Oggetto del Consiglio n. 1184 del 29 gennaio 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 1184/XV - Inizio della votazione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) per il triennio 2020-2022.
Rini (Presidente) - Passiamo ora all'analisi del documento di Economia e Finanza Regionale. Seguiamo l'ordine degli emendamenti, lo stesso che vi è stato distribuito, e partiamo subito con l'emendamento 1 di Lega, Mouv', Misto e di Vdalibra. Per l'illustrazione la parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Come avevamo annunciato e come annunciamo con questo primo emendamento, noi andiamo a presentare questo "contro DEFR", DEFR alternativo o comunque proposte alternative per il futuro della Valle d'Aosta.
Noi abbiamo detto che abbiamo una priorità: rilanciare la Valle d'Aosta, abbiamo messo nero su bianco delle proposte alternative, siamo andati a identificare quindici ambiti che per noi sono strategici; sicuramente alcune idee, alcune proposte, come già abbiamo avuto modo di dire ieri, sono anche magari comuni ma da applicare con modalità diverse, con diversi punti di vista.
Noi abbiamo già fatto anche dei passaggi pubblici dove ci siamo confrontati con la gente, con i cittadini, e abbiamo anche cercato di fare tesoro della seppur breve esperienza governativa, perché, spesso e volentieri, lo diciamo un po' tutti che il DEFR è un po' il libro dei sogni e soprattutto se arriva a ridosso di una legge di stabilità e che crea anche tutta una serie di problematiche legate a una vera e propria mancata programmazione perché, come ricordiamo sempre, il DEFR andrebbe approvato con un largo anticipo. Però è anche vero che la politica è l'arte del possibile, e quindi ognuno di noi fa quello che riesce in base alla stabilità dei governi che ci sono. Come ho detto i quindici ambiti poi si aprono in sottoambiti che andremo a sviluppare e ad analizzare. Questo primo aspetto, questo primo emendamento ovviamente è un emendamento di presentazione che va a sostituire l'introduzione del DEFR che è stato scaricato dalla Giunta.
Il documento economico finanziario che noi proponiamo ha anche una base e una valutazione, seppur ovviamente di stima, della copertura finanziaria: non è banale perché spesso e volentieri è facile scrivere tante belle cose ma, se poi dopo non ci sono le risorse per attuarle, è inutile soprattutto programmarle se non a fin troppo lungo periodo. Questo è il primo di una serie di emendamenti che poi i vari colleghi andranno a presentare in base appunto alle specificità, agli interessi di ognuno.
Presidente - Ci sono richieste d'intervento? Possiamo mettere in votazione l'emendamento? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 23 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. 2 sempre di Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Quest'emendamento lo definirei di natura tecnica, non riguarda specificatamente la nostra proposta alternativa ma volevamo sottolinearlo: alla tabella 3 di pagina 27 del DEFR presentato dal Governo viene inserito all'interno delle società incluse del perimetro di consolidamento anche la Casinò de la Vallée; Ritenevamo che per rispettare il 118, cioè la normativa appunto che definisce tra l'altro anche i perimetri di consolidamento, fosse meglio andare a spaccare la tabella per identificare a parte la Casinò de la Vallée che ripeto, come anche già nel bilancio consolidato era stato specificato, non fa parte e non rientra nel perimetro di consolidamento del gruppo Regione in quanto società partecipata soggetta a una procedura concorsuale.
Presidente - Ci sono richieste d'intervento? Posso dare lo stesso risultato di prima o avete la necessità di rimettere in voto? Apriamo la votazione. Chiudiamo la votazione.
Presenti: 34
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 22 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. 3 sempre di Lega, Mouv', Misto e VdA Libra. La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Emendamento 3 e ne approfitto anche per presentare l'emendamento 4: sono due emendamenti tecnici nel senso che, avendo immaginato una sostituzione grazie ai nostri emendamenti dell'intero documento, andiamo ad abrogare due parti che ovviamente politicamente non condividiamo.
Presidente - Mettiamo in votazione quindi l'emendamento 3 di Lega e Mouv' se non ci sono interventi. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Vi è ora l'emendamento Mouv', Misto e Lega. Qualcuno vuole illustrarlo? La parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Riguardo a quest'emendamento iniziamo in realtà con la trattazione delle parti invece più tecniche. Come dicevo nell'introduzione, siamo voluti partire dai rapporti con lo Stato centrale, in particolare con la finanza pubblica e con la parte riguardante più direttamente la nostra autonomia. Noi siamo voluti partire da un grande risultato che è stato criticato ma di cui questo bilancio certifica i benefici, ovvero l'accordo firmato nel novembre 2018 con lo Stato, che permette finalmente di dare chiarezza sia sulla possibilità di spesa da parte della Regione sia sulla fissazione del contributo che appunto la Regione versa allo Stato in ottica di riequilibrio di contributo alla finanza pubblica, e soprattutto delle risorse che vengono introitate, i famosi 120 milioni in sette anni. 20 milioni di quest'anno, o meglio, i 20 milioni del triennio nel bilancio che avete presentato, si vedono chiaramente e sono una grossa quota parte delle risorse della missione "tutela della salute" che riguardano la sanità. Brevissime pillole su quello che andiamo a proporre: da un lato crediamo che sia necessario rilanciare il ruolo dell'autonomia, lo abbiamo detto più volte, sicuramente un obiettivo comune che abbiamo voluto inserire nel nostro contro DEFR, ma è un obiettivo di tutto il Consiglio arrivare a definire la norma di attuazione relativa alle concessioni idroelettriche.
Ma vorremmo andare anche più in là: è ovvio che questi sono degli obiettivi anche a lungo termine. Vorremmo concludere, o meglio, riformare appunto la potestà fiscale della nostra regione. Noi abbiamo dato delle proposte concrete per l'applicazione della 184, abbiamo inserito anche nel nostro contro DEFR la proposta di abbassamento dell'IRPEF, abbiamo pensato anche a un potenziale abbassamento dell'IMU sulla categoria catastale D; ci sono delle valutazioni e delle ipotesi, ovviamente sul lato IMU ci deve essere un'interlocuzione con lo Stato che però, ripeto, se il punto di partenza è stato l'accordo del novembre 2018, ci deve essere una fase 2 necessaria che vorremmo poter portare avanti nel caso in cui tornassimo al Governo. Citiamo anche delle misure di abbassamento dell'IRAP, che è un'anticipazione di due emendamenti che poi andremo a discutere sul DL45. Riguardo alla manovrabilità delle imposte, noi crediamo anche che sia necessario valutare la possibilità di avvantaggiare delle realtà di fondovalle, delle realtà dove i costi sono maggiori e anche il costo della vita è maggiore. L'abbiamo voluto scrivere, ovviamente sono delle valutazioni che non si possono fare diciamo a freddo e tutte queste valutazioni però hanno un combinato disposto che è quello di un taglio della spesa pubblica. Noi provocatoriamente abbiamo parlato di una politica del 10 10 10 dandoci un budget di possibile taglio della spesa pubblica in 10 milioni in tre anni per poter finanziare questo tipo di manovre.
Un ultimo aspetto - che ovviamente è forse un sogno ma che è bene andare a specificare e che è proprio legato all'accordo o alla serie di accordi che la Regione ha sottoscritto con lo Stato centrale - è di arrivare un giorno alla riforma dell'articolo 14 della zona franca, una riforma necessaria. Perché? Perché lo statuto ovviamente prevede ancora questa previsione che però oggi nel contesto europeo sappiamo che non può essere più immaginata come quella del 45.
Presidente - Collega Aggravi, non voglio assolutamente interromperla, lei sta però illustrando credo l'emendamento 5 se non sbaglio, invece siamo all'emendamento Mouv', Misto e Lega che è l'emendamento al DEFR alla pagina 30. Seguiamo l'ordine che vi abbiamo distribuito, così non facciamo confusione.
Aggravi (LEGA VDA) - Chiedo scusa. Ho già dato illustrazione...
Presidente -...sia del 4 che del 5. L'ordine che vi è stato distribuito è utile per seguire... ed è quello sulla casa di riposo Festaz. Lascio la parola allora al collega Gerandin per illustrare questa, abbiamo già illustrato il 5 per dopo.
Gerandin (MOUV') - È un emendamento al DEFR che è propedeutico, in quanto nel DEFR all'articolo che cita il J.B. Festaz è previsto un ammontare di risorse per 1 milione e 250 mila euro, che tra le altre cose serve per finanziare anche lo spostamento della J.B. Festaz presso la Micro di Variney, considerato che questo spostamento non sarà più così immediato per cui ci sarà ancora un po' di tempo prima che sia attuato, con l'emendamento presentato noi avevamo intenzione di utilizzare queste risorse per avviare un corso OSS non finanziato con fondi europei, per i quali oggi è previsto che chi vuole partecipare debba per forza essere disoccupato. Con questo noi non andavamo a sostituire i percorsi formativi previsti con fondi europei, andavamo a integrare questi percorsi formativi dove magari qualcuno, che aveva una occupazione magari part-time o sabato e domenica o quant'altro, potesse partecipare senza avere l'obbligo di licenziarsi come avviene oggi. L'abbiamo fatto perché penso che sia ormai di dominio pubblico il fatto che ci sia carenza di OSS: in questo momento abbiamo personale sempre più con limitazioni e con prescrizioni che ne limitano l'operatività, abbiamo personale con una discreta età, per cui ha un mucchio di problemi, abbiamo le graduatorie a livello regionale esaurite e facciamo riferimento ad agenzie di lavoro interinale ma a tutt'oggi non ci sono più Valdostani iscritti in queste agenzie di lavoro interinale per cui dobbiamo pescare fuori Valle. Le ultime chiamate sono andate deserte per cui non c'è neanche più personale di fuori Valle che venga, non possiamo più garantire le mutue o quant'altro, questo tipo di personale. Quando parliamo di disoccupazione, probabilmente in Valle ci sono due professioni che in questo momento hanno una carenza assoluta ed esigenza di avere personale: il personale infermieristico e il personale OSS. Badate bene, faccio riferimento all'ultima selezione che è nata con i percorsi formativi finanziati con fondi europei, erano più di 50 le domande - i Valdostani hanno manifestato interesse - e il corso era per 25, per cui qualcuno non ha potuto partecipare.
A me pare che sia un emendamento di buon senso che va a dare una risposta al territorio perché in questo momento rischiamo- e si tratta di un servizio di assoluta eccellenza per cui non criticherò mai questo tipo di servizio che abbiamo nelle micro sul territorio - di dover chiudere le micro per carenza di personale. Mi pare un emendamento non strumentalizzabile ma esclusivamente fatto di fatti concreti, di esigenze concrete e mi auguro che la maggioranza voglia accettarlo perché sarebbe un bel segnale.
Presidente - Altri? La parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Grazie collega Gerandin. Certamente la richiesta è legittima ma andare a recuperare 250 mila euro dal budget destinato alla Casa di riposo J.B. Festaz non è per noi accettabile. Abbiamo appena avviato un corso OSS con i fondi europei; la richiesta per il J.B. Festaz era stata di 1 milione e 600 mila euro, nel 2016 era stata ben di 1 milione e 700 mila euro: non è bastato a seguito di un finanziamento limitato che era stato dato in bilancio e che poi è stato ripristinato con una variazione di bilancio di oltre 300 mila euro. Come abbiamo visto nel sopralluogo congiunto con la Commissione, è chiaro che gli interventi di ristrutturazione di quella struttura, che è una struttura obsoleta, vanno fatti. Hanno predisposto un piano per rifare completamente tutti i bagni e siccome il J.B. Festaz, non essendo un ente pubblico ma una struttura privata, non può accedere alla legge 80, l'indicazione è stata quella di finanziare anziché 1 milione e 600 mila perché non ce la facevamo, 1 milione e 250 mila chiedendo loro di fare delle economie.
Voglio anche darle la risposta rispetto alla suggestione che mi ha dato ieri al fundraising: sì, loro spendono 39 mila euro per il fundraising, noi auspichiamo vivamente che da quel fundraising ne arrivino almeno 120 mila, perché quel tipo di organizzazione prevede nel sociale la quantificazione e la richiesta di contributi da destinare agli investimenti e alle attività che verranno fatte all'interno della struttura.
Per questo noi ci asterremo.
Presidente - Altri? Ci sono altre richieste? Se non ci sono altre richieste, poniamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 11
Favorevoli:11
Astenuti: 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora al sub emendamento della consigliera Minelli. C'è una mozione d'ordine, prego collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Prima di passare a questa votazione, volevo solo specificare una cosa: nell'emendamento successivo che è collegato all'emendamento della collega Minelli, il passaggio dove si dice "a partire dal 2021" - quello della Commissione, i due sono legati - il passaggio "A partire dal 2021" da verbale della Commissione consiliare, quando era stata chiesta la rettifica, si diceva chiaramente "Si prevede di manovrare a partire dal 2020". Quindi quello che è stato posto in votazione in Commissione prevedeva il 2020 e non il 2021.
Presidente - Corretta osservazione. Il Presidente di II Commissione... vuole rispondere il collega Marquis? Va bene l'appunto? Prendiamo atto quindi e correggiamo con questa previsione che ha sottolineato sull'emendamento della Seconda Commissione: data 2020. Perfetto, è corretto. Collega Minelli vuole illustrarlo?
Minelli (RC-AC) - Brevemente, perché questo sub-emendamento è relativo a un emendamento che avevo presentato in Commissione che poi, su richiesta del collega Aggravi, era stato modificato. La mia prima versione recava 2021, poi sull'emendamento proposto era stata fatta effettivamente la correzione, perché andava nella direzione di supportare l'emendamento delle aliquote IRPEF che illustreranno i colleghi. Anche questo è direttamente collegato a una proposta di emendamento che ci sarà sul disegno di legge e che va, nella sostanza, a rimodulare l'aliquota dell'addizionale IRPEF per il 2021.
Ritengo che sia più corretto che io illustri nel dettaglio questo emendamento in fase di discussione del disegno di legge, qui è semplicemente inserito nel DEFR perché è propedeutico a quell'emendamento che, lo anticipo, va nel senso di rimodulare l'aliquota dell'IRPEF in modo più perequativo, come è nelle nostre intenzioni. Quindi è semplicemente un annuncio di quello che poi si applica nel DEFR e la dizione è questa: "si prevede di manovrare a partire dal 2021", perché non è possibile farlo per il 2020 essendo la discussione ormai ad anno iniziato e non entro il 31 dicembre. Sostanzialmente noi chiediamo di manovrare l'addizionale regionale all'IRPEF intervenendo con delle agevolazioni per le fasce di reddito più basse e con delle maggiorazioni per quelle più alte. Nel dettaglio illustrerò la proposta poi col disegno di legge.
Presidente - Ci sono richieste d'intervento? La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Soltanto per ribadire il nostro voto contrario per il fatto che siamo contrari, proprio in antitesi con la proposta della collega Minelli, riguardo soprattutto all'innalzamento dell'addizionale IRPEF per le fasce di reddito più basse, come abbiamo già anticipato e detto in Commissione.
Dalle ore 17:40 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola la presidente Rini.
Rini (PNV-AC-FV) - Anche noi siamo contrari a questo sub-emendamento per le stesse ragioni, ovviamente correggendo per le fasce più alte; siamo ovviamente contrari, a livello di principio siamo fortemente contrari a questo sub-emendamento, perché va esattamente contro alle azioni che cerchiamo di portare avanti legandolo anche al discorso che ho fatto questa mattina per tutto quel mondo anche delle partite Iva per cui davvero credo che stiamo facendo poco.
Dalle ore 17:41 riassume la Presidenza la presidente Rini.
Rini (Presidente) - La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Noi vogliamo dichiarare che rispetto all'IRPEF ci posizioniamo a fianco di Rete Civica e vorremmo anche dire che al consigliere Aggravi va senz'altro il merito di aver aperto la discussione sulla piena attuazione dell'autonomia fiscale della Regione garantita dall'articolo 2 del Decreto del 2017, la disciplina appunto in materia di IRPEF. La Regione, relativamente ai tributi erariali per i quali la legislazione statale ne prevede la possibilità e il cui gettito sia adesso interamente devoluto, può modificare aliquote e prevedere esenzioni, detrazioni, nonché deduzioni entro il limite massimo dell'imposizione stabilita dalla normativa statale.
Gli ultimi governi cosiddetti autonomisti non hanno sfruttato questa opportunità, eppure c'è la necessità di dare piena attuazione all'articolo 53 niente meno che della Costituzione prevedendo l'applicazione del principio di progressività anche per l'IRPEF addizionale regionale. Tale obiettivo viene perseguito attraverso il taglio dell'aliquota per le classi più povere, cioè con reddito inferiore ai 15 mila euro e la conseguente compensazione del mancato gettito attraverso un aumento dell'aliquota per le classi più abbienti con reddito dai 55 mila euro in su. Purtroppo l'aumento massimo consentito per le regioni autonome, mentre per quelle ordinarie è maggiore, non è sufficiente a compensare il minor gettito e si deve quindi procedere anche a una riduzione della spesa pubblica e le voci proposte dalla consigliera Minelli ci trovano d'accordo, dato che mirano a una razionalizzazione della spesa inutile e non al taglio di voci - ma questo poi nell'emendamento ce lo preciserà meglio il collega - che secondo noi potrebbero non essere così interessanti, come per esempio cultura, aree protette, sostegno alla piccola e media impresa e all'artigianato. La riduzione delle aliquote attraverso il taglio della spesa pubblica non garantirebbe l'uguaglianza sostanziale dei cittadini, dato che i più poveri sarebbero privati di servizi oggi offerti dal pubblico e/o di opportunità per migliorare il loro status.
Questo provvedimento risulta attuale e necessario in ragione della crescente disuguaglianza rispetto alla distribuzione del reddito in Italia. Se volete farvi un'idea più precisa e che fa anche accapponare la pelle, vi consigliamo il sito della Oxfam Italia intitolato proprio "La grande disuguaglianza". Rispetto alla Valle d'Aosta, relativamente ai dati IRPEF 2017, si rileva che il reddito medio disponibile per i cittadini contribuenti appartenenti alle fasce di reddito più basse, appunto da 0 a 15 mila euro, è venti volte inferiore rispetto a quello delle fasce più alte, cioè con reddito maggiore di 50 mila euro. Il rapporto numerico tra le suddette classi più ricche e più povere è di circa 1 a 10, il che vuol dire che c'è un ricco ogni dieci poveri e quel ricco possiede venti volte quello che hanno i dieci poveri. Quindi noi pensiamo che si debba mettere una particolare attenzione a queste tematiche, l'impostazione proposta è già stata adottata da alcune Regioni, tra cui l'Emilia Romagna, che in questi giorni giustamente e meritatamente è in festa.
Quindi il nostro posizionamento, lo ripetiamo, è in questo caso specifico a fianco di Rete Civica e contro la proposta della Lega e i Satelliti.
Presidente - Altri? Ha chiesto la parola il presidente Testolin.
Testolin (UV) - Due parole per esprimere un voto di astensione nei confronti di questo emendamento. Un voto di astensione che vuole rappresentare, in continuità con quanto portato avanti nella scorsa finanziaria, un discorso più rivolto a un risparmio fiscale relativo al mondo del lavoro, alle imprese, con un abbattimento di quello che è stato l'impatto IRAP per le aziende produttive e in compensazione di quelle che potrebbero essere le risorse che potrebbero essere sottratte ad altre situazioni per metterle a beneficio, anche per certi versi in maniera corretta, delle classi meno abbienti, la scelta è però quella d'incidere a favore delle famiglie, delle famiglie meno abbienti e dei giovani, con delle iniziative che verranno illustrate e ci sarà modo di illustrarle anche durante il percorso di bilancio, in modo da poter sottolineare come la mancanza o la sottrazione di risorse in settori anche importanti, nevralgici per la realtà valdostana, potrebbero impattare in maniera molto più negativa rispetto al beneficio che invece si potrebbe avere da questo tipo d'iniziativa.
