Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 443 del 24 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 443/XVI - Interpellanza: "Approvazione di concerto con il Corpo Forestale di un protocollo unico da applicare in tutti i casi di avvistamenti di lupi sul territorio regionale".

Bertin (Presidente) - Punto n. 31. Per l'illustrazione, il consigliere Rollandin.

Rollandin (PA) - Abbiamo due disegni di legge che parlano del lupo, abbiamo fatto delle riunioni a catena per capire che cosa fanno gli Svizzeri, cosa fanno i Piemontesi, cosa non fanno quelli del Trentino e ne siamo usciti galvanizzati, nel senso che difficilmente si riuscirà a capire che cosa farne del lupo, se non darlo a gestire al Corpo Forestale ed è la ragione per cui noi correttamente diciamo che le comunicazioni fatte dal Corpo Forestale ai Sindaci della Valdigne in seguito all'avvistamento di lupi definiti confidenti... non è una parolaccia, "confidenti" per i lupi è quasi un orgoglio!

Quindi c'è da approfondire, abbiamo il Presidente della Commissione che giustamente è molto impegnato, ha già invitato degli ingegneri, poi inviterà adesso non so quali altri Presidenti delle Regioni competenti sul lupo per venire a darci un sostegno puro, reale, netto.

Poi, su sollecitazione, sono venuti anche i colleghi veterinari per vedere cosa si poteva fare dei lupi. Non abbiamo ancora capito bene in Valle d'Aosta quanti saranno i branchi, per adesso sono sette-otto, però possono aumentare o diminuire a seconda della pappa che hanno, dei vitelli che mangiano, è tutto un gioco difficile.

Allora ci permettiamo di chiedere al Governo regionale se sia intenzione procedere con la votazione di un protocollo di concerto con il Corpo Forestale da applicare nel caso di avvistamenti - qui non è scritto con che mezzo lo avvisti, se con il binocolo o con altri mezzi molto più moderni - per cui si possa essere precisi sul numero degli animaletti, perché qui l'ingegnere diceva che in valle ce ne sono sessanta, i forestali ne hanno dato qualcuno di più, adesso è tutto da dimostrare, però questo porta a dire se sia intenzione del Governo di procedere con una campagna di sensibilizzazione, così da informare tutta la popolazione sui comportamenti da tenere e a chi rivolgersi perché francamente è un tema che interessa molto non solo i Valdostani, quindi riteniamo che sia giusto avere delle delucidazioni su cosa la Giunta pensi di fare dopo questi accertamenti che sono stati fatti nelle precedenti valutazioni.

Presidente - Per la risposta, l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Innanzitutto sono contento che, dopo l'interpellanza sul Tor, il lupo abbia fatto tornare il sorriso sul suo volto. La ringrazio di questa interpellanza, che ci permette di portare in aula questo tema, un tema molto sentito dalla comunità, un tema al quale stiamo dando la massima attenzione.

Nell'interpellanza viene citata una comunicazione fatta dal Corpo Forestale ai Sindaci della Valdigne, ci tengo a precisare che si tratta di una comunicazione assolutamente informale: un messaggino, un messaggio WhatsApp, che comunque ben testimonia anche il rapporto presente tra il Corpo Forestale della Valle d'Aosta e i Sindaci, in quanto entrambe queste figure presidiano il territorio.

Parliamo di un protocollo con la prima domanda, di aggressioni con la seconda e dell'informazione con la terza.

Le procedure per il monitoraggio della specie lupo sono state definite e approvate dalla regione con un provvedimento dirigenziale, il n. 7180 del 20 dicembre 2017. Il documento in sintesi indica "chi, come e quando" è incaricato di raccogliere, trasmettere ed esaminare i dati circa la presenza del lupo sul territorio. Procedure elaborate tenendo conto dei protocolli di monitoraggio indicati a livello internazionale e nazionale e delle procedure in atto nelle altre Regioni alpine. Sono state definite di concerto con tutti gli enti e le strutture regionali coinvolti nella gestione della specie: il Corpo Forestale, le aree naturali protette, il parco nazionale del Gran Paradiso, il parco naturale del Monte Avic, le strutture veterinarie e l'Istituto Zooprofilattico.

Un protocollo regionale per determinare la presenza, la distribuzione e la consistenza delle popolazioni di lupo sul territorio indica le seguenti azioni in un controllo sistematico del territorio per l'individuazione dei segni di presenza: la tracciatura delle piste sulla neve, la raccolta dei campioni biologici da inviare alle analisi genetiche, le attività di monitoraggio con la tecnica dell'ululato indotto e l'utilizzo di trappole video-fotografiche.

Sono utilizzati i dati del ritrovamento di carcasse di ungulati selvatici riconducibili a predazione di lupo, delle predazioni sui domestici, degli avvistamenti di esemplari lupo e del ritrovamento di lupi morti.

È da dire che molte di queste attività sono coperte dal punto di vista economico da risorse proveniente dal progetto "Life Wolfalps EU" del quale poi parleremo nell'interpellanza successiva.

La raccolta dei dati è affidata nei rispettivi territori di competenza al personale del Corpo Forestale della Valle d'Aosta, al Parco Nazionale del Gran Paradiso e al Parco Naturale del Monte Avic.

I vari segni di presenza, unitamente alle informazioni inerenti agli avvistamenti e agli attacchi dei predatori, sono trasmessi alla struttura flora e fauna del Dipartimento Risorse Naturali che provvede a esaminare e a valutare criticamente tutte le informazioni al fine di stimare il numero dei branchi presenti sul territorio regionale, la loro distribuzione, gli eventi riproduttivi, il numero di esemplari, gli spostamenti interni ed esterni, la dinamica di popolazione, nonché le aree più critiche in relazione ai conflitti con le attività antropiche.

