Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 425 del 24 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 425/XVI - Interrogazione: "Previsione di soluzioni alternative alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado a tutela degli studenti valdostani".

Bertin (Presidente) - Punto n. 13. Per la risposta, l'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Ringrazio i Consiglieri interroganti, devo dire di aver preso visione della lettera/petizione che è stata inviata dai quattrocento insegnanti, in quel momento, essendo un po' parte in causa, devo dire che avevo la coscienza a posto, perché la Valle d'Aosta fino a oggi è stata la Regione italiana che ha chiuso meno le scuole.

La prospettiva però non è rosea e gli spazi di manovra, come dirò, non sono enormi, e questo è dovuto a un atteggiamento molto colpevolistico del famoso Comitato Tecnico Scientifico, tant'è che pochi giorni fa uno degli ex membri, Agostino Miozzo, in un'intervista ha concluso dicendo: "Purtroppo oggi siamo gli ultimi in Europa nella spietata graduatoria dei giorni in presenza scolastica e in Europa quasi ovunque le scuole sono state aperte nonostante le restrizioni".

Bocciata la famosa legge, noi oggi siamo sottoposti in toto alla normativa di tipo nazionale e questo significa che non abbiamo avuto problemi in zona gialla o in zona arancione, quindi abbiamo mantenute aperte tutte le scuole a meno che - si diceva anche in passato ma è valido ancora oggi - non vi siano più di duecentocinquanta contagi ogni centomila abitanti nell'arco di sette giorni e devo dire che in Valle d'Aosta, con il dipartimento di prevenzione della USL e con l'unità di supporto e di coordinamento per l'emergenza Covid, non abbiamo mai avuto problemi.

Quindi possiamo oggi essere probabilmente la Regione italiana che ha fatto fare più giorni di scuola in presenza e personalmente - al di là di tutte le dichiarazioni retoriche attorno alla didattica a distanza - è indubbio che la presenza fisica degli insegnanti e la socialità fra ragazzi sia un fatto assolutamente fondamentale.

Qualora al momento attuale la Valle d'Aosta entrasse in zona rossa, non spetterebbe al Presidente della Regione valutare, come dite voi con una soluzione semplicistica, le chiusure delle scuole, in quanto ci si deve strettamente attenere alle misure più restrittive rispetto a quelle in vigore precedentemente, che sono contenute nel Dpcm del 2 marzo; tali misure prevedono la sospensione dell'attività didattica in presenza delle scuole di ogni ordine e grado e la chiusura delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, primaria e secondaria di primo grado. La novità è che per la prima volta chiudono anche le materne - per capirci dove ovviamente non si fa la DAD -mentre per gli altri c'è la didattica a distanza.

Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza se ci sono laboratori nelle scuole secondarie di II grado, tipo il Don Bosco, o in ragione di mantenere in relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica i disabili e quelli che hanno bisogni educativi speciali.

Non si fa più cenno ai figli dei sanitari e ai figli degli appartenenti alle forze dell'ordine, c'era in precedenza ora non c'è più.

Quindi mentre finora anche nelle zone rosse le scuole continuavano in presenza fino alla prima media, con il nuovo Dpcm, attualmente in vigore e in vigore fino al 6 aprile, vanno in DAD tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Questo spiace, tenendo conto, lo dirò poi nella successiva risposta, che le campagne di screening hanno funzionato; darò i dati e si vedrà che il mondo della scuola non è un mondo nel quale la positività si manifesta in maniera così grande, non è un caso che nella vicina Francia le scuole siano aperte, non perché sono più belli o più intelligenti, semplicemente hanno capito che dal punto di vista epidemiologico la teoria dei virologi italiani è sbagliata.

Oltretutto io ricordo che noi abbiamo avviato la campagna vaccinale nelle scuole, quindi per gli insegnanti, prima agli over 55 e attualmente stiamo facendo gli under 55, i primi con il Pfizer, i secondi con l'Astrazeneca.

Ricordo che attualmente, il dato risale a due giorni fa, è stato vaccinato il 40,5% degli insegnanti. È in previsione questo slot di vaccinazioni, che è in corso, è in previsione per duecentocinquanta docenti.

Ora aggiungo qualche elemento meno burocratico. Viviamo in uno strano Paese, con il Presidente venerdì scorso fino alle sette di sera abbiamo vissuto una lunga attesa per capire se saremmo stati arancioni o rossi, se fossimo stati rossi noi avremmo dovuto far scattare in tutte le scuole questa chiusura, con evidenti difficoltà di avvertire le famiglie al venerdì sera, visto che venerdì pomeriggio le segreterie delle scuole chiudono e naturalmente il sabato la gran parte delle scuole sono chiuse.

Io credo che questo ritardo nell'informazione sia veramente qualcosa di disdicevole, non si può immaginare che in uno Stato democratico si debbano avvertire insegnanti, bidelli, segreterie, alunni e famiglie all'ultimo secondo, non avendo i dati sulla famosa coloritura dell'Italia.

È un rischio oggettivo - ne parlavo poco fa con il Presidente - che alla luce dei contagi che si sono registrati ancora quest'oggi si possa scattare in zona rossa; una zona rossa che riguarderebbe le scuole in sostanza lunedì, martedì e mercoledì, perché poi scattano le vacanze pasquali durante le quali siamo comunque rossi e comunque le scuole sono chiuse.

