Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 106 del 19 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 106/XVI - Reiezione di mozione: "Riaffermazione del primato della libertà di espressione e dei valori identitari e culturali minacciati dalla violenza islamista".

Bertin (Presidente) - Possiamo passare al punto 45 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Come avete potuto leggere, questa mozione si riferisce ai gravissimi fatti di sangue accaduti in queste ultime settimane, che ovviamente portano una firma ben chiara, fatti di sangue che vorrei ricordare in quest'aula prima d'intervenire nel merito della mozione.

Il primo omicidio si è svolto il 16 ottobre con la decapitazione del professore di storia e geografia Samuel Paty da parte di un diciottenne rifugiato, Abdullah Anzorov, che si era presentato davanti alla scuola media dove insegnava il professore conoscendo il suo nome ma non la sua identità.

Questa vittima designata era rea di aver tenuto una lezione di educazione civica mostrando in classe alcune vignette su Maometto.

Questo attentatore ha offerto 350 euro ad alcuni ragazzi perché gli venisse indicato chi era il professore, spiegando di volerlo filmare nell'atto di chiedere perdono per le caricature del Profeta e anche per umiliarlo e colpirlo; due di loro hanno accettato e in questo modo il terrorista islamico ha potuto individuare il professor Paty e decapitarlo.

Il 29 ottobre invece accade il secondo terribile fatto di sangue, non solo per il tremendo epilogo ma anche per le modalità di esecuzione: a Nizza, una città che ha già avuto modo di patire per la violenza del terrorismo, una prima donna è stata massacrata all'interno di una chiesa e poi decapitata, la seconda vittima, il sacrestano della cattedrale, Vincent Loquès, è stata pugnalata a morte mentre la terza vittima, anch'essa donna nonché madre, è rimasta gravemente ferita alla gola, poi si è rifugiata in un bar di fronte all'edificio dove è morta pochi minuti dopo, non prima di dedicare un ultimo pensiero al proprio figlio.

Oltre a lasciare sgomenti, questo fatto di sangue solleva anche un grosso interrogativo sul percorso che l'attentatore ha effettuato per arrivare fino in Francia, visto che risulta essere sbarcato in Italia e che nelle sue tasche è stato trovato un documento rilasciato dalla Croce Rossa Italiana.

Infine l'ultimo attacco, quello del 2 novembre 2020, dove due donne e due uomini sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco durante nove minuti del terrore nel cuore di Vienna. Le vittime sono una studentessa tedesca di 24 anni, uccisa davanti al ristorante dove lavorava come cameriera, un ragazzo di 21 anni, un uomo austriaco di 39, ucciso davanti ad un fast food, e una donna austriaca di 44 anni morta in Ospedale per le ferite riportate. In tutto altre 23 persone sono rimaste ferite, 13 delle quali da colpi di arma da fuoco. L'uomo armato è stato successivamente identificato come un terrorista islamista di 20 anni, uscito dal carcere a dicembre dopo una sentenza di rilascio anticipato. Il gruppo jihadista dello Stato islamico ha rivendicato sul suo canale di propaganda Mac la responsabilità dell'attacco. Il Ministro dell'Interno Karl Nehammer ha riferito che il giovane attentatore era stato in carcere per 22 mesi nell'aprile 2019 per aver cercato di raggiungere la Siria e unirsi ai jihadisti dell'Isis. Nel settembre 2018 era stato in Turchia dove le autorità lo avevano trattenuto prima di essere rimpatriato in Austria e arrestato come combattente straniero. Nel gennaio 2019 il suo nome era Kujtim Fejzulai e aveva sia la cittadinanza austriaca che quella macedone.

Ebbene, questi atti sanguinosi - oltre ad avere lasciato una forte emozione chiaramente in tutti noi che li abbiamo appresi dagli organi di informazione - credo che abbiano delineato un quadro piuttosto preoccupante, piuttosto grave. In tutta Europa infatti la nostra identità è sotto attacco da quell'Islam politico che mira a imporre la propria visione con l'uso della forza.

Quello che ho trovato maggiormente pericoloso in questi fatti di sangue, ovviamente oltre alla terribile perdita di vite umane, è l'obiettivo che questi attentati si ponevano, perché effettivamente non si è attaccata l'Istituzione, non si è attaccato il Governo, non si è attaccato rappresentanti dell'Autorità, dello Stato, della Regione, del Paese, ma si è attaccato un pezzo d'identità, un pezzo di cultura, si è attaccato chi esce dai canoni che vengono imposti da questo Islam politico. Quindi l'obiettivo che si pongono non è attaccare uno Stato straniero, uno Stato differente, ma è attaccare non chi si oppone loro a livello chiaramente politico ma chi incarna un modello religioso differente, un modello culturale differente, un modello identitario differente, per arrivare a un obiettivo che è molto chiaro, cioè l'affermazione della sharia e dello Stato islamico in tutto il mondo.

