempre, come cercare di fare delle scelte che siano compatibili, che siano sostenibili, che valorizzino il nostro territorio, ma che facciano anche vivere quelle che sono le nostre attività, le nostre famiglie e diano soprattutto una prospettiva, un futuro ai nostri figli. Penso che questo sia uno dei punti cardini di questo DEFR.

È più che normale che le priorità che dicevo poc'anzi sono quelle di natura forse socioeconomica, sicuramente, ma questo è comunque un percorso che deve essere tracciato. Nella Commissione, che ho l'onore comunque di presiedere e con tanti colleghi, perché è sempre molto frizzante come commissione, penso ci sia la possibilità di confrontarci sull'altro elemento importante che è il PTA. Anche lì dovremo avere la capacità di seguire un percorso equilibrato, utile, non ideologico soprattutto, proprio per raggiungere determinati obiettivi, senza magari delle fughe in avanti, come è successo con una piccola proposta sulle discariche, quando forse il percorso era già era già tracciato. Non servono a niente in questo momento quelle bandierine buttate lì, forse anche un po' per mettere un tema più di una parte politica e meno di un'altra; noi su questo non ci crediamo. Noi riteniamo che l'ambiente sia il bene più prezioso che abbiamo e che è un bene di tutti, soprattutto di chi lo conosce, ci abita, e forse ha anche quella capacità di affrontare quelle che sono le sfide del domani.

Termino con un ultimo approfondimento, perché tocca la vallata dove abito, ma perché vorrei anche su questo sgomberare eventualmente degli equivoci legati al collegamento tra il Breuil e la Val d'Ayas. Noi pensiamo che questo sia un punto di forza di questo DEFR, ma la grande discussione è stata fatta un anno e mezzo fa, nel gennaio 2020, quando per la prima volta c'è stato un documento che ha fatto partire l'iter di natura amministrativa. Questo Consiglio si è posizionato politicamente e a quel punto l'assessore incaricato Bertschy ha dato, come si dice, corso e gambe alla scelta di natura politica che è stata fatta all'interno di questo Consiglio a larga maggioranza, quindi è stata una discussione bella, franca, interessante ma soprattutto che dà prospettiva a quello che è il turismo invernale. Abbiamo il comprensorio con l'altitudine più alta d'Europa, abbiamo un comprensorio che è collegato con Zermatt che ha praticamente quasi gli stessi posti letto di una buona parte della Valle d'Aosta, abbiamo delle opportunità di essere sul mercato internazionale utilizzando quello che è il nostro bene più prezioso che abbiamo, sapendo però che lì gli ordini di grandezza sono importanti, sono robusti e soprattutto possiamo dare a quel sistema neve quella internazionalità che la Valle d'Aosta ha nelle sue professioni di montagna, partendo dai maestri di sci, alle guide alpine e a tutti quelli che comunque collaborano per mettere a disposizione le loro professionalità.

Su questo penso che la politica abbia deciso. Adesso dal punto di vista tecnico i tecnici stanno elaborando e ci presenteranno a questo punto un documento se tale collegamento si potrà fare o no, in che maniera e con quali aiuti e accompagnamenti di natura pubblica dal punto di vista economico finanziario. Poi, se ci saranno le condizioni di natura tecnica, si continuerà in quel percorso per raggiungere, noi pensiamo, un obiettivo veramente strategico per i prossimi trenta o quaranta anni e soprattutto che potrà essere il veicolo trainante di quello che è comunque il punto di forza invernale della nostra regione.

Termino dicendo che è un documento che sicuramente è corposo, ma che sa mettere a terra anche quelle che sono le due priorità principali che avremo modo di affrontare nel giro di pochissime settimane, speriamo nel più breve tempo possibile, nell'approvare il rendiconto e insieme al rendiconto già una buona parte di utilizzo di quell'avanzo di amministrazione, in una maniera franca, chiara, diretta. Discuteremo se ci sono delle proposte che possono migliorare quelle che sono le due priorità principali, cioè gli indennizzi da una parte a chi ne ha realmente bisogno e che ha avuto un danno quantificato e l'altra invece la sfida di mantenere quelli che sono i livelli occupazionali.

Presidente - Altri che vogliono intervenire in discussione generale? L'assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz J. (PCP) - È un dibattito direi piuttosto corposo, sono stati evidenziati molti elementi e penso che sarà difficile rispondere a tutte le obiezioni che sono state fatte, soprattutto in relazione al settore che ho l'onore in questo periodo di rappresentare che è quello della cultura, del commercio, dello sport e del turismo. È un settore, come ho avuto modo di dire in Commissione quando è stata fatta la nostra audizione in merito al DEFR, piuttosto esposto in questo periodo e che necessita di particolare attenzione, anche da un punto di vista oltre che programmatico sicuramente anche di sostegno. Un sostegno che come abbiamo ribadito nel DEFR noi abbiamo come punto prioritario in questo periodo, perché pensiamo che la crisi conseguente alla epidemia di Covid abbia davvero generato delle situazioni drammatiche nel settore soprattutto del turismo, del commercio, ma anche dello sport e della cultura, cioè di tutte quelle professioni che girano intorno al tema della cultura, e qualche collega lo ha anche giustamente evidenziato.

In apertura del mio intervento voglio assicurare che tutte le professionalità e tutte le persone che fanno riferimento al nostro assessorato hanno la dovuta attenzione e la quotidiana preoccupazione nel ricercare delle soluzioni. Anche se nel DEFR magari non sono evidenziate e dettagliate tutte le azioni, poi però nell'azione ordinaria e quotidiana ciascuno ha la dovuta attenzione e anche la dovuta preoccupazione da parte nostra e partecipazione credo da parte di tutti, non solo da parte di qualcuno in questo Consiglio regionale.

Certo, il DEFR è un documento programmatico che fa riferimento al programma di legislatura, che non ha la pretesa di entrare in dettagli assoluti, nel senso che l'attività di ciascun amministratore, delle Commissioni e della maggioranza non può avere un livello di dettaglio, così come in alcuni casi viene evidenziato da colleghi che sono intervenuti ieri, da poter declinare esattamente tutto ciò che si intende fare. Esiste un'attività ordinaria e poi esistono comunque attività che sono declinate nel programma di legislatura e anche nell'attività straordinaria. Cercherò di rispondere quindi rispetto ad alcune tematiche che sono state evidenziate.

Partendo dalla questione della cultura, mi sembra che il collega Carrel abbia messo l'attenzione sull'aspetto della digitalizzazione della cultura e quindi del settore. Io ho trovato una situazione che probabilmente è il risultato anche di una accelerazione da un punto di vista dell'aspetto della fruizione digitale del settore, con un aumento anche considerevole di accessi al mondo social e al mondo del web. È il motivo per cui, anche a livello tra l'altro di obiettivi dirigenziali, ci stiamo organizzando per fare tutta un'azione di riordino dell'aspetto digitale, dell'aspetto web e di una messa a sistema di tutto il variegato mondo dei canali social e contemporaneamente anche delle modalità in qualche modo di fruizione dell'aspetto cultura. Quindi sia per quanto riguarda la didattica connessa proprio ai nostri siti culturali, sia riguardo alle prenotazioni dei biglietti dei siti, tutto il ragionamento sull'immersività, eccetera. Ed è uno degli obiettivi che ci siamo proposti: di rimettere ordine in modo tale che questo importante veicolo di comunicazione e di fruizione dei nostri beni culturali si potenzi e possa diventare davvero un elemento qualificante della nostra offerta culturale. Quindi su questo la vorrei tranquillizzare, nel senso che è à la une ed è assolutamente "attenzionato" questo argomento.

Sempre il collega Carrel faceva riferimento alla Società di Servizi S.p.A., al fatto che non fosse stata data particolare considerazione. Noi abbiamo riservato un intero paragrafo nel nostro DEFR alla Società di Servizi S.p.A., che come noto fornisce, oltre che addetti alla custodia, anche persone che attualmente si occupano della guida all'interno dei nostri siti culturali, garantendo anche, se la lettura del DEFR viene fatta in maniera più integrata, un'attenzione particolare a questi operatori e alla loro formazione. È una questione che abbiamo discusso anche recentemente con le organizzazioni sindacali in una riunione dove era coinvolta praticamente tutta la Giunta: la Società di Servizi è un importantissimo elemento che noi consideriamo e, come lei può leggere nel sito, fanno parte queste persone del volano, abbiamo scritto addirittura che fanno parte di questo pilastro che in qualche modo uniforma la nostra idea di cultura.

Riguardo al ruolo della Soprintendenza verso l'esterno, non credo che la Soprintendenza sia arrotolata su se stessa, nel senso che sa benissimo che tutto il settore dei beni culturali ha sicuramente un'attività ordinaria che si occupa della manutenzione dei beni, dello studio, della ricerca - lei arriva da quell'ambito, quindi lo sa meglio di me - ma è anche vero che tutto il settore dei beni culturali è molto spinto verso l'esterno, cioè verso la fruizione e verso in qualche modo la narrazione di ciò che si fa. Quindi è un'attenzione verso ogni forma di cultura, sia attraverso il sostegno economico, ma anche attraverso l'impegno diretto nell'organizzazione di eventi, come nel caso della storica Saison Culturelle, o di altri eventi come possono essere quelli di carattere musicale, Musicastelle, Châteaux et Musique, che sono elementi di offerta culturale e anche turistica di cui ci occupiamo direttamente. Esiste una forte tensione verso l'esterno dei nostri beni culturali che credo non possa essere in nessun modo negato. Esistono delle strutture che si occupano proprio di questa particolare funzione della Soprintendenza, strutture per esempio che si occupano della promozione degli eventi culturali, così come le strutture che si occupano dei musei, dei castelli e via andando, tra l'altro sono anche strutture di carattere dirigenziale, quindi che hanno una forte dignità dal punto di vista dell'organizzazione.

Per quanto riguarda la questione cultura vorrei ancora fare un'annotazione riguardo alle considerazioni che il collega Perron ha fatto relativamente alla musica. La musica è ben esplicitata all'interno del nostro DEFR nel settore più specifico della cultura, laddove si parla di mettere in sistema e di fare sistema tra le agenzie musicali. Non dimentichiamoci che la Valle d'Aosta è il luogo dove la musica è sempre stata fortemente incentivata, ma questo da sempre, non da adesso. Sappiamo essere una delle regioni, come ho già avuto modo più di una volta di dire, che ha una alfabetizzazione musicale credo che non abbia paragone forse in tutta l'Europa, nel senso che noi abbiamo scuole medie musicali, licei musicali, un conservatorio malgrado le piccole misure e i piccoli numeri nostri, abbiamo poi delle strutture che si occupano direttamente di promozione dell'aspetto culturale e dell'aspetto della musica. E la messa a sistema, così come noi abbiamo evidenziato nel nostro DEFR, sia sotto il profilo dell'istruzione sia sotto il profilo della cultura, significa proprio che si vuole dare alla musica ancora più importanza. Ma mettere a sistema vuol dire creare le condizioni affinché, come in tutti i tentativi di messa a sistema dei beni culturali, della musica e di altri contesti, si cerchi di dare anche ordine all'offerta musicale, che non è solo a carattere di svago o di spettacolo di un certo tipo, ma è un'offerta anche di carattere legato proprio all'aspetto dell'istruzione professionale, perché come sappiamo in Valle d'Aosta ci sono anche tantissimi buoni musicisti che studiano, che hanno studiato e che hanno avuto l'opportunità anche di costruirsi dei progetti di vita intorno alla musica.

