Oggetto del Consiglio n. 78 del 18 novembre 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 78/XVI - Interpellanza: "Notizie in merito al ruolo che si intende dare al Centre d'études francoprovençales".
Bertin (Presidente) - Punto 18 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Lavy a cui cedo la parola.
Lavy (LEGA VDA) - Maintenant on va parler du Centre d'études francoprovençales. Un centre qui est fondamental pour la sauvegarde de l'identité, de la culture et de la langue valdôtaine qui est le franco-provençal. C'est un centre auquel je tiens beaucoup, parce que je suis un saint-nicolaëns et parce que je connais vraiment la situation du centre qui n'est pas valorisé. Le centre est une excellence au niveau international, il a des rapports avec toute sorte d'universités, avec des personnes qui font des recherches et n'est pas trop considéré au niveau valdôtain, et c'est l'exemple parfait de comment certaines politiques ne sont pas abordées par la Vallée d'Aoste et qui ne considèrent pas les excellences du territoire.
Je demande alors quels sont les buts du Gouvernement pour la sauvegarde du Centre d'études francoprovençales. On a une question, un problème de personnel, on a un problème de siège qui n'est pas accessible. Je demande alors, quelles sont, disons, les volontés de la part du Gouvernement pour valoriser au mieux le Centre d'études francoprovençales, qui doit avoir une vie.
Presidente - Per la risposta da parte del Governo regionale, sulla piattaforma da remoto l'assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz J. (PCP) - Grazie consigliere Lavy. Intanto prima di entrare nel merito dei vari punti dell'interpellanza necessita premettere che il Centre d'Etudes Francoprovençales René Willien non è un ente controllato o partecipato dall'Amministrazione regionale, come sicuramente lei saprà, ma è bensì un'associazione di promozione sociale che, ai sensi della legge regionale 79 del 1981, ha titolo a richiedere un contributo finanziario all'Amministrazione regionale per specifici progetti, al pari delle altre dodici associazioni culturali del territorio, come è peraltro previsto dalla norma. Ciò, lo specifico, per evidenziare che alcuni quesiti possono essere posti al Centre stesso, più che alla Amministrazione regionale, in particolare i quesiti riguardanti l'attuale pianta organica del Centre.
In ogni caso, con riferimento alla prima domanda, i dati che l'Amministrazione può fornire sono quelli che si trovano pubblicati sul sito online del Centre, dove sono specificati sia gli organi del Centre, ovvero l'assemblée générale, le bureau de la présidence, le président, le directeur scientifique, le comité scientifique, sia quella che è definita l'équipe del Centre composta dal presidente, dal vicepresidente, dal tesoriere, dal segretario, dalla direttrice e da quattro membri che, ribadisco, operano su progetti che l'Amministrazione regionale finanzia su specifica richiesta.
Al punto 2 si chiede quale sia lo stato attuale della sede del Centre. Lei lo ha anticipato e io faccio solo una piccola storia che mi è stata descritta. Dal 1987 il Centre ha spostato la sua sede, che dal 1967 era il vecchio municipio di Saint-Nicolas, nel villaggio di Fossaz Dessus in un immobile di proprietà regionale. L'immobile è attualmente inutilizzato a causa di carenze che sono ormai datate, che risalgono ad anni fa e che non permettono l'esercizio di un'attività aperta al pubblico e nemmeno di adibirla a sede di lavoro. I problemi di inaccessibilità rendono pertanto la struttura inadatta alle citate destinazioni. Su questo vi è una fitta corrispondenza, tra l'altro con i miei colleghi e gli assessori precedenti, che se vuole poi possiamo anche scambiarci un qualche modo.
Gli interventi volti al superamento delle criticità di accessibilità sono molto onerosi e di difficile esecuzione, proprio in ragione della natura dell'immobile che è tutelato ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio; è un bene documento, come lei sicuramente saprà. L'immobile regionale è la sede storica del Centre d'Études Francoprovençales, ma allo stato attuale non può esservi adibita per le ragioni che ho appena evidenziato. Aggiungo che dall'aprile del 2018 è stata tra l'altro disdettata l'energia elettrica da parte dell'Amministrazione regionale, proprio in ragione dell'inutilizzabilità dello stesso immobile con destinazione ufficio o comunque come sede aperta al pubblico.
Le importanti problematiche in termini di utilizzo pubblico avevano indotto l'Amministrazione, qualche anno fa, a inserire l'immobile nel piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari, ciò al fine di permetterne il recupero anche ad altri fini e non necessariamente come sede di uffici e museale.
