Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 52 del 5 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 52/XVI - Ordine dei lavori. Dibattito sulle misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19.

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 34 Consiglieri possiamo dare inizio ai lavori del Consiglio regionale. Vedo una richiesta d'intervenire da parte del consigliere Marguerettaz. Ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Sulla base di quello che è accaduto ieri, dopo la chiusura dei lavori, dopo la conferenza stampa del Presidente del Consiglio dei Ministri, credo che valga la pena chiedere una sospensione per fare una capigruppo, ovviamente con la partecipazione dell'Ufficio di Presidenza, per organizzare i lavori ed eventualmente per concordare una riflessione del Consiglio regionale su queste ordinanze e sulle eventuali azioni da intraprendere.

Presidente - Vedo anche la richiesta del collega Manfrin. Per quanto appena accennato credo che sia opportuno procedere a una sospensione come quella di ieri, limitata nei tempi. Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Condividiamo la richiesta di sospensione, era esattamente la proposta che come opposizione avevamo concordato di avanzare, visti i gravi fatti che vedono coinvolta la nostra regione, abbiamo assolutamente necessità di condividere un percorso e soprattutto stabilire come sviluppare il prosieguo dei lavori e come informare in maniera adeguata quest'Aula e tutta la regione sugli eventi che ci vedono purtroppo protagonisti in questi giorni.

Presidente - Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 09:13 alle ore 10:06.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori del Consiglio. La Conferenza dei Capigruppo ha valutato necessario un approfondimento sulle ultime notizie avute ieri sera riguardo alla situazione pandemica e alle conseguenze; ne abbiamo in parte avuto notizia ieri sera, pertanto ci sarà un intervento del Presidente della Regione e un dibattito all'interno del Consiglio. La tempistica è limitata a cinque minuti per ogni Consigliere e, in termini generali, l'impegno che ci siamo presi è quello di limitare gli interventi in modo puntuale e di non allungare la discussione oltre il necessario. La parola al Presidente della Regione Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Credo che la decisione che è stata condivisa all'interno della conferenza dei capigruppo sia assolutamente opportuna e che sia opportuno in quest'aula fare delle riflessioni, ovviamente politiche, su quello che sta avvenendo in Valle d'Aosta e in Italia e che possiamo confrontarci sulle diverse problematiche che ovviamente tutti noi conosciamo. Io per darvi la possibilità di partire nella discussione tutti dallo stesso piano di conoscenza della situazione, vi faccio brevemente un riassunto delle ultime interlocuzioni di ieri sera, o meglio più che interlocuzioni direi delle comunicazioni che ho ricevuto, perché di questo si tratta.

Ieri sera in chiusura del Consiglio vi avevo fatto una comunicazione che peraltro, almeno in parte, si è poi rilevata essere disattesa, ma io in quel momento avevo quelle informazioni, nello specifico la questione dell'entrata in vigore del Dpcm: il Dpcm ha un'entrata in vigore che era specificata sul decreto stesso, che era la data di oggi; nelle verifiche che avevamo fatto ieri in serata - e anche durante il Consiglio anche con Roma - era emerso che oggi sarebbe entrato in vigore sostanzialmente il Dpcm così come previsto e che le ordinanze successive del Ministro della Salute riguardanti gli articoli 2 e 3 sarebbero state fatte presumibilmente nella giornata di oggi.

Poi, come avete visto - anch'io ho avuto notizia pochi minuti prima che il presidente Conte all'interno della sua conferenza stampa facesse la comunicazione a tutti - è emersa la volontà da parte del Governo di posticipare, io credo in maniera abbastanza intelligente, nel senso che era inutile partire oggi con un pezzo del Dpcm e domani con il resto; vi dico questo solo per specificare che queste informazioni le ho avute sostanzialmente anch'io alle ore 20:20 o poco prima che il presidente Conte parlasse.

Ieri sera ho ricevuto una telefonata dal Ministro Speranza, sostanzialmente poco dopo la fine del Consiglio, che - come previsto all'articolo 2 e all'articolo 3 del Dpcm mi ha confermato che il Ministro della Salute, sentito il Presidente della Regione, farà delle ordinanze - sostanzialmente mi ha detto che, a partire da domani, la Valle d'Aosta sarebbe stata classificata nelle zone cosiddette rosse, nelle zone a più alto rischio per quanto riguarda la situazione pandemica.

Questo solo per spiegarvi come sono andate le cose.

Ieri vi avevo già illustrato invece le interlocuzioni che ci sono state con il Governo - in particolare nella persona del Ministro Boccia e del Ministro Speranza - nelle giornate di domenica, lunedì e martedì per quanto riguarda invece la costruzione del Dpcm, anche se di fatto - come avevo già avuto modo di dirvi ieri - sono state interlocuzioni dalle quali il Governo non ha tirato queste grandi conclusioni dal punto di vista delle osservazioni fatte dalle Regioni, perché nella sostanza la maggior parte delle richieste delle Regioni, in particolare il discorso di una uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale, non è stata accettata.

Quindi da lì sono nate delle prese di posizioni - come quelle che abbiamo esplicitato noi ieri - da tutte le Presidenze delle Regioni ovviamente con dei distinguo più o meno evidenti a seconda della gravità della situazione pandemica all'interno delle regioni.

Le questioni centrali sono i famosi dati elaborati da questo Comitato Tecnico Scientifico all'interno dell'Istituto Superiore di Sanità e sono dati che ovviamente la Regione e la Protezione Civile - a seconda del tipo - trasmette giornalmente a questo Istituto, il quale li elabora in maniera analitica per poi arrivare a delle conclusioni.

Come vi ho spiegato ieri, si usano due aspetti fondamentali per arrivare a un'analisi conclusiva: uno è il famoso indice Rt che, come abbiamo ormai imparato tutti, spiega come va l'andamento del contagio all'interno del territorio e poi ci sono i famosi ventuno fattori di rischio che sono invece poco statistici, nel senso che sono elementi che fotografano la situazione della regione e tengono conto, ad esempio, come vi ho detto ieri, della situazione del carico ospedaliero piuttosto che del carico delle terapie intensive, piuttosto che della situazione del contact tracing, cioè come viene fatto il tracciamento dei contatti.

Su questi dati effettivamente la situazione in Valle d'Aosta è complicata, lo sapevamo, quindi diciamo che nella sostanza ci potevamo aspettare il fatto che siamo stati classificati nella zona rossa, sapevamo di essere invece abbastanza sul limite per quanto riguarda gli scenari di rischio che tengono conto del famoso indice Rt, perché negli ultimi giorni, e nell'ultima settimana in particolare, era migliorato e quindi c'era la possibilità che scendesse significativamente in questi giorni, quindi a seconda dei dati che il Comitato tecnico Scientifico avrebbe preso in considerazione, c'era anche la possibilità di essere inquadrati in uno scenario di rischio intermedio.

Già nella giornata di domenica e di lunedì, quindi prima ancora degli ultimi sviluppi, le Regioni hanno chiesto a gran voce di avere questi dati, cioè di avere i fogli di calcolo usati dal Comitato Tecnico Scientifico per raggiungere una decisione, per raggiungere un collocamento della regione all'interno dei vari fattori. Questo l'abbiamo ribadito ancora ieri nelle interlocuzioni che abbiamo avuto e questo credo che sia importante per avere innanzitutto una chiarezza del perché siamo attualmente in questa zona rossa, perché credo che questo sia un aspetto che va assolutamente messo come punto di chiarezza verso i cittadini, perché se uno legge i giornali, a seconda delle varie testate, trova interpretazioni molto diverse delle situazioni, degli scenari. I numeri sono belli perché non si prestano a interpretazioni, quindi il fatto di avere le tabelle e di avere chiarezza su come questi calcoli vengano fatti credo che sia un aspetto che giustamente le Regioni - noi compresi - hanno richiesto a gran voce.

A questo punto è chiaro che siamo inseriti in questa fascia di rischio alto, quindi quello che dobbiamo sicuramente impegnarci a fare in questi quattordici giorni, perché saranno almeno quattordici giorni di collocazione della nostra Regione all'interno di questo scenario dobbiamo fare tutto quanto nella nostra disponibilità, nella nostra possibilità, per cercare di migliorare innanzitutto la situazione sanitaria e di essere ricollocati in scenari di rischio meno stringenti per l'economia.

Questo lo possiamo fare attraverso le buone pratiche che ormai tutti conosciamo, quindi anche da questo punto di vista credo che sia importante una campagna informativa su quanto sia necessario questo sforzo che tutti insieme faremo in questi quindici giorni, sperando che rimangano solo quindici giorni e non siano di più.

L'obiettivo innanzitutto è l'aspetto sanitario, ma non solo, perché insieme all'aspetto sanitario c'è tutto il mondo economico che aspetta di avere delle risposte. Ovviamente queste risposte si possono dare se la base sanitaria arriva a una situazione non dico di normalità ma di gestibilità in cui si possa dare delle prospettive, perché sappiamo benissimo che nella nostra economia siamo legati al settore turistico in maniera importantissima. Siamo alla vigilia di quello che è sicuramente il mese, o i mesi, più importante dell'anno per quanto riguarda l'ambito turistico, quindi lo sforzo che faremo in questi quindici giorni sarà assolutamente fondamentale per i mesi seguenti.

È chiaro che il mondo economico è in apprensione perché questa ulteriore chiusura così importante mette veramente a dura prova tutti i settori economici, quindi anche su questo la politica dovrà fare i suoi ragionamenti e a quel riguardo stiamo già lavorando con queste interlocuzioni che abbiamo avuto in questi giorni, questo è stato l'altro aspetto sottolineato in maniera evidente da tutte le Regioni, cioè il fatto di avere certezze sui ristori, sulla tempistica e sull'entità.

Anche ieri il presidente Conte ha ribadito che già in questa settimana probabilmente faranno questo famoso decreto legge che definirà tutto l'ambito di attività di questi ristori e credo che per la nostra regione, in particolare, essendo classificata in zona rossa, le contromisure di tipo economico debbano essere commisurate all'entità delle restrizioni che dobbiamo sopportare soprattutto nell'ambito economico.

Questa mattina, in realtà già poi ieri sera, come Governo abbiamo fatto delle prime riflessioni, dei primi ragionamenti per cercare di calare questo Dpcm alla realtà regionale, alla realtà del nostro territorio perché - l'abbiamo già detto tutti ieri nel dibattito - che la nostra regione ovviamente ha una connotazione anche territoriale, oltre che come tessuto sociale economico, che è molto diversa da una realtà cittadina o comunque dalle grandi città metropolitane, quindi anche le misure che vengono imposte hanno una ricaduta diversa.

Stiamo cercando, abbiamo già chiesto anche all'Ufficio legislativo, all'Avvocatura regionale, di fare dei ragionamenti su delle possibili almeno interpretazioni del Dpcm perché sapete che interventi ampliativi non sono fattibili, però credo che si possano fare almeno delle applicazioni corrette delle norme inserite nel Dpcm sul nostro territorio e in queste ore ci lavoreremo.

Il dibattito che faremo adesso credo che possa essere utile anche in questo senso, le cose che abbiamo già messo sul tavolo questa mattina in Giunta sono - tanto per darvi anche degli spunti per la discussione - ad esempio le questioni legate alla didattica a distanza che per la nostra realtà hanno delle ripercussioni diverse soprattutto sugli istituti professionali, dove effettivamente c'è necessità di una presenza fisica degli alunni in classe, penso agli istituti alberghieri piuttosto che ad altri istituti.

Abbiamo pensato poi alle problematiche relative alla ristorazione e agli alberghi legati al mondo lavorativo, perché il Dpcm prevede che i servizi di mensa e i servizi di ristorazione legati agli ambiti lavorativi siano garantiti, questo va calato nella nostra realtà nelle vallate laterali in cui ci sono delle attività lavorative che devono per forza andare avanti per garantire i servizi o per garantire le aperture, ad esempio delle stagioni invernali degli impianti eccetera, e su questi bisogna dare la possibilità in qualche modo a chi lavora di poter anche stare sul territorio, quindi bisogna capire come attivare un servizio di ristorazione e anche di pernottamento che permettano di lavorare.

Altro aspetto di cui parlavamo è l'attività sportiva, che già nel primo lockdown è stato patito in maniera particolare all'interno del territorio valdostano, laddove molto di frequente viviamo in mezzo alla natura, diversamente dalle realtà cittadine. Abbiamo tantissimi spazi di libertà per fortuna, è la bellezza del nostro territorio, quindi le restrizioni di movimento intorno a casa molto spesso, almeno nelle realtà più agricole e più di montagna, sono restrizioni che francamente non hanno molto senso, quando passeggiando su un sentiero l'unico rischio è incontrare un camoscio o una marmotta. Dobbiamo trovare dei correttivi che vadano nella giusta direzione.

C'è poi la questione delle elezioni di Courmayeur, di domenica, che vanno assolutamente preservate ovviamente con tutte le garanzie di gestione sicura delle operazioni di voto. È stato aggiornato anche ieri il protocollo che riguarda invece il voto a domicilio di tutte le persone, qualche decina, che anche a Courmayeur sono isolate o per quarantena o perché sono risultati positivi, per garantire innanzitutto la possibilità di una espressione democratica del voto che è la prima cosa da garantire, ovviamente sempre fatta salva la sicurezza sanitaria, e poi per dare la possibilità di poter svolgere l'elezione in sicurezza.

Questi sono alcuni degli aspetti che stiamo analizzando con gli uffici per capire come inserirli in una ordinanza che io vorrei fare nella giornata di oggi in modo che domani, quando si parte con l'applicazione del Dpcm, l'ordinanza sia già in qualche modo operativa e dia chiarezza almeno su alcuni punti.

Questo credo che sia assolutamente importante e credo che nella giornata di oggi sia poi anche importante dare una comunicazione ai Valdostani nella maniera più chiara possibile anche se sappiamo molto bene dalle esperienze che abbiamo vissuto nel lockdown primaverile di tutti gli aspetti e di tutte le casistiche verranno fuori man mano e a cui bisognerà dare in qualche modo delle risposte.

Presidente - Chiede d'intervenire la consigliera Foudraz.

Foudraz (LEGA VDA) - Credo che stiamo vivendo una situazione a dir poco pazzesca. Vi sono oggi due notizie pubblicate su due quotidiani a diffusione nazionale quali La Stampa e Il Messaggero: sulla Stampa viene dichiarato che, secondo un sondaggio effettuato dall'Istituto Superiore della Sanità e dal Ministero della Salute, la Valle d'Aosta nelle ultime due settimane ha un tasso di contagiosità pari a 1,2; nell'articolo che invece appare sul Messaggero si dice che "La Regione Valle d'Aosta è da tre settimane che non fornisce dati puntuali". Noi non possiamo permetterci di giocare con la vita delle persone per errori di incompletezza nella trasmissione dei dati!

Da domani, con l'entrata in zona rossa della Valle d'Aosta, questo vorrebbe dire far morire tutte quelle attività che in primavera, a maggio, hanno fatto sforzi immani a livello economico, e non solo, per adeguarsi a tutta una serie di norme sanitarie ai fini del contenimento del virus e da domani - a causa sembrerebbe di dati puntuali non trasmessi e risalenti a tre settimane fa - potrebbero veramente non riaprire più.