Quindi si attacca il professore che mostra le vignette vietatissime, ovviamente su Maometto, si attaccano i fedeli in un luogo di preghiera e si attacca chi rappresenta un'autorità religiosa.

Ecco perché giunti a questo punto non possiamo non prendere una posizione netta e una posizione forte a tutela della nostra identità, della nostra cultura che oggi sono minacciate e che oggi più che mai dobbiamo invece difendere.

Ecco perché con questa mozione chiediamo di esprimere il cordoglio del Consiglio regionale alle vittime di questa violenza insensata e impegniamo il Presidente del Consiglio ad affermare in tutte le sedi opportune il primato della libertà di parola di espressione oltre che il valore della nostra millenaria identità, che non può e non deve essere cancellata dalla violenza islamista.

Presidente - La discussione generale è aperta. Assessore Caveri ne ha facoltà.

Caveri (VdA Unie) - Come è stato detto, il Presidente in questo momento è impegnato nella videoconferenza con Roma sulla questione del Covid. Io vorrei esprimere a nome dell'intera maggioranza qualche riflessione.

La prima riflessione è di merito: la descrizione dei fatti che è stata illustrata dal consigliere Manfrin è del tutto condivisibile, nel senso che ci troviamo di fronte a una violenza inaudita che colpisce anche una comunità, come quella valdostana, che fin dalle vicende di Charlie Hebdo si è espressa su questa violenza causata da una libertà di opinione, cioè dal fatto che si possa nel nostro Occidente pubblicare delle vignette a contenuto satirico che possano in qualche maniera prendere in giro le religioni, cosa peraltro che noi nel mondo occidentale facciamo e questo non scandalizza nessuno.

La vicenda di Samuel Paty è particolarmente dolorosa proprio per il susseguirsi di vicende che hanno portato alla sua decapitazione, proprio oggi avrete letto sul giornale come oltre a una situazione d'isolamento di questo professore da parte di estremisti islamici ci sia stata anche una sostanziale incomprensione di larga parte di colleghi che sulla chat della scuola si sono espressi prima degli eventi terribili contro questa scelta del professore di spiegare ai propri allievi le ragioni che avevano portato un giornale libero come Charlie Hebdo a pubblicare quella famosa vignetta.

Quindi nessun dubbio di condanna, così come vale anche per l'episodio luttuoso avvenuto nella città di Vienna e anche per la sequela, in questi anni, di violenze degli estremisti islamici che hanno insanguinato tutti i continenti e di cui dobbiamo essere coscienti e preoccupati.

Questo vale naturalmente per qualunque forma di violenza ed è indubbio che su questo non ci possano essere infingimenti o equivoci.

Sulla questione di metodo vorrei invece intervenire per dire come mozioni come queste servano anzitutto a innescare un dibattito che possa consentire ai gruppi politici di esprimersi; nutro qualche dubbio, e lo dico a nome della maggioranza, che ci sia bisogno d'impegnare il Presidente del Consiglio rispetto a qualche cosa che è del tutto naturale, cioè è del tutto naturale che questa nostra assemblea, attraverso l'espressione del Presidente del Consiglio, di fronte a fatti luttuosi di questo genere e di altro genere si esprima con chiarezza senza che ci sia bisogno di votare un documento.

Per cui io credo che il dibattito che si svilupperà sul punto sarà sicuramente interessante e segnalerà una volontà congiunta da parte dell'assemblea.

Non credo invece - e lo dico da vecchio parlamentare che ha praticato diverse assemblee - che ci sia l'opportunità ogni volta in ogni occasione di dover votare un documento a fronte del fatto che mi sembra che su questo argomento ci sia da sempre - negli anni passati, e sarà così anche in futuro - un assoluto idem sentire.

Capisco che questa considerazione s'inserisce alla fine di un'assemblea nella quale sembra che ci sia una maggioranza cattiva che non vuole prendere atto delle interessanti iniziative della più grande forza di opposizione, però io credo che valga la sostanza, cioè troverei ridicolo che oggi noi dovessimo, a fronte di un elemento che fa parte della personalità di chi dirige l'assemblea e rappresenta questa assemblea, che noi ogni volta, a fronte di vicende di questo genere, si debba dettare una linea che mi pare del tutto scontata e totalmente nelle corde di un Presidente come il presidente Alberto Bertin.

