Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1185 del 30 gennaio 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 1185/XV - Continuazione della votazione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) per il triennio 2020-2022.

Rini (Presidente) - Alla presenza di 30 consiglieri, possiamo iniziare i lavori di questa seduta. Riprendiamo con l'esame dell'emendamento 20, presentato dai gruppi Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. Per l'illustrazione, la parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Questo emendamento riguarda il settore dell'istruzione e dell'università e va a sostituire il punto 2 della sezione III del DEFR proposto dal governo, a pagina 62, che noi vorremmo integralmente sostituire con una visione diversa, nuova, dello spirito con cui si affronta l'impostazione generale del sistema istruzione Valle d'Aosta.

La critica parte soprattutto dal fatto che una visione non deve essere settoriale, a segmenti, come quella che invece ci pare venga evidenziata dal progetto che ha l'attuale governo, perché non c'è una prospettiva di lungo periodo. Nell'ambito del sistema scolastico, anche a livello nazionale, si sono sollevate molte critiche negli ultimi anni, direi già parecchi anni, perché è da una ventina di anni che se ne parla, fin dal momento della riforma Berlinguer, quindi alla fine degli anni '90.

Proprio prendendo spunto da un saggio scritto alla fine degli anni '90 da Lucio Russo, che si chiamava "Segmenti e bastoncini", c'era proprio l'immagine di questa scuola che non ha un disegno organico, ma va avanti a pezzi e bocconi, come si dice. In effetti, questo sistema ci ha portati al risultato della scuola di oggi, cioè c'è una sorta di deconcettualizzazione, un impoverimento generale dei contenuti dell'insegnamento, perché c'è sempre una minore necessità di competenze diffuse di alto livello, che sono quello che normalmente viene definito "cultura". Dall'altro, anche l'esigenza di formare una classe sufficientemente ampia e vorace di consumatori: più siamo ignoranti, più siamo dei numeri, più bravi siamo come consumatori, meno senso critico abbiamo.

Questo ha portato a far sì che la scuola, invece di selezionare i migliori, si sia appiattita verso il basso. Si è abbassato il livello generale della cultura e sono effettivamente i risultati che abbiamo anche da tutte le statistiche più recenti: il livello culturale medio si è abbassato. Così abbiamo finalmente garantito il diritto all'ignoranza, invece che alla cultura.

Questo è il problema di fondo e, per contrastare questo fenomeno, abbiamo pensato, anche con questo emendamento, che dobbiamo sicuramente cercare di evitare di cadere in quella retorica classica della scuola degli ultimi decenni, in cui si diceva che si va a scuola per imparare a imparare. No, si va a scuola per imparare, per capire certi concetti e per avere una forma di cultura generale, che poi ci darà gli strumenti per affrontare gli altri temi, le specializzazioni nei gradi più alti di scolarizzazione.

Purtroppo, il tempo che abbiamo è limitato: l'emendamento è scritto, quindi è abbastanza facile reperirne i principi fondamentali. Uno di questi, fondamentale anche nel rispetto del nostro sistema statutario, e quello del bi-plurilinguismo. Abbiamo scritto che, dopo anni e anni di tavoli di lavoro, di confronti, di dibattiti, di adaptations e quant'altro, è ora di dare finalmente una veste definitiva al nostro sistema bilingue e plurilingue, facendo interventi di tipo concreto; ma questo sarà anche oggetto dell'emendamento n. 23, e poi dirò come ci siano state piccole discrasie nella ricostruzione degli emendamenti.

Un tema molto importante, invece, è quello dell'educazione civica, che deve sicuramente essere declinata come educazione alla cittadinanza, ma anche insieme alle altre materie. L'educazione civica dovrebbe essere di complemento a ciascuna delle altre materie scolastiche, per far capire le relazioni fra le singole materie specifiche e l'educazione alla cittadinanza in generale. Questo è uno dei contenuti, ce ne sono altri e magari nel successivo intervento avrò modo di spiegarli.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Attraverso questa opportunità della dichiarazione di voto, che ovviamente sarà favorevole da parte nostra, continuo su alcuni degli altri aspetti dell'emendamento che, come ho detto prima, è piuttosto articolato.

Per quanto riguarda l'università, noi riteniamo che quello che è davvero mancato a livello politico è stata proprio la convinzione di utilizzare lo strumento università per le proprie funzioni, non solo didattiche, ma anche di collegamento con la società. Naturalmente sappiamo che, per avviare nuove attività didattiche a livello universitario, sicuramente la competenza non è di questo Consiglio, ma la presenza del Presidente della Regione e dell'Assessore all'istruzione sicuramente può essere di grande aiuto e questo era quello che avevamo già cercato di fare noi nel breve lasso di tempo in cui siamo stati al governo: dare una nuova impronta e un nuovo indirizzo all'università valdostana, anche attraverso le nomine dei rappresentanti del consiglio universitario.

Questo è importante in particolare per quanto riguarda la terza missione dell'università: non bisogna dimenticare che questo è veramente lo strumento che l'università ha per collegarsi alla società e viceversa, quindi per riversare le conoscenze universitarie e di alto livello, che vengono maturate all'interno del sistema universitario sulla società e su tutto il tessuto sociale che lo circonda. Noi riteniamo che sia davvero importante che si potenzi questo aspetto.

In particolare, un aspetto che invece critichiamo, del DEFR presentato dal Governo, è quello di andare nella direzione - qui mi ricollego a quello che dicevo all'esordio del mio intervento - di stabilire di nuovo che sia importante anche per il sistema scolastico ridare di nuovo voce all'aspetto pedagogico dell'istruzione. In realtà, come dicevamo prima, è ora di uscire da questa retorica dell'imparare a imparare ma, piuttosto, riempire di contenuti la preparazione e quindi i programmi scolastici per i nostri studenti. Questo direi proprio che è un tema di indirizzo. Lo stesso capo del Governo, in interventi recenti, ha ribadito che si va a scuola non tanto per imparare dei contenuti, quanto per imparare ad acquisire dei contenuti. Secondo noi, in realtà questa è una scuola che si guarda l'ombelico, cioè che si contorce su sé stessa. Imparare a imparare ci porta, molto spesso, a non avere più il tempo per imparare davvero le nozioni. Non certo una scuola nozionistica, ci mancherebbe, ma sicuramente aumentare il livello dei contenuti della preparazione scolastica.

Un altro tema importante che ci sta particolarmente a cuore è quello della riforma dell'offerta musicale valdostana. Abbiamo già affrontato in Consiglio, più volte, questo tema. Anche alla fine dello scorso anno abbiamo approvato una mozione che prevedeva l'impegno di istituire una commissione che facesse il punto della situazione, dopo quella del 2016, che già aveva dato un panorama generale della situazione dell'offerta musicale scolastica valdostana, che è variegata ma che, allo stesso tempo, forse è anche un po' confusa e non si sa bene chi debba fare che cosa. Abbiamo dunque accolto con favore, all'epoca, quell'iniziativa della collega Pulz, di cui però non credo si abbiano più grandi notizie, perlomeno per quanto mi riguarda. Vedo che la collega scuote la testa, anche lei probabilmente ha la stessa sensazione. Bisogna invece assolutamente ripercorrere questa strada, per far sì che davvero la scuola di alto perfezionamento, che è il conservatorio, svolga il proprio ruolo, attraverso progetti quale quello che era iniziato in passato dell'Académie, per una internazionalizzazione e un'apertura più ampia del proprio livello di preparazione, mentre la SFOM si dedichi all'avviamento dell'educazione musicale generale. Come dicevo, il nostro voto naturalmente sarà favorevole.

Presidente - La parola al consigliere Vesan.

Vesan (M5S) - Colgo l'occasione di questi cinque minuti per fare una dichiarazione di voto cumulativa da parte del Movimento 5 Stelle, per quanto riguarda tutti i 28 emendamenti presentati, che stiamo sentendo illustrare con dovizia di particolari in questi giorni, in modo da non perdere ulteriore tempo, al fine di riuscire ad arrivare ad un'approvazione del bilancio in tempi - brevi non posso più neanche dirlo - almeno ragionevoli.

Per quel che riguarda il Movimento 5 Stelle, la posizione sul bilancio nel suo complesso, intendo quello presentato dalla maggioranza regionale, è stata chiara ed evidente fin da subito. Le motivazioni sono: una certa qual limitata disponibilità al confronto e il fatto che il voto sul bilancio continua a essere per noi sostanzialmente un voto di fiducia. Adesso ci troviamo di fronte a questo pacco di emendamenti, che sostanzialmente sostituiscono integralmente il DEFR, scritti in modo da sembrare forse più un programma elettorale, ma d'altra parte anche in quest'aula è stata fatta la dichiarazione che si trattava di un libro dei sogni. Ci troviamo di nuovo di fronte alla realizzazione di un programma di governo che, probabilmente, è finalizzato a futuri sviluppi o è il ricordo di passate glorie, e sulla scorta di questo, complessivamente, nei confronti di questi emendamenti che, presi singolarmente e individualmente, cioè se l'emendamento fosse riferito a uno specifico punto e non solo una dichiarazione di cosa piacerebbe fare se si fosse al governo, probabilmente alcuni di questi avrebbero un valore. Se ci fosse stata la possibilità di confrontarsi in Commissione, avendo rimandato questi atti di bilancio in Commissione la bellezza di tre volte, sarebbe stato interessante; purtroppo l'abbiamo visto all'ultimo, purtroppo non c'è stato alcun confronto ed è stato presentato non come un singolo emendamento che possa valorizzare il bilancio regionale che si vuole approvare, ma come un bilancio di governo di un altro governo. I bilanci governo di un altro governo, se non sono stati discussi, trattati, definiti e concordati, per noi continuano a essere voti di fiducia; fiducia che non ci sarà e, quindi, annuncio già adesso, come è già successo per gli emendamenti precedenti, ma anche per quelli che saranno illustrati successivamente, senza far perdere ulteriore tempo a quest'aula, che il voto del Movimento 5 Stelle su questi emendamenti sarà di astensione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (GM) - Raccolgo lo spunto senza nessuna intenzione polemica, ma con la volontà di chiarire che qui non perdiamo tempo. La nostra intenzione non è quella di perdere tempo, ma è di avviare il confronto, anche se può darsi che tra poche ore si chiuderà completamente tutto, questo non possiamo dirlo, ma qui - credo di poter parlare da parte dei firmatari - non c'è intenzione di far perder tempo. Se poi il confronto sul DEFR, per vari motivi, non è avvenuto nei tempi dovuti, ne prendiamo atto. Con tutto il nostro impegno e anche con tutti i nostri limiti, noi abbiamo investito del tempo, per il quale qualcuno dice sempre che siamo lautamente retribuiti, nel redigere questo documento economico finanziario, che abbiamo il piacere di illustrare e su cui devo dare atto all'Assessore alla sanità, al Presidente e ad altri Assessori che sono intervenuti, di aver accettato la sfida e il confronto.

Penso che questo sia forse il momento più elevato per la politica, che non è solo quello di dire che perdiamo tempo, siamo strapagati, raccogliamo le firme per protestare contro una cosa e contro l'altra, che siamo qui a far niente e ci additiamo gli unì con gli altri. Abbiamo cercato di rendere evidente a questo Consiglio e alla popolazione il nostro impegno, le nostre idee, che a volte collimano con la maggioranza, a volte no, io spero che a volte siano allineate anche con il vostro pensiero ma, per quanto mi riguarda, per quanto ci riguarda, non ci siamo mai permessi di dire che qui stiamo perdendo tempo. È una delegittimazione del Consiglio regionale, alla quale io non voglio allinearmi.

Da quando sono qui, io ho sempre detto che, tanto la maggioranza quanto la minoranza hanno un ruolo e tutti e trentacinque si impegnano per cercare di svolgerlo nella maniera dovuta, come meglio credono e, a volte, anche secondo le indicazioni del proprio movimento. Solo così facendo rendiamo onore a chi si è impegnato e ci ha dato fiducia attraverso il voto. Delegittimandoci, non otteniamo niente, secondo me.

So che probabilmente non era questa la sua intenzione, collega, però la chiave di lettura potrebbe veramente essere nel senso che ho dato io. Invece, voglio dire che ci impegniamo al massimo, siamo seri, a volte possiamo sbagliare, però con questo documento, con tutti gli emendamenti che abbiamo presentato, abbiamo cercato di dare il nostro impulso, le nostre suggestioni, affinché esca un documento finanziario, un DEFR, migliore, a nostro modo di vedere, di come è entrato.

La maggioranza, che poi lo farà passare con un voto di fiducia o come vorrà, può comunque fare tesoro di quello che noi abbiamo detto, perché ritengo che, di fronte a noi, non ci siano dei muri di gomma ma delle persone serie, responsabili, che possono anche cogliere quel poco che noi siamo stati in grado di fornire loro, come suggestione importante per migliorare il documento che stanno portando avanti. Non è assolutamente tempo perso, ma è tempo ben investito, anche se all'esterno, a forza di delegittimarci, di scrivere post, di fare articoli critici, abbiamo tutti, me compreso, contribuito a rendere a volte ridicolo questo contesto.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Collega Vesan, all'interno di questo Consiglio facciamo politica. Il documento più importante è sicuramente il DEFR, perché in esso il Governo dice quello che vuole fare. Noi abbiamo fatto un'operazione: abbiamo detto, come opposizione, che cosa faremmo e cosa vorremmo fare se fossimo al governo, ma non l'abbiamo fatto semplicemente con degli annunci, abbiamo fatto il nostro DEFR. L'abbiamo fatto, l'abbiamo presentato, l'abbiamo chiuso e oggi presentiamo degli emendamenti al DEFR del Governo, dicendo tutto quello che non ci va bene del loro DEFR e dicendo quello che noi vorremmo fare.

Direi che forse questo è il momento più alto della politica. Fare politica non significa semplicemente, come fate voi, dire sempre no a qualsiasi cosa o, meglio, no-sì, no-sì, senza avere una linea, senza dare una direzione, senza far capire dove volete andare. Ricordo che, prima di iniziare questa maratona, noi abbiamo detto: qui ci sono le nostre dimissioni, le dimissioni di tutti; c'è un documento, possiamo firmare le dimissioni, in quattro e quattr'otto facciamo passare il bilancio e andiamo tutti a casa. Su quel documento le vostre firme non ci sono! Quindi, se avessimo voluto fare in fretta, avremmo potuto tranquillamente chiudere in quattro e quattr'otto. Può ancora firmarlo, perché il documento c'è, se si alza, viene qui, raccogliamo le diciotto firme, noi ritiriamo gli emendamenti e andiamo via lisci come l'olio. Non lo fate? Benissimo, lasciateci fare politica!

Voci dall'aula

Presidente - Colleghi, cerchiamo di tenere dei toni congrui alla discussione.

Spelgatti (LEGA VDA) - Stiamo qui tranquillamente, noi abbiamo lavorato, abbiamo preparato tutti i nostri emendamenti, li stiamo spiegando e illustrando e stiamo facendo politica, ad altri livelli rispetto al vostro.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vesan. Per quale motivo? Per dichiarazione di voto?

Vesan (M5S) - Per fatto personale, visto che sono stato citato esplicitamente. Forse non sono stato chiaro nel mio commento e mi spiace di essere stato male interpretato. Vorrei chiarire: non stiamo affatto discutendo su quali siano le modalità di far politica delle altre forze. Io ho fatto una dichiarazione di voto su quello che intende fare la nostra forza politica. Se ci sono forze politiche che vogliono attuare un comportamento diverso dal nostro in quest'aula, vorrei che si sentissero libere di farlo a loro piacimento. Contrariamente ad altri, noi non diamo lezioni su come si fa politica a nessuno.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Io vorrei dire che, dopo aver ricevuto troppo di recente una montagna di emendamenti, che voterò comunque con coscienza, anche se si tratta in tutto di 150 documenti, perché per fortuna sono abituata a ingurgitare volumi su volumi e leggere molto in fretta e, soprattutto, perché lavoro con una squadra veramente da leccarsi i baffi, per competenza, capacità e serietà, aggiungo oggi però, alla luce della serata di ieri e dopo una notte difficile, un terzo motivo alla seria proposta di andarcene tutti e trentacinque a casa, con dimissioni di gruppo.