Presidente - Possiamo passare alla votazione, non vedo altri iscritti. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 15
Favorevoli: 3
Contrari: 12
Astenuti: 20 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'emendamento n. 1 della II Commissione. Lo diamo per illustrato visto che è di Commissione o il Presidente di Commissione vuole illustrarlo? Diamolo per illustrato. Possiamo procedere alla votazione con la precisazione fatta dal collega Aggravi, quindi dal 2020. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 17
Favorevoli: 15
Contrari: 2
Astenuti: 18 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Lavevaz, Marzi, Morelli, Mossa, Nasso, Peinetti, Pulz, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
L'emendamento 4 della Lega, Mouv', Misto e Vdalibra è già stato illustrato prima dal collega Aggravi, se non ci sono richieste d'intervento lo metterei in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Anche l'emendamento 5 è già stato illustrato dal collega Aggravi. Possiamo dare stesso risultato? Stesso risultato.
L'emendamento 6 del gruppo Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. Qualcuno vuole illustrarlo? La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Noi nel nostro contributo al nostro DEFR abbiamo voluto sottolineare ancora una volta come i nostri comuni siano il livello di governo più vicino al cittadino, quelli che prima rispondono alle sollecitazioni e ai bisogni, nessuno meglio di chi vive e amministra il territorio ne conosce le esigenze e le necessità. Abbiamo ribadito l'importanza per noi del sistema valdostano degli enti locali; crediamo debba rifondarsi sui principi fondamentali della Legge regionale 54/98, che fissa elementi ancora oggi innovativi e perseguibili quali sussidiarietà e perequazione a cui noi crediamo opportuno e necessario dover aggiungere ulteriori elementi di economia solidale, sostenibilità e sviluppo nel medio e lungo periodo. La nostra visione di riforma complessiva si basa su due elementi cardine che ne caratterizzano gli effetti: il discorso legislativo e quello delle risorse.
Per quanto riguarda il percorso legislativo, non esiste a oggi un testo coordinato in materia di enti locali, sono invece presenti numerose, troppe leggi, il più delle volte approvate per risolvere situazioni di natura emergenziale. Riteniamo dunque necessario entro sei mesi e d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali varare il nuovo codice degli enti locali della Valle d'Aosta, che dovrà contenere i seguenti elementi regolatori: autonomia statutaria, funzioni comunali e potestà regolamentare, forme collaborative intercomunali, organi di governo del comune, stato degli amministratori, modalità di elezione del sindaco e del consiglio comunale, sistema elettorale, organizzazione del personale, segretari, dirigenti, funzionari dell'area direttiva, contrattazione collettiva, responsabilità e controlli in materia contabile, procedimento elettorale.
Visto che comunque - pur essendo minoranza - noi siamo stati propositivi, pensiamo che ci sia urgenza di modificare la Legge regionale 6 sulla gestione associata al fine di renderla non più obbligatoria e affinché al suo interno contenga anche un sistema premiante in conto investimenti in caso di fusione e forme di forte razionalizzazione di servizi comunali; l'opzione di fusione di due e più comuni dovrà essere comunque definita su base volontaria. Dico questo perché, e lo sottolineerò, dispiace davvero che in un governo a forte caratterizzazione autonomista che esprime davvero la quasi totalità dei sindaci sul territorio valdostano, non si sia neanche trovato il buon gusto di portare in Commissione la nostra proposta di legge, seppure una proposta di legge di minoranza, che recepiva le proposte dei Sindaci; è dovuta venire in aula per decorrenza di termini, perché nessuno l'ha voluta portare o comunque non c'è stato il tempo, come si dice da qualche parte, di discuterla in Commissione.
Per quello che riguarda le risorse, riteniamo iniquo e inaccettabile il prelievo annuale sul maggior gettito IMU che lo Stato, a partire dal 2016, applica ai comuni valdostani. ed esattamente come - nella breve esperienza del Governo 2018 di cui noi abbiamo fatto parte - dopo anni di tavoli annunciati e mai convocati abbiamo sottoscritto un accordo che regola i rapporti finanziari tra la Regione e lo Stato centrale allo stesso modo, con la stessa determinazione ed urgenza vogliamo aprire una trattativa di confronto con lo Stato per mantenere in loco tale prelievo d'importanti risorse.
Le sfide dei territori di montagna sono diverse, riguardano anche l'equilibrio dinamico tra identità, innovazione e competenze. Rilanciamo quindi con forza il ricambio, la staffetta generazionale negli enti pubblici, anche quelli di livello comunale, con specifiche risorse compensative previste a livello di bilancio regionale.
Abbiamo provato a portare alcune idee innovative, soprattutto per il mondo degli enti locali che a volte in quest'aula viene portato ad esempio, viene magnificato ma poi di concreto davvero c'è poco. Sono quasi certo che questa maggioranza non approverà queste nostre idee e queste nostre proposte, però sarebbe davvero curioso che almeno qualcuno della maggioranza dicesse cosa ne pensa in merito.
Presidente - Ci sono richieste d'intervento? Se non ci sono richieste, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Emendamento 7 di Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. La parola alla collega Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Sull'entrata del bilancio regionale la voce derivante dalle risorse ottenute dai fondi europei pesa significativamente di concerto con i relativi cofinanziamenti statali e i programmi di cooperazione territoriale europea. Insieme con le altre risorse di bilancio è fondamentale che anche quelle derivanti dalla finanza comunitaria vengano destinate al meglio per attrarre sul territorio investimenti capitali necessari al rilancio complessivo dell'economia regionale. La Regione Valle d'Aosta ha troppo spesso mancato l'obiettivo di ottenere risorse dall'Europa con spesso un'enorme perdita di denaro già assegnato al nostro territorio ma che di fatto poi la Regione non è riuscita a incassare e che non incasserà in futuro. Per cambiare marcia e mettere in atto politiche europee aggressive è necessario agire contemporaneamente su più fronti per ovviare alle carenze dell'intero sistema e dell'iter complessivo che parte dalla presentazione dei progetti nelle sedi europee per passare all'effettiva realizzazione e al regolativo controllo di tutti i gravosi passaggi burocratici tra le strutture regionali in tal senso. La Regione è proprietaria di un enorme e prestigioso ufficio situato nel pieno centro di Bruxelles per lo più non utilizzato e oltre a rivalutare l'utilizzo di quest'immobile è necessario potenziare, questo è fondamentale, l'organico del personale locale con risorse altamente qualificate che, oltre alle competenze di natura linguistica e tecnica, dovranno comunque conoscere la realtà valdostana e necessariamente vivere stabilmente nella capitale europea. Solo così potremo avere soggetti che attivamente monitorino tutti i programmi a gestione diretta della Commissione europea nonché alla conduzione di una vera e propria attività di lobby, cosa che assolutamente noi non facciamo e che invece fanno le altre Regioni che riescono a portare a casa i progetti. L'effettivo combinato di queste due attività contribuirà sicuramente a portare le istanze di un territorio con caratteristiche così peculiari come quelle della nostra regione nelle sedi deputate allo sviluppo delle politiche europee.
Altro punto: la creazione di cerniere di raccordo tra l'ufficio di Bruxelles e gli uffici regionali e a loro volta tra gli uffici regionali e il territorio. Affinché tutte le informazioni raccolte a livello comunitario trovino concreta realizzazione, crediamo necessario istituire uno sportello dedicato attraverso cui fornire tutte le informazioni e il supporto tecnico ai cittadini e soprattutto a tutti gli enti territoriali che possono partecipare ai vari progetti. Dopodiché sarà necessario creare una regia unica delle politiche europee sotto la guida centrale della presidenza della Regione, al fine di lavorare e operare in maniera efficiente ed efficace con personale altamente qualificato affiancato di volta in volta non soltanto dai coordinatori ma anche dai dirigenti delle strutture deputate a seguire nelle varie fasi i progetti in carico. In ultimo fondamentale è la formazione di personale altamente qualificato anche a livello informatico che possa supportare ogni struttura regionale. La complessità delle procedure, soprattutto a livello informatico, richieste per soddisfare i requisiti imposti dai bandi europei, richiede necessariamente d'investire sul personale da formare adeguatamente e che sia in grado di supportare ogni struttura regionale coinvolta.
Ripeto, troppo spesso noi abbiamo dimostrato assolutamente la nostra incapacità non solo dell'andare a prendere questi fondi, ma poi non riusciamo a portare a casa i progetti. Quindi noi dobbiamo rinforzare tutta la rete che va dal momento in cui andiamo a Bruxelles al momento in cui torniamo in regione e al momento in cui ogni singola struttura deve portare avanti i progetti e ci vuole quindi una sostanziale modifica di tutto l'iter, perché altrimenti non riusciremo a modificare questa situazione in cui ci troviamo.
Presidente - Qualcuno intende intervenire?
Dalle ore 18:00 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola la presidente Rini.
Rini (PNV-AC-FV) - Molto rapidamente per esprimere il nostro voto favorevole a quest'emendamento, lo riteniamo molto ben strutturato e crediamo che vada a rispondere in maniera adeguata, come ha ben illustrato la collega Spelgatti che mi ha preceduto, a una, sicuramente, criticità e a un settore che richiede davvero una maggiore attenzione. Quindi noi su questo siamo favorevoli.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis.
Marquis (SA) - Ho ascoltato anch'io con attenzione le considerazioni espresse dalla collega Spelgatti: ha sostanzialmente illustrato, fatto una carrellata, delle esigenze dell'essere in Europa, dell'essere strutturati per meglio partecipare alle grandi sfide di attribuzione dei progetti europei, dei fondi europei, di migliorare le reti e potenziare i collegamenti con le altre realtà. Credo che comunque questo sia un argomento che, al di là che non fosse declinato in questa maniera nel DEFR così com'era stato compilato, è un argomento che era all'attenzione del governo regionale e credo che sia molto importante che si proceda in queste direzioni così come nelle poche righe che erano state dedicate a quest'approccio sul DEFR di dire: ristrutturare la partecipazione nei confronti dell'Europa, penso che potevano essere declinati tutti questi argomenti senza entrare in questo dettaglio. Sono molto consapevole che il futuro è questo, che il primo presidio per la Valle d'Aosta deve partire da Bruxelles perché più di prima oggi bisogna partecipare anche nella fase ascendente di partecipazione alla legislazione, perché diversamente ci si trova poi sempre a dover applicare gli effetti delle direttive che vengono predisposte dall'Europa.
È sicuramente uno sforzo che va fatto in questo percorso di ristrutturazione, abbiamo un buon posizionamento a Bruxelles come ufficio e credo che sia già all'attenzione del Governo il mettere la struttura nelle condizioni di poter andare in questa direzione. Pertanto, pur condividendo la declinazione della proposta, ci asterremo perché il DEFR è stato compilato in una determinata maniera che ritenevamo che possa comunque contemplare l'attuazione di queste indicazioni che vengono fornite.
Presidente - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Vede, collega Marquis, lei è stato Presidente della Regione e lo è stato per più tempo rispetto a me. A noi è bastato avere poco tempo per stare in quell'ufficio per renderci conto delle enormi criticità e quali siano esattamente tutti i punti che non funzionano e quali siano i punti nodali che vanno assolutamente sviscerati. Lei dice: "Possiamo condividere", noi abbiamo detto che le cose dovranno essere modificate". Uno: Non l'avete mai fatto prima; due: non avete dato soluzioni concrete.
Noi qui in poche righe, e chiaramente sotto ogni punto noi abbiamo le idee chiare rispetto a quello che dobbiamo fare, abbiamo individuato le criticità. Lei dice: "Abbiamo un bell'ufficio a Bruxelles", abbiamo un ufficio meraviglioso, gigantesco, completamente vuoto e non abbiamo personale qualificato che faccia lobby, già solo questo. Quando io sono andata a Bruxelles ho detto: "E qui chi è che fa lobby?". "Ah, non c'è nessuno". Non c'è nessuno? E le altre Regioni cosa fanno? Ovviamente hanno le persone che fanno lobby e noi non ce le abbiamo. Ma non solo, manca il collegamento delle informazioni tra l'ufficio di Bruxelles e la Regione, perché non c'è un livello informativo serio che porti le informazioni, manca poi il raccordo tra l'ufficio regionale e il territorio, perché manca anche quel pezzo, assolutamente; manca la regia, la cabina di regia perché poi, automaticamente, il problema dei controlli è gigantesco perché anche quando riusciamo a portare quei pochi progetti a casa, dopo ci perdiamo nell'iter e mancano i controlli. Abbiamo dei problemi giganteschi a livello informatico, perché comunque le strutture non sono supportate, quindi noi, in pochi punti, abbiamo individuato esattamente come andremmo a risolvere le criticità.
Lei ci dice: "Sì, sì anche noi abbiamo scritto due righe", allora non avete fatto nulla prima, oggi avete scritto due righe, non avete proposte delle soluzioni alternative rispetto a quelle che diciamo noi. Noi abbiamo detto: "siamo stati lì, ci siamo stati per poco tempo però abbiamo visto le criticità e offriamo una soluzione". Qual è la vostra soluzione? Non ce la dite, avete scritto due righe. Noi diamo delle soluzioni concrete sulla base di quello che abbiamo vissuto e di quello che abbiamo visto, voi non l'avete mai fatto prima. La situazione che c'è attualmente sui fondi europei è assolutamente un disastro a tutti i livelli, a partire da Bruxelles a tutta la filiera e ci dite: "Ma anche noi lo abbiamo messo nel programma". Due righe! E oggi lei mi sa dire come lo risolve invece il problema? Lei mi sta dicendo: "Condividiamo", ma anche noi lo vogliamo fare! Ma non l'avete mai fatto e non state dicendo come lo vorreste fare.
Presidente - Può usare lo spazio per dichiarazione di voto.
Marquis (SA) - Non volevo entrare nel dettaglio di quello che si sta facendo, volevo solo condividere con voi questa considerazione: nell'esperienza che ho avuto modo di fare in questo periodo al Comitato delle Regioni, ho preso atto della situazione dell'ufficio di Bruxelles, ho fatto puntualmente da raccordo con il Governo regionale perché sono state evidenziate tutte le criticità che ci sono; chiaramente per poter attivare un processo di strutturazione bisogna lavorare. Il Governo sta lavorando nell'individuare una soluzione per rafforzare questa presenza. Abbiamo anche fatto delle valutazioni e delle verifiche di come sono organizzate tutte le altre Regioni italiane a Bruxelles, quali dotazioni di personale hanno negli uffici, come sono strutturati, come ci si può raccordare con le altre realtà non solo a livello nazionale ma anche internazionale per potenziare tutti i rapporti transfrontalieri e transnazionali, quindi questo è un percorso che richiede molto impegno da parte del Governo, non va sottovalutato, questo io lo condivido pienamente con lei. È sicuramente un'ambizione che si deve dare la Valle d'Aosta perché quello è un presidio importantissimo perché non se ne può più fare a meno oggi, però con questo non vuol dire che non si stia facendo niente, le criticità sono state tutte rilevate, non si possono risolvere in tre mesi e neanche in sei mesi perché bisogna dotarsi di un progetto di presenza, perché diversamente i soldi verrebbero spesi male, non si possono fare delle scelte improvvisate. Occorre un investimento significativo perché in quella presenza, a mio avviso, bisogna crederci e bisognerebbe forse cambiare già il titolo della dicitura perché quello non è un ufficio di rappresentanza come è stato declinato sino a oggi, dovrebbe essere l'avamposto della Valle d'Aosta nell'Unione Europea per poter garantire l'approvvigionamento di fondi ma anche il consolidamento di relazioni, perché questo è fondamentale, oggi più di prima, e direi che è uno scenario del quale non possiamo fare a meno. Pertanto non è che la Regione non stia facendo niente e stia guardando, aspettava che ci fosse questa considerazione sua; io credo che sia molto importante quello che lei ha detto, è condivisibile, lo condividiamo anche noi, solo che il livello del DEFR non prevedeva una specificazione di dettaglio in questo modo ma dava mandato comunque al Governo di presidiare l'argomento e di fornire una risposta adeguata alle aspettative e alle esigenze della Valle d'Aosta.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.
Restano (GM) - Solo per un chiarimento, mi rivolgo a lei perché l'ha dichiarato lei, collega Marquis. Lei ha dichiarato, rispondendo alla collega, che nell'elaborazione del DEFR un capitolo segue un ordine logico. Vorrei sapere, può rispondere chiunque, se per tutti i capitoli del DEFR si sia seguito lo stesso ordine. La logicità di come è scritto corrisponde a un ordine cronologico degli interventi o a un'organizzazione di un certo tipo o no? Mi sono spiegato sicuramente male: ha un senso quello che avete scritto o non ha un senso? Sono stato chiaro?! Ha un ordine temporale degli interventi o non ce l'ha? E questa sua risposta è valida per tutti i punti del DEFR?
Presidente - Non procedete in dialogo tra di voi perché chi ci segue da fuori non capisce.
Restano (GM) - Può rispondermi qualunque membro del Governo; guardate che non è uno scherzo, è la chiave di lettura del documento perché se è come ha detto lei, ogni cosa è incasellata in un certo senso e va fatto un determinato ragionamento; se non è così è scritto liberamente e allora si faranno altri ragionamenti. È molto semplice.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta.
Cognetta (VDALIBRA) - Credo che la domanda fatta dal collega Restano resterà senza risposta, a meno che qualcuno del Governo non ci voglia rispondere, però mi preme sottolineare una cosa: è dal 2014 che in questo Consiglio regionale si parla del fatto che l'Europa è la chiave di volta dello sviluppo della Valle d'Aosta, per la precisione i fondi europei. È stato detto tantissime volte che veniva cambiato un modello - all'epoca, sto parlando - che fino a quel punto era stato "fondi regionali per sviluppare tutta una serie di questioni" e da quell'anno in avanti sarebbe dovuto cambiare e bisognava andare più in Europa per prendere più fondi - che c'erano, a disposizione delle Regioni e di tutte quante le popolazioni - e portarli in Valle d'Aosta. Sono passati cinque anni abbondanti, sei quasi, e siamo ancora qua che ci chiediamo che faccia l'ufficio di Bruxelles. Ora credo che il problema non sia poi a questo punto, visto che gli attori al Governo più o meno non sono cambiati, e non sono cambiati! Faccio un esempio specifico: chi disse questa cosa per primo in Commissione, almeno a mia memoria - poi magari sbaglio - fu l'allora Assessore Testolin - oggi Presidente Testolin ad interim, diciamo così - che raccontò, proprio sull'agricoltura - che era uno degli elementi piuttosto importanti del bilancio regionale all'epoca - che bisognava attingere più fondi dall'Europa; gli venne detto: "ma è chiaro che poi bisogna avere delle strutture che in qualche modo aiuteranno le aziende, anche a Bruxelles poi faranno quello che devono fare, cioè lobby, capire come funziona e così via", ma era un esempio, c'erano molti altri punti. Io ricordo questo in particolare perché fu uno dei primi argomenti di discussione rispetto all'Europa, e mi venne assicurato che presto o tardi sarebbe successo.
Passiamo un po' oltre: Assessore Perron, Assessore al bilancio lo diventa un po' più avanti, stesso discorso in Commissione: lui, come un mantra, ci raccontava che in Europa bisognava andare di più e prendere più fondi, ovviamente non è successo nulla. Siamo arrivati all'eccesso opposto che, per quanto riguarda le FSE, abbiamo avuto addirittura uno svincolo dei fondi che abbiamo dovuto restituire; poi mi sembra che abbiamo risolto in qualche maniera, però, comunque sia, di sicuro non stiamo lavorando in modo organico.
Se poi ci aggiungiamo l'ultimo pezzo che ci ha raccontato il collega Marquis, ovvero: "avremmo scritto però non è che c'era una sequenza logica, abbiamo messo qualcosa ma non si capisce bene", allora forse i problemi politici che dovremmo affrontare in maniera tale da risolvere effettivamente i problemi - soprattutto quando poi spendiamo per avere una sede - forse io credo che dovremmo porceli come problemi. Chiunque poi passa al Governo, mentre invece non si fa assolutamente nulla.
Questa è una buona occasione per dire: forse è il caso che ci tiriamo su le maniche e cominciamo a lavorare seriamente, ammesso che poi questo governo duri ancora un po' perché poi stiamo discutendo di un documento di un governo che dice nella sezione III articolo 1: l'attuazione del programma di governo nelle pagine che seguono i punti del programma di governo presentato dalla Giunta regionale all'atto del suo insediamento il 10 dicembre 218 in coerenza con i punti d'interesse presentati dal Consiglio regionale nella seduta del 2 luglio 2019 è stata tradotta in azioni concrete.