Certo, noi stiamo cercando di definire e di ridefinire una legge sulla cultura. Una legge che vada anche a rimettere ordine in una certa "anarchia" rispetto, per esempio, al tema del sostegno proprio di tutti quei soggetti che fanno riferimento alla cultura e alla musica. Anche questo è uno specifico obiettivo dirigenziale che io ho assegnato alle nostre strutture, perché credo che debba essere definito in maniera chiara come funziona il sistema del sostegno di tutti i soggetti che fanno cultura, come deve essere effettuata anche la selezione di questi soggetti, perché noi sappiamo che certo, c'è una libertà e che la musica - come le dicevo l'altra volta - e tutta la parte spettacolo ha una sua non perfetta valutabilità in termini di parametri, di indici e di punteggi; lei lo sa bene avendo partecipato qualche anno fa in qualità di ospite alla Saison Musique. È evidente che non si possono porre dei limiti, però è necessario che si vada anche oltre, che si sappia come vanno sostenute le attività culturali e quali sono i parametri di chi si deve occupare dei criteri. Su questo aspetto specifico stiamo studiando una legge che rimetta specificamente ordine all'aspetto, sia della cultura ed in particolare poi, siccome ne stiamo parlando, della musica.

Relativamente alla questione dello sport mi sono state fatte alcune annotazioni dal collega Brunod. Io non ho capito bene quando il collega mi richiamava e richiamava l'uso di atleti di carattere nazionale o internazionale all'interno non so se della programmazione o della promozione dello sport. Voi sapete bene, avendo fatto tra l'altro già un'iniziativa, che esistono già delle collaborazioni con persone, con atleti che hanno rappresentato la Valle d'Aosta nel passato, anche prestigiose firme del nostro sport valdostano. Tra l'altro forse lo stesso collega Brunod diceva che non c'è abbastanza attenzione all'aspetto della programmazione dei grandi eventi. Probabilmente ha letto male il DEFR, perché addirittura noi abbiamo citato lo studio e la possibilità di costruire e mettere in piedi addirittura una sport commission. Alla stregua di altri enti e di altre modalità noi abbiamo ritenuto che si dovesse e si debba fare un passo avanti, perché oggi, come è noto, il sostegno allo sport può essere fatto in due modi: attraverso contributi alle società sportive sulle spese ammissibili e su singoli eventi o attraverso la forma del sostegno promozionale degli eventi sportivi. Non esiste la possibilità, per essere chiari, di organizzare direttamente gli eventi sportivi, cioè devono passare attraverso il filtro e la maglia della promozione del territorio.

Occorre - l'abbiamo scritto nella legge ed è assegnato anche questo in forma di obiettivo dirigenziale - una riscrittura della legge sullo sport, perché oggi come oggi esistono delle norme che sono un po' frammentate, ma che non definiscono in maniera chiara il ruolo della Regione nel sostegno, nell'organizzazione diretta che, ripeto, oggi come oggi non è possibile malgrado, ci siano stati degli esperimenti in passato di organizzazione diretta di eventi attraverso magari altri canali, ma oggi come oggi non è possibile. Io credo invece che la Valle d'Aosta debba dotarsi di uno strumento che gli permetta, nel caso di grandi eventi o di altri eventi, di essere partecipe non solo dal punto di vista promozionale, ma anche dal punto di vista programmatorio. Il fatto che si rimproveri l'Assessorato di non occuparsi abbastanza dei grandi eventi mi fa un po' strano, perché io ho risposto a un'interpellanza qualche settimana fa o qualche mese fa in cui ho fatto un'elencazione di eventi sui quali stiamo lavorando: il Giro d'Italia, siamo concentrati anche su altri eventi nel mondo dello sci e altre iniziative che ho comunicato.

È anche vero che la particolare situazione epidemiologica non dà la possibilità alle strutture che organizzano, quindi alle agenzie o alle associazioni, eccetera, di garantire che gli eventi in questo periodo siano effettuati. Sappiamo benissimo che il Mezzalama, ad esempio, non si è potuto organizzare, l'anno scorso non si è potuto organizzare il Tour du Rutor, per parlare del tema dello scialpinismo tanto caro al collega Brunod, non si sono potuti organizzare questi eventi e sappiamo benissimo perché: la particolare situazione pandemica non ha potuto consentire questo tipo di organizzazione.

Per restare alla questione sempre citata rispetto alla scarsa attenzione, per esempio, al cicloturismo, eccetera, invito il collega Brunod anche solo a farsi un giro sul sito della Regione. Ci sono decine di pagine che promuovono le attività, i percorsi e i tragitti di cicloturismo e del bike in generale, così come delle attività outdoor, dello sport di relax e via andando. E i piani promozionali fatti in passato e che stiamo elaborando adesso concernono tutte le attività outdoor, compresi il cicloturismo e il bike che sappiamo essere, insieme a tante altre attività sportive all'aperto, degli importanti richiami.

Sempre rimanendo allo sport, il collega Brunod rimproverava di non aver citato l'UVGAM e le guide alpine. Come dicevo prima non si può dettagliare tutto nel DEFR. Probabilmente lei è in contatto con l'ex presidente Giglio e con l'attuale presidente Marlier: costantemente siamo in collegamento e credo di averli visti più di una decina di volte, perché il tema del sostegno anche delle guide alpine, così come il tema del loro importante ruolo all'interno del circuito del soccorso alpino, è oggetto costante di confronto con loro. Tra l'altro la Regione finanzia l'associazione delle guide alpine con un finanziamento annuale di cui siamo intenzionati a valutare addirittura un incremento, proprio per sostenere dei costi aggiuntivi che in questo periodo loro, come altre associazioni, hanno dovuto sostenere a seguito dell'epidemia. Non dimenticherei tra l'altro, oltre alle guide alpine, anche altre associazioni e altri contesti come le guide escursionistiche, per esempio, gli operatori turistici, sui quali stiamo lavorando per il riconoscimento del loro attestato professionale. Come sapete, gli operatori turistici in Valle d'Aosta non hanno un percorso formativo, quindi occorre che siano strutturate delle norme o quanto meno dei provvedimenti che parifichino e quindi che accolgano in qualche modo all'interno dei nostri albi anche figure che vengono formate fuori, che devono, per poter essere utilizzati in Valle d'Aosta, potersi iscrivere ai nostri elenchi. Vale per le guide escursionistiche sulle quali stiamo lavorando alla riorganizzazione di un corso, all'aggiornamento e alla riscrittura della norma, che ormai risale a più di quindici anni fa e che va completamente rivista e riammodernata, perché, come sapete, le guide escursionistiche oggi non possono agire su terreni innevati e quindi presuppongono che venga implementato il percorso formativo. Questo per dire che il settore dello sport è ben seguito, che esistono una serie di disposizioni e di attenzioni che noi non trascuriamo.

Relativamente al turismo, anche qua sono state fatte diverse considerazioni, non ricordo neanche più da parte di chi. Il turismo è uno di quei temi che, come voi avete ben specificato, è estremamente importante per l'economia della nostra regione ed è estremamente strategico. Il sostegno agli operatori del turismo e del commercio è un tema che noi abbiamo indicato prioritariamente in questo DEFR, perché questo è un DEFR costruito in un periodo emergenziale e quindi che per forza di cose deve porre la sua attenzione sull'aspetto del sostegno che, se non viene messo prioritariamente al primo posto, oggi come oggi rischia veramente di non dare quella spinta e quell'abbrivio necessario, affinché questo settore, che continuo a dire è strategico ed è tra i più importanti in Valle d'Aosta, possa riprendere e possa ricominciare a rigenerare benessere, lavoro e sviluppo.

È chiaro che noi abbiamo indicato alcune priorità. Il marchio ombrello: qualcuno ha fatto rilevare che non ci sono dei tempi, ma colleghi, sul marchio ombrello è da decine di anni che si parla. Tutti coloro che hanno passati attraverso le legislature di questi anni, hanno parlato del marchio ombrello a vario titolo. Io l'ho detto anche in Commissione, il marchio ombrello non è un logo o un segno, il marchio ombrello è la connotazione di un prodotto, che è un prodotto globale. Non è che l'orologio Rolex è famoso perché il marchio della Rolex è bello, è famoso perché probabilmente è partito da un bel prodotto artigianale di qualità, dopodiché è assurto a marchio. Per costruire le basi affinché esista un marchio ombrello di qualità, è necessario costruire il prodotto Valle d'Aosta. Per costruire il prodotto Valle d'Aosta è necessario probabilmente fare un discorso di integrazione che ricomprenda tutti i settori che noi rappresentiamo. Non è possibile allo stato attuale dare dei termini precisi in termini temporali, perché se i miei predecessori che si sono tutti impegnati nel cercare di definire questo benedetto marchio ombrello non sono riusciti a definirlo, non è che arriva Guichardaz o arriva questa Giunta e siamo in grado di dire che dopodomani sarà fatto. Anche questo però è stato assegnato sotto forma di obiettivo dirigenziale, perché crediamo che sia assolutamente un tema da affrontare attraverso, a mio parere e a nostro parere, una politica promozionale che ci faccia, anche in questo caso, essere più operativi e più partecipi riguardo proprio all'aspetto della promozione del territorio.

Vengo ancora a una considerazione del collega Brunod, mi sembra, rispetto agli sponsor, perché ieri ha dato diverse indicazioni anche estremamente interessanti. Lei sa bene che oggi come oggi, e noi abbiamo riscritto la norma e la stiamo definendo, sponsorizzare un atleta di livello alto allo stato attuale con le norme che abbiamo non è possibile, perché deve accedere alla eventuale sponsorizzazione attraverso un bando. Il grande atleta, se vuole essere sponsorizzato dalla Regione della Valle d'Aosta, fa un bando insieme al campione italiano di sci d'erba, tanto per dire. L'aspetto di svincolare la sponsorizzazione o l'eventuale utilizzo del marchio Valle d'Aosta da parte di atleti di grosso calibro è qualcosa che va corretto in termini legislativi, perché allo stato attuale le regole sulla sponsorizzazione degli atleti mettono tutti sullo stesso piano. Con tutta la dignità che può avere qualunque tipo di sport è evidente che esistono dei campioni di un certo livello che allo stato attuale ritengono evidentemente di mettersi altri marchi sul cappello, sugli sci o altrove, perché evidentemente gli conviene di più o non esiste lo strumento che permette contemporaneamente di utilizzare uno sponsor commerciale e uno sponsor istituzionale. Quindi anche su questo stiamo lavorando, per cercare di riformulare una norma che ci permetta in questo caso anche di andare incontro a questi aspetti.

