Oggetto del Consiglio n. 427 del 24 marzo 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 427/XVI -Interrogazione: "Azioni finalizzate alla tutela delle scuole di montagna".
Bertin (Presidente) - Punto n. 15 all'ordine del giorno. Per la risposta, l'assessore Caveri.
Caveri (VdA Unie) - Si potrebbe cominciare scherzando dicendo "Diamoci dentro", nel senso che bisognerebbe che tutti noi Valdostani in qualche maniera dessimo una scossa, per così dire, demografica alla nostra regione, perché l'esame dei dati di questi ultimi anni fa impressione, tutti dicevano: "durante il lockdown nel chiuso della nostra alcova chissà che cosa capiterà", invece l'aspetto depressivo del lockdown ha portato semmai a una situazione addirittura di riduzione, cioè nel 2019 siamo nella fossa delle Marianne della natalità.
Quindi io mi auguro che tutti gli scapoli presenti in Consiglio si diano da fare, guardo in particolare i giovani di alcuni Gruppi.
Al di là dello scherzo, anche l'anno scolastico 21-22, visto il continuo calo demografico e il basso tasso di natalità - tra l'altro faremo uno studio apposito sulla demografia in Valle d'Aosta - vi sono alcune realtà non solo di montagna - ci tengo a dirlo agli interroganti, non solo di montagna - il cui numero di bambini iscritti non raggiunge il minimo prescritto affinché il plesso possa concorrere direttamente alla determinazione di posti di organico.
Quanto sta avvenendo in particolare nel segmento relativo alla scuola dell'infanzia, cioè la scuola d'infanzia è quella che viene investita ma non vi sfuggirà che poi si sale, cioè tra tre anni avremo il rinculo delle pochissime nascite del 2019 e che poi si svilupperà... io tra l'altro incontrerò i Sindaci la settimana prossima perché noi abbiamo alcune scuole nuove di zecca che resteranno chiuse; abbiamo alcuni Comuni che hanno chiesto i finanziamenti per le scuole in paesi dove purtroppo la natalità è scesa a livelli bassissimi, ciò non comporta però direttamente il mancato funzionamento del plesso scolastico, perché i bambini iscritti sono comunque considerati ai fini della determinazione dei posti della dotazione organica complessiva regionale e sono ricondotti al plesso vicino dove contano ai fini dell'assegnazione dei posti in organico, ci sono delle compensazioni.
Occorre infatti far presente che l'Amministrazione scolastica assegna alle istituzioni scolastiche regionali un numero complessivo di posti d'insegnamento e compete poi all'istituzione scolastica, nell'ambito della propria autonomia, disporre la ripartizione dei posti fra i vari plessi dell'istituzione scolastica.
Nei casi in cui le risorse complessive assegnate lo consentano, l'istituzione scolastica, previa valutazione congiunta con il Comune di riferimento, può decidere, tenendo anche conto degli aspetti didattici, di far funzionare anche quei plessi che non raggiungano il numero minimo prescritto per l'assegnazione diretta di posti in organico.
Con l'occasione, ritengo utile ricordare come i criteri e i parametri di definizione degli organici dei posti d'insegnamento della Regione Valle d'Aosta siano - anche ringraziando tutti gli amministratori che di questo si sono occupati - diversi e migliorativi rispetto a quelli nazionali e siano volti sia all'ampliamento dell'offerta formativa sia alla tutela delle scuole di montagna, cioè, per capirci, se noi fossimo obbligati a usare degli standard nazionali, avremmo il deserto dei tartari in moltissimi Comuni della Valle.
Infatti, ad esempio, per l'infanzia il numero minimo d'iscritti per il funzionamento di un plesso è pari a dieci bambini, ridotto a cinque per le scuole di montagna- che, come definizione, sono situate oltre i mille metri di altitudine - che distino più di cinque chilometri dalla scuola regionale più vicina.
Già dal 2009, grazie a un accordo sottoscritto fra l'Amministrazione scolastica regionale e le organizzazioni sindacali di categoria sull'utilizzo delle risorse finanziarie previste dalla legge 18 del 2005 in sede di adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto, le scuole ubicate in zone montane con significative difficoltà di collegamento con le sedi vicine possono funzionare con tre alunni iscritti, in luogo dei cinque che sono ordinariamente prescritti nel limite massimo di sei unità docenti.
Nel 2018, con successivo accordo, tali disposizioni sono state estese, fermo restando il limite di sei unità docenti, a tutte le altre scuole uniche di montagna sopra i mille metri e oltre i cinque chilometri dall'altra scuola e anche alle scuole uniche di montagna che accolgono bambini residenti in Comuni situati oltre i mille metri di altitudine: funzionamento con cinque iscritti invece dei dieci ordinari.
"Come contrastare questo problema", al di là dello scherzo iniziale, un invito non mussoliniano a una campagna di natalità; venendo alla domanda sulle azioni poste in essere dal Governo regionale, bisogna prendere coscienza che il problema dipende solo dal continuo calo della popolazione scolastica, calo tra l'altro che, bisogna dirlo onestamente, non vale solo per la Valle d'Aosta ma è un dato italiano e direi occidentale.
