Oggetto del Consiglio n. 86 del 18 novembre 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 86/XVI - Interpellanza: "Misure organizzative a livello sanitario per l'apertura degli impianti di risalita".
Bertin (Presidente) - L'interpellanza n. 26 si discuterà congiuntamente con quella di cui al punto n. 28 dell'ordine del giorno, pertanto passiamo al punto n. 27. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.
Spelgatti (LEGA VDA) - Considerata la falsa partenza con l'apertura degli impianti di risalita a Cervinia e l'immediata successiva chiusura al grande pubblico con DPCM del 24 ottobre 2010, vista l'auspicata possibilità che si torni al più presto alla riapertura su tutto il territorio valdostano a seguito dell'approvazione di un protocollo per le misure anti contagio, considerato l'enorme impatto di pazienti che investe l'Ospedale a seguito dei traumi sulle piste da sci in ogni giorno di apertura degli impianti, si chiede quali misure organizzative a livello sanitario avessero adottato all'epoca in vista dell'apertura al grande pubblico degli impianti di risalita, che ricordo non essere poi avvenuta per decisioni che vennero prese a Roma e quali intendano comunque adottare in vista dell'auspicata riapertura in tempi brevi della stazione sciistica al fine di affrontare ed evitare il più possibile ovviamente l'impatto di pazienti sull'Ospedale Parini. Questo perché? Perché quando abbiamo visto l'apertura delle piste al grande pubblico su Cervinia, la domanda che mi sono posta è stata: si apre però che cos'è stato fatto? Cioè quali misure sono state adottate proprio per evitare che tutti i traumi arrivino all'Ospedale Parini.
Da quello che io avevo sentito, ma ripeto, magari non ho le informazioni corrette, non mi risulta perlomeno che fossero state adottate delle grandi soluzioni, che non fossero state adottate delle soluzioni. Ora, partendo dal presupposto che qui abbiamo due interessi contrapposti enormi: da una parte, la salute pubblica, quindi evitare i contagi ed evitare la diffusione del Coronavirus, ma, dall'altra, abbiamo un ulteriore e altrettanto grave problema: quello appunto di evitare il tracollo di tutta l'economia valdostana perché le persone non muoiono solo di Coronavirus ma muoiono anche di depressione, di mancanza di futuro, di mancanza di soldi e non possiamo chiaramente lasciare la popolazione affamata. Pertanto sono due problemi che vanno affrontati, quindi ovviamente si spera di poter arrivare alla riapertura delle piste da sci il tutto chiaramente in sicurezza, che però significa non solo mettere in sicurezza le piste in maniera tale da evitare assembramenti ed evitare i contagi, ma anche preparare tutto il sistema sanitario ad affrontare l'impatto che viene creato dai traumi che avvengono sugli sci, sapendo poi soprattutto qual è la mole di carico che normalmente avviene sempre durante la stagione sciistica.
Chiedo quindi di sapere quali sono le misure che erano state adottate all'epoca in vista dell'apertura, che poi è avvenuta solo per un giorno e poi c'è stata la chiusura e che cosa si sta facendo adesso visto che la stagione si spera possa partire e, sentendo le dichiarazioni dell'Assessore di riferimento, si sta lavorando in questa direzione, quindi chiaramente bisogna lavorare sotto due profili differenti.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (AV-SA) - Grazie collega Spelgatti anche per come ha presentato l'interpellanza tenendo nella giusta considerazione l'aspetto sanitario ma ovviamente tenendo nell'altrettanta corretta considerazione il settore economico e soprattutto le persone che, attraverso la stagione invernale, possono trarre dal settore economico una fonte di reddito ma soprattutto una fonte di sostentamento sapendo bene com'è organizzata anche la nostra economia invernale.
Credo quindi che questo sia l'atteggiamento politico corretto nell'affrontare una fase così delicata. Come ha correttamente evidenziato lei, quello che guida il nostro lavoro in questo momento è l'aspetto sanitario. L'organizzazione territoriale sanitaria della nostra Regione è conosciuta da tutti: abbiamo un unico presidio ospedaliero, abbiamo la possibilità di utilizzare alcuni servizi attraverso le convenzioni di tipo privato ma in questo momento il carico sanitario è importante e, insieme al collega Barmasse e al collega Guichardaz che si occupa del settore del turismo e delle professioni, stiamo cercando di lavorare con l'attenzione che va data alla criticità che dobbiamo gestire. In questi ultimi giorni ancora sono state attivate, con l'organizzazione e il coordinamento del Presidente, tutte le convenzioni utili ad ampliare i posti letto necessari per creare le condizioni, una volta che la curva sarà stabilizzata, per avere un'occupazione dell'Ospedale che ci permetta di avere sempre un tempo di risposta anche per l'organizzazione turistica.