Io non so se questo che approvate adesso poi verrà tradotto in azioni concrete, ho dei dubbi, perché, se non ci chiariamo su questo punto, stiamo approvando un documento che chi verrà poi a fare azioni concrete più avanti lo può prendere, mettere anche questo qui in una scatola, diciamo, e farne un altro. Un po' surreale questa situazione, quindi per questo magari andava chiarito se c'era da andare avanti o se non c'era da andare avanti, magari evitavamo queste discussioni.
Presidente - Ha chiesto la parola la Presidente Rini nello spazio di dichiarazioni di voto.
Rini (PNV-AC-FV) - Uso anche lo spazio di dichiarazione di voto perché questo è un tema per me fondamentale e quindi ancora due suggestioni in seguito a questo dibattito. Quattro anni fa ho avuto l'onore di essere delegata proprio nel comitato dove si decidono anche i progetti Alcotra. In quella sede - proprio per sottolineare quanto sia importante, perché giustamente il collega Cognetta ricordava spesso la chiave di volta: è la vera chiave di volta - mi ricordo che in quell'anno abbiamo fatto davvero la differenza, ma non prendo nessun merito che non ho perché, devo ammetterlo, in quella sede fu determinante la collaborazione e l'asse che avevamo allora con le Regioni limitrofe, in particolare con la Liguria, con l'allora Assessore Edoardo Rixi, che ci aiutò molto in questo, facemmo una grande sinergia tra le due Regioni, quindi saper fare rete sul territorio in questi organismi, anche con le Regioni limitrofe, mettere sul piano gli interessi della nostra Regione; mi ricordo quella riunione così produttiva a Chamonix, che cambiò davvero le sorti di tanti progetti sul nostro territorio.
Non devono essere parole morte o lasciate al vento, per questo credo che sia fondamentale inserire questo emendamento in un documento che non è cogente ma che è un documento d'indirizzo, e quindi diventa ancora più importante, credo che davvero possa essere un segnale forte a cui però devono seguire azioni di questo tipo.
Parlava prima giustamente la collega Spelgatti dell'azione di lobby che si deve fare a questi livelli altrimenti davvero diventa difficile raggiungere i risultati.
Io tengo davvero tanto a questo settore, quando s'investe in questo - è stato così in passato, come diceva prima il collega Cognetta - credo che si stia lavorando in questa direzione, quindi credo che possa essere davvero ancora più utile inserire all'interno del documento l'emendamento proposto.
Presidente - La parola all'assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Semplicemente, senza entrare nel merito, è una questione d'impostazione dei documenti; riguardo a tutto quello che è stato detto, vorrei solo difendere l'operato dei dirigenti e di tutte le strutture, quello che stanno facendo da tanti anni e il lavoro che stanno facendo ancora adesso. Il programma sull'utilizzo dei fondi europei è un programma che funziona, ci stanno lavorando, stiamo dando degli indirizzi, nei settori operano persone preparate con le loro competenze e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il fatto che il fondo sociale abbia avuto dei problemi è il problema di un programma come quello di tanti programmi in Italia e in Europa; l'abbiamo recuperato a fine anno, ma vi posso garantire che il programma 1427 è stato un programma importante e con tante azioni che hanno dato risposta al territorio, però ognuno ha il suo modo di rappresentare le questioni.
Per quanto riguarda invece il futuro, il capitolo 35 "politiche regionali di sviluppo2021-27", prevede la formazione del quadro strategico regionale: nel quadro strategico regionale c'è la bozza, ci sono i tavoli di cooperazione, che sono attivi da un anno, all'interno di questo tavolo ci sono le azioni, l'organizzazione, c'è il sistema di lavorare per il 2021-27 che prende in carico anche tante delle cose che sono state dette.
Io non so se è il caso di stare come sempre a dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, dico che l'attività amministrativa che abbiamo ereditato non aveva piani di rafforzamento del personale a Bruxelles; nel piano che abbiamo approvato quest'estate l'abbiamo previsto. Su Bruxelles ci sono tante scelte diverse, ci sono delle Regioni che hanno disinvestito, venduto le società, venduto gli immobili e affittato i servizi, perché per alcune Regioni questa è stata l'impostazione: non è fondamentale la presenza fisica quanto l'organizzazione con i territori e con le sedi di servizi.
Quindi sarà il Governo che arriverà che dovrà fare delle scelte. Quello che invece è importante è evitare... quello che abbiamo cercato di prendere in carico in questo anno di lavoro: l'utilizzo della sede oppure la valutazione dell'utilizzo della sede con altri servizi e con altre associazioni che possono utilizzarla con noi. C'è una sola persona che lavora a Bruxelles, c'era prima, c'era nell'impostazione del bilancio che abbiamo ereditato; in questa nuova impostazione, per il 2021 sono previste delle assunzioni ma non è tanto il funzionario da solo che può fare la differenza ma è l'attività dei dirigenti e sapete che c'è un dirigente che è quello della cooperazione territoriale che ha una doppia funzione: cooperazione territoriale e ufficio di Bruxelles. Quindi bisognerà probabilmente fare delle scelte anche al riguardo, sapendo che se s'investe in una direzione si scoprono altri servizi quantomeno nella situazione attuale.
Dico, semplicemente per rassicurare, anche a tutela delle persone che lavorano sui programmi, che le cose stanno funzionando, tutto può essere migliorabile, tutto può essere fatto meglio ma portiamo a casa tanti progetti. Noi facciamo difficoltà a spendere che è diverso, ma di progetti ce ne sono tanti, forse anche troppi, bisogna dirigere meglio l'impostazione e forse andare più su grandi aree tematiche. La difficoltà è quella che rappresentava stamattina la collega Russo: cercare di far formazioni in tutti i servizi, costruire lo sportello; abbiamo proposto gli enti locali per i servizi, però non è che se non si declina ogni azione nel DEFR questo voglia dire una mancanza.
Ripeto, il primo quadro strategico parla di progetti, parla di organizzazione e può essere migliorato perché i tavoli di cooperazione attivati portano il loro interesse.
Quindi semplicemente per dire che non siamo assenti, magari nella formazione del vostro DEFR è più precisa l'indicazione, noi abbiamo scelto un'impostazione diversa, rappresentando di più quello che si sta facendo sui programmi rispetto alla declinazione puntuale sulle azioni.
Presidente - Siamo in discussione generale, ha chiesto la parola il presidente Testolin.
Testolin (UV) - Solo per una precisazione - ma per dare anche modo di fare delle valutazioni che siano corrette a 360 gradi - prendo la parola in quanto chiamato in causa dal collega Cognetta. Ci sono dei passaggi nei fondi europei, e nel PSR in particolare, che vengono declinati a livello nazionale sulla base delle risorse che l'Unione Europea dà a uno Stato piuttosto che a un altro. All'interno di questa declinazione ci sono le ripartizioni sui vari territori regionali in funzione di tutta una serie di parametri che vengono discussi e ai quali tavoli abbiamo partecipato a suo tempo per avere i 127 milioni complessivi - più o meno, vado a memoria - del PSR del settennio trascorso.
In aggiunta a questo, anche tramite le strutture dell'allora Assessorato all'agricoltura e risorse naturali ci si era attivati con delle iniziative a valere - come diceva la collega Rini prima - soprattutto sui fondi transfrontalieri che sono quelli di più "semplice" accesso e nel periodo delle prime call, delle prime chiamate, in funzione della partenza della nuova programmazione europea 2014-2020, i benefici sono arrivati solo sull'Assessorato all'agricoltura nelle prime due call su quattro progetti: il castello di Saint-Pierre, che è tuttora in definizione e al quale abbiamo portato circa 1 milione e 700 mila euro; un altro progetto sui Giardini Alpini che si sta andando a chiudere; la Route des vignobles alpins che in collaborazione con la Regione Piemonte ha visto lo sviluppo di attività di valorizzazione dei percorsi enologici sul territorio regionale e mettendo in rete tutta una serie di altre situazioni già esistenti e già elaborate dai Comuni e quant'altro; delle collaborazioni, ad esempio mi viene in mente "Famille à la montagne" del Comune di Morgex, dove la Regione poteva contribuire.
Questo per dire che nel tempo si può e ci si deve affinare ma ci sono delle strutture che sicuramente si sono sempre attivate in questo senso e l'attuale gestione dei fondi europei, dove si è voluto comunque andare a investire anche a livello di personale, è una gestione che tende a migliorare i rapporti tra la gestione burocratico-amministrativa dell'Assessorato e anche a cercare di migliorare le potenzialità all'interno di ogni Assessorato, per sviluppare e per poter progredire i progetti che molte volte, come diceva benissimo l'Assessore Bertschy, vengono vinti perché siamo in grado di fare delle proposte assolutamente interessanti, ma poi devono venire gestiti e, per una regione come la nostra, effettivamente - anche a livello di numeri e di opportunità di concentrazione su una tematica molto complessa come quella dei fondi europei - diventa più difficile rispetto ad altre realtà, dove magari i confronti o le opportunità di crescita sono maggiori. Però l'attenzione è sicuramente aumentata nel tempo, i buoni risultati sia sul PSR sia sugli altri fondi strutturali, che si sono rimessi in carreggiata durante quest'anno, ne sono una buona dimostrazione e questo è stato il punto di partenza per la redazione del DEFR e delle iniziative che potranno démarrer dal 2021 in avanti.
Presidente - Altri interventi? In assenza di altre richieste, apriamo le votazioni per l'oggetto in questione, l'emendamento 7 di Lega, Mouv', Gruppo Misto, Vdalibre. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 22 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento 8 di Lega, Mouv', Gruppo Misto e Vdalibra. Ha chiesto la parola il collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - L'emendamento 8 va a introdurre quella che noi riteniamo essere una priorità, che è la riforma dell'Amministrazione regionale. Noi avremo modo di parlare successivamente, nella trattazione della legge di stabilità, di alcuni emendamenti presentati dal Governo che riguardano appunto l'Amministrazione regionale.
Noi crediamo che prima di procedere a qualsiasi tipo di riforma ci debbano essere due obiettivi di base: sicuramente riformare la legge 22, che è il corpus normativo e che definisce oggi la struttura, le deleghe e le competenze, ma soprattutto un discorso di dimensionamento. Abbiamo criticato in sede di Commissione l'approccio che ci era stato presentato a suo tempo dal fu Presidente soprattutto riguardo al fatto che - l'ho già detto anche ieri in un passaggio durante la relazione appunto a tutti i documenti di bilancio - noi non possiamo limitarci al dire "Tanto avevamo e il tanto dobbiamo avere", c'è la necessità di fare una valutazione complessiva del dimensionamento, dei carichi di lavoro, delle funzioni degli enti e a vario titolo anche al di fuori della semplice macchina amministrativa, ma di tutto il sistema degli enti strumentali e delle partecipate. È sicuramente un grande lavoro ma è utile perché altrimenti noi ricadiamo nella solita trappola della spesa e quindi finiamo semplicemente per sostituire, perché come sappiamo tra quota 100, ci viene sempre detto, pensionamenti e fabbisogni, abbiamo di fronte a noi un percorso di assunzioni o comunque di sostituzioni di collaboratori che ovviamente terminano la loro corsa.
Crediamo nel ruolo fondante, l'abbiamo introdotto quando eravamo al Governo con la Giunta Spelgatti, del controllo di audit - o di audit se la vogliamo dire seguendo la designazione latina - crediamo al contempo nella valorizzazione delle risorse dei dipendenti pubblici, vorremmo creare una École valdôtaine de l'Administration sulla base della Trentino School of Management, che sia funzionale a dare una formazione forte non soltanto a chi fa parte dell'Amministrazione regionale, ma anche agli amministratori e soprattutto a tutto il sistema degli enti locali, perché nel suo complesso la macchina pubblica deve anche coinvolgere direttamente gli enti locali.
Per quanto riguarda le società partecipate, la nostra azione di governo cercò - in vista del piano di razionalizzazione dell'anno 2018 - di portare alcuni importanti interventi di ristrutturazione e di revisione del sistema complessivo, non voglio citare perché la cito sempre, Valle d'Aoste Structure, su cui avevamo avviato un processo di valutazione e di razionalizzazione per rispondere a una necessità che erano appunto i rilievi della Corte dei Conti, un percorso molto lungo ma che comunque porterà sicuramente i suoi frutti anche se a oggi abbiamo qualche approfondimento necessario che deve essere fatto; e sicuramente una necessità: riformare la disciplina della nomina dei rappresentanti regionali in seno alle società partecipate, che deve maggiormente tener conto delle competenze e soprattutto della necessità di non avere dei nominati tout court ma dei soggetti che possano portare un valore aggiunto nella gestione del sistema delle nostre partecipate, perché, comunque sia, il peso che queste hanno sull'intera comunità valdostana e sull'economia valdostana è molto significativo.
Presidente - Grazie per la presentazione, collega Aggravi. Siamo in discussione generale. Qualcuno chiede d'intervenire? Da parte del Governo? In assenza di richieste, poniamo in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 22 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan Chatrian, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin e Trione).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento 9 di Lega, Mouv', Gruppo Misto, Vdalibra. Ha chiesto la parola il collega Cognetta.
Cognetta (VDALIBRA) - In questo caso parliamo di quello che abbiamo indirizzato nel nostro documento rispetto allo sviluppo economico. Ora siamo tutti a conoscenza delle all'interno del tessuto imprenditoriale e in particolare a una situazione depressiva del nostro mercato, che ormai va avanti già dal 2008 e che soprattutto non trova nessun momento di ripresa fattuale. Noi pensiamo che dovremmo fare una serie di azioni che abbiamo declinato in quest'emendamento e che potrebbero in qualche modo cercare d'invertire la tendenza e riuscire a far migliorare il ciclo economico che c'è all'interno della nostra regione. Una prima proposta è una riforma del modello degli investimenti di sostegno alle imprese che oggi verte sulla Legge regionale 8 del 2016, ovvero "Disposizioni in materia di promozione degli investimenti", e in questo caso bisognerebbe definire una nuova politica di promozione e insediamento votata alla semplificazione, soprattutto s'intende semplificazione dei processi autorizzativi e di tutto quello che riguarda il sostegno - se si vuole fare, da un punto di vista consulenziale e imprenditoriale - che dovrebbe essere dato alle aziende per l'avvio e soprattutto anche per il prosieguo dell'attività, perché il grosso problema, oltre all'avvio, è la mortalità che c'è nei primi tre anni della maggior parte delle aziende che nascono. Altra cosa importante sarebbe l'approvazione entro tre mesi da questo documento di una legge, di una disciplina, sulle modalità di finanziamento di concessioni di opere pubbliche; abbiamo già fatto una proposta in tal senso, ovvero aprire la nostra mentalità al fatto che anche i privati possano intervenire all'interno del sistema rispetto alle infrastrutture di cui ha bisogno il nostro territorio. Altra cosa sarebbe cambiare e migliorare quello che attualmente fa Finaosta e in particolare la creazione di un fondo di Venture Capital ovvero un fondo di capitale di rischio per riuscire in qualche modo a dare un sostegno a quelle aziende che si occupano d'innovazione e di ricerca ma che, proprio per queste caratteristiche, hanno un fattore di rischio molto più importante. Quindi bisognerebbe, secondo noi, destinare dei fondi a questo, aiutando questa possibilità di rischio, perché in alcuni casi, e a volte lo abbiamo visto succedere in altre parti del mondo, ci sono aziende che, nonostante questo rischio, possono in qualche modo riuscire a portare poi dei grandissimi risultati. Si è parlato spessissimo, ma non abbiamo visto grandissimi risultati, dell'aggregazione delle aziende piccole, dovrebbe essere invece una cosa che andrebbe in qualche modo spinta perché noi abbiamo una realtà talmente frammentata che non riesce a far decollare le aziende in maniera fattiva, quindi è troppo soggetta alle piccole variazioni di mercato. Le aziende più grandi, più strutturate, invece soffrono meno di questo fatto, quindi bisogna assolutamente spingere sull'aggregazione di aziende più piccole, per favorire aggregazioni vere e proprie o aggregazioni giuridiche o di altro tipo, o sviluppo di reti d'impresa e cose di questo tipo, perché il sistema può sicuramente crescere se gli elementi che lo compongono diventano più grandi. Abbiamo poi proposto la possibilità di mettere insediamenti rispetto ai centri di ricerca e ai parchi tecnologici ma va fatto in maniera più fattiva e poi andrebbe fatta una riforma che in parte è stata fatta, ma non è ancora giunta a compimento, per attualizzare i fabbisogni occupazionali. C'è un grossissimo scollamento tra quello che viene richiesto dal mercato e quello che esce dalle nostre scuole. Questo è un grossissimo problema. Non ci sono professionalità adeguate e dobbiamo in qualche modo mettere mano a questa cosa per risolvere i problemi occupazionali, siano essi rivolti a persone che hanno appena terminato il ciclo di studi ma soprattutto a chi è a casa e non riesce a trovare occupazione, in quanto non si incontrano domande e offerte.
Poi una cosa sostanziale che in qualche modo si è cercato di fare accorpando l'Assessorato su diversi settori quali l'agricoltura, l'artigianato e il turismo ma bisognerebbe in qualche modo superare il gap riferito alla promozione, perché il nostro tallone d'Achille continua a essere la promozione del sistema Valle d'Aosta nel suo complesso. Ne abbiamo parlato ma non è ancora stato fatto nulla di fattivo. Quindi noi insistiamo ancora su questo punto, perché sicuramente migliorando la commercializzazione e la promozione dei nostri prodotti, tutto questo può aiutare a migliorare e a sviluppare economicamente la nostra regione.
Dalle ore 18:35 assume la Presidenza la presidente Rini.
Rini (Presidente) - Altre richieste d'intervento? La parola all'assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Anche su questo tema credo che tutti gli spunti possano essere raccolti, interessanti e corretti. Di alcuni, portati dalle associazioni di categoria e da tutti gli enti, soprattutto mi sembra giusto dire che sono già stati oggetto del lavoro all'interno di tutti i tavoli avviati sul piano delle politiche del lavoro, mi riferisco, per esempio, allo scollamento tra il sistema d'istruzione e di formazione e l'esigenza del mondo del lavoro, in particolare in quei campi dove ci sono le imprese che hanno seguito l'evoluzione del mercato.
È un problema Italia è un problema Europa. Alcune regioni europee, alcune nazioni europee sono riuscite a lavorare più intensamente in questa direzione, da noi questo è sicuramente un tema sul quale insistere. Riguardo al piano delle politiche del lavoro, proprio ieri in questo senso si sono raccolte le ultime esigenze; poi ripeto, su alcuni argomenti si tornerà, come si diceva giustamente del turismo, della promozione, ci sono i disegni di legge depositati, ci sono tutta una serie di attività che l'attuale crisi politica non permette di affrontare ma che sono sul tavolo di lavoro di tutti i gruppi.
Io tengo a dire è che il nostro dato sulla disoccupazione del terzo trimestre 2019 è del 6,5%. Il dato Italia è 10%, il dato nord-ovest è 7,3%, il dato nord-est è sicuramente migliore, il dato della Liguria è 9,8%. Sicuramente in Valle d'Aosta c'è bisogno di fare meglio e probabilmente di far crescere ancora di più la qualità della nostra occupazione. Il dato della disoccupazione è però un dato in crescente diminuzione da alcuni anni, quindi alcune politiche sicuramente hanno dato i risultati e bisognerà fare ancora di più in questo senso. Certamente siamo distanti dagli anni 2007 dove il nostro dato sulla disoccupazione era del 3%. Io quello che posso dire è che stato importante, credo da parte di tutti gli Assessorati, raccogliere le esigenze e in alcuni casi i gridi d'allarme che le imprese, piuttosto che gli altri soggetti, hanno portato e in questo senso, una volta approvata definitivamente la strategia sul piano delle politiche del lavoro, questa potrà avere un'azione trasversale sull'azione di tutto il Governo regionale, sull'azione di tutti gli Assessorati, in modo da poter incidere seguendo anche le indicazioni pervenute; in questa direzione si sta lavorando ed è corretto che sui temi di lavoro ci sia la massima attenzione, perché sappiamo quanto importanza hanno.
