Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 114 del 2 dicembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 114/XVI - Inizio della discussione generale sulla P.L. n. 1: "Misure di contenimento della e diffusione del virus SARS-COV-2 nelle attività sociali ed economiche della Regione autonoma Valle d'Aosta in relazione allo stato di emergenza".

Bertin (Presidente) - Possiamo passare, come previsto dall'inversione dell'ordine del giorno, al punto successivo, la proposta di legge n. 1. Il consigliere Manfrin è il relatore, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - È con sincera soddisfazione che prendo la parola per presentare la proposta di legge n. 1, concernente misure economiche di contenimento della diffusione del virus Sars COV 2 nelle attività sociali ed economiche della Regione autonoma Valle d'Aosta in relazione allo stato di emergenza. Intervengo in qualità di primo firmatario e relatore di questa proposta di legge e mi permetto in primis di ringraziare i miei colleghi e i commissari per la fiducia accordata. È una proposta di legge su cui ho e abbiamo lavorato in maniera costante, continua e diffusa, per poter portare in aula nel più breve tempo possibile un testo efficace e utile alla nostra collettività. La soddisfazione è dovuta a due fattori entrambi cruciali, sia per gli effetti di questo articolato, sia per le modalità con cui è maturato.

Innanzitutto, le finalità. Con questo testo ci si pone l'obiettivo ambizioso, ma essenziale per una regione autonoma, di poter autodeterminare sul proprio territorio le misure che maggiormente si adattano alle esigenze della nostra comunità. È arcinoto, infatti, che gli ormai famigerati dpcm, formulati da un Governo che proprio a seguito delle sue recenti uscite si dimostra cieco e sordo alle esigenze delle amministrazioni locali, trattino ogni territorio alla stregua di un grande centro urbano, senza distinguere montagna dal mare, centri fortemente antropizzati da piccole comunità, attività stagionali da attività che stagionali non sono.

In secondo luogo, la collaborazione. Questo è un testo che nasce presentato dal nostro gruppo, ma che via via si è arricchito dei contributi di tanti colleghi, a cominciare da quelli di Pour L'Autonomie, per terminare con quelli dei colleghi autonomisti, che hanno permesso di arrivare a una formulazione snella, compatta, ma completa, che guarda ogni ambito e che riunisce nel comune spirito di dare risposta alla nostra comunità, un comune sentire che necessariamente chiede che a gestire la crisi e amministrare le attività siano i valdostani.

Come già anticipato, questo testo ricalca quello già attualmente in vigore nella Provincia autonoma di Bolzano e lo fa per una ragione ben specifica. L'esistenza, infatti, di un precedente testo con le medesime finalità pone al riparo e limita fortemente le sussistenze giuridiche politiche di un ricorso alla Corte costituzionale. Resta ovviamente inteso che un ricorso è sempre possibile, ma è altrettanto evidente che sarebbe politicamente insostenibile, poiché andrebbe a impugnare una norma con gli stessi crismi di una già esistente ed evidenzierebbe una volta di più l'enorme distanza che intercorre fra il Governo rosso giallo centrale e quello a guida autonomista valdostano, evidenziando per di più l'inconsistenza dei collegamenti e del rispetto della compagine governativa per i loro omologhi sul territorio.

Il nostro testo originale si componeva sostanzialmente di quattro articoli di cui due erano quelli essenziali. Il primo articolo, che rimane quasi immutato nella formulazione finale del testo, predispone una serie di disposizioni sanitarie e nel cuore del suo articolato, dal comma 11 al comma 17, disciplina le modalità di riapertura delle attività commerciali al dettaglio, servizi alla persona, attività di ristorazione e somministrazione, attività artistiche e culturali, strutture ricettive e attività turistiche, impianti a fune, attività produttive, industriali, artigianali e commerciali su tutto il territorio valdostano. La riapertura è condizionata al rispetto del comma 10, ovvero un adeguato rapporto fra superficie e persone che garantisca il rispetto delle distanze di sicurezza e con gli ingressi scaglionati, oltre che all'applicazione dei protocolli di sicurezza vigenti che ogni attività già deve osservare.

All'articolo 2, sempre nella formulazione originale, si andava a inserire una cornice normativa nella quale riconoscere una commissione di esperti a supporto delle scelte della Giunta, anche questo un aspetto mai disciplinato durante la prima fase della pandemia.

L'iter di questa legge nella Commissione competente, ovvero la IV e la V Commissione congiunte, è stato particolarmente interessante, poiché caratterizzato fin dalle sue prime battute da una franchezza e trasparenza che ha travalicato gli steccati partitici e i ruoli istituzionali.

Ricordiamo le osservazioni dell'ufficio legislativo, nella persona della dottoressa Quattrocchio, che desidero ringraziare per il suo costante e preciso lavoro, che ha evidenziato come la tecnica utilizzata, ovvero quella di non demandare a un allegato alla legge la disciplina delle misure di sicurezza, ma prevedere un sistema autoapplicativo che sfrutti i protocolli vigenti e soprattutto che possa utilizzare l'immediatezza dell'aggiornamento degli stessi, introduce la semplicità dello strumento amministrativo che risulta quindi più flessibile e meno ingessato di una procedura legata all'aggiornamento normativo, sicuramente più lungo e complesso, e permette di arrivare al risultato in maniera molto più efficace.