Allora questo non è accettabile, bisogna andare a fondo di questa questione per capire a quali dati si riferisca il fatto che la Valle d'Aosta sia stata posta in zona rossa.

Dalle ore 10:27 assume la Presidenza il vicepresidente Marguerettaz.

Marguerettaz (Presidente) - La parola al collega Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Permettetemi una piccola riflessione sulla situazione difficile e preoccupante che si sta creando in queste ore.

Credo che ognuno di noi debba dare delle risposte e delle spiegazioni in base ovviamente alle sue capacità e conoscenze in merito a quello che sta causando questa pandemia, un mix tra paure e incertezze.

La gente ha bisogno di chiarezza, non può vivere nell'attesa snervante, nell'angoscia e nella speranza di vedersi colorare la propria regione di verde, di giallo o di rosso per poi pianificare il giorno dopo la propria vita.

I cittadini sono allo stremo, i commercianti, o meglio chi lavora in proprio, è sul piede di guerra ed è comprensibile, gli operai lavorano a giorni alterni, gli albergatori e i ristoratori non sanno più come gestire la loro attività, pur essendosi adeguati a tutte le normative anti-Covid e ora sono destinati a chiudere. Per non parlare di parrucchieri aperti sì ma confinati nel proprio paese e, secondo Confcommercio, negozi da bambino sì e negozi da uomo/donna no.

In questa situazione dantesca, o quanto meno non proprio idilliaca, credo che ognuno di noi abbia l'interesse e la voglia di dare un minimo di serenità e di sicurezza al popolo valdostano.

In questi giorni molte persone mi hanno chiesto spiegazioni in merito a questa situazione di emergenza che si sta creando. Inizialmente la prima ondata del virus ci ha colto impreparati ma oggi, quando tutti ne conoscevano l'esistenza e anche il periodo esatto in cui si sarebbe propagato, il Governo non è stato capace di prevenire la curva epidemica, avendo a disposizione sei mesi per adottare, pianificare e anticipare il virus e di conseguenza limitarne la diffusione.

Tali misure devono essere pianificate su modelli predittivi ad almeno due-tre settimane e non continuando a inseguire i numeri giorno dopo giorno con uno stillicidio di Dpcm.

Bisogna responsabilizzare i cittadini - credo in parte già fatto - rispettando tutti i protocolli sanitari, ma il Governo deve potenziare i servizi sanitari, quelli territoriali, ospedalieri, scolastici agendo nell'immediato con aiuti concreti per la salute e il benessere dei Valdostani.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Questa è una delle giornate, credo, più tristi per la nostra regione, vedere che da un giorno all'altro siamo in attesa di capire e di comprendere che cosa il Governo centrale ci riserverà, quali decisioni verranno prese a centinaia di chilometri di distanza sulla nostra regione da parte di persone che non conoscono assolutamente la nostra realtà. Io credo che sia una gestione della crisi assolutamente vergognosa e ho accolto con ribrezzo, con raccapriccio, le parole del Presidente della Regione che, suo malgrado, ci ha detto di essere stato avvertito durante la conferenza stampa del Presidente Conte e, pochi minuti dopo la fine del Consiglio regionale, da parte del Ministro della Sanità.

Io credo che un Governo che pensa d'interfacciarsi con delle realtà, di bloccarle, blindarle, di bloccare tutte le attività economiche e sociali di una regione, avvisandola a cose avvenute, a scelte ormai concluse, evidentemente si assume la responsabilità anche di fronte a tutti i cittadini - e nello specifico, in questo caso, ai cittadini valdostani - di ricevere anche lo stesso tipo di considerazione visto che non si considerano nemmeno i rappresentanti istituzionali.

Quello che è avvenuto è uno sgarbo istituzionale gravissimo nei confronti della nostra Regione, così come sta denunciando anche il Governatore della Lombardia, anche nei confronti di tante altre Regioni che hanno saputo, proprio durante la conferenza stampa, nemmeno la decenza di dire qualche minuto prima, ma secondo me anche avvertire qualche minuto prima di quello che stava accadendo sarebbe stato assolutamente vergognoso.

Io però su questo mi permetto, e lo avrei fatto magari in un'altra seduta di Consiglio, di fare una piccola riflessione sulla gestione della crisi, presidente Lavevaz, vede, come avevo detto quando ci fu il primo Consiglio, quello nel quale si andò a votare il nuovo governo regionale - lei mi ricordo anche allora annuì e prese appunti - avevamo chiesto di non fare come era accaduto in passato, di tenere ovviamente informata l'opposizione, che rappresenta comunque all'interno di quest'aula molto più di un terzo dei Valdostani; ebbene io devo - mio malgrado - farle notare che lei non ha avuto nemmeno la cortesia e l'accortezza d'informare nessun rappresentante istituzionale dell'ordinanza del coprifuoco e siamo venuti a scoprirlo dai giornali. Anche questo credo che sia uno sgarbo istituzionale perché è chiaro che se le informazioni vanno condivise, vanno condivise con tutti, quindi così come contesto il Governo nazionale per il contegno mantenuto in questa occasione, contesto anche ovviamente il contegno mantenuto nei nostri confronti.

Mi trovo però a chiederle in questo momento: giustamente, Presidente, ha evidenziato una cosa, ci ha detto che oltre l'Rt ci sono anche numerosi dati che vanno a collocare la nostra regione tra quelle cosiddette rosse. Sarebbe possibile sapere con precisione quali sono i dati che in maniera così negativa ci pongono in maniera peggiore rispetto ad altre sedici regioni italiane? Perché il problema è che per esempio guardando semplicemente i nuovi contagi - io ho una piccola tabella che mi hanno fornito sui nuovi contagi di ieri -vediamo che tra le zone rosse si trovano il Piemonte e la Lombardia che hanno rispettivamente 3.500 e 7.700 contagi in più nelle zone arancioni c'è la Sicilia che ne ha 1.100 ma il problema è che nelle zone gialle la Campania ha 4.181 contagi in più rispetto alla Valle d'Aosta che ha soltanto 129 contagi. È una questione incomprensibile, questi numeri sono incomprensibili, io mi auguro possano essere chiariti per capire effettivamente quali dati sono andati a incidere e ci hanno posti fra le regioni dal risultato peggiore.

Ci ha riassunto le prime iniziative che lei ha inteso prendere assieme alla Giunta o sulle quali avete cominciato un'interlocuzione. Bene, io le chiedo anche di considerare una cosa, le chiedo di consegnare le piccole esigenze, le piccole necessità quotidiane dei cittadini che si sentono abbandonati in questo momento, esigenze che possono sembrare piccole se discusse qui, ma che in realtà sono gigantesche. Una su tutti, - e concludo, Presidente -, un cittadino, un Valdostano che abita in un piccolo comune e che deve rivolgersi necessariamente magari a un supermercato e magari a un supermercato o a un mercato che è eccessivamente costoso nel suo comune può o non può andare magari in un centro commerciale a grande distribuzione dove può trovare - anche a fronte del mancato lavoro e del mancato introito - delle offerte migliori?

Questa è una delle tante piccole cose quotidiane che i nostri cittadini si chiedono, così come, per esempio, le persone che hanno le attività che si chiedono se un abitante di un comune vicino può o non può recarsi nella loro attività e se sia giustificato o meno.

Sono una delle tante piccole cose che in realtà sono cose gigantesche nella vita quotidiana di ogni Valdostano che oggi, in questo momento, i nostri cittadini ci chiedono.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Pagina bruttissima di nuovo per la Valle d'Aosta, purtroppo questa situazione dà un'ulteriore mazzata, sotto tutti i punti di vista, alla Valle d'Aosta. Quello che mi preoccupa principalmente è capire come sia possibile che, come riportato dalla collega Foudraz, ci sia questa poca chiarezza sui dati, nel senso che le notizie che emergono dai giornali - ho poco tempo a disposizione e quindi non sto a ripetere quello che ha detto la collega - sono molto inquietanti.

Quindi, vorremmo capire se i dati a cui si fa riferimento sono effettivamente così vecchi oppure no, qual è veramente il nostro indice Rt e, soprattutto, le domando, le chiedo e invito, sia lei che l'Assessore alla Sanità, di fare un controllo molto preciso su tutti questi dati che vengono inviati dalla USL perché a me viene riferito che spesso e volentieri comunque ci siano dei problemi, ad esempio mi si dice di casi negativi che vengono calcolati come positivi in isolamento. Vero? Non vero? È un qualche cosa che è reale?

Andate a verificare con profonda accortezza tutti i dati trasmessi dall'USL, per verificare puntualmente se effettivamente tutto sia corretto, visto e considerato che da questi dati si decide delle sorti dell'economia di tutta la Valle d'Aosta e della vita di tutte le persone in Valle d'Aosta.

Dopodiché, Presidente, io la invito seriamente a fare sul Governo nazionale pressioni importanti, ma veramente importanti, perché il nostro territorio, oltre a tutti i dati a cui lei fa riferimento, ha delle specificità e delle peculiarità assolutamente uniche.

Il territorio della Valle d'Aosta, tutta la popolazione della Valle d'Aosta, è sostanzialmente un quartiere di Milano, non possiamo essere trattati nelle prescrizioni come le altre regioni. Dobbiamo valutare, tenere in considerazione questo, quindi anche nell'ordinanza che lei emetterà, le chiedo veramente di tener conto il più possibile di tutte le nostre peculiarità. Ha fatto riferimento a vari settori, le ricordo anche che bisogna tener presente che in questo momento in cui stiamo togliendo tutto ai nostri cittadini - io parlo sempre al plurale ma stanno togliendo tutto ai nostri concittadini -

quantomeno sul discorso dell'aspetto psicologico e di quel minimo di libertà di uscire di casa, tenendo in considerazione il fatto proprio che noi abbiamo una realtà in cui quando uno esce di casa può andare nel nulla, dove non c'è assolutamente niente, questo deve essere tenuto in considerazione non solo per chi abita in comuni fuori valle ma anche per la popolazione di Aosta perché il prendere la macchina e potersi spostare in un altro comune proprio per avere almeno la libertà di respirare un po' d'aria è fondamentale per poter sopravvivere anche psicologicamente e fisicamente a tutto quello che stiamo affrontando, perché le conseguenze di tutto questo saranno gigantesche, non solo dal punto di vista economico ma dal punto di vista psicologico e anche dal punto di vista fisico.

Quindi salvaguardiamo almeno quell'aspetto, oltre a tutti gli aspetti che lei ha citato.

È chiaro che per far questo lei ha dei margini di manovra, in quanto nelle sue ordinanze potrà cercare di allargare il più possibile le maglie della normativa in sé, però è chiaro che con Roma bisogna fare delle pressioni non forti, ma fortissime, proprio perché, oltre a tutto questo controllo dei dati, bisognerebbe andare a capire come mai la Campania di punto in bianco sia diventata zona gialla, come mai il Südtirol si lamenti del fatto che i dati sono vecchi e addirittura loro invece vogliono continuare a stringere le maglie e stringono le maglie rispetto a quello che ha detto Roma.

Insistere sulla certezza dei dati ma, ripeto, controllare i dati che noi stiamo trasmettendo a Roma, perché c'è qualcosa che veramente non quadra.

Dalle ore 10:37 riassume la Presidenza il presidente Bertin.

Bertin (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Lavy, ne ha facoltà.

Lavy (LEGA VDA) - Si è parlato tanto di dati, non si è parlato dei criteri. Ancora una volta la Valle d'Aosta si è fatta mettere i piedi in testa da Roma, non solo la Valle d'Aosta, bene o male quasi tutte le Regioni.

I dati sono una cosa e i criteri sono altri, perché altrimenti non si potrebbero spiegare certe "non chiusure" verso certe Regioni, per esempio la Campania, che fino all'altro giorno sembrava sull'orlo di una guerra civile e adesso non è neanche zona arancione, è zona gialla, e, per quanto riguarda anche il Südtirol, credo che si ritorni alla questione che avevo sollevato nel primo discorso fatto al primo Consiglio: là forse hanno gli attributi e qui no, per il semplice fatto che Kompatscher ha detto: "In Südtirol valgono le mie disposizioni". Mi piacerebbe che anche qui si operasse in questo senso.

Ma, tornando ai criteri, secondo me il criterio usato per scegliere e determinare quali siano le zone rosse è essenzialmente politico, perché ovviamente in Campania c'è la casa di qualche Ministro abbastanza importante, in Südtirol i voti del SVP in Parlamento fanno comodo per mantenere la maggioranza viva e allora mi chiedo: "ma il nostro Senatore dov'è? Il nostro Senatore si fa sentire?" Evidentemente no, la sua voce non si è ancora sentita.

E poi mi rivolgo anche ai colleghi del PCP che è composto anche in parte da membri del Partito Democratico che sostiene la maggioranza a Roma: condividete i metodi che il presidente Conte ha portato avanti? Sì? No? Vorrei una risposta, il silenzio non credo sia la risposta migliore né tanto meno per quest'Aula né tantomeno soprattutto per i Valdostani, perché è il momento di dire basta a certe logiche, a certe visioni portate avanti da Roma, che ci considera come una sorta di appendice sacrificabile.

Questo ovviamente non va bene e quindi invito veramente i colleghi, almeno quelli che si riferiscono al Partito Democratico, a giustificare in parte le scelte prese da Roma o, io spero, a prendere le distanze, perché non è ammissibile che non ci sia un minimo di rispetto per i territori, che non ci sia un minimo rispetto per l'istituzione della Regione Autonoma Valle d'Aosta, che non ci sia un minimo rispetto neanche verso di lei, presidente Lavevaz, che purtroppo si è fatto veramente "asfaltare" da Roma, come tanti altri Presidenti di Regione.

Se un Consiglio regionale ha un ruolo, e ce l'ha, è quello di alzare la testa e di dire. "No, certe logiche non valgono" e di seguire l'esempio del Südtirol perché è lì che si dimostra una vera conoscenza del territorio e non per forza si deve portare avanti un discorso di aperture maggiori, anzi, in Südtirol come è già stato detto, stanno decidendo di chiudere maggiormente le attività ma è lì il vero valore dell'Autonomia, è lì il vero valore di un'identità che non si fa mettere i piedi in testa.

Purtroppo noi dobbiamo prendere sempre esempio.

Presidente - Ha chiesto d'intervenire il collega Segretario Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - La mia voce semplicemente per rafforzare nell'interesse dell'intera regione Valle d'Aosta quanto già anticipato dal collega Manfrin rispetto alla comunicazione di come è avvenuta, presidente Lavevaz, la trasmissione delle decisioni di Roma nei confronti della Valle d'Aosta: io lo trovo assolutamente inaccettabile.

Il mio intervento chiaramente è a fianco dell'autonomia valdostana, a fianco della sua figura, Presidente. È assolutamente impensabile che si possa agire in questo modo, è una situazione delirante, cioè valida semplicemente in un regime di delirio non in un regime di governo di uno Stato e quindi la mia voce accusa espressamente, ufficialmente, questa posizione, questo modus operandi. O lo Stato si è dimenticato che siamo una Regione autonoma a statuto speciale oppure ce lo siamo dimenticati noi! Facciamoci tutti, ovviamente nei ruoli competenti, l'esame di coscienza, ma, assolutamente, questo è inaccettabile.