In una recente visita in un'importante azienda della bassa valle, a Pont-Saint-Martin nella precisione, da parte dell'impresa ci è stato richiesto - cosa che abbiamo colto e che ci ha fatto piacere -di costruire un documento per dare dimostrazione di tutto quello che oggi la Regione dà in disponibilità alle imprese per far crescere la propria azienda, dagli investimenti sull'innovazione alle azioni di formazione. Perché ci è stato richiesto? Perché per agganciare nuovi mercati questo potenziale e questo patrimonio che viene dato in dotazione - che comunque può essere arricchito e migliorato - è importante che sia presentato sul tavolo del lavoro del mercato ed è un lavoro che insieme all'Assessore Testolin avrei voluto mettere in campo, però ci ha fatto piacere raccogliere quell'osservazione in questo caso positiva.
Presidente - La parola al collega Cognetta per dichiarazione di voto.
Cognetta (VDALIBRA) - Ho ascoltato con attenzione l'intervento dell'assessore Bertschy e devo dire un paio di cose. Ovviamente sostengo l'emendamento e penso che lo sosterranno anche gli altri firmatari, però, vede, Assessore, la questione dell'attrattività della nostra regione rispetto alle aziende è una questione annosa. Abbiamo dei grossi problemi di gestione di VDA Structure, e quella è una cosa che sappiamo, abbiamo dei grossi problemi di trasporto, e anche quello lo sappiamo, perché un altro problema grosso è quello, un altro problema altrettanto grande sono le infrastrutture digitali che spesso non abbiamo, e questo crea un altro problema allo sviluppo e all'insediamento di nuove imprese, poi non abbiamo la formazione adeguata in loco, quindi ci mancano i professionisti, e questo è un altro problema sempre per l'insediamento di nuove imprese e via discorrendo.
Quindi non do nessuna colpa a lei direttamente ma nel complessivo. In questi anni anche su questo non si è fatto nulla perché vede, mentre è positivo l'esempio che fa lei, e cioè fate un documento di promozione di quello che abbiamo, ed è una cosa anche questa che è stata affrontata negli anni, - c'era l'assessore Donzel all'epoca che doveva in qualche modo promuovere questa cosa -, siamo sempre a parlare delle stesse cose ma alla fine non si fanno.
Io non so se è una volontà o poca volontà politica o se abbiamo degli uffici che non sono all'altezza, questo non lo so, dovrei fare l'Assessore anch'io per capire esattamente qual è il problema, perché, davvero, adesso sembra una battuta detta così però capisce che in quel sistema lì dove siete voi che è diverso dal sistema nel quale siamo noi perché noi siamo in Consiglio, voi siete il Governo, se passano gli Assessori ma i problemi restano gli stessi mi comincia a venire un dubbio. Me la devo fare come domanda. Se magari il nostro sistema non dà le risposte, forse dobbiamo cambiare sistema. Anziché concentrarci sul fatto che dobbiamo trovare una soluzione a quel problema, forse dobbiamo dire: non abbiamo gli strumenti per trovare la soluzione, va cambiato lo strumento, perché sennò non si capisce, mi segue, Assessore? Perché è questo il problema. Perché io ogni tanto, e lei lo sa, mi innervosisco un po' contro certi dirigenti? Perché un po' ci sta, capisce? Uno quando gli dà un lavoro da fare e poi arriva e non ti dà una risposta o te la dà così o non arriva al dunque, forse dobbiamo mettere mano, come abbiamo detto tante altre volte, alla riorganizzazione del sistema nel suo complesso e - oltre ai politici che non vanno e che se ne devono andare - magari forse anche qualche dirigente dipendente che non va se ne deve andare, perché sennò questa macchina non funzionerà mai! Allora forse ce lo dovremmo dire anche tra di noi, ma non sto scaricando la colpa, sto cercando semplicemente di mettere insieme i pezzi. Se il sistema non funziona, e io sono soltanto un ingranaggio piccolo così e ce ne è uno grosso così che non va, forse dobbiamo cambiare quello grosso così, altrimenti è inutile che ci giriamo intorno! Va riformato il sistema e lo abbiamo già detto, come si è accennato in altri punti per la questione degli enti locali: stesso problema e il bilancio soffre di questo, di avere una macchina che non si muove e che brucia semplicemente i soldi; rendiamola più efficiente, probabilmente avremo tanti problemi in meno e forse anche le aziende verrebbero più volentieri in Valle d'Aosta, perché se ogni volta che un'azienda arriva deve cominciare a fare il giro delle duecento chiese che ci sono per cercare di avere uno straccio di risposta, vuoi per insediarsi o per avere un capannone o cose del genere, è forse il caso che cambiamo sistema perché sennò chi verrà mai qua?
Presidente - La parola al presidente Testolin.
Testolin (UV) - Solo per fare due riflessioni, per cercare di tracciare anche quello che di buono c'è, sia nelle parole espresse dall'emendamento, sia all'interno di strutture che in qualche modo sono dei punti di riferimento per le aziende nuove, dato ne è che il numero di start up per le realtà valdostane è comunque un numero interessante che può essere implementato con tutta una serie d'iniziative in itinere che ci hanno permesso di colloquiare anche con territori fuori regione dove molte delle criticità esplicitate in queste discussioni sono le stesse, ad esempio sulla reperibilità di tutta una serie di persone formate in un certo modo, tanto è vero che recentemente, proprio per la partecipazione a un bando in itinere, delle aziende avranno bisogno di assumere un numero interessante di dipendenti, ma non è che non li trovano solo in Valle d'Aosta, non li trovano neanche nel resto d'Italia. Quindi, come diceva il collega Bertschy, le iniziative che si cercano di mettere in itinere a favore di esigenze specifiche delle realtà già operative in Valle d'Aosta o comunque che possano permettere di attrarre nuove aziende che di queste professionalità ne hanno bisogno, è un processo che si è cercato di avviare ma evidentemente ci va del tempo per strutturarlo e per trovare la materia prima sulla quale lavorare. Ci sono delle istanze condivisibili e corrette, quelle sulla revisione della Legge 8: è un processo che è stato avviato per quello che possono essere anche le possibilità operative da mettere in campo, ci sono delle risorse destinate alle aziende, soprattutto nel campo dell'innovazione e della ricerca, che sono estremamente interessanti a livello nazionale perché - tolte alcune realtà del Sud Italia dove ci sono forti risorse che attraggono e sono nate e sono ancora finanziate per creare dei meccanismi virtuosi di attrattività delle aziende - in Valle d'Aosta sono ancora molto presenti sia nella fase iniziale di attrattività sia poi in quella di continuità di sostegno e di accompagnamento, soprattutto nella prima fase. Gli altri aspetti a mio avviso interessanti e comunque declinati e in itinere sono la ricerca di trovare delle opportunità di legare le piccole imprese che evidentemente hanno una capacità di trasformazione o di elasticità e di adattamento al mercato molto più snella rispetto ad altri settori, ad altre aziende magari più grosse, di abbinarle e di farle diventare delle aziende satelliti di realtà più importanti che sono presenti e che hanno bisogno magari d'innovazione e di ricerca e di qualcuno che possa supportarle in quest'attività, magari creando, come diceva lei, delle reti che possano valorizzare il piccolo all'interno di un contesto più grande. Quindi ci sono delle suggestioni che assolutamente sono state raccolte anche dal nostro DEFR e che coincidono con questo percorso che non è sempre così semplice da portare avanti.
Presidente - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Soltanto per aggiungere e sottolineare due aspetti. Anche a fronte delle suggestioni nate da questo dibattito, ritengo che ci siano nella nostra proposta tre ambiti particolarmente importanti: il primo riguarda, e lo voglio ricordare, purtroppo la legislatura sta andando come sta andando ma abbiamo presentato una proposta di legge per il coinvolgimento maggiore dei privati; ci sono degli investimenti che non sono stati fatti o che non si riescono più a fare proprio anche per il livello di complessità e di risorse che devono essere messe in campo. Penso anche, e qui già anticipo un annoso problema che è quello sicuramente del collegamento degli impianti a fune, o comunque dei grossi investimenti, visto che abbiamo parlato di trasporti, forse bisogna valutare di avere un coinvolgimento di partner privati - poi sicuramente, come è emerso dal rapido parere arrivato dal CPEL, ci possono essere delle problematiche, però abbiamo già delle problematiche in situazioni che di solito dovrebbero essere più rapide - io penso che questo possa essere il futuro perché se la dimensione del bilancio regionale resta quella che è e gli investimenti sono ingenti, rischiamo di non farli e di perdere dei treni, visto che parlavo di trasporti, abbastanza importanti. Noi abbiamo anche lanciato l'idea di un fondo di Venture Capital che sicuramente è qualcosa di complesso da attuare ma che forse può dare più risultati di fondi per la gestione del patrimonio regionale, ma ci torneremo poi quando parleremo dell'emendamento ad hoc, anche per dare a Finaosta un ruolo più legato alle imprese. Abbiamo pensato a questo visto che anche dalle audizioni in sede di II Commissione è emersa la necessità di una Finaosta più legata e più forte nella sua presenza a supporto del settore imprenditoriale, o meglio, produttivo perché adesso dobbiamo svangare vecchie terminologie che fanno parte del passato e dobbiamo parlare di attività produttive non soltanto legate all'industria tout court come la conosciamo.
Un aspetto va sicuramente potenziato: il Presidente citava degli aiuti o comunque delle forme per internazionalizzazione e innovazione tecnologica, ma abbiamo un grosso problema in Valle d'Aosta: la notizia uscita della Chambre che sta comunque registrando una diminuzione del numero d'imprese non è per forza negativa, ma spesso noi crediamo che l'aggregazione di realtà imprenditoriali piccole tra di loro debba essere anche supportato e aiutato, si può pensare in particolare al settore agroalimentare: le realtà piccole sicuramente danno un'ottima qualità dei prodotti ma se riescono a essere un po' più grandi e soprattutto a strutturarsi per quanto riguarda distribuzione e livello produttivo, sicuramente questo fa sì che possano essere più competitive, più aperte al mercato e forse un po' meno alla ricerca di aiuti tout court, dando forza e volano a un settore che sta prendendo sempre più piede, che è quello del benessere e della produzione di prodotti di qualità legati all'agricoltura biologica.
Presidente - Altri? Se non ci sono altre richieste, metto in votazione l'emendamento numero 9. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti 23 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento numero 2 della II Commissione, lo diamo per illustrato. Vuole intervenire il Presidente di Commissione? Lo diamo per illustrato. Possiamo mettere in votazione? Ha chiesto la parola il collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Quest'emendamento - le chiedo solo conferma per non sbagliare, visti i pasticci - è quello relativo al fattore famiglia? Avuta conferma vado a presentare la posizione del Gruppo: ovviamente è la solita captatio benevolentiae, visto che abbiamo parlato di marchette usiamo un po' di latino, ma il risultato è poi sempre quello, e questa è la classica e straordinaria operazione in puro stile dell'assessore Baccega che, come sempre, come aveva già fatto in occasione della fibromialgia, prende un provvedimento, lo mette in maniera generica, non vengono stanziati dei soldi, lo butta lì, però domani - ve lo assicuro - ci saranno i titoli di giornale in cui si scriverà: "Abbiamo approvato il fattore famiglia". È giusto fare un po' di chiarezza: niente di più falso! Quest'emendamento infatti arriva in fretta e furia, in maniera trafelata, buttato sul tavolo della Commissione all'ultimo momento utile, quando in realtà il DEFR era già stato presentato a ottobre, e chiaramente è stato messo non tanto perché si vuole aiutare il fattore famiglia, perché non è così, è stato buttato lì semplicemente con una frasetta, vi invito davvero a leggerla: se voi credete che mettere una frase significhi realizzare il fattore famiglia, siete assolutamente fuori strada! In questo caso ci vengono in aiuto le tabelle contenute all'interno del DEFR, quindi arriva questo emendamento buttato lì, si parla di politiche sociali peraltro in questo DEFR in un paragrafo, questa è la cosa straordinaria, in tutto il DEFR dedicato alle politiche sociali, e questo emendamento viene collegato a cosa? A questa tabella dove c'è scritto in maniera generica, la cosa è divertentissima, "applicare il fattore famiglia. Risultati attesi: promuovere maggiore attenzione alla famiglia".
Grazie, grazie per la straordinaria chiarezza dell'operazione che volete realizzare. Quali sono le attività svolte o avviate? Approfondimento sull'applicazione del fattore famiglia su misure regionali, bon de chauffage, contributi a collegi e convitti.
Quindi avete applicato al fattore famiglia il bon de chauffage? Mi devo essere perso un passaggio perché a me non risulta, però qua risulta che lo avete già fatto o lo state facendo. Quindi o avete rimesso il bon de chauffage, e magari ne discuteremo, oppure qualche passaggio ce lo siamo perso e all'interno di questo DEFR in queste tabelle avete scritto una sonora sciocchezza. Quali sono le attività che prevedete per applicare questo fattore famiglia? C'è nella tabella "attività previste", lo leggiamo: "Attivare una convenzione con la società che gestisce il programma informatico". Questa, secondo voi, è la realizzazione del fattore famiglia. Mi dispiace, noi a fronte di questa presa in giro non ci stiamo, siamo e rimaniamo favorevoli al fattore famiglia, siamo e rimaniamo favorevoli alla promozione e all'aiuto della famiglia, e in particolar modo della famiglia con figli, in particolar modo alla famiglia numerosa con tanti figli, ma questo non è un aiuto alle famiglie, è semplicemente una presa in giro. Per questo motivo il nostro Gruppo si asterrà.
Presidente - Altri? La parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - Volevo anch'io dire due cose sul fattore famiglia, perché è un elemento importantissimo, nel senso che se il fattore famiglia che vogliamo introdurre nella nostra regione è quello che penso io, cioè un indicatore socio-economico che definisce i piani tariffari di accesso ai servizi socio-sanitari regionali adeguati alla condizione socio-economica della famiglia e va quindi verso un uso equo delle risorse pubbliche, è una grandissima risorsa per la nostra regione, vuol dire che per una volta la valutazione per arrivare ai servizi non è fatta solo sull'Isee ma su altri indicatori. È chiaro che il fattore famiglia, mi scusi Assessore, doveva essere forse declinato un po' meglio - come avevo detto in Commissione e come ha detto anche il mio collega Manfrin - era necessario che fosse vista un po' meglio la tabella. Lei ha detto in Commissione che era un refuso, bisognava correggerlo questo refuso perché veramente dà poco valore alla questione. Per tornare però sul fattore famiglia vorrei dire all'Aula che il fattore famiglia, anche se è un indicatore socio-economico ed è importantissimo, deve essere però per forza accompagnato da altre misure perché diversamente non ha valore. Le faccio un esempio: l'addizionale regionale può essere modulata, è un altro intervento a breve termine che può andare nella direzione del sostegno di politiche alla famiglia e alla natalità di cui abbiamo parlato stamattina e di cui abbiamo appena approvato all'unanimità un ordine del giorno. Oltre alla modulazione dell'addizionale regionale, ci può essere per esempio l'introduzione di una carta famiglia regionale, soprattutto per le famiglie che hanno più di tre figli, e la creazione di un'agenzia per la famiglia, quindi una parte dei servizi sociali che nell'insieme si prenda carico di tutte le parti che già attualmente vanno a impattare sulla famiglia, ma anche i nuovi servizi potranno farlo in futuro.
Il fattore famiglia lo vedo come un'azione in prima battuta e poi ce ne sono altre a più lunga scadenza che sono importantissime ma che le voglio ripetere perché sono delle cose fondamentali senza le quali il fattore famiglia perde di valore, per esempio delle iniziative per il lavoro per i giovani, il riconoscimento della natalità come valore sociale ed economico, nuove politiche di conciliazione lavoro-famiglia che non sono solo ed esclusivamente gli asili nido di cui abbiamo già parlato, una casa per le giovani coppie e una rinnovata legge regionale sulla famiglia. La nostra è una legge vecchia che manca decisamente di anima. Quindi fatte queste premesse anche noi ci asterremo.
Presidente - Altri? La parola al collega Cognetta.
Cognetta (VDALIBRA) - Per dichiarare il voto di astensione del nostro gruppo rispetto a quest'emendamento. Come ho avuto modo di dire in Commissione, questa è una misura che, banalmente, nella provincia autonoma di Trento è presente dal 1993, quindi diciamo che in Valle d'Aosta è un po' che l'aspettiamo; di rivoluzionario non ha assolutamente nulla, su questo, leggendo il verbale della Commissione, è d'accordo anche il collega Marquis che era Presidente della Commissione, e soprattutto non è declinata in nessun modo mentre invece basta semplicemente copiare quanto fatto nelle Province autonome o Regioni che ce l'hanno, e qualcosa si poteva migliorare. Detto questo, al di là delle posizioni singole che possono divergere rispetto a come dovrebbe essere introdotto e a come potrebbe essere gestito, vorrei aggiungere un piccolo passaggio: sempre nella Provincia autonoma di Trento si può fare una domanda direttamente on-line, non c'è bisogno d'inventarsi assolutamente nulla: riempi dei campi, metti dei dati e presenti la domanda. Dopodiché, se hai rispettato alcuni requisiti, la domanda viene processata, attraverso una serie di banche dati che verificano il rispetto e la correttezza dei dati dichiarati e si entra nella possibilità di avere o non avere determinati sgravi e aiuti rispetto al quoziente familiare. Se lo fanno lì che sono mezzo milione di persone, probabilmente possiamo farlo noi che siamo 130 mila, però, ahimè, stiamo ancora aspettando. Speriamo che dopo queste due righe che ha messo in questo emendamento vedremo la nascita di questo fattore famiglia rivoluzionario per la Valle d'Aosta e nell'attesa speriamo che, per quanto possa essere poco rivoluzionario, sia un minimo passo avanti rispetto a quello che i cittadini dovrebbero avere da anni in questa regione e che non hanno mai avuto.
Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste? La parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Partirei dal refuso "bon chauffage" ovviamente in Commissione ho evidenziato che era un refuso, pensavo che la Commissione lo emendasse, non ho guardato l'ultimo atto quindi considererei quello un refuso, ovviamente, perché il bon chauffage non c'è più.
Voglio ringraziare la collega Russo che ha portato all'attenzione del Consiglio tutta una serie di suggestioni delle quali sicuramente terremo conto nel nostro percorso. Dove nasce l'idea, la motivazione forte per andare nella direzione di una più equa distribuzione dei contributi sociali? Nasce dalla delibera 567 del 7 maggio 2018, dove si era incaricata una struttura, che è la Cooperativa Economics Living Lab Spin-off del Dipartimento di Scienze economiche dell'Università degli Studi di Verona di predisporre uno studio: uno studio che è rimasto nel cassetto e di cui probabilmente nella vostra Giunta non si è voluto tener conto. E allora riprendiamo questo studio che probabilmente e sicuramente la Regione ha pagato e avviamo tutto il percorso. Mi dicono anche che qualcuno ha telefonato per sapere se c'era questo rapporto tra l'Amministrazione regionale di Aosta, ovvero l'Assessorato da noi condotto, e questo Dipartimento di Scienze economiche dell'Università degli Studi di Verona. Loro hanno ovviamente detto di sì, che c'era e che il rapporto era ovviamente nato verso l'autunno, com'è stato, e si stava lavorando nella direzione per individuare dei percorsi. Non so, magari è stato il collega Manfrin, ma non lo so, io non voglio entrare nel vivo e non voglio sottolineare alcune cose, però mi sembra che abbia annuito, allora probabilmente è lui. Il fattore famiglia, è uno strumento che sicuramente permetterà d'introdurre dei correttivi importanti allo strumento dell'Isee, che adesso viene adottato proprio nella definizione della situazione socio-economica delle famiglie. Questo è il nostro modo di lavorare; il fattore famiglia dovrà definire un indicatore socio-economico da adottare, dei piani tariffari sui servizi di pubblica utilità (sono gli indirizzi che abbiamo dato al gruppo di lavoro), adeguati alle reali condizioni dei nuclei familiari, deve rispondere a una domanda di maggiore equità nella distribuzione delle risorse per il welfare, quindi verificare i reali mezzi di una famiglia secondo l'Isee, tenendo conto della composizione dei nuclei familiari e delle eventuali disabilità che possono esserci, il numero di minori eccetera. Si deve ovviamente tener conto del reddito reale della famiglia, ma vengono anche introdotte delle misure di controllo all'elusione fiscale perché in questo senso si sta lavorando.
Gli obiettivi fondamentali sono quindi l'equità sociale, la lotta alla morosità e, sulla base della sperimentazione che metteremo in atto e che potremmo proporre, abbiamo individuato i servizi dell'infanzia, ma lavoreremo con gli uffici anche nella logica dei trasporti.