Il primo motivo, come ripetuto alla nausea, è che questo Consiglio è delegittimato dalle infiltrazioni della 'ndrangheta; scusate se è poco. Il secondo è che alcuni di noi sono burattini nelle mani della gerontocrazia, ovviamente maschile, locale, inguaribilmente malata di potere. Ma il terzo motivo, che aggiungo oggi, è che, pur avendo io lavorato in tutte le scuole superiori valdostane, e anche in alcuni ambiti privati, in nessun posto ho trovato un metodo di lavoro così deludente e inconcludente.

Solo per restare agli ultimi eventi e non andare ad Adamo ed Eva, come mi è stato rimproverato ieri, vorrei sapere come si possa lavorare seriamente e votare pacchi di emendamenti, con addirittura leggi al loro interno, e pure un subemendamento tirato fuori dal cilindro ieri pomeriggio alle ore 15. In questi due anni purtroppo mi sono fatta un'idea molto chiara del perché l'amministrazione sia una specie di mostro, un grande Leviatano, la figura biblica genialmente ripresa nel '600 dal filosofo Hobbes, che lo rappresentava, nel bellissimo disegno di copertina, come un gigante, costituito dai tanti singoli individui fagocitati, che sono i poveri sudditi di allora, i cittadini di oggi.

Io credo, alla luce della triste serata di ieri sera, che lavoriamo con troppa nonchalance in quest'aula, lanciando tra l'altro appelli retorici alla responsabilità, come se non fossimo qui a prendere decisioni per tutti quanti, per tutta la comunità, e a gestire soldi pubblici, soldi di tutti. Il nostro ruolo richiederebbe molta, molta più serietà, quella che, secondo il collega Chatrian, tra l'altro, manca solo a me.

Alcuni nostri voti di contrarietà, come quello che stiamo per dare, non sul contenuto ma sul metodo, e alcuni nostri voti successivi di astensione contengono la nostra chiara presa di distanza da questo metodo di lavoro, che è inaccettabile. Lo dico alla Lega e satelliti, anche se so che si offendono per questa definizione, ma non so più come chiamarvi. Lo dico a voi: perché, per gentilezza, non ci avete fatto avere la documentazione in tempo, se davvero siete qui non a fare ostruzionismo, ma a presentare proposte di lavoro serie, a creare presupposti per un futuro migliore, come state dicendo? L'avete detto anche poco fa. Visto che avete presentato questa documentazione alla cittadinanza, perché per cortesia non l'avete fatta avere ai colleghi? Dico poi alla maggioranza: che modo di lavorare è questo? Adesso abbiamo avuto l'ampia conferma che voi il bilancio l'avete scaricato a dicembre - scaricato proprio! - e forse si trattava di uno scherzo di carnevale anticipato.

Se posso permettermi - scusatemi, forse mi sono svegliata male questa mattina - a me sembra che la legge elettorale Bertin-Mossa stia già mietendo le prime vittime, perché per via della preferenza unica che avete votato, anziché scegliere la doppia preferenza di genere - perché le donne vi fanno paura, nel contesto della politica - mi sembra che ognuno stia già facendo la sua campagna elettorale e, tra l'altro, per sé, in base al proprio target elettorale. Tutto questo è molto triste!

Riguardo alla richiesta della collega Spelgatti, io firmerò senz'altro: lo annuncio dal 23 gennaio del 2019 che intendo firmare le dimissioni. Ma firmerò in modo ufficiale, non sul foglio che il collega Aggravi tiene nel suo taschino. Firmerò come richiede il nostro importante ruolo e il rispetto di questa istituzione e, soprattutto, di tutti i cittadini, perché noi, lo dice la Costituzione, rappresentiamo tutti, chi ci ha votati e chi non ci si sceglierebbe mai a rappresentarlo. Grazie e buon lavoro.

Presidente - Colleghi, io mi sento in dovere di fare un richiamo al senso di responsabilità di tutti, di tutta l'aula. Stiamo tutti offrendo uno spettacolo credo non bello e non rispettoso del ruolo che rappresentiamo e del luogo in cui sediamo oggi.

Io ovviamente rispetto il ruolo e il lavoro di tutti, e anche le modalità con cui ogni gruppo e ogni singolo intende esplicitare il proprio mandato. Vi ricordo, però, che veniamo da una fase molto travagliata, stiamo discutendo il documento più importante per la nostra regione, siamo in fase di votazione di emendamenti e credo davvero che dobbiamo fare uno sforzo tutti quanti, andare al di là delle mere posizioni politiche e, forse, su questo do ragione alla collega che mi ha preceduto, può essere anche propagandistico. Vi chiedo la serietà di riuscire ad andare avanti con i lavori per arrivare all'approvazione del documento finanziario. Credo che davvero lo spettacolo che stiamo offrendo non ci renda onore.

Detto questo, passo la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Intervengo solo perché sollecitato dalla collega Pulz, per dire una cosa molto semplice: lei giustamente ci invita, retroattivamente, a presentare quello che avremmo voluto, la nostra idea di DEFR, quella che stiamo proponendo adesso con gli emendamenti. Lei ci dice: "noi non sapevamo delle vostre proposte, quindi era difficile valutarle e poterle considerare, magari poterle approvare". In realtà, collega Pulz, se lei avesse fatto un pochino di attenzione, si sarebbe accorta che dal mese di ottobre fino a oggi abbiamo prodotto il nostro DEFR e l'abbiamo presentato pubblicamente, anche con dirette Facebook e iniziative pubbliche, peraltro anche nel comune di Valpelline, dove avrebbe potuto fare un salto e magari prendere visione delle nostre proposte. Le abbiamo scritte, comunicate alla stampa, le abbiamo comunicate gli organi di informazione e ai cittadini, le abbiamo presentate in ogni dove: mi pare che la possibilità di valutare nel merito le nostre proposte ci sia stata. Dopodiché, è giusto che ovviamente quest'aula prenda atto e cognizione delle nostre idee per la prossima Valle d'Aosta che vogliamo e, a quel punto, ognuno, seguendo le diverse iniziative sul territorio che abbiamo fatto, poteva farsi un'idea delle nostre proposte, valutarle nel merito e poi venire qui a esprimere il proprio punto di vista. Questo è il sistema che abbiamo adottato, senza nessuna promessa mirabolante o chissà che cosa. In maniera concreta abbiamo scritto quello che volevamo fare e dopodiché l'abbiamo proposto, molto semplicemente.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Credo che questa sia una discussione molto importante, stiamo portando avanti dei temi molto importanti. Il collega Sammaritani stava illustrando un emendamento riguardante la scuola, che non è cosa da poco. Ne abbiamo discusso moltissimo in quest'aula, della scuola. Ricordo anche alcune battaglie portate avanti rispetto alla riforma fatta nella passata legislatura e che non mi ha trovato d'accordo. Sono poi state esplicitate tutte le mancanze di quella riforma, si sono fatte delle variazioni, piccole o grandi che siano, è rimasta un po' sospesa e noi, con questo documento, stiamo cercando di dare una risposta alternativa alla situazione attuale della scuola.

Noi vorremmo che questa discussione avvenisse in modo fattivo e, soprattutto, che si capisca una volta per tutte se c'è un futuro rispetto a questo DEFR presentato dalla maggioranza e rispetto a questo bilancio, oppure se stiamo parlando di una questione che durerà al massimo fino al 14 febbraio. Non mi sembra di aver ricevuto alcuna risposta, perlomeno non l'ho vista sui giornali, non è stata data in quest'aula, non è stata data da nessuno tra gli intervenuti, né di maggioranza e né di opposizione.

Partiamo dal presupposto che il Governo andrà avanti. A questo punto io parto da un presupposto semplice: il Governo va avanti. Se il Governo va avanti, è giusto che io esprima tutte le mie perplessità e tutte le mancanze su un documento che verrà messo in atto da questo Governo nascente. Se qualcuno poi vuole impedirmi di spiegare le mie ragioni o di presentare le mie idee, non mi sembra sia corretto rispetto alle regole democratiche che compongono quest'aula e comunque il vivere civile.

Io credo che forse perdiamo di vista il vulnus della questione: se c'è un Governo che ha presentato più di ottanta, novanta, cento emendamenti, alcuni ben oltre, molto oltre, il tempo massimo previsto, con subemendamenti, eccetera, io ritengo sia corretto poter dire la nostra, votare contro, astenersi o a favore, senza giudicare. I cento emendamenti, o quanti sono, sono tutti di merito, non qualcuno sì e qualcuno no. In questo caso sono stati fatti tutti emendamenti di merito, perché il documento è stato scritto molto prima di questo momento - sto parlando del nostro DEFR - è stato presentato alla popolazione, è stata fatta anche una riunione tra gruppi di minoranza, in cui si è detto che si veniva qui a fare questa proposta. Qualcuno poi ha parlato di emendamenti di scambio, ma questo è un altro discorso, che non riguarda la maggioranza. Quindi, mi sembra opportuno continuare a spiegare esattamente ciò che noi vorremmo fare in Valle d'Aosta e che porteremo avanti nel caso in cui si vada ad elezioni, ma anche nel caso in cui continuasse il Governo. Qualora dovesse continuare questo Governo, le nostre idee, con interrogazioni, interpellanze, mozioni, proposte di legge, eccetera, verranno comunque portate avanti.

Abbiamo tempo a disposizione, siamo lautamente e profumatamente pagati, non abbiamo fatto operazioni con i software solo per fare emendamenti numerosi senza risolvere nulla, abbiamo lavorato e abbiamo fatto un documento di un certo tipo.

Vorrei poi aggiungere un'altra cosa: ieri le suggestioni sono state talmente importanti che addirittura uno di questi emendamenti è passato. Questa discussione è stata talmente "inutile", che un emendamento è stato anche approvato. Io allora starei attento a dire che questo va bene, questo non va bene, ci piace o non ci piace. Se poi qualcuno ha nostalgia della Fiera, dopo aver dato la presenza in quest'aula noi siamo liberi di uscire e di non tornare fino al giorno dopo, perché la presenza è pagata. Le porte sono aperte, se qualcuno non è d'accordo sullo stare qui e lavorare, cosa che stiamo facendo, può tranquillamente andare alla Fiera o tornare a casa.

Presidente - La parola al collega Aggravi. Prego, collega.

Aggravi (LEGA VDA) - Penso che non a caso si stesse parlando di scuola e forse qui ci converrebbe tornare tutti a scuola. Io penso che comunque ci siano da fare delle precisazioni, perché non vorrei che la frittata che si sta bruciando da dicembre finisse effettivamente per andare fuori dalla pentola. Nessuno qui vuole prendere in giro nessuno e l'hanno detto benissimo il collega Restano e soprattuto il collega Cognetta, che ha ricordato quanto è successo ieri.

Se fossero stati cassati in blocco degli emendamenti non di sostanza... Che poi uno ci voglia mettere la testa o no, che non abbia ricevuto la documentazione prima o no, ma, ripeto, siamo anche pagati per fare le cose in determinati tempi e comunque l'aula è sovrana, altrimenti il Regolamento interno va cambiato, anche se qualcuno si vuole tagliare le mani e cambiare il regolamento, per limitare la democrazia e l'operatività dell'opposizione. Però ringrazio quei colleghi che, da quando sono qui, di tempo ce ne hanno fatto perdere poco, tranne parlare per ore di pannolini e coppette: scusate, ma ci sono cose molto più importanti dei pannolini e delle coppette, io penso.

Detto questo, ieri è successa una cosa particolare: a un certo punto sembrava che l'emendamento sul commercio sembrava interessasse tutti e io ringrazio qualcuno che, giustamente, ha messo sul tavolo degli emendamenti sul commercio, ma eravamo tutti campioni di commercio, ieri. Io penso che il lavoro non sia stato inutile, perché nelle discussioni è stato detto qualcosa di molto importante. Io e la collega Certan spesso non andiamo d'accordo, ma le ho dato merito di quello che ha detto, una cosa veramente corretta: è un DEFR ombra, perché l'opposizione, nei Paesi di un certo tipo - certo, quelli ex sovietici non lo fanno - costruisce degli emendamenti, dei programmi ombra, cioè alternativi a un sistema. Che piaccia o no, per carità, ma ricordiamoci che è dal 17 dicembre che ci prendiamo in giro, e anche da un po' prima.

Non siamo i primi della classe, ne stiamo dando una dimostrazione tutti e mi ci metto per primo, anche se non vado oltre, perché primi della classe qui non ce ne sono, né da una parte né dall'altra. Non si sta perdendo tempo, perché quando si vota, e si votano anche dei provvedimenti importanti, non si perde mai tempo. La differenza è tra chi lavora e chi non lavora.

Per carità, ognuno fa il suo, ognuno partecipa come vuole, anche stando in silenzio, a volte, grazie a Dio, perché di castronerie ne diciamo già abbastanza, ogni tanto, ma io credo che quello che è successo ieri e che magari succederà oggi sia un lavoro importante, perché quando si vota sono importanti le decisioni che si prendono.

Comunque, a Valpelline ci siamo stati, peccato non averla vista, collega Pulz, e non l'abbiamo neanche vista per le firme, perché lei le annuncia sempre ma, sa com'è!

Una ultima battuta: non ci sono solo dei guru ottuagenari, ci sono anche giovani arzilli all'interno dell'amministrazione; poi, nei gruppi hanno influenza più o meno. Ma per una volta difendo i colleghi di Rete Civica: non venga a insegnarci niente e non insegni niente ai colleghi di Rete Civica, perché anche lei ha degli Stregatti nella sua squadra.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Molto brevemente, per dichiarazione di voto. Io non condivido la visione della Lega sulla scuola. Io vengo dal mondo della scuola e credo in una scuola che insegni a imparare e non a imparare i contenuti, ma a imparare per imparare. Avevo deciso di astenermi su tutti questi vostri emendamenti del DEFR ombra, ho votato su quello relativo ai negozi di vicinato, perché credo sia importante e che sia legato, anche se non è presentato dalle stesse persone, all'emendamento che ci sarà al disegno di legge 45. Avevo già detto in Commissione, lo ricorderà la collega Rini, che era un emendamento che avrei votato. Su tutti gli altri avevo l'intenzione di astenermi, ma su quello della scuola, considerata anche la presentazione fatta dal collega Sammaritani, il mio voto sarà contrario.

Presidente - La parola all'Assessore Certan.

Certan (AV) - Revenons à nos moutons. Avant tout, bonne Foire de Saint-Ours à tous les artisans et à tous les exposants. Je suis fille d'un menuisier et je sais quel est le sentiment avec lequel on aborde le 30 et le 31 janvier, donc nous sommes ici pour travailler pour la Vallée d'Aoste aussi et donc bonne Foire à tous les exposants.

Pour ceux qui est de l'école d'abord, on a commencé et le collègue Sammaritani a présenté le premier amendement et leur vision d'école. Je dois vous dire que nous avons eu déjà ce débat en occasion de la discussion générale, donc je ne rentre plus dans les détails. Nous considérons d'avoir mis dans notre DEFR des points assez synthétiques, mais assez complets, qui donnent bien la vision d'une école qui doit être surement à l'avant-garde, mais qui n'oublie sûrement pas ses racines. Je propose cette citation que j'ai déjà employé pour la Journée de la mémoire ; un écrivain français dit aux jeunes: " faites comme les arbres: perdez vos feuilles, mais gardez vos racines; changez d'idée, mais ne changez pas vos principes ". Je pense que l'école valdôtaine a une caractéristique et des principes qui sont très clairs et qui sont à maintenir.