L'impatto della stagione invernale a pieno regime quando parliamo dei 30 milioni di visitatori in termini di infortuni sull'Ospedale è di circa 3,5 infortuni/giorno, ogni 10.000 passaggi c'è un'incidenza di 1,2 infortuni, infortuni che sono legati all'utilizzo in buona parte dell'elicottero, sono circa 350-400 mediamente gli accessi al Pronto Soccorso e sono infortuni che appunto avvengono in questo numero quando la potenzialità della stagione è quella che conosciamo ed è quella che abbiamo conosciuto nell'ultimo periodo. Nell'ultima stagione sono stati circa 3.000 gli infortuni da trauma dati dalla stagione sciistica. In questo senso e con questo tipo di atteggiamento si è riorganizzata l'attività dei centri traumatologici e nella fase di apertura, essendo l'occupazione dell'Ospedale inferiore al 30% dei posti letto che erano stati dedicati al Covid, si è deciso di avviare la stagione visto che le presenze in quelle prime giornate non sono presenze tali da determinare difficoltà di gestione nel nostro presidio, valutando poi nel proseguo dell'apertura come andare poi ad attivare il primo centro, che è quello del Breuil-Cervinia e tutti gli altri centri.
È successo quello che abbiamo visto, il DPCM ha bloccato l'attività degli impianti a fune, nella giornata di sabato ci sono state circa 2.000 persone e nella giornata di domenica 2.500-2.900, che sono numeri di presenza molto molto limitati rispetto ai 60.000 che in generale ci sono durante il periodo delle vacanze. Rispetto a questo e rispetto anche a questo periodo nel quale il comprensorio sciistico è utilizzato mediamente da 350-400 sciatori/giorno, abbiamo deciso di mantenere l'attenzione rispetto ai centri traumatologici in secondo piano rispetto all'organizzazione sanitaria vista l'esigenza di avere più professionalità di tipo medico infermieristico a disposizione della risposta che in questo momento va data al picco della crisi.
Intanto si sono preparati i centri traumatologici, tra l'altro, sono stati rivisitati alcuni centri cercando di migliorare - visto che a inizio della stagione l'anno scorso il Covid non era presente - i percorsi e l'utilizzo di queste strutture in piena rispondenza all'organizzazione sanitaria che va data e si è dato in questo momento da parte dell'azienda il compito di lavorare al reperimento del personale necessario sempre in secondo piano rispetto a questa criticità che dobbiamo affrontare. Questo perché in questo momento l'apertura degli impianti è condizionata da due fattori: il primo quello della gestione della crisi sanitaria nella nostra regione e nelle regioni limitrofe. Noi abbiamo portato avanti con tutti gli Assessori delle Regioni, devo dire che c'è stata un'ottima collaborazione con il Trentino, con il Veneto e con l'Alto Adige... e il protocollo che andrà in discussione venerdì mattina alla Conferenza Regioni è stato iscritto in via di urgenza e straordinaria per cercare di avere un documento che ci permetta di uniformare l'attività di risposta e di gestione dei nostri centri per la stagione invernale.
L'approvazione del protocollo permetterà di avviare la discussione definitiva con il CTS e anche una valutazione di impatto definitivo con la parte politica con il Governo nazionale. Le dichiarazioni di questi giorni sicuramente non hanno rassicurato in questo senso, il Governo è ancora molto chiuso rispetto a una possibile apertura, noi vorremmo lavorare con tutte le altre Regioni e credo che le dichiarazioni di tutti i Presidenti di Regione siano state in questo senso molto responsabili: "abbassiamo la curva, come si dice in gergo, raffreddiamo l'epidemia e cerchiamo di trovare poi la possibilità di organizzare un'apertura", che non sarà l'apertura delle grandi occasioni, sappiamo che questa stagione avrà mediamente una risposta inferiore, speriamo solo del 30-40%, qualcuno purtroppo auspica anche altri numeri, noi puntiamo ad avere una stagione che abbia comunque una frequenza nei nostri impianti, una frequenza che, visto che sarà minore a quella del passato, comporterà anche una minore esigenza di utilizzo dei servizi sanitari.
Nei prossimi giorni e settimanalmente ci lavoriamo insieme al Presidente, all'Assessore e all'Unità di crisi per capire come completare l'organizzazione dei nostri servizi e per verificare in quale maniera inserire ulteriori servizi se ce ne sarà bisogno.
Completo la risposta dicendo che l'obiettivo da parte nostra è quello di creare le condizioni affinché si possa sciare in sicurezza, creando anche le condizioni però che a livello normativo, viste le incertezze che ci sono, ci sia responsabilmente da parte del Governo un atteggiamento nazionale, un atteggiamento giusto rispetto al sistema montagna. È per questo che, insieme al Senatore e, per certi versi, anche al Deputato, insieme a tutta la rete dell'arco alpino e ai rappresentanti parlamentari, stiamo cercando di costruire degli emendamenti che creino le condizioni affinché si possano assumere gli stagionali nel settore degli impianti a fune e affinché si possano creare le condizioni, nel caso che malauguratamente ci si ritrovi di nuovo in un lockdown, per avere un ristoro da parte del Governo all'interno del DPCM attuale e della finanziaria futura.