È quasi al completo, ovviamente sono sicuro che entro l'anno si potrà prevedere la stesura e proporre un piano integrato qualora ovviamente il percorso di quest'iniziativa vada avanti.
Presidente - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Io non voglio assolutamente entrare nella querelle voglio però fare da facilitatore, visto che vanno di moda. È vero che le Giunte sono una squadra, è vero come ho detto ieri che sono anche fatte da tanti fantasisti, però visto che l'assessore Baccega ha citato la Giunta Spelgatti, ricordo che l'Assessore alla Sanità era la collega Certan, quindi volevo dare la possibilità alla collega Certan magari di dirci se quella telefonata era stata fatta a suo tempo da lei, non penso che fosse il collega Manfrin, o comunque anche magari chiederle dell'attività che era stata fatta perché sicuramente lei, Assessore, ha fatto tanto e farà tanto per la Valle d'Aosta però credo che è bene che tutti parlino.
Presidente - La parola all'Assessore Certan.
Certan (AV) - La ringrazio, collega Aggravi, per questo ruolo che devo dire le si addice anche molto come facilitatore. Lo scorso anno, dopo la delibera in cui venne fatto l'affidamento a questo studio, il lavoro fu presentato in biblioteca regionale, credo nel periodo settembre-novembre, era il periodo autunnale, e da lì, dalle osservazioni successive, io partecipai credo ancora a una riunione con coloro che avevano steso questo tipo di simulazione, c'erano in particolare due o tre casi esaminati che potevano essere presi in considerazione anche dalla Valle d'Aosta, da lì poi si sarebbe portata avanti tutta una serie di azioni. In questo senso ringrazio il collega Baccega che piano piano ha comunque portato avanti il discorso, che non è stato fermato. Chiaramente non posso rispondere del periodo in cui dimissionai e l'Assessorato alla Sanità fu ad interim. Delle telefonate di quel periodo io non rispondo, collega Aggravi.
Presidente - Altri? La parola per dichiarazione di voto al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Io confesserò a lei, Presidente, e per tramite suo farà avere questa mia considerazione all'assessore Baccega: ero convinto che come sempre, anzi come spesso è accaduto, è accaduto più con altri Assessori, ma in questo caso visto l'evidenza dei fatti ho detto: "probabilmente ci si limiterà a tacere". Invece no: si rilancia. E allora io invito tutta l'Aula davvero a prendere questo bellissimo documento che si chiama DEFR e a leggere nella tabella perché non è un refuso scrivere "bon chauffage". C'è scritto nella tabella "Attività svolte o avviate" che avete fatto l'approfondimento sul "bon chauffage" quindi "des deux l'une" come si dice! Qui c'è scritto: "Approfondimento sull'applicazione del fattore famiglia", non simulazione. Quindi delle due l'una: o avete mentito o lo avete fatto. E allora o avete mentito o l'avete fatto e siccome la sperimentazione sul "bon chauffage" non è stata fatta, così come quella sui collegi e sui convitti, e sarò molto curioso di andarla a leggere, avete evidentemente scritto una cosa che non è, ma soprattutto voi pensate davvero di realizzare il fattore famiglia con un emendamentino di una frase sul DDFR? Ma davvero?! Per fortuna, ma lo scopriremo di qui a poco, questa legislatura avrà fine e di queste brutte premesse che voi avete messo giù all'interno di questo documento non ne sentiremo più parlare. Me lo auguro davvero per il bene di questa regione.
Presidente - Per dichiarazione di voto la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Quindi non abbiamo ancora scoperto chi ha telefonato a Verona dicendo: "Ma è vero che state lavorando in quella direzione?". Per dichiarazione di voto noi ovviamente ci asterremo.
Presidente - Procediamo alla votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Aggravi, Cognetta, Distort, Ferrero, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Minelli, Mossa, Nasso, Pulz, Restano, Rini, Russo, Sammaritani, Spelgatti e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Emendamento 10 di Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. Per l'illustrazione la parola al collega Luboz.
Luboz (LEGA VDA) - Il giorno prima della fiera parlare di artigianato è un gran piacere, credo che il segreto della realizzazione di ciascuno di noi sia nel poter fare della propria passione una professione, ed è ciò che ho sempre invidiato ai miei amici artigiani, che ho seguito durante tre anni nell'organizzazione della fiera di Sant'Orso e di cui, in qualche modo, ho anche cercato d'introitare le l legittime lamentele a volte riguardo alla difficoltà di una formazione continua dei Maestri Artigiani. Da quando sono entrato a far parte dell'Assessorato attività produttive, come funzionario e organizzatore della fiera di Sant'Orso, ho sentito parlare della Legge Regionale 2 del 2003, ma mai è stata portata a compimento e ancora giace nei cassetti dell'Assessorato. Noi nel nostro "contro DEFR", o "DEFR ombra" come è stato detto, ci eravamo proposti di prestare particolare attenzione alla Legge Regionale 2 del 2003, alla formazione continua degli artigiani e anche di prestare una particolare attenzione all'Ivat perché adesso si tratta soprattutto di un negozio che vende molta oggettistica - nulla in contrario verso chi produce oggettistica - quindi oggetti di dimensioni ridotte, però, a mio giudizio, dovrebbe essere data ancora maggiore importanza agli artigiani mobilieri, perché la cultura del falegname è una cultura che va seguita profondamente. Quindi avevamo ipotizzato la creazione di negozi per l'esposizione, per la vendita e per la commercializzazione di mobili, ora del tutto inesistente, la creazione di una galleria d'arte, la creazione di negozi per la vendita e la commercializzazione dell'oggettistica e, soprattutto, anche la revisione della legge per quanto riguarda l'artigianato di tradizione, perché riteniamo che la tradizione non sia stagnazione, non sia immobilismo ma che nella tradizione ci sia anche un'evoluzione delle tecniche di lavorazione.
Ci sono ragazzi - domani potremmo anche avvicinarli - che sono costretti ad andare nel Trentino, ad Ortisei soprattutto, per affinare le loro tecniche lavorative. Io immagino e spero che in futuro possano portare in Valle d'Aosta ciò che hanno acquisito e mettere a frutto per far crescere altri giovani e, come dicevo all'inizio dell'esposizione, fare della propria passione una professione.
Sicuramente occorre far squadra tra turismo, artigianato e agricoltura. Turismo e artigianato: sogno la possibilità che nelle attività ricettive possano essere realizzati dei corsi, quindi essere data ampia visibilità all'artigianato locale anche per coloro che vengono a trascorrere le vacanze in Valle d'Aosta. È tutto un mondo che a mio giudizio deve essere maggiormente attenzionato da parte della politica e noi lo avevamo riassunto appunto nel nostro documento che è all'attenzione di voi tutti, colleghi.
Presidente - La parola al presidente Testolin.
Testolin (UV) - Intervengo volentieri anche perché questi giorni che precedono la fiera impongono una riflessione e un omaggio al nostro artigianato che è ancora uno dei nostri fiori all'occhiello. Non banalizzerei il tutto con qualcuno che va a fare dei corsi a Ortisei, che tutto sommato non ci appartengono o non appartengono a un percorso che è quello della varietà delle iniziative che all'interno dell'artigianato valdostano sono ancora fortunatamente molto vive e poco standardizzate e che forse è una delle peculiarità che ci contraddistingue e ci caratterizza rispetto ad altre situazioni. La legge 2 e la legge 10 sono state valutate per quello che possono essere, dei cambiamenti che evidentemente bisogna avere il tempo di mettere in piedi e di strutturare in una maniera organica che possa portare dei risultati nel medio periodo; sono leggi che hanno bisogno di essere innovate, ma nel frattempo ci siamo avvicinati all'artigianato con una visione diversa, in collaborazione con la collega Certan, nel partire già da quest'anno con delle iniziative sperimentali per l'introduzione di un percorso, chiamiamolo in questo caso di avvicinamento, già dalle scuole medie per poter pensare di condividere con altre realtà nazionali, grazie anche alla carta internazionale dell'artigianato, alla quale l'IVAT partecipa e con la quale ha modo di confrontarsi con altre tipicità non squisitamente nel mondo del legno, ma nel mondo della ceramica, nel mondo della pittura e quant'altro, che possono aiutarci a esportare verso il Ministero una nuova proposta innovativa di scuole medie artigianali. Un punto di partenza per creare delle opportunità anche lavorative che poi potranno venire sviluppate in altri istituti tecnici piuttosto che in altri percorsi scolastici e che possano direzionare verso un qualcosa di un po' più manuale - rispetto al liceo o ad altre scelte scolastiche - ragazzi che nella tradizione possono ancora trovare dei motivi di occupazione importanti e mantenere nello stesso tempo vivo un percorso artigianale che assolutamente ci caratterizza.
Nel frattempo, in questo ultimo anno, anche in collaborazione con Federmanager, abbiamo attivato un percorso di verifica delle potenzialità ad esempio delle cooperative che presidiano ancora il nostro territorio, cooperative che hanno bisogno di essere accompagnate - sia da un punto di vista amministrativo che da un punto di vista gestionale - per la loro capacità di sviluppare dei percorsi produttivi che siano anche redditizi; qualcuno è un po' più avanti, qualcuno ha bisogno di essere un po' guidato; si deve - anche in collaborazione con delle associazioni che possono aiutare, soprattutto nell'inquadramento amministrativo divulgativo e promozionale - studiare dei percorsi comuni che possano anche mettere in rete queste cinque realtà molto importanti e che possano veramente anche fungere da traino per il ritorno in località minori come la Valgrisenche o la Val d'Ayas, un po' meno perché è già turisticamente molto avanti, ma Champorcher piuttosto che Gressoney e Cogne con i suoi pizzi, che evidentemente rappresentano un qualcosa di estremamente interessante ma che va poi calato in altre realtà per renderlo oltre che interessante anche remunerativo per coloro che vogliono avvicinarsi a questo tipo d'iniziativa.
Quindi c'è un fermento, c'è un'attenzione, che va evidentemente seguita costantemente e questo è esplicitato anche nel nostro DEFR, quindi l'attenzione è massima. La collaborazione con altri settori evidentemente può e deve intensificarsi, dimostrazione importante a mio avviso è quella che ad esempio all'interno della fiera ci sia un abbinamento forte tra i prodotti dell'agricoltura, quindi la valorizzazione all'interno del padiglione enogastronomico e con altre iniziative sul territorio, vedi quella del "chilometro 0", che possono ancora essere implementate da un punto di vista della collaborazione e dell'utilizzo delle due cose assieme, ma questo è un qualcosa che è ben presente.
Presidente - Altri? La parola al collega Luboz per dichiarazione di voto.
Luboz (LEGA VDA) - Grazie, Assessore. Non banalizzerei neanch'io l'accostamento corso di sculture-Ortisei, altrimenti potremmo banalizzare la promozione della fontina a Rio de Janeiro o dell'artigianato a Dubai.
Un'altra considerazione che volevo fare rispetto a una mozione presentata e rigettata a marzo 2019, però di fatto ho visto che poi è stata accolta, mi ero permesso di suggerire di delocalizzare la premiazione degli artigiani premiati durante la fiera di Sant'Orso, perché sul sagrato della chiesa la sera ovviamente, c'è scarsa luminosità, poi le condizioni meteo sono quelle che sono adesso in inverno; accolgo con favore che avete scelto di organizzare la premiazione in Piazza Chanoux davanti al padiglione dell'atelier alle ore 15:30 del 31 gennaio, quindi va benissimo.
Oltretutto mi ero permesso di suggerire la creazione di un premio speciale da attribuire tra tutti quanti gli artigiani partecipanti alla fiera di Sant'Orso, anche questo non era stato accettato, però noto con favore che avete organizzato le prix "la Saint-Ours", dunque in qualche modo il suggerimento è stato accolto.
La ringrazio, Presidente, per aver avuto la premura di consentirci domattina di partecipare all'inaugurazione della fiera di Sant'Orso, con un po' di rammarico però noto che nessuno sa che da più o meno 23 anni la fiera di Sant'Orso inizia il giorno prima con il concerto di apertura della Foire organizzato dal coro di Sant'Orso, di cui mi onoro di far parte, che lo dona gratuitamente alla comunità.
Presidente - Altri? Possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 23 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan.)
Il Consiglio non approva.
Emendamento 11, sempre di Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. La parola al collega Ferrero.
Ferrero (VDALIBRA) - Per parlare di commercio in Val d'Aosta, con l'entrata in vigore del Decreto Bersani all'inizio degli anni 2000, la Valle si è limitata semplicemente a recepire la normativa nazionale che ha sconvolto di fatto gli equilibri del commercio di vicinato: da quello che era un settore regolamentato si è passati all'improvviso a un settore che è diventato selvaggio. La Valle d'Aosta in questo momento, che era un momento difficile, che cosa ha fatto? Non ha fatto nulla. Le leggi nazionali sono state sostanzialmente scopiazzate, un limite alle grandi strutture di vendita e alle medie strutture di vendita che sono scoppiate in quel periodo non è stato messo. Ci siamo ritrovati quindi con una serie di chiusure e una serie di trasformazioni del mercato degli esercizi di vicinato - che sono i piccoli negozi - ai quali non è stata data nessuna risposta. Noi abbiamo due realtà che sono gravissime: quella del commercio di vicinato nei piccoli paesi, dove non è più remunerativo tenere aperta un'attività commerciale e dove la Regione doveva intervenire a livello di programmazione e a livello d'incentivi, anche perché in quei piccoli comuni il negozietto che ha aperto magari ha anche un bancomat, è anche associato alle poste, dà una serie di servizi, è una funzione sociale. Lì non si tratta più di dare un incentivo al commercio, si dà un incentivo che ha un carattere sociale. Contemporaneamente nei centri storici c'è stata quest'esplosione, quindi tutti fanno tutto, tre bar uno vicino all'altro, vita media io posso ricordarmi circa otto-nove anni fa dei nuovi esercizi era quella sostanzialmente di nove-dodici mesi poi chiudevano, c'era un avvicendamento, qualcuno rilevava, perché ovviamente con una situazione del genere non stavano in piedi. È ovvio che bisogna intervenire anche a livello di programmazione ma anche a livello di formazione degli operatori, il commercio è cambiato, ma è proprio qui, in questo momento di trasformazione, che la Regione è stata completamente assente, non ha saputo dare nessuna risposta. Con il taglio poi dei contributi - quelli a fondo perso che, per carità, nella nostra logica sono l'extrema ratio, se non in casi particolarissimi e disperati - a livello di mutuo agevolato, a livello di detassazione, sia l'Amministrazione regionale sia i Comuni non hanno saputo dare alcuna risposta. Forse è venuto il momento di cambiare strada.
Pensiamo che il piccolo commercio rappresenti ancora una grandissima risorsa anche per i nostri centri storici, perché esercizi di qualità richiamano comunque i turisti e pensiamo che ci sia il piccolo commercio dei comuni che debba essere salvaguardato per i motivi che ho detto. Accanto a questo c'è una prospettiva occupazionale per quanto riguarda i nostri giovani, quindi creare quel contatto tra mondo della scuola, più specializzato, e mondo del commercio, che è lo stesso contatto di cui avevano già parlato i colleghi precedenti, che può portarci effettivamente fuori da una situazione che fino adesso nessuno ha voluto affrontare, a scapito del piccolo commercio ma con grande entusiasmo da parte delle grandi e medie strutture di vendita che si sono insediate alle volte e si sono allargate andando a vedere bene tra le righe con sistemi che sono elusivi della pur già ampia normativa regionale.
Dalle ore 19:29 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola la presidente Rini.
Rini (PNC-AC-FV) - Molto brevemente, su quest'emendamento mi esprimerò a favore. Il tema del commercio deve entrare prepotentemente di nuovo nell'agenda politica valdostana, perché i dati sono allarmanti, del resto abbiamo presentato un emendamento al bilancio che discuteremo domani su questo tema e sposo appieno le parole del collega Ferrero. La situazione è allarmante: senza andare a scomodare dati e ricerche basta farsi una passeggiata nel centro e senza neanche scomodare i piccoli centri di montagna che hanno altre criticità e altri problemi, già da anni, basta davvero farsi un giro nel centro del nostro capoluogo o comunque dei comuni più popolati per vedere quale sia la situazione veramente disastrosa del piccolo commercio di vicinato. Davvero chi continua a investire, chi continua a lavorare senza limiti orari e con grandi sacrifici, può essere considerato davvero un eroe di questi giorni perché in un paese, l'Italia, che ha una tassazione al di fuori di ogni logica sopportabile per un commerciante o per un libero professionista, diventa davvero difficile sostenere la situazione a oggi. Quindi, per quello che è di nostra competenza, perché sappiamo bene che in questo settore si può fare qualcosa, non si può fare forse tutto quello che vorremmo, ma abbiamo il dovere di porcela come priorità, ovviamente in primis pensando a chi ha investito la propria vita in queste piccole attività, ma anche per le motivazioni che ha ricordato molto bene il collega Ferrero.
Le piccole attività di commercio di vicinato non hanno solo la funzione economica di chi le promuove ma anche la funzione di tener vivo un paese, pensiamo ai piccoli paesi, oppure di portare avanti una tradizione; di nuovo torno sull'esempio di Aosta: il fatto di promuovere il rapporto umano, che il piccolo commercio di vicinato offre, ha un valore sociale e culturale enorme. Io credo che sia un dovere morale della classe politica tutta mettere tra le priorità della propria agenda il commercio nella sua accezione più ampia.
Credo che davvero, e qui concludo, la globalizzazione, le grandi catene di franchising, stiano davvero mangiando, inglobando tutte le piccole attività di vicinato, e quindi nei limiti, come dicevo prima, di quella che può essere un'azione portata avanti con una regolamentazione regionale, ecco qui sì che possiamo far valere la nostra autonomia, qui sì che possiamo differenziarci dagli altri, qui sì che possiamo diventare davvero un laboratorio da esportare anche in altre realtà!
Quindi su questo emendamento, ovviamente, noi siamo convintamente favorevoli.
Presidente - Siamo in discussione generale, ci sono richieste d'interventi? Ha chiesto la parola il collega Restano.
Restano (GM) - Intervengo anch'io, perché vorrei sottolineare come in una piccola comunità di montagna vi siano dei simboli che non possono essere cancellati: l'ambulatorio del medico, la farmacia, il servizio postale, l'oratorio e fra questi possiamo aggiungere i negozi di montagna. Questi negozianti svolgono un'attività eroica e - non perché la mia famiglia svolge questo lavoro - lo sento veramente e lo provo. Forse per 200 giorni sono dei commercianti, per gli altri 165 svolgono un'attività sociale: è per questo che noi dobbiamo legiferare in tal senso. Dobbiamo creare i presupposti per permettere a queste persone e alle altre attività commerciali di fare squadra, di lavorare in sinergia. È attraverso una normativa ideata ad hoc che dobbiamo fare questo lavoro.
In passato c'è stata una norma finanziata che dava dei piccoli vantaggi, delle agevolazioni, incentivava i centri commerciali, le aggregazioni in montagna, poi non è stata più finanziata; ma servono altre attività, è per questo che dobbiamo mettere al lavoro i nostri uffici e la nostra fantasia per dare delle soluzioni che sono pressanti.
Pensate, è nata un'attività manifatturiera in Valle d'Aosta, sulle ceneri di un'altra attività manifatturiera, che sta diventando un'eccellenza in Europa. Pochi di noi, dalle associazioni sportive ai commercianti, cercano di agevolare quest'attività che deve lavorare per dei marchi importantissimi esteri. Allora, proprio perché hanno questo ruolo importante, noi dobbiamo chiederci se per queste piccole attività artigianali e commerciali della città e dei paesi possiamo fare qualcosa che permetta loro non di sopravvivere ma di avere qualcosa in più.
Presidente - La parola alla presidente Rini.
Rini (PNV-AC-FV) - La mia dichiarazione di voto per appunto confermare il supporto a quest'emendamento. Ho dimenticato prima di sottolineare come questo emendamento dia davvero una base per l'azione da fare in un secondo tempo. Noi stiamo lavorando alla stesura di un testo - poi lasceremo il lavoro a chi verrà - a un testo organico di legge che possa disciplinare davvero la materia, perché l'emendamento che poi presenteremo più avanti mette...
