Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 39 del 4 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 39/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito alle misure per sopperire alla mancanza di un centro Covid ospedaliero".

Marguerettaz (Presidente) - Proseguiremo con i lavori, punto n. 22 all'ordine del giorno. Collega Spelgatti, ha la parola.

Spelgatti (LEGA VDA) - Partiamo dall'articolo pubblicato sul "Fatto Quotidiano" in data 22 ottobre 2020 dal titolo: "Aosta, il centro Covid per potenziare l'ospedale è in ritardo. Pronto solo in primavera 2021. Sospesi interventi chirurgici non urgenti". Il contenuto dell'articolo che si riporta integralmente è il seguente:

"Il prefabbricato da 7,9 milioni, con pronto soccorso, 8 nuovi posti di terapia intensiva e altri 9 di sub-intensiva, era stato annunciato a luglio. "La delega dal commissario Arcuri per indire la gara di appalto è arrivata solo la settimana scorsa", fa sapere l'assessore uscente. Gli uffici di Arcuri erano in attesa di documentazione aggiuntiva per poter dare il via libera. I sindacati dei medici: "Sarà difficilissimo garantire le prestazioni sanitarie che hanno permesso, solo pochi mesi fa, di prendere in carico tutti i nostri malati".

Nella corsa contro il tempo delle Regioni per l'ampliamento dei posti in rianimazione destinati ai pazienti Covid, dai medici della Valle d'Aosta arriva un grido di aiuto. "Le strutture sono sempre le stesse e i professionisti della sanità sono stanchi e già provati dalla precedente ondata" scrivono in un comunicato le principali sigle sindacali dei medici - e c'è tutto l'elenco delle sigle - Del prefabbricato di quasi mille metri quadrati, annunciato lo scorso luglio, per potenziare l'ospedale Parini di Aosta oggi non c'è ancora l'ombra. "Viene chiesto nuovamente di impegnarsi, com'è giusto che sia, ma operando in un contesto strutturale (l'ospedale) e organizzativo di fatto immodificato - mettono nero su bianco i medici - perciò, ancora una volta, sarà difficilissimo garantire quelle prestazioni sanitarie che hanno permesso, solo pochi mesi fa, di prendere in carico tutti i nostri ammalati". Affermazioni che spaventano. Ma che fine ha fatto il progetto della struttura prefabbricata da 7,9 milioni di euro con pronto soccorso, otto nuovi posti di terapia intensiva e altri nove di terapia sub-intensiva? L'assessore alla salute della Valle d'Aosta, Mauro Baccega, contattato da ilfattoquotidiano.it, ha dichiarato che "il centro Covid non sarà pronto prima della primavera 2021". Fuori tempo massimo, considerata la forte recrudescenza dei contagi da coronavirus che si fa già sentire. "Sarà durissimo affrontare in queste condizioni l'autunno e l'inverno": lo ammette anche Baccega.

Il ritardo della realizzazione del prefabbricato sembra essere una questione di filiera. "Soltanto la settimana scorsa è arrivata la delega dal commissario Arcuri per indire la gara d'appalto per il piano di interventi - ci spiega l'Assessore uscente della Valle d'Aosta. Il progetto era stato approvato i primi di luglio nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera dalla Giunta regionale. Nel frattempo, il 4 luglio, avevamo inviato delle modifiche al Ministero della salute che sono state approvate il 20 luglio. In pratica la struttura è passata dai tre livelli previsti a due, perché il nuovo blocco del pronto soccorso verrà annesso a quello del Parini". Gli uffici di Arcuri erano in attesa di documentazione aggiuntiva relativa all'opera senza la quale il Commissario straordinario per l'emergenza non avrebbe potuto procedere con la delega. "I lavori per l'allestimento del container al servizio del triage di pronto soccorso partiranno fra un mese" assicura Baccega. Ma sarà sempre troppo tardi per far fronte all'emergenza sanitaria dettata dalla pandemia".

Per questo noi chiediamo: "quale sia l'iter che era stato preventivato inizialmente per arrivare alla conclusione definitiva dei lavori del centro Covid e con quali tempistiche", visto e considerato che si presumeva che tutti i lavori sarebbero dovuti terminare per l'inizio della nuova pandemia, in realtà non sono ancora partiti; "quali fasi cronologiche dell'iter previsto non sono state rispettate e per quali ragioni; quali misure siano state adottate e quali il Governo regionale intenda adottare, di concerto con l'Azienda USL, per sopperire alla mancanza del suddetto centro Covid; quale sia la quantificazione di massima dei costi aggiuntivi e le misure adottate per sopperire alla mancata realizzazione del suddetto centro comportano per la Regione a far data dal momento in cui ne era prevista la realizzazione fino al momento in cui si presume che il centro sarà effettivamente operativo".