Mi permetto di entrare nel dettaglio di alcuni emendamenti. Ripeto che i nostri sono molto sintetici, ma sono molto puntuali e parlano di una scuola di eccellenza, perché - sono d'accordo con lei, collega Sammaritani - bisogna dare importanza anche alla metodologia didattica, che spesso non è più stata potenziata. Insegnare il mestiere di insegnante non è come per altri mestieri, non è sufficiente avere i contenuti, bisogna anche avere l'arte di saperli tramandare e fare in modo che i ragazzi e gli studenti possano imparare. La scuola non deve essere riempita di contenuti e di nozioni, tant'è che si parla di savoir, mais aussi de savoir faire et de savoir être. In questi ultimi anni la scuola ha assunto anche altre caratteristiche.

Crediamo di aver messo le basi per una scuola di eccellenza e, lo ripeto, non da adesso. La scuola valdostana ha delle caratteristiche che, fortunatamente, ha saputo mantenere e che sicuramente potrà ancora migliorare; certamente non è tutto perso. Dicevo: scuola di eccellenza, scuola per eccellenze, ma anche scuola inclusiva, e su questo vengo anche ai passaggi che avete fatto sull'educazione civica, sull'università, sulla parte di istruzione musicale. Le raccomandazioni europee sono puntualissime e noi le abbiamo richiamate proprio per questo.

Noi ci asterremo sugli emendamenti presentati, anche perché - proprio perché non basta il contenuto, ma bisogna anche saperli coordinare - credo ci siano emendamenti che siano sovrapposti; li avete riscritti due o tre volte, in alcuni casi sono anche un po' contraddittori. Poco male, abbiamo parlato in discussione delle nostre diverse posizioni: dell'importanza del bilinguismo e del plurilinguismo ci siamo detti, in alcuni punti, anche concordi, quindi non aggiungerei altro.

Questa mattina il collega Restano ci invitava ad analizzare seriamente e credo che su questo siamo stati assolutamente disponibili. Sarebbe importante anche per i cittadini avere un seguito, quindi quando si parla di un argomento sicuramente riuscire a chiuderlo e a finire, proprio per avere un coordinamento. Capisco che la politica e il momento politico ogni tanto facciano perdere di vista l'obiettivo.

Presidente - Se non ci sono altre richieste, possiamo passare alla votazione dell'emendamento n. 20. La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 27

Favorevoli: 11

Contrari: 16

Astenuti: 7 (Marzi, Mossa, Nasso, Rini, Russo, Trione, Vesan)

Il Consiglio non approva.

Passiamo ora all'emendamento 21 presentato da Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. La parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Mi fa piacere che finalmente sul tema della scuola ci sia uno scontro, così almeno siamo tutti più chiari nei nostri schieramenti ideologici. Di questo ringrazio la collega Minelli, in particolare, perché finalmente si va alla sostanza.

C'è prima una notazione tecnica, nel senso che in realtà l'emendamento 21, per un fenomeno di quelli ormai moderni di taglia e incolla, probabilmente è venuto male, nel senso che si intitola "Edilizia scolastica e programmazione degli interventi": il primo paragrafo è pertinente, in realtà il secondo è pertinente alla scuola, ma non tanto all'edilizia, basta leggerlo, e ripete quello che sarà poi il contenuto dell'emendamento 23. Sarebbe da tagliare: dopo il primo paragrafo, che finisce con "Univda", direi che sarebbe da cassare tutto il resto, perché effettivamente è una ripetizione.

A questo punto esporrei solo la parte che riguarda l'edilizia scolastica e la programmazione degli interventi, facendo però una doverosa premessa, visto lo schieramento che si è formato a proposito di questo emendamento, con questi quadratini rossi che si sono illuminati. La scuola è a questo livello, la scuola è in mano alla sinistra da decenni e, quindi, mi fa piacere che abbiamo due punti di vista esattamente opposti, collega Minelli. Mi fa più un po' più specie l'atteggiamento della collega Pulz che, invece di parlare di contenuti, ha preferito fermarsi alla forma. Su questo richiamo quanto è già stato detto: se siamo qui a fare il nostro lavoro solo oggi sul DEFR, è perché chi doveva portare il DEFR già mesi fa non l'ha fatto a tempo debito.

L'edilizia scolastica e la programmazione degli interventi. Occorre dotare le scuole e le università di idonee strutture. Anche l'edilizia scolastica ha patito una scarsa programmazione nelle scelte da compiere, tanto da dover poi adottare quasi sempre in regime di emergenza, per alcune istituzioni scolastiche, soluzioni temporanee altamente disagevoli. Indispensabile è abbandonare il progetto di realizzare nuove costruzioni - in questo senso ci siamo spesi quando abbiamo governato - per favorire il recupero e la conservazione del patrimonio edilizio esistente. Evitando, nel contempo, ulteriori occupazioni di terreni liberi.

Per quanto riguarda l'università, la costruzione del campus nel centro della città di Aosta è stata notevolmente ridimensionata. Al momento sarà disponibile, peraltro con notevole ritardo sui tempi previsti, soltanto un edificio prevalentemente dedicato alle attività didattiche, con il risultato che, dopo aver investito decine di milioni di euro, l'ateneo sarà ancora sparso su più sedi e si dovranno investire altri 600 mila euro per realizzare in altra sede uffici amministrativi temporanei per l'Univda. Aggiungiamo anche, perché forse qualcuno non lo sa, che le sedi dell'Università sono più di una e paghiamo fior di quattrini ogni anno, più di 100 mila euro solo di affitti per un'altra delle sedi, quella di Saint-Cristophe. Direi quindi che il problema è sempre lo stesso: se non si ha un disegno preciso, un'idea precisa di dove si vuole andare, se non si programma per tempo, si buttano via i soldi e non si risolvono i problemi. Questo è il nostro concetto, soprattutto in relazione alla necessità richiesta dall'edilizia scolastica.

Presidente - Ci sono richieste di intervento? Se non ce ne sono, possiamo mettere in votazione l'emendamento 21. La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 12

Favorevoli: 11

Contrari 1

Astenuti: 22 (Baccega, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione, Vesan)

Il Consiglio non approva.

Passiamo all'emendamento 21bis presentato da Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (VDALIBRA) - Io spero che su questo emendamento, che riguarda la questione che avevamo già trattato in relazione alla petizione che era pervenuta da parte di circa duecento abitanti di Aosta, riguardo all'apertura del parcheggio della nuova università, si possa trovare una linea unanime. Lo dico anche ai colleghi che hanno già esplicitato la loro contrarietà a votare favorevolmente, però io penso che, come in tutti i casi, ci sia sempre l'eccezione che conferma la regola. In questo caso, chi ha a cuore la democrazia partecipativa e il fatto che i cittadini cerchino di coinvolgere la politica nei loro bisogni, qui ha l'esempio classico: andare in una direzione sbagliata, o comunque astenersi, io penso sarebbe un po' colpevole. Sarete comunque voi a valutare.

In questo caso si chiede una cosa molto semplice. Dato che dall'inizio di dicembre avevamo parlato di questa questione, per i ritardi che si sono verificati e per le difficoltà che hanno avuto e continuano ad avere i commercianti per la mancata apertura di questo parcheggio e per il fatto che alcune attività sono sull'orlo del fallimento, che cosa si vuole fare con questo emendamento? Semplicemente sappiamo che ci sono delle difficoltà di comunicazione e di burocrazia. A prescindere dalle posizioni politiche, si vuole investire il Presidente della Regione di una maggiore autorità, nel momento in cui si pone, nei confronti del Centro addestramento alpino e nei confronti dell'Agenzia delle entrate, con un voto che deve essere unanime, dovrebbe essere unanime, da parte di tutto il Consiglio regionale, che dica: c'è questa problematica, tutto il Consiglio regionale, compatto, dà mandato al Presidente di porsi nei confronti di questi attori per sbloccare la questione, per aprire finalmente questo parcheggio. Sappiamo tutti che la burocrazia è una brutta bestia, ma ci vuole veramente una grossa spinta, lo sappiamo. Ci sono stati dei ritardi sicuramente colpevoli, adesso però, a prescindere dalle posizioni politiche, diamo la forza necessaria al Presidente della Regione per sbloccare la questione.

Ci sono persone che sono in difficoltà, diamo un colpo di mano. Glielo possiamo dare con un voto favorevole, a costo zero. Non costa nulla, ma serve per poter imporre la volontà della Regione a questa apertura provvisoria, che però risolverebbe il problema a tanti cittadini. Io penso che, al di là di tante questioni, è vero che ognuno è fermo sulle sue posizioni, ma il fatto di passare il tempo a martellarsi gli attributi per far dispetto alla moglie io credo alla fine sia una tattica che non conviene a nessuno. Io invito gentilmente coloro che hanno delle posizioni generali negative riguardo alla questione degli emendamenti, sulla forma o sulla sostanza, in questo caso a fare una deroga, perché andrebbe nel senso dei valori che abbiamo sempre difeso tutti assieme.

Presidente - La parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - Ci sono cose che sono assolutamente condivisibili e, al di là di un emendamento, ci sono azioni che devono essere intraprese. Per quanto mi concerne non è una decisione il cui ottenimento dipende dall'amministrazione ma, come ieri abbiamo votato altri emendamenti per proporci nei confronti di interlocutori che devono assumere a loro volta delle decisioni che si ripercuotono su nostre situazioni, penso che anche in questo caso sarà mia premura sollecitare fin da oggi, attraverso gli uffici competenti, attraverso le dinamiche di questo procedimento, e portare avanti questa richiesta in maniera seria. Questo è l'impegno che io personalmente mi prendo, al di là del non poter votare un emendamento che dice "si impegna a ottenere".

Facciamo tutto quel che è possibile fare, è un impegno che, dal punto di vista politico e personale, assolutamente condivido e che portiamo avanti con serietà, sottolineando che questo passaggio è stato sollecitato con forza all'interno del Consiglio regionale, in questo contesto di valutazione di tutta una serie di problematiche che toccano la cittadinanza, e questo sarà fatto in giornata, per quel che può essere l'intervento da parte dell'amministrazione, veramente con la massima condivisione dello spirito che credo abbia animato chi ha scritto questo emendamento.

Presidente - La parola al vicepresidente Distort.

Distort (LEGA VDA) - Permettetemi di portare in quest'aula una precisazione, soprattutto dopo la presa di posizione del presidente Testolin. È chiaro, meglio tardi che mai, però è altrettanto significativo che noi arriviamo oggi ad una presa di posizione di questo tipo, quando la situazione perdura da anni e, soprattutto, è diventata insostenibile da parecchi, troppi, mesi, quando addirittura esiste la disponibilità, lo strumento normativo per definire e risolvere una situazione di questo genere. Parliamo dell'articolo 86 del codice degli appalti che vi leggo, molto semplicemente e molto brevemente: "Qualora l'ente utente abbia necessità di occupare o utilizzare l'opera o il lavoro realizzato, ovvero parte dell'opera o del lavoro realizzato, prima del collaudo, il responsabile del procedimento, per la fase di esecuzione, può attuare la presa in consegna anticipata, a condizione che a) siano state acquisite le certificazioni di cui all'articolo 85, comma 2", su cui non entro in merito, però io so che mi sto rivolgendo a persone che sanno di cosa sto parlando e io personalmente so di cosa sto parlando, "b) sia stato redatto apposito stato di consistenza dettagliato da allegare al verbale di consegna lavoro, nonché la documentazione relativa all'aggiornamento dell'inventario del compendio immobiliare oggetto dei lavori".

Nulla è facile, per chi ha voglia di fare. Nulla è facile, per chi prende a cuore. Io non intendo puntare il dito e accusare, però, nello stesso tempo, questo dito dietro cui ci si nasconde io intendo eliminarlo, e venire fuori con la dignità dell'assunzione di responsabilità. Qui si è dimostrata l'assoluta disattenzione e disaffezione a questo tema. Mi permetta, ma questo è quanto.

Siete voi in questa posizione di governo e non vi invidio, ve l'ho detto altre volte, però purtroppo siete voi. In quest'ultimo anno siete stati voi e questa situazione non è stata presa neanche in considerazione.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - Solo per onor di verità, perché evidentemente ci sono dei dossier che sono stati seguiti tempo per tempo da più soggetti e che partono da molto lontano. Penso che ciascuno di coloro che ha avuto modo di seguire determinati dossier abbia messo in atto delle iniziative, delle azioni, che, come dicevo prima, sono sempre un po' condizionate anche dal referente e dalle situazioni contingenti, che non sempre danno quella linearità che le norme, anche citate da lei con dovizia di particolari, riescono a tracciare in maniera impeccabile. Nei tragitti e nelle situazioni che si affrontano quotidianamente ci sono degli ostacoli che lei, con il lavoro che professionalmente svolge, in maniera precisa e quotidiana, sa di dover e poter incontrare, nel confrontarsi su una qualsiasi tematica. Evidentemente ci va una reiterazione delle posizioni, anche di forza, o comunque di sollecito, per lo sblocco di determinate problematiche, che possono aiutare.

Nel tempo, credo che chi ha seguito questi dossier, dei passaggi con questa prospettiva li abbia fatti, abbia cercato di risolvere la problematica. Il fatto di continuare a farlo è sicuramente una cosa positiva e il sollecito di quest'aula viene assolutamente raccolto, perché è giusto che sia così, ma dire che ci sia stata forzatamente un'inerzia e che non si siano seguiti i problemi forse è un po' pretestuoso; non tanto nei miei confronti, quanto di chi nel tempo ha seguito questo lavoro, sono convinto, anche con passione e con impegno. Quindi, dico che ci sono state delle difficoltà, forse si poteva fare di più, però l'attenzione sui problemi penso che chi si è trovato ad amministrare l'abbia sempre dimostrata. Era solo per correttezza nei confronti di chi ha lavorato e l'ha fatto anche seriamente.

Presidente - La parola, per dichiarazione di voto, al collega Ferrero.

Ferrero (VDALIBRA) - Sicuramente la parola "impegna" era intesa nel senso di attivarsi, non certo di un obbligo. È per quello che sarebbe stata percepita, anche da chi da fuori aspetta da anni la soluzione del problema, una posizione univoca di tutto il Consiglio regionale che dava mandato al rappresentante del Governo di portare avanti la questione. Non era un gioco di parole, era semplicemente ribadire ufficialmente un impegno che venisse da tutti e trentacinque. Dopo una mancanza che c'è stata, non andiamo a cercare le responsabilità più di uno o più dell'altro, comunque l'amministrazione in questo caso ha messo in secondo piano i diritti dei cittadini. Uscire come trentacinque del Consiglio che dicono, "adesso scriviamo in un documento ufficiale, approvato all'unanimità, che vogliamo risolvere la cosa", a me pareva un momento che in questo Consiglio avrebbe rappresentato un momento di serenità, al di là di tutto quello che si è detto, si sta dicendo e si dirà. Comunque, peccato: magari pensateci ancora un attimo, c'è ancora qualche secondo.

Presidente - La parola al collega Restano.

Restano (GM) - Non c'è molto da aggiungere ed è chiaro che, quando si vedono gli attori in campo, va da sé che si capisca quanto può essere complesso addivenire a una soluzione definitiva. Al di là di quanto si siano impegnati gli uni e gli altri, credo si sia cercato di fare il possibile. Nel mio intervento, però, vorrei aggiungere qualcosa a quanto detto dal collega Ferrero. Si può pensare di modificare l'impegnativa - mi rivolgo anche ai colleghi, perché è un'iniziativa tutta mia - per dare proprio questo segnale? Non si cambierebbe niente dal punto di vista economico e finanziario, rimarrebbe questo emendamento da inserire nel DEFR, sarebbe significativo verso la popolazione ma, soprattutto, nei confronti dei nostri interlocutori, i quali giustamente, come ha indicato il collega, saprebbero che il Consiglio della Valle d'Aosta, per quanto scarcassato, ha espresso una volontà forte.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, possiamo mettere in votazione l'emendamento 21bis. La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 13

Favorevoli: 13

Astenuti: 21 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Russo, Testolin, Trione, Vesan)

Il Consiglio non approva.