Riguardo poi sempre alla questione del commercio, anche lì non mi è molto chiaro, ma poi credo che esistano delle iniziative. Per quanto riguarda il commercio noi non trascuriamo e non abbiamo trascurato il tema. Se voi vedete nel DEFR, al di là dell'aspetto degli esercizi di vicinato e del sostegno delle realtà nei piccoli centri urbani commerciali e nei piccoli paesi di montagna, voi sapere che l'anno scorso è stata fatta una norma specifica, ma è una norma che manca della parte applicativa. Quindi noi stiamo cercando di elaborare queste linee applicative, perché il famoso comma - non mi ricordo se fosse il famoso articolo Rini - che presupponeva la possibilità di finanziare esercizi di vicinato, non definiva la tipologia di esercizio, quindi la gioielleria Bulgari poteva usufruire, allo stesso modo di un piccolo alimentari di paese, del contributo che per legge è già stanziato e che esiste, ce l'abbiamo a bilancio. Ci sono 500 mila euro al momento a bilancio, se ben ricordo, ma mancano le parti applicative.

Rispetto poi al commercio, e qui concludo tanto avremo modo poi di parlarne anche altrove, è evidente l'azione che noi facciamo, oltre a questa di sostegno rispetto a queste attività e all'azione forte di sostegno legata alla crisi Covid, che è devastante per le attività commerciali, soprattutto le attività commerciali di certi contesti penalizzati, cioè i contesti turistici ad esempio, tutta la parte di semplificazione, di riforma del SUEL, di potenziamento della Chambre, delle piattaforme informatiche, del GISA, del fascicolo d'impresa, eccetera. Sono tutte indicazioni che vanno proprio nella direzione di aiutare le imprese, di aiutare il commercio affinché, attraverso una semplificazione delle procedure, possano poi quantomeno dal punto di vista amministrativo avere gli strumenti per poter poi cominciare e continuare la propria attività.

Presidente - Interrompiamo per arieggiare i locali e riprendiamo tra un quarto d'ora.

La seduta è sospesa dalle ore 11:05 alle ore 11:28.

Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori del Consiglio. Prima della pausa si era prenotato il consigliere Marquis, aspettiamo soltanto che tutti prendano posto e chi intende stare in aula si sieda. Passo la parola al consigliere Marquis.

Marquis (AV-SA) - Dopo la pausa per l'arieggiamento possiamo ripartire rinvigoriti. Credo che la situazione che stiamo vivendo sia molto difficile. Mai la Valle d'Aosta ha affrontato un'emergenza come questa dal dopoguerra a oggi, un'emergenza che innanzitutto deve mettere in sicurezza la salute di tutti i valdostani e in seconda battuta cercare di far fronte ai disagi sociali che ne sono derivati e soprattutto alle difficoltà economiche che stiamo vivendo a livello generalizzato nella nostra Valle. Mai come oggi è difficile parlare di programmazione in un momento di gestione dell'emergenza, però è un argomento che va trattato e lo sforzo va fatto, perché occorre, come è stato detto da qualcuno che è intervenuto prima di me, orientare il nostro sguardo non solo all'emergenza ma anche alla ripartenza del sistema Valle d'Aosta.

Abbiamo vissuto nella giornata di ieri anche un grosso grido di dolore e d'allarme di coloro che stanno vivendo le difficoltà più grandi sul nostro territorio. Un territorio in cui ci sono tante persone che non sono state toccate a livello economico, perché magari vivono un'attività da lavoratore dipendente che ha potuto comunque garantire continuità alle loro entrate o anche al mondo dei pensionati, ma esiste anche la triste realtà di tutti i lavoratori autonomi che sono fortemente penalizzati da questa situazione e che, in alcune situazioni, arrivano a livelli di disperazione. Quindi credo che da parte nostra sia importante riuscire a integrare quelli che sono gli aiuti messi in campo dallo Stato nel più breve tempo possibile, per cercare non dico di dare soluzione, ma di mitigare gli effetti che si sono profilati su queste persone.

Dicevo prima che mai come oggi la situazione della Valle d'Aosta è di estrema difficoltà e mi rifaccio a delle parole che sono state utilizzate sul DEFR, soprattutto nella prima parte che dà lettura del contesto: credo che sia ricca di stimoli per poter definire successivamente le proposte. Questa pandemia si inserisce in un contesto in cui l'economia regionale era in una fase di frenata, mentre stava operando un'uscita rallentata dalla crisi del 2008. Credo che questo sia un aspetto da sottolineare, che occorre riuscire a capire quali sono gli effetti dell'emergenza Covid e quali sono invece i problemi di natura strutturale che stava vivendo la Valle d'Aosta e che sono stati citati nella relazione che è stata approntata.

Il mio intervento non vuole essere sicuramente un approfondimento dei singoli temi, che sono tutti degni di attenzione quelli che sono trattati nel DEFR, ma ritengo di fare una sottolineatura di carattere generale. La situazione della Valle d'Aosta va vista nel contesto nazionale, un contesto di difficoltà rispetto agli altri stati europei, perché il paese è profondamente indebitato e necessita di tutta una serie di riforme per modificare e aggiornare le leggi che ci siamo fatti, che si è fatta l'Italia e che in questo momento rendono difficile la vita dei cittadini.

La situazione della Valle d'Aosta credo che possa essere rappresentata con alcuni numeri. Mi ha fatto riflettere molto il raffronto che è stato fatto nell'impostazione del DEFR tra i dati relativi alla situazione precrisi e quelli attuali. Credo che questa lettura dia conto di quella che è la situazione della Valle d'Aosta di oggi. Per quanto riguarda il prodotto interno lordo oggi noi siamo ancora a meno 9 percento rispetto al 2007. Per quanto invece concerne il tessuto produttivo, qui c'è un altro dato estremamente significativo che deve essere sicuramente trattato e affrontato e che richiede una soluzione. Dal 2007 a oggi la Valle d'Aosta ha perso duemila imprese, il 15 percento del sistema produttivo, quindi c'è stata una forte contrazione. A livello di posti di lavoro, dal 2007 sempre ad oggi, le costruzioni hanno perso il 34 percento, l'industria il 7 percento, il settore primario il 13,5 percento, per contro i servizi sono saliti del 4,4 percento, quindi questo significa che c'è stata anche una riconfigurazione tra i vari settori produttivi. In sostanza sono stati persi parecchi posti di lavoro, 1500 posti di lavoro.

Se a questo uniamo anche i dati relativi alla demografia, io credo che ci sia da riflettere.

È già entrato prima l'assessore Caveri nel merito di questo aspetto che richiede di essere credo affrontato con grande attenzione. Sono tanti anni che c'è un calo demografico, non è solo nel 2020, sono già sei o sette anni che c'è un trend negativo. Quando i trend si succedono per diversi anni, devono essere affrontati a livello strutturale, quindi tutti questi argomenti credo che riflettano quella che è la situazione della Valle d'Aosta al di fuori dello stato di emergenza che stiamo vivendo. Una situazione in cui, rispetto alle altre realtà italiane del nord ovest, negli ultimi anni si stava perdendo terreno o per lo meno non si aveva la stessa capacità di uscita dalla crisi e questo fatto deriva anche un po' dalla nostra caratterizzazione di popolazione di montagna fatta di piccoli numeri, che ha avuto delle grandi difficoltà a inserirsi nel percorso della globalizzazione. Questo un po' per questioni legate al capitale umano, alla formazione, a tutta una serie di caratteristiche che pongono sicuramente uno stato di criticità rispetto a delle altre realtà.

Questo per dire che non bisogna sicuramente orientare la freccia dell'arco a livello del terreno, ma bisogna puntarla sicuramente molto più in alto, perché c'è la necessità di non perdere delle opportunità e di tracciare la ripartenza. Amo citare sovente una relazione che è stata fatta nel 1994 dal Censis, da De Rita, quando è stato commissionato uno studio da parte della Regione. In questa relazione veniva evidenziato che, in assenza di una discontinuità significativa, vi è il rischio che i nodi critici e problematici che hanno condizionato negativamente lo sviluppo regionale nell'arco degli anni '80 si ripropongano immutati in futuro, se non addirittura incancreniti sulle loro componenti più viziose rendendo vieppiù oneroso il percorrimento di un possibile e necessario sentiero di rafforzamento della Valle. In un contesto che muta rapidamente e obbliga i soggetti a rivedere di continuo i propri paradigmi di riferimento, ogni propensione al puro e semplice assestamento su quanto sino a oggi acquisito in termini di ricchezza di benessere si tradurrebbe infatti in una perdita di capacità propulsiva del sistema regionale e nella conseguente rassegnazione a un lento ma incessante processo di marginalizzazione nell'ambito delle dinamiche che attraversano lo scenario sovranazionale. Credo che queste parole siano ancora oggi molto attuali e debbano essere considerate come un monito per fare un'analisi approfondita di quella che è la nostra situazione, di quelli che sono i nostri indicatori, per poter tracciare un disegno di Valle d'Aosta del futuro, che vada oltre alla somma dei singoli interventi che possono essere tutti pertinenti, ma potrebbero anche non corrispondere a un disegno generale.

Ci sono sicuramente degli interventi che hanno poca attenzione, sovente perché non afferiscono all'allocazione delle risorse a bilancio che fanno parte della spesa, ma sono degli interventi di riforma che possono essere molto utili per rivitalizzare l'economia della Valle, soprattutto di quel 50 percento di lavori autonomi che contribuiscono a produrre del reddito per alimentare poi il gettito fiscale.

Io credo che in un momento come questo occorra anche pensare a un patto per la semplificazione. La semplificazione e la sburocratizzazione non sono delle parole vuote, sono delle parole che sono citate tutti i giorni e a tutti i livelli di governo oggi vengono considerate una priorità.

