Oggetto del Consiglio n. 21 del 4 novembre 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 21/XVI - Interrogazione: "Notizie relative alla procedura di ampliamento dei confini dell'Ente Parco Naturale Mont Avic".
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto 5 all'ordine del giorno. Per la risposta l'assessore Minelli.
Minelli (PCP) - Collega Brunod, come lei ben sa lo scorso anno 2019 è stato per il Parco del Mont Avic un anno particolarmente importante, ricco di iniziative, ricorrendo infatti il trentennale di quella istituzione. L'istituzione del parco è avvenuta con legge regionale n. 66 del 19 ottobre 1989, che in seguito ha subito diverse modifiche anche per adattarsi al mutato contesto giuridico nazionale ed europeo. Nel 2003 si è avuto un primo ampliamento significativo dei confini del parco sul territorio di Champorcher nel vallone di Dondenaz. Attualmente il parco si estende su una superficie di 5769 ettari. Con delibera della Giunta regionale n. 794 del 2018 è stato approvato un dettagliato e organico piano di gestione territoriale.
Un anniversario quello dello scorso anno ricco di traguardi raggiunti sia sul piano della conoscenza e della salvaguardia dell'ambiente naturale a beneficio, io ritengo, dell'intera collettività, sia sul piano della promozione di uno sviluppo socioeconomico del territorio sulla base dei principi della sostenibilità. Ricordo rapidamente i due centri visitatori realizzati, cinque edifici rurali di proprietà pubblica recuperati, la gestione di oltre cento chilometri di sentieri, la promozione internazionale del territorio del Parco del Mont Avic, i vari progetti scientifici e di monitoraggio attivati e in corso anche attualmente, la sistemazione della strada per Chevrère, la presenza crescente di un'offerta di ricettività e di servizi turistici che si è diffusa sul territorio in quota e nelle due valli interessate.
Il progetto di ampliamento del parco è nato a seguito di una richiesta effettuata da un comitato promotore costituito da privati cittadini interessati ad avere una valorizzazione naturalistica delle loro proprietà che ricadono nel territorio del comune di Fénis.
Nel corso del 2019, a partire dalla primavera, si sono svolti una serie di incontri tra i rappresentanti del comitato promotore, dei Comuni potenzialmente interessati, dell'Ente Parco e dell'Amministrazione regionale. È stato costituito un tavolo tecnico con i rappresentanti che ho indicato, un tavolo nell'ambito del quale sono state esaminate le potenzialità e anche le criticità del progetto e di conseguenza individuate quelle che sono soluzioni maggiormente rispondenti alle diverse realtà territoriali. Parallelamente l'Amministrazione regionale ha condotto, nell'ambito di questo tavolo tecnico, una serie di approfondimenti che hanno portato a una prima ipotesi di riperimetrazione organica dell'area oggetto di ampliamento. Questa ipotesi prevedeva il coinvolgimento di aree situate, oltre che nel comune di Fénis, anche nei comuni limitrofi di Chambave, Pontey e Châtillon. Tutta l'area individuata è ricompresa nella zona di protezione speciale, la ZPS Mont Avic - Mont Emilius.
Nel mese di febbraio 2020 si sono svolti due incontri nel corso dei quali è stata presentata alle amministrazioni comunali di Fénis, Chambave, Pontey e Châtillon la proposta ed è stato chiesto a queste amministrazioni di esprimere un eventuale interessamento. Si precisa che la quasi totalità delle aree individuate, ad eccezione di quelle del comitato promotore a cui facevo riferimento, è di proprietà pubblica. Vista poi l'imminente scadenza elettorale, eravamo a febbraio, le amministrazioni hanno ritenuto opportuno non pronunciarsi in tal senso. C'è poi stato, lo sappiamo tutti, il sopraggiungere della pandemia e il conseguente blocco dell'attività amministrativa che ha poi fatto sospendere le attività istruttorie.
Questo Assessorato, con le limitazioni imposte dalla grave situazione sanitaria che stiamo vivendo, sta comunque riprendendo i contatti con tutte le nuove amministrazioni comunali e con il comitato promotore: sono già stati fissati degli incontri, per giungere a una definizione della proposta di ampliamento. Un ampliamento che porterebbe, a mio avviso, numerosi vantaggi, fra questi ne elenco alcuni: la possibilità sul piano scientifico dello studio e del monitoraggio di nuove specie e la facilitazione dello studio di specie già presenti in maggior numero; una gestione attiva ed efficace degli ecosistemi già inseriti nella ZPS; la crescita di capacità di attrazione del Parco, accrescendo anche il ruolo del comune di Champdepraz che, come sappiamo, ospita l'ingresso principale, la direzione e dal quale il parco ha avuto origine. Poi una valorizzazione dei percorsi escursionistici presenti, ad esempio nell'ambito del circuito Giroparchi, che comprende per noi anche il Parco Nazionale del Gran Paradiso, con la possibilità di facilitare anche la creazione di nuovi posti tappa. Inoltre, la messa in rete di un maggior numero di operatori economici nell'ambito del progetto di creazione di un marchio di qualità; l'arricchimento di un'offerta collegata oltre che agli aspetti naturalistici che ben conosciamo anche al patrimonio storico, culturale, archeologico e paesaggistico di quella zona.