Per una piena conoscenza del fenomeno è pertanto molto importante che chiunque avvisti dei lupi sul territorio avvisi nel più breve tempo possibile il Corpo Forestale per le successive incombenze del caso.

Tutte le aggressioni e le predazioni di selvatici e domestici sono pertanto monitorate, così come il ritrovamento dei lupi morti. Ovviamente, come nel caso di Bionaz che viene citato nell'interpellanza, le predazioni sui selvatici e la morte di lupi a causa di attacchi dei membri dello stesso branco sono eventi che rientrano comunque nelle normali dinamiche naturali.

Le predazioni sui domestici invece ahimè sono oggetto di particolare attenzione da parte del personale tecnico dei veterinari e sono tutte catalogate. Si tiene conto di quanti e quali animali sono predati, in quanto sono soggetti a indennizzo e per l'eventuale attuazione delle misure di prevenzione, anche queste coperte dal famoso finanziamento europeo.

Per quanto attiene agli avvistamenti di lupi vicino ai centri abitati, il fenomeno è monitorato attentamente dal Corpo Forestale, al fine di valutare le misure da attuare.

Per quanto riguarda invece l'informazione, è sicuramente fondamentale fornire la massima informazione sulla distribuzione e sui comportamenti del lupo, al fine di assicurare alla collettività e attenuare i conflitti tra il lupo e le attività dell'uomo.

Si sta provvedendo pertanto a mettere in atto un piano di comunicazione specifico calibrato in base alle diverse categorie: al mondo agricolo, ai cacciatori, alle scuole, alla popolazione residente, ma anche alla popolazione turista, ponendo una particolare attenzione a restituire i dati di presenze e distribuzione del lupo con la massima trasparenza possibile.

A tal proposito, si evidenzia che sulla prima pagina del sito regionale è presente una sezione specifica contenente le informazioni aggiornate sul lupo in Valle d'Aosta e che la struttura competente sta provvedendo, in collaborazione con il Celva, alla predisposizione di messaggi infografici che avranno la massima divulgazione sul territorio regionale.

Colgo l'occasione anche per ringraziare il personale e i referenti del CdA del Celva per la continua collaborazione che ci stanno fornendo.

Presidente - Per la replica, consigliere Rollandin.

Rollandin (PA) - Il problema del lupo sta nel comprendere se la sua presenza sia da considerare come un fattore che deve coinvolgere tutti: dalle scuole agli anziani da quelli che sono vicini al parco, quelli che sono nel parco a quelli che sono fuori... perché noi abbiamo i migliori parchi, sicuramente in Italia e anche altrove, dove non è vietato il lupo, il lupo può andare nel parco, il lupo confidente, ma può andare. Poi cosa succede? Questo non lo abbiamo capito. È sparito il camoscio bianco perché è andato qualcuno di troppo a vederlo... cioè ci sono nelle osservazioni che voi avete fatto, per carità è giusto che ci siano i rilievi... il Corpo Forestale ha fatto un ottimo lavoro quando sono stati avvisati i sei-sette lupi vicino a casa sua c'erano tutti i forestali, hanno preso tutte le distanze, hanno fatto un lavoro importante, quindi sicuramente con la presenza del lupo di un certo tipo bisognerà aumentare anche il numero dei forestali, il numero di quelli che devono seguire i branchi, sapere a che ora i lupi si appostano per mangiare la capretta, in modo che ognuno sia informato per tempo.

È un lavoro importante, non sarà facile venirne fuori dicendo: "Bah, al di là dell'avvistare il lupo".

Poi c'è chi ha più paura, chi un po' meno, il lupo attraversa le strisce forestali, attraversa un Comune, lungo la strada ci sono i bambini che giocano ma non importa, non è quello il problema!

Quello che voglio dire è che, al di là di tutto, vi è sostanzialmente un aspetto solo: noi stiamo cercando di capire se riusciamo a fare una legge che raggiunga lo scopo che vorremmo ottenere: non avere più gente che ha paura perché c'è il lupo, non avere il lupo che sbrana le capre e le pecore e poi ci fa la guerra, cominciare a vedere se ci sono i cani randagi invece che i lupi, poi cercare di dare all'agricoltore il giusto risarcimento e qui c'è da andare dietro a un'altra valutazione: bisogna capire il perché: forse è colpa dell'allevatore che ha lasciato la capra libera per cui il lupo se l'è mangiata!

Arriviamo a dei punti non facili da dirimere perché poi ti denunciano, se hai pagato la capretta e non dovevi? È sicuro che era il lupo e non era il cane randagio? E se era il cane randagio come facciamo? Sono evenienze che sono state considerate e che ci portano ad avere difficoltà a giungere a una legge che vada in una certa direzione, quindi non è che si sia per forza contro il lupo ma non vorremmo nemmeno essere in balia del lupo.

Per certi aspetti le assicuro che il problema del lupo è un problema serio, non è che possiamo aumentare i Forestali e metterli di guardia in modo che si possa pensare che siccome ci sono i Forestali siamo tranquilli. Tutte queste cose qui dove le mettiamo? Noi non abbiamo avuto risposta a questo.

Non è tanto il protocollo di cosa devono fare i Forestali quando vedono il lupo o come fare per avvicinarlo o per testarlo per dire quanti ce ne sono, è chiaro che non è così facile andare a un numero esatto, ma perché dico del numero esatto? Perché in funzione del numero, nel caso in cui... sarà quello che deve essere trasmesso a Roma in modo che si autorizzi eventualmente un intervento a livello regionale.

Si parte da una situazione apparentemente molto semplice da definire ma che invece è molto difficile e, soprattutto, sta allertando in modo esagerato le valli della nostra regione.