Prima mi è piaciuto molto come l'ha presentato il collega Ferrero: i contributi a fondo perso in questo caso sono molto limitati, però devono essere considerati un'emergenza, una forma di pronto intervento, di pronto soccorso, ma non certo la terapia a lungo periodo e sicuramente ancor meno la cura definitiva. Quindi per il momento questo è l'intervento che noi chiediamo a tampone, e se non interveniamo in questa maniera, continueremo a sentire solamente il rumore delle saracinesche che chiudono e noi non possiamo più essere indifferenti a questo fenomeno.
Detto questo, quest'emendamento pone le basi per il lavoro che andrà fatto in un secondo tempo, ma secondo neanche più di tanto, perché i tempi premono e quindi intervenire con un disegno di legge organico che vada a disciplinare il settore del commercio e ancor più il settore del piccolo commercio di vicinato.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - Anche la LEGA VDA con questa dichiarazione di voto si unisce al sostegno alla categoria del piccolo commercio, vera colonna dorsale delle piccole economie, sia dei paesi di montagna sia dei centri cittadini. Immaginate che oggigiorno il commercio indipendente deve sostenere la concorrenza dei grandi magazzini, delle grandi reti di franchising, gli hard discount, l'e-commerce, i venditori ambulanti irregolari, le attività commerciali con capitale finanziato da sistemi in odore di mafia. Eppure questi reggono. È veramente un'economia eroica che però fa fatica a reggere una concorrenza impossibile, e poi deve reggere tutto un sistema che è pesante, asfissiante e spesso illogico, caratterizzato da norme ridondanti, un sistema burocratico con una serie infinita di leggi, di disciplinari, di regolamenti, di atti, di ordinanze, di verifiche, di rinnovi, di adempimenti, controlli, scadenze e quant'altro, e questo mette seriamente in difficoltà il piccolo imprenditore che, è bene ricordarlo qui all'interno del Palazzo, il piccolo imprenditore - a differenza di questo Palazzo dove lavorano centinaia e centinaia di dipendenti - è solo, spesso è solo, solo di fronte a questo leviatano; talmente solo da non potersi permettere di stipendiare un'altra persona che si possa occupare di tutti gli impegni burocratici e non può chiudere la propria attività per passare ore negli uffici in coda o dall'esperto contabile o in qualche luogo dove deve continuamente rinnovare il proprio diritto di poter lavorare. La contabilità spesso se la deve portare a casa la sera perché durante l'attività commerciale deve occuparsi di fare il suo lavoro di commerciante; si occupa la notte e la domenica di tutto quanto è extra la sua attività commerciale, quindi l'amministrativo, il sanitario, il fiscale, lo statistico, il contabile e quante altre cose da compilare di notte. Se gli resta un po' di energia forse riesce a occuparsi anche delle decisioni strategiche, un po' di marketing, immaginare il futuro della sua attività, la pubblicità, l'informazione, l'associazionismo e quante altre cose, e rimane drammaticamente solo.
Ecco, questa è la realtà, una realtà che non conosce limite temporale perché oltre alle ore passate dietro il banco, ci sono ancora le ore dedicate all'acquisto dei prodotti, al servizio di consegna, alle pratiche burocratiche, al commercialista, alla banca, ai rappresentanti, ai soldi da recuperare.
Una realtà che non conosce il diritto di ammalarsi perché mutua non ce n'è, una realtà che non conosce sicurezza economica, perché non sai quanto puoi incassare durante la giornata e quanto avrai incassato a fine mese e se incasserai.
Quindi spesso tutte queste situazioni portano al fatto di abbassare la serranda drammaticamente soli, con poco sostegno pubblico, anzi, nessun sostegno pubblico, e spesso il pubblico è visto come un ostacolo, un grave ostacolo alla propria attività.
Per tutti questi motivi ben vengano degli aiuti pubblici se possono sollevare leggermente la situazione, non so quanto può servire, comunque di questo ne parleremo domani, probabilmente. Ricordiamoci solo che il piccolo commercio di vicinato è quello del contatto umano, delle confidenze quotidiane, del punto informazione, del locale aperto, del riparo, dell'ovetto al bambino, del piccolo prestito al volo, ma anche del conto segnato per quanti mesi, il quadernetto nero, dei soldi da cambiare, le sportine lasciate in custodia dalle vicine, informazioni merceologiche e quante altre cose!
Lo conosciamo bene il commercio ed è per questo che rinnoviamo l'invito a sostenere questa categoria in grossa difficoltà.
Dalle ore 19:41 riassume la Presidenza la presidente Rini.
Rini (Presidente) - La parola al Vicepresidente Distort.
Distort (LEGA VDA) - Vorrei dare il contributo a questa conversazione, a questa discussione generale, semplicemente ricordando un esempio su come è lo spirito con il quale si conduce l'attività e l'attenzione nei confronti del commercio.
Allora io sono ben consapevole che Platone, Aristotele - ho visto l'attenzione della collega Pulz di fronte a me ma penso anche di percepire l'attenzione anche di altri malgrado l'ora - l'attenzione di questi filosofi nei confronti della politica considerandola arte somma. Voglio essere coerente e vogliamo essere coerenti a questa considerazione, ed essere coerenti vuol dire sapere perfettamente che se è arte somma vuol dire che non è affare di tutti, che è un qualcosa di estremamente impegnativo e quando qualcosa è impegnativo, si possono generare assolutamente degli strafalcioni oppure delle grandissime lacune.
Allora io, cari colleghi, e soprattutto cari colleghi del Governo, voi che avete diretto, ognuno per propria competenza, il vostro indirizzo sul DEFR e poi sul bilancio in merito all'ambito del commercio, io vi ricordo per onor del vero che nei mesi passati, per non dire negli anni passati, si sono condotti i lavori, faccio solo l'esempio, all'interno del complesso della nuova Università della Valle d'Aosta, con previsione di un'ampia area di parcheggio che è stata realizzata ormai da tempo, tempo, tempo, in buona parte delle opere manca soltanto un collaudo amministrativo per il quale però - capiamoci - sappiamo perfettamente i tempi e i modi; io li conosco da professionista, ora li conosco anche da Consigliere regionale. Non si è fatto assolutamente niente, tutto il mercato che non aveva bisogno di aiuti, non aveva bisogno di stanziamenti, non aveva bisogno di contributi, aveva bisogno solo ed esclusivamente di essere messo in condizioni di lavorare, le precedenti condizioni, quelli in cui c'erano dei posti auto, perché il commercio ha bisogno anche di questo; c'era bisogno semplicemente dei posti auto che sono stati eliminati, sono stati sottratti per l'esecuzione dei lavori non solo dell'Università ma anche della rete Telcha e quindi i commercianti di tutta l'area si sono trovati in ginocchio, al punto che si sono rivolti con una lettera firmata, sottoscritta - collega Ferrero lei che ne è più a conoscenza di me - mi pare da circa 200 persone che hanno partecipato a quest'iniziativa, ecco, questa da parte mia è la dolente nota, sì, è la correctio fraterna, poi vedetela come volete ma questa è la verità, è la verità! E allora con questo spirito, con questo passato, così come dice la parabola "Sei stato fedele nel poco, ti ho dato potere nel molto", vale all'opposto perché era la parabola dei talenti, del buon servo e del servo fannullone, quello che dei talenti non è riuscito invece a fare assolutamente niente e quindi non ha dato nessuna affidabilità.
Allora io vi dico questo: permettetemi di esprimere questa sera in aula un accorato invito a prendere in considerazione, in maniera molto più approfondita e anche molto più concreta, il settore del commercio.
Presidente - La parola al presidente Testolin.
Testolin (UV) - Per sottolineare come la discussione sia assolutamente realistica e da prendere in considerazione.
Un emendamento che verrà preso in considerazione anche da chi non lo ha presentato, un emendamento che è stato anche discusso all'interno dei Gruppi, diciamo di maggioranza, con l'idea di sostenere poi, in quello che sarà il bilancio, un emendamento a favore del commercio che mette delle risorse ma che non è in realtà l'emendamento che avremmo voluto presentare; ci ritroviamo di più in un percorso che possa identificare la valorizzazione di esercizi commerciali in realtà particolarmente svantaggiati: realtà di alta montagna non particolarmente turisticizzate da un punto di vista geografico; zone magari marginali e disagiate da un punto di vista dell'attrattività delle grandi frequentazioni; realtà locali e centri storici che possono effettivamente subire quel pericoloso allontanarsi di situazioni storiche che ne hanno sempre caratterizzato la tipicità.
Avremmo voluto presentare un ordine del giorno che andava in questa direzione ma non l'abbiamo fatto, convinti di poter discutere quest'emendamento nel momento dell'accettazione di un percorso che vuole essere non tanto la soluzione del problema ma un segnale e un impegno tangibile nel lavorare a favore di una situazione che deve essere assolutamente attenzionata; una situazione che però va attenzionata a 360 gradi, identificando le iniziative in senso più ampio - anche la loro tipologia e la dinamica- con le quali arrivare a dare delle soluzioni proficue per lo scopo che ci vogliamo porre.
Per quanto ci concerne voteremo favorevolmente quest'emendamento, sottolineando che l'attenzione, per certi versi anche nei confronti del commercio, c'è stata, attenzione alle iniziative - a livello anche finanziario nel coinvolgimento delle Confidi - a favore di tutta una serie di percorsi che possono essere più vicini a questo tipo di attività che molte volte trovano difficoltà anche nell'approcciarsi al credito e che possono trovare invece in percorsi partagés tra stessi operatori, delle opportunità anche tecniche per trovare quegli strumenti, anche finanziari, che possono dare delle risposte più immediate rispetto all'interlocutore classico che può essere la banca.
È un'attenzione alla quale ci accodiamo e alla quale dedichiamo volentieri la nostra attenzione.
Presidente - La parola per dichiarazione di voto al collega Ferrero. Se ho capito bene, Presidente, quindi viene aggiunto, non sostituisce ma si aggiunge, perfetto.
Ferrero (VDALIBRA) - Grazie presidente Testolin. Io con una battuta, dato che c'è quest'accordo e quindi ne sono felice, voglio solo ricordare una cosa: ogni tre posti che si perdono nel piccolo commercio, uno lo si guadagna nella grande distribuzione. Forse è su questo che dobbiamo anche ragionare perché dieci anni di completo abbandono hanno creato poi quei grandi serbatoi, sembrano grandi, di occupazione che sono i grandi magazzini, dove vengono imposte delle condizioni di lavoro spesso al limite della legalità, cerchiamo di rivalorizzare il commercio che si richiama all'impresa familiare. In questa direzione, secondo me, facciamo un lavoro di ricongiungimento che è indispensabile in questo momento.
Presidente - La parola all'assessore Chatrian.
Chatrian (AV) - Devo dire che mi ritrovo completamente sulla riflessione che ha fatto il collega Restano, su questi temi soprattutto legati a quelle comunità non turistiche e di media valle - che quindi non hanno neanche quei picchi dei 200 giorni che citava il collega - che per 365 giorni all'anno garantiscono un minimo servizio, quindi probabilmente è lì che dovremo intervenire in quanto priorità. Oltre a quella prima priorità, la seconda è quella legata ai centri che hanno una parte di turismo ma che possono garantire forse neanche 180 giorni veri, perché 180 giorni sono 6 mesi che sono 3 più 3 o 3 più 2 e mezzo e durante gli altri 6 e mezzo praticamente quel poco che hai messo come fieno in cascina vai a utilizzarlo tutto e forse non riesci più a garantire un servizio.
Forse la sfida legislativa è sul come intervenire e - io penso che sia lo spirito anche del collega Lucianaz che immagino conosca il tema di prima mano - probabilmente, in quanto legislatori - chi ci sarà dopo di noi o se ci saremo noi - si dovrà essere in grado di differenziare comunque eventualmente il sostegno. Io penso che il piccolo o il medio commercio al Breuil non abbia bisogno di un sostegno pubblico ma a Fontainemore o a Perloz magari sì, così come a Pontboset. È lì che il legislatore dovrà essere capace di fare la differenza ma non basta, e su questo mi scuso ma utilizzo il passaggio che ha fatto il collega Ferrero: io penso che di fondo ci sia la pianificazione urbanistica. Mi scusi ma non sono gli ultimi 10 anni, è un po' di più, ed è lì che si fa la differenza. Le regole del gioco si fanno lì, nel momento in cui si pianifica all'interno di un Comune, non in quei Comuni che ho citato prima, perché non c'è l'interesse, e neanche al Breuil, perché le logiche sono diverse, ma è nel fondovalle, dove si raccolgono una parte di conurbazione, una parte comunque di numeri che possono fare la differenza. Pianificando non bene si va ad ammazzare non solo il centro storico, ma il piccolo, i piccoli numeri, quelli che tutti i colleghi oggi hanno citato.
Quindi da una parte cercheremo, io penso che l'obiettivo sia questo, di legiferare per raggiungere determinati obiettivi ma alla base di tutto io penso che la sfida più forte sia la pianificazione; dove è già partita, è già andata, sarà difficile tornare indietro, quantomeno non facciamo ulteriori errori.
Presidente - La parola al collega Barocco.
Barocco (GM) - Penso che questo sia un modo proficuo di far politica, nel senso che abbiamo lavorato in tanti e lungo la via di Damasco ci sono state, grazie a Dio, delle convergenze su questo tema e questo mi fa piacere, perché in Commissione si è formato il consenso su questo tema, quindi è un bel risultato e spero che si possa raggiungere anche su altri temi, perché quando la politica è sintesi e si riescono a mettere diverse sensibilità intorno a dei problemi per trovare delle risposte che arrivano dalla nostra popolazione, dalla nostra Valle d'Aosta, non può che essere una giornata positiva anche in questi giorni di lavoro.
Siamo dei legislatori, ho sentito parlare di burocrazia che attanaglia queste piccole strutture economiche; ecco, ricordiamocelo quando facciamo i legislatori: non pretendiamo sempre che ci sia qualcun altro che pensi alla burocrazia e che la burocrazia sia sempre per effetti di leggi nazionali. Cerchiamo, quando è il momento, di cercare di scrivere delle leggi, soprattutto di rivedere i processi all'interno della nostra organizzazione del lavoro della Regione perché molte volte si pensa che introducendo un PC o un software si riesca a rivedere un processo organizzativo. No. Bisogna rivederlo prima di introdurre il software perché sennò la burocrazia aumenta, non diminuisce, perché rimangono fisse certe modalità di lavoro e di processo su cui non riusciamo a incidere.
Quindi, soprattutto per queste piccole realtà - come i piccoli commercianti, come i piccoli agricoltori - penso che dovremmo fare degli approfondimenti.
Presidente - La parola all'assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Tre rapidi flash, intanto grazie per la proposta. Confcommercio è stato uno stakeholder assolutamente vivo e vivace in questa fase di discussione del piano di politiche del lavoro e ha segnalato numerose azioni da portare in una visione strategica futura, credo che la più importante sia il tema che hanno sottolineato con forza, il passaggio generazionale - che mette in condizioni chi subentra oggi rispetto a tutta la situazione legata alle normative e alle difficoltà appunto di subentro - è una delle principali criticità che hanno segnalato e dove vogliono essere aiutati e sostenuti insieme.
Uno dei temi che credo vada posto alla riflessione dell'Aula è se la collocazione del commercio sia corretta all'interno di una politica esclusivamente del turismo o se non vada considerata maggiormente l'attività produttiva in una sua funzione di sviluppo attraverso l'inserimento di questo settore dove si tratta di lavoro, di sviluppo e di servizi. La terza, che stiamo pianificando nel 21-27, "le azioni strategiche sulla politica europea", qui sì che potrebbe nascere qualche cosa di nuovo, altre Regioni in questo senso si sono mosse, per sviluppare finanziamenti che vadano a sostenere questo settore in un'ottica di rilancio.
Presidente - La parola all'assessore Certan.
Certan (AV) - Credo che quest'emendamento vada a cambiare, anche a livello culturale, il modo di concepire e di, in qualche modo, vedere la vendita e l'acquisto. Credo che i passaggi che hanno fatto il collega Lucianaz e il collega Ferrero siano importantissimi, li ringrazio, vanno a cambiare profondamente nel modo di pensare l'acquisto perché in un negozio giustamente ci si trova di fronte a un rapporto umano con un'altra persona, e non intervengo ulteriormente, perché nei passaggi che ha fatto ha già evidenziato come il negoziante, oltre che un imprenditore, sia anche in qualche modo quasi uno psicologo, utilizzando parole molto più semplici e molto meno graffianti di uno specialista, in quel senso; quindi sicuramente anche a livello sociale è importante nel rapporto del territorio: quanti bambini vanno anche da soli nel negozietto del villaggio, mentre nei grandi supermercati questo non può avvenire.
L'altro passaggio che il collega Ferrero ha fatto è anche finalizzato a cambiare la percezione della vendita e dell'acquisto perché sappiamo che sicuramente la filosofia consumistica porta ad altri tipi di modi di acquistare che non sono certo quelli del "chilometro 0" ma sono piuttosto quelli del marketing, della pubblicità.
A mio avviso, dietro a questo tipo di percorso - che bene o male credo ci veda tutti coinvolti - vi è veramente un cambio culturale di vedere il commercio, che non è solo questione di mantenerlo ma bisogna proprio - e mi riallaccio a quanto detto dal collega Chatrian - rivedere l'impostazione dei piani regolatori che sicuramente in molti Comuni anche attorno alla città di Aosta negli anni, è stata fatta, con altre filosofie che oggi forse ci vedono in qualche modo cambiare direzione: bene, questo noi l'abbiamo sostenuto sempre in questi anni.
Ringrazio perché l'analisi è stata molto puntuale ed è andata nel dettaglio, non è stata solo economica, però, anche per le prossime generazioni, questo aspetto è sicuramente da portare avanti.
Presidente - La parola al collega Marquis.
Marquis (SA) - Credo che sia utile dare il contributo su un tema rilevante per l'interesse della comunità valdostana, perché credo che questo sia un approccio costruttivo per affrontare una problematica che si tocca con mano sul territorio tutti i giorni e credo che sia stato anche importante il lavoro fatto in Commissione su questo argomento, perché è la dimostrazione che è arrivata una proposta, una proposta da dei colleghi che l'hanno presentata e che è stata anche condivisa e votata dai colleghi della maggioranza, e quindi ha favorito il percorso per portare oggi quest'emendamento in aula e alla discussione per arrivare alla sua approvazione.
Ritengo che la Valle d'Aosta sia un sistema variegato sotto il profilo commerciale, ci sono varie situazioni che vanno tutte considerate in modo diverso, ci sono le problematiche della valle centrale, della dorsale, poi quelle dei piccoli comuni intermedi e quelli di alta montagna.
Credo, come ha detto anche un collega prima, che ci siano delle attività che oggi svolgono anche una funzione di prossimità - non voglio usare la parola sociale perché è una parola molto forte - però credo che diano un grosso contributo sullo sviluppo e sulla vita di una comunità.
Ci sono delle piccole realtà di montagna dove è difficile mantenere aperta un'attività commerciale, viene fatto un grande sforzo e questo serve anche per poter mantenere viva la frazione, vivo il villaggio e anche la possibilità di crescere sotto il profilo turistico, perché tutti noi sappiamo che quando chiude un'attività, cala anche poi l'attrattività di un insediamento o di una piccola realtà di montagna. Credo che sia importante quindi dare un segnale, un segnale immediato per andare incontro alle esigenze di chi vive questa situazione di oggettiva difficoltà, ma che occorra poi fare un ragionamento più ampio per trattare in modo organico tutta questa materia per disciplinarla in tutte le sue sfaccettature, perché il commercio di montagna, così come anche l'artigianato, è un settore che ha delle peculiarità che lo contraddistinguono rispetto ad altre realtà, va sostenuto con attenzione e soprattutto il pubblico deve fare da facilitatore per esercitare un'attività, perché troppo spesso parliamo di fare delle leggi. Io credo che l'obiettivo che ci si dovrebbe dare sia anche quello di togliere delle leggi a livello regionale, perché non bisogna dimenticarci che ogni legge che si scrive, ogni legge che si aggiunge, significa compilare qualche pezzo di carta in più per la gente che tutti i giorni svolge un'attività.
Un'attività svolta il più delle volte in regime familiare e pertanto anche magari con una struttura sotto il profilo amministrativo non proprio adeguata per svolgere questo tipo di mansioni e pertanto credo che dal nostro punto di vista occorra considerare con grande attenzione queste situazioni e le specificità che contraddistinguono l'organizzazione del commercio in montagna, anche sotto il profilo del carattere soggettivo di chi esercita l'attività.