Sapevamo già in quale direzione si sarebbe andati, l'abbiamo capito nella scorsa legislatura, perché in realtà non c'era veramente l'intenzione di fare questo prefabbricato, e noi abbiamo dovuto insistere non poco in Consiglio e lavorare non poco per arrivare a questo risultato, si puntava tutto sull'Isav, l'abbiamo sempre detto: ma non è corretto, abbiamo gli immobili, ne abbiamo tanti, abbiamo l'ospedale, abbiamo il Beauregard, abbiamo tante altre strutture, ci possono essere tante soluzioni alternative da mettere sul piatto, compresa quella del prefabbricato e quant'altro, perché ci parlate sempre di Isav. Isav è continuato a tornare fuori in continuazione, già una volta approvato il discorso del prefabbricato, si continuava però a leggere su tutti i giornali di quest'ossessione per Isav. Isav ha dei costi, ogni posto letto costa. Bene, adesso ci si dice che tra tutte le possibili soluzioni che c'erano sul piatto è stata scelta di nuovo quella di Isav. Bene, allora visto e considerato che questo prefabbricato non è pronto, i soldi sono stati stanziati, quindi comunque i costi per il fabbricato ci sono e sono da affrontare, ma siamo così fortemente in ritardo, comunque sia ci sono dei costi che raddoppiano, e quindi per tutto il periodo previsto di sdoppiamento di costi perché non si sono trovate delle soluzioni alternative e comunque il prefabbricato non è pronto, ci sono delle problematiche non da ridere anche a livello economico che devono poi essere giustificate alla collettività perché c'è un raddoppio di costi. Tante altre soluzioni, ripeto, l'ho accennato prima, si sarebbero potute adottare; abbiamo, lo ricordo, un ospedale Beauregard che avrebbe potuto essere utilizzato come ospedale Covid visto che comunque c'è la diagnostica, ci sono le sale operatorie, si sarebbero potuti liberare i piani degli uffici amministrativi dell'ospedale Parini e quindi trovare altri posti letto lì, ci sono altre strutture di proprietà della Regione che si sarebbero potute adattare. Tutto questo non è stato fatto.

Lei prima mi ha detto: "non è un problema di spazi, è un problema di personale". Che cosa è stato fatto per reperire questo personale? Perché a me quello che risulta è che sostanzialmente non è stato fatto quasi nulla; dal punto di vista dei medici, nulla, dal punto di vista degli infermieri, poco o nulla rispetto a quello che si sarebbe potuto fare, e poi anche per reperire tutto il resto del personale.

Sul discorso degli ambulatori non è stato fatto assolutamente nulla e si affronta oggi questo discorso, ma siamo in piena pandemia.

Ripeto: il risultato di tutta questa operazione, di tutto quello che non è stato fatto è che l'ospedale Parini sostanzialmente è diventato un ospedale Covid, si è bloccata completamente la sanità, la sanità quindi sostanzialmente sta esplodendo e questo comporta anche delle conseguenze enormi proprio perché nel momento in cui... a parte il problema della salute e di tutti i cittadini che continuano ad avere tutte le altre patologie che non vengono più curate, ma poi, nel momento in cui esplode la sanità valdostana avendo noi un unico ospedale, chiaramente va tutto in tilt e ribadisco il concetto che a pagare per questa situazione di blocco della sanità poi è tutta la collettività perché è poi tutta la collettività che finisce in lockdown perché non ci sono più posti letto disponibili e quindi non si può più tenere aperto nulla. Il problema quindi è che per tutto quello che non è stato fatto, come al solito, a pagare sono i cittadini e invece ci sono delle grosse responsabilità proprio per le scelte che sono state fatte o per tutto quello che non è stato scelto di fare.