Passiamo all'emendamento 22, presentato da Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. Chi vuole illustrarlo? La parola al collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Parler de culture en Vallée d'Aoste signifie bien évidemment pouvoir utiliser la langue française aussi bien que la langue italienne, sans aucune crainte et n'importe où sur le territoire de notre région. N'oublions jamais que le français est langue officielle en Vallée d'Aoste, au même titre que l'italien : principe reconnu constitutionnellement par l'article 38 du Statut spécial de la Région autonome. Cela est avenu à partir de '48, mais notre devoir est aussi celui de rappeler l'engagement à la fidélité à la cause valdôtaine qu'ont fait les chefs des bandes maquisardes, une fidélité prétendue au Col de Joux par leur chef Émile Chanoux seulement douze jours avant d'être tué. C'est grâce à eux, à ces jeunes qui se sont engagés dans cette période et à tous ces valdôtains qui ont lutté dans ces années terribles, si déjà en '44, en pleine guerre, l'autonomie valdôtaine avais déjà été promise par le gouvernement italien conduit par Bonomi. Donc, ce n'est pas grâce à nous si on a l'autonomie et si on a le français ; c'est à nous de le défendre.

Venons à nos jours, en particulier au DEFR proposé par le gouvernement. Au point 1.13 " Attività Culturali ". Je vois dans cette culture une grande promotion d'intérêt touristique. On parle de cultura come attrattore della domanda turistica, cultura come integrazione dell'opportunità d'interscambi culturali, cultura come sistema dei castelli e Forte di Bard, potenzialità e promozione dei castelli. Vive les tours touristiques, mais la culture, à notre avis, ce n'est pas que ça. Culture c'est aussi - je voulais parler au jeune Farcoz, mais il n'est pas là - je pense surtout aux jeunes valdôtains, c'est une façon de vivre une communauté, d'interpréter le propre territoire, de regarder le futur et de le prévoir. Nous au contraire, nous valdôtains, nous représentons un peuple en sérieuse difficulté, chers valdôtains. Un peuple qui n'ose même plus transmettre sa langue aux jeunes, une langue millénaire je dirais, et pourtant les mères, les pères, les mémé [patois, grand-mère, ndc] ne parlent plus patois à leurs enfants. Pourquoi ça ? La langue est la première manifestation d'une culture.

Un peuple, le nôtre, chers collègues, qui souffre énormément en pleine crise : c'est démontré par les statistiques. Nous sommes les premiers au taux de suicides réalisés, de suicides essayés et pas réalisés, d'alcoolisme, de dépression : le nôtre est un peuple qui souffre. Nous avons un Statut spécial, c'est vrai, mais nous n'avons pas un grand appui ni de la part de la communication, des médias, même d'une école qui, à mon avis, n'est pas à la hauteur de transmettre une langue, celle française, en général pas trop bien pratiquée, sauf des exceptions comme hier l'a rappelé l'assesseur compétant ; ce sont toujours des exceptions.

On a même une langue, notre langue millénaire, que nous on a le plaisir de nommer patois. Vous savez qu'en France patois c'est quelque chose de très négatif, mais tant pis : nous on l'appelle patois et c'est bien. Il y a même d'autres mots pour nommer la propre langue. Mais, qu'est-ce qu'il se passe en Vallée d'Aoste ? Il y a une tendance à singer la prédominante culture italienne et voilà donc que de temps en temps il y a la réaction de quelque jeune valdôtain, comme on l'a été nous le siècle passé, qui réagisse et s'oppose à ce système qui est contraire à cette façon de conduire la culture en Vallée d'Aoste, parce que demande plus d'attention pour ce qui est valdôtain. Voilà l'expérience des indépendantistes, les jeunes qui encore aujourd'hui demandent un autogouvernement pour la Vallée d'Aoste et beaucoup plus d'attention pour la question de la culture de nous valdôtains, qu'on a envie de continuer à vivre à notre façon.

Dalle ore 11:16 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Président) - A demandé la parole l'assesseur Certan.

Certan (AV) - Collègue Lucianaz, je vous l'ai dit dans la discussion générale, je suis tout à fait d'accord sur les principes que vous évoquez dans ce DEFR. Je pense que sûrement on pourra encore améliorer le DEFR, pour ce qui est des points que vous avez cités. Pour ce qui est de la dignité d'une langue, je pense que la meilleure solution est celle de l'employer, de la respecter et de donner l'exemple. (Par exemple, en ne pas s'aplatissant). C'est vrai qu'il est important ce qu'on fait, ce qu'on dit dans une langue, mais c'est important aussi ce qu'on ne fait pas, ou quand on ne s'aplatit pas sur des principes de mouvements ou de partis politiques nationaux.

Président - A demandé la parole le collègue Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Je m'adresse surtout au mouvement de l'Union Valdôtaine : donc, tout va bien madame la marquise ? Je lis dans le statut de votre mouvement " l'Union Valdôtaine, mouvement politique qui se rattache aux principes du fédéralisme global, a comme finalité d'assurer l'épanouissement du caractère ethnique et linguistique du peuple valdôtain, d'en servir les intérêts culturels, politiques, sociaux et économiques, de favoriser la coopération entre les communautés ethniques. L'union Valdôtaine s'engage à réaliser la souveraineté politique du Val d'Aoste par les voix démocratiques, afin de seconder l'aspiration du peuple à l'autogouvernement dans le cadre d'une Europe unie des peuples ".

Ascoltando il silenzio degli esponenti di questo movimento e assistendo all'unica reazione da parte dell'assessore Certan, Assessore all'istruzione e cultura, in qualche modo traduco il pensiero nel fatto che probabilmente l'Union Valdôtaine ha abdicato a coloro che si sono uniti con l'altro movimento valdostano autonomista, ritenuto di eccellenza, il cui presidente, nemmeno un anno fa, diceva che il francese è un cadavere che puzza. Allora dico: forse per fortuna, Assessore all'istruzione e cultura della Valle d'Aosta, ci sono esponenti che fanno parte di un movimento ritenuto nazionale, ma che probabilmente è molto più autonomista e identitario rispetto a tanti pretesi movimenti cosiddetti autonomisti valdostani.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Moi je m'étais promis de ne pas répondre aux provocations, mais je dois dire d'abord quelque chose, parce que quand on est tiré dans la discussion de façon un peu maladroite il faut quand même répondre, même si en vitesse.

Je n'accepte pas des leçons, que ce soient des leçons d'éthique, que ce soient des leçons de moralité sur l'histoire de notre mouvement, par ceux qui sont coude à coude dans les manifestations, qui sont coude à coude dans des conseils communaux à des gens comme CasaPound. Je ne dis pas d'autre.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - No, io non pensavo assolutamente di intervenire ma, visto e considerato che lei mi lancia la palla, io schiaccio. Anche perché si ricordi bene questo: noi abbiamo fatto un unico tragitto, molto breve, con CasaPound, alle comunali del 2015. Molto semplicemente perché in quel momento eravamo pochissimi soggetti, come Lega Valle d'Aosta, e non avevamo ancora assolutamente la forza di poter nemmeno costruire una lista da soli. Eravamo pochissimi e la Lega Valle d'Aosta è ripartita da zero e il punto zero sono state le politiche del 2013. Uno più uno, più uno, più uno: abbiamo ricostruito la Lega Valle d'Aosta e abbiamo sempre dichiarato, in campagna elettorale, che l'unico punto che ci accomunava con loro era sostanzialmente il discorso dell'immigrazione, ma che eravamo profondamente differenti, perché avevamo una visione completamente diversa rispetto alla situazione interna all'Italia, ma soprattutto a livello locale, visto che noi avevamo una visione fortemente autonomista e tutto questo ci portava su posizioni ideologiche completamente differenti. All'interno di quel passaggio che abbiamo fatto insieme, sia noi che CasaPound abbiamo sempre sottolineato, in maniera chiarissima, in tutte le sedi, in tutti i comizi, le differenze enormi che avevamo a livello ideologico.

La Lega Valle d'Aosta ha una caratterizzazione - è stata costruita così - fortemente identitaria, fortemente autonomista. Abbiamo una grandissima libertà, che ci è data dalla Lega generale, perché la Lega tutta è assolutamente autonomista, per cui alle varie comunità e alle varie "Leghe" che compongono la Lega, una federazione leghista, viene data un'autonomia enorme, tanto che ricordo che addirittura alle scorse politiche, alle scorse regionali, Matteo Salvini ha acconsentito alla mia richiesta di correre da soli, perché non siamo andati nemmeno con gli altri alleati di centrodestra e avevamo rotto, unica regione in Italia, le alleanze di centrodestra. Questo ci è stato accordato da Matteo e dal federale, proprio perché rispettano assolutamente l'identità e le peculiarità della Lega Valle d'Aosta.

Mi dispiace, la Lega Valle d'Aosta è qualche cosa di assolutamente autonomo rispetto alla Lega, ma noi ci riconosciamo profondamente in tutte le battaglie della Lega e, soprattutto, non esiste altro partito, a livello nazionale, che difenda come la Lega le autonomie. Siete voi, come Union Valdôtaine, che invece vi siete sempre affiancati e alleati con le forze di sinistra, che sono fortemente centraliste. Siete voi che dovete dare delle spiegazioni ai valdostani, rispetto a delle posizioni ideologiche, perché ci ricordiamo bene le posizioni che avevate preso per il referendum di Renzi, che avrebbe distrutto la nostra autonomia ma, visto e considerato che vi eravate alleati anche per il sindaco di Aosta, avevate addirittura sposato un referendum che avrebbe ammazzato l'autonomia; scelte scellerate!

Per fortuna, quel referendum non è passato ed è partita l'ondata contraria, che è stata portata avanti dalla Lega, per la richiesta di autonomia in Lombardia e in Veneto, che poi ha portato a far passare i referendum che andavano nella direzione esattamente contraria, che sono stati per l'appunto quelli di richiesta di maggiore autonomia da parte di tutte le altre Regioni. È partito uno tsunami al contrario, fortemente autonomista. Le spiegazioni quindi le dovete dare voi, non noi.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Manfrin. Prego.

Manfrin (LEGA VDA) - Credo che la collega Spelgatti abbia espresso in maniera molto chiara che forse chi cerca di trovare nell'altrui posizione, alleanza o collaborazione, che dir si voglia, un qualcosa di negativo forse farebbe prima a guardare in casa sua. Per una motivazione molto semplice, vede. La collega Spelgatti ci ha ricordato la vergognosa posizione dell'Union Valdôtaine relativa al referendum costituzionale del 2016; si è dimenticata, ma provvedo subito a ricordarlo, della straordinaria collaborazione con Matteo Renzi che, nel suo libro Stil novo, proponeva l'eliminazione delle autonomie regionali perché costavano troppo e quindi bisognava eliminarle.

In funzione anche di questa visione straordinaria, l'Union Valdôtaine ha firmato un accordo di collaborazione politica, che peraltro continua ancora oggi in tante realtà, come il Comune d'Aosta per esempio, in cui magari continuerete a collaborare, con una forza che è la più centralista che la storia repubblicana ricordi. Vi ricordo in questa sede il disegno di legge Morassut-Ranucci, quello che proponeva la creazione della Regione del Limonte, che avrebbe dovuto sciogliere la Liguria, il Piemonte e la Valle d'Aosta senza nemmeno citarla nel nome.

Questa era l'alleanza vostra, ma lì non vi siete fatti degli scrupoli nella maniera più assoluta. Così come non vi siete fatti degli scrupoli quando bisognava chiedere le cose ai governi di Roma, e quando governavano coalizioni a Roma che prevedevano all'interno delle loro compagini anche forze nazionaliste e centraliniste, non vi siete fatti degli scrupoli ad andare a chiedere le cose. Non ve ne siete fatti nessuno. Non avete chiesto con chi collaborassero, cosa pensavano e quali erano le loro idee di autonomia: siete andati a chiedere le cose che interessavano a voi e le collaborazioni le avete avute. Qual era l'interesse lì? Era dire con chi sta quello e con chi sta quell'altro? Davvero volete dare lezioni di coalizioni e di alleanza agli altri? Se volete dare lezioni di coerenza e di alleanza agli altri, io vi inviterei a guardare prima a chi all'interno di quest'aula ha votato, all'indomani dell'arresto del consigliere Sorbara, una mozione che diceva no, in maniera ipocrita, a ogni forma di mafia, di collaborazione di 'ndrangheta, e oggi si è dovuto dimettere perché indagato per scambio politico mafioso.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Favre. Prego.

Favre (AV) - Merci conseiller Lucianaz, vous connaissez l'amour pour la langue française que je tiens toujours dans mon cœur évidemment. Je n'ai pas trop bien compris si on parlait de langue ou d'appartenance politique. Parce que maitriser la langue, maitriser le français ce n'est pas question d'appartenance à un mouvement politique ou à un autre. Alors, je m'excuse je n'ai pas compris réellement de ce qu'on est en train de parler. Ce n'est pas à vous que je m'adresse : j'ai bien compris votre intervention et en effet elle était en français. C'est plutôt les autres, car maitriser la langue c'est parler en italien quand on parle d'italien ; si on parle de valorisation du français et de promotion du français, de promotion de la langue des cœurs des valdôtains, alors je tiens à souligner qu'on devrait parler en français, ou en autre langue du cœur, en patois. Parce qu'autrement on tient à être italiens et pas valdôtains.

Je m'excuse si je mélange les questions, mais évidemment l'identité ce n'est pas question d'appartenance, ce n'est pas question de tessere politiche, ce n'est pas question de parcours politique. Chacun en a assez : dans chaque groupe, je pense qu'il n'y a personne qui peut dire " et bien on est des vierges ", dans chacun groupe.

Je partage ce que vous avez dit : la défense ça vient de chez nous et elle commence à la maison, la défense commence avec les enfants. Je suis fille d'une prof de français, donc voilà l'amour pour la langue. Mais je suis autonomiste, je suis valdôtaine et cela n'est pas question de naissance, c'est question d'aimer son propre pays. C'est question de savoir que le jour où on perd l'identité linguistique on perd notre autonomie spéciale.

Je pense qu'on devrait faire quelque chose en plus que des lignes dans un DEFR. J'avoue que je partage ce que vous avez écrit, mais je pense que c'est un moment de travailler réellement en tant que valdôtains pour une loi de défense de notre langue. Donc, vous me trouvez tout à fait et j'espère que le prochain gouvernement choisi par le peuple valdôtain tiendra aussi en considération des représentants valdôtains.

Président - A demandé la parole le collègue Farcoz.

Farcoz (UV) - J'interviens dans un moment tout à fait particulier. Les discussions sont surement intéressantes, mais je crois que le but est celui de porter à l'approbation ces document qu'il n'est pas seulement le DEFR, mais la loi de stabilité et le bilan pour l'année 2020. Chaque jour que nous sommes ici, nous sommes un jour en plus dans l'administration de l'exercice provisoire. Je crois que la priorité de ce Conseil serait celle d'approuver dans le plus bref délai ces documents.