I rapporti tra la Regione Valle d'Aosta e lo Stato devono assolutamente cambiare tenore, dobbiamo avere nei confronti dello Stato un'azione tale per cui, se sono errati i dati trasmessi, bisogna assolutamente che questi dati vengano corretti e aggiornati anche a livello di decisione dello Stato, quindi deve esserci immediata lettura di questa situazione. Oltretutto se c'è un errore - questo è anche un rapporto nostro interno - di trasmissione dei dati io chiederei spiegazioni, non in questa sede ma è opportuno che ci siano spiegazioni in merito al fatto che siano stati trasmessi dei dati errati o non siano stati presi in considerazione dallo Stato, nel senso che non sono stati presi in considerazione gli aggiornamenti, oppure questi aggiornamenti non sono stati trasmessi, allora è un errore interno nostro e dobbiamo fare sicuramente una correzione su questo aspetto.

L'altro aspetto che io vorrei porre all'attenzione è non solo la definizione di questa sorta di esito di esame della Valle d'Aosta nei confronti di elementi del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale, ma che cosa vogliamo fare, le azioni che vogliamo mettere in atto.

Presidente, Governo della Valle d'Aosta, non penso che in questo momento ci sia la possibilità di fornire un elenco dettagliato di tutte le misure, immagino che in tutte le situazioni la strategia debba avere anche tempi di esecuzione, per quanto comunque non è che ci troviamo nella situazione di marzo in cui siamo capitati nostro malgrado e senza particolari avvisaglie in una situazione di crisi, noi adesso siamo in una situazione ben diversa: il pericolo era annunciato e ci ha trovato completamente impreparati! In ogni caso è importante sapere, avere questa fase progettuale, costruttiva, sapere come contenere la diffusione del virus e come proteggere maggiormente la popolazione, non solo con misure restrittive ma con misure preventive, parlo anche di disponibilità di strutture, di strutture di ricovero. Chiaramente l'aspetto sanitario è estremamente importante, così come l'aspetto dei protocolli permetterà sia di far funzionare un'economia - che sennò va al collasso, ed è estremamente importante - sia la possibilità di definire le condizioni di sicurezza, sia per chi lavora sia per chi usufruisce degli spazi di lavoro.

La fase attiva, la fase progettuale, è estremamente importante e io l'invoco in questo mio intervento.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega.

Baccega (PA) - Certo è un brutto momento, un momento in cui, vi assicuro, che non è facile, soprattutto per chi è stato da quella parte fino a venti giorni fa e conosce bene i percorsi che si sono in qualche modo avviati per migliorare la situazione.

È opportuno, in un momento così difficile per la nostra regione, fare anche un richiamo all'unità.

Il dilagare della pandemia è certamente legato al fatto che c'è stata un'estate un po' troppo libertina da un punto di vista degli atteggiamenti e quest'estate la paghiamo in questo modo, è inevitabile.

Entrando nel merito dei dati effettivi, dell'Rt, in un articolo de La Stampa di questa mattina viene detto che il team di Genova che studia la curva epidemiologica - è un team di assoluto livello che settimanalmente era in contatto con l'Assessorato - adesso trasmette i dati solo ed esclusivamente alla Protezione Civile, io inviterei l'Assessore a farsi fornire i dati dell'Rt. Domani arriva il report relativo alla settimana scorsa e sarebbe opportuno che questo report fosse a sua conoscenza, immediatamente.

Perché dico che domani arriva il report riferito alla settimana scorsa? Perché i 129 contagi di ieri ovviamente non sono neanche conteggiati, questa regressione che c'è stata negli ultimi giorni evidentemente non è ancora calcolata, non è ancora individuata, quindi i dati cui a si riferisce e questa scelta di zona rossa sono riferiti sicuramente ad almeno venti giorni fa.

I ventuno fattori di rischio io non li conosco perché non ci è stata data contezza in questo senso; uno dei fattori di rischio sicuramente è legato ai posti letto in Valle d'Aosta, ai posti letto sanitari, non ospedalieri. Non a caso avevamo più volte sottolineato l'esigenza di avere sul territorio strutture sanitarie che potessero avere dei posti letto multifunzionali, piano piano ci stavamo arrivando, abbiamo inaugurato Perloz, aprirà Morgex, ma non basta, avevamo parlato a suo tempo di quattro o cinque strutture sul territorio, al di là di Isav che è una struttura privata, parlo di strutture pubbliche.

Quindi questa è la direzione giusta, è la direzione che permetterà di avere quei posti letto che saranno inseriti nei ventuno fattori di rischio che determineranno una minore incidenza rispetto alle scelte che l'Istituto Superiore di Sanità va a fare in questo senso.

Ovviamente con l'Istituto Superiore di Sanità abbiamo avuto già dei problemi, abbiamo già avuto delle interpretazioni differenti - glielo diranno sicuramente i dirigenti - rispetto alla reale posizione della nostra regione.

È fondamentale che si infittisca il dialogo con l'Istituto Superiore di Sanità, è fondamentale che si alzi la voce con il Governo nazionale, perché in questo momento c'è bisogno di capire perché sia stata adottata una scelta così forte.

Credo che andremo nella direzione di comporre un documento che dovrà dare forza a questo Consiglio regionale e al Presidente della Giunta, affinché si possa individuare un percorso che tenga conto della particolarità di questa regione. Lo abbiamo detto più volte, abbiamo anche più volte avuto la possibilità di avere maggiori risorse rispetto a quello 0,21 che normalmente ci veniva assegnato perché proprio, a volte, dicendo le cose come stanno e alzando i toni, qualcosa si porta a casa.

Questa è un po' la direzione giusta, ma non è che chiediamo l'elemosina, chiediamo quello che ci compete, quello che ci spetta, la nostra autonomia e, ribadisco, quelle dieci impugnative rispetto alla legge 8 fanno ancora male a tutti quanti.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Da cittadino elettore di Courmayeur ringrazio il presidente Lavevaz per aver preso in carico questa situazione che, in realtà, dovrebbe farci capire una cosa in più, ovvero ci stanno limitando la libertà per decreto. È vero, in una situazione emergenziale servono soluzioni emergenziali, ma è anche vero che i poteri fondamentali devono essere preservati in qualsiasi situazione perché, vede, c'è un signore che sta facendo delle conferenze stampa di sera, di notte, questa volta ci ha dato un po' di tempo per organizzarci, forse se ne è reso conto, però lui firma decreti che limitano le nostre libertà e, soprattutto, quando ieri parlavamo dell'iniziativa dell'Onorevole Tripodi e mi dicevo molto preoccupato delle esigenze di centralizzazione volevo proprio dire questo.

Come dicevano dei colleghi, lei è stato maltrattato come tutti gli altri Presidenti di Regione, o governatori come si dice al di fuori dei nostri confini, e poi successivamente, all'utilizzo del Presidente Conte, però le responsabilità vengono scaricate su chi oggi subisce questi decreti, lei in primis... perché abbiamo visto che trattamento è stato riservato: criticabilissimo il governatore Fontana, ma lui si è trovato nel pieno dell'emergenza e chi era a Roma poi lo ha colpevolizzato.

Bisogna stare molto attenti, perché le limitazioni di libertà aumentano le responsabilità di chi prende certi provvedimenti ma purtroppo anche di chi li subisce, in primis chi deve poi mettere delle firme a delle regolamentazioni locali.

Noi abbiamo presentato un progetto di legge che mira ad aiutare chi deve prendere queste decisioni ad avere un quadro, un cappello normativo che permetta in maniera agevole, perché l'Alto Adige, il Südtirol, non l'ha fatto solo per poter aprire, l'ha fatto anche per una forma di tutela nei confronti di chi prende le decisioni. Bene ha fatto a decretare, perché l'ha fatto per decreto, a creare una commissione utile a coordinare; forse di coordinamento ce ne sarebbe bisogno anche dal lato tecnico, però un conto è un decreto un conto è una legge.

Ecco, Conte ci sta prendendo il gusto con i decreti, anche un po' troppo; lei è appena arrivato, non faccia questo sbaglio, guardi anche con favore una legge che non è una provocazione, non è una mossa solo politica, è una mossa nella tutela dell'Amministrazione, delle decisioni che verranno prese, perché se il carattere, il piglio, il modo di fare di Roma è questo, io sono molto preoccupato.

Le chiedo anche di battere i pugni come hanno fatto altri governatori, anche del Partito Democratico, e qui vorrei chiedere se il regolamento impedisce ai Consiglieri di maggioranza di prendere la parola, perché abbiamo fatto delle domande, magari soprattutto sull'ala sinistra della maggioranza ci aspetteremmo qualche presa di posizione perché altrimenti se abbiamo una parte di questa maggioranza supina alle decisioni di Conte, dei suoi amici e di Zingaretti, siamo messi molto male, o meglio, siete messi molto male.

Ma, aldilà di questo, io le chiederei di battere i pugni soprattutto per quello che riguarda gli aiuti, perché queste misure, oltre a tutelare la salute di tutti, colpevolizzano delle categorie, sembra che abbiamo dei nuovi untori perché a marzo avevamo i parrucchieri, i centri estetici e via discorrendo, adesso abbiamo pure i bar e i ristoranti. C'è gente che ha fatto degli investimenti, c'è gente che ha rischiato del suo, c'è gente che dà del lavoro. Certo, è facile chiudere un bar e un ristorante, meno un supermercato, però è bene che qualcuno a Roma si renda conto che l'Italia non è tutta uguale, grazie a Dio, e soprattutto che ci sono delle realtà che arrivano da una situazione di grossa difficoltà, perché la stagione invernale ce la siamo già giocata perché dovremo fare sconti, quando potremo farlo, perché i quindici giorni rischiano di diventare trenta giorni, quindi è bene fare chiarezza, come hanno detto i colleghi, è bene cercare di comprendere, è bene declinare - come lei ha ben detto - le misure, è bene comunicarlo bene - mi perdoni il gioco di parole - ai Valdostani perché comunque sono regole complesse - gli allegati, come al solito nelle norme italiane, sono più della stessa legge - quindi è bene che vadano declinate soprattutto su quello che si può fare e su quello che non si può fare, ma io credo che mai come in questo momento già di difficoltà ci sia uno scontro o si stia creando uno scontro forte tra la periferia e il centro.

Noi spesso non siamo soggiogati o messi di lato, siamo proprio dimenticati, io glielo vorrei ricordare a Roma, glielo ricordi in conferenza Stato-Regioni, alzi i toni: la politesse quelquefois ne marche pas.

Presidente - La parola al Consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - C'è un altro aspetto che secondo me è utile analizzare brevemente ed è quello della percezione, non solo la percezione della gente che sta fuori, che giustamente in caso di grave crisi come quella che stiamo affrontando ha bisogno di risposte e ha bisogno dei dati, chiari; la percezione, e prenderei qui ad esempio il caso della Campania, è che a voler pensar male - e mi riaggancio a quanto detto poc'anzi dal collega Aggravi - è che una sorta di gentilezza, di bontà nei modi, possa essere equivocata dallo Stato centrale un po' come un essere supini. Non vorrei pensare male, ma il fatto che in Campania fossero sull'orlo della guerra civile e poi oggi si ritrovino invece in una situazione che pare diventata quasi idilliaca, non vorrei che passasse il messaggio per cui se si va in piazza a distruggere tutto allora forse le regole sono un po' diverse, si pensa due volte a chiudere, perché poi la popolazione ti salta su.

Questo credo che sia un messaggio decisamente pericoloso, non mi stupisco che il Governo centrale abbia fatto questo, visto che, tra l'altro, tempo fa ha convocato gli Stati Generali, un po' di memoria storica su cosa furono gli Stati Generali in Francia qualche centinaia di anni fa avrebbe potuto invitare a una certa prudenza lessicale e linguistica. Non è stato fatto. Rinnovo l'invito a questa durezza anche nei termini, perché la situazione valdostana, come viene fuori da queste ore, potrebbe non essere così pesante come è stata definita, anche il ricorso ai numeri che il presidente Lavevaz ha identificato prima: giustamente i numeri sono numeri, ma dipende quale periodo prendiamo e dipende anche come li interpretiamo. Purtroppo i numeri ci servono ma anche quelli non sono mai così oggettivi come dovrebbe essere.

Quindi il messaggio, secondo me - e la percezione che avrà fuori da qui la gente a cui vengono chiesti sacrifici enormi, pericolosi, perché molte attività veramente rischiano grosso in questo periodo - è che almeno non passi il concetto per cui quando si è duri con il Governo centrale le cose cambiano e quando invece si è diplomatici vengono messi sistematicamente i piedi in testa. Attenzione alla percezione e ai messaggi che la gente riceve.

Presidente - Invito chi vuole intervenire a prenotarsi, consigliere Marguerettaz ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Direi che c'è una cosa che probabilmente accomuna tutti i trentacinque Consiglieri di quest'Aula ed è quella della ricezione di un numero importante di messaggi in cui ieri ci si chiedeva: "Ma siamo rossi, siamo gialli? Cosa accade?".

Questo è sicuramente un sentimento comune che non ha giovato alle Istituzioni, non ha giovato alle Istituzioni centrali e non ha giovato alle Istituzioni regionali. Noi abbiamo subìto questa situazione ma al cittadino, a chi sta fuori dal palazzo, interessa relativamente perché dice: "Cosa succede?". Il fatto che per tutta la giornata bar e ristoranti fossero convinti di avere la giornata di oggi come chiusura è stato disatteso all'ultimo minuto però, vedete, potremmo fare un elenco quasi infinito di situazioni di imbarazzo.

Oggi dobbiamo distinguere e dobbiamo capire qual è il nostro atteggiamento, se il nostro atteggiamento consiste nel lavarci la coscienza, cercare di dare la colpa a qualcuno, indubbiamente c'è una gradualità di responsabilità ma non risolveremo nulla. Nel momento in cui abbiamo detto: "La colpa è di Conte, la colpa è di Speranza, la colpa è di Lavevaz" va tutto bene, ma poi abbiamo risolto qualcosa? Direi di no.

Allora vedete, gli atteggiamenti di Fontana, non so se avete avuto modo di leggere le dichiarazioni anche di Cirio, io vengo dalla Valle del Gran San Bernardo, se volete vedere i messaggi che circolano nel Canton Du Valais vedrete che più o meno il sentimento è identico: anche lì chiusura di bar, chiusura di ristoranti, ci sono una serie di provvedimenti che impattano in modo importante sulla comunità. Riguardo alla Francia credo l'abbiate visto anche voi.

Ora credo sia decisamente importante dare retta a quello che ha detto il Presidente Lavevaz, ovvero in questo momento cercare tutti assieme di fare un ragionamento che permetta al nostro Governo, d'intesa con il Consiglio regionale, di concepire, di approvare un'ordinanza che in questa situazione dia delle risposte, cerchi di dare delle interpretazioni in modo tale che vi siano dei provvedimenti che cerchino di risolvere alcuni punti.

Ha detto molto bene la collega Spelgatti, non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista psicologico, se qualcuno di voi va a vedere i consumi di tutta una serie di psicofarmaci in queste situazioni, vedrà che c'è una crescita non di poco, perché la gente è nel panico. Alcune concessioni devono essere delle concessioni che "sono terapeutiche".

