Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 85 del 18 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 85/XVI - Interpellanza: "Azioni per la prevenzione dei contagi all'interno della Casa circondariale di Brissogne".

Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 25 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Ovviamente questa interpellanza nasce da una notizia che ci è stata data dagli organi di informazione relativamente appunto alla Casa circondariale di Brissogne, dove è stato riportato che un detenuto settantenne è stato ricoverato all'Ospedale regionale Parini di Aosta ed è stato trasferito in reparto. Sono stati registrati altri positivi più giovani, nella maggior parte dei casi senza altre patologie pregresse, che, da quanto risultava, sempre secondo quanto riportato dagli organi di informazione, erano quasi tutti asintomatici, venivano gestiti dal punto di vista sanitario all'interno del carcere.

Questo evento merita una considerazione, dobbiamo assolutamente considerare la realtà all'interno della struttura carceraria, che è una realtà fatta di persone che devono convivere necessariamente assieme, che ovviamente non si possono allontanare dalla struttura e che, grazie ad alcune straordinarie misure di sicurezza definite "sorveglianza dinamica" dall'allora Ministro della giustizia del Partito Democratico, sono sostanzialmente libere di girare nel braccio di riferimento, quindi possono circolare tranquillamente nel loro braccio con le celle aperte. Questa è la concezione di sorveglianza dinamica. In questa realtà quindi è evidente che altro che assembramento si crea all'interno di questa struttura, ma è chiaro che tutto questo rende una situazione potenzialmente esplosiva per quanto riguarda gli effetti della pandemia ed è più che evidente che vi sia la necessità di tutelare il personale amministrativo e di Polizia della struttura. Pare - le dico "pare" perché mi auguro che non sia così ma lo faccio presente - che sia stato imposto al personale di indossare la mascherina chirurgica, che però, come ben sappiamo, protegge ovviamente gli altri e non sé stessi, e, quando dopo il ricovero di un detenuto, sono state distribuite da parte di un ispettore delle mascherine FFP2 da tempo disponibili nella struttura, queste siano state ritirate con la motivazione che avrebbero creato allarmismo.

Ci auguriamo che questa segnalazione sia soltanto una segnalazione che non corrisponde a verità, anche se ne dubitiamo visto le fonti privilegiate di cui beneficiano, quindi è evidente che, avendo la Regione la responsabilità sanitaria della struttura, riteniamo molto grave se un evento di questo tipo si è verificato all'interno del carcere. Ecco perché questa interpellanza viene fatta oggi e viene fatta per chiedere, come abbiamo riassunto, quale sia attualmente la diffusione del contagio fra il personale di Polizia penitenziaria e amministrativo, oltre che fra i detenuti, quali misure siano state prese per limitare gli eventuali rischi di ulteriore contagio e quali siano le misure che l'Amministrazione regionale intende adottare per prevenire il ripetersi di tale eventi.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Barmasse, ne ha facoltà.

Barmasse (UV) - Con riferimento alla presente interpellanza, sentito il Direttore sanitario della Casa circondariale di Brissogne, si rappresenta l'aggiornamento relativo all'epidemia da Covid-19, i dati sono dell'11 novembre, questo è il momento in cui abbiamo chiesto di darci dei dati precisi.

