Oggetto del Consiglio n. 69 del 18 novembre 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 69/XVI - Interrogazione: "Costituzione di un gruppo di lavoro per la predisposizione di nuove misure a sostegno delle imprese".
Bertin (Presidente) - Punto 9 all'ordine del giorno. Per il Governo l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (AV-SA) - Grazie agli interpellanti, abbiamo già trattato nello scorso Consiglio regionale il tema degli aiuti e della situazione legata alla legge 5 e alla legge 8. L'interrogazione chiede nella prima domanda se è intenzione da parte nostra rivedere la previsione al comma 8 dell'articolo 50 del bonus alle imprese, che prevedeva un impegno per le imprese che ottenevano un contributo di mantenere per un anno l'attività in piena potenzialità. Ovviamente non possiamo in questo momento intervenire su una legge in corso, anche se capiamo bene il senso della domanda. Quando abbiamo previsto quella legge nessuno di noi credo avesse immaginato di ricadere in una situazione di tipo economico quale quella che stiamo vivendo. Andare però a modificare il comma 8 e l'articolo 50 in questi termini vuol dire creare una disparità rispetto a coloro che hanno partecipato o non hanno partecipato alla richiesta di contributo che è scaduto il 31 ottobre. Credo che sia una valutazione da fare insieme in termini più complessivi, sapendo che ci sono comunque imprese che in questa fase stanno restituendo, proprio perché si trovano in questa situazione, il contributo ottenuto.
Lego la prima domanda alla seconda: se si intende costituire un gruppo di lavoro. Sicuramente si intende coinvolgere le forze e i gruppi consiliari, ovviamente tutti i gruppi consiliari, nei prossimi giorni per fare una valutazione immediata. I tempi per realizzare degli interventi urgenti sui risparmi della legge 5 e della legge 8 che lo possono permettere sono molto stretti, non tanto per la scelta politica, ma per la messa in campo successiva della misura, che deve ovviamente contare su qualche cosa di esistente sia in termini normativi che di utilizzo pratico e organizzativo (le piattaforme che abbiamo avviato) e soprattutto di strutture a livello amministrativo rispondenti, perché gli impegni finanziari vanno fatti entro la prima quindicina di dicembre, massimo 20 dicembre.
Come Giunta stiamo completando l'analisi. C'è una interpellanza che riguarda anche il collega Guichardaz, per proporre immagino in II Commissione un possibile scenario di intervento che ci metta in condizioni di fare un'iniziativa al riguardo delle priorità che verranno definite immediatamente, ma di iniziare anche a traguardare un lavoro da fare sul bilancio e soprattutto sull'applicazione dell'avanzo.
Il criterio che ci poniamo come Governo è cercare di rendere equo per tutte le imprese quanto fino a ora è stato messo a disposizione e un tema che dobbiamo considerare è, per esempio, quello delle imprese che sono nate dopo il 9 marzo. Noi quando abbiamo legiferato a luglio, ovviamente abbiamo cercato di considerare quel momento di crisi e quella situazione; da quel momento a oggi sono nate altre 500 imprese in Valle d'Aosta e probabilmente- non c'è una documentazione al riguardo - anche altri studi di professionisti.
Per rendere equo quanto meno quello che è già stato fatto fino ad ora, su questo aspetto in termini politici ci dobbiamo confrontare. Ovviamente dobbiamo cercare di fare qualche cosa di urgente, ma allo stesso tempo non dobbiamo correre, perché le risorse non verranno perse, eventualmente verranno utilizzate nell'avanzo di amministrazione che potremo applicare nei primi mesi della primavera. Quindi da parte nostra c'è la disponibilità anche a considerare quello che ha proposto, però con il limite che dobbiamo fare attenzione di non rendere equo l'intervento rispetto a chi non ha partecipato magari alla misura dell'articolo 50, proprio perché sapeva quali erano le condizioni della propria impresa. Volendo andare in quella direzione, bisogna immaginare anche di riaprire i termini.