Quello che si propone con questo Dpcm e con questi provvedimenti è evitare assembramenti, evitare che si trasmetta un contagio, quindi bisogna limitare queste cose ma noi sappiamo come è il nostro territorio, ci sono tutta una serie di persone che curano il territorio e curano il territorio anche nel comune che non è di residenza, quindi immaginare di spostarsi da un comune all'altro, ma nel momento in cui andiamo a curare il territorio questo dovrebbe essere una cosa che mettiamo sul tavolo perché si sta preparando la stagione invernale e sicuramente ci sono dei lavori da fare, per cui anche se io non ho la Partita Iva e devo intervenire per sistemare delle proprietà in prossimità dell'inverno, non devo essere sanzionato.

Ci sono degli aspetti tecnici, qua si parla di asporto: noi abbiamo il cosiddetto coprifuoco alle ore 21:00, nel provvedimento del Dpcm per la zona rossa si dice che l'asporto è concesso fino alle ore 22:00. Diciamo che cosa accade, se per noi sono le ore 21:00 o sono le ore 22:00.

Quindi in buona sostanza concentriamoci e cerchiamo di fare un ragionamento per risolvere le questioni pratiche oggi e diamo forza al nostro Presidente della Regione in modo tale da negoziare, contrattare con il Governo centrale una metodologia, un approccio diverso rispetto a quello attuale.

Presidente - La parola a Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Credo che nel Consiglio di ieri, grazie alle vostre iniziative, ma penso fosse piuttosto evidente, abbiamo tutti capito con chiarezza la situazione in cui si trova la Valle d'Aosta, quindi ci siamo lasciati con il presidente Lavevaz che con chiarezza ci diceva che eravamo al limite fra uno scenario e l'altro.

La mazzata, come ha detto la consigliera Spelgatti, di questa sera è arrivata a voi come a noi e come a tanti altri, quindi lo ha detto il Presidente e lo hanno confermato anche tutti i governatori delle altre Regioni, credo che questo non vi sia sfuggito.

Rimane comunque importante capire - e questo è l'impegno che credo di aver colto dal Presidente - avere contezza e chiarezza nell'elaborazione di quei dati, perché sicuramente sappiamo che la situazione è critica ma è importante innanzitutto che lo capiamo noi e che i cittadini valdostani capiscano con chiarezza la situazione.

E vorrei che il dibattito fosse come quello di ieri, ho visto anche proposte costruttive da parte della minoranza, in questo momento non serve uno scontro politico di basso livello, non serve minimizzare rispetto all'emergenza sanitaria, serve lavorare tutti insieme per dare delle risposte.

E su questo il caso Alto Adige che qualcuno ha citato credo sia emblematico, in quel caso - anche se la Regione è in territorio ben diverso dalla nostra fascia - verranno applicate delle norme ancora più restrittive per dare sicurezza ai cittadini.

Non credo poi vi sia sfuggita, ci avete un po' tirato per la giacca, la lettera firmata dal Presidente della conferenza dei governatori Stefano Bonaccini e indirizzata a Conte, Speranza e Boccia, dove sottolineavano questa forte preoccupazione per le novità introdotte, per le misure restrittive adottate.

Io ho forse una visione dell'autonomia diversa, nel senso che secondo me far valere la nostra autonomia vuol dire adottare un senso di responsabilità, come è stato sottolineato da Lavevaz, come è stato ripreso dal collega Marguerettaz, quindi ribadisco quanto già detto prima, dobbiamo innanzitutto prendere coscienza di quei dati, non sottovalutare la situazione in cui siamo in questo momento, chiedere ai cittadini uno sforzo per questi quindici giorni, perché solo nell'applicazione di quelle restrizioni, solo cercando di venirci incontro, molto probabilmente la situazione sanitaria può migliorare e sappiamo bene l'importanza che questi quindici giorni hanno per la nostra Regione visto che presto partirà la stagione invernale che per noi è la stagione più importante.

Quindi credo che sotto questo punto di vista in questo momento dovremmo concentrarci, lo stiamo facendo nelle Commissioni dando avvio già mercoledì alle prime audizioni in questo senso, dovremo concentrarci soprattutto rispetto alla risoluzione delle questioni pratiche di cui ha accennato il Presidente Lavevaz rispetto all'ordinanza e dobbiamo certo in maniera congiunta tutti e trentacinque dargli forza anche nella trattativa col governo.

Presidente - La parola al Consigliere Jordan.

Jordan (VdA Unie) - Sono due gli aspetti importanti di questa situazione. Il primo è l'aspetto sanitario, per il quale dobbiamo tutti agire in maniera responsabile, dalle Istituzioni a tutti i cittadini riportando - soprattutto da parte nostra - informazioni le più corrette possibili.

I dati di cui avete parlato evidenziano una situazione molto preoccupante e abbiamo in primis il dovere di tutelare tutti i cittadini con l'obiettivo di riportare il prima possibile la situazione dal punto di vista sanitario a una migliore stabilità.

Dobbiamo adottare pertanto tutte le precauzioni che nostro malgrado ormai conosciamo tutti e far sì che tutti rispettino queste precauzioni, dobbiamo assolutamente limitare il contagio e solo attraverso un miglioramento dei nostri dati possiamo immaginare scenari migliori per tutto il contesto sanitario ma soprattutto per il contesto produttivo; guardiamo anche noi con preoccupazione il turismo legato agli sport invernali nella stagione che speriamo di aprire il prima possibile.

Il secondo aspetto è che dobbiamo assolutamente tutelare tutti i settori economici ma soprattutto quelli che hanno pagato a caro prezzo la crisi della primavera scorsa. Condividiamo pienamente l'apprensione, la delusione e la rabbia di tanti imprenditori e dei loro dipendenti che si vedono chiudere o limitare l'attività da un giorno all'altro. Occorre fare chiarezza rispetto a chi può o a chi non può lavorare e a quali condizioni la gente può lavorare e fare chiarezza su quali sono le ricadute sul nostro territorio e quindi, come è già stato citato dal collega Marguerettaz, su quali sono le limitazioni.

Noi dobbiamo sostenere l'economia, il lavoro, lo dobbiamo fare sicuramente e certamente nel limite del quadro normativo, ma soprattutto da un lato dobbiamo garantire ristori e aiuti tempestivi ed efficaci dando liquidità alle imprese, immaginando, se è il caso, ridefinizione del debito, assicurando quindi liquidità immediata; dall'altro però dobbiamo garantire anche un sostegno economico ai dipendenti, i ristori non devono essere delle mance del Governo, come è stato detto, ma devono essere aiuti forti, efficaci, devono consentire alle aziende di rimanere in piedi.

Riguardo alle limitazioni individuali sono sicuro che il Governo stia già lavorando per contestualizzare e adattare al nostro territorio la normativa, le diverse possibilità che saranno concesse e che possiamo adottare faranno valere - come abbiamo ripetuto in più di un'occasione - la nostra autonomia in modo responsabile.

In ultimo condivido anche io, come è stato detto dai colleghi dell'opposizione, che dobbiamo ottenere il rispetto istituzionale, un giusto rispetto istituzionale, il rapporto tra Stato e Regioni non può ridursi a telefonate dell'ultimo minuto.

Il Presidente Conte deve garantire anche la tenuta istituzionale delle sue Istituzioni e non può e non deve abusare dei suoi poteri, quindi accolgo anch'io l'invito a far valere la nostra voce a livello nazionale.

Presidente - La parola al consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-SA) - È indubbio purtroppo che abbiamo subito questo decreto e l'abbiamo subito malamente, perché oggi chi dicesse il contrario non sarebbe onesto intellettualmente. Forse è la partita più difficile, più delicata, c'è chi da subito avrebbe gradito una chiusura totale forse già durante il mese di agosto, quindi chiudiamo tutto, portiamo a zero i positivi, a zero le terapie intensive, a zero qualsiasi cosa, ma dall'altra parte ci va quella capacità di far collimare e convivere il diritto alla salute, che è l'aspetto più importante in questo momento, con il tessuto socio economico valdostano piccolo, fragile, fatto di piccoli numeri, fatto di piccole imprese, piccoli artigiani.

Penso sia lì la sfida più importante e oggi i numeri, quelli sanitari, sono comunque pesanti per la Valle d'Aosta: sono più di duemila i positivi, sono circa centocinquantotto gli ospedalizzati di cui solo dodici per adesso in terapia intensiva, quindi sono numeri non belli; sicuramente la parte più delicata è come poter far convivere invece il tessuto economico, quello produttivo, quello che dà linfa e dà la possibilità di poter affrontare le sfide del futuro.

Il rispetto del territorio: assolutamente, io penso che il presidente Lavevaz nel suo intervento abbia voluto calcare quello che si cercherà di adeguare per quello che si può forzando io penso, spero al massimo, al 100% rispetto alla realtà del nostro territorio, ma questa partita è andata, perché ieri sera ci hanno classificato nella zona rossa e quindi da questa mattina qualsiasi tipo di azione e misura deve portarci subito a passare di fascia per il 21 di novembre, in modo da iniziare a ridare un po' di ossigeno al tessuto produttivo.

In seconda battuta, il collega Aggravi prima parlava della stagione invernale, non vorrei utilizzare degli aggettivi ma penso che per tutti la sfida sia di creare tutte le condizioni per arrivare e perdere il meno possibile o affrontare nella maniera robustissima la stagione per noi più importante. Per noi l'industria principale è il turismo sotto tutte le sfaccettature, ricordandoci sempre anche dei piccoli numeri, delle piccole attività e dei piccoli comuni, perché poi sovente in campagna elettorale quasi tutti si riempiono la bocca, ma sono quei numeri che fanno la differenza e che mantengono la nostra montagna e il nostro territorio.

Termino dicendo che, per quanto riguarda la sanità, l'affrontare la sanità nelle prossime ore e nei prossimi giorni, dobbiamo anche comunicare all'esterno con tutta chiarezza e franchezza qual è lo stato dell'arte, quali sono le azioni e le misure che si mettono in campo, quello che è stato fatto lo sappiamo, ma riguardo a quello che si sta facendo e che dovremmo fare io penso che sia lì che dovremo giocarci la partita più importante.

A quel punto ci sarà la possibilità di far convivere il tessuto produttivo, solo in quel momento. Quindi io penso che un cambio di marcia totale deve avvenire in questo momento sul lato sanitario, per garantirci il secondo passaggio, che non è secondo, ma che invece va nella stessa direzione, che è quella di far convivere quella parte invece produttiva e che ci garantisce la nostra possibilità.

Dal punto di vista politico, lo dicevo all'inizio dell'intervento, abbiamo purtroppo subito malamente questo decreto e spero veramente che sia l'ultima volta e che oggi non sarebbe male che questo Consiglio si posizionasse su una mozione che faccia chiarezza da una parte ma soprattutto che affronti il domani e il dopodomani anche dal punto di vista metodologico in maniera diversa.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Grosjacques, ne ha facoltà.

Grosjacques (UV) - Molto brevemente perché sull'interlocuzione Stato-Regione è già stato detto praticamente tutto, è chiaro che non possiamo che ribadire la nostra profonda amarezza per come sono state gestite le cose, evidentemente non solo con riferimento alla nostra regione ma su base nazionale. Quindi quando stamattina ho letto che il presidente Conte ha detto che le ordinanze saranno fatte d'intesa ma non si negozierà con le Regioni, è chiaro che questo rappresenta uno svilimento delle Regioni in generale e della nostra, che è una Regione autonoma, in particolare.

Io arrivo come formazione professionale da un tessuto imprenditoriale che è l'edilizia pubblica, che oggi porta - non solo in relazione al Covid ma da parecchio tempo - le cicatrici di una crisi evidentemente accentuata dal Covid, però credo che oggi sia importante dare un segnale forte di unità, perché abbiamo il tessuto imprenditoriale che non si è ancora ripreso; non facciamoci illusioni sui dati di luglio e agosto nel settore turistico e commerciale, perché hanno in misura minima fatto recuperare le perdite della prima ondata Covid. Quindi abbiamo necessità di misure chiare ma soprattutto di un'ordinanza che dia esattamente le regole di che cosa si può fare e che cosa non si può fare.

Io invito quindi tutti i Consiglieri a dare il loro contributo non per parlare alla pancia della gente, perché noi oggi fuori da quest'Aula abbiamo delle persone che sono sull'orlo della disperazione, è già stato detto, quindi abbiamo bisogno di mettere in campo dei provvedimenti chiari, sostenibili ma soprattutto attuabili perché oggi dare delle risposte alla pancia della gente, dire ciò che la gente vuole sentire non avrebbe nessun senso o ne avrebbe comunque poco, e non raggiungerebbe l'obiettivo. Quindi abbiamo bisogno di trovare una sintesi tra tutti i Consiglieri, tra tutti i Gruppi, in modo che il nostro Presidente e la nostra Giunta siano forti, per quanto possibile, nel negoziare delle misure con lo Stato.

Quindi io rinnovo l'invito a lavorare tutti insieme, perché un Presidente che ha il sostegno di tutto il Consiglio regionale è un Presidente più forte e si siede al tavolo con una maggiore rappresentatività.

Presidente - La parola al consigliere Marquis.

Marquis (AV-SA) -Ho apprezzato i toni molto pacati in questa discussione, da parte di tutti, e il contributo costruttivo portato. Credo che sia importante, così come ha detto il Presidente, lavorare alla definizione di un'ordinanza che vada a specificare le nostre peculiarità e a dare delle risposte rispetto alle nostre esigenze.

Faccio un piccolo esempio: c'è qualcuno che ha degli immobili in comuni diversi da quello di residenza, ha la necessità magari di andare a chiudere l'acqua affinché l'impianto non geli e quindi ci sono anche delle questioni che vanno definite e declinate con un'ordinanza locale rispetto alle decisioni che ha già preso lo Stato. Così come per fare sport: in città vuol dire entrare in un impianto sportivo, da noi spesso e volentieri si va nel sentiero vicino a casa, questo deve essere consentito e possibile in piena libertà, perché fa bene all'equilibrio psicologico dei cittadini che si trovano a vivere questa grave difficoltà.

Credo sia di interesse comune lavorare in termini costruttivi nell'approcciare a questo problema. Ormai questa decisione è stata presa, siamo finiti in zona rossa; sarà importante da qui in avanti prepararsi alla stagione invernale definendo un modello di gestione della sicurezza valdostano, della sicurezza sanitaria che sia compatibile con il nostro sistema socio-economico, con il nostro modello insediativo e credo che sarà questa la capacità che dobbiamo avere nei confronti dello Stato, perché lo Stato è a 750 chilometri di distanza dalla Valle d'Aosta, credo che abbia delle difficoltà a comprendere qual è il nostro modo di vita, quali sono le nostre relazioni sociali, le relazioni del nostro modello produttivo.

Quindi chi meglio di noi può essere in grado di disegnare un modello di sicurezza sanitaria, per quanto lo si possa fare, per poter contemperare il mantenimento del sistema produttivo in questa difficile fase? Non dobbiamo dimenticare, così come è già stato evidenziato da qualche collega, che la stagione invernale è imminente, credo che il Covid rimarrà un problema per tutto l'inverno e quindi dovremo essere capaci di disegnare delle soluzioni per contenere la diffusione del virus e renderlo quindi compatibile con la continuazione della nostra vita.

