Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 82 del 18 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 82/XVI - Interpellanza: "Azioni per sopperire alla carenza di personale presso la microcomunità di Fénis".

Bertin (Presidente) - Punto 22 all'ordine del giorno. La parola alla consigliera Foudraz.

Foudraz (LEGA VDA) - Questa interpellanza nasce da un video che è stato pubblicato sul social media Facebook in data 24 ottobre da parte del sindaco del Comune di Fénis, Mattia Nicoletta, un video che ha fortemente colpito dal punto di vista umano e dal punto di vista della carenza di personale impiegato presso la struttura microcomunità di Fénis. In questo video si sente il disperato appello del sindaco che di seguito riassumo brevemente: "occorrono volontari, compaesani, personale sanitario in pensione, persone dei comuni limitrofi che possano prestare la loro opera in termini lavorativi presso la struttura, poiché oltre il 50 percento del personale è risultato positivo al Covid-19. Così come si presenta la situazione si può reggere per un massimo di due o tre giorni per poi arrivare a un collasso completo della struttura e vorrebbe altresì dire tagliare quei pochi servizi che ci sono sul territorio. Questo lederebbe la dignità delle persone che fino a oggi sono state aiutate. Le mansioni per le quali si cercano volontari sono: addetti in cucina, lavapiatti, personale che possa portare i vassoi con le pietanze all'interno del refettorio, pulizia della struttura, consegna pasti al domicilio, in maniera tale che il personale sanitario possa occuparsi dei degenti". Viene inoltre comunicato sempre in questo appello che i volontari sarebbero stati coperti da assicurazione, dotati dei DPI, quindi dei dispositivi di protezione individuale, e formati da personale qualificato e al primo ingresso in struttura sarebbe stato loro eseguito il tampone, con poi una programmazione ripetuta di ulteriori tamponi.

Con questa interpellanza si chiede all'Amministrazione regionale se sia a conoscenza della carenza di personale e se intenda supportare la richiesta del primo cittadino di Fénis e in quale maniera, al fine di colmare il vuoto creatosi con la carenza di personale.

Presidente - Per il Governo risponde l'assessore Barmasse, ne ha facoltà.

Barmasse (UV) - La ringrazio consigliera Foudraz. Se siamo al corrente di carenza di personale nelle micro, la risposta è sì, questo è un problema che si è verificato non solo nella micro oggetto dell'interpellanza ma un po' in tutte le micro. Il problema del personale è noto e c'era già di base una carenza di personale, poi l'infezione del personale ovviamente ha complicato ancora ulteriormente questo tipo di problema.

Quello che stiamo facendo adesso è un capillare monitoraggio in questo momento a livello regionale delle singole strutture, questo per cercare di vedere dove ci sono le criticità, e dei relativi contesti di assistenza appunto per delle criticità presenti. Nell'ambito di tale monitoraggio è praticamente attenzionata la situazione di vulnerabilità degli ospiti ricoverati nelle microcomunità, che senza ombra di dubbio rappresentano la popolazione maggiormente esposta a rischio di complicanze conseguenti all'infezione del Covid-19, a causa dell'età avanzata degli stessi e della particolare incidenza di fattori di comorbidità. Inoltre, sempre nell'ambito del monitoraggio, è stato constatato l'incremento dei casi di positività anche fra gli operatori, come dicevamo, che ha determinato notevoli difficoltà da parte degli enti gestori dei servizi a reperire le figure professionali in sostituzione del personale assente, al fine di garantire la prosecuzione delle attività assicurando nel contempo alle persone che vi sono state ospitate e al personale ivi impegnato adeguati livelli di protezione.

È diventato quindi obiettivo prioritario del Governo regionale consentire agli enti gestori di assicurare il reperimento delle qualifiche professionali in ambito socioassistenziale, anche attraverso misure di carattere straordinario, affinché le microcomunità possano proseguire la loro attività. Si è provveduto quindi con deliberazione della Giunta regionale n. 1179 in data 16 novembre 2020 ad autorizzare le Unités des Communes Valdôtaines a reclutare eccezionalmente - questo è stato fatto di concerto con i presidenti delle Unités - il personale necessario in possesso delle seguenti caratteristiche: soggetti che abbiano la qualifica di assistente domiciliare e dei servizi tutelari ADEST, soggetti che stiano frequentando un corso OSS, soggetti che abbiano conseguito l'attestato di certificazione di assistente personale familiare, soggetti che abbiano frequentato almeno l'80 percento di un corso di formazione per assistente personale e familiare, soggetti con qualifica di OSS o di ADEST in quiescenza, su base volontaria. Si sono utilizzati anche i volontari e abbiamo provveduto anche alla copertura assicurativa: questo era un altro dei problemi per il terzo settore, per gli aiuti. Queste sono state le cose che abbiamo cercato di fare.

