Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 437 del 24 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 437/XVI - Interrogazione: "Indicazioni previste nel piano vaccinale regionale in relazione ai pazienti con patologie gravi che necessitano di tempestiva interruzione di farmaci".

Bertin (Presidente) - Punto n. 25. Per la risposta, l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Il piano regionale vaccinazioni anti-Covid-19, deliberato lo scorso 25 gennaio 2021 con DGR n. 51, non è entrato in questo livello di dettaglio, tuttavia per i pazienti afferenti alla struttura Oncologia o alla struttura Nefrologia i direttori delle medesime strutture hanno definito, in accordo con il direttore della struttura Igiene e Sanità Pubblica e coordinatore aziendale del piano vaccini, un percorso che consenta la presa in carico di soggetti fragili assistiti dalle strutture stesse nel rispetto delle specificità cliniche evidenziate dall'interrogazione. In particolare, per quanto riguarda i pazienti oncologici, è stato predisposto e inviato a Info Vaccini un elenco di persone vaccinabili che tiene conto dei tempi di effettuazione della relativa chemioterapia per la calendarizzazione delle vaccinazioni nei tempi utili, mentre ugualmente per i pazienti dializzati è stato predisposto e inviato tale elenco di persone, ma è in corso di valutazione la tempistica di effettuazione di vaccinazione in relazione alle sedute di dialisi.

Per quanto riguarda queste due categorie di pazienti - come potete immaginare per chi sta facendo la chemioterapia o è in dialisi non si può decidere in maniera autonoma quando vaccinarlo perché sono pazienti immuno-depressi e quindi è una problematica - sempre grazie all'arrivo dei vaccini in più di ieri abbiamo deciso di dare direttamente 600 dosi fra Oncologia e Nefrologia, in modo che provvedano direttamente i clinici, per evitare che ci possano essere degli errori nella tempistica e quindi non poter somministrare la vaccinazione a questo tipo di pazienti che sono già particolarmente provati dalla loro situazione clinica.

Quindi - adesso vediamo come dividerli ma più o meno 50 e 50 - daremo circa 300 vaccini agli oncologi e 300 alla Nefrologia, in modo che possano direttamente somministrare questo vaccino in relazione alla terapia o al periodo di dialisi che stanno facendo.

Per ulteriori problematiche legate ad altri farmaci non so risponderle, nel senso che, come dicevo, non era previsto nel piano vaccinale, sicuramente se ci sono problematiche che noi non conosciamo legate al tipo di farmaci da sospendere - a parte che poi al momento dell'anamnesi vaccinale ovviamente queste problematiche vengono fuori - è ovvio che se una persona doveva sospendere il farmaco e non l'ha fatto poi non può essere vaccinata, ma contiamo molto nella collaborazione con i medici di base perché, al di là dei pazienti che frequentano regolarmente purtroppo l'Ospedale, sono loro che conoscono bene le terapie che stanno facendo i loro pazienti e quindi puntiamo su una segnalazione di questo tipo di problematiche.

Presidente - Per la replica, la consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Bene per il discorso oncologia-nefrologia, le segnalo che ci sono però altri reparti che hanno delle gravissime difficoltà, difficoltà che sono state però segnalate ampiamente all'azienda, a tutti i livelli - evidentemente non sono arrivate all'Assessore ma all'interno dell'azienda sì - con mail, richieste, telefonate e quant'altro e non si è mai avuto risposta.

Le faccio un esempio: mi riferisco ai pazienti immuno-depressi e le leggo quanto dice il collegio dei reumatologi italiani: "Raccomandazioni sull'utilizzo dei vaccini Covid-2 nei pazienti reumatici. I pazienti con malattie reumatiche possono avere un maggior rischio d'infezione a causa dell'attività della malattia del trattamento immunosoppressivo, l'attività di malattia, le comorbilità e i farmaci immunosoppressori, inclusi i glucorticoidi e i farmaci antireumatici modificanti la malattia, sono infatti tutti considerati fattori di rischio per complicanze infettive", salto una parte del testo, e poi dice: "Il Collegio Reumatologi Italiani, in accordo con le linee guida EULAR e ACR, non solo esprime il proprio parere favorevole alla vaccinazione anti-Sars-Cov-2 nei malati reumatici, in accordo con le restrizioni legate all'età dell'AIFA, ma ne sollecita la priorità rispetto alla popolazione sana di pari età e sesso", richiesta che poi è stata fatta anche proprio dal reparto.