Quindi non esiste un DEFR buono o un DEFR meno buono. Io credo che il DEFR sarà buono nella misura in cui declinerà in modo efficace i contenuti che stanno al suo interno. Se alla fine dell'anno o nei prossimi anni la demografia avrà invertito il trend, lo stock delle imprese crescerà, ci saranno minori giovani che lasciano la Valle d'Aosta, questo sarà stato un buon DEFR e l'Amministrazione avrà lavorato bene nell'ottica di valorizzare la comunità valdostana. Credo che in una fase delicata come questa, ci hanno anche insegnato ieri coloro che hanno manifestato un loro disagio, come è stato già sottolineato da chi è intervenuto prima, non esista una maggioranza e un'opposizione. Io direi che anche nei villaggi, quando andava una casa a fuoco e magari non c'erano dei buoni rapporti di vicinato, si formava una catena umana per passarsi i secchi d'acqua e per spegnere l'incendio che avrebbe messo a repentaglio la vita di tutti. Ritengo che oggi la Valle d'Aosta stia metaforicamente attraversando una situazione di questo genere e che in quest'aula si abbia la responsabilità di volare più alto. Non che i piccoli temi non siano utili o fondamentali, è che in questo momento occorrerebbe darsi delle priorità, delle strategie comuni per poter far fronte a questa situazione di grande difficoltà e soprattutto per tracciare la nuova ripartenza.

Io credo che sia importante quindi l'approccio che ci sarà nell'attuazione di questo documento. Mi ha fatto piacere sentire il Presidente della Regione che ha detto che si lavorerà nell'ambito della riorganizzazione della macchina amministrativa e del comparto, però io vorrei sperare che quando si parla di riorganizzazione, non si parli solo di assunzioni o di spostamento di persone, ma di rivisitazione di quelli che sono i modelli gestionali improntati, come dicevo poc'anzi, alla semplificazione e alla sburocratizzazione, perché è l'unica maniera che abbiamo per poter modernizzare la nostra azione e soprattutto essere in grado poi di attuare i principi e i contenuti che stanno all'interno della programmazione.

A chi sosteneva e ha sostenuto in questi giorni che nel DEFR non ci sono dei numeri, credo che sia abbastanza scontato in questa fase che non ci possano essere dei numeri, perché l'agire della pubblica amministrazione non dipende solo dalle entrate proprie, ma da quelle che saranno le risorse messe in campo dallo Stato attraverso il Recovery Found e attraverso la nuova programmazione europea 2021-2027 che è in corso di definizione. A mio avviso è importante che il Recovery Found e la programmazione europea 2021-2027, prima ancora che una fonte di finanziamento, debbano essere utilizzate e viste utili per avviare un processo di modernizzazione economica e sociale e per l'attuazione di quelle riforme strutturali di cui la Valle ha un'assoluta necessità, non solo per migliorare il funzionamento della Regione, ma anche per dare un segnale importante di necessaria modernizzazione agli operatori economici e a tutti i valdostani, a coloro che credono e che investono sulla propria attività. Perché sta diventando sempre più difficile lavorare sul territorio, soprattutto in una realtà dove è estremamente fragile il tessuto produttivo, quindi c'è molta attesa nella capacità della Regione di dare un segnale importante per agevolare la vita amministrativa di tutti i giorni.

Qui spesso ci facciamo onore quando qualcuno dice "ho presentato una legge, ho fatto una legge", ma io credo che qui si debba iniziare un percorso per togliere delle leggi, perché con le leggi che si fanno spesso e volentieri ci si imbriglia le mani, si va a paralizzare tutto e si fanno dei grossi danni all'economia. Ho sentito in questi giorni, nell'ambito della discussione nazionale, che l'Autorità antitrust ha proposto di bloccare l'utilizzo del codice dei contratti e degli appalti per poter spendere i soldi provenienti dall'Europa dicendo "ci atteniamo nel frattempo alle direttive europee". Sino all'altro giorno si sentiva dire che l'Europa era cattiva, che era invasiva, che metteva delle norme che poi imbrigliavano le imprese e oggi scopriamo che le norme che imbrigliano le imprese ce le mettiamo da soli e che quindi basterebbe applicare quello che prevede l'Europa, che è quello che è previsto negli altri Stati, quindi una capacità di regolarsi in modo migliore, senza andare ad aggravare la realtà di chi opera sul territorio.

Credo che anche nel nostro piccolo probabilmente bisognerebbe avere la capacità di darsi delle priorità, di valorizzare il ruolo legislativo, così come è stato fatto anche nell'ambito della legge omnibus, dove è stata inserita la clausola valutativa che ritengo essere un apporto nuovo che potrà dare dei risultati utili all'attività del Consiglio regionale, perché potrà far sì che si possa anche controllare qual è l'esito, l'applicazione delle leggi che si sono fatte, per eventualmente portare anche dei correttivi negli anni a venire o nelle esperienze che dovranno sopravvenire.

Con questo credo che posso chiudere il mio contributo, con la speranza che prevalga nella fase attuativa del DEFR, al di là dell'approccio all'emergenza, tutta la parte di riforma che è quel lavoro operoso che non si vede a livello immediato, ma che può portare della grande utilità soprattutto per chi opera, per creare del benessere in Valle d'Aosta, per creare le condizioni affinché il nostro tessuto produttivo si possa consolidare e che i giovani soprattutto possano trovare la fiducia per vedere in Valle d'Aosta l'ambiente e la casa per disegnare il proprio futuro e per vivere con la propria famiglia nel pieno della realizzazione lavorativa. Questo credo che sia l'auspicio con il quale posso concludere il mio intervento.

Presidente - Altri intendono intervenire? L'assessore Sapinet si è prenotato, ne ha facoltà.

Sapinet (UV) - Innanzitutto un ringraziamento a tutti: i colleghi di maggioranza che sono intervenuti oggi e ai colleghi di minoranza per le suggestioni e i suggerimenti. Farò un elenco di argomenti già a volte trattati durante le varie iniziative del Consiglio, ma che ritengo sia corretto ricordare e sottolineare. Un DEFR che è il primo per il sottoscritto, un DEFR che parte con un passaggio di testimone quasi un po' simbolico, ma estremamente concreto. Un passaggio di testimone con coloro che mi hanno anticipato, che sono stati nei settori che oggi io ho l'onore di seguire, partendo dalle cose buone, ottime che sono state fatte in una legislatura molto difficile.

Entrando nei contenuti, l'ha ricordato anche il collega Rollandin ieri, alcune misure per quello che è il settore zootecnico. Una misura come la monticazione di cui si è già parlato anche tanto, ma che è corretto e voglio di nuovo ricordare, portato avanti in un momento storico molto difficile e che quest'anno sicuramente andremo a perfezionare, perché era buona, ma ovviamente come tutte le cose dopo un primo esame vanno perfezionate, per dare anche la giusta dignità a coloro che vivono magari le realtà di media montagna o a quelle aziende che in quota ci sono tutto l'anno. Misure importanti in tempi normali, ma che diventano fondamentali in un momento di crisi, in un momento difficile come questo, molto difficile anche per il settore agricolo.

Così come importanti saranno i sostegni e quelle misure Covid, e ringrazio anche il gruppo di lavoro, chi lo coordina e chi è operativo. Sono misure fondamentali che verranno riproposte, che hanno avuto un successo, per esempio il voucher dei prodotti. È chiaro che sono legate, ahimè, a una ripartenza del turismo, fondamentale.

Poi un settore, quello delle risorse naturali, che ha visto negli ultimi due anni una ricostruzione di quello che hanno rappresentato i cantieri forestali. È da lì che si riparte, con questi quattrocento posti di lavoro che, ahimè, magari non sono tanti, però sono un segnale importante, soprattutto un segnale, rispetto agli anni precedenti, di un aumento di giornate lavorative. Un'azione di questi cantieri, un'azione anche sociale, perché comunque danno risposte anche alle fasce più fragili e danno risposte ai nostri enti locali con interventi precisi e puntuali sul territorio, contraddistinti da un'elevata professionalità.

Il supporto agli enti locali e alla montagna, a quel territorio e che chi quel territorio lo abita e lo presidia. Qui mi associo alle preoccupazioni di alcuni colleghi per il drammatico calo demografico che vive la nostra regione. Io ho due figli che frequentano una piccola scuola di montagna, ma ahimè non ho la certezza che il mio terzogenito possa frequentare la stessa scuola; poi qui magari il collega Lavy mi verrà in soccorso, però il problema è di tutto il territorio valdostano.

Oltre ai cantieri, questi lavori esternalizzati che danno qualche piccola, ma importante risposta alle nostre aziende.

Per quanto riguarda alcune novità, che magari novità non sono, perché riproponiamo un qualcosa che già è andato bene nel passato, però anche qui risorse che arrivano all'agricoltura, penso ai consorzi di miglioramento fondiario e ai piccoli bandi, che però vengono e possono essere spalmati su tutto il territorio con piccoli interventi di manutenzione a impianti già un po' datati, che potrebbero essere appannaggio di aziende locali. Un supporto ai consorzi che deve essere anche dal punto di vista operativo, con la ricostituzione dell'ufficio ed un certo alleggerimento di quelle che sono le competenze e le responsabilità di chi questi consorzi li gestisce. Quindi risorse, però anche dialogo tra i vari attori, in particolar modo del settore zootecnico e del settore lattiero-caseario dove l'istituzione di un tavolo di lavoro non vuole solo essere il fare un gruppo di lavoro così tanto per fare. Un gruppo di lavoro che nasce in punta di piedi, ma con delle ambizioni; non staremo a fare degli annunci, ma prima il lavoro e poi ne vedremo i frutti.

Un supporto a questi enti e associazioni che sono in un momento difficile operativi sul territorio. Penso a Vival che parte con la volontà di valorizzare il prodotto vitivinicolo con la realizzazione del consorzio di prodotto di tutela, il Cervim e il percorso IGP sulla mela che è in corso.

Ringrazio il collega Distort per le sollecitazioni che mi ha posto ieri, per quanto riguarda il discorso della filiera del legno. Bene, lì il primo passo con fondi europei è quello appunto della tutela e del mantenimento dei boschi. In particolar modo poi nella sua zona, quella di Sarre, vediamo che la processionaria sta colpendo di nuovo abbastanza duramente. Ebbene questo che vuole essere il primo passo per poi quello che vedremo durante l'anno, lo studio che era stato affidato lo scorso anno all'IPLA, Istituto per le piante da legno e per l'ambiente, che ci darà delle importanti segnalazioni per impostare quello che sarà il nostro futuro.

Si è parlato tanto anche del lupo, perché se diamo un premio e un incentivo alla monticazione, dobbiamo metterli nelle giuste possibilità di lavorare e di lavorare bene. Qui il Corpo forestale della Valle d'Aosta sta facendo un ottimo lavoro, ma ahimè dobbiamo sopperire a quelle mancanze di personale che sono sempre più gravi.

Dobbiamo giocare tutte le carte che abbiamo a disposizione, come ad esempio il dialogo che nelle ultime settimane è stato ricco, costruttivo e continuo con il nostro senatore, ad esempio nell'ambito del riparto 2021/2022 delle risorse del programma di sviluppo rurale, a proposito di risorse da recuperare. Anche questo l'ho già detto, ma ho piacere di ricordarlo: la nostra Regione è la terza come capacità di spesa, la terza dopo la Provincia autonoma di Bolzano e dopo la Regione Veneto. Come detto prima ci vanno risorse, ma anche dialogo, idee e velocità nell'erogazione dei fondi disponibili, perché poi se abbiamo le risorse ma siamo lenti nel distribuirle, ecco che lì siamo perdenti.

