Oggetto del Consiglio n. 54 del 5 novembre 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 54/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno all'avvio di un'interlocuzione con il Governo nazionale per la definizione della controversia riguardante i confini del Monte Bianco".
Bertin (Presidente) - Possiamo passare al punto successivo dell'ordine del giorno: il punto n. 35. Per l'illustrazione della mozione, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Per illustrare questa iniziativa, devo fare un piccolo excursus storico. Mi spiace interrompere un po' questo idillio che si era creato, ma evidentemente gli oggetti all'ordine del giorno necessitano di essere ovviamente discussi e quindi proseguiamo con le iniziative che avevamo già messo in cantiere. Dicevo, il primo confine di cui si abbia notizia è quello dell'aprile 1796, quello che fu stabilito fra il Regno di Sardegna e la Francia che venne tracciato seguendo il concetto di creste militari: quelle più alte furono assegnate ai Francesi che erano vincenti e quelle più basse al Re di Sardegna. Dopo il Congresso di Vienna però, tutti i territori annessi alla Francia ritornarono ai rispettivi Sovrani, la Convenzione di delimitazione imposta da Napoleone perse ogni sua efficacia e il massiccio del Monte Bianco non fu più frontaliero. Nel 1823 lo Stato Maggiore Sardo stese una carta topografica concernente il massiccio del Monte Bianco. Su questa carta il limite amministrativo tra i due Ducati, quello di Aosta e quello di Savoia, fu tracciato senza ambiguità sulla cima; questo confine venne confermato anche nel 1854. Questo limite amministrativo dei due Ducati fatto durante il Regno Sardo è di grande importanza nell'ambito della definizione dei confini alpini tra lo Stato italiano e quello francese perché proprio una di quelle carte sarà allegata al Trattato di cessione della Savoia e di Nizza, ovvero il Trattato di Torino del 24 marzo 1860 firmato da Vittorio Emanuele II di Savoia. Diversi atti diplomatici completeranno questo Trattato, un protocole réglant les bases de la délimitation entre la Sardaigne et la France, firmato il 27 giugno a Parigi, organizza i lavori che porteranno alla firma a Nizza il 25 novembre di un protocole dressé pour fixer la délimitation entre la France et la Sardaigne. Quattro mesi dopo, a Torino, il 7 marzo 1861, una Convention de délimitation des frontières riprende il testo del protocollo del 25 novembre completandolo con diverse disposizioni doganali. Infine un verbale di delimitazione chiude il 26 settembre 1862 la successione di atti bilaterali. I due protocolli del 1860 e la Convenzione del 1861 riprendono la stessa formula: "du côté de la Savoie la nouvelle frontière suivra la limite actuelle entre le Duché de Savoie et le Piémont". Il primo protocollo autorizza inoltre i Commissari incaricati ai sopralluoghi sulla nuova frontiera a effettuare rettifiche sul tracciato, rettifiche che saranno dettagliate nel protocollo successivo e poi riprese nella Convenzione di delimitazione finale (ma non concernenti il settore inospitale sulla vetta del Monte Bianco). I Commissari convenivano inoltre: "qu'ils admettront comme documents topographiques pour la crête des Alpes la carte de l'État-Major sarde". Infine sono annessi al Protocollo di Nizza e successivamente alla Convenzione di delimitazione di Torino e al verbale di delimitazione la Carte de la frontière de la Savoie depuis le mont Grapillon, du côté suisse, jusqu'au mont Tabor où la limite de la Savoie rejoint la frontière de la France. Su tutta questa carta topografica, anche se la linea spartiacque è un po' imprecisa, la frontiera è tracciata sulle cime più elevate del Massiccio e passa chiaramente sulla calotta sommitale del Monte Bianco. Questo Trattato e le sue applicazioni sui confini è l'unico esistente tra i due Stati ed è in vigore sia in Italia che in Francia.