In questi giorni le società hanno iniziato a preparare i comprensori, un segnale va dato alla comunità, un segnale anche di resistenza e di speranza che le cose possano andare meglio, è un segnale che va accompagnato dal segnale che tutti noi stiamo cercando di portare alla comunità: responsabilità individuale per cercare di diminuire questo contagio e permettere all'economia di ritornare ad avere un suo ruolo all'interno della comunità. Le società stanno anche facendo i colloqui per iniziare ad assumere, ovviamente tutto questo sta in una condizione in cui c'è la ferma volontà di far ripartire la nostra economia ma di equilibrarla e di rapportarla all'attenzione che noi dobbiamo tutti dare all'attuale situazione sanitaria.
In questo senso quindi lavoreremo ancora nelle prossime settimane a livello locale e a livello interregionale con i rapporti con il Governo.
Presidente - Per la replica, la parola alla consigliera Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - La ringrazio, Assessore, mi fa piacere, tra l'altro, che abbia risposto lei perché mi spiace che l'assessore Barmasse, che è appena arrivato, si trovi al centro di tutte queste iniziative non avendo chiaramente responsabilità essendo lui personalmente arrivato soltanto adesso ma raccoglie i frutti di quello che è stato fatto fino adesso, mentre lei, assessore Bertschy, era già al Governo e comunque anche la forza politica di cui fa parte l'assessore Barmasse.
Mi ha parlato di centri traumatologici e, da quello che mi risultava, all'epoca proprio su Cervinia comunque non si era ancora parlato della riapertura e riattivazione non solo dei centri ma anche di un piano per questo tipo di emergenza e la cosa che però mi preoccupa è questa: bene, si prevede il fatto che si riaprano i centri traumatologici ma che sostanzialmente lei mi ha detto il tutto però viene focalizzato anche molto sul Parini perché fino adesso si prevede che il carico sarà molto più basso per l'Ospedale per cui tendenzialmente c'è bisogno di risorse, le risorse vengono concentrate più che altro sul Parini perché si ritiene di avere i posti letto e di avere il personale lì adatto e a sufficienza per poter affrontare il problema. Quelli però che arrivano sull'Ospedale Parini comunque tolgono dei posti letto essenziali anche per tutte le altre patologie perché li troviamo per i traumatizzati ma ricordo che nel frattempo, oltre all'emergenza Covid, continuano tutti i problemi di salute di tutti i cittadini normalmente. Continuiamo pertanto ad aumentare i reparti Covid, cerchiamo altri posti letto, altre strutture e tutto quanto, quanto viene fatto però è sufficiente per reperire tutto il personale? Questo lo vedremo il prossimo Consiglio... cioè cos'è stato fatto, a che punto siamo? Ne parleremo la prossima volta, ma ripeto: anche si trovano i posti letto e il personale per affrontare questo tipo di emergenza, ricordo che nel frattempo le persone hanno anche tutte le altre patologie, tutti gli altri problemi e quant'altro.
Siamo quindi arrivati, come ho già detto prima, fuori tempo massimo, ben venga che adesso si corra ai ripari, si cerchi il personale, si pensi ai centri traumatologici, si pensi ad affrontare il problema del personale e dei posti letto ma tutto questo si sarebbe dovuto fare all'epoca, quindi già prima dell'apertura preventivata di Cervinia perché se non fosse arrivato il DPCM da Roma che bloccava il tutto, comunque sarebbe partita la stagione sciistica. Purtroppo la stagione sciistica non è potuta partire, però evidentemente all'epoca non saremmo stati pronti ad affrontare anche questo tipo di emergenza, perché non era previsto che Cervinia stessa aperta un giorno: Cervinia doveva essere l'apertura di tutta la stagione sciistica un po' per tutti quanti e si sarebbe dovuti andare avanti in questa direzione ma nel frattempo comunque l'Ospedale Parini stava chiudendo comunque tutti i vari reparti perché stava aprendo tutti i reparti Covid. Di conseguenza, da quello che lei mi ha detto, evidentemente all'epoca non saremmo stati preparati ad affrontare anche questa ondata, perché ricordo che uno dei parametri per cui noi siamo, purtroppo, in vetta a tutte le classifiche è per la mancanza di posti letto, mancanza di posti letto in terapia intensiva e quant'altro perché siamo full, quindi figurarsi che cosa sarebbe successo se la stagione sciistica invece fortunatamente fosse rimasta aperta; così non è stato ma, se fosse stata aperta, sarebbe stata veramente una tragedia perché l'Ospedale Parini sarebbe letteralmente esploso.