Le opportunità. Cito, ad esempio, la legge per la diversificazione in agricoltura che a breve porteremo all'attenzione della Commissione competente, che può dare nuove opportunità e supportare anche il settore agrituristico.

Un DEFR scritto in seguito a un confronto continuo con i colleghi di maggioranza, che ringrazio. Ringrazio in particolar modo coloro che sono più vicini a questi settori e che durante questi mesi non hanno mai fatto mancare il loro supporto.

È un momento difficile, lo sapevamo bene, nessuno ha mai pensato il contrario. Magari non ci andiamo con il megafono, ma la piazza la viviamo, la conosciamo bene anche noi. Così come conosciamo bene i nostri paesi e i nostri villaggi, territori che abbiamo a lungo amministrato e che viviamo quotidianamente, territori e penso al mio Comune, che lunedì di Pasquetta erano spettrali. Ecco che la ripartenza estiva è fondamentale per il settore turistico, per il commercio e per il mio settore, quello dell'agricoltura. Qui ringrazio veramente di cuore il collega Barmasse per il grande lavoro che sta portando avanti, un lavoro che ci dà speranza per questo futuro, ahimè in un momento estremamente difficile. Quindi come abbiamo detto ieri nell'incontro con le categorie: lavorare duramente a testa bassa, per dare presto le risposte a tutte le categorie, con impegno, costanza e coerenza, in Amministrazione così come nei nostri percorsi politici.

Presidente - Il collega segretario Jordan si è prenotato, ne ha facoltà.

Jordan (VdA Unie) - Riteniamo che questo documento programmatorio sia innanzitutto un buon documento di analisi della situazione attuale, quindi di conseguenza una corretta linea di azione ai principali bisogni a cui dobbiamo urgentemente dare risposta. Purtroppo, la situazione attuale rende complicata e difficoltosa la programmazione in qualsiasi ambito, in quanto saremo, ahimè, obbligati a tarare le nostre azioni in base al continuo evolvere della pandemia.

Questo DEFR non è un libro dei sogni, ci mancherebbe, non doveva esserlo. Questo DEFR ha una giusta dose di pragmatismo e con questa giusta dose di pragmatismo sono state inserite azioni che il Governo e l'Amministrazione sarà in grado di avviare, con le giuste priorità che sono già state evocate dai miei colleghi. Con le giuste priorità ci vedranno mettere in campo le azioni a sostegno del sistema economico produttivo in modo concreto ed efficace, azioni che da un lato dovranno concludere interventi fermi da troppi anni, ma dall'altra parte azioni di prospettiva legate a investimenti strategici, utili ed efficaci.

Nel DEFR, nella sua complessa articolazione, si ritrovano divise per tutti i settori indicazioni di intervento che sono sufficientemente articolate per ricomprendere molte azioni, iniziative e idee, che hanno impedito per questione di sintesi di dettagliare tutte le iniziative che in parte sono state indicate in questi due giorni di dibattito. Non sono state inserite, ma sono state comunque considerate e valutate.

Ritengo che la sintesi che i gruppi di maggioranza hanno trovato sui diversi temi sia un valore aggiunto, come è già stato detto da chi mi ha preceduto, e non una debolezza. Per fortuna possiamo e riusciamo a mettere a confronto le nostre idee, per fortuna c'è dibattito, ognuno di noi può e deve esprimere le proprie idee e perplessità. Credo che il dibattito di ieri sia stato importante, è stato interessante e per me utile ascoltare i colleghi che dai banchi dell'opposizione hanno fornito indicazioni che considero utili, così come sono state le critiche. Importanti quando sono costruttive e vi ringrazio per questo. Come ben detto dall'assessore Caveri il DEFR è fondamentale solo se adesso seguiranno atti coerenti che diano gambe e ne consentano quindi l'attuazione. Seguiamo e quindi valutiamo con attenzione l'avanzamento del DEFR e poi confrontiamoci e se è il caso critichiamone valutandone i risultati.

Come dicevo, ritengo utile continuare ad approfondire e sviluppare i contenuti del DEFR, perché siano attuati nel miglior modo possibile e se è il caso modificati, perfezionati e adattati ai bisogni che emergeranno e che saranno ripresi quindi nei prossimi atti e documenti sui quali stiamo già lavorando, sempre più e solo con l'intento di essere utili e sono sicuro che questa è l'idea di tutta l'aula.

Concludo dicendo che vi assicuro che sento una grande responsabilità sulle mie spalle, che c'era ancora prima di sentire i fischi e le contestazioni di ieri. Una grande responsabilità nel trasformare il lavoro in azioni utili a supporto del Governo e dell'intero Consiglio, per riuscire a dare lavoro, prospettive, speranza e dignità a chi non ha potuto lavorare e che deve in qualche modo essere aiutato. Una responsabilità e un'insofferenza nel provare a immagine un futuro che sarà comunque condizionato e non abbiamo ancora capito né come e né per quanto dalla pandemia.

Presidente - Si è prenotata l'assessora Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Considerato che il testo del DEFR, anche per quanto riguarda la parte sull'ambiente e i trasporti, è già stato ampiamente esaminato dai colleghi, non illustrerò i punti programmatici salienti contenuti del documento, peraltro l'ho fatto in Commissione, ma cercherò di formulare alcune considerazioni più puntuali in ragione di quanto emerso durante la discussione di ieri.

Per quanto riguarda le osservazioni sulle tematiche ambientali, mi soffermo innanzitutto su quella dell'efficientamento energetico degli edifici, che non si esaurisce certamente con il superbonus, ma che dovrà essere un obiettivo perseguito in modo più massiccio a medio termine. È un tema da affrontare anche all'interno della strategia di decarbonizzazione, da costruire sulla base delle linee guida previste dalla road map per una Valle d'Aosta fossil full free che è ora all'esame del Consiglio, assieme alle azioni per l'azzeramento dei gas climalteranti prodotti dal sistema dei trasporti.

A proposito delle discariche e della necessità di intervenire sulla legge 31 del 2007, necessità prevista dal DEFR, la proposta di legge presentata da Progetto Civico Progressista, come ha evidenziato la collega Guichardaz, è un primo intervento di modifica, che non abbiamo presentato certo con lo scopo di trovare dei voti in aula, né di piantare delle bandierine, bensì di portare alla discussione della Commissione un tema importante che merita attenzione e che abbiamo ritenuto presentare a febbraio vista l'urgenza del problema che, a nostro avviso, andava affrontato, nel solco di quanto già previsto dalla legge dello scorso anno, prima della sentenza della Corte Costituzionale. Appena si conoscerà l'esito di questa sentenza, occorrerà legiferare e quindi c'è comunque un testo di base.

Per quanto riguarda l'idrogeno non c'è nessuna contrarietà al suo utilizzo. L'idrogeno non è una fonte di energia, ma un modo per accumulare energia e richiede esso stesso l'impiego di energia per essere utilizzato. Siamo favorevoli alla ricerca e alla sperimentazione per ottenere idrogeno verde da elettrolisi, soprattutto laddove si tratta di impiegare sovraproduzioni o produzioni discontinue, come il fotovoltaico e l'eolico.

Per quanto riguarda l'impiego, oggi il settore principale di interesse è quello dei trasporti, laddove la tecnologia non consenta l'utilizzo diretto dell'elettrico da rete - penso ai mezzi pesanti in primis, ai camion, ai bus extraurbani, ai mezzi battipista - ma non riteniamo che si tratti di una tecnologia proficuamente applicabile alla ferrovia.

La linea è già elettrificata da Ivrea a Torino e sarebbe assurdo avere un sistema diverso da Ivrea ad Aosta. Formulare delle ipotesi diversificate su questo, a mio avviso ora è dannoso, perché c'è una progettazione definitiva in corso di ultimazione, c'è un impegno di RFI a realizzare i lavori ed è opportuno concentrarsi su una scelta più precisa.

Vengo ora alle osservazioni che sono state formulate sul PRT. Il documento deve fare ancora un lungo percorso, deve andare alla procedura di VAS, tornare alla Giunta, in Commissione e poi all'approvazione in Consiglio, quindi ci vorranno dei mesi. Si tratta di uno strumento importante su cui i contributi sono graditi per arrivare infine ad avere un documento che attendiamo da ben 24 anni. Bene che si valutino i vari elaborati, compreso quello sui costi-benefici e che ci sia un confronto con i progettisti che hanno lavorato al PRT. Il documento è stato ovviamente elaborato in sintonia con il programma strategico di interventi per la ferrovia, entrambi vanno nella stessa direzione e tengono conto, come è stato ricordato, della legge regionale 22 del 2016 e dell'accordo quadro con RFI del 2017. Evoluzioni e affinamenti ce ne possono sempre essere, ma noi ci troviamo come Regione a muoverci all'interno di un quadro normativo e programmatico solido e coerente che è stato riportato anche nel DEFR.

Anche sulla Aosta-Pré-Saint-Didier per il collegamento con Courmayeur, il PRT si muove in sintonia con il programma strategico. Lo studio preliminare per Courmayeur è stato consegnato nel marzo del 2019, proprio quando si metteva a punto il programma strategico che lo recepisce e che è stato approvato a luglio. Sono contestuali e dicono la stessa cosa per il collegamento con Courmayeur. A sua volta il testo attuale del PRT conferma i contenuti sia di quello studio preliminare sia del programma strategico, quindi i tre documenti agiscono in modo coerente e organico. Dopodiché è evidente che per il collegamento fino a Courmayeur si stanno facendo degli ulteriori approfondimenti. È un obiettivo questo molto importante ed è corretto approfondire molti aspetti.

Ieri c'è stata una precisa domanda: se per Pré-Saint-Didier, quindi anche per Courmayeur, per qualcuno pensare di coinvolgere i privati sia un tabù. Il consigliere Aggravi ben si ricorda che nel programma strategico è già previsto un possibile intervento di privati, non è quindi un tabù, si parla esplicitamente di possibilità di forme di partecipazione pubblico o privato a pagina 32.

Riguardo alla linea per l'Alta Valle vorrei poi sottolineare che non c'è nessun integralismo dottrinario, c'è piuttosto una visione che va al di là della contingenza, perché ritengo che questo sia uno dei compiti che tutti noi abbiamo: affrontare i problemi dell'oggi, della contingenza, ma pensare anche al futuro. Arrivare ai piedi del Monte Bianco con i binari a mio avviso è una sfida importante e un atto turistico non da poco. Si sta lavorando per inserire il Monte Bianco nel patrimonio mondiale UNESCO, da anni c'è un importante lavoro dell'Espace Mont-Blanc per valorizzare quest'area, quindi arrivare anche con i binari fino allo Skyway significa mobilità sostenibile non inquinante, significa un moderno servizio e, secondo me, anche un grande elemento di attrazione turistica.