La situazione è questa: 20 detenuti Covid positivi per lo più asintomatici o paucisintomatici, nessuno richiede particolari trattamenti farmacologici, solo per il caso di un detenuto di 62 anni affetto da altre patologie concomitanti si è reso necessario il ricovero ospedaliero, il detenuto è già stato dimesso ed è rientrato in istituto con il tampone negativizzato; 9 casi Covid positivi tra il personale di Polizia penitenziaria di cui 6 per contagio extra-lavorativo e 3 riscontrati positivi a seguito di screening effettuato in sede su tutto il personale, 2 casi Covid positivi tra il personale amministrativo, nessun caso di positività tra il personale sanitario più a stretto contatto con la popolazione detenuta. Almeno 5 detenuti con problematiche sanitarie e, dopo relazione clinica inviata al magistrato di sorveglianza, sono stati già da tempo posti in misure alternative alla carcerazione. Lo screening è stato effettuato in istituto con test rapidi antigenici su tutti i lavoratori per un totale di 143 test e sui casi risultati positivi è stato poi effettuato il test molecolare di conferma. Tutti i pazienti detenuti positivi in isolamento sanitario vengono monitorizzati due volte al giorno riguardo alla sintomatologia e del rilievo dei parametri vitali, compresa saturazione ematica dell'ossigeno tramite il saturimetro digitale. Il primo caso in assoluto di detenuto Covid riscontrato positivo in istituto si è verificato il 10 ottobre in un detenuto tradotto dal carcere Lorusso e Cutugno di Torino, il quale è appunto risultato positivo allo screening di primo ingresso. I tradotti dal carcere di Torino non effettuavano test diagnostico preventivo al momento del trasferimento.

Presso la Casa circondariale di Brissogne è stato adottato un protocollo sanitario di prevenzione e gestione dell'epidemia da Covid-19 fin dal mese di maggio 2020 ulteriormente rafforzato e reso più stringente anche recentemente e adeguato in itinere secondo i disposti del DPCM e delle direttive dell'Azienda USL della Valle d'Aosta.

Vi è stata una rimodulazione funzionale e un ampliamento degli spazi detentivi di concerto con la Direzione di Istituto da destinare all'isolamento sanitario di cui 10 posti letto fruibili anche per isolamento in corte presso la sezione ex femminile per detenuti asintomatici, 7 posti in camera detentiva singola in reparto transito per detenuti asintomatici, 22 posti di isolamento in camere detentive singole presso la sezione A1 per eventuali sintomatici.

È stata rifunzionalizzata la distribuzione degli orari di fruizione degli spazi all'aria aperta per impedire commistione tra detenuti appartenenti a sezioni detentive e differenti. Sono stati sospesi i colloqui con visitatori esterni, continuano a essere ampiamente garantiti i colloqui telefonici e per videoconferenza. È stata già attivata, ed è ormai prossima alla definizione, la procedura per l'ampliamento dell'orario dell'attività assistenziale infermieristica.

In tutti gli ambienti dell'Istituto sono affisse le norme di condotta e le prescrizioni igieniche finalizzate alla prevenzione della diffusione del virus. È stata diffusamente proposta e praticata la vaccinazione antinfluenzale nella popolazione detenuta, anche per favorire la diagnosi differenziale in caso di sintomatologia patognomonica per infezione da Covid. Tutto il personale in servizio adotta i dispositivi di protezione individuale previsti in funzione del compito da svolgere. Tutta la popolazione detenuta viene regolarmente dotata di mascherine chirurgiche.

Continua a svolgersi con regolarità tutta l'attività dell'area sanitaria comprese le visite specialistiche, in particolare l'assistenza psichiatrica, l'assistenza del Sert e l'attività odontoiatrica. Il paziente da trattare viene sottoposto al tampone rapido prima delle cure odontoiatriche anche a protezione di quanti si trovano nell'ambiente di lavoro.