L'equivoco odierno nasce nel 1865 quando un incaricato dello Stato maggiore francese si occupa di redigere una carta topografica sul massiccio del Monte Bianco e su questa carta per la prima volta appare un tracciato alternativo dove la frontiera gira intorno alla vetta del Monte Bianco e la cima viene fatta apparire completamente in territorio francese.
Venendo quindi ai tempi più moderni, arriva, ovviamente a seguito della guerra, la sospensione della Convenzione di delimitazione del 1861 per tutta la Seconda Guerra Mondiale, ma il 10 febbraio del 1947 con il Trattato di Parigi le Autorità francesi decisero di mettere fine alla sospensione e stabilirono di tornare ai confini del 1938, con alcune modifiche, che però non riguardavano il Monte Bianco confermando quindi il confine stabilito nel 1861.
Risulta quindi evidente - scusate per l'excursus storico, ma era assolutamente necessario un po' inquadrare la vicenda - che la vetta del Monte Bianco non può considerarsi francese e a questo dobbiamo fare riferimento secondo gli atti recenti che riguardano proprio i confini del Monte Bianco. Il 23 luglio infatti un'ordinanza francese concernente i divieti di atterraggio in parapendio su un perimetro di 600 metri attorno alla cima del Monte Bianco ha nuovamente invaso il territorio del Monte Bianco, che, come dimostra il Trattato del 1861, è evidentemente situato all'interno del confine italiano. Correttamente è stato evidenziato da parte del Sindaco di Courmayeur ai tempi che le ordinanze dei Comuni di Chamonix e Saint-Gervais del 26 giugno, successive all'incidente mortale di cui ben conosciamo la questione, non hanno giurisdizione per avere validità sul territorio italiano. Infatti ogni autorità può emettere atti similari solo per quanto concerne la propria competenza territoriale, figuriamoci se questa può addirittura invadere uno Stato estero. Dalla eccedenza di giurisdizione ai tempi giunse solo una nota della Guardia di finanza di Entrèves, che fra i suoi compiti annovera la difesa dei confini e sappiamo inoltre che l'informativa fu inviata anche alla Procura della Repubblica di Aosta, al Comando delle Fiamme Gialle e all'Istituto geografico militare, ma anche lì alcuna risposta. Oltre a questa... chiamiamola provocazione oppure sconfinamento dei Sindaci di Chamonix e Saint-Gervais, in tempi più recenti, il 13 febbraio, si sono aggiunte le dichiarazioni del presidente Macron, che in visita su la Mer de Glace aveva annunciato che gli arrêtés de protection des habitats naturels, che dovevano essere applicati anche alle aree al di fuori della competenza francese, questo perché il perimetro che stabiliscono dell'area protetta sul massiccio del Monte Bianco... avrebbe istituito due zone sostanzialmente: una centrale riservata alla pratica dell'alpinismo e dello sci alpinismo, l'altra accessibile a tutti. Proprio in questa area centrale rientra la zona del Ghiacciaio del Gigante dove si trovano il Rifugio Torino e la stazione Punta Helbronner della funivia Skyway che parte da Courmayeur, zone che però rientrano sotto appunto la sovranità del Comune di Courmayeur della Regione Autonoma Valle d'Aosta e dello Stato italiano.
Già nel mese di ottobre, lo ricorderete, del 2019, come gruppo Lega, ci eravamo occupati della questione presentando un'interpellanza con la quale andavamo a chiedere all'allora Governo, regionale quali fossero le azioni messe in campo dall'Amministrazione per determinare i confini fra Italia-Francia nella zona del Monte Bianco e se fosse appunto intenzione di questo Governo iniziare un'interlocuzione con il Governo nazionale, con il Ministero degli affari esteri, ma allora il presidente Fosson nella risposta ci disse che sostanzialmente aveva fatto un carteggio con il Ministero e null'altro, nulla di concreto era stato fatto per porre fine alla controversia.