Dopodiché credo che sarà anche utile in una fase successiva chiedere l'aiuto, la solidarietà necessaria da parte dello Stato per noi, piccola regione di montagna caratterizzata da piccoli numeri, perché noi viviamo prevalentemente di turismo. Questo è il pilastro portante della nostra economia che viene sicuramente molto danneggiato in questa fase. Pertanto avremmo la necessità di essere sostenuti, di avere la solidarietà da parte del Governo e da parte delle altre Regioni.

Credo che sarà altrettanto importante basare il tutto sulla lettura dei dati di contesto, sotto questo profilo credo che sia emerso che ci sia molto da migliorare, anche perché diversamente si creano delle incertezze nei confronti dei nostri cittadini che possono essere anche pesantemente penalizzanti per la ripresa dell'attività turistica, che auspichiamo possa avvenire nel migliore dei modi per il periodo invernale.

Ritengo sia utile in questa sede un'espressione di unità d'intenti da parte di questo Consiglio per rafforzare la posizione del presidente Lavevaz che dovrà portare nell'ambito della conferenza delle Regioni e nei rapporti con lo Stato la posizione dell'intera Valle d'Aosta e di tutti i Valdostani.

Presidente - Si è prenotato tramite la piattaforma Zoom il consigliere Padovani. Seguirà il consigliere Brunod. Consigliere Padovani ne ha facoltà.

Padovani (PCP) - Sono contento di aver sentito nella prima parte di questo dibattito lezioni su come si gestisca una pandemia, lezioni di democrazia e di chiarezza da parte di chi sta nel partito del "disastro Lombardia", nel partito che ha come leader una persona che durante questa pandemia ha sostenuto una linea talmente ondivaga che a un certo punto non si è capito più nemmeno lui, che ovviamente non ha contribuito a fare quella chiarezza che qui è stata chiesta e, anzi, ha contribuito in maniera significativa alla confusione nelle persone; quel leader che sempre ha chiesto pieni poteri e che per fortuna non li ha ottenuti - ovviamente "sono contento" era ironico.

Detto questo, io penso che la situazione sanitaria sia davvero pesante e grave e che le misure restrittive siano l'unico modo per riportare la situazione a livelli normali per poi riaprire e vivere tutti in maniera più sicura.

Penso anche che i lockdown - perché soft o meno soft è un lockdown - non siano uguali per tutti perché c'è chi vive in 40 metri quadri e chi vive in 150 metri quadri, chi ha più computer e chi ne ha solo uno per fare didattica a distanza e smart working. Penso che questo sia da tenere in conto per quando dovremo, e lo dovremo fare al più presto, agire sui cosiddetti ristori e sugli aiuti.

Penso anche che dovremo avere un'attenzione particolare alle persone con difficoltà, penso alle persone con disabilità che vivono questa situazione in una maniera molto più difficile rispetto alle persone che non hanno disabilità. Penso anche che non siamo tutti sulla stessa barca: c'è chi si è arricchito e chi invece è stato colpito molto duramente dall'onda della crisi economica scaturita dalla pandemia.

Penso che soprattutto di questo si dovrà tenere conto nei ristori e negli aiuti, perché, anche in pandemia, in questa situazione difficile, si deve vivere con dignità, bisogna difendere il lavoro e difendere il salario.

Sono d'accordo con chi chiede chiarezza nella prossima ordinanza, perché come a tutti i colleghi presenti in aula anche a me sono arrivati i messaggi che chiedevano le cose più diverse sugli effetti di queste restrizioni. Penso che la chiarezza nelle norme, la chiarezza nei motivi e in quello che si può e non si può fare, sia fondamentale per avere poi il sostegno della popolazione, come sarà fondamentale l'approvazione di ristori e di aiuti che diano veramente sollievo alle persone.

Sono poi d'accordo col collega Marquis quando dice che avremo bisogno della solidarietà dello Stato, penso anche che per avere la solidarietà dello Stato, come delle altre Regioni, si debba agire oggi, soprattutto oggi, in maniera coordinata con lo Stato, evitando scontri che in questo momento sono tutto meno che di aiuto alla nostra situazione e alla nostra causa.

Presidente - Si era prenotato il consigliere Brunod, ne ha facoltà.

Brunod (LEGA VDA) - Grazie a tutti i colleghi intervenuti, ognuno ha portato degli spunti molto interessanti, molto collaborativi e costruttivi e mi fa molto piacere ritrovare questo spirito collaborativo in giorni molto difficili per la Valle d'Aosta e per tutta l'Italia nel suo complesso.

Sicuramente quello che ci chiede il mondo all'esterno di quest'aula - dove c'è una grande confusione su questo tema, sicuramente molto difficile - è uscire con delle sintesi, con dei comunicati il più sintetici, più chiari, più facili da comprendere per quello che riguarda le restrizioni ma, secondo me, anche dal punto di vista di ciò che uno può fare. I miei colleghi prima citavano quelle piccole libertà che comunque sono molto importanti, perché l'aspetto psicologico riveste un aspetto fondamentale in questi giorni, quindi: cercare di essere molto chiari evitando il più possibile le interpretazioni, ad esempio per ciò che riguarda l'attività motoria, perché ci ricordiamo bene di quando, a marzo e ad aprile di questa stagione passata, c'erano queste esasperazioni che il vicino di casa stava alla finestra ed era lì pronto a dire: "ma quello corre, quello cammina, quello può farlo, non può farlo". Cerchiamo di evitare queste situazioni per rendere più sereni questi giorni molto difficili, questo si può fare solamente con una comunicazione molto mirata ma molto immediata e comprensibile per chi è fuori da quest'aula e ha una grande confusione nella testa.

Il nostro territorio, come è stato già ribadito prima, ce lo permette, abbiamo la fortuna di avere degli spazi per muoverci in tutta serenità e soprattutto credo che in questi quindici giorni concedere queste libertà, ovviamente con buon senso, possa solamente aiutarci a ripartire in ottica "stagione invernale" con un effetto boom nell'uscita di colpo se la comunicazione sotto l'aspetto delle possibili libertà, sotto l'aspetto psicologico viene ben effettuata.

Questo è quello che mi auguro. Auguro a tutti buon lavoro e che usciamo il prima possibile da questa brutta situazione.

Presidente - Ha fatto richiesta il consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Aspettavo con ansia che il posto della collega Pulz venisse preso da qualcuno della Sinistra perché erano già parecchie ore che non mi sentivo dare né del fascista né dell'antidemocratico eccetera e finalmente abbiamo raggiunto questo scopo.

Il collega Padovani, che probabilmente prenderà poi posto esattamente là all'estrema sinistra dell'aula perché là stava la collega che lo ha preceduto, ci ha detto appunto che nella Lombardia è un disastro, che qualcuno ha chiesto i pieni poteri, insomma le solite cose che sentiamo dire da chi non sa distinguere una provocazione da chi invece esercita davvero i pieni poteri, che non è certamente il nostro leader attuale ma chi è al Governo della nostra Nazione, e lo abbiamo ampiamente verificato oggi, perché effettivamente questa assoluta mancanza di dibattito, questa assoluta mancanza di confronto fra il Governo centrale e le Regioni è una grave lesione della nostra autonomia, perché ci sono sempre i due livelli in situazioni di emergenza particolare, di particolari criticità, e questa lo è in modo specifico.

Il primo livello comporta interpretare quello che abbiamo e cercare di dare il maggior aiuto possibile ai nostri cittadini cercando d'individuare le criticità e magari all'interno di questi Dpcm - che spesso sono di difficile lettura - rinvenire gli elementi che possono meglio chiarire le nostre peculiarità e quindi dare una mano anche ai nostri cittadini che, come tutti abbiamo detto, costantemente ci chiedono cosa fare in questo caso, come comportarsi in questa situazione.

Il secondo livello, che non dobbiamo mai perdere di vista, è l'ambito più ampio, cioè la visione più macro del problema: dobbiamo cambiare il modo. È stato detto ampiamente dai miei colleghi, ma non solo, perché credo sia condiviso da tutta quest'Aula: il Governo deve smettere di esercitare questi pieni poteri attraverso degli strumenti normativi che sono al limite, e a me da giurista viene da dire addirittura oltre il limite della costituzionalità, perché semplici atti amministrativi che comprimono le libertà costituzionali trovano fondamento in decreti legge che, a loro volta, fra gli strumenti normativi, sono quelli di minor garanzia, perché dovrebbero essere utilizzati solo in caso di estrema necessità e urgenza.

Invece questo strumento, già abusato per carità anche nel passato dai Governi, adesso è stato addirittura posto alla base di Dpcm che sono dei semplici atti amministrativi che però vanno a comprimere fortemente le nostre libertà costituzionali.

Questo non è accettabile ed è per questo che quest'Aula deve uscire da qui dicendo fermamente che noi vogliamo rivendicare la nostra autonomia, vogliamo assolutamente che il Governo interloquisca con noi ma non attraverso una telefonata dicendo: "Guardate che abbiamo deciso così" perché questo non vuol dire "Sentito il Presidente della Regione", questo vuol dire "Chiamato il Presidente della Regione" e allora a questo punto usciamo da questa specie di falsi confronti e diciamo semplicemente nel Dpcm che se il Presidente risponde alla prima chiamata bene, se trova occupato il Governo può fare quello che vuole. Al di là della battuta, mi sembra veramente ridicolo, è una presa in giro, addirittura, questo tipo di condotta.

A mio avviso noi abbiamo assolutamente - perché non abbiamo tempo, lo abbiamo detto tutti: la stagione invernale sta per iniziare, per noi è fondamentale - due priorità: la prima è capire se i dati che sono stati trasmessi siano corretti, se vadano trasmessi in quel modo e se siano corretti rispetto a quelli che trasmettono le altre Regioni e poi sapere come sono stati elaborati, perché non possiamo subire passivamente certe situazioni senza nemmeno sapere come i calcoli vengano fatti.

Questa credo che sia una nostra esigenza assoluta e primaria, perché non abbiamo più tempo per aspettare quattordici giorni, perché abbiamo visto che il Dpcm prevede che una volta che ti è assegnata una tipologia di zona, per quattordici giorni te la tieni. È chiaro che noi abbiamo pochissimo tempo per rivedere questi dati e capire se effettivamente possiamo in qualche modo arrivare ad avere una classificazione diversa, migliore che ci consenta maggior libertà e soprattutto che non strozzi la nostra economia e non pregiudichi una stagione invernale che sta per partire.

Presidente - La parola al consigliere Manfrin per il secondo intervento.

Manfrin (LEGA VDA) - Ho ascoltato e ho raccolto l'invito che molti colleghi hanno fatto sulla qualità e il livello che deve assumere il dibattito in quest'aula e infatti ho ascoltato e apprezzato molto le parole del collega Padovani che è entrato ovviamente seguendo in pieno questo invito e introducendo in quest'Aula questioni che nulla hanno a che vedere con la nostra regione ma si sa, quando si hanno poche argomentazioni, è evidente che si tira fuori quello che si ha, ovvero il nulla più compresso.

Sono felice però di aver sentito per lo meno tornare la voce all'interno di questo Consiglio da parte del collega Padovani, l'ultima volta che lo avevamo sentito mi pare fosse relatore del provvedimento sul Casinò, provvedimento nel quale peraltro lui giocava anche in casa, quindi era molto preparato sul tema.

Sono felice in ogni caso che il collega Padovani abbia allargato il discorso ad altre Regioni, ad altri Governatori, ad altri Movimenti, saremo felici anche di confrontare i modelli di Governo con il collega Padovani nel momento in cui ci farà partecipi di quali delle sue molteplici sfaccettature politiche interpreti in questo momento e quali delle molteplici tessere che lui ha attraversato abbia in tasca in questo momento.

Ma voglio venire invece ai fatti concreti. Collega Guichardaz, lei ci ha detto che anche il governatore Bonaccini ha mandato una lettera al Governo; io ne sono sicuramente lieto, però c'è un problema: il PD, partito suo, partito di Bonaccini, fa parte del Governo, al quale non ci si deve limitare a mandare delle lettere ma col quale ovviamente si può agire senza bisogno di comunicazioni, siano esse formali o informali, quindi al netto delle lettere è evidente che se c'è un malessere da parte di chi fa parte dello stesso movimento che dispone dei Dpcm, che decide le disposizioni da seguire, è evidente che più che scrivere le lettere forse bisogna agire nelle sedi opportune, e quindi nel Consiglio dei Ministri.

Mi ha toccato particolarmente una parte del suo intervento dove ha detto che abbiamo davanti quindici giorni e quindi cerchiamo di viverli al meglio e di affrontarli al meglio, però, collega Guichardaz, queste sono le parole di chi si è già arreso al fatto che questi quindici giorni noi li dovremo scontare in zona rossa. Noi non ci vogliamo arrendere a questa visione, perché, se è stato commesso un errore nella trasmissione o nella valutazione dei dati, quella valutazione va contestata e quelle scelte fatte a danno della nostra comunità vanno rimosse, ma nel tempo più breve possibile.

Io non mi voglio arrendere a questa interpretazione, non mi voglio arrendere al fatto che per quindici giorni noi dovremmo dire ai Valdostani che devono rimanere chiusi in casa, chiusi nel loro comune, che devono chiudere le aziende e che non possono uscire a fare nulla. Non mi voglio arrendere, non ci dobbiamo arrendere.

Lei ha detto che qualcuno vuole minimizzare la crisi. Nessuno vuole minimizzare la crisi ma, collega Guichardaz, nessuno vuole, nemmeno io in primis, colpevolizzare chi, dopo la prima fase di lockdown, ha deciso semplicemente di vivere e di lavorare. Di fare questo io sinceramente non me la sento, così come non mi sento di dire ai Valdostani che è giusto rimanere blindati nelle case perché qualcuno a centinaia di chilometri ha deciso che doveva essere così, sulla base di scelte a oggi imponderabili.

Per venire agli atti concreti, perché di questo si è parlato, collega Marguerettaz - io apprezzo sempre i suoi interventi che denotano la sua frequentazione di queste Aule e la sua conoscenza perfetta della materia e dei meccanismi della politica - giustamente ci ha richiamato nel dire: "Facciamo gli interventi e poi tante belle critiche, certo Conte ha sbagliato, Lavevaz ha sbagliato... ma poi alla fine cosa dobbiamo fare?".

A questa domanda noi abbiamo già risposto e abbiamo risposto una settimana fa depositando una proposta di legge che nei nostri intenti ovviamente è aperta, come abbiamo detto, al contributo di tutti e che ha un unico scopo: definire una cornice normativa che ci permetta effettivamente di poterci gestire, come abbiamo sempre detto e come stiamo pervicacemente sostenendo in quest'aula.

Vogliamo il confronto, il confronto c'è, vogliamo la concretezza, la concretezza l'abbiamo messa sul tavolo. Questo è quanto fino a oggi.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Al collega Padovani non rispondo, perché non è minimamente il momento di rispondere, quando ci saranno tempi migliori ci troveremo allora in una dialettica estremamente più interessante e più divertente, ma in questo momento di divertente non c'è assolutamente niente.

Ringrazio invece la collega Guichardaz che ha riconosciuto che stiamo facendo un'opposizione costruttiva, perché è esattamente quello che noi stiamo facendo. Noi facciamo delle proposte di legge che abbiamo depositato, noi stiamo facendo un'opposizione con toni estremamente limitati ed estremamente contenuti, perché il momento drammatico che stiamo affrontando di questo necessita, per cui è giusto e corretto che noi si faccia la nostra parte di opposizione portando avanti delle iniziative ma è altrettanto giusto e corretto che comunque ci sia un limite, un contegno molto stringente, perché la situazione in questo momento è assolutamente drammatica.