Tra i soggetti auditi si trova anche il direttore sanitario dell'azienda USL della Valle d'Aosta, il dottor Castelli, anch'esso oggetto dei miei ringraziamenti, che per quanto riguarda il suo qualificato parere dal punto di vista sanitario ha espresso sia concordia sui principi introdotti dall'articolo 1, quello dedicato alla disciplina delle riaperture, compreso l'adattamento delle disposizioni nazionali alla nostra realtà, sia sull'obiettivo dell'articolo 2, quello dedicato al quadro normativo della commissione tecnica, condividendo la necessità di dare un mandato vero e forte a questa composizione. Oltre a questo, sono stati formulati dal dottor Castelli interessanti osservazioni tecniche che sono state recepite da questo articolato in successivi emendamenti.

Infine, un terzo soggetto audito, il Presidente del CPEL Franco Manes, che ha dedicato alla proposta di legge il suo qualificato pare aggiungendo il punto di vista degli enti locali. La proposta è stata definita attuale e anch'esso ha concordato sui principi degli articoli 1 e 2 della formulazione originaria, evidenziando che in parte quanto previsto si stava già applicando nei limiti previsti dagli enti locali per gestire l'emergenza.

A seguito di queste audizioni e a seguito di incontri informali oltre che di confronto con i colleghi di Pour l'Autonomie, sono maturati una serie di emendamenti che hanno permesso di perfezionare il testo. Al netto di alcuni accorgimenti tecnici, sono state inserite tre importanti novità, ovvero la possibilità di svolgere procedure concorsuali pubbliche e private, naturalmente nel rispetto delle disposizioni di sicurezza, una diversa composizione e inquadramento per la Commissione di esperti che diventa unità di supporto e coordinamento per l'emergenza Covid-19 ed un articolo specifico che prevede un inquadramento della gestione dell'emergenza sul territorio.

Oltre a queste, ma lascio ovviamente la presentazione al collega Grosjacques, correlatore di questo progetto di legge, sono intervenute ulteriori modifiche che hanno permesso di concordare su un testo definitivo che mi auguro potrà vedere la luce alla fine di questo dibattito.

Presidente - Ha fatto richiesta di intervento il correlatore Grosjacques, nonché presidente della IV Commissione. Ne ha facoltà.

Grosjacques (UV) - Voglio anch'io ringraziare tutti coloro che hanno contribuito con le audizioni e con il lavoro in Commissione alla modifica di questo testo di legge predisposto dai colleghi della Lega e che, con il nostro intervento e quello dei commissari, è stato modificato e ha raggiunto un testo condiviso che oggi portiamo all'approvazione.

Per quanto riguarda l'articolato, il collega Manfrin ha già molto bene dettagliato qual è lo spirito di questa legge. È stato trovato questo punto di incontro con gli emendamenti presentati dalle forze di maggioranza, della componente autonomista delle forze di maggioranza, vorrei precisare, perché al momento questa è la definizione del quadro. Come sappiamo i margini per legiferare sono molto ristretti, alla luce del quadro normativo che si è venuto a creare negli ultimi mesi, che vede le autonomie speciali schiacciate dalla supremazia statale nella gestione dell'emergenza di Covid-19. Tuttavia, questa proposta di legge si pone l'obiettivo di adattare le disposizioni nazionali relative alla gestione di tale emergenza al territorio valdostano e alle sue specificità, introducendo misure per la pianificazione della fase di ripresa e di rilancio dei settori maggiormente colpiti dall'epidemia, così come recita l'articolo 1 che è stato inserito dai gruppi autonomisti.

Non si tratta di una fuga in avanti, né di un progetto di legge confuso, né di scelte scellerate che tendono a collocare la nostra regione in zona franca anziché in zona rossa, come scritto nelle ultime ore sui social, perché la salute dei nostri cittadini è la nostra priorità assoluta, e la rigorosità dei protocolli lo dimostra certamente. Vogliamo però ribadire la competenza primaria che abbiamo in alcuni settori e su questo non intendiamo assolutamente abdicare in favore di un Governo centrale che guarda con disinteresse e, mi permetto di dire, con molto distacco le periferie; questo è emerso in modo molto chiaro in particolare negli ultimi giorni.

Abbiamo contribuito in Commissione ad ampliare i contenuti della proposta di legge, a modificarla e a proporre la creazione, attraverso l'articolo 5, di una commissione speciale che supporterà la Giunta regionale nella redazione di un piano di azioni per fronteggiare l'emergenza economica derivante dalla pandemia.

Crediamo che in questo momento sia necessaria una presa di coscienza collettiva della gravità della situazione, che ci impone scelte forti e condivise. Nell'immediato futuro dobbiamo porci due grandi obiettivi che sono da un lato la messa in sicurezza dei nostri cittadini dal punto di vista sanitario e dall'altro l'individuazione delle giuste misure e la ricerca di adeguate risorse finanziarie per risollevare la nostra economia, che ha subìto danni enormi da questa terribile pandemia.

Questo progetto di legge, così come la coraggiosa ordinanza del presidente Lavevaz e del Governo regionale, vanno nella direzione giusta. Siamo consapevoli dell'attenzione che a livello centrale sarà dedicata ai nostri atti legislativi, così come ha già ricordato il correlatore Manfrin, ma è un rischio che corriamo volentieri, perché la difesa delle nostre competenze statutarie è imprescindibile e su queste tematiche la nostra azione sarà sempre forte e ci auguriamo ampiamente condivisa da quest'aula.

