Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 70 del 18 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 70/XVI - Interrogazione: "Individuazione delle cause dei ritardi nell'esecuzione dei tamponi per accertare l'infezione da Covid-19".

Bertin (Presidente) - Punto 10 all'ordine del giorno. Per il Governo regionale risponde l'assessore Barmasse, ne ha facoltà.

Barmasse (UV) - Per quanto riguarda l'interrogazione, soprattutto rispetto alla domanda su quante siano le persone in attesa di effettuare il tampone nasofaringeo, questi sono i dati: teniamo presente che circa due settimane fa avevamo più di 3000 tamponi in arretrato e attualmente abbiamo 252 tamponi totali, di cui sono 108 diagnostici, 40 di fine quarantena e 112 di guarigione. Teniamo presente che questo è un dato a mio avviso piuttosto importante, perché nel giro di due settimane abbiamo veramente ridotto tantissimo il numero dei tamponi. Dall'11 di novembre noi abbiamo azzerato, nel senso che da quella data noi abbiamo deciso di partire in modo tale che tutte le richieste di tampone dall'11 novembre in avanti venissero esaurite in tempi congrui, nel senso che venissero fatti tutti entro 24 ore e 48 ore dalla risposta. Questo lo abbiamo fatto per non dare un termine, cioè per non trascinare continuamente la risposta in ritardo nelle persone e nei pazienti che venivano successivamente. Quindi ci siamo concentrati sul pregresso e siamo arrivati a questo numero 252 che, a mio avviso, è molto importante. C'è stata una grossa riduzione e quindi contiamo nel giro di una settimana di arrivare a regime, quindi di evitare di avere ancora dei ritardi nella esecuzione dei tamponi e non avere più del pregresso.

Per quanto riguarda le cause che hanno determinato questo ritardo, posto che il numero dei tamponi non è riferito esclusivamente alla tipologia dei test diagnostici, la causa dei ritardi va forse identificata nell'improvvisa diffusione della epidemia su tutto il territorio regionale. L'incremento esponenziale della curva epidemica ha portato a una media di 79 casi al giorno, con un picco registrato il 2 novembre di nuovi casi.

La richiesta riguarda quotidianamente tutti i casi sospetti, i positivi, i contatti stretti in isolamento, per stabilire la guarigione e la revoca della quarantena o attività di screening, come ad esempio è avvenuto nelle scuole o nelle microcomunità. Oltre a questo, vengono effettuati tamponi di controllo per il ricovero, sul personale sanitario, sociosanitario e assistenziale, particolarmente colpito in questa fase 2, e sui soggetti anche poi ricoverati.

Il numero dei soggetti in attesa di test è aumentato anche a seguito di quanto indicato in una circolare del Ministero della sanità del 12 ottobre, nella quale veniva ridotto il tempo per la guarigione dei contatti stretti non positivi da 14 a 10 giorni, quindi anche questo ha dato un sovraccarico.

Per ovviare alla crescita della richiesta e di conseguenza all'aumento di persone in attesa di tampone, è stato allestito e opera da un po' di giorni nella città di Aosta un drive-in, dove vengono eseguiti tamponi di guarigione sia per i soggetti positivi, quindi tampone molecolare, sia in soggetti isolati in attesa di guarigione, cioè tampone antigienico, in maniera rapida e sicura. In questa struttura vengono effettuati circa 400 tamponi al giorno e questo permetterà, ovviamente in concomitanza con le attività svolte in ospedale e sul territorio, una significativa riduzione delle persone in attesa di tampone. Come vi dicevo prima, ci aspettiamo in una settimana di annullare questo gap, questi tamponi ancora da eseguire in ritardo.

Inoltre, per ovviare a questa criticità relativa all'esecuzione dei tamponi, si è adottata dal 4 novembre la procedura emergenziale che prevede che dopo 14 giorni di isolamento in assenza di sintomi, chi è stato in contatto con casi positivi possa fare una autodichiarazione da consegnare in Comune per la revoca dell'ordinanza restrittiva.

Quindi, dal mio punto di vista, c'è stata una forte riduzione e questo dipende anche dal numero di persone che noi abbiamo messo in gioco, per quanto riguarda anche la tracciatura, il cosiddetto contact tracing, perché anche da questo deriva il fatto di avere accumulato tanti tamponi. Eravamo sotto di personale, adesso abbiamo venti persone che si occupano di queste attività, abbiamo l'Info tamponi che si occupa di richiamare tutti i tamponi che avevamo lasciato indietro e di inviarli al drive-in, abbiamo aumentato l'attività del laboratorio tamponi che adesso esegue 500 tamponi al giorno, più 100 tamponi che noi mandiamo all'Istituto zooprofilattico, quindi sono circa 600 tamponi al giorno che noi possiamo fare. Tutte queste cose messe assieme sono riuscite a ridurre in maniera significativa quello che era il problema dei tamponi, dal mio punto di vista, perché passare in circa dieci giorni da 3000 tamponi a 250 circa di arretrato, secondo me è stato un buon risultato.

