Oggetto del Consiglio n. 36 del 4 novembre 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 36/XVI - Interpellanza: "Intendimenti sulle procedure per la riassegnazione delle autorizzazioni alle società a partecipazione interamente pubblica".
Bertin (Presidente) - Possiamo passare al punto n. 20 dell'ordine del giorno. La parola al consigliere Aggravi per l'illustrazione.
Aggravi (LEGA VDA) - Il titolo dell'interpellanza non rende evocativo il vero problema oggetto del contendere, ovvero il futuro di CVA. Questa interpellanza ha l'obiettivo di fare un po' di chiarezza rispetto a quanto enunciato all'interno del programma di governo, perché, come già avevo avuto modo di sottolineare nel primo discorso fatto in questa nuova legislatura, c'erano dei passaggi che non erano pienamente comprensibili. Sono quattro domande che cercano appunto di mettere ordine a quanto enunciato nel programma di governo, in particolare: "quali si ritiene potranno essere le specifiche e particolari procedure per la riassegnazione delle autorizzazioni per le società che siano interamente pubbliche", in quanto all'interno del programma di governo specificate che ci sia la possibilità appunto di definire delle specifiche particolari procedure per la riassegnazione delle autorizzazioni per le società che siano interamente pubbliche; "in che modo si possa ottenere una proroga della scadenza delle concessioni oltre il 31 marzo 2029", in quanto, ripeto, nel programma vi ponete come obiettivo, nelle more appunto dell'individuazione delle specifiche particolari procedure, la possibilità di prorogare la scadenza delle concessioni oltre il marzo 2029; "quale sia la legge dello Stato che dovrebbe consentire la riapertura dei termini per la possibile emissione di Bond sul mercato regolamentato", che è uno degli elementi che si è più volte paventato in quest'aula e soprattutto nella commissione speciale di cui poi farò, tra l'altro, a favore appunto della maggior comprensione dell'interpellanza un passaggio, e quindi, a fronte di questo, "se vi siano già state delle interlocuzioni utili per la sua approvazione - per l'approvazione di questa legge dello Stato - con i nostri rappresentanti in seno al Parlamento italiano o con forze politiche nazionali endogene alla compagine governativa locale". Perché dico questo? Perché è capitato spesso che si confondessero quelle che erano appunto norme di attuazione o leggi dello Stato per l'assegnazione delle concessioni idroelettriche rispetto a quelle leggi/norme di attuazione auspicate a favore del gestore, quindi di CVA, perché potesse CVA continuare a fare quello che sta facendo, che, come specificato fra l'altro, nella famosa e famigerata direi legge Madia, in particolare all'articolo 4, sappiamo che le società che fanno altro, oltre che la produzione di fonti rinnovabili... ovviamente l'ente pubblico non può detenere delle partecipazioni, perché spesso ci si dimentica che CVA fa sì produzione di energie rinnovabili, ma se guardiamo dal punto di vista dei numeri, il core business è la vendita di energia, cioè gli utili li fa soprattutto grazie alla vendita di energia, quindi la parte legata più a CVA Trading.
Perché mi collego al lavoro fatto in commissione speciale? Perché la relazione finale della commissione speciale, quella appunto portata dai soggetti all'epoca della maggioranza, conclude identificando due possibili scenari: uno appunto era quello della quotazione in Borsa e l'altro era quello relativo all'approvazione di apposite norme di attuazione. È bene specificare che, dopo l'identificazione di questi scenari nella parte finale della relazione, si esprimeva questo passaggio molto importante: "Senza entrare nel merito delle decisioni che spetterà al Consiglio regionale, la commissione rileva come, a detta degli esperti, la percorribilità dell'opzione norme di attuazione ai fini della valorizzazione sul mercato possa presentare una maggiore aleatorietà nei tempi e negli esiti del percorso rispetto alla linearità e alle certezze anche temporali che caratterizzano l'iter di quotazione. Avrebbe invece diversa natura una norma di attuazione in materia di concessioni che sarebbe da perseguire a prescindere da ogni altra decisione".