Vengo ora al tema delle risorse, che è stato più volte affrontato. Le risorse per gli interventi sulla ferrovia possono venire da diversi canali: il contratto di programma fra Ministero e RFI, il PNRR e specificatamente per il tram-treno ci possono essere anche, nell'eventualità che si scegliesse questa formula, specifici finanziamenti europei; è scritto anche questo nel programma strategico, e può esserci la partecipazione dei privati.

C'è stata ieri una osservazione sulla elettrificazione che poco contribuisce alla velocizzazione. È un argomento su cui sono già state date delle risposte, non ci sono refusi nel DEFR a questo proposito. L'elettrificazione non si fa per velocizzare, ma soprattutto per altri due motivi: per non inquinare con i treni diesel e per avere a disposizione un'ampia gamma di treni. Inoltre, l'elettrificazione permette di avere una linea con dei sistemi di sicurezza e di funzionamento molto più performanti. È un intervento su cui, a mio avviso, dobbiamo impegnarci tutti, anche se il soggetto che deve realizzarlo è RFI.

Segnalo fra l'altro, perché mi sembra una cosa significativa, che la Regione Piemonte ha fatto come la Valle d'Aosta, ha presentato una scheda per ottenere il finanziamento della elettrificazione della Ivrea-Aosta che, come sappiamo, corre in parte sul territorio piemontese, prevedendo esattamente lo stesso importo della scheda valdostana, 81 milioni di euro, come si può vedere consultando il sito della Regione Piemonte. Il titolo della scheda n. 907 a pagina 32 recita: "Regione Piemonte e Valle d'Aosta unite per trasporto interregionale efficiente e a basso impatto ambientale. Elettrificazione della tratta Ivrea-Aosta della linea ferroviaria Torino-Aosta". Secondo me è significativo il fatto che due Regioni con maggioranze politiche ben diverse concordino comunque sul fatto della necessità e urgenza di completare l'elettrificazione della linea che collega Aosta con Torino e la cui realizzazione si era interrotta a Ivrea. Una lunga interruzione che ha causato, ce lo ricordiamo, e causa gravi disagi per gli utenti soprattutto valdostani. L'opera è quindi oggetto di un progetto interregionale e questo ne accresce la possibilità di ottenere dei finanziamenti.

Per quanto riguarda l'aeroporto, è già stato ricordato stamattina, nel 2015 c'è stata una risoluzione del Consiglio che ha chiesto di rivedere il masterplan. Sono stati effettuati degli studi, un aggiornamento di cui dovremo discutere. Gli approfondimenti che sono stati fatti, a mio avviso, non sono sufficientemente efficaci e puntuali, sarà compito della politica e del Consiglio definire un indirizzo. Personalmente credo che la soluzione migliore ed equilibrata sia una opzione che preveda un aeroporto di aviazione generale che pensi alle attività dell'elisoccorso, della Protezione civile, del volo turistico e che, come è scritto nel DEFR, preveda un segmento di volo commerciale. Questo è quello che c'è scritto, ma ovviamente ci dovremo tornare specificatamente in Commissione e in Consiglio.

Presidente - Altri? Assessore Barmasse ne ha facoltà.

Barmasse (UV) - Come Assessore alla sanità ovviamente sono stato tirato in causa più volte, ma è giusto che sia così, perché in questo momento la sanità è veramente il problema principale, ma non solo a mio avviso. Ringrazio l'assessore Sapinet per quanto ha detto prima, sono convinto che quello che è stato fatto in questo momento lo farebbe chiunque fosse seduto qui al mio posto, perché il merito non è dell'assessore ma è di tutti i nostri sanitari, e parlo di tutte le figure, non solo i sanitari, che in questo anno hanno saputo dare una risposta molto importante a quello che è stato il problema della pandemia.

Quello che è successo ieri, cioè avere queste persone qui davanti, è un effetto del problema sanitario. Noi abbiamo due problemi enormi, e lo dico perché non voglio che a volte lo si dimentichi, il problema sanitario e il problema economico. Bisogna dare dei sostegni a chi non arriva a fine mese, ma per risolvere il problema dobbiamo risolvere il problema sanitario. Questo vuol dire vaccinare e lasciarci alle spalle quello che è il problema della pandemia. Questa è l'unica soluzione che abbiamo, e voglio difendere la sanità valdostana, e non l'Assessore come detto prima, perché abbiamo dato come Regione e come sistema sanitario una grande risposta, un'ottima risposta.

Ho sentito dire più volte "Vediamo e impariamo da chi ci sta vicino, da regioni limitrofe". Io direi che, per lo meno se ci limitiamo al nord-ovest, la nostra che è una regione con un unico ospedale e ha saputo dare risposte sanitarie, sia dal punto di vista del trattamento dei pazienti affetti da Covid che per le vaccinazioni, che sono stati nettamente superiori a quello che hanno ottenuto altre regioni molto più blasonate; faccio riferimento, per esempio, alla Lombardia o al Piemonte. La Lombardia è sicuramente la regione con la maggiore attrattività dal punto di vista sanitario in condizioni normali. Eppure, la Valle d'Aosta non ha mai mandato via un paziente, ha trattato tutti. Siamo la regione, almeno fino a ieri mattina, poi questa non è una corsa a ostacoli o una gara a chi arriva primo, che ha vaccinato di più. Quindi direi che tutte queste cose vanno riconosciute al nostro sistema sanitario, che voglio ancora adesso dire e ribadire, va difeso, perché da questo punto di vista è un ottimo sistema sanitario.

Quello che dico non è solamente autoreferenzialità, l'ha detto anche il generale Figliuolo direttamente in una conferenza tra Stato e Regioni, in cui ha riconosciuto le capacità della Regione Valle d'Aosta, pur con un unico presidio ospedaliero, di dare un'ottima risposta a quello che è stato il problema sanitario. Ed è una risposta che noi dobbiamo continuare a dare, perché le risorse vanno investite nella sanità e perché se noi non riusciamo a vaccinare in tempi brevi la maggior parte della popolazione non risolveremo neanche la crisi economica, e sarà solamente mettere delle toppe senza trovare delle soluzioni.

Ritornando al DEFR, colgo qualche suggestione, per esempio, il consigliere Distort mi ha detto che il DEFR forse non è stato abbastanza coraggioso, questo glielo riconosco, non è un problema, nel senso che è il primo DEFR, forse non siamo entrati nei particolari, ma le assicuro che molte suggestioni sono state date dalla minoranza e alcune anche da lei, per esempio un accenno alla valutazione del possibile utilizzo di strutture alberghiere come case della salute o ospedali di comunità. Sono delle suggestioni delle quali stiamo tenendo conto e terremo conto, anche perché ritengo che una opposizione costruttiva sia veramente importante, e di questo va dato merito. In una situazione di crisi assoluta come questa in cui non dobbiamo dimenticare quali sono le priorità, le priorità sono: vaccinare il più possibile e uscire da questa crisi economica.

Collegandomi a quello che ha detto il consigliere Erika Guichardaz, abbiamo tenuto conto anche di altre suggestioni, per esempio quella del collega Manfrin sulla misura unica, tanto è vero che è stato dato come obiettivo dirigenziale ai dirigenti delle politiche sociali proprio per non parcellizzare. Quindi tante suggestioni sono state prese, probabilmente non siamo stati capaci nella scrittura del DEFR di rendere così evidenti questo tipo di suggestioni, intenzioni, volontà, però queste volontà ci sono.

Si è parlato a volte di un libro dei sogni che, anzi, non è neanche un libro dei sogni. Io dico, non tanto da assessore o in questo momento nella veste di politico, ma da cittadino, che se solo riuscissimo a realizzare il 50 percento di quello che c'è scritto, forse, anche vedendo quello che è successo in passato, noi otterremo già un grande risultato; poi il tutto andrà valutato alla luce di quello che si sarà riusciti a fare.

Due parole vorrei dirle anche sull'ospedale, ritengo si possa definire un ospedale nuovo. La collega Spelgatti si è già espressa ampiamente in tal senso, ma della sua posizione abbiamo già parlato e discusso anche in via privata, ognuno ha le sue idee. La invidio molto per queste sue certezze su quale sia la soluzione migliore, certezze che io non ho, anzi, di solito ho molti dubbi. Forse questo deriva anche da una deformazione professionale, perché qui parliamo di leggi fatte dagli uomini, regolamenti, ma chi fa il medico e il chirurgo di solito ha a che fare con quelle che sono le leggi di Dio e le leggi di Dio a volte non sono così chiare, tant'è vero che ogni tanto, in base a quello che è un risultato di un decorso clinico, diciamo "Beh, bisogna strappare via un'altra pagina dal libro di patologia, perché le cose non vanno così". Però ai dubbi bisogna far seguire le scelte, quindi bisogna fare delle scelte. E qui ho dovuto darmi - esprimo un'opinione personale - un parametro che è quello della attuabilità di un progetto e dei tempi di esecuzione. Ora, alla luce anche di quello che hanno detto i vari comitati promotori dell'ospedale in altra sede, i tempi di costruzione, o meglio, di inizio di costruzione e fine di costruzione sono valutabili in circa dieci anni, quindi non stiamo parlando di cose che vengono costruite domani. Per quanto riguarda invece l'ospedale sito nell'attuale sede, che è quella adiacente all'ospedale Parini, la progettazione è già avanzata. C'era un grosso problema, che era quello di coordinare quelle che erano le necessità dal punto di vista archeologico con quella che era la progettazione dell'ospedale, ed è la cosa che abbiamo cercato di fare in questi mesi e forse direi che ci siamo riusciti. Ovviamente una volta fatto questo bisogna fare un progetto definitivo, esecutivo, valutare i tempi, quindi quale è il cronoprogramma e valutare i costi; questo per fare una scelta definitiva su che tipo di struttura noi vogliamo costruire.

Sul fatto che un ospedale vada ripensato non sono così d'accordo, perché è comunque un ospedale per acuti. Che venga fatto vicino all'Ospedale Parini, che venga fatto a Pont-Saint-Martin è e rimane un ospedale per acuti. Un ospedale per acuti non dipende da quella che è la sanità territoriale. La sanità territoriale riduce l'accesso dei pazienti subacuti e cronici a un ospedale, si fa carico soprattutto dei pazienti cronici, ma non può sostituire un ospedale per acuti che, come tale, è stato pensato e così sarà. Quindi indipendentemente da dove questo ospedale verrà costruito, sarà comunque un ospedale per acuti e strutturato in tale maniera.