Presidente - Con le due relazioni si apre la discussione generale. Consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Penso che questa legge dia il senso di che cosa si vuole portare avanti in questa regione in un momento così difficile. Purtroppo le attenzioni che sono sulle piccole realtà come la nostra dimostrano che non c'è sovente buon senso nel valutare le opportunità anche per le Regioni autonome come la nostra, come ha dimostrato Bolzano; sono, ad esempio, quello che si può fare e si può fare correttamente, rispettando gli indirizzi generali che condividiamo, il fatto di poter assecondare quei principi che in qualche modo tutelino la capacità di ognuno di rispettare delle regole, di rispettare soprattutto la salute di se stessi.

Credo che le osservazioni che sono state fatte siano condivisibili, credo che il relatore abbia già illustrato molto bene i passaggi che sono stati fatti congiuntamente nella Commissione e che la discussione ha portato a giungere a un testo che credo possa essere soddisfacente un po' per tutti, o almeno per chi crede nell'autonomia e vuole giustamente farla rispettare sia all'interno che all'esterno.

Queste sono le puntualizzazioni che noi vogliamo fare. Per il resto ripetere tutto quello che è stato fatto mi sembra esagerato, pur rispettando un aspetto che credo importante: questa è una dimostrazione che quando c'è la buona volontà e la concretezza dei fatti, si arriva a una elaborazione di testi che sono sicuramente molto pregevoli. Lo dico perché oggettivamente sarà nel momento in cui si applicherà questa legge che ci sarà la dimostrazione di come si è cercato di guardare lontano e di vedere nel modo più acuto quelle che sono le possibilità che noi possiamo dimostrare in una piccola realtà come la Valle d'Aosta.

Con questo io ringrazio i colleghi per la discussione che c'è stata e per l'approfondimento che c'è stato coralmente, che ha portato a un risultato che riteniamo molto importante soprattutto per il futuro.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere segretario Jordan, ne ha facoltà.

Jordan (VdA Unie) - Questa norma si caratterizza per due questioni. Anzitutto con questa norma vogliamo ribadire e rivendicare le ragioni della nostra autonomia e successivamente vogliamo dotarci di uno strumento normativo di tipo cornice, nel quale inserire tutti gli atti che disciplinano e disciplineranno le questioni legate al Covid, comprese le questioni legate alla riapertura e al rilancio economico.

Questa norma non vuole essere un atto provocatorio nei confronti del Governo nazionale e nemmeno essere, così come ha fatto il governo provinciale dell'Alto Adige, un atto normativo al posto di un'ordinanza, per questioni legate alle impugnative. Al contrario la norma, come dicevo, vuole essere uno strumento pratico, concedetemi la semplificazione giuridica, per gestire questa fase emergenziale, dando la giusta copertura giuridica al Governo regionale e al Consiglio, favorendo azioni rapide ed efficaci per disciplinare la gestione e il successivo rilancio.

È innegabile che stiamo vivendo un periodo molto complesso nel quale, oltre alle problematiche sanitarie, sociali ed economiche, c'è un grosso disorientamento e confusione rispetto alla schizofrenia della comunicazione, sia del Governo centrale, e questa mattina sono stati citati alcuni esempi, sia dai diversi strumenti di comunicazione.

Vogliamo con questa norma garantirci e soprattutto assicurare delle azioni politiche per la Valle d'Aosta e ribadire, lo dicevo prima, la centralità dell'autonomismo valdostano. Dobbiamo ribadire le nostre prerogative nel portare la nostra voce, ma soprattutto quello della montagna che è già stata citata prima, nei palazzi romani.

In questi giorni molti, l'avremo visto tutti, stanno condividendo uno slogan che credo possiamo fare nostro anche qui in quest'aula, in quanto credo che siamo tutti per la montagna; anche noi siamo tutti per la montagna, perché la montagna è vita.

Ringrazio anch'io e mi ha fatto piacere riscontrare un clima così favorevole che vede tutto il Consiglio Valle lavorare, ognuno per le proprie competenze, per la Valle d'Aosta.

Presidente - Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-SA) - Nell'affrontare la legge che abbiamo appena avuto modo di votare, in tanti abbiamo evocato la montagna: vivere la montagna, viverla nella sua interezza, governarla e accompagnarla nei momenti di crisi e di difficoltà, ma che possono essere anche dei momenti dove probabilmente le sfide ci obbligheranno a mettere in discussione forse anche certi percorsi e certe scelte che forse non abbiamo fatto fino in fondo.

Penso che il primo compito di quest'aula sia quello proprio di approvare delle buone leggi. Noi pensiamo che sia utile e fondamentale dotarci di uno strumento e questo è uno strumento che va in quella direzione. Questa proposta di legge, che è stata scritta a più mani, condivisa a più mani, è una cornice; poi però, oltre ad approvare la cornice di oggi, dovrà essere riempita di contenuti e soprattutto di scelte utili alla comunità. Il collega Jordan prima diceva che siamo tutti abitanti di questa montagna: penso che sì, ma proprio chi la vive nella sua interezza, possa - nel momento in cui c'è una cornice approvata, nel momento in cui c'è uno strumento approvato dal punto di vista giuridico, quindi c'è una legge - avere anche quella capacità di sguardo per il futuro ,per una programmazione, forse una pianificazione anche di un nostro modello, senza aver la paura di rivedere il piccolo modello Valle d'Aosta nel momento in cui andremo ad assumerci delle grandi responsabilità. Questa è una partenza, è un inizio; non è un arrivo, non è un fine, ma è un inizio. È avere un perimetro più largo, più coraggioso, perché poi gli articoli, i commi che sono stati inseriti all'interno di questa proposta di legge poi dovranno essere utili a rilanciare quella che è la nostra economia.