Vorrebbe dire che ogni volta noi dovremmo, a fronte di avvenimenti sanguinosi di diverso genere, presentare delle mozioni e metterci a discutere su argomenti interessantissimi ma che naturalmente alla fine fanno parte della sensibilità di un Presidente che noi abbiamo eletto e che come tale, attraverso anche strumenti come l'Ufficio di Presidenza, ha totalmente la libertà e la personalità per poterlo fare.

Concludo dicendo che però non ci siano dubbi: non ci sono dubbi perché nella premessa che ho fatto nel merito non esiste alcun dubbio sul fatto che queste vicende così terribili e così violente stanno cambiando negli anni il nostro modo di essere, il nostro modo di comportarci, fin dalle torri gemelle che forse sono stato l'incipit di atteggiamenti aggressivi, inspiegabili, violenti che mai potrebbero trovare alcuna giustificazione né ideologica né religiosa, perché non c'è niente di peggio di difendersi o di nascondersi dietro vicende di tipo religioso, quando siamo di fronte a una stortura di qualunque visione ideologica e religiosa, per cui ci permettiamo di lasciare piena libertà di fronte all'espressione che si può avere su temi di questo genere e, ripeto, la maggioranza non ha dubbi sulla gravità e sulla ferocia di tutti questi eventi, ma riteniamo che oggi un'impegnativa nei confronti di un Presidente del Consiglio che ha sempre dimostrato sul tema grande sensibilità nell'esprimere l'idem sentire, i sentimenti, il modo di porsi rispetto alle questioni... invitiamo al ritiro, ma naturalmente questo non esclude affatto che ci sia questa possibilità di esprimere come ho fatto poco fa a nome della maggioranza il ribrezzo e l'orrore nei confronti di questi fatti.

Presidente - Segretario Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Parto riallacciandomi all'intervento dell'assessore Caveri, sicuramente la comune appartenenza a una formazione, a una matrice culturale di origine cristiana occidentale, ci porta a considerare un'ovvietà questa presa di posizione.

Non è per il fatto che una questione sia ovvia che si autorizza una totale inerzia nelle prese di posizione. Ci sono prese di posizione che per quanto discendenti dall'ovvietà vanno assolutamente prese, perché ci sono momenti della vita di una società che seguono il principio dell'inganno universale e noi oggi, in questa situazione di relativismo dilagante, ci troviamo immersi in questa dimensione culturale di relativismo ed è proprio per un ruolo a questo punto istituzionale per affermare e per condurre la società, che noi qui rappresentiamo, alla chiarezza di idee, nel caso in cui sia ridondante va benissimo, melius abundare quam deficere, però il concetto è questo: noi non possiamo esimerci dal prendere una posizione.

È vero, lei assessore Caveri dice: quindi allora a questo punto ogni volta che c'è un atto terroristico, un'azione di questo genere noi dobbiamo assumere delle posizioni in cui impegniamo il Presidente del Consiglio a svolgere un ruolo chiesto nella mozione o nell'oggetto di quel momento. A parte il fatto che il Presidente del Consiglio, adesso non voglio fare una sviolinata al Presidente del Consiglio, mi sembra che caratterialmente sia un cuor di leone, l'ha dimostrato stamattina quando, con l'inconveniente avuto, lui aveva voglia determinatamente di proseguire i lavori. Quindi non penso sia un problema per una persona col suo carattere assumersi l'onere di prendere una posizione di questo tipo, assolutamente; però effettivamente è importante che ci sia, è importante che da questo organismo - che è il più grande, il più alto organismo a rappresentare la Valle d'Aosta - avvenga una presa di posizione, avvenga un atto. Questo si chiama atto civico, è un atto istituzionale, è un ruolo di pedagogia sociale.

Noi siamo chiamati anche a questo e se sarà necessario ripeterlo lo ripeteremo. Chiaro, non cadremo in quel meccanismo, in quel meccanicismo che farà perdere il valore dell'atto, però sotto questo punto di vista permettetemi di dire, senza darmi del sentimentalone: se noi evitassimo di dire alla persona che sta al nostro fianco, di manifestare che le vogliamo bene pensando che tanto è ovvio che è così, lo capirà sicuramente, è chiaro che se noi evitassimo... penso che nella mente delle persone, perché questi sono i meccanismi umani e nello stesso modo funziona la società umana: nel momento in cui c'è il silenzio continuo di fronte a una presa di posizione, per quanto ovvia, può tranquillamente insinuarsi il dubbio.