Per quanto riguarda il personale che è stato messo per tutti questi tipi di attività, in particolare sulla tracciatura, l'Istituto superiore di sanità dava un fabbisogno di circa un operatore ogni 10.000 abitanti; noi abbiamo messo in campo venti persone, venti figure tra medici, infermieri e tecnici vari e, secondo me, questo tipo di attività ha dato dei risultati. Ora ovviamente dobbiamo mantenere questo tipo di attività.

Presidente - Prego consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio l'Assessore per i dati forniti, però non abbiamo approfondito le motivazioni di questi ritardi, nel senso che lei ci ha detto che si è creato un collo di bottiglia sul fatto che c'erano molti tamponi in attesa e questo è effettivo e lo comprendiamo, siamo arrivati ad avere quasi 4.000 tamponi in attesa di risultato. Il problema è quali sono le motivazioni di questi ritardi. Ricordiamo che noi siamo l'unica regione che ha iniziato la pandemia a marzo senza avere un estrattore e che mandava inizialmente i propri tamponi in istituti che erano al di fuori della Valle d'Aosta. Quindi le motivazioni di questo intoppo, di questi ritardi, è evidente che vanno analizzate, perché se è la scarsità di estrattori, se è la scarsità di personale che si occupa di adempiere alle operazioni che devono portare il risultato del tampone o se sono altre tipologie di problemi, non lo abbiamo appreso in questa risposta.

Sono felice di sapere che si è passati da quasi 4.000 a 252 in attesa, mi preoccupa però a questo punto un altro dato. Se noi abbiamo un indice Rt che cala, perché ci sono tutta una serie di criteri, ma ci sono ovviamente meno positivi e quant'altro, non vorrei che aver fatto così tanti tamponi in un tempo ristretto possa portare di nuovo questo indice a schizzare verso l'alto, perché si sono trovati tanti positivi su quei 4.000 che si sono esaminati e quindi evidentemente a livello numerico c'è un aumento esponenziale. Mi auguro che non sia così, mi auguro che ci sia stata eventualmente un altro tipo di valutazione o che magari questi tamponi assommino a diversi tamponi alla stessa persona e magari vengono considerati individualmente, perché poi anche questo criterio non ci è stato dato di sapere come viene considerato: più tamponi alla stessa persona vengono considerati sempre positivi? vengono considerati magari di due o tre tamponi positivi tre positività o ne viene considerata una sola? Questo non lo sappiamo e non sappiamo come funziona questo misterioso indice Rt.

Certo è che è evidente che un efficace servizio di risultati dei tamponi permette di evitare di rinchiudere in casa e costringere in casa le persone oltre il tempo dovuto. Stiamo raccogliendo in questi giorni e ho avuto modo di trasmettere all'Assessore, che si è attivato, alcune segnalazioni di casi limite. Continuano a pervenirci segnalazioni di persone che purtroppo sono in attesa di tampone o anche soltanto in attesa dell'esito. Si crea un altro collo di bottiglia, questo mi permetta di segnalarlo - così ci riferiscono - per i tamponi che vengono inviati fuori dalla Valle d'Aosta, poiché i risultati pare vengano comunicati ai medici di base, ma non vengono comunicati e inseriti sul portale della Protezione civile. Quindi le persone, fino a quando non viene inserito il risultato sul portale della Protezione civile, non possono essere liberate. Il medico di famiglia dice che se è negativo può uscire, ma sul portale non risulta e quindi la Protezione civile non può dire al Sindaco di liberare la persona che è in attesa.

È evidente che è assolutamente necessario intervenire soprattutto, perché ci sono stati anche dei report fatti da alcuni organi di informazione che raccontano di come addirittura dei sanitari abbiano dovuto sottoporsi a dei tamponi e abbiano accumulato ritardi mostruosi. Per esempio, è stata riportata la storia di un sanitario che viene scoperto sospetto il 15 ottobre, il tampone non viene fatto fino al 18 e la liberazione definitiva arriva l'8 di novembre. È evidente che un tempo così grosso in attesa di risultati priva la nostra sanità di personale essenziale.

Termino la mia interrogazione con una esortazione e le chiedo anche di valutare quelli che sono, per esempio, i test lanciati dal presidente Zaia durante la conferenza stampa, questi tamponi che si possono fare da sé di cui si ha il risultato in cinque minuti, in maniera da poter così anticipare eventualmente questo tipo di screening e poter poi approfondire i casi più sospetti ed evitare di rinchiudere inutilmente le persone a casa.