Sicuramente è un momento dove a livello centrale non riesco a capire se non c'è interesse, non c'è una vera conoscenza. Non mi piace neanche la bagarre politica dove si strumentalizza "sci sì, sci no". La montagna - lo dice un maestro di sci - non è solo sci, la montagna è tanto oltre allo sci, ma per noi che abitiamo la montagna questa è la vita, per noi questa è alla base per poter comunque vivere, convivere e creare le condizioni per far rimanere le persone in montagna nei piccoli centri, in centri di qualità.

Questo strumento legislativo che oggi sarà approvato a larga maggioranza dal Consiglio regionale credo potrà essere utilizzato non solo bene, ma con un certo coraggio poi nell'andare a condire quelli che sono gli articoli e i commi che sono stati inseriti all'interno di questa proposta di legge. Non sarà facile, sicuramente. Ci assumeremo, ognuno per le proprie competenze, oggi l'aula nel legiferare e nell'approvare questa legge, il Governo nell'assumersi delle responsabilità che dovranno essere utili al rilancio, alla ripartenza, io dico a riaccendere un lumino in un momento così difficile che, penso, dal dopoguerra non abbiamo patito e subito. Forse è importante che magari anche i nostri rappresentanti che abbiamo a Roma, abbiamo sentito il senatore Lanièce, ma forse anche il Deputato non sarebbe male capire se può battere eventualmente un piccolo colpo legato alla montagna, legato a quelle che sono le nostre prerogative, ma soprattutto alla sfida di queste settimane e del dopo Covid.

Presidente - Consigliere Lavy ne ha facoltà.

Lavy (LEGA VDA) - Finalmente un atto di coraggio da parte del Consiglio, finalmente un atto che porta avanti veramente quelle che sono le prerogative della Valle d'Aosta. Devo solamente però correggere alcune parole che sono state dette prima in parte dal collega Jordan che ha detto che tutto il Consiglio ha lavorato per la Valle d'Aosta. Ebbene no, tutto il Consiglio no! Perché una parte dei consiglieri, una parte della maggioranza, nei lavori in Commissione si è astenuta e anche adesso il consigliere Chatrian ha comunque detto che verrà votata, almeno ciò che si crede, con una maggioranza del Consiglio, non all'unanimità. Questo perché si sono visti anche comunicati di notte, prese di posizioni anche abbastanza forti di una parte della maggioranza riguardo proprio a questo progetto di legge.

Se un mese fa mi avessero detto che una maggioranza sarebbe stata spaccata su un provvedimento così importante dopo un mese di Consiglio, sinceramente io non ci avrei creduto. Questo però è un dato di fatto che mostra la differenza sostanziale di sensibilità fra una parte della maggioranza e un'altra. Sono comunque contento che questa legge possa veramente mostrare anche queste diversità, perché al di là di tutto ci sono state prese di posizione nettamente diverse. Il presidente Lavevaz in questi ultimi giorni forse ha sbagliato qualcosina dal punto di vista della comunicazione e anche la questione degli screening non è stata ben capita, ma la questione di fondo che è quella dell'attitudine verso la montagna, dell'attitudine verso i valdostani, è ormai chiara a tutti. C'è una parte di maggioranza che ha a cuore, come noi, il futuro della Valle d'Aosta, il futuro delle attività della Valle d'Aosta, e una parte che invece continua sull'onda della difesa delle politiche del Governo centrale, anche perché è stato detto da diversi organi di partito, da diverse posizioni, anche da un assessore, l'assessore Guichardaz che comunque non ha preso distanza da ciò che succede a Roma.

Per tanto tempo è stata additata questa parte politica di essere succube delle decisioni romane; in questo caso si dimostra che in realtà non è così, si dimostra che in realtà c'è qualche altra parte politica che è succube delle posizioni romane. Avevo fatto magari un pochino di scalpore, quando nel mio primo discorso in questa aula avevo definito quella parte politica in particolare come una parte anti valdostana e qualcuno si era pure scagliato contro questa definizione dicendo: "Eh, ma no, noi siamo comunque valdostani". Ecco, con questa legge si dimostra chi è dalla parte dei valdostani e chi non lo è. Ecco perché c'è una parte di maggioranza che è totalmente anti valdostana, e questo mi dispiace dirlo, ma è un dato di fatto.

Con questa legge si potrà finalmente dare un senso a ciò che è la particolarità valdostana, dare un senso a ciò che sono veramente le caratteristiche economiche e sociali della Valle d'Aosta, perché da Roma non è possibile che si portino avanti certe politiche senza ascoltare i territori. Con questa proposta, con questa legge, si dimostrerà veramente che certe analisi che sono state fatte diversi mesi fa sulla costruzione di una maggioranza ad excludendum, per lasciare da una parte solamente una forza politica, sono state decisioni totalmente affrettate.

Qui non stiamo giocando! C'è la gente fuori di qua, ci sono attività fuori da questo Palazzo che hanno bisogno di risposte. E certe scelte che sono state fatte nei mesi scorsi ormai qualcuno le sta già un pochino rivedendo, qualcuno si è già pentito di aver fatto certe scelte e questo purtroppo verrà fatto sulla pelle dei valdostani, perché avere un Governo che in questo momento di crisi non è forte, non è compatto, non è coeso, che deve prendere l'aiuto anche di altre forze politiche, è un dato di fatto che comunque lascia senza parole. Dopo un mese o poco più di un mese che siamo qua vediamo già delle spaccature che possono mettere a repentaglio la Valle d'Aosta. Noi per senso di responsabilità siamo sempre propositivi, perché è il nostro ruolo, soprattutto in questo momento, ma non possiamo accettare che in questa aula ci siano delle persone, dei movimenti, che abbiano così poco a cuore il futuro dei valdostani.