Voglio infine sottolineare che la Regione, nell'ipotesi di un ampliamento ad altri Comuni, non ha intenzione alcuna di spostare la sede del Parco da Champdepraz, ma semmai di rafforzarne la presenza.
Sarà mia cura tenere informato il Consiglio regionale su questa nuova ricognizione, tenuto conto in ogni caso che l'area proposta dal comitato promotore, che è costituito come dicevo da cittadini privati, si estende su una superficie già di per sé importante che è di circa 1900 ettari ed è caratterizzata da un elevato valore naturalistico e tra l'altro è scarsamente antropizzata.
Presidente - Per la replica il collega Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - Grazie Assessore per avermi dato un quadro generale in primis di presentazione dell'area naturalistica che fortunatamente conosco molto bene, perché essendo a Champdepraz e frequentando quest'area con le mie passioni è un angolo naturalistico fantastico dalle grandi potenzialità. Come ha ricordato lei l'anno scorso è stato il trentennale, tutti lo sappiamo, e sicuramente c'è stato a fianco di questo aspetto molto importante e storico un tam tam mediatico altrettanto importante, che forse ha superato questo aspetto del trentennale. Mediaticamente forse si è anche andati un po' troppo oltre, un po' troppo avanti per quanto riguardava questo ampliamento creando un po' di confusione tra la gente. Era proprio per questo che volevo avere un quadro più sintetico e più preciso sull'iter, in quanto penso che tutti i cittadini hanno il giusto diritto di avere queste situazioni molto chiare in merito.
È un'area che secondo me potenzialmente ha delle grandi possibilità per raggiungere a livello internazionale degli ottimi risultati. Dall'altra parte conosco anche l'area vicino che è stata subito interessata in merito a questo possibile ampliamento, la quale ha delle grandi peculiarità. Come diceva lei, sono stati fatti dall'Amministrazione regionale anche degli studi dove sono state messe in luce le peculiarità da parte del comitato di privati e anche dei Comuni che potenzialmente potevano essere inseriti, ma credo che la Valle d'Aosta nella sua interezza sia meravigliosa: ogni comune, ogni località, ogni vallata ha delle peculiarità.
Qui mi auguro che l'Amministrazione regionale ponga le dovute attenzioni, nel senso che se andiamo avanti di questo passo, non è che magari tra un tot di anni la Valle d'Aosta intera diventa Parco Naturale del Mont Avic. È questo che volevo intendere, perché se trent'anni fa Champdepraz, il paese nativo del parco, come ha detto giustamente lei, dove sicuramente anche a livello di estensione possiede il cuore, il centro e il fulcro di questa area naturalistica meravigliosa, è giusto che ci sia anche questo occhio di riguardo in merito a una località che ha creduto molto negli anni, probabilmente magari all'inizio c'erano state anche delle titubanze, ma ha dato tanto al vero valore aggiunto di Champdepraz, perché comunque sappiamo che il parco è la risorsa più grande della vallata dello Chalamy. Quindi c'è anche forse questo aspetto che allargare, come si potrebbe ipotizzare, di quattro comuni, adesso attualmente sono due, potrebbe anche andare a far calare questo centro di attenzione nei confronti della vallata di Champdepraz che è la vallata che ha fondato ed è il paese nativo del parco. Questo è un aspetto.
In più credo che l'Amministrazione regionale abbia tutti gli strumenti, giustamente, per valorizzare potenzialmente le altre aree, come potrebbe essere quella di Clavalité piuttosto che altre, che sicuramente meritano sotto l'aspetto della promozione turistica. Quindi consiglierei prima di procedere magari di coinvolgere maggiormente le nuove amministrazioni comunali e soprattutto le popolazioni interessate che sono poi coloro che vivono realmente la realtà del parco quotidianamente, con le sue criticità, con i suoi vantaggi.
Questo è quello che mi auguro, che ci sia un dibattito con la base prima di procedere con dei messaggi mediatici che danno la cosa già più avanti di quello che in realtà è. Questo è quello che mi auguro. Poi sicuramente la Valle d'Aosta è meravigliosa, il Parco è una piccola realtà, ma che ha delle grandi potenzialità attualmente secondo me inespresse, o comunque ha dei margini di manovra ancora ampi. Tanto per citarne alcuni, mi piacerebbe fare l'esempio di alcuni sentieri che esistono da anni, che collegano gli alpeggi, che hanno il divieto d'accesso, penso che anche lei sia a conoscenza di questa cosa. Credo che questo sia un grande limite per il parco, perché quando parliamo di fare sinergia tra sport, agricoltura e quant'altro, avere un limite nella frequentazione dei sentieri in tal senso non è andare nella direzione giusta per fare promozione. Allora io credo che ci sono tutta una serie di interventi dove la Regione può andare a stimolare l'Ente Parco a far sì di crescere per raggiungere dei risultati migliori su tutti i punti di vista, prima di poter passare magari a un secondo step successivo dove si può ipotizzare di ampliare questa area, ma credo che quando i tempi saranno maturi bisognerà prima riuscire a ottenere il cento percento delle potenzialità del parco con i confini che ha allo stato attuale.