Si parla poi sovente di modularità. La modularità all'interno di questo ospedale e di quello progettato esiste, perché le strutture interne e quindi i vari reparti possono essere modulati in base a quelle che sono le necessità. La modularità è comunque una delle possibilità che abbiamo anche all'interno di questo ospedale, quello costruito a fianco dell'Ospedale Parini.

I riferimenti ad altri ospedali fatti al di fuori della regione Valle d'Aosta mi fanno piacere, però vorrei ricordare che, parlando anche di ospedali per intensità di cura, fino a qualche anno fa i nostri riferimenti non erano Biella, Ciriè e altre città a noi vicine, ma erano il Memorial Sloan-Kettering di New York o il Karolinska Institutet di Stoccolma. Questi erano i nostri riferimenti e stiamo parlando di strutture dove non si parla al momento di ospedali per intensità di cure. Intensità di cure è una scelta organizzativa, non è una scelta strutturale all'interno dell'ospedale. Quindi per quel che mi riguarda mi sono dato questi parametri, cioè i tempi entro i quali si può costruire un ospedale.

Un altro mito da sfatare è quello che si costruiscano gli ospedali con dentro i pazienti. L'ospedale che viene costruito vicino all'Ospedale Parini è un ospedale completamente nuovo, che una volta finito sarà la sede di trasferimento dei pazienti dal Parini. Sicuramente ammetto che ci siano dei pro e dei contro nel costruire un ospedale in tale sede, ma non verrà costruito nessun ospedale con dentro dei pazienti. I pazienti verranno trasferiti dal Parini all'ospedale nuovo e verrà fatta poi la ristrutturazione dell'Ospedale Parini, non ovviamente come ospedale per acuti, ma come ospedale delle 12 ore, quindi day hospital, ambulatori e il dipartimento materno infantile.

Direi che il mio intervento è stato già abbastanza lungo, e poiché gli ordini del giorno sono numerosi, e molti riguardano la sanità. Volevo solamente per fare qualche precisazione su quello che è stato il DEFR e sulla mia posizione per quanto riguarda l'ospedale nuovo, inteso come costruito vicino alla struttura Parini o in periferia. Non ho nessuna preclusione, faremo una valutazione dei tempi di costruzione dell'ospedale e rivisto in questo momento, c'è anche una cosa molto importante, perché è vero che c'è un'area archeologica, che meriterebbe di essere valorizzata, ma penso che se costruiamo - (di esempi nella nostra regione ne abbiamo tanti) - un ospedale in altra sede, molto probabilmente quest'area archeologica rimarrebbe ancora molto a lungo, sede di scavi magari coperta da teli e l'Ospedale Parini, è vero che si potrà riconvertire, ma temo che ci vorrebbero molti anni e molti soldi per riconvertirlo e potrebbe rimanere uno degli ennesimi monumenti che abbiamo in Valle d'Aosta.

Presidente - Si è prenotato il consigliere Restano. Anticipo soltanto una riunione della Conferenza dei Capigruppo nella mattinata per organizzare i lavori del pomeriggio. Il consigliere Restano ne ha facoltà.

Restano (VdA Unie) - Intervengo su questo DEFR con uno spirito forse un pochino diverso dai colleghi che mi hanno preceduto, ma soprattutto dopo aver ascoltato gli interventi di ieri e quelli di oggi e anche dopo avere avuto delle suggestioni da parte di chi segue il Consiglio, ma soprattutto dopo avere letto gli articoli di giornale che sono prodotti nel tempo riguardo ad argomenti che abbiamo trattato nel DEFR.

Bene ha detto il collega Marguerettaz che mi ha preceduto che questo è un DEFR che nasce in condizioni particolari e soprattutto con una temporalità che è diversa da quella che è dettata dalla norma. Vale a dire che questo DEFR ha una valenza di tempo assai breve e a giugno dovremmo già produrre il DEFR nuovo; io non sono del tutto ottimista, penso che arriverà alla fine dell'estate. Ma un pochino per il ruolo che mi è stato assegnato all'interno di questo Consiglio, Presidente della I Commissione, e anche per quello che è il mio credo, invito tutti a una riflessione e a interrogarsi su quello che è il ruolo che noi vogliamo dare a questo documento, non a quello di oggi, ma a quello che dobbiamo ancora produrre.

Quale ruolo deve avere la politica, quale ruolo deve avere il Consiglio? Il DEFR va inteso come un adempimento burocratico amministrativo o è uno strumento di lavoro? Io credo che debba essere un importante strumento di lavoro e allora forse, al di là della contingenza che contraddistingue questo momento e l'emergenza, dobbiamo pensare a una redazione del documento con impostazioni un pochino diverse. Dobbiamo vedere all'interno dei contenuti che vengono riportati da questo DEFR e da quelli che seguiranno, quale ruolo deve avere il Consiglio nei confronti delle associazioni, delle fondazioni, del Cipel.

Secondo me il Consiglio deve riappropriarsi di una certa autorevolezza nei confronti di chi ho citato in precedenza, autorevolezza che nel tempo abbiamo contribuito a perdere e a far perdere a questa istituzione. Lo possiamo fare attraverso il lavoro e la serietà e attraverso le risposte che possiamo dare anche in un momento di emergenza come questo. L'analisi del documento che vado ad affrontare, con la speranza non solo di commentare e di dare risposte a domande che sono pervenute dalla minoranza o, come detto prima, anche da chi ci segue, ma di dare delle suggestioni per il DEFR del futuro, non deve essere presa come una critica, ma come un invito a riflettere che riguarda in primis me stesso, ma anche il gruppo di maggioranza che frequento.

Con un occhio un po' critico devo dire che la presentazione del DEFR traccia correttamente quello che è il ruolo del DEFR stesso e che forse in alcuni casi non siamo riusciti a rispettare. Questo è quanto già è emerso da alcuni interventi, in particolar modo del collega Rollandin, perché analizzando la presentazione, laddove noi diciamo e andiamo ad affermare che il DEFR è uno strumento che prevede anche quelli che sono gli investimenti budgettari, per motivi contingenti come ho già detto, è già stato ribadito, non li abbiamo elencati in questo documento, probabilmente mi auguro che sarà fatto nel successivo documento DEFR che andremo a produrre. Però, come ho detto, questo momento di emergenza, è già stato ribadito da colleghi che mi hanno preceduto, riguarda in sostanza la parte finanziaria e economica -ieri ne abbiamo avuto il segno tangibile - ma soprattutto, come ha ben detto il collega Assessore della sanità, riguarda l'aspetto sanitario, perché se non affrontiamo e non risolviamo la parte sanitaria, per noi diventa pressoché impossibile dare le risposte che la popolazione si attende.

Analizzando questo settore e altri che più mi competono, tralascerò magari argomenti che hanno già trattato altri colleghi. Analizzando questo settore vedo al primo posto la predisposizione del piano sociosanitario regionale, un obiettivo che è da parecchio tempo che non riusciamo a raggiungere e che spero che si possa raggiungere in tempi brevi. Ordini del giorno interesseranno questo argomento e l'auspicio è che sia trattato in maniera condivisa. È stata una battaglia che ha portato avanti il collega Guichardaz nei tempi, utilizzando convenientemente la V Commissione, ma anche utilizzando tutti quegli strumenti che sono a disposizione del redattore per arrivare a un piano adatto a quella che è la nostra realtà. Mi permetto di aggiungere un punto di attenzione alla legge regionale 5, istitutiva del nostro servizio sanitario regionale, che non abbiamo indicato nel nostro documento di programmazione economico finanziaria.

Dell'ospedale abbiamo già trattato e bisogna essere chiari, più chiari di quanto scritto all'interno del documento, ma penso l'abbia già fatto chi ci ha preceduti. Noi siamo per andare avanti con questo ospedale, se non vi siano dei cambiamenti significativi che ci porteranno verso altre strade. È un ospedale per acuti e da questo punto di vista il progetto sembra datato, ma si può aggiornare, invece dal punto di vista sanitario pare sia sempre all'avanguardia ed è stato redatto da uno dei migliori studi di progettazione nel campo sanitario a livello internazionale, non solo a livello locale.

Attenzione è stata prestata a quella che è l'assistenza territoriale, attraverso la sua riorganizzazione e questo è un punto assai importante. Il collega Baccega è intervenuto su questo punto ricordando quanto da lui portato avanti nel tempo rispetto alla riorganizzazione delle microcomunità in RSA. All'epoca feci parecchie osservazioni rispetto a questa decisione e non ho cambiato idea, perché dico che certe determinazioni da parte del Governo devono passare attraverso gli strumenti preposti allo scopo, attraverso le leggi, ma soprattutto attraverso l'analisi del contesto e delle opportune valutazioni. A cosa mi riferisco? Quando gli amministratori locali e l'Amministrazione regionale hanno deciso di costruire una microcomunità è perché ha fatto delle valutazioni circa la popolazione. Se noi andiamo a sottrarre una microcomunità all'Unité des Communes di pertinenza, dobbiamo avere in mano i dati su quelle che sono le prospettive a dieci anni o a venti anni della popolazione anziana, per verificare se andiamo a sottrarre posti letto o meno. Queste sono le cose che convintamente chiediamo a tutti i governi che si possono alternare alla guida di questa Regione. Avere degli elementi, dei dati, e riprendo un'affermazione dell'Assessore alla sanità: la programmazione sanitaria si fa sulla base di dati. Noi abbiamo necessità di raccogliere i dati per qualunque decisione che dobbiamo assumere in tutti i settori, non solo in quello sanitario.

Andando avanti nel DEFR particolare attenzione viene posta a quello che è il benessere lavorativo. Chi frequenza un pochino la sanità conosce bene a cosa è dovuta la situazione in corso. Faccio tanti auguri a chi governa il settore e mi metto a disposizione per dare una mano a raggiungere questo importante obiettivo, ma si punta anche l'attenzione su quella che è l'approvazione e l'avvio del piano regionale della prevenzione. È un importante strumento per prevenire le malattie: come sovente dico, un euro investito in prevenzione corrisponde ad almeno cinque euro di spese evitate nelle cure. A tale proposito da un certo punto di vista con piacere noto che viene ripresa la sperimentazione all'interno della rete regionale epidemiologica tra l'osservatorio regionale epidemiologico e per le politiche sociali e l'istituenda struttura di epidemiologia prevista dall'articolo 100 della legge 8 del 2020.