Il dubbio che mi pongo a beneficio di questo Consiglio quindi è capire se la situazione rispetto all'epoca è mutata, cioè se c'è una disponibilità da parte del Governo centrale di approvare una norma di attuazione che consenta a CVA di continuare a fare quello che fa, e qui la curiosità sarebbe ancora maggiore perché vorrebbe dire in parte andare contro l'impianto della "legge Madia", che, per carità, magari avete delle informazioni maggiori rispetto a noi che siamo qui all'opposizione e anche a Roma siamo all'opposizione... però sembrerebbe in contrasto con la maggior parte dei gestori e dei percorsi che sono stati fatti, e ci sono delle realtà, visto che stamattina in parte parlavo anche di lobby, che potrebbero arrabbiarsi notevolmente di questa ulteriore specificità di cui la Valle d'Aosta potrebbe godere, per quanto se si potesse, ben venga.
Dall'altro lato, la mia preoccupazione ulteriore è che si rischia, se non si specifica su questo argomento quello che si vuole fare e quello che si intende fare, di mischiare di nuovo il tema delle concessioni con il tema della società gestore, che in questo caso è CVA, ma che ovviamente può anche considerarsi un'altra società che gestisce. All'interno di un mercato, che dovrebbe avere un equilibrio, ovviamente quindi si andrebbe a creare una posizione di dominanza della società CVA rispetto ad altri gestori, non solo in Valle d'Aosta, perché, purtroppo o per fortuna, il mercato dell'energia è molto più ampio rispetto alla nostra singola realtà.
Presidente - La parola all'assessore Caveri.
Caveri (VdA Unie) - Ringrazio molto del garbo con cui ha posto le domande su un tema molto importante. Se noi potessimo avere una macchina del tempo e tornassimo nelle prime riunioni del Consiglio regionale, addirittura in epoca pre-statutaria, scopriremmo come questa questione delle acque, questa questione dell'idroelettrico fosse già un tema centrale e di come il nostro Statuto di autonomia sia da questo punto di vista dinamico, cioè in certi casi questa questione dell'idroelettrico era sparita dai nostri orizzonti con le celebri sentenze che confermavano la nazionalizzazione dell'energia elettrica all'inizio degli anni Sessanta, che aveva di fatto depotenziato queste nostre competenze che sono poi rinate a partire dagli anni Novanta, quando tutta una serie di logiche, compresa la liberalizzazione del mercato elettrico, hanno consentito alla Valle d'Aosta di appropriarsi di CVA e quindi delle centrali idroelettriche e di un bene che per molti anni avevamo considerato come perso. In questa fase storica siamo di fronte di nuovo a delle sfide epocali per il mantenimento di queste acque nelle nostre mani e sulle acque diciamo che il testo statutario è chiaro: per 99 anni noi abbiamo il diritto sulle acque, quindi credo che allo scadere dei 99 anni sarò talmente vecchio da essere in qualche microcomunità, quindi il tema sarà affrontato da giovani forze...
Oggi invece ci troviamo di fronte a queste questioni che lei ha evocato e sulle quali rapidamente le risponderò: da una parte questa storia della norma di attuazione. In realtà, la norma di attuazione, che dovrà essere affrontata dalla Paritetica, ricordo a questo proposito che noi dovremo nelle prossime sedute definire i tre membri di parte regionale per rendere operativa la Commissione paritetica... da una parte le norme di attuazione devono fare in modo che la Valle d'Aosta faccia uno scatto in avanti, nel senso che oggi le Regioni a Statuto ordinario, come lei ricordava, in materia di gare è più avanti di noi, perché noi abbiamo un quadro statutario che è addirittura più indietro rispetto alle Regioni a statuto ordinario; dall'altra però, nella bozza di norma di attuazione che venne trasmessa alla Paritetica si immaginava la possibilità di assegnare direttamente le concessioni a società interamente partecipate direttamente o indirettamente dalla nostra Regione. Questa modellistica di assegnazione è alternativa rispetto alla gara pubblica, alla società mista e al ricorso al partenariato pubblico-privato. Noi riteniamo che questa sia una strada da intraprendere, sarei arrischiato a dirle in questo momento che la strada è piana e ci porta di sicuro a quel risultato, io credo che, da questo punto di vista, questa strada, com'è stato scritto nel nostro programma, sia una strada da affrontare.
Avremo contro delle lobby? Io devo dire probabilmente sì, ma lo è perché CVA è appetibile: è appetibile perché sono energie verdi, è appetibile perché comunque, al di là di tutte le polemiche fra di noi, è una società che funziona, potrebbe funzionare meglio come tutto, ma è importante.