Presidente - La parola per la risposta all'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Con riferimento alla presente interpellanza, ritengo che le informazioni siano già state fornite nell'ambito di una risposta a un'interrogazione precedente: "Notizia sullo stato di realizzazione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera", tant'è vero che il consigliere Spelgatti ha un pochettino ripercorso quali sono stati i problemi, i finanziamenti, eccetera, per la costruzione di questa cosiddetta "aggiunta", che io non definirei un "ospedale Covid". Occorre tuttavia specificare che il piano regionale non prevede la realizzazione di un centro Covid, questo deve essere comunque chiaro, bensì, come richiesto dall'articolo 2 del decreto-legge n. 34/2020: "La realizzazione di interventi per il potenziamento della rete ospedaliera mediante l'aumento strutturale del numero dei posti di terapia intensiva e semintensiva e la creazione di percorsi separati nell'area di Pronto Soccorso". Contrariamente a quanto affermato dall'articolo pubblicato sul "Fatto Quotidiano" del 22 ottobre, a seguito dell'approvazione del piano da parte della Giunta regionale, non si sono rese necessarie ulteriori integrazioni documentali.

Le misure gestionali e organizzative adottate dall'Azienda USL per affrontare l'attuale fase emergenziale, come già accennato, riguardano: la gestione di equipe di medici per reparti Covid, le attività finalizzate alla miglior gestione delle scorte di magazzino e a una specifica formazione del personale, anche con riferimento all'utilizzo dei DPI; l'attivazione della struttura socio-sanitaria di Perloz, come già detto, al fine di agevolare le dimissioni dai reparti ospedalieri; la revisione di percorsi sanitari: tali misure si sarebbero rese necessarie anche nel caso di realizzazione e di allestimento delle nuove aree ospedaliere previste dal decreto-legge n. 34/2020 con ulteriore problematica di dover reperire il personale necessario alla gestione delle stesse. Questo perché le due strutture avevano delle indicazioni diverse, nel senso che... fatta questa struttura, i famosi due piani, tre piani, vicino, diciamo, al laboratorio analisi... questa struttura verrà comunque costruita, è comunque una struttura adibita a una terapia intensiva e semi intensiva, possibilmente di tipo modulare in modo da poterla utilizzare anche per altre esigenze che dovessero verificarsi in futuro. È quindi una struttura in più, in questo momento non verrebbe utilizzata per poter ampliare la risposta ai ricoveri Covid. Potrebbe diventare una risposta al problema Covid nel momento in cui i posti di terapia intensiva non fossero più sufficienti, questo sì, ma non nell'attuale situazione. In questa situazione l'ampliamento di posti, la ricerca di posti - parliamo pure dell'Isav - l'Isav in questo momento ha un fattore positivo per noi, che ha il personale infermieristico e parzialmente anche medico, e questa è la differenza sull'utilizzare altre strutture in cui noi dovremmo mettere tutto il personale che in questo momento, come ho già detto prima, non abbiamo. Soluzioni dal punto di vista logistico ce ne sono, ce ne potrebbero essere, lei ha perfettamente ragione, però, come dicevo già prima, e continuo a ripetere, il problema in questo momento è il personale. Sono stati espletati molti concorsi dall'azienda sanitaria in questo periodo, sia per quanto riguarda gli infermieri che per i medici; come sapete tutti, la gran parte di questi concorsi sono andati deserti, per cui c'è una grossa difficoltà a reperire medici e un pochettino meno, per fortuna, infermieri. È ovvio che bisognerà creare degli incentivi, su questo ha ragione, per poter essere attrattivi e quindi avere più medici, evitare che i medici che ci sono se ne vadano, mai questo è ovvio ed è giusto affermarlo.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Spelgatti, ne ha facoltà... esplicitiamo solo il motivo, il fatto personale, prego, consigliere Baccega.

Baccega (PA) - Sono stato citato più volte dalla interpellante e quindi credo che ci possa essere una richiesta di parola per fatto personale. Citando l'articolo ci sono state delle divagazioni che non sono previste nell'articolo e quindi vorrei chiarire meglio le cose, se possibile...

Presidente - Non possiamo però immaginare nell'ambito della discussione di interloquire ogni volta che veniamo citati come fatto personale, però se è indispensabile... ma in modo telegrafico.

