Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 444 del 24 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 444/XVI - Interpellanza: "Rispetto del protocollo sanitario per la prevenzione della rinotracheite bovina infettiva nel progetto messo in campo dall'Anaborava".

Bertin (Presidente) - Punto n. 32. Consigliere Planaz, per l'illustrazione.

Planaz (LEGA VDA) - È comparso sul quotidiano online "Aosta Sera" un articolo concernente un progetto messo in campo dall'Associazione Nazionale Allevatori di Razza Valdostana, Anaborava, con un partner extraregionale con l'obiettivo di procedere in un'attività commerciale di produzione di liquido seminale di bufalo.

Prima abbiamo parlato di lupi, adesso di bufali, mi sa che facciamo prima ad aprire uno zoo che così il comparto agricolo valdostano tira un respiro di sollievo, adesso la mettiamo un po' sul ridere, ma questo sarebbe meno perché io non voglio entrare in merito ai progetti e alle scelte del direttivo di Anaborava, in quanto l'iniziativa intrapresa... il problema è che - come tutti i bovini, ovini e caprini introdotti nella nostra Regione - per fare entrare questi animali nella nostra regione si deve osservare un rigoroso protocollo sanitario e questo è già un motivo di disagio per gli allevatori valdostani che devono a volte uscire dalla regione per svernare per poi rientrare, in quanto sostengono un costoso carico burocratico nel fare effettuare le prove diagnostiche sui suddetti animali, per poi rientrare nella regione con le eventuali quarantenne e quant'altro.

Io non so come sia potuto succedere, ma, è clamoroso, abbiamo appreso dagli organi di stampa è che questi animali erano infetti di malattie di cui la nostra regione da anni è ufficialmente indenne. Abbiamo speso e investito molte risorse pubbliche per riuscire ad avere un livello sanitario molto elevato e, con le risorse che vengono erogate tutti gli anni ad Anaborava, io non riesco a capire un progetto di questo tipo - su uno studio dei bufali o prelievo del seme di bufalo -quale vantaggio possa portare alle aziende valdostane, oltre al fatto che questo tipo di scelta mette a rischio l'intero patrimonio sanitario bovino della nostra Regione.

Per questo chiedo all'Assessore competente, che spero che sia informato del caso, che ci illustri il fatto.

Presidente - Per la risposta, l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Questa interpellanza permette di portare in aula la questione Anaborava, associazione che conoscevo da cittadino, da Sindaco, ma di cui in questi mesi ho potuto approfondire l'attività nei suoi contenuti, ho potuto toccare con mano la passione e la competenza degli addetti Anaborava, i dipendenti e i vertici, e il lavoro che viene portato avanti con assoluta professionalità.

L'associazione, ne sono convinto, insieme ad Arev, a Institut Agricole Régional, al Consorzio di prodotto di tutela del prodotto fontina e ai tecnici dell'Assessorato, potrà essere veramente un valore aggiunto per il tavolo di lavoro che, a breve, istituiremo con apposita delibera di Giunta.

Per quanto riguarda le due domande, la prima "se sono a conoscenza di quanto riportato": l'Amministrazione regionale, nelle figure del veterinario regionale, dei servizi della ASL e dei servizi zootecnici era ovviamente a conoscenza dell'iniziativa promossa da Anaborava e ne ha seguito, a diverso titolo, gli sviluppi successivi.

Per l'introduzione dei capi bufalini nel territorio regionale, l'ente di selezione Anaborava ha concordato con i servizi veterinari un apposito protocollo sanitario, condiviso anche con il veterinario regionale. Gli accertamenti effettuati dall'autorità sanitaria - dopo l'arrivo degli animali in una stalla di quarantena adeguatamente predisposta e autorizzata, sita nel Comune di Morgex - hanno evidenziato alcune difformità rispetto al protocollo predisposto.

I servizi veterinari hanno provveduto quindi a sottoporre i capi a tutte le prove sanitarie previste per la quarantena, prove sanitarie eseguite dall'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta per l'IBR che hanno dato seguito a un riscontro di 2 capi positivi.

Le restanti prove eseguite sono state refertate tutte come negative. Si precisa che gli accertamenti che hanno peraltro rilevato che non si trattava di positività alla IBR bovina, malattia per cui il territorio della Valle d'Aosta è ufficialmente indenne ma della variante bufalina, IBUR.

I due virus sono appartenenti alla stessa famiglia ma si tratta di due virus comunque diversi. Valutata comunque sulla base delle conoscenze scientifiche la possibilità d'infezioni incrociate tra le due specie, si è prontamente proceduto ad applicare le disposizioni previste nel protocollo sanitario, che prevede l'allontanamento dal territorio regionale di tutti i capi in quarantena in caso di positività anche di un solo soggetto.

I due capi positivi sono stati macellati fuori Valle il 17 febbraio, così come un ulteriore bufalo risultato positivo a un successivo approfondimento. I restanti quattro capi sono stati allontanati dalla nostra regione in data 5 marzo.

La stalla di Morgex dove erano stati ricoverati gli animali in quarantena è stata ovviamente sottoposta a disinfestazione da parte dei servizi veterinari.

Non vi è stata pertanto nessuna conseguenza per l'indennità del territorio valdostano da IBR né conseguenze per l'Anaborava e nessun altro allevamento valdostano è stato coinvolto.

