Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 454 del 25 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 454/XVI - Interpellanza: "Revoca dell'appalto di gestione delle piscine regionali a seguito della condanna penale della società affidataria".

Bertin (Presidente) - Come anticipato, adesso passiamo al punto n. 46 per poi in seguito ritornare ai punti dell'assessore Bertschy. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Preso atto della pesante sentenza di condanna riportata dai titolari della società aggiudicataria dell'appalto delle piscine regionali di Aosta, Pré-Saint-Didier e Verrès per frode nelle pubbliche forniture, considerata la sentenza di rigetto da parte del TAR della Valle d'Aosta del ricorso promosso dalla medesima società che aveva in gestione tra le altre la piscina scoperta di Aosta avverso la revoca dell'affidamento della struttura, preso atto altresì dell'approvazione da parte della Giunta comunale di Aosta dell'avviso per cercare un nuovo gestore, quindi Aosta cambia gestore a seguito di questa sentenza, noi chiediamo se il Governo regionale intenda procedere con la revoca alla società di cui sopra della gestione delle strutture di proprietà regionale, quindi Aosta (coperta), Pré-Saint-Didier e Verrès.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Marzi.

Marzi (AV-SA) - In merito ai recenti avvenimenti giudiziari che avevano coinvolto rappresentanti della società risultata aggiudicataria della gestione delle piscine regionali, con nota del 21 febbraio 2020, la struttura regionale competente ha chiesto all'Avvocatura della Regione di voler evidenziare quali fossero gli adempimenti più corretti da porre in atto e quali fossero le eventuali conseguenze che tali avvenimenti avrebbero potuto determinare sui rapporti contrattuali in essere.

In riscontro a tale richiesta, l'Avvocatura della Regione, con nota del 30 marzo 2020, evidenziava testualmente: "in attesa della sentenza definitiva, che, qualora fosse confermativa di quella di primo grado, nell'ipotesi ovviamente di appello da parte degli imputati, comporterebbe ai sensi dell'articolo 108, comma 2, lettera b), e 80, comma 1, lettera b), del decreto legislativo n. 50/2016, la risoluzione del contratto, si ritiene opportuno revocare sin d'ora le autorizzazioni rilasciate per le applicazioni di tariffe o standard qualitativi differenti rispetto a quelli previsti dal capitolato tenuto conto del fatto che le motivazioni alla base delle autorizzazioni sono state indirettamente contraddette dalla sentenza". Il contenuto della risposta rimandava quindi esplicitamente la risoluzione del contratto all'avvenuta sentenza definitiva qualora questa venisse confermata. Inoltre la stessa nota di risposta riportava: "a fronte della segnalata insussistenza di un danno patrimoniale in capo alla Regione, la difesa della Regione nell'ambito del procedimento in oggetto ha ritenuto di non formulare richieste risarcitorie".

Su queste basi si è ritenuto comunque di mantenere senza interruzione un importante servizio alla collettività, che altrimenti non avrebbe avuto altre possibilità di beneficiarne. Ricordiamo in particolar modo che l'anno di cui stiamo parlando, quindi il 2020, è stato un anno assolutamente particolare e ricordiamo anche, rispetto alla tematica giustamente da lei richiamata, che il capoluogo regionale ha a che fare con una piscina scoperta in una regione alpina invece la Regione gestisce piscine coperte sempre in una regione alpina. Questa variante in realtà risulta essere più che sostanziale non tanto da un punto di vista giuridico ma sicuramente da un punto di vista politico e sociale, soprattutto in un anno nel quale non tutti hanno avuto la possibilità di andare al mare o beneficiare di vacanze. Il servizio offerto infatti dalle piscine di Aosta e Verrès è volto a tutte le fasce della popolazione e a soddisfare le diverse esigenze motorie e sportive, quali le attività di corsistica e di avviamento al nuoto, quelle a carattere pre-agonistico e agonistico, nonché le attività a favore dei diversamente abili e queste attività si sono svolte nel periodo del 2020 che va da giugno a ottobre.

Inoltre, tenuto conto dei tempi che un'eventuale revoca e la conseguente procedura di riaffido avrebbe determinato, vista l'assenza di offerenti ai quali rivolgersi, perché ricorderete che la gara di riferimento aveva avuto un solo offerente, con più che probabile ricorso da parte del concessionario attuale, si è ritenuto che non fosse opportuno procedere alla risoluzione del contratto in essere. In assenza di elementi di novità che dovessero intervenire al riguardo, tale approccio verrà pertanto mantenuto.