Il punto 3: quali siano le intenzioni del Governo per sopperire a eventuali problematiche esposte nelle prime due domande. La carenza di spazio sede purtroppo è una criticità che accomuna diversi enti e associazioni del territorio al pari del Centre d'études. La problematica non è quindi circoscrivibile a un solo caso e meriterebbe pertanto di essere affrontata nel suo insieme in un'ottica anche di condivisione degli spazi, per favorire economie di scala in relazione ad acquisti, manutenzione, sicurezza ed altro. Un'operazione di unione delle forze che potrebbe altresì consentire all'associazione di dotarsi, condividendole, di figure amministrative stabili ormai fondamentali anche nel mondo del volontariato, perché di tale tipologia si tratta, che possano assolvere con competenza i vari compiti contabili di segreteria di cui sono spesso sprovviste le varie associazioni, Centre compreso. Certo non è facile immaginare di accorpare associazioni e realtà che hanno storie, imprinting e radicamenti territoriali a volte del tutto diversi, come il caso specifico del Centre d'études, ma l'Amministrazione è comunque disponibile a interlocuzioni e a valutare anche la fattibilità tecnica e strutturale di altre soluzioni.
Riguardo al punto 4, come premesso, il Centre è un'associazione di promozione sociale dotata della sua autonomia. Se da un lato come Amministrazione si è sempre cercato di assicurare il necessario sostegno finanziario ad attività non solo del Centre, ma di tutte le nostre cosiddette sociétés savantes, dall'altra la domanda sul ruolo che il Centre vuole avere o dovrà avere nel panorama culturale regionale, andrebbe probabilmente approfondita con il Centre stesso, anche nel rispetto, come le dicevo prima, della sua autonomia e delle sue peculiarità.
Resta tuttavia, questo lo voglio ribadire, indubbia la volontà da parte dell'Amministrazione non solo di sostenere economicamente, ma anche di collaborare con le associazioni culturali, naturalmente con il Centre d'Études Francoprovençales René Willien, e l'opportunità in tal senso è perseguita ed è perseguibile tramite la disposizione dell'articolo 2 bis della legge regionale 89 del 1993 che prevede per l'Amministrazione regionale la possibilità di stipulare apposite convenzioni di collaborazione con le associazioni culturali riconosciute dalla legge regionale 79 del 198, per realizzare iniziative e interventi nel settore culturale. Al riguardo si specifica che il Centre ha dal 1995 una convenzione in corso con la struttura attività espositive e promozione identità culturali del BREL, che dovrà essere a breve rinnovata.
Presidente - Per la replica il consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Sono veramente molto preoccupato dalla risposta che ha dato l'assessore Guichardaz, perché soprattutto per quanto riguarda la questione della sede non ha assolutamente detto che essa deve rimanere a Saint-Nicolas, come io credo che dovrebbe essere. Anzi, ha parlato di una sorta di accorpamento, una sorta di unione di forze, e questo credo significhi di concentrare magari tutte le sedi e le attività di certe associazioni culturali o comunque associazioni del territorio ad Aosta.
Questo credo sia un fatto grave, che considero grave oltretutto perché oltretutto insieme a lei nella sua Giunta c'è anche l'ex sindaco di Saint-Nicolas, un mio collega che comunque si è sempre battuto per mantenere il centro a Saint-Nicolas. La sua risposta veramente mi mette tanta paura, perché significa che non si vuole valorizzare un'entità territoriale, non si vuole valorizzare ciò che è fondamentale per mantenere vivo un comune, perché Saint-Nicolas diventa, quando ci sono certe assemblee e quando ci sono certi eventi, un centro fondamentale per la cultura francoprovenzale e non solo in Valle d'Aosta, ma anche in Europa e oltre l'Europa.
Per quanto riguarda la questione sul personale, semplicemente la ringrazio per le precisazioni che ha fatto: so benissimo qual è l'organico in capo al Centre d'études, ma c'è una questione che ritorna da tantissimo tempo. Quando era assessore Paolo Sammaritani si era cercato di individuare anche diverse risorse, diverse persone in capo all'Amministrazione regionale che potessero coadiuvare e aiutare il Centre d'études e questo purtroppo è un fatto che si è perso. La questione sul personale ovviamente però passa in secondo piano rispetto a ciò che mi ha detto prima, proprio perché la sua risposta non solo non mi soddisfa ma mi preoccupa veramente tanto, perché significa non avere nessun tipo di attenzione verso i comuni, nessun tipo di attenzione verso la cultura e le identità valdostane che devono rimanere sul territorio e non devono assolutamente essere solamente centralizzate ad Aosta.