Ben venga quindi, cercate di fare tutto quello che potete fare per affrontare questo problema, ovviamente dovete decentrare perché più caricate l'Ospedale Parini più la situazione sarà esplosiva. Ricordo che tutto quello che portate lì, comunque se anche lo reperite, lo togliete agli altri pazienti che hanno mille altre patologie e che già adesso non vengono curati e non vengono presi in carico dal sistema, quindi bisogna lavorare in questa direzione, purtroppo siamo fuori tempo massimo per tutto.
OGGETTO N. 87/XVI - Interpellanze: "Modalità e tempistiche per il potenziamento o l'adeguamento delle prestazioni del segnale di rete sul territorio della Regione" e "Azioni per garantire una copertura internet totale del territorio regionale".
Bertin (Presidente) - Passiamo alla trattazione congiunta dei punti n. 26 e n. 28 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al consigliere segretario del Consiglio Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Giusto per introdurre l'interpellanza si prende atto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020: "Nuove misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19", si richiama altresì l'ordinanza del Ministero della salute del 4 novembre 2020, che inserisce la Valle d'Aosta nelle cosiddette "zone rosse", con tutto quello che consegue, sottolineando tra le conseguenze che il DPCM summenzionato prevede che i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza anche in ragione della gestione dell'emergenza. Il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile invitando così ad aumentare le ore di lavoro prestate in regime di modalità agile o, come si vuole utilizzare andando a elemosinare dall'inglese, smart working. Il modello del lavoro agile a distanza può essere un'opportunità anche per le professioni private, però, visti i notevoli problemi di connessione già rilevati durante il periodo di precedente ondata epidemiologica con la misura di confinamento, che ha fatto emergere in maniera preponderante il divario digitale esistente tra le varie parti di territorio, si chiede al Governo regionale: "se esiste una mappatura della qualità del segnale di rete, suddiviso per ogni comune del nostro territorio; se sia intenzione potenziare e/o adeguare le prestazioni del segnale di rete in modo che lo stesso sia uniforme e idoneo alle esigenze in questione su tutto il territorio della regione; in caso di risposta affermativa al precedente quesito, con quali modalità e con quali tempistiche.
A titolo di precisazione penso non sia necessario ma repetita iuvant, eccediamo anche in precisione per arrivare alla corretta comprensione della motivazione di questa interpellanza. Nel momento in cui chiediamo con quali modalità, è chiaro che abbiamo bisogno di sapere da parte del Governo quali scelte intende operare perché, dalle conoscenze tecniche di cui dispongo, vedo tre soluzioni: una soluzione è l'estensione del cablaggio sino alle più lontane abitazioni del nostro territorio in modo che siano tutte uniformemente soddisfatte da un segnale di alto livello; la seconda possibilità è l'adozione di un sistema emittente che possa avere l'intensità di segnale, la connettività, paragonabile a quella del cablaggio, da quanto risulta dalla tecnologia vigente, si parla di 5G; esiste una terza ipotesi che è il non fare assolutamente nulla, ovvero rinunciare alla copertura completa del territorio mantenendo la disparità delle varie zone di territorio agli effetti del segnale, che ha in sé una variante: lasciare ai singoli utenti di stabilire le condizioni contrattuali con i diversi gestori di rete.
A nome mio personale, a nome dei firmatari della presente interpellanza ma fondamentalmente a nome dei cittadini valdostani, vorremmo sapere quale delle due posizioni o la terza, il non fare nulla, il Governo attuale intende assumere.
Presidente - Sempre per l'illustrazione, ha chiesto la parola al consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Io credo che le parole che ha detto prima l'assessore Caveri siano abbastanza eloquenti, quando ha parlato del fatto che, per esempio, a Moron sulle colline di Saint-Vincent non ci sia connessione internet adeguata. Questo è un problema che - è uscito anche l'altro giorno su "Gazzetta Matin", nel comune di Bionaz ci sono alcuni villaggi non coperti dalla connessione internet e ci sono anche tantissimi altri casi del genere -, purtroppo, riguarda una grandissima parte della Valle d'Aosta, delle zone magari più rurali, nelle zone più lontane dai vari centri abitati principali.
La scelta di implementare o no il sistema di connessione internet è una scelta assolutamente politica, mai come in questo periodo internet ha una funzione sociale per il semplice fatto che la connessione internet può permettere alle persone di decidere di tornare a vivere nei villaggi, visto che è in atto una pandemia, visto che le città sono sempre più viste in una maniera... potremmo dire negativa sotto gli aspetti della libertà individuale, ecco che in tanti, ecco che in diversi stanno cercando e stanno decidendo di tornare in montagna nei villaggi. È ovvio che questo ragionamento non può essere fatto se non c'è una connessione internet adeguata, questo è uno dei parametri di scelta della gente per tornare in montagna, perché è ovvio che con la didattica a distanza, con lo smart working è fondamentale avere una copertura internet.