La seconda domanda, "quali siano le motivazioni che hanno portato Anaborava ad aderire al progetto summenzionato": va detto che l'Anaborava per svolgere le sue funzioni istituzionali a favore degli allevatori vive di contribuzioni pubbliche, di progetti, di programmi, di piani eccetera, di quote associative dei soci ma anche di attività commerciali; queste ultime valgono circa il 20% del suo bilancio.

L'attività commerciale ha permesso all'associazione di sopravvivere anche nei momenti in cui le contribuzioni pubbliche si sono ridotte, in mancanza di suddetta attività, Anaborava avrebbe dovuto aumentare le quote ai suoi associati rappresentati appunto dagli stessi allevatori.

Faccio presente che l'attività commerciale degli enti selezionatori, come lo è Anaborava, è consentita, anzi, incoraggiata e auspicata dallo stesso Ministero delle politiche agricole, che nel decreto legislativo 52 dell'11 maggio 2018 all'articolo 6 stabilisce che: "Gli enti selezionatori possono autofinanziare, in tutto o in parte, la propria attività attraverso l'espletamento di servizi per i propri soci e l'utilizzo di marchi collettivi con l'obbligo d'impiegare i relativi proventi in attività e investimenti riconducibili a programma di conservazione e miglioramento genetico".

Per quanto riguarda il caso specifico, Anaborava si è mossa anche nell'intento di consolidare i rapporti di collaborazione con l'ente di selezione bufalino, su richiesta della società Synergie, che associa diversi enti di selezione, che necessitava di una limitata quota di materiale seminale della specie bufalina per la conduzione di prove di progenie.

Si precisa anche che per lo svolgimento di tale attività di commercializzazione, di seme appunto bufalino, Anaborava aveva preventivamente chiesto il parere al Ministero delle politiche agricole e ottenuto il relativo nullaosta.

Personalmente sono dell'opinione che avere sul nostro territorio un'associazione attiva collaborativa con altri enti che operano a livello nazionale non possa nel medio-lungo termine che portare positivi risvolti e benefici all'intero settore; collaborazioni di cui si è anche parlato, ad esempio, durante le trattative che citavo poco fa, trattative attualmente in corso per la definizione dei criteri di riparto dei fondi PSR programmazione 2021-2022, collaborazioni che hanno dunque una valenza molteplice, forse non immediatamente percepibile, ma che rappresenta un valore aggiunto, sia in termini economici, per una ricaduta diretta sugli allevatori stessi, sia in termini sinergici, in un periodo storico dove su diverse tematiche occorre fare rete e confrontarsi con le altre realtà presenti sul territorio nazionale.

Presidente - Per la replica, il consigliere Planaz.

Planaz (LEGA VDA) - Come ho detto prima, io non voglio entrare nel merito delle scelte di Anaborava, che sicuramente avrà fatto le sue analisi prima di procedere con questo progetto.

Io mi soffermo di più sul rischio che ha corso tutto il panorama sanitario bovino valdostano dopo aver fatto entrare nella nostra regione degli animali che lei ha dichiarato che sono risultati negativi, ma se poi mi dice che due sono stati abbattuti, effettivamente proprio negativi non erano, perché sennò non venivano inviati al macello.

È per questo che ho ritenuto opportuno presentare questa interpellanza, perché di fronte a molti allevatori che rispettano tutte le regole vigenti non solo valdostane, ma pure nazionali e anche europee, perché vi sono delle rigide regole sanitarie, mi domando come sia potuto succedere che un numero così elevato di animali sia potuto entrare nella nostra Regione in quelle condizioni, soprattutto su ordine di Anaborava.

Perché fosse successo a un allevatore improvvisato che decide di mettere degli animali nella sua proprietà e magari non è a conoscenza di tutte le regole sanitarie in vigore, ma un ente così importante per la selezione - come ha detto lei - del nostro patrimonio zootecnico!

Spero che in primis Anaborava pensi un po' agli allevatori valdostani, come sia potuto succedere che otto animali siano potuti entrare nella nostra regione in queste condizioni... dopodiché qualcuno li avrà accuditi questi animali e anche il rischio di contagio del personale che si è andato a occupare di questi animali nel periodo che hanno sostato in questa Regione... perché sono venuto a conoscenza di malattie non proprio ben identificate, non c'era solo la rinotracheite infettiva...

La USL non ha attivato un protocollo differente dagli altri, la USL ha fatto il suo lavoro: i veterinari hanno operato come fanno con tutti gli altri animali che entrano nel nostro territorio: esercitando le loro mansioni hanno riscontrato che vi erano dei capi infetti. Bisognerebbe proprio fare attenzione che enti come Anaborava non caschino in questi tranelli che portano dei danni all'intero sistema dell'allevamento valdostano.

Io non voglio conoscere l'entità del guadagno che avrebbe realizzato Anaborava a portare avanti questo progetto... abbiamo giusto valutato -era appena stato nominato, Assessore - il focolaio che si è acceso l'anno scorso nella nostra regione e abbiamo avuto dei problemi a liquidare e a risarcire in parte i danni per quegli animali, non vorrei pensare che questi animali che arrivano nella nostra regione infettino tutti gli altri capi, che poi dobbiamo di nuovo impegnare soldi pubblici per delle cause che non sono da attribuire ai nostri allevatori.