Presidente - La parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Molto brevemente perché mi sembra di capire che ci sia buona sintonia su questo argomento. Sostenere gli esercizi di vicinato è certamente un dovere da parte di questa Amministrazione. Noi abbiamo disposto, insieme a Confcommercio, il regolamento per i pubblici esercizi, un regolamento che è pronto e che dovrà essere solo portato in aula, per chi ci sarà. Voglio anche sottolineare quanto ha evidenziato il collega Distort: i centri storici sono molto spesso soggetti a interventi di ristrutturazione, lavori per rifacimento di strade, per acquedotti, cavidotti, eccetera; lì bisognerebbe intervenire affinché le amministrazioni comunali sospendessero i pubblici esercizi dalle imposte perché lì i lavori diventano lunghi. Lo facemmo al Comune di Aosta all'epoca con Via Aubert, Via Sant'Anselmo e Piazza Arco d'Augusto, sarebbe opportuno costruire un provvedimento che in qualche modo andasse a dare un'esenzione e sostenere i comuni ovviamente nel mancato introito.
Presidente - Possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 29
Favorevoli: 29
Astenuti: 5 (Mossa, Nasso, Pulz, Russo e Vesan).
Il Consiglio approva.
Possiamo sospendere i lavori che riprenderanno le ore 21:15.
La seduta è sospesa dalle ore 20:13 alle ore 21:29.
Rini (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Siamo all'emendamento n. 12, di Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. Qualcuno vuole illustrarlo? La parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Con questo emendamento intendiamo intervenire nel settore delle politiche del lavoro e della formazione professionale, fondamentalmente con quattro misure principali, che ci proponiamo di realizzare: la riorganizzazione, anche logistica, e il rilancio dei centri per l'impiego; la revisione del quadro normativo che disciplina le politiche del lavoro e la formazione professionale; l'avvio delle misure di politica attiva del lavoro inserite nel nuovo piano di politiche del lavoro; la valutazione circa la fattibilità della realizzazione del portale del lavoro quale strumento d'incontro tra domanda e offerta tra centri dell'impiego e imprese e lavoratori.
Le proposte credo siano molto chiare. Vado soltanto a esplicitarne una, l'ultima, che credo sia molto innovativa. Con questa proposta sostanzialmente ci rendiamo conto di un mondo, quello del lavoro, che a oggi ha visto una presenza in più rispetto al panorama in cui si è sempre svolto. Ci sono i lavoratori, ci sono le aziende e c'è il centro per l'impiego, oltre a questi attori, si sono aggiunte anche quelle che vengono definite agenzie interinali ma che, in realtà, sono agenzie di somministrazione.
Una sinergia tra questi quattro attori, secondo noi, può essere realizzata attraverso lo strumento del portale del lavoro, che, secondo le nostre previsioni, che riteniamo possano essere realizzate, va a inserirsi in questo paradigma, dove a oggi non c'è una vera collaborazione tra questi quattro soggetti: le agenzie per il lavoro, che tendenzialmente raccolgono tutta una serie di persone alla ricerca di un'occupazione; i centri per l'impiego, che non hanno diretta connessione con queste agenzie; i lavoratori, che a volte hanno contezza dell'esistenza dei centri per l'impiego, a volte hanno contezza dell'esistenza delle agenzie per il lavoro; le imprese. Connettere questi quattro elementi con un portale nel quale inserire le offerte di lavoro e le proposte di lavoro con le caratteristiche dei lavoratori, per fare in modo, che attraverso questo portale, si arrivi a indirizzare le varie specificità, i vari profili richiesti e le professionalità offerte, secondo noi può essere effettivamente un veicolo di occupazione e sicuramente può essere un mezzo per riuscire a trovare una collocazione e, magari, per rendere molto più agevole anche per le imprese l'individuazione di un profilo lavorativo che può risultare affine a quello che si sta cercando.
Questa è la nostra proposta, che riteniamo sia assolutamente innovativa, che contiene tanti altri aspetti che vi ho riassunto, ma ho voluto concentrare la nostra attenzione su quest'ultimo punto, perché riteniamo possa essere davvero uno strumento che, una volta a regime, può portare a una connessione tra questi quattro attori.
Presidente - Ci sono richieste d'intervento su questo punto? Se non ci sono richieste d'intervento, mettiamo in votazione l'emendamento n. 12.
Presenti: 34
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 23 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. 13, di Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. La parola al collega Cognetta.
Cognetta (VDALIBRA) - Con quest'emendamento parliamo di un altro argomento molto importante, che è stato più volte dibattuto in quest'aula e che purtroppo non ha ancora ricevuto risposte concrete, a parte ciò che viene fatto normalmente nel tran tran che va avanti da anni, rispetto a questo grandissimo e importantissimo tema.
Si parla sostanzialmente di innovazione tecnologica. La Regione Valle d'Aosta ha una società, che è Inva, che dovrebbe occuparsi - e si occupa - di information, communication, technology, e dovrebbe essere il braccio operativo dell'innovazione tecnologica dell'amministrazione regionale.
Cosa fa Inva? Fa dei servizi per conto della Regione, poi fornisce della manodopera, quindi dei lavoratori, rispetto a una serie di servizi, non sempre legati alla sua mission principale, ovvero l'informatica, e dal 2014 svolge anche il ruolo di centrale unica di committenza. Sostanzialmente spende le risorse che le vengono date per pagare gli stipendi e qualche progetto che fa.
Come mission tecnologica non ha praticamente nulla, oltre ai documenti che vengono scritti ma che, di fatto, non portano ad alcun cambiamento radicale, perché i progetti vengono portati avanti in maniera frammentata, piuttosto lenta, quindi l'innovazione tecnologica rimane sempre al palo.
Da cosa deduciamo questo? Dai servizi forniti al cittadino, che sono molto pochi e, soprattutto, di tecnologico hanno molto poco. Qualcuno potrebbe dire che sono cose che non vanno bene, perché qualcuno tende a demonizzare questa società, che invece è florida, funziona, va bene e dà dei servizi meravigliosi, ma non è proprio così, perché, spesso e volentieri, sempre in quest'aula, è stato rimarcato il fatto che il ruolo di Inva vada modificato profondamente e che vada cambiato ciò che fa e ciò che ha fatto fino a oggi. Cosa viene descritto, quindi, in quest'emendamento? Vengono dati dei suggerimenti su come Inva dovrebbe modificarsi. Inva non dovrebbe più utilizzare, diciamo così, tutto il suo potenziale per fare operazioni "di bassa manovalanza", ma dovrebbe diventare un partner tecnologico che fa analisi, che propone soluzioni tecnologiche d'avanguardia, che magari le studia, le sperimenta e poi le fa fare; perché, se non le fa più direttamente Inva, le mette sul libero mercato e questo permetterebbe sicuramente di creare un altro tipo di economia. Tutto questo dovrebbe essere racchiuso all'interno di un piano che da subito dovrebbe cercare di dare delle soluzioni concrete ai cittadini e, soprattutto, dei servizi; servizi concreti, perché oggi come oggi, pur avendo Inva un grande numero di clienti della pubblica amministrazione, per non dire tutti, questi servizi al cittadino sostanzialmente non li fornisce.
Non si vuole demonizzare nessuno, si vuole cercare di dare un indicatore forte e chiaro dal punto di vista politico, rispetto al ruolo che dovrebbe giocare Inva all'interno della pubblica amministrazione e dell'informatica a tutto tondo dal punto di vista pubblico in Valle d'Aosta. È una cosa che secondo me ha le potenzialità per fare, c'è da fare un grossissimo lavoro di ristrutturazione aziendale e di crescita di competenze, perché questo oggi non può essere fatto, in quanto mancano le figure professionali adeguate, e questo dovrebbe essere ciò che dovrebbe traghettare l'Inva da ciò che era a ciò che deve diventare. Questo permetterebbe, se venisse fatto, ovviamente con dei tempi adeguati, di migliorare anche l'economia complessiva della nostra regione, di aiutare i cittadini nel confronto con la pubblica amministrazione e diventare anche volano attrattivo rispetto a questioni di economia e di lavoro, perché avere dei servizi efficienti dal punto di vista dell'information technology attrae, chiaramente, anche aziende, professionisti, eccetera.
Sostanzialmente noi dovremmo approvare con questa proposta di emendamento un modo diverso di pensare rispetto a Inva. Forse un modo che potrebbe essere un po' avveniristico? Io non credo, io penso semplicemente che Inva debba avere il ruolo di sovrintendere alle possibilità che ci offre il mercato, che ci offre la tecnologia, proporre soluzioni e finalmente mettere a disposizione del cittadino i reali servizi che dovrebbe avere per migliorare l'approccio con la pubblica amministrazione.
Presidente - Ci sono altre richieste? Se non ci sono richieste, mettiamo in votazione l'emendamento n. 13. Votazione aperta. Votazione chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 23 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento di Marquis, Barocco e Daudry. La parola al collega Marquis.
Marquis (SA) - Con quest'emendamento al capitolo 1.9, "Ambiente e sviluppo sostenibile", s'inserisce la possibilità di finanziare, parallelamente al percorso dei fondi di rotazione in essere, anche la modalità attraverso il contributo in conto interessi. L'emendamento è propedeutico a discutere l'emendamento successivo nel bilancio.
Presidente - Se non ci sono altre richieste, la parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Quest'emendamento anticipa la trattazione che riguarda anche il nostro emendamento successivo, che ci permetterà di approfondire bene la questione. Quando presentammo, come Giunta Spelgatti, il DEFR, noi andammo a inserire un capitolo dedicato al sistema regionale dei fondi di rotazione. Giustamente conoscevamo, come oggi avviene, il problema legato a questo tipo di misura, che ieri abbiamo avuto l'occasione di approfondire, anche nell'intervento fatto dal Presidente della II Commissione, che è il presentatore di quest'emendamento.
Il sistema regionale dei fondi di rotazione ha una problematica, soprattutto legata ai mutui prima casa, ma non soltanto, anche quello alberghiero, perché nel frattempo sono capitate due situazioni. La prima è che i fondi sono venuti spesso meno, lo diciamo di continuo, sembra sempre di fare la cena con i fichi secchi, però purtroppo sappiamo che nel tempo le richieste sono state molte e le risorse sempre meno; su questo noi presenteremo un emendamento, che cercherà di dare una proposta ulteriore, per tentare di risolvere il problema, soprattutto pro futuro, andando a identificare un principio di programmazione finanziaria un anno per l'altro, perché oggi sappiamo che questo sistema è in crisi, anche perché i mutui vengono erogati alla disponibilità dei fondi, ma spesso e volentieri, purtroppo, i fondi non sono legati a previsioni o comunque a una programmazione puntuale delle richieste.
Proprio sui mutui prima casa, la grossa problematica fu il fatto che, nel cambiamento dei canoni di erogazione dei mutui, tante domande arrivarono. Pensiamo alla retroattività, pensiamo comunque anche alla richiesta, da parte dei cittadini, perché abbiamo varie tipologie d'intervento, dall'acquisto alle nuove costruzioni, che prevedono anche riqualificazioni, ristrutturazioni, eccetera.
Tutto questo ovviamente è legato anche alla spada di Damocle della burocrazia. In audizione abbiamo potuto approfondire maggiormente la problematica legata al mutuo prima casa e, soprattutto, alla lunga istruttoria a cui è sottoposto, soprattutto da parte della struttura dell'amministrazione regionale.
La proposta che è stata fatta - su cui entreremo più nel dettaglio quando affronteremo l'emendamento - sicuramente può anche essere vista, da una certo prospettiva, come d'interesse e di analisi. Noi per questo nelle audizioni abbiamo chiesto che andasse approfondita maggiormente, ma soprattutto che questa misura - al di là della scelta di rimanere sulla vecchia filière o comunque sul conto interessi - fosse basata su un principio: sono fonti soldi pubblici e, parlo in particolar modo della prima casa, se un cittadino si rivolge all'ente pubblico, o comunque a una finanziaria pubblica, prima di tutto è perché sa che si tratta di un ente che gli può garantire un tasso che il sistema bancario non gli garantirà.
Abbiamo una preoccupazione: sapere che le banche hanno dei tempi molto lunghi, soprattutto per capire come poter gestire questo tipo di prodotto con le convenzioni. Quello che ci preoccupa maggiormente è creare delle aspettative nei confronti di chi aspetta l'erogazione del mutuo e, purtroppo, il messaggio giornalistico spesso semplifica quello che viene detto in quest'aula. Il rischio è che andiamo, ulteriormente, a creare delle false aspettative, come certi canoni che sono stati utilizzati, o le maglie, come abbiamo spesso detto, allargate, che hanno generato un'aspettativa che poi non ha trovato soddisfacimento da parte della dotazione finanziaria di questi fondi.
Presidente - La parola al collega Cognetta.
Cognetta (VDALIBRA) - Questo è un emendamento estremamente pesante, perché politicamente affronta un problema molto grande, che si è creato a seguito dell'allargamento delle maglie rispetto alla possibilità di avere mutui a tasso agevolato con Finaosta, e credo sia stato l'emendamento più importante sostenuto dal Presidente della Commissione.
È intervenuto nel terzo passaggio, nei primi due quest'emendamento non è stato presentato e nel terzo passaggio del va e vieni del bilancio dalla Commissione è intervenuto quest'emendamento che anticipa l'emendamento tecnicamente più pesante, perché va inserito nel DEFR per poi, qualora approvato, poter operare anche nel bilancio.
È chiaro che se un presidente di commissione porta avanti una cosa del genere nel terzo passaggio, vuol dire che, nei due passaggi precedenti, chi si doveva occupare del problema non l'ha fatto. Non c'è niente di male in questo, ma vuol dire che le questioni più importanti che devono essere portate all'attenzione e, in qualche modo, risolte dalla nostra amministrazione, sono state prese in carico dal presidente di commissione. Penso sia una cosa corretta, come presidente di commissione: lui propone una soluzione, che non mi trova d'accordo appieno - ne abbiamo discusso parecchio in commissione - perché rispetto a chi ha potuto accedere, e quindi ha un diritto acquisito, il fatto di cambiare in corsa la possibilità di accedere a questi fondi credo sia poco corretto; se poi uno sceglie liberamente di cambiare idea, sono problemi suoi. Mi preme però sottolineare il fatto che se ne sia dovuta occupare la Commissione. Se il problema è così importante, Presidente, mi chiedo perché il governo non se ne sia occupato, quando c'era ancora, non solo dopo che è successo tutto quello che sappiamo.
Mi chiedo allora: è veramente una questione di soluzione tecnica, o è soltanto una contrapposizione politica e questo ha generato una serie di andirivieni all'interno della Commissione nei vari dispositivi di legge? Se è il primo caso, allora mi sembra una cosa corretta. Se è il secondo caso, bene o male i cittadini avranno un risultato, però è stata una cosa non perfettamente nei canoni di maggioranza e opposizione, è stata un po' deviante, ma leggermente, niente di grave.
Quest'emendamento, che anticipa l'altro, io credo che non otterrà il mio sostegno. I motivi tecnici per cui non sostengo quest'emendamento verranno descritti quando parleremo tecnicamente dell'emendamento stesso, quindi entreremo nel dettaglio. Credo però che questa sia una cosa che in qualche modo vada chiarita, perché non vorremmo che alla fine ci fosse una sorta di regolamento di conti tra pezzi diversi della maggioranza, per ottenere cose rispetto ad altri, e oggi questo ci ha portato fino a questo punto. A un certo punto mi è venuto anche questo dubbio, ma sicuramente voi me ne libererete prestissimo.
Presidente - La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - La questione dei mutui e dei fondi di rotazione è stata una delle battaglie che io personalmente ho portato avanti anche nella scorsa legislatura, proprio perché ho sempre pensato che una misura così importante come i fondi di rotazione finanziati all'interno di Finaosta fosse un segno di attenzione verso la cultura delle famiglie valdostane. I nostri nonni e i nostri padri ci insegnavano: "se riuscite a costruirvi una casa significa che vi radicate sul territorio, significa che probabilmente anche i vostri figli avranno la possibilità di vivere in Valle d'Aosta". Sentirsi proprietari è un bell'esempio, perché comunque unisce le famiglie, perché di solito poi, soprattutto in questo caso si deve accedere a dei mutui e bisogna cercare, con sacrifici in famiglia, di pagare i mutui, se si vuole essere proprietari di abitazioni. Dicevo che questo appartiene a quella cultura valdostana di cui mi onoro di far parte.
Ma veniamo un po' di più a quello che emerge da quest'emendamento. In parte l'ha già toccato il collega Cognetta: l'impressione che si è avuta da parte di chi ha lavorato in commissione è che quest'emendamento... soprattutto i contenuti della doppia filiera, che verrà presentata nell'emendamento in cui voi andrete a modificare la possibilità, da una parte, di continuare ad avere mutui con Finaosta, dall'altra di avere contributi in conto interessi.
Io penso che chi ha seguito i lavori si sia reso conto che non è null'altro che una sorta di compromesso politico tra il pensiero del Presidente facente funzioni della Giunta regionale e il Presidente di Commissione, perché è emersa palesemente che, a forza di modifiche, emendamenti e contro-emendamenti, pareri tecnici, eccetera, alla fine si è cercato un compromesso. Un compromesso politico che, a mio parere, è molto pericoloso, perché, come ha già detto il collega Aggravi, rischia di creare tante false aspettative, dove probabilmente le vittime saranno quelli un po' più sprovveduti, che diranno: "pago l'1 da una parte, l'1 dall'altra" e poi magari non si faranno bene i conti in tasca, per cui magari oltre a quell'1, lo stesso tasso d'interesse con l'abbattimento mediante il conto interessi, si troveranno a pagare delle spese che saranno ben altre.
In Commissione è stato ricordato che con i mutui Finaosta, tra spese d'istruttoria, stati di avanzamento e liquidazioni, si paga 200 euro. Non è la stessa cosa, lo posso assicurare, di quello che succede con gli istituti e le banche, per cui il rischio è davvero creare false aspettative e trovare qualcuno che magari alla fine sarà in difficoltà.
È stato detto che il ruolo di Finaosta è anche un ruolo di aiuto, perché non tutte le famiglie valdostane hanno le stesse garanzie a monte per accedere a dei mutui. Un aiuto di questo genere andava esplicitato, noi pensiamo per questo motivo che sia necessario differenziare tra mutuo prima casa, ristrutturazione o eventualmente mutuo seconda casa.
C'è un secondo aspetto che preoccupa leggendo l'emendamento: "la concessione di contributi in conto interessi, finanziabile anche attraverso il recupero di risorse giacenti presso i fondi di rotazione medesimi". È la seconda operazione che fate e vi ricordo che lei, Presidente, ci ha ricordato che ci sono circa 20 milioni a bilancio per finanziare ulteriormente i fondi di rotazione. Sono meno dei 20.800.000 euro che avete tolto, lei era al governo a marzo 2018, quando avete cancellato una parte dei fondi di rotazione. Non erano quelli della prima casa, ma nei fondi di rotazione...
È questo il principio che ci preoccupa, quando, a fronte della necessità di avere ulteriori risorse, l'unica trovata che avete pensato è stata ridurre ancora i fondi di rotazione.
Presidente - Ci sono altri interventi? La parola, per dichiarazione di voto, al collega Marquis.
Marquis (SA) - A seguito degli interventi che si sono succeduti e ad alcune osservazioni che sono state fatte, credo sia necessario fornire dei chiarimenti e dare conto della genesi che ha portato a proporre questo emendamento.
Sostanzialmente, nel percorso che noi abbiamo fatto, nell'esame del Documento di economia e finanza regionale e del bilancio, abbiamo avuto modo di ascoltare le categorie portatrici d'interesse. Abbiamo ascoltato anche Finaosta e in quella circostanza abbiamo fatto anche delle specifiche domande sulla situazione dei fondi di rotazione.