Presidente - Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Ringrazio i colleghi che sono intervenuti fino adesso e in parte anche i colleghi che non sono intervenuti per volontà, perché il loro silenzio è già una risposta. Mi preme porre l'accento su un aspetto che vuole guardare un po' più in là rispetto a quello che è oggetto di discussione e che è stato oggetto di analisi dei colleghi che sino adesso hanno preso la parola e anche dei due relatori.

L'autonomia è responsabilità e essere autonomisti -sono contento che il collega Grosjacques abbia specificato la componente autonomista della maggioranza, perché gli autonomisti non sono soltanto da una parte in questo Consiglio; sappiamo dove non sono, ma sappiamo che ci sono anche da altre parti e le sensibilità autonomiste io penso che oggi con il voto verranno evidenziate ancora di più - è non solo il voler essere autonomisti, non è solo dire di essere autonomisti, ma è l'esercizio della responsabilità che dimostra l'essere autonomisti.

Una legge è uno strumento, una legge permette di regolamentare, di fare delle scelte, di dire anche qualcosa, perché comunque enuncia dei principi e li mette in pratica. Soprattutto posiziona, in questo caso, la Regione, la nostra istituzione rispetto alla sua controparte, perché spesso e volentieri ci si dimentica un principio importante. Io non sono sicuramente uno studioso delle leggi, non sono un professore assolutamente, ma nel principio di nascita della nostra autonomia c'era un rapporto paritario, un rapporto pattizio con lo Stato; questo è bene ricordarlo. Ci sono delle prerogative di autonomia che nascono addirittura prima dello stesso Statuto e prima della nascita della Costituzione. Spesso non sono considerati o vengono utilizzati contro l'autonomia, ne abbiamo già discusso sulle funzioni prefettizie: i decreti luogotenenziali ancora vivono e questo ci dimostra comunque un fatto e io questo principio lo vorrei estendere a tutta l'Italia, perché questo Governo più che altri sta in parte sfruttando l'emergenza - ciò mi dispiace - per altri fini. Quindi il voto di questa legge, che magari per qualcuno fuori, e non lo cito perché non è interessante quello che dice perché è sempre la solita minestra riscaldata, dimostrerà una linea di demarcazione di quelli che saranno da oggi in avanti i rapporti con Roma e una certa visione di autonomia. Avremo anche l'occasione di parlarne nell'esame di una mozione: quelle che sono state il vociare e le posizioni sulla riforma del titolo quinto, sulle competenze sanitarie delle regioni, sugli stessi ristori e sulla stessa importanza di quello che è un organo che dovrebbe fungere da camera di compensazione dei poteri dell'Italia, ovvero la Conferenza Stato-Regioni, quindi il rapporto con le Regioni, da questo Governo è stata messa spesso e volentieri in secondo piano, se non in terzo, se non in quarto.

Non è ammissibile che una decisione tanto importante venga appresa, non tanto dai valdostani ma dalla massima carica valdostana, dai giornali. Questo non è possibile! Questa legge vuole essere anche un messaggio verso lo Stato.

Leggendo alcuni articoli emerge quasi la volontà da parte di Roma di lanciare dei segnali. Ebbene, io vorrei lanciare un segnale e spero che questa legge lo lanci: si ritorni, nei rapporti tra lo Stato centrale e le Regioni, soprattutto anche quelle periferiche che hanno delle responsabilità in più perché sono terre di confine, non dimentichiamolo, perché ci siamo comunque dimenticati di una cosa, in senso positivo forse perché c'è un'idea di Europa, però al di là dei confini c'è una gestione diversa che può anche inficiare quello che noi abbiamo scelto qua o quello che ci è stato imposto da altre parti. Non dimentichiamocelo, perché rispetto alla prima ondata - torniamo sul discorso sci, ma sono d'accordo con il collega Chatrian che non dobbiamo fare una guerra tra chi è a favore e chi è contro lo sci, come non dobbiamo fare una guerra per chi è a favore e contro del mare - comunque sia spesso si dice: oggi dobbiamo fare così per non rifare gli errori di quest'estate. Beh, gli errori quest'estate li hanno fatti gli stessi soggetti che oggi ci dicono che non vogliono sbagliare quello che hanno fatto quest'estate e che magari hanno brutte parole sulla montagna e sullo sci, e mi spiace che chi lo dice poi è lo stesso che ci rappresenta all'estero, però le scene del San Paolo gli sono piaciute perché forse erano vicino a casa.

Ecco, noi siamo vicini a casa e giustamente, come hanno detto altri colleghi, dobbiamo dimostrare che a casa nostra sappiamo essere responsabili e sappiamo prendere delle decisioni. Quello che è un atto che forse doveva essere preso prima, ma forse anche lo stato di incertezza, di confusione e di ordinaria amministrazione non ci ha permesso di fare quel passo in più che oggi viene fatto, ma meno male che si fa questo passaggio, lo voglio ripetere, definisce una linea di demarcazione di quello che sarà l'esercizio dell'autonomia, delle prerogative di autonomia e delle scelte politico-amministrative prese in questo Consiglio nei prossimi mesi e, chissà, nei prossimi anni.

