Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 37 del 4 novembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 37/XVI - Interpellanza: "Notizie relative ai protocolli sanitari da applicare in caso di contagio da Covid-19 negli alpeggi".

Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 21 dell'ordine del giorno. Qualcuno per l'illustrazione? Ha chiesto la parola il consigliere Planaz.

Planaz (LEGA VDA) - Ho ritenuto opportuno fare questa interpellanza perché è motivo di preoccupazione di molti allevatori e molti conduttori di aziende agricole, in quanto in caso di positività da Covid o si trovino in isolamento, non sanno come condurre o commercializzare i propri prodotti. Faccio una premessa: io ammetto che non è facile in questo momento di pandemia andare a legiferare in qualsiasi ambito settoriale, soprattutto nel nostro e con le difficoltà che ha il nostro territorio, che tutte le volte ci insegna che abbiamo qualcosa di nuovo, di diverso dalle altre regioni, qualcosa che ci impone delle regole diverse e con tutto il rispetto ringrazio chi si impegna a cercare di risolvere, a dare delle risposte in queste fasi molto delicate.

Voglio tornare un attimo indietro all'anno scorso quando è incominciata l'emergenza Covid, io ero rappresentante della categoria e avevamo attivato una squadra di supporto per andare a sostituire con tutte le difficoltà e le regole del caso eventuali casi di positività, in caso di allevatori positivi da questo Covid. Fortunatamente nel periodo invernale non abbiamo riscontrato delle grosse difficoltà, forse le regole che ci erano imposte dal divieto degli spostamenti e quant'altro, hanno fatto sì che siamo usciti immuni da questa grave problematica. È emersa la situazione primaverile con la necessità di far rientrare in regione dipendenti extracomunitari e con l'obbligo di fare una quarantena di 14 giorni ma senza una certezza che questi siano stati negativi o positivi, poi può anche darsi che l'infezione sia arrivata da altrove, fatto sta che ci siamo trovati in situazioni molto gravi dov'è stata interrotta la produzione... che la produzione non può essere interrotta, siamo un settore particolare. Come abbiamo sentito oggi in quest'aula, ogni settore in caso di positività deve interrompere la sua attività e non può più proseguirla. Nel nostro caso ci sono stati dei casi, non tanti per fortuna... e questo non è potuto succedere, però hanno dovuto interrompere sia la produzione dal punto di vista commerciale che dal punto di vista produttivo. Dal punto di vista commerciale, c'è stata un'interruzione per il divieto delle norme igieniche e sanitarie nel poter conferire o eventualmente vendere i prodotti, e, dal punto di vista economico, alcune di queste aziende si sono trovate molto in difficoltà perché si trovavano da una parte le spese da affrontare ogni giorno per mandare avanti l'attività, dall'altro canto non venivano retribuiti. Per questo motivo ho portato questo delicatissimo discorso in aula oggi per vedere se riusciamo a trovare delle soluzioni in caso che ci siano degli allevatori o dei conduttori, o degli operatori di questo settore positivi o in isolamento, quali decisioni possiamo prendere per far sì di alleviare questo malessere che c'è oggi nel nostro settore.

Presidente - Per il Governo la parola all'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Grazie consigliere Planaz che porta in aula questa tematica che abbiamo potuto conoscere la scorsa primavera, quindi nel corso appunto della primavera le criticità legate allo svolgimento dell'attività agricola, nelle aziende zootecniche in presenza di allevatore o familiari positivi al Covid-19 sono state affrontate dalla struttura competente in materia di igiene e sanità pubblica e veterinaria. Proprio in data 18 marzo sono stati trasmessi a tutti gli enti e le associazioni coinvolte le indicazioni e i chiarimenti circa le attività che può svolgere un allevatore sottoposto a misure di isolamento in quanto o paziente confermato positivo o definito contatto stretto di un paziente confermato positivo. Tali indicazioni stabiliscono che l'allevatore positivo al Covid debba sospendere ogni attività zootecnica fino al termine dell'isolamento e che l'allevatore in isolamento definito contatto stretto di un soggetto positivo possa proseguire l'attività adottando le misure igienico-sanitarie fino a fine isolamento, salvo ovviamente la comparsa di sintomi o di positività. Le procedure indicate costituiscono prescrizione di tipo generale e ogni diversa situazione deve tuttavia essere gestita dalle autorità comunali che, in accordo con i medici della sanità pubblica, hanno il compito di effettuare puntualmente le valutazioni del caso.

Nel caso però in cui si verificassero criticità simili a quelle citate nelle premesse riguardanti l'alpeggio del Vallone di Saint-Barthélemy, nel quale, come giustamente ricordato, tutti i componenti della famiglia e tutti i lavoratori dipendenti risultavano positivi e pertanto impossibilitati a svolgere l'attività agricola, si concorda appunto che l'eventuale messa in asciutta non sia una strada percorribile né dal punto di vista del benessere animale, né tanto meno dal punto di vista economico. Come giustamente ricordava il consigliere Planaz, l'AREV attualmente ha a disposizione un elenco di operatori disponibili a effettuare un servizio sostitutivo in caso di impossibilità ad operare da parte dei titolari dell'allevamento. Questo è stato oggetto già nella giornata di ieri come per le altre tematiche di una tavola rotonda del sottoscritto con i tecnici e appunto il Direttivo dell'AREV. In ogni caso, tenuto conto della recrudescenza dell'epidemia, l'Assessorato si impegna a convocare gli enti e le associazioni di categoria per addivenire a una soluzione condivisa e percorribile, per fronteggiare tali problematiche sia dal punto di vista tecnico che di sostenibilità economica. Questi aspetti, come le dicevo, sono stati affrontati giusto nella giornata di ieri per analizzare attentamente la situazione, anche per evitare problematiche future. È chiaro che la situazione si svilupperà nel proseguo e l'impegno dell'Assessorato è quello di riuscire ad andare incontro alle esigenze e alle emergenze di queste aziende che vengono colpite.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Planaz.

Planaz (LEGA VDA) - Assessore, la ringrazio molto per l'interesse che ha già attivato nei confronti di questa situazione, anche se, come dicevo prima, la situazione è molto grave per questa pandemia e forse le sue competenze non sono proprio tutte... forse dovremo lavorare in concerto con l'Assessorato della sanità per dare delle linee in caso di positività in queste situazioni. Tengo a precisare che in questo momento forse non c'è questa grossa necessità perché gli animali sono tutti o la maggior parte non in produzione; sarà un grosso problema se il mese di gennaio e di febbraio ci troveremo in questa situazione con dei casi positivi dove le produzioni delle bovine toccano il picco più alto della stagione e dove - l'ha detto anche lei prima - sia in fatto di benessere dell'animale, sia in fatto economico il metodo all'asciutta è a dir poco quasi impossibile per tutti gli aspetti che poi si riscoprono dopo col benessere animale, le conseguenze che possono avere, perché non è che, attivando questa pratica, poi l'animale dopo un anno o dopo un anno e mezzo, quando incomincia il suo ciclo produttivo, possa tornare alla normalità. So di tutto quello che sta facendo l'AREV perché fino a ieri ero anch'io a capo di quell'associazione, e nel caso non bastino tutte le procedure che abbiamo attivato, occorre vedere se si possono attivare delle procedure per far fronte a questo... a volte anche risarcimenti di danni per queste aziende che dovessero trovarsi in condizione che non riescono a produrre o a commercializzare i propri prodotti.