Je m'insère dans cette discussion simplement pour deux motivations. La première : j'étais dehors un instant et donc je m'excuse pour ne pas avoir écouté tout à fait la discussion dans son ensemble, mais j'ai entendu que on sollicite l'application du français dans notre vie quotidienne et dans l'administration. Eh bien, messieurs de la Lega - peut être qu'après je ferais un passage sur cela - je crois que l'application dans notre vie doit être faite par l'exemple. De ma part, quand j'avais proposé il y a quelque temps les délibérations de l'administration régionale au moins au 30 pour cent écrites dans la langue française, il y a des collègues d'entre vous qui n'ont pas accepté ou quand même critiqué cela. Je crois donc que cela, avant d'être remporté en dehors, on devrait se parler à l'intérieur du groupe.

Petit passage sur l'aspect que la Lega valdôtaine est différente de la Lega italienne: vous devez m'expliquer dans le bref délai quel est le terme de commissaire.

Presidente - Per il secondo intervento, in dichiarazione di voto, la parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Glielo spiego molto tranquillamente, molto semplicemente. Noi abbiamo fatto delle scelte interne, abbiamo molto semplicemente, visto e considerato che avevamo un segretario in cui non ci riconoscevamo più, chiesto di poter essere commissariati e abbiamo fatto questa scelta. Il nostro commissario è Licia Boldi, che è la persona che ha l'anzianità di tessera più lunga nella Lega Valle d'Aosta, è con noi da sempre, fra l'altro è la sorella della senatrice nonché deputata Boldi, leghista da sempre, ma comunque la persona in assoluto che ha fatto la storia della Lega Valle d'Aosta. Non siamo più potuti andare al congresso, per la semplice considerazione che in questo cambio di movimento...

Voci fuori microfono

Presidente - Scusate, chiedo solo un secondo, collega Spelgatti. Visto che c'è una sorta di coro non giustificato, chiedo silenzio, colleghi!

Voci fuori microfono

Spelgatti (LEGA VDA) - Mi ha fatto una domanda, rispondo. Mi ha fatto una domanda, rispondo. È nervoso?

Presidente - Colleghi, vi ricordo dove siamo e che cosa stiamo rappresentando! Gli umori personali, per favore, cercate di gestirli personalmente. L'intervento della collega Spelgatti è in risposta a una domanda formulata precedentemente dal collega vicepresidente Farcoz. Vi chiedo maggiore attenzione perché questo è quello che sta succedendo in aula in questo momento, che vi piaccia o no. Prego, collega, continui.

Spelgatti (LEGA VDA) - Molto semplicemente, in questo momento non siamo ancora potuti andare al congresso, perché in questo cambio tra Lega Nord e Lega non sono ancora aperti i congressi; molto semplicemente! Quindi il nostro commissario è quello che è il nostro segretario - ancora non può essere segretario - ed è la persona con più lunga anzianità di tessera. Poi lei mi faccia le domande e io chiedo di poter rispondere.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli. Prego.

Morelli (AV) - Monsieur le Président, facente funzione in questo momento, un petit rappel au Règlement : article 59 du Règlement ! Est-ce qu'il vous parait que les discours qui sont en train de se passer dans cette assemblée sont pertinents ? Sont pertinents aux documents qu'on est en train de discuter ? Je vous rappelle à votre rôle, aux faits que vous êtes, que vous devez être le Président de toute l'assemblée régionale et non seulement un élu faisant partie d'un groupe politique en particulier.

Presidente - La ringrazio, collega Morelli, per avermi manifestato l'articolo citato, che conosco e che rispetto. Ritengo che il rispondere a una domanda espressa durante un intervento che era pertinente a una discussione in corso, sia lecito. Chiaramente, con questo, si conclude in questo momento l'argomento in questione relativo alla domanda formulata dal vicepresidente Farcoz, perché tanto si doveva: punto! La ringrazio comunque della collaborazione e ne prendo atto.

Ha chiesto la parola il collega Manfrin per mozione d'ordine.

Manfrin (LEGA VDA) - Volevo solo segnalarle, Presidente, che la collega Morelli, che fa richiamo al Regolamento, ha utilizzato il tempo non preannunciando, appunto come previsto dal Regolamento, il fatto che avrebbe fatto un richiamo, ma utilizzando il tempo per l'intervento previsto invece sull'emendamento. Non ha detto formalmente che faceva una mozione d'ordine, quindi se vuole fare un intervento, visto che fa richiamo al Regolamento, rispetti il Regolamento quando vuole fare richiami!

Presidente - Come prendo atto della precisazione della collega Morelli, prendo atto della sua mozione d'ordine, ma ritengo a questo punto di disporre, di mia personale volontà e nell'autorità che ricopro, la prosecuzione della discussione generale nel rispetto dell'argomento in questione: la langue française. Se qualcuno intende chiedere la parola, è aperto lo spazio di intervento. Ha chiesto la parola il collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Pour dire que résolument on vote en faveur de ces amendements. Je suis content qu'il soit partagé par d'autres membres de cette assemblée.

On revient à nos moutons, en disant que de la Lega je ne parle pas et je n'en ai pas parlé dans mon intervention. Je n'ai pas parlé d'aucun mouvement politique, on parle d'un peuple ici, d'une communauté. Après confrontons nous dans d'autres occasions, je n'ai pas de soucis. Moi je reproche le gouvernement, l'administration régionale et pas les partis de ne pas conduire notre lutte dans la bonne direction, après chacun fera ses considérations. En plus, j'ai pleins de choses à répliquer, mais je me tais en demandant à tout le monde de voter à faveur de cet amendement.

Président - La parole au collègue Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Naturellement moi aussi j'exprime mon vote en faveur des amendements. Une petite réponse seulement à l'affirmation du collègue Farcoz, quand il souhaitait que 40 pour cent des délibérations des actes rédigés par l'administration régionale soit faite en français. Je demanderais au collègue Farcoz de faire un petit tour dans les bureaux régionaux et d'interpeller, de parler aux fonctionnaires pour connaître le niveau du français dans notre Région. Le niveau du français dans notre Région c'est le résultat de notre école. Franchement, je regarde vous tous et je me demande si le bilinguisme que nous prétendons pouvoir exercer est un bilinguisme réel, ou si les principes de l'article 1 et de l'article 2 de ce fameux mouvement ont complètement échoués.

Président - La parole au président Testolin.

Testolin (UV) - Seulement pour quelque réflexion. J'ai eu le plaisir dans le temps de partager avec monsieur Bertin et monsieur Lucianaz des moments pour la valorisation de nos langues, tant le français que le patois, il y a trente ans je crois. On a choisi des parcours après qui se sont développés de façons différentes. Chacun a choisi les amis à partager ce parcours et, pour ce qui me concerne, j'ai choisi une vision, celle de l'Union Valdôtaine, qui a été bien reprise par monsieur Luboz, qui a bien voulu parler d'un mouvement, au contraire de ce que vous avez affirmé qu'on n'a pas parlé de mouvement. Vous avez voulu parler d'un mouvement et ça m'étonne un peu qu'on parle toujours d'un mouvement spécifique, qui est l'unique qui a tracé une ligne à suivre, pas exactement comme vous avez choisi. Les amis ont les choisis : les parents sont ceux qui sont, mais les amis on les choisit.

Moi je pense que dans la vie politique du mouvement de l'Union Valdôtaine, ainsi que dans d'autres mouvements qui nous représentent au niveau de partis autonomistes dans ce Conseil, on a toujours choisi des partenaires qui pouvaient être de gauche, qui pouvaient être du clergé, mais qui ont toujours essayé de porter à l'avant des principes avant tout valdôtains ! Parce que vous m'enseignez, vous êtes beaucoup plus à l'avant que moi sur certaines thématiques, que le clergé, par exemple, a toujours valorisé la langue française ainsi que celle italienne.

Voix hors micro

Les origines ce sont les origines, après chacun doit choisir ce qu'il a envie de faire quand il grandit.

Pas d'exemples édifiants de la part du groupe dans lequel vous êtes, au moment que vous avez eu la possibilité d'administrer cette région. Pas de changements, pas de catastrophes de ce point de vue, pas de catastrophes du point de vue de l'assesseur à l'instruction. Je ne discute pas sur les travaux et les non-travaux, mais sur la langue, messieurs et mesdames, il n'y a pas eu des exemples à suivre du point de vue de la valorisation de la langue française et non plus du patois. Pas d'exemples exemplaires de la part de votre président ! C'est comme ça, ou non !? Si vous regardez aux alentours pour comprendre ce que vous venez de faire et de partager, le chemin que vous avez entrepris c'est une chose, mais donner des causes à quelqu'un seulement parce que vous êtes assis de l'autre côté, ce n'est pas convenable.

Cela étant, je voulais souligner quand même que dans l'histoire et dans l'administration régionale on a envisagé et porté de l'avant toute une série d'initiatives qui sont parties de la culture valdôtaine pour la valorisation du patois, auxquelles vous avez bien participé, encore comme maîtres, dans celle qui était une situation d'essayer de valoriser. Il y a des stimules qui peuvent arriver de l'administration régionale et d'autres qui doivent arriver de la société civile. Ainsi, il y a encore aujourd'hui des initiatives qui sont soutenues de la part de l'administration, pour valoriser tout un tas de situations qui heureusement encore caractérisent positivement de ce point de vue notre région par rapport à d'autres : par rapport à la Lombardie, par rapport à tout autre région qui n'a pas un gouvernement unioniste ou quand même identitaire, comme celui qui est représenté aujourd'hui.

Après on peut parler de tout autre chose, on peut parler de la politique, de ce qui est arrivé, des commissaires et pas des commissaires : des justifications qui ne concernent rien du tout avec ce qu'on a dit. Ce que je tiens à souligner c'est que quand même l'administration a essayé de valoriser, même du point de vue de la communication, de la télé plutôt que de la radio, tout un tas de situations, avec des difficultés que probablement arrivent même dans d'autres situations nationales, qui évidemment sont plus proches à votre mouvement qu'aux mouvement représentés ici. Ça c'est pour souligner que le travail de tous devrait être dans une direction, si on veut continuer à sauvegarder ce que nos ancêtres nous ont donné.

Presidente - Collega Spelgatti, ha richiesto la parola oltre i due interventi. Per?

Spelgatti (LEGA VDA) - Per fatto personale. Ha detto "da parte del vostro Presidente", ha citato il Presidente, ha parlato di me! Posso rispondere, no?

Presidente - Fatto personale, prego.

Spelgatti (LEGA VDA) - Eh oui, c'est bien ! Je ne parle jamais français, c'est vrai. C'est ma faute, je suis consciente de ça. Mais j'ai terminé mes études quand j'avais dix-neuf ans, au lycée. Je ne parle jamais français et j'ai trop de respect pour cette langue pour la mal utiliser. Je n'utilise jamais une langue, pour trop de respect pour cette langue.

Dans la vie ce sont importantes les batailles que quelqu'un fait. La Lega Valle d'Aosta a toujours lutté dans les batailles pour le français, pour l'identité et moi je suis consciente que quand je parle français, trente ans que je ne parle pas cette langue, je dois m'exercer pour parler en manière digne cette langue, et alors je préfère m'exprimer en italien ; c'est un problème ? Peut-être : c'est ma faute, oui absolument! Je préfère m'exprimer en italien et laisser que mes collègues, qui parlent le français mieux que moi, s'expriment en français et moi je parle en italien.

Questo non significa non combattere le battaglie identitarie, perché tutte le mie battaglie sono state fin dall'inizio, fin dall'inizio, portate in questa direzione. Guardate che non è un caso se queste persone sono sedute qua vicino a me, perché sono persone che nel tempo sono andata a cercare per portarle in Lega Valle d'Aosta, per portare avanti quei temi che io non potevo portare avanti nella stessa identica misura.

Voci fuori microfono

Presidente - Prego, silenzio.

Spelgatti (LEGA VDA) - Vi state agitando? Mi dispiace vedervi così nervosi! Mi dispiace vedervi così nervosi!

Presidente - Prego, silenzio.

Spelgatti (LEGA VDA) - Siete nervosissimi! Andate pure!

Presidente - Chiedo silenzio! Prego.

Spelgatti (LEGA VDA) - Oh, che agitazione! Che preoccupazione!

Presidente - Colleghi, ritengo che questo intervento sia esaurito. La spiegazione di fatto personale è avvenuta e con questo ritengo che l'argomento abbia esaurito ogni discussione, ogni proposta, quindi dispongo di passare... Collega Manfrin, la richiesta è per dichiarazione di voto e le chiedo assolutamente di rimanere pertinente. Ritira la richiesta? Bene, passiamo alla votazione. Chiedo scusa, ha chiesto la parola il collega Barocco.

Barocco (GM) - Cher le vice-président, vous n'êtes pas vous à décider quand un argument c'est fini. Vous n'êtes pas vous ! Vous devez laisser la parole à tous ceux qui la demandent et moi je la demande !

Président - Je suis parfaitement d'accord, je vous demande seulement de rester dans le thème, vu qu'il y a une discussion générale et une manifestation sur ce point, je vous demande de rester dans le thème. Je vous donne la parole avec le respect du Règlement. La parole au collègue Barocco.

Barocco (GM) - Pas de problème, je le connais. Je pense que vous avez vous des défauts sur la connaissance de votre rôle et du Règlement !

Moi je voulais seulement dire que ce n'est pas le piège ici de donner des notes sur comme on parle une langue, parce que la langue c'est un amour, c'est l'expression d'un peuple. Alors là, si on veut donner des examens il suffirait d'entendre l'italien employé par notre ministre aux affaires étrangers. Alors là il y en a pour tous. Mais le patrimoine du français et de notre langue, du patois, ce n'est pas une question de note de français, c'est une question de l'amour et de le pratiquer.

Si madame la présidente nous dit que c'est trente ans qui ne le pratique plus, on en a pris acte et on l'invite à le pratiquer, sans donner des notes. Parce que cela est un piège que les valdôtains ont subis pendant plusieurs années. Il y a les gamins qui ne parlent pas français car ils ont toujours peur de la note. Alors, ici moi je parle le français que je connais avec mes fautes et je parle l'italien que je connais avec mes fautes. Mais, il y a la volonté de défendre une langue que c'est notre identité.

Presidente - Ritengo, per opportuna chiarezza, di poter esprimere che questo discorso sta riportando i binari della discussione sul tema. Tengo a precisare: ho voluto dare libertà di azione a tutti, ben conscio che l'argomento del francese è talmente a cuore di ognuno di noi, tale per cui ognuno si sente la paternità di questa lingua francese. Questo porta la passione. Con questo non voglio giustificare comportamenti bizzarri nell'aula, ma voglio, da uomo, da valdostano, da amante del francese, riconoscere che il senso della passione porta anche turbolenze dell'animo. Questo è avvenuto, questo lo riconosco in ognuno di noi, trasversalmente, per cui vi chiedo, colleghi, di continuare la discussione, adesso rientrata in questi ambiti di correttezza.

Ha chiesto la parola il presidente Rini. Prego.

Rini (PNV-AC-FV) - J'étais ici et je reprends ce qu'a dit mon collègue, parce que je crois d'avoir le droit et le devoir d'intervenir moi aussi en tant que représentante du Conseil. Je regrette beaucoup pour le climat et la discussion qu'on a créé sur un argument si important, c'est vrai, mais il faut le traiter avec pas d'hypocrisie, parce que je partage les mots des collègues et je partage aussi, je parle du fond, la considération qui a fait le collègue Jean Barocco. Parce que le français il faut l'utiliser avec ses limites et l'italien aussi, parce qu'on entend beaucoup de fautes en italien aussi dans cette salle, pas seulement en français, donc on ne doit pas avoir peur de le pratiquer.

Je retourne à l'hypocrisie. Dans ces temps on entend toujours parler de l'autonomie, il faut défendre les langues, et c'est vrai. C'est vrai, mais il faut faire des actions et ils ne sont pas les mots qui font la différence, surtout dans cette période. Ce n'est pas toujours parler de l'autonomie et de la défense et des racines qui font la différence, ces sont les actions qui font la différence. Moi j'ai essayé, avec tous mes limites et avec tous les limites que l'équipe que j'avais avec moi avait, de faire des étapes concrètes dans ce cas.