Come sapete, ulteriormente in questi giorni, dopo che il caso è nuovamente scoppiato sui quotidiani nazionali, la questione dei confini del Monte Bianco è diventata oggetto di due interrogazioni alla Commissione europea da parte degli Europarlamentari del gruppo Identità e Democrazia. Le iniziative chiedono che la Commissione esorti il Ministero degli esteri francese a intervenire affinché il Governo francese riconosca come italiano il territorio annesso in modo illegittimo. Allo stesso modo, alla stessa maniera un'interrogazione al Ministero degli affari esteri da parte del gruppo Lega alla Camera chiede che il Governo ponga in essere ogni azione necessaria per comporre definitivamente il contenzioso frontaliero italo-francese. Lo stesso Ministero degli esteri, peraltro, ha inoltrato il 21 ottobre una formale protesta tramite l'Ambasciata a Parigi per le misure unilaterali messe in atto dalla Prefettura dell'Alta Savoia per la delimitazione della nuova area protetta del Monte Bianco, che va appunto a invadere il territorio italiano. La reazione però del Ministro ci è parsa assolutamente bolsa e inefficace per quanto riguarda quello che viene richiesto, ovvero la definizione in maniera netta, univoca e sulla base degli accordi del 1861 e che abbiamo citato, appunto riguardanti la collocazione dei confini sul Monte Bianco.
Per questo motivo quindi, essendo ovviamente il Monte Bianco parte non soltanto dello Stato, ma anche del territorio regionale e del territorio di Courmayeur, abbiamo presentato questa mozione per impegnare il Consiglio regionale e il Presidente della Regione ad avviare un'interlocuzione con il Governo nazionale per la determinazione definitiva dei confini tra Francia e Italia sullo spartiacque del Monte Bianco e il Presidente del Consiglio per invitare i Parlamentari valdostani a riferire all'Aula del Consiglio regionale quali iniziative intendano mettere in campo per arrivare a una definizione della controversia.
Presidente - Qualcun altro intende intervenire in discussione generale? Nessun altro intende intervenire in discussione generale. Chiudo la discussione generale... pardon, non avevo visto la prenotazione dell'assessore Caveri. Prima di chiudere la discussione generale pertanto interviene l'assessore Caveri.
Caveri (VdA Unie) - C'est par hasard que j'ai le plaisir de prendre la parole sur ce sujet parce que j'étais un jeune Député quand la question a été posée à moitié des années Nonante et je dois dire que c'était une première dans le débat politique italien. Je ne me rappelle plus la raison pour laquelle j'avais posé cette question au Gouvernement italien, peut-être que c'était quelque guide de haute montagne de Courmayeur qui m'avait soulevé cette question du sommet du Mont-Blanc. Déjà à l'époque les Ministres ont dit avec toute tranquillité que c'était une question facile à résoudre, mais en effet, comme vous le savez avec votre historique des événements et de l'histoire, encore aujourd'hui nous sommes là à attendre une solution. Je pense qu'il faut rappeler un événement historique: c'était le 7 septembre 1986 quand le pape Jean-Paul II était venu au Val d'Aoste pour la première fois - après il y a eu une longue histoire, hier on a rappelé le syndic d'Introd Osvaldo Naudin qui avait accompagné le pape avec Albert Cerise tout le long de ses vacances dans notre Vallée - et à l'époque sur le Mont Chétif le Pape avait prononcé un discours fort important sur le rôle historique du sommet du massif du Mont Blanc, en disant justement que c'était - et je pense que le point de départ est celui-là - que c'était une montagne européenne. Si nous pensons à son discours, il n'y avait pas encore été la chute du mur de Berlin, lui il regardait les Pays justement de l'Est européen en soulignant, disons, la logique symbolique de cette montagne. Ce n'est pas - vous l'avez rappelé, au-delà disons des histoires parlementaires - la première fois qu'il y a eu une discussion ici dans cette Assemblée. Disons, le problème c'était posé de nouveau car le Maire de Chamonix, en 2015, pour des raisons de sécurité liées au comportement de nombreuses personnes, qui depuis la station d'arrivée de la Skyway à la Pointe Helbronner atteignaient le Glacier du Géant en tenue pratiquement balnéaire sans avoir la moindre idée du comportement adopté dans cet environnement. À l'époque il y avait eu une intervention du Maire de Chamonix justement pour fermer l'accès au Glacier par une barrière placée sur ce que nous considérons comme le territoire italien, valdôtain aussi, mais que pour les Français, les Haut-Savoyards est leur territoire. Je crois que maintenant on discute plutôt sur la zone du sommet, parce que c'est là... il y a eu au commencement du XVIIIe siècle le Traité d'Utrecht qui prévoyait justement tout le long des sommets de montagne la frontière entre les différents États. C'était justement au commencement du XVIIIe siècle l'époque dans laquelle il y avait eu la naissance des État-Nations comme nous les connaissons aujourd'hui. Il y a, vous l'avez rappelé, tout un historique qui date de la période après le passage de la Savoie à la France.