Se si va sul sito dell'Agcom c'è una bellissima cartina di tutta l'Italia in cui ci sono tutte le regioni e i vari puntini per evidenziare le diverse linee. Ebbene, tutte le regioni sono evidenziate tranne una: la Valle d'Aosta, anche qui forse c'è una mancanza di trasmissione di dati e quindi chiederei poi a chi mi risponderà di fornire eventualmente i dati, se ci sono, all'Agcom per mostrare che comunque anche la Valle d'Aosta non è una zona totalmente grigia.
C'è un sacco di lavoro da fare, come ha detto comunque il consigliere Distort, i quesiti sono tanti, i quesiti sono forti e riguardano essenzialmente, per quanto riguarda la mia interpellanza, la copertura internet delle varie linee ADSL, FTTC, FTTC+ e FTTH, quali siano i Comuni con maggiore criticità rispetto proprio alle linee sopracitate e quali siano le azioni che il Governo voglia portare avanti per coprire, se non in maniera totale, almeno io direi quasi tutti i villaggi in cui ci sono persone, proprio per ridurre il digital divide che adesso si sta mostrando veramente come un grave problema.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (AV-SA) - Provo a interpretare un'interpellanza sicuramente composita sulla quale abbiamo cercato di fare una sintesi rispetto a tutte le questioni che sono state poste.
Com'è noto, l'Amministrazione regionale ha avviato, a partire dal 2009, una serie di interventi strategici ricompresi nel piano denominato "VdA Broadbusiness", al fine di portare la fibra ottica quale infrastruttura di rete di dorsale di nuova generazione abilitante la banda ultralarga, in tutti e 73 i Comuni della Regione, esclusa Aosta, creando dei percorsi a doppia via fisica che vengono definiti anelli chiusi per un totale complessivo di oltre 700 chilometri di fibra ottica. Nell'ambito dello stesso intervento sono stati inoltre installati altresì 600 hotspot Wi-Fi pubblici per l'accesso alla banda ultralarga gratuita per i cittadini turisti che frequentano la Valle d'Aosta. Il piano strutturato in più fasi è completato dal 1° novembre 2020 ed è in gestione a cura dell'appaltatore per dieci anni.
Ricordato che l'intervento autorizzato dalla Commissione europea prevedeva la realizzazione delle dorsali di telecollegamento in fibra ottica necessaria agli operatori di telecomunicazione per l'erogazione dei servizi in banda ultralarga, per velocizzare la fase di rilascio degli stessi sul territorio regionale a favore dei cittadini, dei turisti, degli operatori economici e della pubblica amministrazione, non appena completati i primi lotti funzionali di infrastrutture in fibra ottica, sono state avviate le procedure per la concessione della stessa agli operatori di TLC, secondo modelli che incentivano l'utilizzo dell'intera infrastruttura in modo propedeutico al rilascio dei servizi all'utenza in banda ultralarga.
Ad oggi gli operatori di telecomunicazioni che hanno aderito in tal senso alla manifestazione di interesse sulle infrastrutture realizzate e ottenuto la concessione sono: Eolo, FastAlp, Fastweb, Open Fiber, Telecom Italia, Vodafone, Wind 3. Altri operatori, come Iliad, presenti sui mercati internazionali, oltre che Adobe Wi-Fi, sul mercato locale sono stati informati della disponibilità dell'infrastruttura di rete in fibra ottica e hanno espresso, ancorché informalmente, interesse per i loro sviluppi futuri.
Ricordato che gli operatori di TLC classificano come segreto industriale le mappe di copertura dei servizi di connettività delle diverse tecnologie, alla Regione, pur avendo più volte avanzato richiesta anche in relazione a specifici servizi, queste informazioni del caso non sono mai state rilasciate.
Per contro ogni operatore di TLC, tra l'altro, come richiamato anche dal collega Lavy, per promuovere i propri servizi, mette a disposizione dei potenziali clienti dei sistemi automatizzati di verifica della disponibilità della connettività basati sull'indirizzo di rilascio del servizio. Le informazioni in modo aggregato sono invece accessibili per tramite del sito Agcom dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni istituita appositamente per vigilare su tale mercato. Infatti Agcom ha il duplice compito di assicurare la corretta concorrenza degli operatori di telecomunicazione e di tutelare il pluralismo e la libertà fondamentale dei cittadini nello stesso settore di cui sopra.
