Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 438 del 24 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 438/XVI - Interrogazione: "Metodo di conteggio dei soggetti deceduti per Covid".

Bertin (Presidente) - Punto n. 26. Per la risposta, l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Prima domanda, "se il metodo di conteggio dei decessi Covid dichiarato dal dott. Montagnani, coordinatore per l'emergenza al Coronavirus, nel corso di un'intervista sia stato condiviso dall'Amministrazione regionale": dalla gestione della pandemia alle comunicazioni verso l'esterno fino anche al calcolo degli indicatori epidemiologici specifici che compongono il piano di monitoraggio pandemico regionale, quindi nella fattispecie anche le modalità di conteggio dei deceduti, sono tutti assolutamente noti e condivisi dall'Assessorato nella persona dei dirigenti interessati e in primis dall'Assessore, in quanto oggetto di continuo confronto con l'Azienda USL.

In situazioni quali quelle che una pandemia produce sui Governi nazionali e regionali non vi è né può esservi alcun elemento lasciato all'iniziativa individuale, specie se trattasi di metodologie di calcolo di valori descrittivi, come gli indicatori epidemiologici, su cui effettuare i monitoraggi e continue valutazioni da cui necessariamente far scaturire azioni e decisioni, a livello nazionale come a livello regionale.

La mancata conoscenza di quanto appena riferito ha portato evidentemente a estrapolare dal contesto di un'intervista condotta dal dottor Montagnani e a male interpretare le frasi sul conteggio dei decessi per Covid, frasi nate in risposta alla domanda su come mai la Valle d'Aosta avesse uno dei tassi di contagio di mortalità più alto in Italia.

Il dottor Montagnani correttamente, dopo aver spiegato al giornalista la differenza epidemiologica di non di poco conto tra letalità (cioè i deceduti per una data malattia, rapporto ai contagiati da quella malattia) e mortalità (deceduti per una causa rapportata alla popolazione residente) ha replicato spiegando che i decessi, come è facile comprendere, sono proporzionali al numero di infezioni da Sars-Cov-2 che in Valle d'Aosta, come sappiamo già, sono stati molti in relazione alla popolazione residente. Trattasi del concetto di prevalenza di cui si è detto più volte in questi mesi e che ha visto la Valle d'Aosta ai primi posti, purtroppo, tra le regioni italiane, specie nel corso della prima ondata, insieme alla Lombardia.

Il metodo di conteggio dei deceduti per Covid è quello che è stato indicato dall'Istituto Superiore di Sanità fin nel minimo dettaglio per tutte le regioni, che consiste nel classificare come deceduti Covid anche quelle persone che avevano ricevuto la diagnosi di infezione da Covid post mortem.

Tale diagnosi viene richiesta dalla medicina legale o nel caso in cui vi sia il legittimo sospetto che la morte possa essere correlata da infezione a Sars-Cov-2 oppure nel caso sia stato eseguito un accertamento diagnostico o un'autopsia.

Le motivazioni principali che hanno indotto l'Istituto Superiore di Sanità a indicare questa metodologia sono in tutta evidenza quelle di garantire un adeguato tracciamento dei contatti con la persona deceduta/contagiata in modo da interrompere la trasmissione con i familiari e i conoscenti in vita, principio fondamentale nella lotta alla pandemia e nel proteggere gli operatori impegnati negli accertamenti diagnostici e nelle autopsie.

Sottolineo anche come tutte le precise e dettagliate dichiarazioni rilasciate dal dottor Montagnani avevano come unico scopo quello di dare evidenza di come il sistema di prevenzione e di lotta alla pandemia in Valle d'Aosta sia stato e sia tutt'ora molto attento e accurato.

Come il dottor Montagnani, ritengo inoltre che in questi casi la massima trasparenza di dettaglio sia segno di professionalità e di onestà intellettuale, anche quando è presente il rischio che l'interlocutore non abbia la competenza tecnica necessaria a comprendere correttamente il messaggio.

A supporto di quanto detto, voglio per ultimo sottolineare che nelle valutazioni del determinismo della causa della morte per Covid ci siano stati orientamenti diversi a livello internazionale che hanno influenzato il calcolo dei decessi per infezione da Sars-Covid-19 con confronti tra valori sui decessi nazionali non sempre appropriati e corretti sotto il profilo metodologico.

In Germania, ad esempio, nei soggetti con morbilità in stato avanzato, la causa di morte è stata correlata alla patologia di base anche in presenza di Covid. In Italia è stato scelto un orientamento diverso, ma la ratio di questa scelta deriva da una domanda che credo ciascuno di noi vorrebbe, anche per etica, che il medico legale si ponesse di fronte al caso di un decesso sospetto durante la pandemia di una persona con patologie pregresse ovvero: se non ci fosse stato il Covid questa persona sarebbe morta?