En évitant de reprendre toutes les questions historiques que vous avez bien rappelées, à ce jour l'Italie et la France n'ont pas encore trouvé une solution à ce problème et deux différents tracés de frontière subsistent. Un organisme spécifique existe pour aborder ce problème, s'appelle la Commission mixte franco-italienne pour l'entretien des bornes et de la frontière, elle s'est réunie la dernière fois en avril 2016, à cette occasion elle a défini la ligne de frontière allant de la mer de la Ligurie à la limite du massif du Mont-Blanc qui, comme a été annoncé par l'Istituto Geografico Militare doit être encore objet d'approfondissement et pour le moment deux divers tracés de la frontière existent toujours.
Comme le rappelle cette motion, la question est de nouveau défrayé la chronique en 2019, quand à la suite d'un accident mortel les Maires de Saint-Gervais et de Chamonix ont publié une ordonnance portant l'interdiction d'atterrir au sommet du Mont-Blanc. Leur interprétation c'est que cela fait partie de leurs droits. Dans ce cas également, il est évident que l'initiative des deux Maires était motivée par des raisons de sécurité et adoptée compte tenu de la cartographie française officielle, qui est différente de celle italienne. Le même problème s'est enfin représenté le 1er octobre dernier, quand, vous l'avez rappelé, la Préfecture de Haute-Savoie a adopté, sur initiative du président Macron, un arrêté portant : "création de la zone de protection d'habitat naturel du Mont-Blanc, site d'exception". C'est une disposition prévue par la législation française qui prévoit des mesures de protection du site naturel du Mont-Blanc.
Ora, è evidente che questo decreto riguarda la vetta del Monte Bianco, non bisogna equivocare sul fatto che abbia qualche interazione con il Ghiacciaio del Gigante, con Skyway o con il Rifugio Torino. Queste sono state ricostruzioni giornalistiche che non hanno nulla a che fare con la realtà. È da osservare poi, ma solo per evidenziare un paradosso, che il decreto della Prefettura dell'Alta Savoia del 1° ottobre ha come effetto concreto e positivo di mettere in atto misure di tutela ambientale e paesistica su un pezzo di territorio valdostano e italiano. È un paradosso naturalmente giuridicamente storto perché noi non ci sogneremmo mai di fare delle iniziative con una legge regionale su di un territorio appartenente all'Alta Savoia. Ora si chiede al Presidente della Regione di avviare un'interlocuzione con il Governo italiano. Lo hanno fatto, come Manfrin ha ricordato, anche Parlamentari di diversi gruppi politici.