Non è facile essere responsabili, perché la responsabilità ovviamente ha delle conseguenze, non sempre positive. Sicuramente l'interlocuzione è con una controparte molto forte, quale è quella dello Stato centrale, perché, spesso lo diciamo, veniamo dimenticati perché siamo l'ultima provincia dell'impero. L'impero è decaduto da tanto tempo e anche se Conte esercita il suo Governo più per decreto che per leggi, e questo già in se è un segno di difficoltà e di debolezza, questo va detto, e lo dico soprattutto per chi è seduto al Senato e non solo per il nostro senatore, ma anche quei senatori che sanno passare molto bene all'incasso e molto spesso li guardiamo con interesse. Non è un ricatto politico, ma è la giusta espressione a Roma di quelle che sono le prerogative di territori di confine che rappresentano comunque delle minoranze che hanno fatto delle scelte, che faranno delle scelte e che soprattutto hanno fatto degli investimenti a beneficio di tutto il settore economico italiano, perché la montagna e chi esercita non soltanto l'attività turistica, ma l'attività di impresa, l'attività artigianale, le attività sociali in montagna hanno degli investimenti in più, hanno dei costi in più, e forse hanno anche un senso in più ,perché sappiamo benissimo, e lo citiamo spesso, che cosa sono quelle valli senza l'esercizio dell'autonomia.

Abbiamo beneficiato per tanto tempo di risorse, oggi sono meno, abbiamo un'emergenza, non sappiamo che cosa succederà, ma quello che sappiamo è che noi non vogliamo e non dobbiamo far venir meno l'esercizio delle nostre prerogative, non dobbiamo far venir meno quelle che sono state comunque le conquiste, nel bene o nel male, di chi ci ha preceduto. Questo lo dobbiamo soprattutto a chi ci ha preceduto e lo dobbiamo soprattutto a coloro a cui intitoliamo vie, sale e monumenti, perché altrimenti non ha senso.

Vi assicuro che non è un discorso troppo grande, è un discorso molto importante, perché non sappiamo realmente quello che succederà nei prossimi mesi. Il rischio è che, se non si ristabilisce una comunicazione corretta e paritetica - non utilizzo questo aggettivo a caso - con lo Stato, finiremo davvero per essere nel futuro qualcosa di diverso che mi auguro nessuno di noi voglia essere. È importante sottolinearlo: non sappiamo cosa succederà, si parla di ricorsi, si parla comunque di azioni incerte da parte di uno Stato centrale.

Io spero che ci possa essere, anche grazie all'approvazione di questa legge, un riallineamento del rapporto presso le deputate sedi con lo Stato centrale, perché non è solo la Valle d'Aosta che è stata dimenticata, ma è tutto l'arco alpino. E l'arco alpino è nel nord Italia e, non me ne si voglia, comunque le importanti realtà economiche sono nel nord Italia e tra l'altro sono anche quelle più colpite da questa pandemia.

Questo è un messaggio soprattutto verso chi oggi siede nello scranno più alto, perché è lui il primo rappresentante ovviamente nei confronti dello Stato - al di là delle battute sui social, sui twitt; una volta qua si scherzava sui selfie, oggi potremmo scherzare sui twitt - affinché ci sia da parte sua una rappresentazione ancora più forte di quelle che sono le nostre problematiche, le nostre prerogative, anche in forza di questa legge.

Chi non approverà questa legge ovviamente si posizionerà al di là della linea che è posta e sarà interessante capire nel prosieguo quali saranno le ulteriori scelte che verranno fatte, perché oggi con questa legge che ha un contenuto fortemente legato all'autonomia possiamo parlare di questi temi, ma ogni scelta che ci aspetta da qui in avanti, la maggior parte, dimostreranno come intendiamo esercitare l'autonomia, e non parlo soltanto dei protocolli attuativi di questa legge, parlo di ogni atto che verrà preso.

Presidente - Il consigliere Restano ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Restano (VdA Unie) - In parte il collega che mi ha preceduto ha anticipato il mio intervento e devo dire che il sentimento che provo in questo momento è contrastante. Da un lato la soddisfazione che vede quest'aula approvare una legge che ha un forte impatto sul territorio e sulla popolazione, perché è una risposta estremamente pratica al momento che stiamo vivendo. Forse, come già detto, è una legge che andava approvata prima, ma questo Consiglio viveva un momento di crisi politica e non era in condizioni pratiche di dare una risposta di questo tipo, quindi era stato delegato al Presidente e alla Giunta l'adozione di una serie di provvedimenti per dare risposta al momento che stavamo vivendo. Quindi una soddisfazione.

Dall'altro lato, come consigliere, come politico, come presidente della I Commissione, affari istituzionali sono deluso, perché deleghiamo a una norma che deve dare una risposta pratica un forte connotato politico. Credo che questo a volte accada, ma credo che compito di quest'aula e della I Commissione, oltre che del Governo, era quello di prendere in mano la situazione e dare risposte alla popolazione e al Governo romano, di qualunque colore esso sia, perché non voglio metterla in bagarre politica e dire: noi esistiamo! Noi esistiamo e vogliamo autoregolamentarci, perché ne abbiamo le capacità e le risorse. Le elezioni sono appena passate e non abbiamo avuto il tempo di fare questo, quindi questa norma ce ne ha dato l'occasione. Forse il momento politico generale nazionale ce ne ha dato l'occasione e quindi apriamo oggi un dibattito che non è solo sanitario, ma è anche politico.