Je parle - on l'a cité et on ira en parler après, avec l'amendement qui va suivre - des adaptations, par exemple. On a aujourd'hui une école secondaire de deuxième degré qui n'a pas encore les adaptations au Statut spécial, et on parle de la langue française, on n'en parle pas de l'anglais ! C'est vrai que dans les années on a fait une confusion : " La Rini c'est pour l'anglais ", oui c'est vrai, la Rini c'est pour l'anglais ! Je fais sourire l'assesseur : je suis heureuse, quand je porte la bonne humeur, je suis heureuse moi aussi ! Mais il n'y a pas à sourire ici, parce qu'il y en a beaucoup ici d'hypocrisie : il faut faire des actions ! Les actions que cette salle doit faire ce sont les lois, ce sont les lois ! Là c'est notre autonomie.

C'est vrai, notre autonomie prend sa force de notre langue, de notre territoire, mais l'autonomie d'aujourd'hui, qui est une autonomie pauvre parce qu'on n'a plus l'argent qu'on avait une fois, c'est une autonomie de faire une législation différente. L'unique instrument qu'on a aujourd'hui pour exercer notre autonomie ce sont les lois. C'est l'unique différence qu'on a par rapport aux autres communautés, comme le Piémont. Il faut être sincères, on ne peut pas aujourd'hui fonder toute notre autonomie sur la question des langues, parce qu'on est des hypocrites. On est des ipocriti, pardonnez-moi il ne me vient pas en français et je dis en italien, comme ça je suis cohérente. C'est comme ça et alors on va prendre cette suggestion et on peut la traduire avec des actions concrètes.

Je parlais des adaptations. On a eu surement beaucoup de problèmes dans ça et il faut avoir du courage pour mettre les mains dans ce secteur, parce que quand on touche ça, tu sais, surtout pour un politique, que tu vas faire quelque chose qui surement n'ira pas te donner un beau moment de partage avec les gens, parce que c'est toujours difficile. Qui m'a précédé le sait très bien, dans ce domaine. Pourtant, il faut avoir le courage de faire ça, parce qu'on ne peut pas avoir des situations différentes, surtout dans le domaine de l'école, mais il faut avoir des lois précises qui préservent un système qui c'est le système Vallée d'Aoste. Ce n'est pas avec l'imposition de la langue : on l'a vécu et moi je suis une femme des années '80 ; on a vécu toute la révolution qui a introduit le français et on l'a vécu comme une imposition.

Je pense notamment au patois, au franco-provençal. Moi je suis de la génération où on cherchait de ne pas parler le franco-provençal. On allait à l'école et on se cachait. Moi je viens de Champlong, vous imaginez il n'y a pas personne qui parle italien à Champlong, mais moi je parlais italien quand j'étais petite avec mes amis, parce que on ne parlait pas le patois. Aujourd'hui on a fait des pas de l'avant, parce que les jeunes parlent le patois et c'est un peu mieux qu'avant. Alors il faut travailler sur ça, mais il ne faut pas être des hypocrites et il faut faire des choses concrètes. On les fait avec les lois, sinon on reste ici et on parle, on approuve des ordres du jour et ainsi de suite. Cette chose aussi : faire des interventions en français c'est bien, mais ce n'est pas ça qui fait la différence. Il faut voter et faire des projets des lois : approuvons vraiment les adaptations aussi pour les écoles du deuxième degré secondaire. Ce n'est pas rigoler ça, il faut le faire ! C'est ça qui va changer, changer, changer vraiment ! Il faut le faire avec tout le partage du monde de l'école, mais il faut intervenir ainsi.

Voix hors micro.

Moi, je n'enseigne rien ! J'invite monsieur le Président : madame l'assesseur Certan l'a déjà fait toute la journée de hier, s'elle a quelque chose à dire, il faut qu'il touche ça et qu'il le dise en italien, en français, en anglais, je ne sais pas si vous le connaissez, dans n'importe quelle langue et moi je vais vous répondre. Mais pas comme ça ! Élevez-vous un peu si vous voulez parler avec les autres ! Moi je ne fais pas l'enseignante et vous aussi vous n'avez rien à enseigner à personne, je vous l'assure ! Sûrement !

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vesan.

Vesan (M5S) - Mozione d'ordine. In quest'aula stiamo procedendo a interventi che lei stesso, Presidente, ha descritto come discussione. In realtà, vorrei ricordare a quest'aula, ma soprattutto a lei che ne tiene le redini in questo momento, così come agli altri che lo fanno, che la discussione generale si è chiusa già ieri su questi punti e in questo momento abbiamo dei tempi contingentati, finalizzati: uno, all'illustrazione dell'emendamento che deve essere votato; due, alla dichiarazione di voto, perché siamo in fase di votazione. Anche nell'ultimo intervento che ho appena sentito, di dichiarazioni di voto non ce n'è stata nessuna. Quindi la prego, Presidente, di mantenere questa discussione nell'alveo di quello che è legittimamente previsto che noi si faccia in quest'aula.

Presidente - Grazie, Consigliere Segretario, per il suggerimento, che prendo come collaborazione. Ritengo che comunque gli argomenti discussi in tutti i punti fino adesso, anche i precedenti, sono stati nella linea di esprimere il proprio pensiero.

Ha chiesto la parola la collega Pulz. Prego.

Pulz (ADU VDA) - J'ai eu mente fois l'occasion de me confronter avec mes élèves dans beaucoup de classes sur des raisons pour lesquelles trop souvent ils n'aiment pas le français en tant qu'occasion culturelle, comme personnellement je l'ai toujours vécu. Eh bien, vous savez quelle a été toujours la réponse des élèves valdôtains ? " Madame, sincèrement on n'aime pas le français exclusivement à cause de la politique valdôtaine ". Aujourd'hui je comprends parfaitement le sens de leur réponse.

Presidente - Qualcuno chiede di intervenire? Se non ci sono richieste, possiamo aprire la votazione. La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 31

Votanti: 31

Favorevoli: 11

Contrari: 2

Astenuti: 18 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Russo, Testolin)

Il Consiglio non approva.

Passiamo all'esame dell'emendamento 23, presentato da Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. Ha chiesto la parola il collega Sammaritani

Sammaritani (LEGA VDA) - Non sarà certamente per timore di rischiare un linciaggio che ritirerò quest'emendamento, ma soltanto per la scarsa sensibilità che in effetti poi abbiamo visto quest'aula ha nei confronti di certi temi. O meglio, ha una sensibilità nel senso che ha dei nervi scoperti, questo sì, ha delle reazioni tipiche della coda di paglia, ma, nel contempo, non riesce a quagliare la situazione.

Io credo, per riallacciarmi a quello che ha detto la collega Rini, che sì, è vero, con le leggi, a volte e spesso - sicuramente da uomo di legge questo lo condivido - si fanno le regole che poi le persone rispettano, che poi conducono e indirizzano la vita di tutta una società. In realtà, però, è la cultura che fa le cose. Allora non basta dire di essere autonomisti, non basta dire che bisogna tutelare le lingue: bisogna veramente introitare questi concetti, averli dentro, capire cosa significano veramente e far capire agli altri, che magari non hanno questa sensibilità, come si può arrivare ad averla.

Quella è la cultura, che è una cosa diversa dalle leggi, perché sennò facciamo la stessa cosa - mi rivolgo anche al collega Farcoz - che hanno fatto coloro che hanno preso un territorio governato dove si praticava la lingua francese e hanno imposto quella italiana. Questo è successo qua, tanti anni fa. Dire adesso, per esempio, che bisogna fare per forza una percentuale di atti amministrativi in lingua francese non ha nessun senso, se poi alla fine in realtà la lingua italiana è quella che si utilizza di più.

Io purtroppo vivo lo stesso dilemma e la stessa piccola tragedia personale che vive la collega Spelgatti, cioè sono quarant'anni che non studio più il francese. Io sono frutto della scuola valdostana - neanche dei peggiori, credo, ma non voglio essere così presuntuoso - però sicuramente se in quinta liceo, quando ho fatto la maturità, il francese lo sapevo discretamente bene, adesso non mi sento di parlarlo fluentemente come parlo invece l'italiano, quindi esprimo a volte concetti di una certa complessità sicuramente non in francese. Così come peraltro vediamo benissimo che, per esempio in ambito giudiziario, si può utilizzare anche il francese, ma io non ho mai visto una persona dire una sola parola in francese in un tribunale di Aosta. Ecco che, quindi, c'è qualche problemino nell'applicazione.

Devo rispondere rapidamente anche al presidente Testolin perché noi, è vero, in quei cinque mesi di governo, in quel lungo periodo di governo, non abbiamo fatto grandissime cose in questa direzione. Però, per esempio, mi ricordo dell'interesse che avevo manifestato e applicato io per il Centre d'Études francoprovençales di Saint-Nicolas, che lamentava di non avere la possibilità nemmeno di aprire i battenti; forse gli ultimi politici che avevano affrontato il mio stesso ruolo non l'avevano sicuramente perseguito negli ultimi anni.

Tutto sommato non è una questione né di provenienza culturale né di provenienza anagrafica, è soltanto questione di sapere che l'identità si va promuovendo solo attraverso la cultura vera e attraverso questo tipo di provvedimenti. In questo senso erano i nostri emendamenti. È anche proprio per questa scarsa sensibilità, o quantomeno per il fatto che vengono bocciati solo perché magari è un tipo di forza che lo propone, tanto vale non discuterne neanche, e quindi lo ritiro.

Dalle ore 12:08 assume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - L'emendamento 23 è ritirato. Nonostante il ritiro, ha chiesto la parola l'Assessore.

Certan (AV) - Collègue Sammaritani, je vous remercie parce que vous avez démontré que vous avez eu de la sensibilité. Je pense qu'en effet, en ce moment, on ne pourrait pas parler avec tranquillité et avec le juste aplomb de cet argument. Je pense que les valdôtains et les enseignants s'en souviennent et ils connaissent tout le parcours. Donc, je pense que vous avez bien fait, sans hypocrisie et je vous remercie.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Per una brevissima domanda, Presidente: ai sensi di quale articolo del Regolamento c'è stato l'intervento testé fatto dall'Assessore? Perché se c'è un articolo che dice "purché mi dia la parola il Presidente", allora, se c'è questo, mi dite qual è e da adesso in avanti io chiederò gentilmente di poter parlare quando voglio, chiedendo semplicemente la parola a lei.

Presidente - Guardi, collega Cognetta condivido con lei la ratio dell'opportunità o meno di intervenire dopo il ritiro di un emendamento, però una volta che è aperta la discussione sull'emendamento, anche dopo la comunicazione, pareillement le potrei dire che ci sarebbe il buonsenso, ma non c'è un articolo del nostro regolamento che dice di non intervenire. Prego, collega Cognetta, vuole replicare?

Cognetta (VDALIBRA) - Grazie per aver chiarito questo punto. Quindi, qualora anche noi ritirassimo un elemento alla volta, ci sarebbe comunque la discussione. Quindi non stiamo perdendo tempo.

Presidente - Giusta osservazione. Andiamo avanti: emendamento n. 24, presentato da Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. Qualcuno vuole illustrarlo? La parola al collega Ferrero, prego.

Ferrero (VDALIBRA) - Si parla tanto di turismo, ma da ormai una ventina d'anni è stata intrapresa una linea ondivaga, non c'è una regia unica per la promozione della regione, per la gestione turistica della regione. Si era parlato, all'inizio dell'insediamento di questa maggioranza, di voler accorpare, di creare un ente unico che gestisse e coordinasse il turismo in Valle. Poi si è andati avanti, se n'è riparlato, ma alla fine ci siamo ritrovati come al solito con un pugno di mosche. L'esigenza che ci sia un attore, una specie di regista unico, ormai è indispensabile. Non bastano gli sforzi delle pro loco, dei comuni e delle varie associazioni che si danno da fare con iniziative, che poi alle volte si sovrappongono le une con le altre. Bisogna effettivamente imparare, guardare all'esperienza dell'Alto Adige, sia per quanto riguarda l'organizzazione che per quanto riguarda anche il coinvolgimento di tutti coloro che del turismo campano, che sul turismo lavorano. Parliamo dei ristoratori, degli albergatori, dei maestri di sci, perché ci sono anche forme di compartecipazione in Alto Adige di questi soggetti all'interno di iniziative di sviluppo. Quindi ecco che li vediamo magari soci di imprese che esercitano impianti funiviari e via dicendo.

Questo abbandono deve avere fine presto, perché abbiamo anche constatato che ci sono dei problemi effettivi di stagionalità che si stanno accentuando. I momenti di tutto esaurito si stanno restringendo, prima erano di mesi, adesso diventano quasi di giorni o settimane, ristretti ad agosto o comunque ad altri momenti, che sono quelli natalizi. Come si batte questa stagionalità? Si batte con forme alternative: dobbiamo metterci in testa che lo sci è importante, ma non esiste solo lo sci. Si continua a puntare unicamente sullo sci tutta la posta che mettiamo sul piatto per quanto riguarda il turismo. Abbiamo delle alternative che sono il turismo religioso, che possono essere il turismo che riguarda gli sport estremi, ma anche il turismo slow, che va molto di moda adesso. È vero che in passato ci sono stati esempi per cui persone si strappavano le vesti di dosso, facevano chissà che cosa per avere una maglietta del Tor des Géants, però bisogna anche capire che c'è tutto un settore turistico di persone che amano le passeggiate, che amano magari farsi anche la merenda tranquilli, non sono tutti atleti o super atleti, quindi c'è un'altra realtà turistica. Non lasciamoci portare dalle mode.

L'altro settore sul quale si intenderebbe intervenire è stato anche questo dimenticato e riguarda l'intermediazione del turismo, cioè le agenzie di viaggi, soprattutto i tour operator, soprattutto coloro che fanno incoming, perché da questo punto di vista alcune vecchie realtà, che sono poi fallite per motivazioni che non riguardano di certo questo Consiglio, hanno lasciato un vuoto, un vuoto che è pesante, un vuoto che ancora stiamo subendo attualmente. Se dalle parole, che tutti hanno proferito, si potesse passare ai fatti ed effettuare immediatamente, calendarizzando, l'accorpamento degli enti che gestiscono il turismo e creando un ente unico, per noi sarebbe fondamentale per dare poi una nuova via, un nuovo corso a un turismo che ormai ha buoni risultati, ma ne potrebbe avere di ottimi e soprattutto ha necessità di essere riqualificato.

Présidente - A demandé la parole le collègue Restano.

Restano (GM) - Mi rivolgo al Presidente della Regione che ha la delega al turismo. Ieri ho avuto modo di dire che nel DEFR che avete presentato il turismo è raccolto in pochissime righe e in queste righe praticamente vi è scritto quanto vi ha illustrato il collega Ferrero, il quale ha aggiunto alcuni spunti che ritengo molto interessanti e suggestivi. Soprattutto, da esperto del settore - sappiamo tutti quale sia la sua professionalità - ha aggiunto alcune cose che provengono anche dagli uffici: la necessità di legiferare in merito alle agenzie di viaggio. Quindi non vedo una distanza abissale tra quanto scritto nel vostro DEFR e quanto noi proponiamo in questo momento, ma alcune aggiunte molto significative e importanti per l'intero comparto.

