Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 67 del 18 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 67/XVI - Interrogazione: "Notizie in merito allo smaltimento di dispositivi di protezione individuale".

Bertin (Presidente) - Punto 7 all'ordine del giorno. Per il Governo regionale risponde l'assessora Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - In riferimento alle vostre domande, sulla base delle informazioni che abbiamo desunto dalla USL e anche in raccordo con l'Assessorato alla sanità, possiamo dare queste informazioni. I DPI che sono utilizzati in ambito sanitario vengono smaltiti all'interno di un flusso di raccolta rifiuti che ricomprende anche gli altri rifiuti sanitari speciali, che sono identificati con il codice 180103, che è appunto quello dei rifiuti sanitari. Parimenti anche i DPI di origine domestica sono smaltiti all'interno di un flusso di raccolta di rifiuti urbani nell'indifferenziato, con il codice 200301, che è appunto quello dei rifiuti urbani.

Quindi, i DPI sono gettati nel caso dell'ambito sanitario in appositi contenitori che sono i Sanibox e nel caso invece della loro origine domestica in sacchetti che contengono ovviamente anche altre tipologie di rifiuti. Pertanto, non c'è la possibilità, da parte del gestore del servizio di raccolta e di smaltimento, di poter contabilizzare le quantità specifiche di questi dispositivi di protezione individuale. Una eventuale informazione sull'andamento del consumo può essere dedotta dalle quantità di DPI che sono state utilizzate nel periodo da marzo a fine giugno, per quanto riguarda però soltanto quelli acquistati dalla USL, che poi sono anche la quantità maggiore. Vi do solo alcuni dati, poi se siete interessati posso inoltrare una tabella, che è quella fornita appunto dalla USL.

Per fare alcuni esempi: periodo marzo-fine giugno, l'acquisto ha riguardato 143 mila mascherine chirurgiche, 111 mila maschere respiratoria senza valvola, parliamo di camici che sono moltissimi, 27 mila di un tipo, 27 mila dell'altro, 210 mila paia di guanti non sterili, 135 mila soprascarpe e 76 mila e più copricapi, oltre alle tute, ed è una quantità non indifferente. Questo però per quanto riguarda gli acquisti della USL.

È difficile quantificare invece il resto del materiale che è stato distribuito da vari soggetti, parlo degli enti locali, delle associazioni, della Protezione civile, eccetera. E poi ci sono tutti i DPI acquistati dai privati, da chi ha un'attività produttiva che deve fornirla ai dipendenti e via di questo passo. Quindi non è facile fare un tracciamento dei rifiuti, è praticamente impossibile.

Per rispondere alla seconda domanda, come ho già detto i DPI utilizzati in ambito sanitario vengono conferiti nei Sanibox. Successivamente, tramite un flusso di raccolta specifica sono inviati a incenerimento, come da indicazioni che sono fornite da una circolare del Ministero della salute, la n. 5443 del 22 febbraio 2020. In questa circolare si specifica che dopo l'uso i DPI monouso vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto e pertanto classificati con il CER 180103. Nella fattispecie i nostri rifiuti sanitari vengono conferiti a uno stabilimento di Parma, secondo apposita convenzione della USL.

Per quanto riguarda la terza domanda, come dicevo non è possibile avere i dati sulla quantità dei DPI gettati nell'indifferenziata domestica, in quanto sono raccolti nell'ambito del flusso dell'indifferenziato insieme agli altri rifiuti e sono gestiti con il codice 200301.

Infine, per quanto riguarda i trattamenti i DPI domestici, non essendo conferiti separatamente, non possono subire un trattamento differenziato rispetto agli altri rifiuti e questo per una norma dell'Istituto superiore della sanità.

C'è certamente, a livello non solo locale ma nazionale e mondiale, un problema di produzione e di smaltimento di questi rifiuti. In molte situazioni è stato indicato di utilizzare le mascherine di comunità, però non in tutti gli ambiti questo è consentito e sicuramente si è avuto a livello globale un aumento dei DPI nell'indifferenziata, penso anche alle utenze di chi ha dei malati in casa che deve utilizzare il sistema del doppio sacchetto, però i primi dati che arrivano a livello nazionale indicano una diminuzione dell'indifferenziata totale, perché, come sappiamo, molte attività sono ferme e quindi c'è una minore produzione di rifiuti.

Se è interesse, lo dico al collega Lavy che ha posto per primo la domanda, se volete è possibile comunicare i dati che abbiamo sull'acquisto dei materiali da parte dell'USL.

Presidente - Per la replica il consigliere Lavy, ne ha facoltà.

Lavy (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la sua risposta. È esattamente la risposta che mi aspettavo, perché il fatto che non ci siano dati su tanti aspetti non è una novità. Diciamo che mi aspettavo da lei un'attitudine un pochino diversa, perché strade parallele esistono e sono state portate avanti anche da altre regioni, mi vengono in mente la Liguria, la Toscana e l'Emilia Romagna, che trattano anche il rifiuto domestico come un rifiuto speciale, quindi ci sono degli appositi cassonetti in cui vengono buttati i DPI che vengono smaltiti proprio seguendo la filiera che viene seguita per quanto riguarda i rifiuti che provengono dagli ospedali o dalle microcomunità e quant'altro.

Mi preoccupa abbastanza il fatto che comunque abbia detto che è impossibile tracciare i rifiuti, proprio perché vengono considerati come rifiuti speciali quali i DPI, in base proprio ai decreti che regolano lo smaltimento dei rifiuti. Ovvio, non è semplice però, come ho detto, ci sono altri tipi di strade come quelle che ho enunciato. Essendo noi, comunque, una regione piccola abbiamo la possibilità di portare avanti questo genere di politica, proprio perché comunque lei - io mi aspettavo una attitudine diversa - si fa sempre paladina della politica green, della politica verde, e mi dispiace comunque vedere che anche in questo caso, come spesso in altri casi succede, tutti i rifiuti e certi materiali vanno a finire semplicemente in discarica.