Allora proprio per evitare questo dubbio, io esprimo la mia totale condivisione all'impegnativa della mozione, l'ho già dimostrato attraverso la firma dell'iniziativa, però vorrei rafforzare questo mio pensiero condividendo con voi un veloce stralcio di due articoli.

Il primo che vi comunico è scritto da una giornalista di religione islamica, una donna islamica la quale dice: "Vienna nuovo attacco terroristico, gli stessi vecchi errori da cui gli Europei non intendono imparare". Ecco, già qua, da queste parole, capiamo la necessità di chiarire una ovvietà perché sarà ovvio per qualcuno, sarà ovvio per tanti, purtroppo non è ovvio per tutti.

"Il ventenne Kurtin Fejzulai, l'attentatore di origine albanese arrestato la notte del 2 novembre, era infatti ben noto alle autorità austriache, un copione già visto tante, troppe volte in Francia e in Gran Bretagna con il solito macabro finale di morti e feriti.

Era stato arrestato nell'aprile 2019 per aver tentato di unirsi all'Isis in Siria insieme ad altri 99 aspiranti attentatori suicidi residenti in Austria. Il giovane nato a Vienna ma con radici familiari nella Macedonia del nord era riuscito a ingannare gli esperti di deradicalizzazione convincendoli di aver rinunciato all'estremismo. La scarsa sagacia di tali presupposti esperti fa il paio con quella di giudici che ne hanno decretato il rilascio con la condizionale e, ahimè, di coloro che avrebbero dovuto vigilare sulla sua condotta. Sfruttando gli ampi spazi di manovra che gli sono stati consapevolmente concessi è infine riuscito a procurarsi una mitragliatrice, una pistola, un machete e tutto l'armamento necessario per un attacco in grande stile contro l'odiata Vienna e i suoi infedeli cittadini. Fra l'altro mi pare di ricordare che la battaglia di Vienna pose fine alla avanzata musulmana in Europa, quindi nulla viene fatto per caso da queste persone.

Quindi c'è un messaggio subliminale contenuto in questo e un messaggio a cui noi oggi è bene che rispondiamo. Per il giovane: "missione compiuta", forse non del tutto visto che è stato catturato vivo dalla Polizia austriaca e il paradiso per lui dovrà ancora attendere.

Questo che sto per leggere è estremamente importante perché questo fa capire, esattamente il senso civico e di solidarietà che comporta la nostra presa di posizione: non per difendere le nostre posizioni ma per solidarietà verso posizioni vicine o diverse dalle nostre. Parlo dell'Islam moderato. "A uscire profondamente indebolito dall'escalation in corso è pertanto il fronte dei musulmani moderati, una parte significativa del quale è stata risucchiata nel fronte islamista grazie alla propaganda identitaria ed estremista orchestrata da Erdogan e i suoi sodali. La guerra al terrorismo e alla radicalizzazione a quasi vent'anni di distanza dall'11 settembre non può continuare a essere combattuta con dichiarazioni d'intenti pronunciate ai funerali delle vittime. Preciso che la nostra non è una dichiarazione d'intenti, la nostra è una dichiarazione che si ispira esattamente al concetto di verità".

Secondo articolo, "l'azione vandalica nella chiesa di Mazara del Vallo al grido di Allah Akbar": "Chiamarlo atto vandalico è una scusa che non regge più, si fa presto a dire che era ubriaco ma se entra in chiesa spaccando il portone dopo aver frantumato alcuni vetri e spaventato le suore barricate nell'attiguo convento e ti metti anche a urlare Allah Akbar, puoi anche non chiamarla cristianofobia, ma il succo è questo. Ennesima aggressione ai danni di una chiesa, ennesima sottovalutazione della stampa e dell'opinione pubblica. Non è necessario che ci scappi il morto, anche quello che è accaduto a Mazara del Vallo è sintomatico di quanto il clima si stia facendo pesante per i cristiani anche in Italia".

Chiaramente l'articolo prosegue specificando che a seguito della cattura da parte dei Carabinieri del cosiddetto squilibrato, avvisati da un vicino dirimpettaio del convento, sono arrivate telefonate di solidarietà alle suore e, mentre la giustizia farà il suo corso, le religiose non hanno proceduto a denunciare l'uomo.