Mi permetto di aggiungere una piccola parte, quella che riguarda le professioni del turismo. Non abbiamo scritto niente, forse ce ne siamo dimenticati, noto che anche voi ve ne siete scordati, però vi sono delle professioni emergenti. Abbiamo già avuto modo di dibattere su questo in aula di Consiglio e mi riferisco a chi utilizza le acque per scendere i nostri meravigliosi torrenti, chi si occupa di accompagnare con le biciclette i turisti, non è previsto dalla normativa regionale. Siccome noi siamo particolari, anche in questo settore sarebbe opportuno farlo, ma sarebbe opportuno farlo per evitare che professionisti che vengono da fuori valle vengano a invadere, permettetemi questa forte parola, il nostro territorio; quindi anche per dare delle opportunità di lavoro ai nostri giovani.

È vero, lo sport non è solo agonismo, anzi, lo sport è molto altro, e noi abbiamo il territorio che si presta, le persone giuste che possono svolgere determinate professionalità. Io vi esorto a prendere in considerazione due cose: la nostra proposta e successivamente aggiungere queste indicazioni che vi ho appena dato nel vostro programma.

Présidente - La parole au président Testolin.

Testolin (UV) - Solo per una breve considerazione, senza entrare troppo nel merito delle discussioni che sono state attivate. Di migliorabile c'è sempre un po' tutto e delle iniziative possono sempre essere attivate in maniera diciamo più produttiva per quello che è il settore specifico. C'è un dato di fatto: nel tempo si è seminato in questo settore, si è cercato di costruire e ci sono dei dati che sono in continua crescita. Questi dati sono comunque la conferma che un certo tipo di politica ad ampio raggio, perché poi certe cose sono già state iniziate nel tempo e sono state attivate e su altre si continua a investire, sono una dimostrazione che il percorso, pur perfettibile, è stato premiante per il nostro territorio. I numeri, sia in ambito di stagionalità invernale sia in ambito di stagionalità estiva sia nei periodi intermedi, sono cresciuti in maniera importante, così come quelli derivanti dagli investimenti fatti nel settore culturale, che qualche volta viene un po' additato come percettore di risorse troppo importanti rispetto a quelle che invece sono le sue potenzialità. Come direbbe Chatrian, des deux l'une, qualche volta poi bisogna fare delle scelte, ma i numeri in questo caso sono comunque a favore di un percorso che arriva da lontano e che è stato anche gestito per un breve periodo da qualcuno, che evidentemente ha anche preso la parola e che si è sicuramente reso conto di un settore che è tutto sommato in buona salute.

Présidente - Pour la déclaration d'intention, la parole au collègue Restano.

Restano (GM) - In dichiarazione di voto mi permetto di rispondere al presidente Testolin. È vero, i dati dimostrano che il settore è in crescita, quest'inverno è cresciuto molto, prima la crescita era molto contenuta, sapete di cosa mi sono occupato in due occasioni per brevi periodi. Ciò non vuol dire che non si può razionalizzare la spesa, non si può migliorare l'investimento e non si può non prendere atto di quanto viene fatto altrove, di quanto sono cresciuti altrove e di quanto potremmo crescere. Queste sono le nostre potenzialità e noi abbiamo l'obbligo, attraverso le leggi, come ha detto prima la presidente Rini. Lo dimostrate voi e le iniziative che abbiamo portato avanti insieme: abbiamo l'obbligo di investire in questo settore, di investire non solo in termini pecuniari, ma soprattutto investire in termini di riorganizzazione dell'intero settore, per essere più performanti.

Queste poche suggestioni che ci siamo permessi di aggiungere darebbero l'idea non solo della collaborazione, in queste occasioni anche per calmare gli animi, della possibilità di collaborare, ma che si guarda anche oltre alla mera riorganizzazione, che in piccola parte ho contribuito pure io quando ero al governo a portare avanti.

Présidente - On peut mettre en votation ? La votation est ouverte.

Résultat du vote :

Présents : 34

Votants : 11

Favorables : 11

Abstenus : 23 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione, Vesan)

Le Conseil n'approuve pas.

Passiamo all'emendamento della collega Pulz. In realtà colleghi, sarebbe più opportuno dal punto di vista dei contenuti continuare con gli ultimi tre emendamenti di Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. Se siete d'accordo, sennò andiamo avanti con l'ordine che abbiamo detto. Va bene?

Siamo all'emendamento 25 di Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. Qualcuno vuole illustrarlo? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Questo emendamento vuole dare un contributo a quello che era già nel DEFR della maggioranza un tema, forse uno di quelli più sviluppati, vale a dire l'ambiente e è il discorso delle risorse naturali. Non aveva la presunzione di essere sostitutivo, casomai voleva essere squisitamente integrativo su una tematica già, forse rispetto a tante altre, più sviluppata e con più riferimenti.

Cosa pensavamo di aggiungere? Siamo in un momento in cui il cambiamento climatico è e sarà uno dei temi che nel futuro dovremo gestire; io dico, probabilmente convivere o soprattutto gestire. Allora noi abbiamo pensato di dire quali potrebbero essere delle azioni e, rispetto a una descrizione forse più generica come quella del DEFR di maggioranza, siamo entrati in alcuni riferimenti forse un po' più specifici. Se n'è parlato anche in quest'aula, non è una novità, ma noi pensavamo che avviarsi verso una pianificazione, verso un piano strategico da coordinare, chiaramente non solo a livello regionale ma a livello nazionale e magari a livello europeo, per la realizzazione di bacini di accumulo idrici ad alta quota, onde gestire le dipendenze dalle necessità contingenti delle diverse stagioni e delle condizioni climatiche, a noi pareva un obiettivo, proprio perché non così immediato e non di così facile realizzazione, da pianificare e da dettagliare.

Della gestione del sistema rifiuti abbiamo parlato tante volte, noi crediamo davvero che non si possa intervenire in un settore così - poi avremo probabilmente in seguito l'occasione di discutere anche emendamenti e subemendamenti legati a una particolare problematica, in questo momento una legittima preoccupazione per quello che riguarda le discariche di rifiuti - intervenire con interventi urgenti, magari messi in campo all'ultimo momento. Noi crediamo che la Valle d'Aosta necessiti di un piano regionale inerente in materia, dobbiamo rivederlo, le regole sono vecchie, datate, a volte mal interpretate, con conseguenti disagi come quelli che in questo momento stanno succedendo. Non è la soluzione quella di contrapporre politica ed eventualmente dirigenti che prendono decisioni con il sentire della popolazione; bisogna proprio a bocce ferme dire quali sono le regole e quant'altro.

Il rischio idrogeologico è uno dei grandi problemi, per cui noi ritenevamo opportuno valutare, di concerto con il Consiglio permanente degli enti locali, una commissione per la gestione del rischio idrogeologico, proprio per non lasciare i nostri comuni e i nostri sindaci soli a presidiare il territorio. Come pensavamo fosse necessario definire le nuove modalità di politica di gestione dei rischi di montagna, soprattutto legate alla dottrina giuridica. Noi in questo momento ci troviamo di fronte a quelle che possono essere interpretazioni di volta in volta, magari della Magistratura, ma quando si tocca qualche problema sul territorio, non possono essere i sindaci i capri espiatori; proprio perché non ci sono regole, proprio perché non c'è una dottrina in materia, la totalità delle volte siamo legati all'interpretazione, per cui il discorso dell'ineluttabilità, della mancata prevenzione, del mancato presidio o del mancato intervento.

L'ultima considerazione è che noi crediamo che tanto è stato fatto in Valle d'Aosta per la messa in sicurezza delle nostre aste torrentizie, ma crediamo che in questo momento ci sia la necessità di avere delle risorse che vadano alle pulizie degli alvei. È uno dei grossi problemi con cui in questo momento ci troviamo a convivere, soprattutto da parte degli amministratori locali. Quando succedono i guai uno va a vedere: come mai non siete intervenuti prima? O non c'erano i soldi, o c'erano delle difficoltà a intervenire, o c'era una legge e sappiamo che le assi torrentizie hanno una serie di vincoli, per cui non è neanche facile intervenire.

Presidente - La parola all'assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - Mi trova d'accordo il collega quando si affrontano i temi in maniera seria e si entra nel merito, anche cercando di capire cosa si è cercato di inserire nel documento economico e finanziario, sia sull'ambiente che sulle risorse naturali dove, oltre a declinare forse un po' di più, abbiamo cercato di mettere in evidenza la necessità che il bene più prezioso che abbiamo deve avere comunque un accompagnamento forte. Forse mai come in questo momento, per mille ragioni, la prima è come adattarci, come mitigare. Oltretutto su questo penso che, con quelle poche persone che lei conosce del dipartimento, in questi ultimi mesi veramente si è fatta la differenza e spero che sia utile per il prosieguo e per la prossima programmazione.

Sulla seconda questione, quella dei rifiuti, lo annuncio a quest'aula: nelle prossime settimane sarà comunque rivisto e aggiornato il piano dei rifiuti della Valle d'Aosta e inizierà l'iter amministrativo; penso che questo vada nella direzione di quanto è stato inserito all'interno del DEFR. Proprio com'è stato affrontato anche adesso, con l'intervento che il collega Gerandin ha appena fatto, io penso che questo pomeriggio avremo modo in maniera altrettanto seria di legiferare per quanto riguarda le discariche. C'è lo spazio e spero ci sia il modo. Io penso, dopo l'incontro che abbiamo avuto ieri pomeriggio, che ci sia lo spazio per la discarica di Chalamy per poter azzerare i rifiuti speciali: c'è lo spazio per lasciare solo quella finestra aperta, le terre e le rocce da scavo, previa caratterizzazione ai sensi del decreto ministeriale del 2010. Io penso che questo sia un ottimo passaggio per la comunità, per la Bassa valle, per tutta la comunità valdostana e penso sia importante che lo si affronti in quest'aula.

Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, la proposta che lei fa è di mettere insieme, da quello che ho capito, le forze della Regione. Lei sa che per una minima parte delle risorse naturali se ne occupa l'Assessorato ai lavori pubblici, ma poco importa, perché penso che un domani a livello di riorganizzazione i tre dipartimenti dovrebbero lavorare insieme: ambiente, risorse naturali e rischio idrogeologico, perché vuol dire avere a 360 gradi il nostro territorio, il nostro ambiente.

Buona parte, come diceva lei, dell'emendamento che è stato inserito c'è nel nostro DEFR, forse non è dettagliato così com'è su due passaggi, ma le tre mozioni che questo Consiglio ha già approvato vanno in quella direzione, soprattutto sulla mitigazione e sull'adattamento. Ci asteniamo, ma sulla proposta che ci fate io penso che i passaggi che abbiamo fatto vadano in quella direzione e volutamente abbiamo deciso di declinarlo, perché penso che la manutenzione del territorio e la mitigazione e l'adattamento siano, per quanto ci riguarda e per quanto riguarda una buona parte di quest'aula, la sfida dei prossimi vent'anni.

Presidente - Altri? Possiamo mettere in votazione. La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 12

Favorevoli: 12

Astenuti: 23 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Rini, Russo, Testolin, Trione, Vesan)

Il Consiglio non approva.

Emendamento n. 26 di Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. La parola al collega Restano.

Restano (GM) - Parliamo di trasporti. L'Assessore competente, nel suo intervento ieri, ha già illustrato praticamente il contenuto del DEFR. Questo è il caso dove siamo allineati su tanti punti da lui elencati. Noi col nostro "pro DEFR" vogliamo lanciare, come sempre, le nostre idee e alcune suggestioni, che non collimano evidentemente con quanto avete scritto o con quanto voi non avete scritto. A cosa mi riferisco? Siamo assolutamente d'accordo che il piano regionale dei trasporti deve essere urgentemente approvato, vediamo in questo piano una funzione di coordinamento tra i diversi attori che concorrono a costituire l'offerta della mobilità, per ottenere risposte efficaci ai bisogni dei valdostani di oggi, dei turisti di oggi, ma soprattutto a quelli di domani, senza compromettere le necessità future soprattutto dal punto di vista ambientale. Non ci si deve limitare alla sola approvazione di un piano di intervento, come a oggi nei fatti è stato portato avanti da questo Consiglio. Il piano degli interventi che ha seguito la legge sulla ferrovia è risultato essere questo, in assenza di un piano regionale dei trasporti, ma ne abbiamo già ampiamente dibattuto.

Noi però cosa vi vogliamo dire? Per noi la legge sulla mobilità sostenibile non è completa, va modificata. È completa nella parte che riguarda i contributi, invece può essere più significativa e importante in tutta l'altra parte; soprattutto dovrà essere allineata al piano regionale dei trasporti. Per quanto riguarda il trasporto disabili siamo allineati, anche sulle autostrade, dove noi abbiamo lasciato la parte della frana di Quincinetto dove si è già recentemente, e non solo, attivato l'Assessore. La vediamo diversamente per quanto riguarda la tratta ferroviaria: le nostre considerazioni sono frutto di quanto abbiamo potuto recepire dalle suggestioni che sono state avanzate e che noi abbiamo ascoltato con attenzione, in audizione. Parliamo sì di considerare l'elettrificazione, ma anche nuove forme di trazione, quali ad esempio l'idrogeno, e forme di collaborazione innovative, come suggerito dai tecnici che si sono alternati in Commissione. Questo non risulta indicato nel vostro DEFR.

Riguardo alla tratta Aosta-Pré-Saint-Didier, noi invitiamo a valutare le analisi costi-benefici per la riattivazione di questo servizio che riteniamo importante. Lo abbiamo preso in considerazione e continuiamo a prenderlo in considerazione, ma non vogliamo abbandonare quest'aspetto del dossier, quello che è l'investimento, quello che è il numero di persone che potrebbero usufruire della tratta, ma soprattutto, l'abbiamo detto tante volte, i progetti paralleli che potrebbero aumentare il numero di utenti, consapevoli che la differenza di spesa tra servizio alternativo e quello di gestione della ferrovia è notevole. È per questo che bisogna fare molta attenzione e forse aumentare un attimino lo studio in essere.

Voi parlate del mantenimento e del miglioramento dell'offerta nel settore dello sci di fondo e siamo assolutamente favorevoli a questo. Indicate la prosecuzione delle valutazioni in merito allo stoccaggio di neve, noi abbiamo cambiato, abbiamo detto "avvio in modo sperimentale per tre stagioni". Abbiamo perso troppo tempo, so che ci sono delle difficoltà, ne ho parlato con lei, Assessore, e me le ha illustrate, però "avvio" è un termine più forte, che veramente lascia intendere l'intenzione dell'amministrazione, che deve essere raccolto dagli enti locali sul territorio. So a che punto siete, forse il DEFR arriva dopo determinate relazioni, però noi l'abbiamo scritto a novembre e va bene così.

C'è anche una parte che riguarda il master plan dell'aeroporto, che forse voi avete trascurato, o magari siete più avanti, ma ci siamo permessi di sottolinearlo.

Per quanto riguarda gli impianti a fune, saranno oggetto, per venire ad argomenti sovrapposti, di un altro intervento.

Presidente - Non ci sono richieste, possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 10

Favorevoli: 10

Astenuti: 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione, Vesan)

Il Consiglio non approva.

Emendamento n. 27 di Lega, Mouv', Gruppo misto e Vdalibra. La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Parliamo di sport e impianti sportivi. Lo sport deve essere al centro dell'azione politica futura sotto varie linee di azione. La prima è quella di incentivare non solo lo sci, ma tutti, tutti gli sport, creando incentivi per le famiglie, affinché i giovani possano avvicinarsi alle più svariate attività. Lo sport è salute, è socializzazione, è scuola di vita, è vita. La Valle d'Aosta è una meravigliosa palestra a cielo aperto, per questo come seconda linea d'azione bisogna utilizzare lo sport come volano per il turismo. Basta vedere quanto accade per il Tor des Géants e la pubblicità che abbiamo a livello mondiale: in quella linea bisogna andare. Bisogna quindi rilanciare anche a livello mediatico un messaggio legato al benessere, al divertimento, alla magia che il nostro territorio offre spontaneamente, implementando e diversificando al massimo l'offerta rivolta a tutti, dalle persone più sportive che cercano le emozioni legate all'estremo e all'alta montagna, alle persone più anziane, ai bambini o semplicemente alle persone più sedentarie che possono essere invogliate a venire in Valle d'Aosta per entrare in contatto con la natura, con un approccio molto più delicato.