In che modo si può ottenere una proroga della scadenza delle concessioni? Noi siamo in una situazione pandemica e siamo di fronte anche a un affievolirsi delle norme in tema di aiuti di Stato della Commissione europea, per cui CVA assieme a molti produttori idroelettrici nazionali hanno chiesto al Governo la proroga delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche per un periodo di almeno 10 anni, che permetta di sbloccare gli investimenti nel settore; anche CVA ha una serie di impianti che sono oramai vetusti, circa come investimenti 10 miliardi di euro che potrebbero servire a rilanciare l'economia dell'Italia e ad arrivare più facilmente a quei risultati previsti dal piano nazionale integrato energia e clima fissato per il 2030. Una prima proposta era stata formulata nel mese di giugno dal deputato del PD, un vecchio amico, Enrico Borghi, introducendo la questione del dibattito politico; successivamente in fase di conversione in legge del recente decreto-legge 16 luglio 2020 n. 76, quello sulle semplificazioni, è stato presentato un emendamento che conteneva la revisione della disciplina di riassegnazione delle concessioni grandi derivazioni idroelettriche, sia la proroga della durata con firma dei senatori Bressa, Lanièce, Unterberger e Steger, frutto di un'interlocuzione con il Dipartimento affari regionali. L'emendamento purtroppo che prevedeva questi 10 anni di spostamento non è stato approvato e, in data 1° ottobre 2020, le associazioni che rappresentano i produttori idroelettrici hanno trasmesso al Ministero per gli affari europei una lettera che prevede, tra l'altro, proprio questo spostamento ulteriore delle grandi derivazioni idroelettriche. Mentre prima le altre modalità sono norme di attuazione, questo, essendo che già in passato ci sono stati degli spostamenti temporali in avanti delle concessioni idroelettriche, è un obiettivo da perseguire.
Per quel che riguarda i Bond, si segnala che per legge dello Stato si intende un provvedimento legislativo statale che modifichi il comma 1, lettera p), dell'articolo 2 del decreto legislativo 19 agosto 2016, che sarebbe il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica nella parte in cui, riferendosi alle società che hanno emesso degli strumenti finanziari diversi dalle azioni, quotati in mercati regolamentati, prevede per ora il riferimento alla data del 31 dicembre 2015. Questa modifica sarebbe motivata dalla necessità di superare l'ingiustificata simmetria che si è venuta a creare fra le società pubbliche che abbiano emesso strumenti finanziari quotati prima e dopo il 31 dicembre 2015 e di garantire parità di trattamento a tutte le società pubbliche che abbiano per l'appunto emesso strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati. Per capirci, quindi questa sarebbe una possibilità ulteriore nel bagaglio di strumenti a nostra disposizione per finanziare CVA.
Ultima questione, cioè "se vi siano già state interlocuzioni utili per la sua approvazione con i rappresentanti in seno al Parlamento italiano con forze politiche nazionali endogene alla compagine governativa locale". Ebbene, CVA - questo è quanto io ho trovato nelle carte - in data 13 novembre 2018, su richiesta dell'allora Coordinatore del Dipartimento legislativo Aiuti di Stato, aveva inviato alla Regione delle proposte di emendamento, volte, tra l'altro, a modificare il riferimento temporale di cui ho parlato poco fa, da presentare per il tramite dell'allora Assessore alle finanze ai rappresentanti nazionali della Lega in sede di discussione della legge di bilancio 2019. Recentemente CVA ha trasmesso al senatore Lanièce una proposta di modifica sempre nell'ottica di spostare il riferimento temporale già citato; il Senatore l'ha proposto come emendamento nel corso del 2020 sia in fase di approvazione della legge di conversione del decreto-legge 2020 n. 76, sia in fase di approvazione della legge di conversione del decreto-legge n. 104 sempre del 2020. In entrambi i casi gli emendamenti non sono stati approvati.