Presidente - Per la replica il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (PA) - Grazie Assessore per la risposta. Noi con questa interrogazione vogliamo ritornare su considerazioni che personalmente avevo già evidenziato in occasione della stesura delle misure di sostegno legate appunto alla legge 8 e che non hanno in quel momento difficile e complicato trovato la giusta attenzione.
È un dato di fatto che la seconda ondata dell'epidemia è molto più aggressiva, più invasiva, più rapida, e questo sta mettendo ulteriormente in difficoltà sia il comparto sanitario, ma soprattutto il comparto economico, perché davvero le problematiche sono tante. Adesso che sono consigliere ho più possibilità di muovermi, di girare sul territorio e vi assicuro che la situazione è drammatica a tutti gli effetti.
Sono considerazioni che trovano nel quotidiano l'oggettività che stiamo vivendo, ci sono situazioni economiche e sociali che siamo costretti a rivedere e a guardare in prospettiva nei prossimi mesi, perché la drammaticità è pesante e credo che siamo tutti consapevoli di questo. Parliamo di aziende commerciali e artigianali che si trovano fortemente in difficoltà, sono quelle aziende che dopo il primo lockdown ci hanno provato e hanno detto "rimettiamoci nuovamente in gioco perché vogliamo farcela, vogliamo dare forza a quello che abbiamo costruito negli anni" e hanno investito quelle poche risorse in ambito aziendale, proprio per continuare ad avere l'attività e gestendo tutte quelle procedure e protocolli cui erano obbligati ad adeguarsi, e questo credo che fosse legato solo a fare il loro lavoro.
È vero che alcune aziende possono rimanere aperte, perché il Dpcm lo prevede, ma sono aziende che non fanno incassi, perché non c'è la veicolazione della gente, sono aziende che riscontrano che la gente non esce per paura, riscontrano che la gente non compra anche a causa delle limitazioni degli spostamenti. Quindi i decreti ristoro non saranno così incisivi e soprattutto sono decreti che dimenticano alcune categorie, come gli agenti di commercio, le agenzie di viaggio, le guide escursionistiche, eccetera.
Noi non possiamo neanche in questa fase non cogliere il grido d'allarme che arriva dalle categorie. È un grido d'allarme che è pesante, pressante e che angoscia anche per i toni e i temi che tratta, ma soprattutto anche la nota congiunturale che è uscita ieri da parte della Banca d'Italia evidenzia come l'economia valdostana fa registrare una contrazione di grande intensità. Questo sicuramente ci preoccupa.
Nel richiedere di rivedere il comma 8 dell'articolo 50 della legge 8 si chiedeva di prescindere dalla assunzione dell'impegno. Io una ulteriore riflessione dal punto di vista legislativo la farei, perché quando un'azienda chiude deve prevedere tutta una serie di adempimenti: il pagamento degli stipendi che spesso sono stipendi arretrati, il pagamento del TFR - è difficile pensare che tutti abbiano creato il fondo di capitalizzazione del TFR, soprattutto le aziende meno performanti -, il pagamento degli affitti arretrati, il pagamento di fornitori e spesso il pagamento di merce che è scaduta in quanto non venduta e non più vendibile. Il dramma è che alcune di queste aziende diventeranno debitrici della Regione, perché non potranno restituire il contributo; debitrici perché non saranno riuscite a restituire un contributo a fondo perso che la Regione gli aveva erogato.
C'è il rischio di usura. Recentemente anche le forze dell'ordine hanno evidenziato questa problematica: c'è il rischio di fare accendere dei finanziamenti anche solo personali, che poi non potranno avere riscontro di restituzione.
Quindi, Assessore, facciamo eventualmente nella Commissione prevista un approfondimento e istituiamo una commissione che si metta a capofitto a lavorare per le misure da adottare per il futuro.