Si è parlato del fatto di dare forza al presidente Lavevaz: se avete notato, noi il presidente Lavevaz in questo periodo non l'abbiamo minimamente attaccato, siamo anche lì estremamente contenuti. Abbiamo dato dei suggerimenti e un suggerimento che io faccio al Presidente è ribadire quello che ho detto prima e lo esplicito meglio: quando lei è al telefono o quando lei è in conferenza Stato-Regioni lei è solo; ben venga l'appello che viene fatto a un atteggiamento assolutamente unito dei trentacinque, ricordiamoci che c'è una maggioranza, c'è un'opposizione, ci sono ruoli differenti, il tutto - ripeto - in termini molto contenuti, ma al di là di tutto quanto quello che conta è che quando lei Presidente si ritrova a interloquire con Roma lei è completamente solo.

Quindi lei ha due livelli su cui deve lavorare.

A livello locale, controllare i dati prima di tutto e controllare esattamente quello che viene trasmesso a Roma, se è tutto corretto. Ci sono ventuno indici presi in considerazione, si vanno a studiare tutti e si vede, su tutti questi ventuno undici, dove possiamo intervenire per far sì che le cose cambino più in fretta possibile. L'aspetto più importante: questa ordinanza deve cercare di essere più libera e più aperta possibile per tener conto di tutte le esigenze e delle peculiarità del nostro territorio.

C'è un altro livello, il livello con Roma, e a fronte di una tale arroganza, una tale compressione di tutti i poteri, con strumenti che non lasciano veramente spazio non solo alle libertà individuali di tutti gli Italiani ma alle libertà dei governatori e quant'altro, è chiaro che non si può avere un atteggiamento remissivo. Io non le sto dicendo che lei l'abbia avuto, perché io non ero presente né nella conferenza Stato-Regioni né alle sue telefonate, quello che ho potuto vedere è soltanto quello che lei ha riferito oggi e il comunicato che ha rilasciato ieri via social.

La prego di non avere un atteggiamento remissivo, perché purtroppo, di fronte a tale arroganza, essere troppo politicamente corretti non serve, non serve nel senso che comunque a violenza diventa difficile rispondere solo con un "va bene, accettiamo".

Io mi auguro che il suo non sia semplicemente un "va bene, accettiamo", le ripeto, io non c'ero, non ero presente chiaramente alle sue telefonate e alle videoconferenze con gli altri Presidenti, quindi non glielo so assolutamente dire, però la prego di essere il più fermo possibile perché lei in questo momento deve proteggere i nostri cittadini.

Collega Marguerettaz, lei dice che gli altri Governatori sostanzialmente hanno avuto degli atteggiamenti in cui accusano e le accuse non servono. Vero, relativamente le accuse non servono ma se nessuno alza la testa e nessuno dice a Conte come stanno le cose e comunque nessuno dice anche al proprio popolo che deve proteggere e a cui deve dare una risposta che le cose non vanno e che comunque bisogna lottare per ottenere qualche cosa di diverso per i concittadini, non si sa chi possa avere... Comunque, presidente Lavevaz, buon lavoro.

Presidente - Si è prenotato sulla piattaforma Zoom il collega Restano. Seguirà il collega Testolin. Collega Restano, ne ha facoltà.

Restano (VdA Unie) - Condivido anch'io la necessità di dare il nostro totale sostegno, il nostro appoggio al presidente Lavevaz affinché possa far sentire la parola dell'intero Consiglio regionale; questo senza snaturare i nostri ruoli all'interno del Consiglio, tanto la maggioranza quanto la minoranza, però una situazione di grave emergenza sanitaria ed economica come quella che stiamo vivendo necessita di ricevere il sostegno pieno da parte del Presidente e da parte di tutto il Consiglio.

Cos'altro possiamo fare a fronte di questo Dpcm che ci va a relegare in zona rossa, introducendo tanti limiti? Già in passato ho avuto modo di dire che lavorando sulla prevenzione, quello che dobbiamo fare è lavorare sulle (interferenza). Se vogliamo derogare o avere l'opportunità di derogare a determinate norme, dobbiamo essere in grado di dimostrare di sapere gestire le situazioni e ricordo a tutti che ogni attività produttiva, sia essa nel settore turistico oppure nel settore commerciale o produttivo, non è mai uguale a un'altra. Ogni attività necessita di una sua procedura e questo deve fare la pubblica Amministrazione: mettere in condizioni chi produce e chi lavora di esercitare le procedure attraverso degli strumenti.

Fino a oggi qualcosa è stato fatto ma, a mio modo di vedere, non è stato fatto a sufficienza. La pandemia, l'abbiamo visto, ha un'evoluzione molto rapida e le procedure devono modificarsi anche secondo l'evoluzione della pandemia, devono adeguarsi, devono essere flessibili. E questo in Valle d'Aosta non è avvenuto.

Il rispetto istituzionale, signori colleghi, noi lo dobbiamo chiedere al Governo nazionale ma lo dobbiamo chiedere anche alle istituzioni interne. Perché dico questo? Perché i colleghi della Lega hanno presentato una norma che adesso andrà in Commissione, che è una norma di carattere urgente, necessita degli approfondimenti. Il Consiglio lavorerà, le Commissioni lavoreranno, però la norma poi deve essere applicata, e qui voglio fare un passo indietro.

La legge 8 del 13 luglio 2000 prevedeva all'articolo 100 come "disposizione urgenza" l'istituzione del servizio di epidemiologia che avrebbe proprio dovuto occuparsi del contact tracing e di cui tanto oggi parliamo, della tracciabilità epidemiologica della pandemia, e oggi sarebbe tanto utile! Sarebbe importante profilare le categorie più a rischio, i comuni più a rischio senza banalizzare, senza andare nelle (interferenza) ma ci vogliono dei dati scientifici di cui mi sembra che a oggi noi non disponiamo.

La Giunta del collega Testolin si era impegnata in questo, ma a oggi purtroppo non abbiamo le risposte dovute dall'azienda sanitaria locale.

Non è un problema di dipendenti ma forse è un problema d'indipendenza del servizio, perché sappiamo tutti che il servizio dispone di una sua indipendenza economica e solo così potrebbe lavorare a dovere, riutilizzando i dipendenti che già sono all'interno dell'azienda, sono... (interferenza) in altri argomenti, si occupano di tracciabilità. I dipendenti ci sono, le professionalità in questo caso le abbiamo, dobbiamo saperci organizzare.

Naturalmente non sono il governo Lavevaz e l'assessore Barmasse che potevano fare questo in quattro giorni, la mia è solo una suggestione per dire che viviamo un momento difficile, dobbiamo dare pieno appoggio al nostro Presidente, ma dobbiamo essere consapevoli che se vogliamo guardare al futuro - e il futuro non è solo quello turistico invernale - noi dobbiamo già pensare alla prossima stagione estiva, abbiamo bisogno di lavorare tanto e dobbiamo farlo insieme, ognuno per la propria posizione politica.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Testolin, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Per esprimere anch'io alcune considerazioni che ricalcano in qualche modo molte delle espressioni richiamate in quest'aula oggi e che divergono in qualche senso da altre visioni.

Penso che in questo momento gli aspetti che il Governo regionale deve attenzionare e sui quali dovrà confrontarsi, non solo al proprio interno ma pure con uno Stato sempre molto restio ad accettare le particolarità dei vari territori, siano sostanzialmente tre: l'aspetto sanitario, l'aspetto sociale e l'aspetto economico.

Per quanto riguarda l'aspetto sanitario, mi ritrovo in quelli che mi hanno preceduto quando dicono che si vuole la puntualità e la capacità di dare delle risposte puntuali, concrete e tempestive e per fare questo ci sono due aspetti che non possono essere trascurati: uno è l'attenzione all'incremento della pandemia, e quindi attuare tutte le iniziative che possano in qualche modo frenare l'aumento di questi numeri; in queste rientrava ad esempio l'istituzione della zona rossa, tanto per dare una risposta al collega Lavy, che ieri ha avviato questo tipo di ragionamento, perché queste iniziative sono le stesse che la Provincia autonoma di Bolzano ha voluto mettere in essere e sta mettendo in essere applicando, e qui convengo con quelli che dicono che in alcuni momenti la propria autonomia si esplicita anche attraverso alcune restrizioni, perché l'attenzione al proprio territorio è qualcosa che non sempre porta ad allargare le opportunità di azione ma qualche volta si deve avere la capacità e l'autorevolezza per limitarle a beneficio di nuove iniziative che potranno prendere il via, così come è stato per loro, con l'evoluzione delle varie situazioni.

E poi l'aspetto sociale: io condivido in pieno l'approccio del Governo Lavevaz nei confronti della valutazione sulle iniziative da mettersi in piedi, perché rispetto alla prima fase della pandemia oggi abbiamo ben chiare e conosciamo benissimo le criticità che possono trovare i nostri concittadini nella vita quotidiana. Dobbiamo cercare di dare delle risposte puntuali e su queste dobbiamo lavorare nell'immediato per un'ordinanza che andrà condivisa, un'ordinanza che dovrà essere sostenuta da questo Consiglio e che fa parte anche di quel percorso normativo di cui parlavano i colleghi della Lega poc'anzi, percorso che io condivido ma che discende sempre poi dalla capacità di avere dei numeri, dei perché, delle giustificazioni in merito a quello che vogliamo fare, perché quella norma evidentemente traccia delle situazioni che io personalmente condivido ma che poi vanno supportate nel quotidiano e aggiornate quotidianamente per permetterci di dare le motivazioni per cui quelle norme possono essere applicate.

Vi è un altro aspetto che reputo importante da sottolineare, almeno in questa fase: i danni che si porterà ad accusare in questo periodo non sono dei danni a breve termine ma almeno a medio termine, per cui la risoluzione il più tempestivo possibile delle problematiche sanitarie da esibire come capacità di reazione vanno enfatizzate e contestualmente vanno valutate con il Governo nazionale le azioni puntuali che possono andare a dare delle risposte altrettanto puntuali a chi è stato particolarmente penalizzato, alle categorie particolarmente penalizzate.

A me non preoccupa sinceramente il discorso del lavoro in fabbrica o del lavoro in ambienti sostanzialmente più sicuri del rimanere a casa, quello lo abbiamo già valutato nel passaggio di consegne anche con il presidente Lavevaz in merito alla chiusura per una settimana della zona di Verrayes o di Chambave, dove comunque si è cercato di dare al tessuto produttivo la possibilità di continuare la sua attività e di non fermare, magari di rallentare, ma di non fermare la sua produzione in modo da consentire uno sviluppo - seppur limitato - delle attività produttive locali. Quindi a fronte di questo credo che i suggerimenti arrivati da più parti di uscire da questo contesto, da quest'aula, oggi con una determinazione che dia forza, così come qualcuno ha già detto, al Governo regionale e al Presidente per potersi confrontare con dati alla mano e con una prospettiva di breve termine che consenta di dare un'immagine diversa del nostro territorio anche all'opinione pubblica, perché poi l'opinione pubblica si fa condizionare dai grafici, da situazioni che non sempre rispecchiano la realtà, che non sempre rispecchiano esattamente le evoluzioni di determinate situazioni.

Quindi a oggi l'impegno massimo deve essere quello di dare certezze in merito alla possibilità di recupero per quanto riguarda i dati sanitari, di attenzionare i numeri, di capire quali sono i passaggi per migliorare questi numeri, di attenzionare - così come è già stato esplicitato nelle intenzioni del Governo regionale - le necessità del territorio, che non comportano assolutamente nessun tipo di aggravio da un punto di vista del rischio epidemiologico e di definire un percorso che possa permetterci di chiedere con forza al Governo centrale dei sostegni alle categorie più penalizzate.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (AV-SA) - Io credo che una mattinata iniziata nel prendere atto di una serie di comunicazioni apparentemente di matrice amministrativa ma in realtà con dei grandissimi risvolti di matrice politica, richieda in quest'Assise un'analisi di matrice prioritariamente politica. Per cui non voglio assolutamente sostituirmi a chi, in altre vesti e in un ruolo diverso da questo, dovrà poi comportarsi con estrema serietà analizzando dei dati e cercando di dare delle soluzioni prioritariamente a sostegno dell'economia valdostana e anche, in seconda battuta e in parallelo, quindi senza dare priorità diversa, alla risoluzione di problemi di matrice sia sanitaria che sociale.

Però credo che in prima battuta questo debba essere un dibattito di natura politica e quindi, di conseguenza, in tal senso proverò a muovermi provando a dare una chiave di lettura tra quello che la politica oggi dovrebbe fare - ed è ciò che questo Consiglio sta facendo - e cioè unire, trovare delle soluzioni, non cadere nell'errore di dividere la società valdostana tra chi oggi si trova in difficoltà e chi oggi si trova meno in difficoltà, tra chi urla, grida, e tra chi invece cerca di dare delle soluzioni, sia politiche che amministrative.

Credo che oggi la politica abbia, come principale obiettivo - e quindi un'Assise politica come questa deve avere come principale obiettivo - quello di muoversi all'unisono nel cercare delle soluzioni e nel non perseguire il facile obiettivo di andare dietro a chi ulula alla luna.

In tal senso ritengo che una politica che cerca delle soluzioni pragmatiche di assoluto accordo e supporto con una realtà politica ed economica valdostana in estrema crisi stia facendo il suo mestiere.

Chi invece ulula alla luna, cerca facili soluzioni a problemi molto complessi e quindi ha come reale obiettivo dividere la società in chi è in questo momento più fortunato e chi lo è meno, in realtà apparentemente sembra risultare essere una persona che ne capisce qualcosa ma in realtà sta semplicemente edulcorando la realtà oppure, si direbbe in una Assise diversa da questa, raccontando delle balle.

Ecco perché io mi permetto di fare un'analisi politica in tal senso che prova a raccontare una cosa, cioè com'è possibile che nel corso degli ultimi giorni, e quindi in tal senso sostengo assolutamente l'azione che ha fatto il presidente Lavevaz in sede alla conferenza Stato-Regioni, come è possibile che tutti i Presidenti di Regione - quindi anche Presidenti di Regione che presentavano dei dati migliori di alcune regioni che oggi sono state messe in zona rossa - abbiano tutti quanti chiesto all'unisono che il Dpcm uscito ieri trattasse tutti nella stessa identica maniera, quindi di conseguenza che la risposta in questo momento, proprio per prepararsi al Natale, dovesse essere una risposta, tanto per essere chiari, che trasformava tutta Italia in una zona rossa. Invece il Dpcm di ieri si è fatto rincorrere nell'elaborazione di dati da parte di tutta una serie di Regioni che speravano di essere forse in zona rossa e invece poi si sono trovate in zona gialla o in zona arancione.

Naturalmente potrebbe sembrare un paradosso logico quanto sto dicendo, ma in realtà io sto facendo un'analisi politica perché a noi compete prima di tutto un'analisi politica, e cioè: com'è possibile che in realtà tanti Presidenti di Regione, che avrebbero dovuto combattere per avere la propria regione in zona gialla o arancione, invece nel corso dei giorni scorsi avrebbero quasi preferito che a fare la parte del poliziotto cattivo non dovessero poi essere loro ma dovesse essere il Governo nazionale?