Preso atto di quanto illustrato sopra dalle segnalazioni pervenute ad oggi, tutte le centrali di telefonia fisse sono abilitate all'ADSL, cioè alla linea asimmetrica di sottoscrizione digitale utilizzata per il collegamento a internet in banda larga su cavo telefonico in rame, velocità massima di 200 Mbps e sono in corso di attività per l'abilitazione di cabinet alla tecnologia in fibra fino all'armadio stradale e gli ultimi mesi su cavi in rame per collegamenti in banda ultralarga. Tra l'altro, ci sono stati anche degli articoli di giornale negli ultimi giorni che evidenziavano il fatto che ci sia tutta una serie di operatori che stanno di fatto dando corso agli interessi manifestati di cui sopra.
Altra cosa, mentre il collega Lavy segnalava il fatto che nella mappa di Agcom la Valle d'Aosta continua a non essere presente, ho segnalato la cosa e quindi, di conseguenza, speriamo di riuscire ad essere più efficaci per dar luce alla nostra Regione rispetto a questa tematica.
Per quanto riguarda invece la fibra fino a casa per collegamenti in banda ultralarga della velocità massima di 1000 Mbps, oltre al comune di Aosta sul quale diversi operatori hanno investito, gli altri comuni del territorio sono oggetto di intervento nel piano nazionale banda ultralarga gestito dal Mise per il tramite della propria società Infratel Italia, che ha appaltato le attività alla società Open Fiber e ad oggi sono stati rilasciati i servizi su 8 comuni: Arnad, Bard, Champdepraz, Donnas, Issime, Issogne, Rhêmes-Notre-Dame e Verrès.
Come accennato precedentemente, gli operatori non forniscono informazioni sugli sviluppi delle proprie reti, per contro procedono con le campagne informative promozionali nei confronti degli organi di stampa. Nel caso TIM, in un articolo che abbiamo richiamato poc'anzi, annuncia il rilascio della connettività di cui sopra, che tecnicamente viene definita da quello che sto cominciando a cogliere vectoring, in ulteriori 7 comuni che saranno: Rhêmes-Saint-Georges, Sarre, Châtillon, Verrès, Issogne, Lillianes e Fontainemore, che si aggiungono ai 4 già attivi di Aosta Charvensod, Donnas e Pont-Saint-Martin.
"Quali sono i comuni con maggiori criticità rispetto alle reti sopracitate": fermo restando le criticità complessive dello sviluppo delle telecomunicazioni legate alla complessità del territorio valdostano, le maggiori criticità - come, tra l'altro, richiamato nell'oggetto dell'interpellanza - sono naturalmente da riscontrare nei comuni delle vallate più laterali, tra l'altro, quelli normalmente meno densamente abitati e magari anche meno conosciuti a livello turistico.
Tra l'altro, questo tipo di esperienza, per rinfrancare dell'assoluto buon senso delle interpellanze di cui sopra i due colleghi proponenti, la vivo personalmente anch'io perché ho la fortuna di vivere in una località di montagna, che, da questo punto di vista, riscontra le problematiche richiamate.
Per quanto riguarda la domanda n. 2 delle interpellanze n. 26 e n. 28, considerata l'importanza strategica delle telecomunicazioni amplificata dal particolare periodo che tutti noi stiamo vivendo, l'Amministrazione si sta attivando nei confronti di Open Fiber, quindi Infratel Italia e il Mise, per sollecitare la realizzazione della nuova rete di accesso in banda ultralarga prevista nell'omonimo ambito del piano nazionale banda ultralarga sui comuni delle aree bianche della Regione. Le aree bianche sono i comuni nei quali nessun operatore ha dichiarato di voler investire per portare i servizi in banda ultralarga, per cui è ammesso l'intervento pubblico. In relazione al nuovo cronoprogramma di avanzamento dei lavori, si valuterà ogni possibile azione volta ad accelerare e snellire le procedure di rilascio dei necessari permessi.
Da evidenziare inoltre che, oltre alle tecnologie citate per la copertura del servizio in banda ultralarga, l'Amministrazione sin dal 2006 ha sensibilizzato la copertura delle aree meno densamente urbanizzate con tecnologie via radio, in particolare è opportuno evidenziare che, a integrazione di quanto ripreso per le reti in fibra ottica, sono previsti dei collegamenti radio di tipo fixed wireless access, cioè fibra fino al traliccio e ultimo tratto via ponte radio, in grado di garantire ad oggi velocità fino a 100 Megabit per secondo in modalità multipunto ma anche di un Gigabyte per secondo, quindi 1.000 Mbps in modalità punto punto.