È per questo che la maggioranza si sta confrontando sull'opportunità in questi due giorni di presentare un documento in difesa del mondo della montagna. Invito tutti, invito tutta l'aula a ragionare su questa opportunità, perché c'è data una grossa opportunità, una opportunità politica che non ha colore in questo momento. Il colore è quello della nostra regione, è la difesa della nostra identità, delle nostre prerogative che deve proprio partire da quest'aula, non solo dalla I Commissione, ma da tutti e trentacinque consiglieri.

Presidente - Consigliera Spelgatti ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Sarò brevissima perché i miei colleghi hanno già espresso la ratio di questa norma e hanno dato tutte le considerazioni politiche precise rispetto a quello che è il quadro. Solo un'ultima battuta finale. Questo è il progetto di legge numero uno, voluto e depositato dalla Lega, che poi ha trovato il favore della componente autonomista della maggioranza.

Perché è stato il progetto di legge numero uno? Perché questo significava portare degli strumenti concreti alla Valle d'Aosta per esercitare la propria autonomia, ma soprattutto dava anche un quadro normativo essenziale e fondamentale per poter lavorare in questa direzione.

Autonomia significa esercizio dell'autonomia, non è l'utilizzare la parola autonomia in continuazione per poi non fare assolutamente nulla. Bisogna passare dalle parole ai fatti e soprattutto ci deve essere una visione: una visione e delle risposte concrete. Questo è il progetto di legge che è stato voluto e grazie al quale si è potuto lavorare anche proficuamente con una parte della maggioranza, arrivando poi a un testo condiviso, migliorato, modificato e tutto quanto, che ha portato a queste risposte con grande soddisfazione, perché è la soddisfazione nei confronti dei valdostani e di quello che è il significato della nostra autonomia e di quello che è la Valle d'Aosta. Dobbiamo riuscire veramente a essere autonomi il più possibile e andare avanti in questa direzione, perché l'autonomia è un valore sacrosanto e soprattutto perché non è una parola vuota, ma ha delle ripercussioni concrete nella vita dei valdostani tutti i santi giorni e questo strumento è quello che appunto noi stiamo cercando.

Presidente - Consigliere Carrel, ne ha facoltà.

Carrel (PA) - Anch'io sarò molto breve in quanto è già stato detto tutto sul testo, sull'articolato e su quanto è importante questa legge in termini politici. Come gruppo Pour l'Autonomie abbiamo avuto "la fortuna" di collaborare sin dall'inizio, o meglio dopo la presentazione della legge in Commissione, con il gruppo Lega e di apportare, prima di arrivare in Commissione, alcune modifiche. Di questo ringrazio il gruppo Lega e ringrazio la buona collaborazione e dunque anche i colleghi Rollandin e Baccega per l'apporto che abbiamo dato alla prima stesura della legge, non quella presentata dai colleghi della Lega, ma quella poi portata in Commissione e poi emendata in quella sede.

Il collega Restano prima ha parlato di una legge che è politica giustamente, è una legge che va oltre l'emergenza sanitaria. Siamo qui appunto per fare politica, per sviluppare delle politiche che guardino anche oltre la crisi sanitaria che stiamo affrontando. Questo è il nostro dovere e ovviamente speriamo e crediamo che questa maggioranza non sia tale esclusivamente per gestire l'emergenza sanitaria ma questo lo capiremo con il tempo. Se avete al vostro interno delle idee politiche e quindi avete dei contenuti che vanno oltre l'emergenza, ovviamente noi siamo qui per discuterne. D'altro canto, come minoranza, siamo aperti, lo abbiamo mostrato nella seduta di oggi andando a approvare degli emendamenti da voi proposti e andando addirittura a proporre e lavorare su un testo di legge, che è quello che adesso stiamo presentando all'aula per poi votarlo.

Presidente - Consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Quando si approva una legge, generalmente ci si pone il problema se questa legge risponde a un bisogno. Ora è indubbio che la comunità valdostana in questi giorni ha avvertito chiaro e forte il bisogno di poter intervenire rispetto a una situazione che ci vede inermi, che ci vede passivi, che ci vede in una condizione dove vengono prese delle decisioni senza avere la possibilità di intervenire proficuamente in un confronto.

Non sarà sfuggito nessuno che a fronte, noi riteniamo, di errori palesi il Presidente della Regione è dovuto intervenire con un'ordinanza regionale per andare a dire una cosa ovvia, ovvero che la regione era in una condizione da zona arancione. Fa un po' ridere parlare delle regioni e di territori in termini di colori, ma sostanzialmente una regione che era in una fase dove gli sforzi di una comunità, gli sforzi delle strutture avevano portato a un controllo e a un miglioramento delle condizioni.

Questa legge quindi credo, da parte di tutti, vada incontro a un bisogno. Dopodiché le leggi possono essere fatte bene, fatte male, possono anche cambiare nel tempo, ma l'obiettivo è questo. Quando abbiamo avviato la discussione in Commissione, noi abbiamo detto che eravamo interessati a questa proposta di legge, ma ci siamo in qualche modo non opposti ma abbiamo chiesto di poter fare un lavoro più ponderato, perché inizialmente sembrava che questa legge dovesse essere approvata nell'arco di due o tre giorni. Delle leggi così importanti hanno bisogno di un certo tempo, devono essere valutate, quindi il fatto di discutere oggi una legge che non proviene da una parte politica, ma proviene da un lavoro di Commissione - noi oggi votiamo un testo di Commissione, non votiamo un testo che viene proposto da una componente politica - è un segnale importante. Nessuno ovviamente vuole togliere la primogenitura o il fatto di aver posto per primi il tema, non credo sia questo, ma quello che vogliamo sottolineare è che cerchiamo di adottare uno strumento che permetterà nel prosieguo di intervenire.