Concludo con una riflessione di tipo personale che va al di là della considerazione che nulla purtroppo al momento è cambiato dal punto di vista del rapporto di allerta con le Regioni sulla colorazione, che viene data sempre all'ultimo minuto; aggiungerei però che leggendo i giornali di ieri e di oggi s'incomincia a dire che questo Dpcm potrebbe essere modificato, cioè si comincia a capire che quel meccanismo precedente che prevedeva l'apertura delle scuole materne, l'apertura delle scuole elementari - le primarie di primo grado - e il mantenimento della primaria di secondo grado è un elemento importante, quindi io non so se faremo in tempo a evitare, qualora rossi, la chiusura delle scuole. È probabile che si cominci a ragionare in maniera più seria qualora noi, come molte Regioni d'Italia, dovessimo restare rossi anche dopo Pasquetta, cioè dopo il Lunedì dell'Angelo. In quel caso noi auspichiamo veramente che si possa trovare una soluzione ragionevole.

Certo che, come autonomista, mi ribello all'idea che in una materia come quella delle scuole, tenendo conto del fatto che noi abbiamo solo alcuni istituti scolastici molto grandi nei quali gli screening hanno dato risultati "zero positivi" negli studenti, zero, poi è vero che in questo momento abbiamo delle scuole, penso alla scuola media di Brusson che è chiusa perché si è registrato un caso di positività e la gente è stata messa in quarantena, ma in linea di principio lei, come Gruppo Pour l'Autonomie, ascolterà tra poco i dati e sono dati che veramente dimostrano che la scuola non è un focolaio e quindi devono essere smentite tutte queste idee sulla pericolosità della scuola.

La legge 11 è stata bocciata in maniera plateale dalla Corte Costituzionale; chi ha letto la sentenza non può che segnalare che non solo è stata cassata la parte impugnata ma di fatto è stata cassata l'intera legge con uno spirito... io mi permetto di esprimere una critica come si deve poter fare anche nei confronti della Consulta: io penso che sia stata veramente massacrata una larga parte della nostra autonomia e purtroppo, in materia scolastica, se entriamo in zona rossa allo stato attuale noi chiudiamo tutto.

È veramente un paradosso.

Presidente - Per la replica, il consigliere Rollandin.

Rollandin (PA) - Ringrazio l'Assessore per la dotta spiegazione sia della situazione attuale dei rapporti con Roma sia delle difficoltà legate a livello locale su una serie di problemi.

Nelle nostre intenzioni vi era capire che cosa si possa fare.

Al di là del giusto pessimismo iniziale che lei ha voluto ricordare, mi sembra che ci sia un peggioramento della situazione, quindi non possiamo che aspettarci delle difficoltà su tutta la linea perché, da quello che ha detto, praticamente non ci sono situazioni gestibili a livello locale, a parte quanto fatto con la legge 11, poi bocciata nel suo insieme, al di là di quello che doveva essere solo il ricorso, al di là delle iniziative per cercare di ricordare quale poteva essere ancora un pezzo di autonomia gestibile, tra l'altro in modo intelligente, e senza avere delle difficoltà da un punto di vista della situazione locale.

Ora noi abbiamo voluto ricordare anche le quattrocento insegnanti che giustamente hanno in qualche modo inteso valorizzare gli sforzi che si fa per tenere aperte le scuole, perché questo è il significato e questa è la ragione per la quale noi riteniamo che debba essere fatto di tutto e di più per evitare che succeda la chiusura totale delle scuole, anche se mi rendo conto che se entriamo nel "rosso"- come succederà non più probabilmente ma sicuramente - l'unico aspetto è di premunirsi, cioè di anticipare le cose in modo che non si debba agire all'ultimo minuto, come lei diceva.

Questo ci fa dire ancora una volta che purtroppo su questo settore "non tocchiamo più il boccio", non abbiamo più nessuna possibilità d'intervenire, di interferire, tenendo conto che siamo alla mercé di quello che succede in tutte le altre situazioni.

Questo ci dispiace un po' perché logicamente tutti gli sforzi che sono stati fatti per mantenere le scuole aperte avevano un significato profondo, erano un giusto riconoscimento di quello che la scuola ha fatto a vari livelli nella nostra Regione, perché, come lei ha voluto ricordare, dalle materne in su c'è stata un'attenzione particolare a tutti i vari settori proprio per mantenere aperte le scuole. Questo era l'obiettivo. Se viene a cadere questo, rientriamo in una logica che non ci appartiene, perché tutto quello che è stato fatto fino adesso è "fuffa", non serve più.

Sono sicuro che lei farà quello che si può fare, per quanto ci riguarda siamo dell'idea di supportare le iniziative che debbano giustamente entrare in una logica di far capire a livello centrale che ci sono delle differenze, ci sono delle situazioni che devono essere valutate per quello che la storia ci ha dimostrato, per come sono state gestite fino a oggi, perché sennò cosa varrebbe quanto fatto finora? Tutto il discorso sulle scuole, il modo con cui si è intervenuti per i locali, per tutto il resto, per gli insegnanti, tutto questo viene di fatto dimenticato.

Ora ci dispiace molto sapere che queste siano le prospettive, speriamo che si riesca all'ultimo a intervenire per evitare il massacro, ma credo che ci siano poche speranze.