A livello regionale, comunque, per tentare in qualche modo di aumentare il bacino di utenza, è stato sottoscritto il 14 gennaio di quest'anno un protocollo d'intesa fra l'amministrazione scolastica regionale, il CPEL e le organizzazioni scolastiche regionali per gli anticipi per la scuola dell'infanzia. Si tratta di una sperimentazione che ho molto caldeggiato, poi purtroppo ci sono due zone dove non è andata perché c'è stata una vivace ostilità da parte della dirigente della zona e da parte degli insegnanti che hanno comunque un potere, come collegio docenti, di decidere anche attraverso il Consiglio d'Istituto hanno la possibilità di dire di no, quindi alcuni Comuni si lamenteranno con voi, si sono lamentati con me, ma purtroppo le norme sono queste.
Quando si fanno provvedimenti di questo genere la legge regionale dice che deve avvenire d'intesa, quindi se non c'è l'intesa delle istituzioni scolastiche alcuni bambini non potranno entrare prima.
Vi spiego come funzionava la sperimentazione: l'anticipo alla scuola dell'infanzia per i bambini che compiono tre anni di età entro il 30 aprile 2022 nei plessi dei Comuni fino a settecento abitanti; prioritariamente, laddove non siano presenti strutture o servizi dedicati alla prima infanzia, previa valutazione dell'offerta educativa dei servizi di prima infanzia sul territorio da parte dell'istituzione scolastica, di concerto con l'ente locale. Le iscrizioni degli anticipatari concorrono alla determinazione dei posti dell'organico da assegnare all'istituzione scolastica.
Perché è nata questa sperimentazione? Perché in realtà da noi per poter essere iscritti bisognava essere nati entro la fine del mese di gennaio. In Italia questa data è il 30 aprile, data che noi abbiamo ripreso ma non l'abbiamo potuto fare ancora a livello generale, perché bisogna valutare che in certi posti ci sono degli asili nido e quindi bisogna conciliare l'esistenza di asili nido con l'ingresso alle materne.
Ma cosa capitava in alcune zone, in particolare della Valle del Lys? Che molti iscrivevano nel vicino Canavese i bambini. Questo poi privava le scuole di montagna di bambini che andassero a fare le primarie perché se andavano a fare la materna a Quincinetto, poi si abituavano a portarli a Quincinetto e andavano a scuola lì.
Quindi è stata una scelta di buon senso, che ha avuto tra l'altro un relativo successo, quindi in molte zone della Valle ci sarà questa novità.
Io non sono ancora in grado di darvi le soluzioni dei singoli Comuni, perché ci stiamo lavorando, se la Presidente Guichardaz riterrà, quando noi chiuderemo la questione dell'assegnazione degli insegnanti delle scuole vi diremo di alcune situazioni delicate. Noi abbiamo problemi seri anche nel rapporto fra scuole paritarie e scuole pubbliche, il caso di Courmayeur credo che emergerà perché la materna di Courmayeur pubblica non hai i numeri, mentre la paritaria ha un gran numero di persone.
Abbiamo delle situazioni delicate anche a Pontey, quindi non solo montagna, dove dovremmo riuscire a trovare una soluzione, c'è un problema serio, udite udite, alle materne di Saint-Vincent pubbliche, quella di Moron invece non ha problemi anche se in questo momento fisicamente si trova nel paese, ma anche lì, invece, c'è una forte adesione al Cretier-Joris e avanti di questo passo.
Dovremo anche trovare, tanto per capire cos'è la crisi demografica, una soluzione per il primo anno della scuola media di Cogne, dove non hanno, dal punto di vista teorico, i bambini per poter fare scuola. Troveremo, e lo riferirò in Commissione, una soluzione tecnica per consentirla.
Quindi questo per dire, e concludo nei 15 secondi, che nei prossimi anni ci sarà poco da ridere, cioè bisognerà veramente fare un piano Marshall delle scuole e bisogna spiegare ai Valdostani, aiutando le famiglie, che la natalità, se vogliamo conservare un popolo valdostano, non è un optional.
Presidente - Per la replica, il consigliere Carrel.
Carrel (PA) - Grazie, Assessore, per le risposte all'interrogazione. Mi permetta una battuta da giovane: possiamo darci dentro ma, ahimè, la nostra generazione ha bisogno anche di certezze perché senza certezze diventa veramente difficile creare una famiglia, e questo glielo dico molto amichevolmente, ma le certezze dovete darcele voi che state dall'altra parte del tavolo. Nessun tipo di alibi, ma è giusto che mettiamo sul piatto tutto e quindi, ahimè, molti giovani si trovano in questa situazione in cui non hanno certezza e quindi diventa difficile creare una famiglia.
Detto questo, credo che il problema sia sicuramente più definito e più difficile da affrontare in quanto il calo demografico, come ha detto, non è solamente una questione valdostana, ma è una questione nazionale.
Io credo che dobbiamo valutare, quando parliamo di questo tipo di politiche, anche l'effetto che avrà lo smart working e il telelavoro nel post-Covid, che spero e credo possa portare, se saremo bravi a sfruttare determinati fondi - che non cito per scaramanzia per adesso - e potremmo utilizzarli per avere una attrazione importante nei nostri Comuni e quindi anche una stabilizzazione di questi nuovi nuclei familiari e quindi anche un sistema scolastico che in qualche modo potrà sicuramente reggere.
Per quanto riguarda le domande specifiche dell'interrogazione, ho capito che ci ha fatto un quadro generale di tutte le normative, ci ha fatto alcuni esempi ma ci ha detto che state affrontando appunto il tema, quindi l'interrogazione di fatto era attuale e aspetteremo con la collega Guichardaz il quadro completo alla fine del lavoro che state svolgendo come Assessorato.