Io vorrei sottolineare il disagio e il malessere che ho avuto nel leggere su uno dei quotidiani più venduti in Italia, il Corriere della Sera: "Alberghi di montagna chiusi"!

Io credo che se uno è valdostano non può non avere un fremito nel leggere una cosa del genere, perché un'attività discriminatoria così come quella letta sulla prima pagina del giornale Corriere della Sera credo non ci sia! Una demonizzazione della montagna! "Chiusi gli alberghi di montagna", quindi non è "Chiusi gli alberghi delle grandi città", non "Chiusi i centri commerciali a Roma" che hanno visto centinaia se non migliaia di persone in fila, "Chiusi gli alberghi in montagna"! Ma credete che queste cose non rimangano nella memoria delle persone? Stiamo descrivendo la montagna come il luogo dove c'è il virus, dove c'è la pandemia.

Io credo che, se il Corriere della Sera ha scritto queste cose, non se le è inventate. Vuol dire che in qualche commissione strana qualcuno queste cose le ha dette, tant'è che poi oggi leggete Repubblica, leggete La Stampa e si dice: "è decaduta questa idea", ma vuol dire che qualcuno l'ha avuta quest'idea.

Ecco perché ritengo che sia indispensabile introdurre all'interno del nostro ordinamento questo passaggio. È possibile, come qualcuno ha detto: questa legge può darsi che venga impugnata. Può essere, l'abbiamo messo in conto, ma se noi siamo rinunciatari, se non facciamo valere la nostra autonomia, possiamo cancellare all'interno della dizione della nostra Regione la parola "Autonoma"; togliamola, diciamo Regione Valle d'Aosta.

La nostra autonomia, con tutti i difetti e con tutti i limiti, cerchiamo di esercitarla. Può darsi che qualcuno ci farà dei rilievi, ci confronteremo, è possibile che ci siano delle parti che possono essere migliorate. Questa non è una legge che vuole contrapporsi al Governo centrale, vuole essere un'integrazione, vuole essere uno strumento complementare, in modo tale che ognuno possa esercitare il suo ruolo.

C'è un'altra cosa che mi dà particolarmente fastidio, che ho avuto modo di leggere qua e là, ovvero: questi sciagurati consiglieri regionali vogliono aprire i bar e i ristoranti e vogliono tenere chiuse le scuole. Una cosa del genere credo sia un'infamia, perché noi abbiamo a cuore la scuola esattamente come le attività produttive! Ma come si fa a mettere in contrapposizione la scuola con le attività produttive, con i bar e con i ristoranti? Sono degli aspetti che fanno parte della nostra comunità, non è che ci sono delle cose che vanno in contrapposizione! Tant'è che ci saranno delle attività: c'è il Governo, ci sono le Commissioni che faranno tutte le valutazioni al fine di poter aprire le scuole. Ma sappiamo tutti bene che il problema non sono le scuole, bensì le attività chiamiamole a corollario, in particolare il trasporto, perché è lì che abbiamo i problemi, perché le disposizioni che noi abbiamo ci dicono che il 50 percento dei posti sono non occupabili. Quindi da un certo punto di vista bisogna concepire una serie di attività che risolveranno questi problemi, in modo tale da non avere una scuola sicura e i trasporti che sono figli di un contagio. Torno a dire: il Governo faccia tutte le attività possibili, quindi se ci sono le condizioni la scuola verrà riaperta appena possibile, ma non c'è nessuna contrapposizione.

Il fatto di derubricare l'attività che si svolge nella montagna come squisitamente ludica, facendo un torto a migliaia di persone che vivono di questo, che sono attività produttive, il fatto di essere descritti come un'allegra compagnia, un'allegra comunità che si riempie il muso nei bar, mi fa male! Ecco perché credo sia assolutamente importante dare un segnale e prendersi delle responsabilità.

Rispetto a questo qualcuno prima ha fatto un accenno al nostro senatore, il quale oggi in Parlamento, a fronte della audizione del ministro Speranza, si è astenuto o si asterrà nell'approvazione dell'ordine del giorno. L'astensione non cambierà il mondo, ma credo che il nostro senatore, insieme ai rappresentanti del Südtiroler Volkspartei, darà un segnale in questo senso: non è un segnale di ostilità, ma un grido di dolore, una richiesta di attenzione. Le ostilità non ci appartengono, vogliamo avere un ruolo all'interno delle decisioni che riguarderanno il nostro futuro. Io vorrei portare qualche giornalista, vorrei portare qualche scienziato che vive in luoghi lontani dalla Valle d'Aosta a vedere gli occhi disperati delle persone che vivono in questa comunità e che hanno a rischio il loro equilibrio socioeconomico.

Ecco perché non credo che sarà una rivoluzione questo testo di legge, ma è un tentativo che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta vuole esercitare. Credo ci sia stato un lavoro pregevole e, devo dire la verità - lo lancio in zona cesarini - io chiederei anche a coloro che fino a oggi hanno detto di volersi astenere, di votare questo testo di legge, perché questo testo di legge non è contro nessuno, ma è un testo di legge pro, per. Cerchiamo di dare, qualcuno l'ha detto, al nostro Presidente della Regione gli strumenti per interloquire da una posizione di autorevolezza con il Governo nazionale.

Presidente - Non vedo altre richieste, pertanto chiudiamo la discussione generale. Considerata l'ora, proporrei di aggiornarsi alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 13:08.