In materia di sviluppo dell'attività sportiva, pertanto riteniamo prioritario dar corso alla revisione della normativa di settore retta dalla legge regionale n. 3 del 1° aprile 2004, prevedendo l'inserimento di uno specifico capitolo relativamente ai seguenti temi: diversamente abili, sport di cittadinanza, doping, specifici incentivi per gli sport invernali di montagna, affinché i giovani atleti proseguano l'attività sino almeno all'età di 23 anni. Riteniamo inoltre importante definire una specifica interlocuzione con il Comune di Aosta per addivenire all'accordo di programma per la ristrutturazione dello stadio Puchoz, costituendo un polo sportivo con annessa palestra, al fine di rispondere alle esigenze delle scuole e delle società sportive operanti nella plaine. Al contempo sarà necessario procedere, in collaborazione col Comune di Aosta, al rifacimento della pista di atletica del campo scuola Tesolin e avviare la procedura per la definizione di uno studio di fattibilità per la creazione di un collegio per studenti atleti in Aosta, che assolutamente manca ed è fondamentale. Con riferimento al settore dell'istruzione, vogliamo effettuare una valutazione unitamente all'Assessorato alla pubblica istruzione, finalizzata all'inserimento di due moduli di educazione fisica condotte da un laureato in scienze motorie in seno alla scuola primaria.

Tenuto conto poi dell'importanza che il settore degli impianti a fune riveste per la nostra regione, riteniamo necessario continuare a investire per il rinnovo tecnologico e la manutenzione straordinaria degli impianti esistenti, tra cui quelli per l'innevamento, la battitura e la sicurezza delle piste. I cambiamenti climatici, la necessità di rinnovo degli impianti, le piccole dimensioni dei comprensori valdostani in un mercato dello sci sempre più globale, nonché il crescente interesse del turismo estivo verso gli impianti per il trekking, la bicicletta, le attività ludiche, quali fun bob e simili, richiedono pertanto risposte adeguate e nuovi investimenti. Le due leggi di settore, la legge regionale n. 8 del 2004 e la n. 6 del 2018, sono strumenti adeguati a contribuire agli investimenti sui comprensori regionali e saranno finanziate adeguatamente sulla base di una corretta pianificazione degli interventi.

A tal riguardo occorrerà procedere con un'attenta valutazione dell'attuale modello di sostegno e di investimento in materia di impianti a fune, tenuto conto delle risorse pubbliche disponibili per il settore. Pertanto, la necessità di reperire nuove e importanti risorse per lo sviluppo dei comprensori sciistici determinerà nel futuro il coinvolgimento, questo è fondamentale, di nuovi partner anche di natura privata, con cui la Regione potrà far fronte agli investimenti programmati. Tali valutazioni dovranno tener conto dell'impatto strategico che tali opere avranno sul territorio e per l'economia locale, ed è intenzione approfondire le valutazioni sugli altri collegamenti rilevanti, dei quali si sta discutendo da tempo. In particolare, circa il collegamento tra Ayas e Cervinia, sulla base degli studi sinora effettuati, si intende dar corso alla progettazione del collegamento, al fine di creare uno dei più grandi e appetibili comprensori mondiali per lo sci. Innanzitutto, sarà valutato il costo e l'opportunità delle fusioni delle società coinvolte, poi successivamente sarà conferito il mandato per la realizzazione del progetto, attraverso la valutazione di tutte le soluzioni per migliorare la gestione e la ripartizione dei proventi generati, per dar corso alla realizzazione dell'opera reperendo le risorse necessarie. Il collegamento Aosta-Pila-Cogne deve essere oggetto di attenta valutazione e progettazione sia dal punto di vista del costo/opportunità, che delle soluzioni progettuali identificate, così come anche della scelta del tracciato definitivo, valutando tra l'altro le modalità di uno sviluppo modulare del collegamento che dia comunque priorità alle esigenze evolutive della stazione sciistica di Pila.

Riteniamo necessario che tali aspetti debbano essere valutati attraverso un rinnovato studio di fattibilità tecnico-economica, prima di procedere con qualsiasi scelta. A tal riguardo occorrerà inoltre valutare, in accordo con il Comune di Cogne e gli operatori locali, l'eventuale evoluzione della viabilità di accesso alla relativa valle, al fine di potenziare le ricadute green e di valorizzazione dell'ambiente e del parco, che simili scelte possono comportare. Al contempo occorrerà anche valutare le potenziali ricadute e sinergie per lo sviluppo del comprensorio di Pila, con gli operatori locali interessati. Crediamo inoltre importante valutare, sulla scorta di impegnativa approvata lo scorso anno dal Consiglio regionale, la fattibilità e l'appetibilità turistica del possibile collegamento dei comprensori di Courmayeur e di La Thuile, con il necessario coinvolgimento degli operatori delle comunità locali. Sarà inoltre necessario, in vista della revisione generale del 2021 della funivia Buisson-Chamois, valutare soluzioni alternative di gestione aziendale dell'impianto, considerato l'alto costo della gestione diretta, così come suggeriscono altri modelli praticati nel resto d'Italia per impianti analoghi.

Presidente - Se non ci sono richieste di intervento, mettiamo in votazione. La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 33

Votanti: 12

Favorevoli: 11

Contrari: 1

Astenuti: 21 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nogara, Peinetti, Rini, Russo, Testolin, Trione, Vesan)

Il Consiglio non approva.

Discutiamo ora l'emendamento Pulz e l'emendamento Minelli e Bertin, di pagina 100, quelli che hanno come oggetto i collegamenti intervallivi. Prego, collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Diversi aspetti del DEFR non ci convincono, ma uno da solo basta per noi per la sua bocciatura. A pagina 100 viene previsto come obiettivo la realizzazione del collegamento intervallivo tra i comprensori di Cervinia e Monterosa, il mega impianto di Cime Bianche. La nostra richiesta di emendamento è chiarissima: consiste nella proposta di rimuovere tout court dal DEFR questo obiettivo. Al punto 21 del programma del fu Impegno Civico, ripreso integralmente da ADU VDA, tutelare l'ambiente e il paesaggio, a proposito delle Cime Bianche si legge: "Nonostante le inflazionate dichiarazioni di principio sulla sostenibilità, le pressioni nei confronti dei sistemi naturali da parte di modelli economici imperanti spesso in crisi, sono sempre più invasive. Basti pensare ai propositi di snaturamento, addirittura di siti e valloni inseriti nella rete europea Natura 2000".

Ci è capitata tra le mani un'interessante risposta, di cui non ho trovato la data precisa, dell'allora assessore Caveri a un'interpellanza sul tema di Tibaldi e Frassy, Partito della Libertà: "L'insieme di ragioni tecniche - diceva l'Assessore - ambientali e paesistiche ci porta a dire che oggi quel collegamento realisticamente non è fattibile. L'ostacolo più grande sono proprio i siti comunitari e l'assoluta scarsa attrattività della zona di rientro. Quindi, sarebbero degli impianti fini a sé stessi, solo di collegamento, e con i costi attuali sarebbero degli impianti di solo spostamento. Oggi, con molta concretezza, immaginare dei collegamenti di tipo funiviario cozza contro una realtà legislativa che non lo consente e contro una redditività di tipo economico che sarebbe assolutamente dubbia". L'assessore Caveri citava anche il suo predecessore, l'assessore Riccarand, che nel 1995 aveva bocciato uno studio preliminare di collegamento in quanto l'impatto ambientale era, diceva, "assolutamente inaccettabile", a oltre esprimere forti dubbi sulla economicità dell'opera dal costo assai considerevole. Sono passati vari anni, oggi forse la tecnologia è migliorata, ma i vincoli sono ancora più definiti e i soldi, qui si parla di oltre 50 milioni di euro, a disposizione della Regione sono diminuiti.

L'aspetto più evidente rispetto al passato è la permeabilità alle mafie della politica e dell'economia valdostana e sappiamo bene che le mafie sono ghiotte delle grandi opere. L'obiettivo prevede l'avvio della progettazione preliminare e il via libera ai lavori entro il 2026. Qui non si tratta, attenzione, dell'ennesima fattibilità comunque a carico dei cittadini, a fronte di una spesa già sostenuta di diverse centinaia di migliaia di euro, ma si tratta del primo livello di progettazione. Si intende infatti progetto di fattibilità tecnico-economica, quello che una volta veniva chiamato progetto preliminare. Un primo livello di progettazione che, a fronte di un'opera da oltre 50 milioni di euro, costerà di nuovo centinaia di migliaia di euro.

Le grandi opere vanno contrastate subito, ora, con coraggio. Una volta avviate, proseguono per inerzia. Quello che manca di fatto è un piano urgente, alternativo allo sfruttamento della montagna. Secondo la propaganda, con questo nuovo impianto andremo a creare il terzo comprensorio più grande al mondo. Come ha detto l'amministratore delegato della Monterosa Ski, Giorgio Munari, "un impianto per andare in infradito da Alagna a Zermatt". Contro questa banalizzazione e devastazione della montagna si sono scagliati Stefano Unterthiner, Paolo Cognetti, il WWF, Legambiente, il CAI e molte altre associazioni e comitati.

Le ragioni del nostro no sono: è l'ultimo vallone ancora intatto e privo di strutture moderne, strade incluse, di tutta la Val d'Ayas; le sue particolarità naturalistiche e geologiche sono poi citate in vari specifici manuali, in cui se ne parla come di un raro esempio di biodiversità. Il punto fondamentale su cui richiamo tutta l'attenzione del Consiglio, perché se non vogliamo guai non possiamo far finta di non saperlo, è che appartiene a una zona speciale, protetta e tutelata dalla normativa europea.

Presidente - Qualcuno vuole intervenire? Separiamo la trattazione dei due emendamenti, vista l'ora. Mi pare che sia stato fatto un piccolo giro nell'aula e la volontà è quella di sospendere per la pausa pranzo. Quindi siamo sull'emendamento Pulz. La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Per snellire la procedura, farò una dichiarazione di voto congiunta su entrambi gli emendamenti. In prima battuta il Movimento 5 Stelle sosterrà l'emendamento della consigliera Pulz e, solo qualora non fosse approvato, malauguratamente, sosterremo invece l'emendamento Minelli e Bertin, perché comunque va in un'azione di salvaguardia, ancorché minoritaria.

Nel vallone delle Cime Bianche non ci sono impianti di risalita in questo momento, tranne il piccolo arroccamento che collega Valtournanche con Cervinia. È un vallone interessante dal punto di vista naturalistico e che è tuttora fruito da un tipo di turismo, che noi vogliamo sostituire con, chiamiamolo, un mono settore turistico che già occupa tutte le vallate, alla sua destra e alla sua sinistra, o, se non volete usare questi termini politici, a oriente e a occidente. Questo vallone può essere sfruttato per un turismo che occupa la quasi totalità dell'anno, invece noi lo vogliamo utilizzare solamente per il turismo dello sci, con la realizzazione di impianti e di impianti consistenti! Per chi lo conosce -non so se tutti quanti hanno avuto l'occasione di frequentarlo, sia in stagione estiva che in stagione invernale - è una discesa fuori pista particolarmente frequentata, quella che scende dai colli delle Cime Bianche a Saint-Jacques, ma che viene affrontata di solito in primavera inoltrata, perché è una zona particolarmente soggetta a valanghe e quindi il fatto di realizzarci delle piste di discesa comporta la realizzazione di infrastrutture anche per realizzare questo tipo di protezione.

Il nostro movimento ritiene che lo sviluppo turistico della Valle d'Aosta debba andare nell'ottica della destagionalizzazione e non nell'ottica della monocultura turistica dello sci, quindi riteniamo che lo sviluppo futuro della Valle d'Aosta sarà in direzioni diverse rispetto a quelle che gli attuali cambiamenti climatici porteranno a ridurre drasticamente da un punto di vista della stagionalità. Questo tipo di intervento per la promozione del turismo va nella stagionalizzazione sfrenata, l'esatto contrario di quanto è stato dichiarato nelle varie proposte di modificazione al DEFR finora citate. Il fatto di poter usare per un sacco di altre attività, invece, il vallone, potrebbe essere un atout premiante per il nostro futuro. Tutti quelli di voi che vanno a piedi in montagna, o in bicicletta, o con la bicicletta con pedalata assistita, sanno perfettamente che in una parte di territorio su cui passa un impianto funiviario nessuno ci vuole andare, anzi, prendono l'impianto funiviario e vanno da lì in su.

Questo per noi è spreco di territorio, spreco di ambiente, quindi riteniamo che un piano di sviluppo della Valle d'Aosta che guardi un po' più in là dei prossimi tre, quattro, dieci anni debba riconsiderare assolutamente questo tipo di scelta. Il nostro voto è quindi, per quanto riguarda l'emendamento della collega Pulz, assolutamente favorevole.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Noi abbiamo presentato un emendamento su questo argomento, che intendo illustrare quando sarà il momento. Dico semplicemente alcune cose riguardo all'oggetto che è in discussione.

L'obiettivo che è attualmente previsto a pagina 100 del DEFR, nella formulazione che prevede, è un obiettivo che non condividiamo. Ci vede contrari perché riteniamo, ed è il nostro punto di vista, questa una scelta miope per il futuro della Valle d'Aosta e devastante per un territorio di grande pregio, considerato sito di interesse comunitario, quale è il vallone delle Cime Bianche, che è l'unica vasta area integra dell'intero versante sud del massiccio del Monte Rosa. Sappiamo che questo Consiglio è non per i tre quarti, ma direi per i quattro quinti, favorevole in linea di massima a questo progetto. Noi siamo contrari, però riteniamo che in una situazione come quella attuale che dobbiamo affrontare, sia necessario cercare delle soluzioni che possano essere maggiormente condivise e rispettose delle posizioni di ognuno, in una fase in cui non c'è, allo stato delle cose, una maggioranza che può portare avanti un discorso in modo concreto.

Quindi noi presenteremo un emendamento, lo farò dopo la pausa, per chiedere delle modificazioni.

Presidente - La parola al collega Restano.

Restano (GM) - Come ben sapete, il nostro DEFR va in senso opposto. Incentiviamo anche gli impianti di Aosta-Pila-Cogne, delle valutazioni su Courmayeur-La Thuile e una valutazione anche sull'utilizzo futuro della Buisson-Chamois, ma mi sembra che anche questo sia già stato portato avanti. Rispetto le idee di tutti, volevo solo puntualizzare che la destagionalizzazione non vuole forzatamente dire non ammodernare gli impianti, non costruire più impianti: è un'altra cosa. Mi permetto di sottolineare, lo faccio a ragion veduta, che laddove c'è un impianto di risalita, in molti casi, c'è anche la pista di discesa e si dà l'opportunità di salire con le mountain-bike, cosa che altrimenti non si potrebbe fare. Quindi c'è tutta una parte, della pedalata assistita o meno, che viene agevolata, e vi assicuro che c'è tanta, tanta gente che sale a piedi e in bicicletta laddove ci sono gli impianti. Posso dirlo, perché ne sono un testimone e lo faccio, lo facevo mediamente tre o quattro volte alla settimana. Quindi qualcosa ho calpestato.

Presidente - Possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 24

Favorevoli: 5

Contrari: 19

Astenuti: 11 (Bertin, Certan, Cognetta, Distort, Ferrero, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Minelli, Sammaritani, Spelgatti)

Il Consiglio non approva.

Colleghi, sospendiamo ora la seduta, che riprenderà alle ore 15:00.

La seduta termina alle ore 13:04.