Al di là della solidarietà, però, da parte delle Istituzioni non sono arrivate denunce particolari, questo è l'atto che fa sentire soli, in questo caso le suore non hanno voluto sporgere denuncia, però è il concetto di solitudine nei confronti di chi è vittima di questo sopruso, di questa attività aggressiva dell'Islam politico e, ripeto, non parlo dei rappresentanti della religione cristiana, ma parlo anche di rappresentanti della religione musulmana.

Io personalmente conosco dei musulmani cui sono legato da grande amicizia e grande stima con cui ho avuto la fortuna di dialogare su questi temi e ho percepito, in particolare in una donna, la sensazione di solitudine che lei percepisce nella nostra società, perché si sente sola di fronte alla propria battaglia d'identità di donna, di libertà. Lei ha voluto trasferirsi nel mondo occidentale per poter esprimere a pieno la sua visione di donna e lei non sente a livello di società la coesione, la vicinanza a lei, un senso di protezione per dire: "Noi abbiamo le idee chiare, noi mettiamo in atto le regole e le facciamo rispettare". Lei non lo sente, avverte questo come una sorta di debolezza, ma una debolezza che va a gravare nei suoi confronti.

Il Sindaco di Mazara non ha nemmeno telefonato, il copione è il solito, aggrediscono una chiesa ma per tutti il caso è semplicemente vandalismo. Il responsabile viene di volta in volta definito pazzo, ubriaco, vandalo o squilibrato, cosa che tra l'altro fa pensare se ci sia una patologia, una sorta di pandemia parallela che va a colpire persone che militano in questa visione politica religiosa.

L'importante di fronte a tutto questo è che non viene mai chiamato per come è veramente: un atto di cristianofobia. Impariamo a chiamare le cose con il loro nome.

Proprio sul chiamare le cose con il proprio nome, visto che prima ho fatto un riferimento alla filosofia permettetemi ancora di ribadirlo: quando Aristotele definisce la comprensione di come è fatta la realtà, lui dice con quella frase che ormai è diventata famosa anche per chi non conosce il greco antico, ???????? ??????? ?? ??, cioè l'essere si dice in modo molteplice. Vuol dire che la stessa cosa dipende dal punto di vista: dal punto di vista tu vedi la cosa in maniera diversa da un altro.

Facciamo un esempio: se noi ci mettiamo su questa terrazza e guardiamo un oggetto sulla piazza - non adesso che è buio - lo vediamo in un certo modo. Se andiamo dall'altra parte della palazzina e ci affacciamo dalla finestra, vediamo un'altra angolatura di questo oggetto. Se andiamo all'ultimo piano vediamo un'altra angolatura ancora. Quindi lo stesso oggetto è visto in modo diverso.

Questo chiaramente per Aristotele non era la base del relativismo, questo è la base per dire che l'essere si dice in modo molteplice, cioè la conoscenza della realtà è grande e deve essere fatta con uno sforzo conoscitivo che va a percorrere tutte le strade, tutti i percorsi e tutti i meccanismi mentali necessari, a conoscere la verità nel suo complesso, nella pienezza.

Quello che Tommaso D'Aquino definiva bonum ex integra causa.

Ora per capire la realtà e capire bene fino in fondo la questione, bisogna mettersi dal punto di vista opposto o punto di vista diverso da quello con cui noi siamo abituati a guardare ed è proprio in questa linea di mettersi da un altro punto di vista, compiere questo esperimento intellettuale, che il giornalista dice: "Se ci fosse un atto contro una moschea o contro una sinagoga, nessuno si azzarderebbe a chiamarlo semplicemente un atto vandalico, ma si condannerebbe il gesto come un attacco a quella fede. Invece quando a essere prese di mira sono le chiese e i sentimenti religiosi, nessuno evoca mai l'attacco diretto alla fede cattolica o cristiana in genere, o peggio ancora, al satanismo, ma si derubrica tutto a vandalismo. Niente di più sbagliato".

Concludo questo mio intervento dicendo che di fronte a questa mozione permettetemi di dire che ci sono tre posizioni: c'è la posizione di accettarla, la posizione di respingerla o la posizione di astenersi.