Ecco che forse dovremmo entrare nel merito non soltanto delle interlocuzioni che ci sono rispetto all'analisi di questi dati tra le Regioni e il Governo, ma anche rispetto a uno sforzo che la politica spesso fa quando comunica con i propri cittadini, cioè quella del poliziotto cattivo e del poliziotto buono.

Perché? Perché i Dpcm danno alle Regioni la possibilità d'interpretare i dispositivi di riferimento ma non di migliorarli, soltanto di peggiorarli, per cui se io ho la sventura di vivere in una regione catalogata come regione arancione, io l'unica possibilità che ho è quella di applicare delle normative interne che mi portano la regione da arancione a rossa, non posso applicare la mia normativa interna per portare la mia regione da arancione a gialla. Insomma, posso andare solo in "malo" e non in "bono" per la mia cittadinanza.

Ecco che quindi - permettetemi di essere malpensante e malfidente ma un grandissimo politico italiano diceva che "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca" - forse si è creato un paradosso logico tale per cui nel dare la possibilità ad alcune Regioni di non essere, da una analisi di dati, rosse o arancioni, in realtà magari non gli si è fatto un grandissimo piacere, tant'è che sono stati fatti alcuni rimandi ad alcune Regioni che si trovano in una situazione colorata, amministrativa, apparentemente migliore della nostra ma, guarda caso, immediatamente alcuni di questi Presidenti hanno applicato sul proprio territorio delle disposizioni in peius, quindi andando di fatto ad applicare delle normative più da regione rossa che da regione arancione o gialla.

Sto dicendo che molto probabilmente il vero obiettivo che quest'Assise e questo territorio dovrebbero in questo momento perseguire nel comunicare con i propri cittadini è cercare di spiegare che in realtà la politica, nel caso specifico, deve essere una politica che ha un solo obiettivo, ognuno con i propri ruoli di riferimento, cioè cercare di prepararci al meglio possibile nel prossimo mese nel tentare di scongiurare assolutamente di permanere in una zona rossa. Il fatto di narrare la politica, e quindi l'Amministrazione, in una strana maniera come se il presidente Lavevaz o gli altri Presidenti di Regione che oggi si trovano in zona rossa in realtà fossero delle vittime del sistema perché a differenza di altri non sono riusciti a far valere le ragioni del loro territorio, è, a mio modesto avviso, plausibile, legittimo, ma risulta essere non corretto nella narrazione politica con il proprio territorio.

Esistono dei dati oggettivi, esiste un'interpretazione di alcuni di questi dati, ma l'obiettivo deve rimanere comune, il fatto di far parte in questo momento tra il 4 e il 5 di novembre, di una zona rossa è una cosa negativissima, deve fare in modo che questo Consiglio regionale e tutta la pubblica Amministrazione si metta al servizio del tessuto economico e sociale del proprio territorio, quindi nel caso specifico della Valle d'Aosta, ma questi dati devono anche essere interpretati come una necessità, in modo da avere tutti gli strumenti per arrivare al periodo natalizio, e quindi al momento di massima espressione turistica invernale soprattutto per una regione alpina come la nostra, con assoluta contezza.

Non è detto quindi che le Regioni che a oggi vengono "trattate" come coloro che hanno i dati migliori non si troveranno a dover fare delle scelte assolutamente restrittive ma a quel punto l'unica differenza è che la responsabilità cadrà sulle spalle dei Presidenti dei Consigli invece che essere apparentemente calata dall'alto.

Presidente - Per il secondo intervento il vicepresidente del Consiglio Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Secondo intervento, perché credo valga la pena riprendere alcune affermazioni che ho avuto modo di ascoltare.

Per certi versi noi ci siamo concentrati su tutta una serie di ragionamenti sui dati e sui criteri, un modo assolutamente legittimo. Molte volte, più che i dati e i criteri, colpiscono le fotografie, colpiscono i filmati. Nella prima ondata della pandemia qualcuno di voi, immagino tutti, si ricorderà la fila dei camion militari di Bergamo che portavano le bare, ed era chiaro a tutti cosa stava accadendo. Poi avremmo potuto elaborare Rt, avremmo potuto elaborare qualsiasi dato, ma la rappresentazione plastica di cosa stava accadendo era rappresentata dai camion militari che portavano le bare.

Ora, peraltro mi lega anche un rapporto di amicizia, il presidente della Regione Piemonte Cirio giustamente ha rappresentato lo sfogo di aver appreso e di aver vissuto - come noi - quasi in modo passivo un provvedimento, però se qualcuno di voi ha avuto modo di leggere La Stampa, avrà avuto modo di vedere la fila delle ambulanze davanti al Pronto Soccorso, perché questa è un'altra rappresentazione plastica. Noi possiamo raccontare quello che vogliamo, ma c'era la fila delle ambulanze che non riuscivano ad accedere al Pronto Soccorso e le ambulanze che dovevano andare in periferia.

Sicuramente è importante guardare i dati, l'Rt, e dobbiamo fare tutti i ragionamenti, però c'è una situazione di fatto che ci porta a dire che abbiamo un numero di ricoverati che è molto prossimo al dato passato. Mi pare che in passato fossero 180 grossomodo i ricoverati, oggi siamo su cifre che si avvicinano: 150.

Allora, cogliendo un aspetto di quello che ha detto il collega Manfrin, lo ringrazio per l'apprezzamento ma dissento rispetto a un'affermazione, ovvero: "Noi non ci arrendiamo, noi vogliamo la revoca della zona rossa".

Sicuramente è un'espressione legittima ma, mi perdonerete, io non credo che si faccia un buon servizio alla nostra comunità nel senso che se i dati sono sbagliati, se l'Rt è sbagliato, è automatico il ravvedimento del Governo centrale e da parte nostra, se i dati fossero stati comunicati sbagliati, sarebbe automatico intervenire sul responsabile che ha mandato dei dati sbagliati o che non ha mandato i dati.

Ma questo lo do per scontato. Io ho paura nel dire alla nostra comunità: "Noi resistiamo, vogliamo la revoca perché ci sono dei dati sbagliati". Io non ho elementi per dire che abbiamo messo dei dati sbagliati in circuito, ecco perché dico: ragioniamo su dei provvedimenti che siano dei provvedimenti concreti.

Quando tu hai un provvedimento fondato su dati sbagliati, c'è l'istituto del ravvedimento e si correggono; ma ho dei dubbi, non vorrei passare il messaggio a chi è fuori che sia un provvedimento di cui possiamo non tenere conto.

Purtroppo se non ci sono questi aspetti, noi dovremmo fare i conti con questo provvedimento per quattordici giorni. Ecco perché mi metto dalla parte di colui che dice: "Prendiamo tutti i provvedimenti per far sì che i quattordici giorni siano passati nel miglior modo possibile e che, al termine, si ritorni dal quindicesimo giorno in una situazione gestibile dove vengono aperte le attività e dove si può riprendere un'attività non libera ma abbastanza sostenibile".

Presidente - Ha fatto richiesta il consigliere Rosaire, ne ha facoltà.

Rosaire (UV) - Faccio un passo indietro, torno al comunicato di ieri sera quando il presidente del Consiglio Conte ci ha fatto una doccia fredda e ci ha gelato con la sua comunicazione. La speranza di non essere classificati in zona rossa è rimasta viva fino all'ultimo, quindi la delusione che abbiamo provato è stata enorme.

I famigerati 21 indici di classificazione ci hanno penalizzato e ora bisognerà che si reagisca e lo si faccia in maniera molto rapida. Sapere poi dal telegiornale di essere stati relegati in zona rossa, e quindi di fatto a un lockdown leggero, ha ferito credo tutti noi in maniera molto profonda.

Si dovrà quindi, con l'impegno di tutto questo Consiglio, nonché con l'aiuto dei Parlamentari che ci rappresentano a Roma, che rappresentano a Roma la nostra Regione, far valere gli indici aggiornati - quegli indici divulgati oggi dall'Università di Genova, sperando siano valide le notizie che ci dà la stampa - che potrebbero permetterci di essere immediatamente declassificati.

Sicuramente chi di dovere verificherà fin da subito la contezza dei dati trasmessi, ma soprattutto bisognerà che siano utilizzati quelli più recenti, quelli che apparentemente starebbe utilizzando l'Università di Genova.

Vorrei ricordare che con la comunicazione di ieri del presidente Conte l'Alto Adige è stato declassificato, caso strano però Kompatscher ha stabilito, non più di tre o quattro giorni fa, di aderire alle restrizioni di Austria e Germania, quindi un lockdown quasi totale; probabilmente i dati che sta utilizzando Roma non sono perfettamente aggiornati.

Vorrei ricordare inoltre a tutti noi che sediamo in questo Consiglio che la pandemia non farà sconti a nessuno e non farà dei distinguo né per colore né per forze politiche né per idee politiche. Quindi spererei e raccomanderei a tutti noi di far fronte comune e di sostenere l'azione del presidente Lavevaz e dell'assessore Barmasse.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Caveri, ne ha facoltà.

Caveri (VdA Unie) - Qualche breve riflessione rispetto alla situazione più propriamente giuridica di fronte alla quale ci troviamo.

Indubbiamente questa pandemia ci ha portato a confrontarci con un tema estremamente interessante che si è sviluppato a partire dalla fine di gennaio di quest'anno: è quello che i giuristi chiamano "Lo stato di eccezione". Lo stato di eccezione è una situazione borderline, una situazione nella quale in sostanza si sospendono delle procedure ordinarie e si entra nella straordinarietà.

La straordinarietà in Italia si è manifestata con questo strumento usato in passato raramente, che è il Dpcm, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. È uno strumento, su cui hanno scritto moltissimi costituzionalisti, ma l'argomento non ha riguardato solo l'Italia ma anche altri Paesi europei dove si sono usati strumenti di questo genere.

La polemica verte proprio sul fatto che il rischio di fronte all'uso di decreti di questo genere - che hanno un'origine antichissima, quasi "reale" come strumento - è che si spoglino le altre istituzioni democratiche dei loro diritti; la polemica più grande ha riguardato in Italia il momento in cui il Parlamento era addirittura chiuso e si è governata l'emergenza sulla base dei Dpcm.

Personalmente per la mia esperienza parlamentare ho sempre pensato che sarebbe stato meglio utilizzare lo strumento, pur straordinario, dei Decreti legge, perché il Decreto legge è uno strumento immediatamente operativo che deve fronteggiare - dice la norma - la necessità e l'urgenza, quindi ci stava tutto dentro le vicende della pandemia, e soprattutto è uno strumento che prevede una conversione del Decreto legge in legge entro sessanta giorni, quindi ci sono tutte le possibilità democratiche per discutere in Parlamento di questo.

Ma, nel caso di una Regione autonoma come la nostra, il Dpcm impatta anche su poteri e competenze che ci sono state date con lo Statuto di autonomia - discuteremo poi in un altro punto più avanti - e l'ordinamento valdostano non è solo Statuto di autonomia ma anche l'insieme dei cosiddetti decreti luogotenenziali. E l'impatto - in questo caso lo stiamo vivendo ormai da mesi - è un impatto che deve ruotare attorno a un principio fondamentale dell'ordinamento, sancito più volte nelle sentenze della Corte Costituzionale: la leale cooperazione. Si parte dal presupposto che, laddove ci sia la necessità, le autorità regionali e, in questo caso, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e tutti i Ministri interessati devono concertare le cose, pur a fronte di un'emergenza sanitaria che di per se stessa ha una straordinarietà anche nell'uso di strumenti coercitivi; quello che ha colpito i costituzionalisti rispetto ai Dpcm è proprio il fatto che uno strumento così improprio abbia colpito libertà personali sancite dalla Costituzione. È un tema molto delicato.

Questo per dire che il fatto che il nostro Consiglio Valle si esprima su questo tema non è solo perché ci spiace di essere in zona rossa e perché c'è un impatto forte, ma perché è nostro dovere far sentire garbatamente, in maniera intelligente e non in contrapposizione, il fatto che anche nella straordinarietà degli eventi ci deve essere una normalità di procedure nel rispetto del dettato costituzionale, perché lo Statuto di autonomia è una legge di rango costituzionale, quindi non si tratta né di piagnucolare né di battere eccessivamente il pugno sul tavolo, ma di riaffermare semplicemente quello che in una Repubblica dovrebbe essere l'assoluta normalità.

Presidente - Ha fatto richiesta il consigliere Aggravi per il secondo intervento.

Aggravi (LEGA VDA) - Io penso che, per la mia minima esperienza, io non ho mai sentito di un'aula in cui non ci sia un clima di astio da parte dell'opposizione nei confronti del Presidente, nei confronti di chi sta portando avanti il fardello del comando, quindi chi oggi dice che noi vogliamo o abbiamo dato impressione di voler fare una opposizione di parte, vi assicuro che l'opposizione di parte la sappiamo fare bene, e non avete visto nulla.

Qualcun altro forse deve sintonizzare correttamente il canale a casa, quindi invito i tecnici magari ad aiutarlo a seguire il Consiglio regionale e non il Consiglio di Phnom Penh, detto questo vorrei anche io fare alcune considerazioni.

L'invito alla concretezza fatto dal collega Marguerettaz mi trova pienamente d'accordo, anzi, spesso mi si dice che sono fin troppo concreto, però dall'altro lato e soprattutto per questo - l'ha già detto anche il collega Manfrin - noi un primo passo in avanti l'abbiamo già fatto, c'è una proposta di legge che può essere modificata, può essere elaborata, può essere migliorata, anzi, sicuramente, l'abbiamo detto dall'inizio, può essere un terreno in cui possiamo trovare la collaborazione, l'individuazione di soluzioni comuni e soprattutto di meccanismi di protezione da certe responsabilità.

Mi preoccupa un po' il meccanismo del provvedimento, io lo chiamerei operoso, come diceva il collega Marguerettaz, ma non tanto per chi lo dice ma soprattutto perché conosciamo benissimo il Governo centrale, conosciamo benissimo il fatto che spesso quando ci si sbaglia è già tanto se lo si ammette, poi andare a trovare dei meccanismi di compensazione è un'altra cosa. Quindi da parte nostra questa forma forse di accusa che è stata vista nei confronti del Governo centrale è anche una forma di preoccupazione perché se ci dovesse effettivamente essere un'indicazione che qualcuno ha sbagliato, chiunque sia, andare poi a ripagare il danno che qualcuno ha subìto è qualcosa di davvero complicato in una situazione già di per sé molto complicata e molto amplificata dalle immagini.

Sono anche pienamente d'accordo, stranamente, con il collega Testolin - per una volta, almeno su questo piano, ma anche in altre situazioni - quando parla dell'importanza dei dati e delle informazioni senza le quali non si possono prendere decisioni.

Lo cito nuovamente, ma un comitato, una commissione, anche quella creata dal Decreto del Presidente Lavevaz e che abbiamo inserito nella nostra proposta di legge, ovviamente devono essere supportati da dati e informazioni reali e veritieri e sicuramente bisognerà fare luce se e dove qualcosa non ha funzionato, perché altrimenti noi andiamo a definire dei processi di decisione che, se non adeguatamente supportati nella loro fase iniziale - cioè la generazione, l'identificazione del dato - creano poi una scelta e una decisione sbagliata con delle conseguenze molto pesanti.