Nell'ipotesi di fine pena e di scarcerazione di una persona ancora positiva al Covid-19 senza fissa dimora o residente a grande distanza fuori del territorio regionale, viene individuata, in accordo tra Azienda USL e Protezione civile, una collocazione in alloggi temporanei idonei alla gestione del caso. Ogni attività finalizzata alla gestione dell'emergenza epidemica viene intrapresa nel rispetto delle evidenze scientifiche e delle prescrizioni governative ministeriali e del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e del PRAP (Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria della Regione Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta), condivisa in pieno accordo con la Direzione della Casa circondariale di Brissogne. Quest'ultima per la parte di sua competenza è intervenuta senza indugi sia a livello locale che a livello dei propri vertici garantendo totale collaborazione con l'area sanitaria. Ad oggi, a quanto riferisce il Direttore, non si registrano episodi di rivolta nella popolazione detenuta, né eventi critici di natura sanitaria.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Mi dichiaro moderatamente soddisfatto rispetto alla risposta, anche se ovviamente alcune informazioni che ci ha dato sollevano degli altri interrogativi che probabilmente non coinvolgono quest'Aula ma sui quali magari interesseremo i nostri Parlamentari: per esempio, quali di questi detenuti siano stati destinati a misure alternative a causa delle patologie pregresse. Mi piacerebbe davvero sapere se abbiamo assistito o se stiamo assistendo all'ennesima scarcerazione di condannati, di detenuti che dovrebbero rimanere nelle patrie galere e invece vengono scarcerati in virtù della famosa norma del munifico ministro Bonafede, ma soprattutto mi preoccupa il fatto che ci sia un settore di collaboratori di giustizia e non vorrei mai che qualcuno avesse avuto la splendida idea di arrivare a misure alternative anche in quel caso. Mi auguro di no ma non si può mai sapere. Comunque su questo ovviamente ci permetteremo di intervenire.

Sulla questione relativa invece ai casi di contagio, da quello che ci ha riferito, ci sono 20 positivi fra i detenuti, 9 casi di positività fra il personale di Polizia e 3 fra il personale amministrativo, se non sbaglio, quindi comunque abbiamo una presenza direi anche abbastanza importante di positività all'interno della struttura. Mi auguro davvero che sia affrontata nella maniera migliore ma, come ho avuto già modo di sollevarle durante la scorsa seduta, abbiamo delle strutture sanitarie all'interno del carcere che non sono attualmente idonee ad affrontare nessun tipo di emergenza. Io immagino che sia impegnato sicuramente in altre problematiche al momento ma la invito a fare una visita all'interno del carcere e vedere in quali condizioni si trova l'infermeria.

In ogni caso non mi ha chiarito, non mi ha specificato quali sono i DPI adottati all'interno della struttura e sarei curioso di saperlo visto quanto le ho riferito, spero che lei potrà informarsi al più presto e magari dare disposizioni che vengano utilizzati i DPI che siano maggiormente protettivi del personale che lavora all'interno.

Per quanto invece riguarda la prevenzione, sappiamo che durante la prima ondata è stata fissata una tenda per gli screening esterna dalla Protezione civile regionale, però ci troviamo a che fare con un problema anche qui atavico della struttura rispettivamente sulla questione dei trasferimenti. C'è stato il caso del trasferimento di detenuti da parte di una struttura del Piemonte che non erano stati preventivamente fatti oggetto di screening, quindi evidentemente, una volta arrivati, non ho capito se hanno fatto lo screening o meno, ma a quel punto se si rileva la positività, ormai sono dentro la struttura e quindi non so come si faccia poi a bloccare il tutto.

Non capisco quindi come sia possibile avere una struttura di screening esterna sulla quale si fa una prima valutazione e dopo comunque si mettono dei detenuti che arrivano dall'esterno e che sono positivi all'interno della struttura e si causa ovviamente questa serie di contagi. Questo sarà sicuramente oggetto di approfondimento, mi permetto di fare una valutazione, ovviamente ci troviamo - come dicevo prima - di fronte l'atavico problema della mancanza di un direttore, un direttore che abbia interesse e a cuore la struttura del carcere di Aosta, non che l'attuale direttore... che in realtà non è un direttore a tempo pieno ma un direttore che viene prestato e che fa il suo servizio mi pare una-due-tre volte a settimana ma, avendo un direttore nella pienezza delle sue funzioni, nella pienezza del suo incarico in Valle d'Aosta, ci sarebbe la possibilità anche di fare una selezione tra i detenuti che vengono mandati e tra questi anche avere la possibilità di evitare il ripetersi di casi di questo tipo, oltre ovviamente a questioni che abbiamo già sollevato in quest'aula, ovvero al fatto che siamo diventati la discarica delle carceri di tutto il nord Italia.

Io quindi la ringrazio per le informazioni fornite e approfondiremo quanto ci ha riferito.