Nel rispettare quindi assolutamente la piena dignità dell'iniziativa di riferimento si evincono nella risposta che ho appena esplicitato, e probabilmente anche in anticipo rispetto alla giusta replica che voi farete, due aspetti: uno di natura giudiziaria dei quali la struttura ha deciso correttamente di tener conto nel periodo antecedente all'attuale Governo e all'attuale minoranza, il secondo è di aspetto invece più di natura sportivo/sociale legato alla gestione di strutture coperte in un periodo molto delicato della storia della Valle d'Aosta.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Sembra destino, collega Marzi, che noi ci ritroviamo in situazioni similari a quelle che affrontavamo quando eravamo in Consiglio comunale e lei era Assessore allo sport, ricordo battaglie che avevano delle similitudini molto importanti con la situazione attuale, che riguardavano tutto il discorso del Montfleury ma non solo, poi ricordiamo il Palaghiaccio e quant'altro, ma sottolineo in particolare il Montfleury.

Non sono minimamente d'accordo con la posizione assunta dall'Avvocatura, condivido appieno invece quella che è stata la posizione scelta dal Comune di Aosta, sottolineo per di più che, tra l'altro, le sue indicazioni in relazione al fatto che la piscina di Aosta abbia in gestione la piscina scoperta dovrebbe essere una motivazione in più per aver creato difficoltà al Comune di Aosta rispetto a quelle che possiamo avere noi come Regione nel momento in cui gestiamo delle piscine coperte, tra l'altro, in un momento di pandemia, tutte le cose si possono fare, ci deve essere la volontà di farle.

Bisogna poi tenere presente che non bisogna andare solo a verificare e tener presente solo questa condanna, che è una condanna pesante perché è per frode nelle pubbliche forniture, che appunto, ripeto, ha portato il Comune di Aosta a revocare, indipendentemente dal fatto di essere arrivati comunque a sentenza definitiva o meno, ma la cosa è talmente grave che chiaramente ha portato a revocare... ma poi bisogna comunque controllare questi contratti e soprattutto bisogna controllare se i contratti di appalto vengano eseguiti correttamente e vengano rispettate tutte le clausole rispetto a quella che è stata la gara sulla base della quale poi si è vinto. Purtroppo abbiamo visto già all'epoca come sia sul Comune di Aosta che sulla Regione, eccetera, queste gare vengono vinte, ma poi la concreta applicazione di tutte le clausole, e soprattutto di tutto quello che chi si è aggiudicato il contratto faccia o meno, questo controllo poi di solito manca.

Teniamo presente, ad esempio, che nel contratto di appalto in essere il direttore degli impianti non poteva avere incarichi in società sportive, in questo caso la normativa in realtà sappiamo benissimo che è stata bypassata visto e considerato che poi vengono dati degli incarichi fittizi e sostanzialmente a persone che poi non gestiscono di fatto la cosa e invece chi gestisce poi di fatto viola questa norma, tanto per fare un esempio ma ci sono tante altre situazioni che comunque sono venute fuori.

Allora io ritengo che gli impianti sportivi siano qualche cosa di fondamentale per la nostra Regione e ritengo soprattutto che comunque si debba cambiare completamente l'approccio che il Comune di Aosta, tornando a quello che succedeva all'epoca, e la Regione deve avere nel momento in cui fa degli appalti e dà in gestione questi impianti.

Ci vuole un cambio completo di prospettiva e soprattutto non bisogna rifare delle gare esattamente come sono state fatte adesso, perché già solo il fatto di pensare di dare dei soldi per gestire tre impianti indipendentemente da poi quante giornate di apertura e di chiusura vengono fatte, poi con i lavori straordinari che devono essere fatti chiaramente dalla Regione, indipendentemente poi chi tiene chiuso magari un impianto ci guadagna perché tanto comunque i soldi li prende nella stessa identica misura che ci sia l'apertura che ci sia la chiusura, non deve funzionare così. Ci deve essere una gestione molto più imprenditoriale del tutto, ci deve essere un cambio di prospettiva e soprattutto i privati che hanno in gestione devono poter far girare le cose, poter guadagnare ma soprattutto poter anche far sì che la Regione abbia un tornaconto e che non sia sempre Pantalone che paga indipendentemente dai risultati che porta l'imprenditore rispetto all'impianto e dal servizio che viene offerto alla collettività. Sto parlando in generale e non solo nel caso specifico.