Concludo nel minutino a disposizione per dire che dunque sono molti gli strumenti oggi che devono poter consentire di fare un ragionamento su CVA. Credo a questo proposito che sia interesse di tutti riflettere su quali siano le migliori strumentazioni a disposizione. Noi abbiamo individuato nelle discussioni che ci sono state all'origine di questa maggioranza su queste strade da intraprendere... naturalmente questo non significa affatto che, a fronte delle risultanze che ci saranno, ci possa essere la possibilità di riflettere a fondo. L'obiettivo comune, a mio modestissimo avviso, deve essere quello di ritenere CVA importante, un bene di tutti i Valdostani, una macchina che può funzionare sempre meglio, liberandosi però di tutta una serie di fardelli e tra questi naturalmente anche i limiti oggi a operazioni esterne che sono contenuti dalle norme della legge Madia.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Visto che lei ha anche la delega all'istruzione, mi perdoni una battuta. Io avevo un professore di diritto commerciale che mi diceva che me la cavavo sempre con un po' di storia, lei ha iniziato con un po' di storia e ha iniziato a cavarsela bene. Vede, cerco di non filosofeggiare come altri colleghi e andare subito nel vivo della questione. Sulla questione dei Bond è vero, mi sembra di conoscere quell'Assessore che ricevette nel 2018 le proposte di emendamento, effettivamente ci fu un tentativo da parte di quel Governo di cui feci parte già nella commissione, mi sembra fosse quella del Senato, di cercare di inserire questi emendamenti soprattutto per riaprire e rendere giustizia alle società, che, purtroppo, non sapevano della possibilità dell'emissione di Bond quotati, e non ci fu possibilità, non tanto per colore politico ma proprio per impostazione di normativa europea, perché già di per sé quella finestra era qualcosa di un po' anormale se noi andiamo a vedere la normativa europea, sia soprattutto per questioni di lobby e anche di impostazione che lo stesso TUSP o comunque la legge Madia definisce. Per questo la mia domanda, perché volevo comprendere se dopo quella fase in cui al Governo c'erano quei "cattivi" Leghisti si era trovata una possibilità di soluzione, ma vedo che siamo da capo. Vedo anche - mi si perdoni una battuta un pochettino più macabra - che nel discorso della proroga forse dovremo ringraziare il Covid se andremo a superare l'attuale impostazione degli aiuti di Stato, che è molto limitativa e che non riguarda soltanto CVA ma anche altre società partecipate, ma nei prossimi Consigli avremo occasione di affrontarle.
Un'ultima battuta sulla parte delle norme di attuazione: sicuramente condivido la questione sulla gestione delle concessioni, quindi la possibilità di essere davvero maîtres chez nous anche su questo aspetto, visto che petrolio non ne abbiamo ma "petrolio blu" per adesso ne abbiamo ancora, l'assegnazione diretta a società totalmente pubblica con anche il meccanismo del PPP è uno degli scenari che in parte è stato valutato, ha tutta una serie di complicazioni e di complicanze sicuramente se, e la invito a riprendere gli atti del Consiglio monotematico che fu fatto in quest'aula sui vari scenari, anche grazie... all'epoca furono criticati ma io credo che sono stati molto utili i nostri vari ordini del giorno su tutta una serie di scenari che CVA poteva ricomprendere e che purtroppo la commissione speciale non ha sondato fino in fondo, perché il limite - e non me ne voglia l'ex collega Nogara che ebbe quella commissione speciale - è che non valutò tutti gli scenari in maniera approfondita, quindi dal punto di vista tecnico-normativo, ma soprattutto economico, di fattibilità economica e di sostenibilità anche per la valorizzazione e il mantenimento del valore pubblico di CVA. Questo sicuramente è uno degli scenari, però ricordiamoci anche che al momento - lo dico in maniera sintetica - l'assegnazione diretta a società totalmente pubblica, anche col PPP, di concessioni che comunque sono interne al mercato, perché il mercato dell'energia è cosa ampia, seppur molto regolamentato, deve essere supportata ovviamente da dei criteri di utilità pubblica; la produzione di energia elettrica, per carità, nella Jugoslavia di Tito era di utilità pubblica, oggi è quota parte del mercato.
Io capisco benissimo che il lodo CVA, potremmo chiamarlo nel vostro programma di governo, è uno dei lodi insieme al lodo Cime Bianche molto importante e che andremo ad analizzare di più e sicuramente interventi da parte nostra ce ne saranno altri, ovviamente in Consiglio e in commissione, ma, a fronte di questa risposta, io la invito ad analizzare gli atti di quel Consiglio perché aiuteranno sicuramente lei in primis, visto che si occuperà della parte strategica delle partecipate, a fare un po' più di chiarezza e - perché no? - instillare magari qualche utile dubbio nella gestione di questo dossier.