"In caso di risposta affermativa al precedente quesito, con quali modalità e quali tempistiche"; questa è la seconda delle domande del collega Distort. Tutto ciò premesso, è intenzione di quest'Amministrazione procedere con ulteriori interventi di supporto all'infrastrutturazione dei collegamenti telematici con specifici progetti che potranno essere avanzati nell'ambito del piano nazionale per la ripresa e la resilienza, oltre che nella programmazione FESR 2021-2027. Per il piano nazionale per la ripresa e la resilienza sono state presentate le seguenti proposte, tra l'altro, in una deliberazione delle settimane scorse, e cioè l'infrastrutturazione dei siti di telecomunicazione del territorio anche in prospettiva dell'evoluzione delle tecnologie del futuro e l'obiettivo è di integrare le infrastrutture di TLC presenti sul territorio in modo da poter distribuire i servizi innovativi sul territorio della Regione stessa, e il potenziamento ed estensione dell'infrastruttura di rete della Pubblica Amministrazione sul territorio della Regione. L'obiettivo naturalmente è il potenziamento e l'estensione dell'infrastruttura di rete della Pubblica Amministrazione della Regione per renderla idonea al trasporto di tutti i nuovi servizi in banda ultralarga erogabili sul territorio.
Una risposta a un'interpellanza così composita anche frutto di due domande, di fatto, secondo me, deve tener conto di alcune peculiarità che la nostra Regione ha avuto la capacità di sviluppare e che, di fatto, sono collegate a quanto espresso in premessa, cioè il fatto che noi siamo comunque una Regione che ha di sua proprietà 700 chilometri di cavi di rete in fibra ultralarga. Le problematiche che ad oggi stiamo riscontrando sono problematiche cognite a livello nazionale e probabilmente per la volontà da parte del Mise e del suo soggetto di riferimento, che a sua volta ha sub-appaltato a un'altra società, del passaggio di quello che tecnicamente viene definito "l'ultimo miglio" e questo tipo di problematica è una problematica assolutamente conosciuta anche a livello nazionale per la quale nel corso degli ultimi mesi, ma vi posso assicurare nel corso degli ultimi giorni visto che ero presente, ci stiamo attrezzando in maniera diretta. C'è cioè l'assoluta volontà di creare immediatamente un contatto diretto con il soggetto che si è aggiudicato la gara e che dovrebbe portare a casa dei Valdostani il grande lavoro che noi abbiamo fatto e per il quale abbiamo speso, naturalmente con l'Unione europea, 22 milioni di euro. Questo tipo di passaggio secondo me, oltre a prevedere un forte incentivo nei confronti dell'operatore che si è aggiudicato questo tipo di lavoro, dovrebbe anche cominciare a prevedere la possibilità non soltanto di intervenire direttamente nelle zone appunto definite territorio bianco, quindi economicamente meno rilevanti, ma magari anche per le altre di comune accordo con il soggetto che appunto si è aggiudicato la gara stessa.
Un'altra caratteristica che stiamo riscontrando rispetto a questo tipo di tematica sta di fatto nella possibilità che viene data agli operatori economici di arrivare fino a casa loro ma poi, nel momento in cui tu arrivi al traliccio, piuttosto che al cabinet, visto che ti ho portato l'autostrada, tra l'altro, con soldi pubblici e con una grande capacità di investimento e anche di strategia che la Valle d'Aosta ha avuto direttamente per il tramite della sua partecipata di immaginare in tempi non sospetti di creare questa che possiamo definire un'autostrada del futuro per la Valle stessa, nel momento in cui io ti do la possibilità di arrivare fino ad un casello ed è previsto che poi lo svincolo autostradale spetti all'operatore economico di riferimento almeno nell'ammodernare la tecnologia e che a quel punto dovrebbe portare i dati dal cabinet fino alla casa dei Valdostani, quello può essere sollecitato, può essere incentivato, può essere "inserito nelle cose" visto che a quel punto spetterebbe agli operatori economici, come, tra l'altro, qualcuno sta facendo, di sviluppare l'ultimo miglio ma non può essere assolutamente obbligato. Se io ho lavorato tanto per mettere in piedi questi 700 chilometri di autostrada, è normale che poi dovrei aspettarmi che, nonostante gli aspetti di natura economica, anche da un punto di vista strutturale, l'ammodernamento dell'ultimo pezzo di rete restante venisse portata avanti dagli operatori economici di riferimento.