Baccega (PA) - Mi limito semplicemente a dire che mai e poi mai ci eravamo sognati, il presidente Testolin, il sottoscritto e tutte le strutture che si stavano muovendo intorno alla realizzazione del corpo C1, mai e poi mai avevamo detto che sarebbe stato pronto per novembre, questo che sia chiaro. L'obiettivo del cronoprogramma di quella struttura andava sempre al 2021, ma nel prossimo Consiglio farò io un'interrogazione che possa sviluppare bene e chiarire meglio quali sono gli aspetti. Grazie di avermi dato la parola.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Io la ringrazio, collega Baccega, perché lei dà un'indicazione molto importante, ma non va a suo favore, perché oggi parlavamo del piano. Il piano, dicevo, non era assolutamente esaustivo perché non affrontava nessun tema, cioè non affrontava il problema della recrudescenza della pandemia che si sapeva benissimo, era scritto su tutti i giornali, che sarebbe arrivata in autunno. Nel programma si parla di interventi con singoli posti di terapia intensiva da aumentare, quant'altro, più il corpo C, più altre cose, tutti interventi di lungo periodo. Ora, se tutto quello che è stato fatto per affrontare l'emergenza sanitaria in vista di settembre-ottobre, quando si sapeva che sarebbe successo tutto quello che poi si è puntualmente verificato, era quel piano con interventi di lunghissimo periodo, la cosa è veramente preoccupante, perché già è grave il fatto di dire: "non siamo riusciti a fare quello che avevamo preventivato saremmo riusciti a fare per settembre-ottobre"... tra l'altro, si sarebbe potuto fare per settembre-ottobre, ricordo che in Lombardia è stato costruito in tempi record un intero ospedale, quindi tutto quanto si sarebbe potuto fare e si sarebbe potuto fare anche con risorse nostre, con le mani libere e quant'altro. Comunque sia, sapere già che quello era il piano e quello era il piano per affrontare la recrudescenza dell'emergenza Covid e si sapeva già che tanto comunque i risultati di tutto questo sarebbero arrivati due anni dopo, un anno dopo è veramente drammatico, quindi, ex assessore Baccega, le dico anche che forse si sarebbe salvato meglio lasciando le indicazioni che c'erano nell'articolo, era meglio non sapere questo piccolo particolare.

Non mi avete comunque risposto, perché sostanzialmente non mi avete detto i costi. Prima domanda: dite il corpo C, "il corpo C prevede appunto l'ingrandimento, eccetera, e comunque il personale da mettere in ogni caso..." cioè se sei in questa situazione e per affrontare l'emergenza epidemiologica si pensava di avere il personale a disposizione, il personale ci doveva essere e il personale evidentemente non c'è e comunque non si è fatto a sufficienza per poterlo reperire. Benissimo, sappiamo che i 35 posti possono arrivare da Isav, quanto ci costa però tutto questo? Perché questa non era una soluzione ipotizzata nel piano organizzativo. Nel piano di riorganizzazione dell'ospedale e nel piano quindi per risolvere le problematiche dell'ospedale e per affrontare la seconda ondata Covid di Isav non si parlava, quindi teoricamente la soluzione doveva essere tutta contenuta in quel piano, in quel piano c'erano dei costi da sostenere per poter allargare l'ospedale e quindi in qualche maniera aggiungere delle strutture all'interno dell'ospedale, queste erano le soluzioni che erano state ipotizzate inizialmente come risolutive del problema della nuova ondata. Di Isav non si parlava formalmente nel piano, però salta fuori adesso. Noi sapevamo già che sarebbe saltata fuori, perché i tentativi comunque sia di inglobare, di immettere una quantità enorme di soldi su Isav per dividere poi le strutture ospedaliere su addirittura tre poli... già abbiamo il problema che abbiamo l'ospedale il Beauregard, dobbiamo inserirci anche una struttura privata di mezzo con soldi pubblici, era già tutto un qualche cosa che comunque non andava bene, ma si sapeva che si sarebbe andati in quella direzione, ma non lo si è esplicitato nel piano, quindi nel piano non c'è scritto, ma comunque siamo andati a finire e a parare lì.

E a quanto costa però non c'è risposta, perché comunque sia c'era una domanda specifica: "quale sia la quantificazione di massima dei costi aggiuntivi e le misure adottate per sopperire alla mancata realizzazione del suddetto centro comportano per la Regione a far data dal momento in cui ne era prevista la realizzazione fino al momento in cui si presume che il centro sarà effettivamente operativo". A questa domanda quindi non è stata data risposta. I costi comunque da sostenere saranno molti, però è stato ammesso che in realtà non era previsto di fare sostanzialmente assolutamente nulla per affrontare l'emergenza a ottobre.