Io credo che si debba condividere con voi che noi non abbiamo ovviamente una competenza confinaria e neanche le famose funzioni prefettizie ci consentono di fare cose di questo genere. Va detto però che, in realtà, già in occasione nel 2015, nel 2019 e il 7 ottobre scorso, la Presidenza della Regione ha scritto per portare diciamo la situazione così come si è prospettata nel tempo all'attenzione del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro degli affari esteri, trasmettendo copia degli atti adottati dalle Autorità locali transalpine e rappresentando la disponibilità della Valle d'Aosta a collaborare per trovare una soluzione perché, dal punto di vista ideale, noi potremmo dire: "quella è una montagna europea, lo dice l'UNESCO", mi ricordava anche la collega Minelli, quindi potremmo sdrammatizzare le cose. In realtà, poi ci sono dei problemi concreti, ad esempio, di giurisdizione: capita un incidente, capita qualche cosa. Insomma si va al di là di rivendicazioni nazionalistiche che credo non facciano parte del patrimonio culturale di tutti noi Valdostani che siamo qui, quindi ha un risvolto internazionale.
Ricordo anche che quand'ero Parlamentare europeo avevo posto la questione alla Commissione europea che rispose che non era nei suoi compiti, spettava ai rispettivi Governi, italiano e francese, mettersi d'accordo. C'è un'interlocuzione. Il ministro degli affari esteri Luigi Di Maio ha inviato il 27 ottobre scorso una nota alla Presidenza della Regione in cui ha confermato di aver dato istruzione all'Ambasciatore italiano a Parigi per esprimere il proprio disappunto, disappunto naturalmente dell'Italia per le misure unilaterali che riguardano territori sotto la sovranità italiana e che ad ogni modo tali misure non possono avere effetto sul territorio italiano e non sono riconosciute dall'Italia.
Per quel che riguarda i Parlamentari, tutta la documentazione è nelle mani anche del senatore Albert Lanièce, che ha chiesto parecchie volte spiegazioni. Prima di lasciarvi con una curiosità, vorrei chiedere solo un cambiamento nella mozione nella parte conclusiva, laddove si dice di riferire all'Aula da parte dei Parlamentari valdostani. Il consigliere Manfrin sa che se i Parlamentari riferiscono in aula non ci può essere dibattito sulle loro dichiarazioni. Io pertanto consiglierei di fare questa discussione eventualmente in Commissione perché in Commissione c'è la possibilità per i Consiglieri di interloquire con i Parlamentari, mentre il nostro Regolamento, se ricordo bene all'articolo 51 o 52, non ho una memoria precisa, in quel caso c'è una dichiarazione unilaterale, cioè i Parlamentari seduti lassù, com'è capitato a me tante volte negli anni passati, possono esprimersi, ma non ci può essere dibattito sulle dichiarazioni, mentre penso che sarebbe più fruttuoso non solo le dichiarazioni in aula da parte loro, ma anche una possibilità di interlocuzione. Io pertanto proporrei di scrivere: "riferire in Commissione quali iniziative intendono".
Concludo con una piccola curiosità che farà piacere a Stefano Aggravi perché in realtà poi noi discutiamo moltissimo di queste questioni, ma c'è un suo illustre cittadino che oggi è sindaco di Ornavasso, Filippo Cigala Fulgosi di Pontenure, che scrisse una bellissima tesi che ho ricevuto in questi giorni, nell'anno accademico 1995-1996, intitolata: "La vetta del Monte Bianco è soggetta alla sovranità italiana o francese? Controversie territoriali, prassi internazionali e diritto applicabile". È interessante perché fa capire che esiste in fondo al tunnel una luce, cioè nel caso in cui le Autorità italiane e francesi non riuscissero a mettersi d'accordo su questo contenzioso, ci sarà poi la possibilità in tutte le istanze internazionali del caso di poter risolvere il tema. Ci auguriamo che questo non avvenga e, per una ragione di buon vicinato e anche di una millenaria storia in comune, si possa trovare una soluzione valida.