Torno al concetto che ho espresso all'inizio del mio intervento: qual è il ruolo del Consiglio? Perché la legge regionale 8 del 2020 all'articolo 100 ci indica la costituzione della struttura di epidemiologia. È una legge regionale approvata in urgenza da questo Consiglio che deroga all'approvazione dell'atto aziendale. Non è materia di contrattazione: questa legge va applicata. E attraverso l'applicazione di questa legge, che deve avvenire a cura degli organi preposti dall'Azienda sanitaria locale, ci passa anche la credibilità di questo Consiglio. Ma cosa accade se non viene data applicazione a una legge approvata da questo Consiglio? Quali sono le ripercussioni sulla popolazione, sulla sanità pubblica e soprattutto cosa ne è della nostra credibilità? Questo è un interrogativo che pongo all'aula con un pochino di rammarico, perché se si produce una norma in urgenza, e quello che viviamo è un momento di emergenza e di urgenza pandemica, e questa legge è stata fatta per questo, non vedo perché non debba essere applicata. Invito il Presidente, il Governo e tutti noi a cercare una soluzione a questo: va applicata immediatamente, non c'è tempo da aspettare. L'osservatorio regionale epidemiologico è un grande strumento di lavoro che ci permette di raccogliere quei dati e di programmare, quindi ben venga! Lo vedrei all'esterno dell'Azienda sanitaria locale in capo all'Amministrazione regionale.

Ritengo che all'interno della parte sanitaria siano stati toccati tutti gli argomenti più importanti. Forse potevamo lavorare come hanno fatto altre Regioni e dedicare un capitolo particolare all'epidemia pandemica: lo valuteremo, è una suggestione che posso lanciare, ma per il prossimo DEFR, perché come ho detto questo è stato scritto in emergenza e in urgenza.

Vengo al settore dei trasporti. Notevoli sono state le suggestioni date dai colleghi, ma soprattutto dall'assessore Minelli che non vedo in aula. È un settore che è à la une. Rammento a tutti, e qui ritorno alla credibilità di questo Consiglio e soprattutto a quanto viene posto in essere dalle nostre partecipate, vi ricordo che nel tempo, in particolare a ottobre 2020, è stato siglato un accordo per la produzione di idrogeno tra la CVA e la SNAM. Vi è un'alleanza tra la SNAM e il gruppo FS per sviluppare treni a idrogeno. Per quella che è la mia scarsa conoscenza nel settore la produzione di energia elettrica acquistata da RFI non proviene da fonti rinnovabili. Questo ci deve portare a fare una riflessione e a capire dove noi vogliamo andare e quali sono le potenzialità per il futuro. Non siamo, almeno il gruppo che rappresento, convinti che l'elettrificazione sia la strada corretta e l'unica strada, dobbiamo fare delle valutazioni. Se partiamo dal presupposto che la realizzazione del nuovo tracciato ferroviario comporterà almeno dieci anni di attesa, perché il progetto dovrà passare al Consiglio superiore dei lavori pubblici e, insomma, la posa del primo binario si potrà avere - se siamo fortunati - tra tre o quattro anni, rischiamo di costruire una ferrovia vecchia. Allora la suggestione è quella di riflettere e di valutare anche gli altri percorsi, senza avere la presunzione che questa sia la soluzione giusta.

Ricordo che la Brescia-Iseo-Edolo è denominata hydrogen valley, c'è chi è più avanti di noi. Allora, se vogliamo esercitare la nostra autonomia, la nostra autodeterminazione nel modo corretto, dobbiamo con molta serenità e umiltà fare delle valutazioni e pensare che le leggi di tutto il settore non sono scolpite sulla pietra, il tempo passa e queste vanno aggiornate. Il collega Marquis diceva che vanno anche cancellate alcune leggi, forse ha ragione, non arrivo a questo estremo, ma arrivo alla riflessione. Mi permetto di dire, non in linea di principio, che molta attenzione la riserverei anche alla Aosta-Pré-Saint-Didier, alle valutazioni. Esiste il tram-treno che dipende da RFI, ma esiste anche la tramvia, esistono altre soluzioni, ma soprattutto, e vengo a settori che competono ad altri colleghi, esistono dei progetti che interessano la valorizzazione della città di Aosta. Il passaggio a raso, la valorizzazione della zona F8: un potenziale incredibile. Noi siamo per costruire i parcheggi direttamente all'uscita del percorso autostradale di tangenziale: ma lo vogliamo almeno valutare colleghi? Vogliamo sentire cosa ne pensa il Comune di Aosta? Perché queste scelte determineranno scelte sul futuro di Aosta-Pré-Saint-Didier, che rimane un potenziale. Io non sto dicendo di no, dico che bisogna valutare.

Quei 50 milioni di euro ipotetici, 44 milioni più IVA più spese varie, oggi li vogliamo dare a quelle persone che erano qua sotto ieri o vogliamo pensare di tenerli lì e metterli altrove? Magari su dei binari morti.

Queste sono le riflessioni e le suggestioni che mi permetto di dare al Consiglio e al Governo per la predisposizione del DEFR del futuro. E permettetemi, ho ricevuto essendomi un pochino occupato del settore, suggestioni da persone che veramente stanno tribolando e che riguardano un settore delicato che noi non abbiamo toccato per il DEFR, e me ne assumo la responsabilità in prima persona. È quello che riguarda i collaudi dei mezzi, è quello che riguarda gli esami delle patenti. Una volta avevamo cinque esaminatori per le patenti, oggi ne abbiamo uno solo. Cosa succede se si ammala? Altre regioni hanno fatto delle convenzioni con il Ministero. Abbiamo delle code incredibili! Potremmo scrivere un ordine del giorno su questo, non mi è venuto in mente, però l'Assessore competente, che conosce sicuramente meglio di me la materia, può farlo. Io vi dico che la Regione dà dei contributi per predisporre le gru sui mezzi alle aziende, poi queste aziende vanno a collaudare i mezzi a Torino, perché gli danno il collaudo in una settimana e non in tre mesi; guardo chi si occupa del settore. Vi dico che dei mezzi regionali devono andare a Torino per collaudarsi, ma ciò significa che l'ingegnere che deve produrre la relazione e l'agenzia che cui competono i contatti con la Motorizzazione civile di Torino è piemontese, quindi il nostro contributo va a generare un guadagno alla Regione Piemonte. Credo che su questo potremmo agire molto rapidamente e potremmo anche esprimerci in tal senso. Queste sono solo alcune suggestioni che vengono dalla popolazione, dai nostri elettori, ma soprattutto da chi lavora e oggi è in difficoltà e per andare a Torino spende più di 300 euro. Quindi in un momento così di crisi rallentiamo un servizio alle aziende, alle imprese e gli facciamo pure spendere più soldi. Dovremmo riflettere su questo punto, siamo ancora in grado di agire e di farlo molto rapidamente.

Per quanto riguarda invece il settore del turismo e dello sport, devo dire che l'Assessore competente ha toccato tutti i tasti, raccogliendo le suggestioni di anni e le ha inserite nel DEFR. È un progetto ambizioso, così come ha detto l'Assessore alla Sanità: se si riuscirà a fare il 50 percento di questo sarà già buona cosa. Importante è il capitolo dedicato allo sport, effettivamente la legge regionale n. 3 deve essere rifatta. Con un po' di autocritica posso dire che chi l'ha preceduta non c'è riuscito, parlo per me stesso. Si parla tanto di sponsorizzazioni, è un capitolo delicato, si parla di promozione attraverso i veicoli sportivi. In passato è stata fatta una scelta di dare 500 euro ai giovani atleti e le pongo un interrogativo, Assessore: è giusto o non è giusto? Io sono genitore di un giorno atleta, con 500 euro non gli risolviamo la problematica. Probabilmente andando a sostenere le federazioni in maniera più significativa, riusciamo a dare l'opportunità a più ragazzi. Questo è il mio modo di vedere lo sport, perché l'obiettivo, colleghi, è di portare tanti giovani allo sport, e questo lo possono fare le associazioni e le federazioni. Poi guardo il collega Brunod che è un grande atleta e sono sicuro che lui potrà condividere. Il problema è che i dati statistici ci dicono che abbiamo una riduzione dei giovani che praticano lo sport, soprattutto nelle discipline invernali. Allora dobbiamo valutare come fare ad avvicinarli e non è con quei 500 euro che riusciamo ad avvicinarli, ma è incrementando l'attività della federazione. Glielo lancio come spunto e naturalmente mi rendo disponibile a lavorare e collaborare su questo tema importante.

È difficile parlare oggi della possibilità di incrementare lo scialpinismo, venendo sempre al collega Brunod. È sicuramente un settore emergente che coinvolge anche in maniera importante l'economia locale. La gestione dei percorsi, così come la gestione dei percorsi ciclabili, ci pone delle criticità e soprattutto oggi viene gestita dagli enti locali questa promozione, quindi dovremmo trovare delle sinergie per cercare di incrementare questo importante settore, perché anch'io venendo dallo sci nordico lo pratico, lo vivo e ho tanta volontà di sostenerlo. Non è semplice dare delle risposte. In Valle d'Aosta esiste un piano di marketing - credo fosse stato approvato dalla giunta Rollandin Marguerettaz - che è tutt'ora attuale. Forse è da migliorare, forse è da aggiornare, ma lo strumento ce lo abbiamo, dobbiamo tirarci su le maniche per lavorare in questo settore.

Per quanto riguarda lo snowfarming che è stata, se volete, una battaglia di lungo corso che abbiamo condotto in quest'aula, ahimè purtroppo - l'assessore Bertschy potrà confermarmelo - ci sono poche richieste! Mi sono giunte delle suggestioni da parte di eventuali enti gestori che si rendono disponibili e aspettiamo che le formalizzino, perché i soldi in bilancio due anni fa c'erano, ma non sono state presentate richieste. Anche le località più accreditate nelle quali noi fidavamo molto non hanno presentato richieste. Io ritengo, così come il collega Brunod, che siano un importante elemento di promozione del territorio, che può completare un'offerta turistica di notevole rilievo. A tale proposito mi sono permesso anche di presentare, insieme ad alcuni colleghi, un ordine del giorno sull'argomento.

Noi il marchio ombrello ce l'abbiamo già, si chiama Vallée D'Aoste, colleghi, è affermato e convengo con l'Assessore invece che bisogna fare un lungo percorso di sensibilizzazione al suo utilizzo attraverso le associazioni e gli enti locali. Abbiamo tanto lavoro di fronte a noi, partendo da quelle leggi che sono state elencate, che potrebbero dare una svolta all'intero settore. Per quanto riguarda il coinvolgimento di campioni nell'organizzazione della Coppa del Mondo di fondo, lo abbiamo fatto coinvolgendo l'olimpionico Marco Albarello che mi sembra che poi si sia reso disponibile pure a collaborare con l'Assessorato al turismo. Ne abbiamo tanti altri, ha ragione il collega Brunod, che possono essere utilizzati per promuovere il nostro territorio.

Presidente - Considerata l'ora, propongo di sospendere i lavori e riaggiornarli alle ore 15:00. Nel frattempo convoco la Conferenza dei Capigruppo adesso per organizzare i lavori del pomeriggio.

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La seduta termina alle ore 12:53.