Oggetto del Consiglio n. 40 del 4 novembre 2020 - Resoconto
OBJET N° 40/XVI - Interpellation : "Situation des minorités linguistiques en Vallée d'Aoste".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 23 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Torniamo a parlare un po' di questione linguistica. Io durante il mio primo intervento in questo Consiglio proprio sulla question linguistique ho voluto insistere molto perché è la base dell'autonomia valdostana, se qualcuno non l'avesse ancora capito. Ecco perché comunque, per costruire una sorta di politica linguistica, è necessario portare avanti la questione di un censimento linguistico, perché se non si sa in una terra quali lingue sono parlate e qual è l'attitudine di apprendimento da parte dei cittadini verso certe lingue, è ovvio che non si può neanche creare una sorta di politica linguistica ed è ciò che è successo in Valle d'Aosta perché di misure, dal punto di vista linguistico, non se ne sono viste, almeno in questi ultimi decenni. Ecco perché comunque in qualsiasi Stato ci sia una questione di plurilinguismo vengono fatte in maniera abbastanza periodica delle ricerche, dei censimenti per capire chi parla quella lingua. Nella situazione attuale, almeno che io sappia - poi non so chi mi risponderà, se il Presidente mi potrà dare delle maggiori informazioni - non è stato fatto negli ultimi decenni proprio nessun tipo di ricerca. Ecco perché con questa interpellanza io chiedo se la situazione odierna proprio dal punto di vista linguistico, delle ricerche linguistiche, è soddisfacente, il Governo credo ne possa essere contento o no, la risposta la vedremo, e spero che la risposta sia negativa a questa prima domanda... se si pensa di far inserire nei prossimi censimenti, che dovrebbero essere tenuti come sempre dall'Istat, alcune domande dal punto di vista della questione proprio linguistica per sapere chi parla quale lingua; se ovviamente la risposta anche a questa domanda è negativa, chiederei a chi mi risponderà a quali misure si sta pensando per colmare il vuoto in Valle d'Aosta dal punto di vista proprio delle ricerche linguistiche.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Merci collègue Lavy qui nous permet avec son interpellation de faire quelques considérations sur des aspects linguistiques qui sont évidemment importants pour nous tous et je vous rassure qu'on connaît l'importance de nos langues pour nos particularités. J'avoue sincèrement que nous n'avons pas eu beaucoup de temps après l'élection du Gouvernement dans ces dix jours pour prendre en considération la question que cette interpellation nous rappelle. Il s'agit bien sûr, comme je disais et j'en conviens, d'une thématique importante qu'il faut aborder avec l'attention nécessaire, condition que en ce moment particulier, hélas, n'est pas évidemment possible vu le moment dramatique que la Vallée d'Aoste est en train de passer.
La connaissance est évidemment la base nécessaire et préalable pour définir la politique d'abord et aussi pour définir les actions dans n'importe quel domaine et donc ce Gouvernement ne manquera pas de réfléchir attentivement aux questions inhérentes aux minorités linguistiques, afin d'en vérifier la situation et les éventuelles mesures à définir pour assurer leur développement. Je pense, par exemple, à loi régionale n° 47 du 19 août 1998 portant la sauvegarde des caractéristiques, ainsi que des traditions linguistiques et culturelles des populations walser de la Vallée du Lys dont on pourrait vérifier l'état d'application afin de comprendre s'il est nécessaire d'en imaginer une mise à jour, tout comme il sera important de faire le point à des activités et à des programmes existants pour la valorisation de notre patois.
En ce qui concerne le recensement, sans entrer dans le fond, il convient de rappeler que, depuis quelques années, les recensements sont permanents et concernent à chaque fois des échantillons différents de la population. L'exhaustivité, la qualité et l'efficacité sont assurées par le recours à d'autres bases de données administratives qui intègrent l'enquête par échantillon. Mais ce qui est plus important est le fait que le questionnaire de ISTAT est le même pour toutes les Régions pour garantir l'homogénéité des informations et la fiabilité statistique des données. L'édition annuelle du questionnaire pour le recensement de la population ne prévoit aucune information sur l'utilisation de la langue, pas même dans la province autonome de Bolzano qui, comme on le sait, a son propre institut statistique qui remplace l'ISTAT sur le territoire provincial. Il faudra donc réfléchir à d'autres moyens d'enquête pour recueillir les données nécessaires à définir les meilleures stratégies possibles pour la sauvegarde et la valorisation de toutes les facettes qui composent notre communauté.
Président - La parole au collègue Lavy.
Lavy (LEGA VDA) - Sinceramente mi aspettavo la risposta da parte dell'Assessore alla cultura o istruzione, ma comunque va bene così. Mi ha risposto ciò che mi aspettavo sul fatto che non c'è nessun tipo di dato e questo credo che sia qualcosa di veramente grave, perché in una regione in cui ci sono diverse minoranze linguistiche - quella francese, francoprovenzale, walser con il titsch e il töitschu parlate a Gressoney - è qualcosa di veramente abbastanza scandaloso perché se non si riesce a monitorare l'evoluzione e il mantenimento di una lingua, allora è ovvio che poi non ci si può neanche costruire sopra una politica di salvaguardia e comunque di continua innovazione dal punto di vista linguistico. È una situazione abbastanza paradossale perché, come ho già detto, se non ci sono dati, è ovvio che tutte le leggi che sono state fatte, anche l'articolo 40 bis o la legge n. 482, non hanno reale applicazione o, meglio, chi controlla la reale applicazione? Gli strumenti legislativi ci sono ma, come si sa bene, non basta una legge per portare avanti una sorta di politica, serve un'applicazione e se una legge non viene recepita dai territori, è assolutamente inutile e purtroppo è ciò che è successo qui in Valle d'Aosta.
Io quindi sicuramente su questo tema porterò altri tipi di iniziative, si potrebbe pensare magari anche a una collaborazione con l'Università della Valle d'Aosta, anche per focalizzare maggiormente l'Ateneo valdostano sulle questioni identitarie valdostane. È un tema che forse, rispetto ai problemi attuali, non è così urgente sotto certi punti di vista, ma io son convinto che in realtà di tempo per prendere misure proprio per la questione linguistica non ce ne sia molto, perché soprattutto, per quanto riguarda le lingue walser, il titsch e il töitschu, non c'è più tempo, perché ormai sono parlate solamente più dalle persone anziane e i giovani non sono più coinvolti proprio nella trasmissione della lingua e il prossimo sulla lista è il francoprovenzale. Ecco perché, come ho detto, nei prossimi Consigli porterò altre iniziative che magari chiederanno proprio l'istituzione di un censimento linguistico a livello valdostano, magari in collaborazione proprio con l'Università della Valle d'Aosta.