Presidente - Ha richiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio ovviamente l'assessore Caveri per aver anche voluto fare alcuni cenni storici molto interessanti, è anche importante fare degli approfondimenti sul nostro territorio, e anche su delle questioni che, visto che sono contenute in una tesi del 1995, potrei definire annose ovviamente, quindi credo che la risposta sia assolutamente utile anche a fare un passo avanti su questa questione. È già stato detto, l'ho detto io e lo ha riassunto lei, che, a fronte di quelle notizie che erano emerse, e il nostro Ministero degli esteri ha fatto una nota per esprimere un rammarico, che giustamente la collega Spelgatti qua a fianco mi diceva: "beh, Macron prende e batte un pugno sul tavolo e dice: "il Monte Bianco, la cima è nostra" e il nostro Ministero a Parigi dice: "eh, che rammarico che vi comportate in questa maniera". Ecco, quindi probabilmente la risposta non è commisurata all'azione, ecco, quindi forse più che rammarico bisognerebbe chiedere che si addivenisse a una soluzione, non sappiamo se questa soluzione potrà essere trovata in tempi brevi, ma sicuramente, così come hanno fatto altri prima di noi, il nostro primo impegno è quello comunque di provarci. Siamo felici quindi che il Governo accetti la prima formulazione, con un rapido cenno di intesa con il collega di Pour l'Autonomie con cui abbiamo ovviamente esteso la mozione, accettiamo anche la riformulazione della parte della seconda impegnativa, quindi direi che è assolutamente accettata, per quanto ovviamente il piacere di vedere due Parlamentari in aula che non abbiamo mai visto sarebbe effettivamente anche intenso, quindi chissà che magari non accettino questo invito. Accettiamo quindi la riformulazione.
Presidente - Precisiamo che l'emendamento tra virgolette riguarderà un'audizione in I Commissione dei Parlamentari, lo diamo come inserito nella mozione. Ci sono altre richieste di intervento? Se non vi sono altre richieste, possiamo passare alla votazione che, lo ripeto, avverrà come in precedenza, con le modalità di questo Consiglio. Vedo il Consigliere Baccega che si è prenotato.
Baccega (PA) - Pensavo si passasse alle dichiarazioni di voto. Giusto un brevissimo intervento in quanto firmatari della mozione e ringrazio il collega Manfrin e l'assessore Caveri che hanno fatto un percorso e ricostruito una questione e una controversia che dura da parecchi decenni com'è emerso. Credo che questo sia forse l'unico caso ancora esistente di una disputa territoriale in ambito dell'Unione europea.
Ho avuto modo, quando mi occupavo di lavori pubblici, non ricordo bene ma deve essere stato intorno al periodo dell'inaugurazione della Skyway dove ovviamente i Francesi rosicavano male da quel punto di vista, di andare a fondo della questione ed erano di nuovo giunti alla ribalta delle dichiarazioni del Sindaco di Saint-Gervais all'epoca. In quel caso ebbi l'occasione di prendere atto delle carte prodotte dall'Istituto geografico militare, dove era tracciata la linea spartiacque... e si evinceva che la vetta del Monte Bianco è divisa tra due Stati... dove il Monte Bianco è di Courmayeur ed è italiano, quindi completamente in territorio italiano. Va detto anche che la cartografia ufficiale della NATO conferma quanto è riportato, ed era presente quella volta, nelle carte italiane, e dall'Istituto geografico militare. Ben venga quindi questo percorso che si è avviato, giù le mani dal Monte Bianco!
Presidente - Altre dichiarazioni? Ha chiesto la parola il consigliere Testolin ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Solo per esprimere e ribadire quanto già accennato nel suo intervento molto esaustivo dall'assessore Caveri, per sottolineare l'attenzione che anche in questo periodo, dove evidentemente gli occhi sono puntati su altre problematiche più contingenti, non si è trascurato il 7 di ottobre, come già ricordato dal collega, di sottolineare una situazione diciamo anomala, come si erano già verificate in situazioni precedenti altrettante anomalie da un punto di vista di rapporti transfrontalieri e con una decisione unilaterale che andava a identificare su zone di non ancora comprovata competenza quelle che erano delle imposizioni da parte di un Governo straniero su territorio italiano. Come ben sottolineato dai precedenti interventi, le zone considerate erano al di fuori dalle attività principali svolte sul territorio italiano, quindi quelle del Rifugio Torino e quelle di Skyway, ma, proprio per sottolineare l'importanza di decisioni di questo tipo, si è richiamato in questa missiva anche l'importanza di rifarsi a quella commissione mista italo-francese che si è riunita purtroppo solo l'ultima volta nel 2016 e dalla quale però sono uscite forti e chiare le indicazioni di non poter andare a fare delle scelte unilaterali su delle questioni che sono ancora aperte.