Permettetemi una riflessione, la mozione inizia: "I sottoscritti Consiglieri regionali la pregano d'iscriverla all'ordine del giorno". Cancelliamo questo, possiamo tranquillamente vista l'entità, visti i contenuti, visto tutto quello che contiene e che rappresenta, potremmo dire: "Il buon senso la prega di scrivere all'ordine del giorno del prossimo Consiglio la seguente mozione", perché è proprio una questione di buon senso perché a questo punto, nel momento in cui si accetta, non si va ad accettare una posizione della Lega, su questo siamo chiari ed è sicuro che è una posizione assolutamente universale. Accettare vuol dire essere concordi con questa posizione, con questa ovvietà, con la vicinanza all'Islam moderato che è il vero anello debole della situazione, del periodo storico e con questo si accetta tutto questo.

Con l'opposizione, con il respingimento chiariamocelo subito: vuol dire non pensare che sia ovvio, ma pensare di essere assolutamente nella linea invece della posizione contraria, di essere in linea con gli aguzzini.

L'essere invece nella posizione mediana, la posizione di astensione, non vuol dire una posizione superiore o una posizione relativa o relativista, vuol dire indifferenza al tema.

Presidente - Si è prenotato il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Sarò ovviamente breve e ringrazio il collega Distort per l'interessante intervento che dà un risvolto culturale a questa mozione da un retroterra sicuramente molto più approfondito.

Io vengo nel merito di quanto risposto dall'assessore Caveri che ringrazio per la proposta di ritiro, però, come è altrettanto evidente che questa proposta non verrà accettata, mi rivolgo a lui semplicemente per un motivo, per il fatto che purtroppo ho percepito tutto il peso del suo gravoso compito nel dover esprimere la posizione di una maggioranza che evidentemente è eterogenea ed è purtroppo una posizione che questa maggioranza assume e che lei deve comunicare che è figlia della presenza di una sinistra radicale, figlia di un sessantotto che ai tempi era assolutamente mangiapreti e che ha passato una vita a spiegarci il valore della laicità dello Stato per poi finire a diventare l'avvocato difensore di certi diritti dell'Islam.

Purtroppo è ovvio che posizioni come queste diventano assolutamente indigeste e invotabili per chi si colloca in quest'area politica, ma tutto questo ce lo aspettavamo, e quindi non le imputo assolutamente alcuna responsabilità su questo, ma anche qui evidentemente una posizione che viene espressa da questo Consiglio e viene votata e rimane agli atti è una posizione che lei ha esplicitato, Assessore, che è quella di dire - e questa invece può anche essere condivisibile, glielo riconosco - non è che ogni volta che c'è un attentato o che c'è un evento luttuoso nel mondo dobbiamo schierarci.

Ha perfettamente ragione ed è quello che abbiamo sostenuto in larga parte in quest'aula e nel Consiglio comunale di Aosta. È evidente che questa iniziativa però differisce per il semplice fatto di aver probabilmente coinvolto magari anche il nostro territorio perché, come ho detto, non vi è ancora la certezza di quale sia stato l'itinerario del terrorista che ha colpito in Francia e vi è anche una vicinanza rispetto al paese che è ai confini con la Valle d'Aosta, ma vi è anche effettivamente un problema culturale. Ovvero se questo Consiglio oggi di fronte a questa mozione non si esprime con chiarezza e con nettezza, non contro l'Islam ma contro quell'Islam politico, contro quella guerra islamista che viene mossa ai nostri valori, è altrettanto evidente che chi risiede in questo territorio o magari nell'intero Paese, chi lo sa, può prendere questo segnale come un segnale di effettiva debolezza o effettivamente magari di non condivisione di questi valori. Diciamo che sono ovvi? Se sono ovvi tanto meglio riaffermarli una volta in più.

Riteniamo che dobbiamo utilizzare, per contrastare questa idea dilagante, tutti gli strumenti a nostra disposizione. Purtroppo abbiamo visto quelli che sono stati gli strumenti di una certa parte di sinistra, una sinistra radical chic che ha imbracciato senza dubbio e con fare risoluto i gessetti e se questo ovviamente sarà il modo di reagire colorando le piazze invece di affermare con chiarezza il nostro sdegno, ebbene dico che da colorare ce ne sarà veramente tanto, ovviamente.

Presidente - Non vedo prenotazioni. La discussione generale è chiusa. Per dichiarazione di voto? Non vedo richieste, passiamo dunque alla votazione.

La votazione è aperta.

Appello nominale dei Consiglieri presenti in remoto sulla piattaforma zoom.

Guichardaz Jean-Pierre (PCP) - Astenuto.

Restano (VdA Unie) - Non partecipa al voto.

La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin.)

Il Consiglio non approva.