C'è poi una tabella con le terapie farmacologiche. Ad esempio per il metotressato c'è scritto: sospendere il prodotto per una settimana dopo ogni dose di vaccino per i pazienti con malattia ben controllata, nessuna modifica dei tempi di vaccinazione; Yaki: sospendere Yaki per una settimana dopo ogni dose di vaccino e va avanti; Abatacept SC: sospendere sia una settimana prima che una settimana dopo. Abatacept IV: somministrare il vaccino affinché la prima vaccinazione avvenga quattro settimane dopo l'infusione di Abatacept e posticipare la successiva infusione di una settimana, cioè un intervallo di cinque settimane in totale, nessun aggiustamento del farmaco per la seconda dose di vaccino; per il ciclofosfamide EV somministrare questo farmaco circa una settimana dopo ogni dose di vaccino ove possibile.

Oppure le leggo quanto definito poi sempre dalla Società Italiana di Reumatologia, ci sono tutte delle parti molto interessanti che magari le farò avere, si parla del Rituximab che è un farmaco biologico immunosoppressore che è molto forte e si dice che la vaccinazione è consigliata almeno cinque mesi dopo l'ultima somministrazione, cioè sostanzialmente il vaccino deve essere fatto un mese prima dell'infusione, per cui nel momento in cui saltano perdono per cinque mesi poi l'altra somministrazione.

Le leggo l'ultima parte: "Considerazione sulla propedeutica vaccinale. Come specificato nel precedente documento, la SIR sta portando avanti interlocuzioni con le principali autorità sanitarie nell'intento di favorire nei tempi più opportuni l'accesso alla vaccinazione per i pazienti reumatologici. Il principale presupposto a questa richiesta risiede nella convinzione che la maggior parte dei pazienti affetti da malattie croniche infiammatorie autoimmuni sia una categoria di pazienti particolarmente fragili spesso portatrice di comorbilità cruciali per l'esito dell'infezione e in trattamento con farmaci potenzialmente in grado d'interferire con la risposta immunitaria. In questo contesto l'età anagrafica del paziente non può e non deve essere l'unico criterio da seguire per l'accesso tempestivo alla terapia vaccinale. La richiesta di privilegiare alcune categorie di pazienti riguarda essenzialmente pazienti portatori di patologie infiammatorie croniche autoimmuni, in particolare pazienti con comorbilità classicamente considerati un fattore di rischio di prognosi negativa come ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, pazienti portatori di patologie croniche autoimmuni con interessamento d'organo maggiore, malattie interstiziale polmonare, insufficienza renale, interessamento cardiaco, pazienti con patologie croniche infiammatorie autoimmuni in terapia con farmaci potenzialmente in grado di aumentare il rischio di infezione o d'interferire con la risposta immune, immunosoppressivi, farmaci biotecnologici, piccole molecole e impiego cronico di cortisonici".

Quindi i soggetti che hanno questo tipo di problematiche sono moltissimi, so che l'Azienda sanitaria valdostana è stata interessata da questo problema attraverso ogni sorta di strumento, sono mesi che si cerca di avere delle risposte per organizzare questa tipologia di pazienti ma l'Azienda non ha mai fornito le risposte ai medici sul campo.

Quindi si chiede di prendere in considerazione con particolare attenzione queste categorie di soggetti, perché non c'è solo il reparto di oncologia e di nefrologia ma ci sono anche tanti altri pazienti che hanno delle problematiche enormi.