Ci troviamo quindi assolutamente allineati con questo tipo di iniziativa per fare chiarezza, quello che era nelle nostre possibilità e nei nostri compiti lo abbiamo assolto con celerità e prontezza, così come deve sempre essere alta l'attenzione su temi che coinvolgono il nostro territorio e le nostre prerogative, io direi anche opportunità, e questi passaggi di approfondimento andranno sicuramente in questo senso e probabilmente solleciteranno ulteriormente le iniziative che magari in maniera più forte ancora di adesso il Governo nazionale potrà intraprendere.
Presidente - Altri intendono fare una dichiarazione di voto? Prego, l'assessore Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - In realtà, non intervengo in qualità di Assessore ma di membro di quest'Assemblea, dovrei spostarmi, però ho chiesto precedentemente e per la questione delle norme sanitarie, onde evitare di spostare schede, eccetera, parlo da questa postazione. Ho ascoltato con interesse le cose che sono state dette dai colleghi proponenti della mozione, da chi è intervenuto, dall'assessore Caveri. Capisco che esiste una questione di importanza giuridica e che sono in ballo anche questioni di responsabilità per quanto riguarda tutta una serie di elementi che attengono anche alla sfera della sicurezza e non soltanto delle competenze territoriali. Credo sia corretta la richiesta che è stata fatta di sentire i Parlamentari in Commissione, in modo da poter interloquire con loro da parte dei Consiglieri.
Voglio però sottolineare una questione, che spero venga presa in considerazione da chi dovrà poi definire meglio la questione. Siamo tra coloro che sostengono la candidatura del Monte Bianco a patrimonio mondiale dell'umanità e personalmente - e faccio una dichiarazione proprio a titolo personale - vedrei con grande piacere la possibilità di definire la questione in modo... come dire? collaborativo. La questione, lo sappiamo, si riaffaccia periodicamente, di nuovo adesso a distanza di anni, ed è vero, sempre per iniziative di parte francese, è vero anche questo. Io credo però che siano importanti le parole che ha pronunciato il Coordinatore del dossier francese per la candidatura del Monte Bianco a patrimonio dell'Unesco, che chiede che si cerchi di arrivare a una definizione e che in sede ultima la vetta sia considerata binazionale; so che, dal punto di vista giuridico, forse questo non è possibile, ma io ritengo che la cima del Monte Bianco debba essere considerata il simbolo di un'Europa unita e credo che di questo avremmo bisogno. Auspico pertanto che la negoziazione che ci sarà, perché dovrà esserci, sia il più possibile una negoziazione pacata e che veda la collaborazione in questo senso da parte di tutti. La mia dichiarazione di voto comunque è ovviamente favorevole con queste correzioni alla mozione.
Presidente - Altri intendono fare una dichiarazione di voto? Se nessun altro è intenzionato a fare una dichiarazione di voto, possiamo passare alla votazione. Apro la votazione. Invito il collega Segretario a mettersi in comunicazione con i Consiglieri presenti via zoom.
Appello nominale dei Consiglieri presenti in remoto sulla piattaforma zoom.
Carrel (PA) - Favorevole.
Padovani (PCP) - Favorevole.
Restano (VdA Unie) - À faveur.
Chiudo la votazione.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
Il Presidente della Regione è assente giustificato, il Consiglio approva all'unanimità la mozione con il testo modificato dall'emendamento presentato.