Come già spiegato in una precedente interpellanza, nella maggioranza dei casi la risposta a questa domanda è "no", mentre invece c'è un importante ruolo concausale di un aggravamento della situazione clinica preesistente a causa dell'infezione, pertanto la valutazione - e il conseguente conteggio da un punto di vista medico legale - può essere solo quella indicata dall'Istituto Superiore di Sanità e cioè decesso causa Covid.

"In caso negativo, se l'Amministrazione regionale condivida questo metodo di conteggio": penso di aver già risposto con la prima risposta alla domanda.

Presidente - Per la replica, consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per l'articolata risposta e cercherò da non esperto di fornire ovviamente invece il mio punto di vista.

Lei correttamente, Assessore, mi adduce tutta una serie di motivazioni tecniche sul conteggio che viene fatto, ora però io le parlo da giornalista e leggo un'intervista dove si chiede al coordinatore dell'emergenza sanitaria per quale motivo i dati in Valle d'Aosta siano così alti, cioè i dati sulla mortalità sul Covid in Valle d'Aosta siano così alti a differenza di altre regioni.

Quindi le dichiarazioni che vengono riportate sono: "In questa regione abbiamo classificato come morti per Covid anche i casi sospetti", cioè viene evidenziata una differenza di valutazione tra quello che viene fatto in questa regione e quello che viene fatto in altre, perché se effettivamente la spiegazione fosse quella che lei ha dato, Assessore, la risposta avrebbe dovuto essere: "In questa regione, esattamente come in tutte le altre, abbiamo gli stessi parametri".

Invece no, qui si fa una differenza e si dice: in questa regione abbiamo classificato morti per Covid anche i casi sospetti, a un certo punto siamo pure arrivati a fare i tamponi a persone già decedute e in caso di positività la morte è stata classificata come Covid; lei giustamente mi dice che bisogna avere una certezza. Le faccio un caso al limite dell'assurdo, un caso che è accaduto a Como di una ragazza che è morta affogata nel lago, è stata ripescata, è stato fatto il tampone, è stata rilevata la positività ed è stata classificata come morta per Covid, che è un'assurdità, evidentemente, però secondo quei canoni e i parametri che voi ci dite questo rientra nella norma. È una norma assurda al netto di questo!

Il problema è proprio questo, cioè ci si spiega che siccome, non so per quale motivo, nella nostra regione c'è un metodo diverso, la giustificazione del fatto che i dati sono più alti è che noi classifichiamo come morti per Covid anche i casi sospetti.

Ora è evidente che una dichiarazione come questa possa far sorgere dei dubbi, e li fa sorgere. Assessore, le faccio un esempio concreto: la settimana scorsa o due settimane fa, adesso non ricordo esattamente quale è stato il momento, ma mi pare due settimane fa, l'Assessore Caveri ha fatto un tweet dove scriveva che la Valle d'Aosta ha mancato la zona bianca per un solo contagio.

Io mi rifaccio a quanto è stato dichiarato e quindi, a fronte di questi numeri, se la Valle d'Aosta ha mancato la zona bianca di un contagio, è più che evidente che se il metodo di classificazione che è stato utilizzato è iper protettivo, cioè rileva anche cose che sono soltanto sospette e non certe, noi avremmo privato la Valle d'Aosta per due settimane di una zona bianca che avremmo avuto diritto di avere.

Allora è chiaro che io mi fido della sua spiegazione tecnica, Assessore, però le chiedo: approfondiamo questo tema, perché io mi fido di quello che viene fatto, ma se viene dichiarato che in Valle d'Aosta vengono fatte delle cose differenti rispetto alle altre regioni, forse è il caso di approfondire perché nel momento in cui queste valutazioni differenti incidono anche sulla vita economica e sociale di centinaia di migliaia di persone, anche soltanto classificare un caso in meno forse può far la differenza.

È più che evidente che leggere un'intervista di questo tipo faccia sorgere dei dubbi, ovviamente non ho le conoscenze tecniche per poter contestare i dati, anche perché non potrei andare a contestare delle cartelle cliniche di persone che sono decedute piuttosto che di infezioni, però è più che evidente che basarsi sul sospetto - non so come venga classificato il sospetto - piuttosto che sui dati certi, forse se la posta in gioco è così alta rispetto alla vita sociale ed economica di questa regione, sarebbe bene fare i dovuti approfondimenti.