Anche quanto ricordato dal collega Rosaire sul Südtirol io penso che vada proprio a rafforzare ancora la nostra posizione, perché la proposta di legge permetterebbe anche d'inasprire e di potenziare le misure di confinamento e di contenimento proprio in forza di dati, come ha detto il Presidente - al di là della continuità territoriale che è più d'animo che geografica nelle intenzioni dei nostri amici Südtirolesi - di andare ad adeguare delle misure molto più forti, però anche in quel caso ci sono delle problematiche legate ai dati, e qui torniamo alla necessità di fare chiarezza.

In ultimo sposo appieno le parole dell'assessore Caveri che ha espresso in maniera molto più tecnicamente corretta e definita quello che dicevo: all'inizio al di là della situazione emergenziale, al di là della situazione grave, i ruoli e il rispetto delle regole e dei principi fondamentali delle nostre Costituzioni, perché per me lo Statuto speciale è una Costituzione, è la mia Costituzione prima quasi forse della Costituzione Italiana, io penso che sia fondamentale, perché se abdichiamo a quei principi e soprattutto a quelle strutture, allora, signori, siamo di fronte a una situazione ancor più grave di quella sanitaria.

Presidente - Per secondo intervento, il vicepresidente del Consiglio Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Prendo spunto dall'intervento del collega assessore Caveri proprio a proposito degli aspetti più giuridici di questa situazione, perché credo di poter dare un contributo e uno spunto importante, nel senso che avevo già accennato prima che questi Dpcm hanno natura amministrativa, evidentemente, e hanno trovato un supporto normativo all'interno di Decreti legge, quindi decretazione d'urgenza, necessità e urgenza particolare, quindi la possibilità d'innestare su questi Decreti legge il supporto che poi sosteneva l'applicazione di questi Decreti ministeriali che sono appunto atti amministrativi che, per loro natura, evidentemente non potrebbero mai comprimere un diritto costituzionalmente riconosciuto, perché lì c'è riserva di legge, non assoluta come, ad esempio, in ambito penale, ma c'è riserva di legge e quindi sarebbe di per sé impossibile con un Decreto ministeriale incidere su questi diritti costituzionalmente riconosciuti.

Tant'è che c'è stato un primo Decreto legge a sostegno di questi Decreti ministeriali, che era il 6/2020, che però aveva delle criticità, perché in realtà si parlava soltanto dell'emanazione su proposta del Ministro della Salute, graduando di fatto i diritti costituzionali, mettendo il diritto alla salute sopra tutti gli altri. Qualche costituzionalista ha sostenuto che poiché l'articolo 32 è l'unico che preveda fra i diritti costituzionali la parola "fondamentale" rispetto agli altri, questo potesse anche essere concepibile, io ho un po' di dubbi su questo ma comunque può essere credibile.

Il problema è che questa criticità permane, quindi i Dpcm emanati in forza del Decreto legge 6/2020 probabilmente hanno dei profili d'incostituzionalità.

Per farla breve, non vorrei essere troppo tecnico, è molto importante invece il fatto che quando si è passati al Decreto legge 19/2020 - perché evidentemente il Governo aveva recepito e aveva capito queste criticità - cosa è stato fatto e perché molti costituzionalisti dicono che in questo caso i Dpcm sono probabilmente costituzionalmente più sostenibili? La correzione è stata nel fatto che questi Dpcm dovrebbero essere emanati su proposta sì del Ministro della Salute come prima ma o dai Presidenti delle Regioni interessate o, se lo sono tutte, dal Presidente della Conferenza delle Regioni, e qui poi il Presidente del Consiglio dei Ministri può adottare, tramite il proprio Decreto, una o più fra le misure restrittive.

Dov'è questo confronto che non c'è stato? Perché - come dicevo prima - la telefonata non è il confronto con i Presidenti delle Regioni interessate, è tutt'altro, è un dire "Abbiamo deciso così".

Ecco perché se si interpreta così quel Decreto legge, e quindi se si emanano così questi Decreti ministeriali, questi diventano incostituzionali, di nuovo, perché non si rispetta quel sostegno invece che il Decreto legge voleva dare a questi Decreti ministeriali.

Questo è fondamentale, ecco perché secondo me possiamo fare anche la voce grossa nel momento in cui diciamo: "State facendo esattamente quello che facevate prima, state emanando degli atti che hanno dei profili d'incostituzionalità", ecco l'appiglio normativo al quale bisogna fare riferimento.

Per quanto riguarda, invece, l'aspetto dei dati da trasmettere, dei dati da interpretare eccetera, i ventuno criteri - prima il collega Baccega diceva "Conosco l'Rt, non conosco gli altri" - i ventuno criteri sono - chiaramente sono stati pubblicati - essenzialmente tutti di natura sanitaria ed è importante che si possa intervenire su questi criteri, perché se fra questi criteri ci sono alcuni che possono essere gestiti, perché per esempio il tempo fra data inizio sintomi e data diagnosi, il tempo fra data inizio sintomi e data di isolamento, il numero di tipologie di figure professionali e tempo persona dedicate al prelievo e al monitoraggio di contatti stretti e delle persone in isolamento, sono tutti elementi su cui si può intervenire.

Quindi creare delle task force, impiegare personale in quei settori lì è fondamentale per abbassare gli indici, perché l'Rt è uno dei tanti ma, grazie a Dio, ci sono anche questi altri su cui si può intervenire. Su quello no, se non con isolamento, forme di riduzione delle distanze sociali, ma su questi si può intervenire fattivamente da parte dell'Amministrazione.

Quindi bisogna mettere tutte le risorse possibili per aumentare la possibilità di diminuire questi indici e far sì che la nostra regione possa passare da zona rossa ad arancione, gialla e possibilmente anche meglio.

Questo è importante farlo in tempi rapidissimi perché non abbiamo abbastanza tempo.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Barmasse, ne ha facoltà.

Barmasse (UV) - Io volevo solo fare alcune precisazioni, giustamente, su questi famosi ventuno parametri che sono quelli che sono stati trasmessi.

Noi non nascondiamo che ci sono stati dei ritardi nella trasmissione dei dati ed è questo il motivo per cui, appena siamo venuti a conoscenza di questi ritardi, abbiamo fatto quello che il consigliere Sammaritani ci sta chiedendo, giustamente. È stato implementato il servizio "dipartimento di previdenza" proprio all'uopo di cinque veterinari e undici persone per il servizio di contact tracing. Nel giro di pochi giorni noi abbiamo implementato il servizio di sedici persone. Quindi concordo con quello che ha detto il consigliere Sammaritani e difatti siamo andati in questa direzione.

Effettivamente la carenza c'era, ci è stata ovviamente evidenziata e questo è quello che ha fatto il Governo per cercare di risolvere questo tipo di problematica.

Io vorrei solamente fare una piccola precisazione, nel senso che è vero che i dati sono stati mandati magari incompleti un poco in ritardo, io non credo che tutta la colpa della nostra classificazione in zona rossa sia legata esclusivamente a questi dati, perché li abbiamo comunque implementati martedì, li implementeremo anche oggi in giornata entro stasera e molti dati purtroppo non vanno molto bene, questo lo sapete, per cui sicuramente ci sono dei correttivi da fare in termini di precisazione dei dati, questo è più che corretto, però i dati non sono così buoni.

Presidente - La parola al presidente Lavevaz, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Molto brevemente, per alcune repliche. Innanzitutto voglio anche io ringraziarvi per i toni del dibattito che sono assolutamente stati produttivi e ricchi di spunti interessanti e senza forzare su posizioni ideologiche o su polemiche inutili in questo momento, come direbbe il collega Distort in questo momento è importante almeno su questo campo capire che giochiamo tutti nella stessa squadra, quindi questo credo che sia un punto di partenza assolutamente importante.

Per quanto riguarda alcune repliche su aspetti che sono stati trattati: sulla questione dei dati ha risposto l'Assessore competente in maniera puntuale; non in generale, solo la trasmissione di alcuni dati era in ritardo, i dati più di tipo statistico, legati agli ormai famosi ventuno criteri di studio per quanto riguarda gli scenari di rischio e di sviluppo futuro della pandemia.

In questi dieci giorni, nel momento in cui ce ne siamo accorti, tanti aspetti - perché va ricordato che da dieci giorni abbiamo in mano la situazione - li abbiamo affrontati subito, in particolare l'aspetto legato ai problemi di contact tracing - che è uno dei problemi che ovviamente ha delle ricadute sui criteri sanitari ma è anche legato proprio alla gestione della pandemia - che è assolutamente importante risolvere; credo che i dati di questi giorni vadano finalmente nella direzione giusta, perché vediamo che finalmente stiamo riuscendo a dare delle risposte anche alle persone che da settimane stavano aspettando il tampone per essere negativizzate e quindi liberate dalla quarantena.

Questo peraltro è anche uno di quei dati che rientra in questi famosi ventuno parametri. Ovviamente la maggior parte di questi dati invece è assolutamente inconfutabile, come abbiamo detto, e non si prestano né a ritardi, anche perché poi ritardi non ce ne sono, i dati sono trasmessi giornalmente, ma sono i dati un poco più critici e sono quelli che di fatto, al di là del Rt, hanno fatto sì che rientrassimo nella zona rossa; ne voglio citare alcuni - il collega Manfrin aveva chiesto di avere qualche dato - io ho i dati di tutte le Regioni, sono dell'altro ieri ma non si sono discostati in questi giorni e noi ahimè, in almeno quattro classificazioni, risultiamo i peggiori o fra i peggiori.

Il primo, è il più significativo, è sicuramente il dato degli attualmente positivi rispetto alla popolazione dove noi abbiamo il numero più alto, abbiamo 1.600 positivi rispetto ai centomila abitanti. Questo è un dato che ovviamente è in funzione della popolazione quindi è un dato che va visto in maniera omogenea in tutto il territorio nazionale, quindi ogni centomila abitanti noi abbiamo 1.600 positivi ed è il dato assolutamente più alto; il secondo dopo di noi è la Provincia Autonoma di Bolzano che ne ha poco più di 1.000 e giù a scendere.

Un'altra classifica, anche questa ci vede al primo posto, anzi no al secondo, è la percentuale di ricoverati sugli attualmente positivi che nel nostro caso è dell'8%, o ancora l'incidenza cumulativa totale dei casi positivi ogni mille abitanti dove noi siamo a 27, quando la media nazionale è di 12 e anche qui è il dato più alto in assoluto.

Poi ancora ci sono dati sostanzialmente correlati, i positivi totali rispetto ai casi testati che nel nostro caso è del 13%, anche questo è il dato più alto in assoluto ma è un dato che abbiamo già parzialmente spiegato nei giorni passati, perché abbiamo spiegato che noi facciamo tantissimi tamponi antigenici che permettono un controllo della situazione pandemica più puntuale e questi tamponi molecolari sono molto spesso a conferma di una positività del tampone rapido. Questo fa sì che abbiamo un tasso di positivi totali sui casi testati che è il più alto in assoluto, legato anche al fatto che facciamo tanti tamponi; invece il dato positivo è che siamo fra le Regioni che fanno più tamponi in assoluto rispetto alla situazione generale.

Questi sono i dati ovviamente anche rispetto alla Campania che qualcuno citava come esempio di situazioni simili alla nostra, in realtà non sono simili alla nostra guardando i dati sanitari. Ad esempio il tasso di positivi rispetto alla popolazione è meno della metà del nostro in questo momento oppure, ancora, l'incidenza del totale dei casi sui positivi: noi siamo a ventisette casi e loro sono a dieci.

Non dobbiamo mettere al centro della discussione soltanto delle eventuali problematiche relative ai dati, perché non è così, non ho assolutamente notizie di problemi di dati errati o di altre cose. Ci sono stati alcuni problemi sulla trasmissione di alcuni dati, quelli statistici, proprio per un collo di bottiglia che si era formato nel dipartimento, e - l'Assessore ha già risposto molto bene - abbiamo cercato d'intervenire subito per risolvere la situazione e i dati si stanno normalizzando ma questo non è la panacea a tutti i mali e non è questo la causa per la quale in questo momento siamo stati classificati in zona rossa.

È stato giustamente sollevata e sottolineata, sempre dal collega Manfrin, l'importanza della comunicazione con l'opposizione e questo è assolutamente corretto e rilancio a me stesso l'impegno che mi ero preso di una maggiore informazione verso tutto il Consiglio, mi permetterete che in questi dieci giorni ho dovuto, un po' come tutti, cercare di affrontare la cosa e i problemi quasi in apnea, per cercare di risolvere il più velocemente possibile tutte le difficoltà che dovevamo affrontare ogni minuto, quindi questo aspetto, anche non volendo, è rimasto a latere. Mi prendo l'impegno per il futuro di essere più puntuale.

Ci sono state tutta una serie di proposizioni per l'ordinanza che elaboreremo nelle prossime ore che sono assolutamente proposizioni à retenir : le proposizioni utili sugli spostamenti di cui diceva la collega Spelgatti o le concessioni terapeutiche di cui parlava il collega Marguerettaz e altri aspetti assolutamente utili e necessari in un'analisi che vuole calare sul nostro territorio questo Decreto.

Quello che porto come mandato di questo Consiglio Valle sui tavoli della conferenza Stato-Regioni sono gli aspetti che avevamo già citato anche ieri: la necessità di avere certezza sui tempi e sulle entità dei ristori, la prima cosa assolutamente, e poi la chiarezza invece sull'analisi di questi dati famosi di cui abbiamo parlato, quindi avere un report che permetta di capire, e quindi di comunicare, in maniera compiuta e precisa come questi dati vengano analizzati e quindi come questo poi porti alle decisioni conseguenti.

Credo che il dibattito sia stato assolutamente proficuo e cercherò di farne buon uso per quanto possibile.

Presidente - Concordo sulla proficuità del dibattito di questa mattina e propongo, vista l'ora, di sospendere i lavori per riprenderli nel pomeriggio, utilizzando magari la pausa pranzo per elaborare un documento che tenga in considerazione i lavori di questa mattina. Vedo una richiesta da parte del collega Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Solo perché avevamo detto che dopo la discussione ci sarebbe stata un'interlocuzione tra Gruppi per vedere se era possibile costruire un documento condiviso. Possiamo immaginare una capigruppo alle due e mezzo in modo tale da poter avviare i lavori? Dopodiché, se non troviamo una definizione immediata, si potrebbe iniziare la discussione degli altri punti all'ordine del giorno e, se ci sono le condizioni, avere una delegazione che lavori su un testo condiviso.

Presidente - La parola al consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Recepiamo la proposta fatta dal collega Marguerettaz in maniera positiva per quanto riguarda ovviamente la capigruppo alle due e mezzo, in maniera da poterci coordinare e magari arrivando già con dei testi e con delle proposte ciascuno per quota parte e direi di decidere poi successivamente sulla capigruppo, se vi sarà un accordo o se non vi sarà un accordo, quale sarà il prosieguo dei lavori in maniera da poter così anche rendere edotti tutti i Gruppi.

Presidente - Possiamo convocare una capigruppo informale alle due e mezzo, un gruppo di lavoro, e poi aggiornarci.

---

La seduta termina alle ore 12:52.