La carenza di personale è nota, questo è un problema. Le microcomunità vanno salvaguardate, perché sono ovviamente sede di persone molto anziane, quindi soggetti fragili, ma sono anche un filtro in qualche maniera, se gestite correttamente, per l'ospedale, per evitare che tante persone anziane vadano a finire in ospedale sovraccaricando il sistema sanitario.

Presidente - La parola alla consigliera Foudraz.

Foudraz (LEGA VDA) - Grazie assessore Barmasse per la risposta. Le strutture presenti sul territorio regionale, e quindi tutto il personale in servizio, rivestono un ruolo importantissimo per tutti noi e non è nemmeno lontanamente pensabile che nel 2020 si arrivi a una situazione come quella verificatasi a fine ottobre. Sono stati banditi a suo tempo concorsi con graduatorie ancora valide al fine di poter attingere all'assunzione di personale in sostituzione dei titolari e non solo, esistono sul territorio valdostano società di reperimento di forza lavoro già formata professionalmente per ricoprire le mansioni richieste.

La Giunta regionale, con deliberazione n. 635 del 17 luglio 2020, aveva approvato l'avviso pubblico per il finanziamento di almeno tre iniziative formative, per un costo di 900 mila euro suddiviso sul triennio 2020-2022, con l'obiettivo di andare a formare trenta operatori sociosanitari per ciascun corso per un totale di novanta operatori che avrebbero dovuto colmare la carenza di tali figure professionali, riscontrata sul territorio della regione nel corso dell'emergenza scatenatasi nei primi mesi del 2020. Tali corsi erano rivolti a persone giovani e adulte compresi nella fascia di età dai 17 ai 67 anni non compiuti e avrebbero dovuto prendere avvio tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno del corrente anno, almeno per due corsi per un totale di persone interessate pari a sessanta ed il terzo corso con inizio nel 2021. Questa misura era atta a fronteggiare sia la seconda fase dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 ampiamente annunciata, al fine di garantire quindi una buona qualità dei servizi anche a fronte di situazioni di forte pressione sui servizi sanitari, come quelle che avevano colpito la regione nella prima fase di pandemia e che si sono rigorosamente ripresentate con l'inizio dell'autunno, ma non solo: tali percorsi formativi nascono anche con l'intento di contrastare il fenomeno della disoccupazione, favorendo l'inserimento lavorativo in un ambito che richiede sempre più forza lavoro.

Allo stato attuale si ha conoscenza di un solo corso in fase di partenza, con selezioni previste per il corrente mese e con l'avvio per la formazione di trenta operatori socioassistenziali nel mese di dicembre 2020. In una situazione di tale emergenza, sia in campo sanitario sia nel reperimento di forza lavoro, pare quanto meno tardivo l'avvio in questione e poi riferito solo a un primo corso per la formazione di trenta operatori.

L'Amministrazione regionale non può lasciare soli i sindaci ad affrontare problematiche di questo genere e la soluzione a un problema come questo non può essere quella di mettere nelle strutture persone senza esperienza e non pagate, anche se è lodevole dal punto di vista umano che numerose persone abbiano dato la loro disponibilità. I sindaci, vorrei ricordarlo, sono i rappresentanti delle istituzioni sul territorio e ribadisco che non possono essere dimenticati.

Ho comunque apprezzato che questa maggioranza si sia resa conscia della problematica deliberando nella seduta di lunedì scorso il via libera in deroga per il periodo emergenziale alle Unités des Communes per il reclutamento di personale OSS, da impiegare nelle varie strutture al fine di assicurare il mantenimento dei servizi sociosanitari assistenziali alle persone bisognose, anche se questa presa di coscienza è avvenuta, come già accaduto altre volte, successivamente alla presentazione di interpellanze da parte del gruppo Lega Vallée d'Aoste.