Mi è capitato in questi 27 giorni di cominciare con estrema umiltà a fare delle domande, a cercare di capire tutto quanto è stato fatto sia rispetto a questa tematica che altre e ho colto immediatamente la piena disponibilità da parte sia del soggetto di indirizzo pubblico che nel braccio operativo della nostra partecipata di trovare un'occasione velocemente con gli operatori a tutti i livelli per poter fare un po' il punto e anche per sollecitarci vicendevolmente nel risolvere questo genere di problematiche, che in questo momento si stanno oggettivamente sentendo ancor più del normale viste le problematiche tutte che stiamo riscontrando nell'accesso ai dati rispetto sia al lavoro agile, sia alla necessità da parte di tutti di poter utilizzare ancora di più il futuro e quindi questi mezzi che fanno parte oramai della nostra quotidianità.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Già dalle parole della risposta, dai riferimenti tecnologici delle tecnologie, dalle terminologie e dalle sigle si percepisce la complessità dell'argomento, però cerchiamo di riassumere con una visione semplificata senza perdere assolutamente di vista tutta la complessità del discorso, però fondamentalmente rimane in piedi il fatto che abbiamo 700 chilometri di linea. Perfetto, è un lavoro che è stato fatto sulla base dell'utilizzo di fondi europei, ben venga che ogni tanto riusciamo a utilizzarli e non li mandiamo indietro. Benissimo, questo è quanto ha fatto la Regione facendo il suo dovere, chi all'epoca ha svolto né più, né meno il proprio dovere; con questo non voglio diminuire ma neanche enfatizzare, questo è quanto spetta a una classe politica che amministra.
Tornando sui 700 chilometri, in ogni caso comunque vanno a conferire un messaggio a banda larga ai Comuni o nelle migliori delle ipotesi in prossimità dei propri Municipi, perché, per esempio, così da notizie che io ho, il Comune di Brissogne ha la consegna della banda larga in fibra sulla strada statale n. 26 prima del ponte per attraversare la Dora e per arrivare quindi nel territorio. La situazione quindi è ancora molto da definire. È chiaro che per l'ultimo miglio inteso in termini simbolici - perché non si tratta di un ultimo meglio, si tratta di una rete estremamente più lunga ed estremamente più diramata - cosa succede? Da quello che mi ha detto, è lasciato agli operatori del settore, quindi significa che, dal punto di vista politico, di quello che fanno le aziende private a scopo di lucro... in definitiva, non va a sostituire l'attività di una classe politica che amministra. La classe politica che amministra deve curare i rapporti come partner di livello con le compagnie telefoniche che si aggiudicano la prosecuzione della consegna del segnale fino al singolo utente: questa è una visione fondamentale, è questa la visione politica, è questo quello che spetta a un Governo.
Poi ho sentito citare Agcom, Co.Re.Com., io vorrei comunque precisare e ricordare che Co.Re.Com. resta autorità e consulente della Regione Valle d'Aosta in materia di comunicazione, quindi l'esperienza, la capacità maturata da quest'organismo nel rapporto con i gestori è assolutamente fondamentale, deve essere assolutamente presa in considerazione, non deve essere semplicemente citata, deve essere il partner principale di un'azione di governo in questo settore.
In ogni caso, Assessore, su quanto io le avevo posto come dilemma tra una soluzione a cavo, quindi di cablaggio, e la prosecuzione fino al punto di consegna, o l'utilizzo di emittenti con una tecnologia che al momento risulta quella del 5G - io non prendo posizione né nell'un caso, né nell'altro perché spetta al Governo - una risposta definitiva non è stata data: è stata data una risposta relativa agli attori, alle aziende che si occuperanno della distribuzione. Tra l'altro, mi pare di aver capito che le informazioni sulla tecnologia che utilizzano le compagnie sono coperte da segreto e non è dato comunicarle. Io non faccio parte assolutamente del Co.Re.Com. ma penso che questo dato sia immediatamente da trasmettere a Co.Re.Com. affinché loro provvedano con i canali, con le capacità, con le competenze e con l'esperienza che hanno per andare a risolvere questo fatto. I Valdostani devono sapere che tipo di tecnologia viene utilizzata.
Presidente - Sempre in fase di replica, ha chiesto la parola il consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGAV DA) - Grazie Assessore per la risposta che ha dato, chiederò poi eventualmente se sia possibile avere una copia scritta delle informazioni ricche che ha dato, perché comunque è un tema molto importante, molto complesso che però può delineare un futuro diverso per la Valle d'Aosta.
I due principali problemi, com'è stato enunciato, sono essenzialmente quelli delle tempistiche e quello delle utenze perché se gli operatori non hanno interesse di investire dove magari c'è una possibilità di avere un numero inferiore o relativamente piccolo di utenze, è ovvio che quello è un grave problema ed è lì che la politica deve intervenire perché si tratta di scelte politiche quelle di valorizzare i piccoli Comuni proprio perché è stato detto che le maggiori difficoltà di accesso alle connessioni riguardano i piccoli comuni posti più forse nelle vallate, meno centrali, dove c'è proprio anche meno popolazione. Lì interviene la politica, lì è lo scopo di mantenere la gente in montagna per il semplice fatto che, come ho detto prima, stiamo vivendo un momento difficile e la scelta di avere internet o no può condizionare delle scelte di ritorno in montagna da parte dei nostri cittadini.
Io quindi la invito veramente ancora a impegnarsi, se segnalerà all'Agcom la questione cartina, la ringrazierò, questa è puramente una semplice formalità, ma le chiedo ancora se può girarmi ulteriori dati.