Ci è stato chiesto d'intervenire sui mutui e di fare delle verifiche e ci siamo presi carico di esaminare questa questione. Si tratta di una questione sicuramente complessa, che ha richiesto un grande impegno sotto il profilo tecnico, di esame, di valutazione dei numeri, delle possibilità, degli effetti, dei ritorni sul gettito, non è una cosa che si può affrontare in modo superficiale. C'è stato quindi dello studio. Studio che, da ultimo, ha portato a presentare questa formula, su cui siamo anche stati confortati, come ho avuto modo di dire ieri, come componenti, per il fatto che è una misura utilizzata da tante altre realtà territoriali. Sicuramente è una misura che mantiene la possibilità di percorrere il binario su cui si sono inseriti coloro che hanno presentato la domanda e su precisa istanza potranno seguire la via, che oggi noi indichiamo, del conto interessi. È quindi una scelta che potrà fare il beneficiario.
Purtroppo bisogna rendersi conto che esiste un problema, a cui va data una soluzione. Abbiamo anche chiesto se c'erano delle altre idee, nell'ambito del percorso, anche da parte dei soggetti auditi, da parte dei funzionari e da parte dei rappresentanti di Finaosta, ma purtroppo soluzioni al problema non se ne intravedevano, nell'immediato, se non andare in questa direzione. Tenuto conto che c'è un momento particolarmente favorevole, per i tassi d'interesse, che è previsto anche per i prossimi due anni, abbiamo messo in piedi questa misura, che è sostenibile e che, nel contempo, auspichiamo possa assorbire tutte quelle code che si sono verificate, per dare impulso al settore.
Non è che i Valdostani andranno in difficoltà, secondo me, perché non sono stupidi, i Valdostani sono persone intelligenti e sono capaci a valutare la loro situazione. Valuteranno quali sono i tempi di attesa sui binari che oggi sono fermi, valuteranno le possibilità che ci sono sulla proposta messa in campo, dopodiché trarranno le valutazioni conclusive. Io credo che il tempo ci dirà se la misura riscuote quel grande interesse che noi auspichiamo, ma l'auspichiamo soprattutto perché, diversamente, rimane un problema sul tavolo. Al posto di esserci 100 milioni, a fine 2020 ce ne saranno 150, se presenteranno le domande sullo stesso livello numerico rispetto all'anno scorso.
Credo che tutti dobbiamo cercare di adoperarci perché passerà in Commissione, lungo il percorso attuativo. Bisognerà verificare come viene imbastita la questione, bisogna presidiare lo schema di delibera con cui poi si va a fare una convenzione con le banche, ma se la misura l'hanno messa in piedi le altre Regioni penso che anche noi saremo in grado di farlo. Arrivando dopo, possiamo anche capitalizzare le esperienze che hanno fatto loro in questi anni.
Credo che non ci siano stati dei fraintendimenti, ciascuno ha dato il suo contributo per mettere in piedi questa cosa e c'è stato un impegno anche di tutti gli uffici e dei dirigenti coinvolti, perché è una questione che andava affrontata secondo determinati crismi. Si lasciano entrambe le possibilità e speriamo di poter rendere un buon servizio a tutta la comunità valdostana e a coloro che da due anni sono in attesa di beneficiare del sostegno rispetto alla domanda che hanno avanzato.
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Cognetta.
Cognetta (VDALIBRA) - Vorrei non sostenere quest'emendamento, vorrei però aggiungere alla discussione una buona notizia. La buona notizia è per coloro che hanno presentato il mutuo in questi ultimi tempi. Siccome la delibera si è fermata, nessun altro, a oggi, può presentare altre richieste di mutuo, quindi per fortuna non se ne aggiungono, perlomeno così ci hanno spiegato i tecnici: perché non c'è una delibera che delinei i canoni. Delibera che dovrebbe essere fatta da un governo, se avesse le sue piene funzioni, ma che, non avendole in questo momento, non può essere fatta. Qualora ci fosse un nuovo governo la farà, ma oggi non si possono presentare nuove domande e già questa è una cosa positiva, perché vuol dire che il mucchio non aumenta; io lo dico in maniera positiva per quelli che aspettano da due anni.
Un'altra cosa che invece vorrei ricordare all'aula - perché magari qualcuno non era presente in Commissione - e io leggo le parole dell'amministratore di Finaosta: "Quindi la crisi del settore edilizio non sta tanto nella prima casa o nella ristrutturazione, ma è una crisi di ordine più generale, alla quale bisognerebbe provvedere in modo diverso, che non dalla concessione del mutuo per la prima casa o la ristrutturazione. Certo è che nel territorio regionale, dove assistiamo a una micro-presenza di imprese piccole, senza dubbio la ristrutturazione in sé produce, in qualche modo, un certo livello di attività lavorativa", ma mi chiedo: coloro che non avranno capacità di credito comunque riceveranno il mutuo dalla banca? Ritengo di no. E torneranno a Finaosta.
Se poniamo il caso che questa persona, che sicuramente non è capace - altrimenti perché farebbe il presidente di Finaosta? - ci dice una cosa del genere, io dico che forse potrebbe avere ragione e, quindi, aggiungiamo tempo al tempo. Adesso non abbiamo i soldi, va bene, li spostiamo verso la banca, aspettiamo che la banca faccia tutto quel che deve fare, passano sei mesi o un anno, tra un anno forse arrivano i soldi e ti concediamo noi il mutuo che non ti ha concesso la banca.
Non mi sembra una soluzione, anzi, la soluzione presa in considerazione da noi è completamente diversa. Il fatto poi che lo facciano in altre regioni è vero, ma allora uno la può mettere in campo per i mutui che verranno presentati dal 2020 in avanti, cioè "da febbraio 2020 si riaprono i termini e ti concediamo il conto interessi". Va bene, chi dice di no? Vai in banca, chiedi, noi ti concediamo la differenza. Perfetto, è un modo di diverso di farlo. Ma per quelli che sono arrivati fino al 31dicembre e che sapevano che glieli dava Finaosta la questione è un po' diversa, perché sempre la stessa persona ci dice che, tra le altre cose, Finaosta non lavora esattamente come una banca, quando concede i mutui. Lo dice chiaramente, perché ha una funzione anche socio-territoriale, l'ha definita in questo modo. È una funzione corretta perché, se fosse stata una banca, ci saremmo rivolti direttamente alla banca. Questo è il punto.
Non vorrei neanche entrare nel merito del fatto che ci sono ancora delle norme che permettono di bloccare un'ingente quantità di soldi sui preammortamenti relativi agli alberghi. Anche questa è una questione già trattata, che però è rimasta sospesa e che blocca una grande quantità di risorse. Anche su questo è stato detto che addirittura ci sono preammortamenti che in qualche caso superano i 10 anni. Va tutto bene, però forse anche una mano qui ci andava messa. Oltre ai mutui si metteva una mano anche su questo e si sistemavano due problemi, anziché uno, perché dopo un certo numero di anni qualcuno dovrebbe decidersi se lo prende o non lo prende, e magari cominciare a restituire.
Presidente - La parola al collega Barocco.
Barocco (GM) - Non vorrei rientrare in una discussione, che poi diventa un po' fine a se stessa, sui tecnicismi, banca non banca... Io dico solo che Finaosta deve comunque rispettare delle regole bancarie, che devono essere applicate, probabilmente con una maggiore agilità, ma se poi non saranno applicate ci troveremo a dover affrontare altri problemi.
Io non voglio entrare nel gioco di chi è più amico di Finaosta, ricordo solo che, insieme alle considerazioni appena lette dal consigliere Cognetta, che ben ricordo, nei dati forniti alla Commissione, la Finaosta ci ha detto che sono stati allocati, negli anni, circa 396 milioni di mutui al sistema Valle d'Aosta. Che 396 milioni di mutui, di risorse, non abbiano generato ricchezza in Valle d'Aosta e non abbiano comunque, in qualche maniera, aiutato anche il comparto edilizio, stento a crederlo.
È vero che questa sera si parte da reaganomics e keynesiani, ma io penso che ci sia una via di mezzo, quindi probabilmente il moltiplicatore economico... poi bisognerà vedere la percentuale, io sono molto laico, in questo, quindi non penso che 396 milioni di euro non abbiano dato una mano al comparto edilizio.
Devo dire che questa norma che noi abbiamo cercato di elaborare è stata mitigata anche dal confronto: ricordo anni in cui si diceva che non c'era compromesso, che non si poteva discutere, che non si trovavano soluzioni condivise, adesso abbiamo trovato una soluzione condivisa a un problema che è sul territorio e questa soluzione condivisa, frutto di mediazione, ci ha portato a questa double filière.
Permettetemi di dire che i Valdostani non sono sprovveduti, non li definirei così. Questo processo non è finito, perché ci saranno delle delibere attuative, che qualcuno dovrà fare, ma spero che per queste delibere attuative ci sia la dovuta attenzione.
Ma tornando al provvedimento, dobbiamo collegarlo a un altro provvedimento, che deve essere ancora elaborato meglio, che prevede una certa attenzione alle ristrutturazioni e concede uno sgravio fiscale sull'IMU per incentivare le ristrutturazioni, pertanto il recupero del patrimonio edilizio esistente e quindi un consumo minore del territorio che noi abbiamo e che ci hanno lasciato i nostri vecchi.
Se posso, vorrei fare solo una chiosa su questi famosi fondi di rotazione. I fondi di rotazione sono un volano per la nostra economia, ma noi oggi con questo provvedimento, che è temporaneo, cerchiamo di dare una risposta a un problema che si è acuito nel tempo, anche perché si sono aperte certe maglie. Per il futuro però vorrei cercare di garantire le stesse opportunità ai Valdostani, perché è una questione di equità. Siamo sicuri, però, che i fondi di rotazione siano eterni, o meglio, che la loro destinazione sarà sempre quella? Perché non pensiamo alla destinazione di fondi di rotazione per l'innovazione, per il green new deal o per cose del genere?
Con la consigliera Morelli, nelle varie pause dei lavori di commissione, si discuteva se la casa fosse effettivamente ancora il bene principale o se si dovesse evolvere come in altre nazioni europee, dove essa non è più un bene così importante.
Ho dato solo queste poche indicazioni, per cercare di spiegarvi un processo. Oggi, leggendo, ho trovato questa frase: "La difficoltà non sta nelle nuove idee, ma nello sfuggire alle vecchie idee, che ramificano, per quanti di noi sono stati allevati in essi, in tutti gli angoli della mente".
Presidente - La parola all'assessore Chatrian.
Chatrian (AV) - Solo due considerazioni. Qualcuno potrebbe chiedere cosa c'entri l'Assessore all'ambiente nel discutere delle novità, ma ho partecipato agli incontri fatti con i tecnici e sono due le considerazioni che vorrei fare.
La prima è che non possiamo nasconderci che c'è una criticità, perché le famiglie valdostane avevano fatto una richiesta, ai sensi di una legge, ai sensi di una delibera, quindi abbiamo creato delle aspettative. Dall'altra parte, probabilmente, per com'è organizzata, l'amministrazione regionale non è stata in grado di evadere le richieste, non solo per una mancanza di liquidità ma per una criticità anche interna e non solo, eventualmente, scaricando la responsabilità su Finaosta. Mi hanno sempre insegnato che, prima di dare la colpa ad altri, forse è meglio fermarsi, guardarsi in casa ed eventualmente trovare non il colpevole, ma un modo per migliorare o qualche soluzione.
La seconda considerazione, di ordine invece più economico e finanziario, è legata alla liquidità, perché stiamo parlando di 700 famiglie che hanno fatto richiesta al pubblico. Prima parlavamo del piccolo commercio, della burocrazia, del pubblico, e qui siamo nelle stesse condizioni, quindi va trovata quantomeno una via di uscita, se sia giusta o sbagliata ne parleremo più tardi o domani quando discuteremo il relativo emendamento.
Vorrei però solo soffermarmi su un concetto legato alla fragilità, o alle famiglie più fragili, che hanno minori garanzie, e sul concetto della prima casa, perché la proposta - di cui discuteremo domani, non ora sul DEFR - dà comunque una possibilità di scegliere; io non so se questo binario sia la soluzione - non lo so, è una prova di soluzione - ma prima di dare la colpa a Finaosta, alle liquidità, alle disponibilità, proviamo a modificare le regole del gioco all'interno della nostra amministrazione, a essere un po' più rapidi, un po' più efficaci, un po' più efficienti, e poi - lo vedrà il prossimo governo, la prossima maggioranza, la prossima legislatura - il gruzzolo a giugno e a luglio sarà cospicuo e questo vuol dire che forse abbiamo "x" risorse e non siamo capaci ad utilizzarle tutte. Chi di più, chi di meno, per l'alternanza politica, per il fatto che non c'è stabilità, ma vuol dire che, preso 100, non siamo grado di utilizzare 100, al di là di come l'utilizziamo.
Guardiamoci in casa, guardiamo le criticità, troviamo però delle soluzioni. Io credo che l'emendamento messo in campo da una parte garantisca le fragilità di cui diceva prima anche il collega Gerandin, che fanno parte della nostra storia, ma che comunque con quest'emendamento non vanno perse e sia chiaro a chi ci ascolta, pochi perché forse siamo noiosi: da una parte "no paura", ma dall'altra parte c'è una proposta.
Non so se sia la soluzione, ma è una proposta che cerca di dare una risposta abbastanza rapida e veloce, non obbligando nessuno a scegliere un'alternativa. Questo è importante. Al di là di quello, però, fermiamoci, o si fermeranno i futuri legislatori, andando a vedere le carte, del perché ci mettiamo così tanto tempo, all'interno dell'amministrazione, prima di istruire le pratiche. Questo è il mio piccolo contributo, ma ho partecipato attivamente nel costruire l'emendamento, le modifiche e, soprattutto, la possibilità di scelta, affinché le 700 famiglie che hanno già fatto la richiesta non siano obbligate ad andare nella soluzione A o B, ma possano scegliere. Credo che questo sia comunque molto importante.
Oggi i tassi sono bassi, l'Euribor è negativo, la facilità di poter calmierare all'1%, allo 0,8 o all'1,2 è semplice; tra due anni magari cambierà tutto, non lo sappiamo, non siamo dei veggenti, ma oggi questo è lo stato dell'arte.
La questione dunque non è di liquidità, ma di velocità, di rapidità e anche di efficienza della nostra macchina amministrativa. Questo è lo spirito con cui noi votiamo quest'emendamento, ma io spero che domani ci sarà un confronto fattivo. Non è questione di chi è liberista o legato al pubblico, o "na l'è miù la Finaosta respé a una banca" (no, è meglio la Finaosta rispetto a una banca) ma su questo dobbiamo essere un po' laici e affrontare in maniera tranquilla e serena la criticità.
Dobbiamo però ammettere che una criticità c'è e delle soluzioni dobbiamo trovarle, in modo però che siano percorribili e solide.
Presidente - La parola al collega Restano.
Restano (GM) - Permetta una battuta, collega Chatrian: sa che noi apprezziamo la multidisciplinarietà, a livello formativo ma anche negli atleti evoluti. È per questo che mi cimento su un argomento che non è proprio il mio, ma perché vorrei lanciare una suggestione, perché dalle retrovie qualcuno ha detto che questi soldi, parte del gruzzoletto, potrebbero anche essere investiti in futuro nei fondi di rotazione e, in secondo luogo perché, leggendo quanto scritto, voi affermate che in molti casi, come ad esempio per il fondo destinato allo sviluppo delle strutture alberghiere, il relativo fabbisogno ha raggiunto livelli molto considerevoli. Forse questo spunto andava espresso nel capitolo del turismo, ma siccome qui il titolo è "Sistema regionale dei fondi di rotazione", ritengo opportuno farlo adesso.
Effettivamente mancano i soldi da dare a chi richiede i mutui sulla legge n. 19, per le strutture alberghiere, questo è noto. Da un lato mancano soldi, dall'altro mi permetto di dire - ripeto parole del Presidente dell'ADAVA - che in certi periodi, laddove c'è una gru, c'è un albergo. Lì si dà veramente un contributo all'edilizia, a quelle piccole attività nei paesi, di cui abbiamo parlato prima.
Queste persone, però, parlando di fondi di rotazione e di mutui, vivono una situazione particolare: quando presentano la domanda, viene fatta l'istruttoria da parte dell'assessorato al turismo, viene dato il nulla osta, poi si va da Finaosta a fare un'altra istruttoria e il tempo passa. Il tempo passa e, prima di ricevere i soldi, passano gli anni, oltre due anni in alcuni casi! Queste persone non possono aspettare, nel frattempo hanno fatto dei mutui bancari e devono rientrare di questi mutui. Rischiano, mi sembra lo scorso anno di aver contato almeno cinque o sei casi, di non riuscire a rientrare.
La suggestione è questa: ragionando sui fondi di rotazione, forse vale la pena di cercare di ridurre questi tempi. Può essere che con una singola istruttoria si riesca a dimezzare i tempi e a dare le risposte dovute agli albergatori? Questo è semplicemente uno spunto di riflessione, però chi ci sarà dopo di noi magari potrà ragionarci sopra.
Presidente - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Vede, collega Chatrian, su una cosa sono d'accordo con lei, cioè non è una questione d'ideologie, non è una questione di keynesiani, reaganomics o altro, se i soldi non ci sono e se le regole sono messe in certe maniere, non è una questione d'ideologia, è questione di risolvere un problema, perché oggi ci troviamo una "montagnetta" che va risolta. Il vero problema non è tanto neanche il domani, ma risolvere questa montagna di richieste, e su questo siamo tutti d'accordo.
Su una cosa, però, non sono d'accordo con lei, collega Chatrian. Lei diceva che forse non siamo stati capaci di usarli, ma la preoccupazione è che i fondi che dovrebbero arrivare, o che sono stati generati dalle partecipate, spesso e volentieri più amministrazioni li sanno usare, li sanno spendere benissimo! È per questo che in parte siamo preoccupati, perché nel fondo di rotazione non c'è una spesa: il fondo di rotazione è un fondo che si autoalimenta e che sostanzialmente genera delle quote capitali e anche delle quote interessi. Sul discorso dell'Euribor tengo comunque a fare una riflessione di base: è vero, oggi l'Euribor è negativo, i tassi sono bassi, è il "momento Marquis" - lo vorrei chiamare così in onore del Presidente della Seconda Commissione che ci ha più volte dilettato, giustamente, sul fatto che bisogna cogliere l'occasione del tasso basso - però nello stesso momento io direi che dobbiamo stare attenti a farci troppe aspettative su questo momento. Per il semplice motivo che oggi, a livello di rischio, i mutui sulla casa, o comunque su tutto ciò che è un edificio, sono considerati rischiosi, per le regole bancarie.
I mutui, o qualsiasi tipo di facilitazione creditizia, vengono dati dalle banche in base a un rating e il tasso applicato, ancorché basso, viene dato in base a un rating. In realtà Finaosta non applica un tasso sulla base di un rating, quindi l'eventuale convenzione, che s'ipotizza avere un tasso fisso, dovrà avere questo tipo di valutazione. Io non so se ci rendiamo conto di cosa voglia dire trattare con una controparte che sino a oggi si è trovata un pezzo grosso di mercato, quello dei mutui prima casa, totalmente o quasi appannaggio della Regione e si è trovata comunque a trattare oggi su questo aspetto; comunque sia, farà le sue valutazioni, soprattutto se queste risorse sono "bloccate", permettetemi la semplificazione, per venti o trent'anni, e quindi hanno un costo patrimoniale, per le banche, molto alto. Per loro sono sicuramente meno redditizie di altri prodotti.
Noi dunque non critichiamo la ricerca di una soluzione, l'abbiamo detto più volte. Abbiamo chiesto e preteso di audire tecnici, perché giustamente tutti noi dovevamo farci un'idea e approfondire, perché i tredici mesi medi dell'istruttoria della struttura regionale - giustamente il collega Chatrian ha detto "non diamo colpe a qualcuno, guardiamoci in casa nostra", sono il primo a dirlo - ci devono fare pensare, perché magari noi identifichiamo una soluzione che può essere anche valida, ma mancano i punti di controllo, manca tutta una serie di aspetti che comunque vanno valutati. Non dobbiamo dare la colpa a qualcuno e non dobbiamo neanche spaventare qualcuno che comunque fa il suo lavoro. Approfondiremo la tematica, ma un ulteriore aspetto lo voglio dire, sulle altre esperienze. Sicuramente noi dobbiamo analizzare le altre esperienze, ci sono innumerevoli esperienze di altre regioni, a livello di facilitazione bancaria, e dobbiamo anche rifuggire, come diceva il collega Barocco, dalle vecchie idee. Un esperimento di contributo in conto interessi sull'ambito comunque fu fatto: non diede questo slancio che oggi ci aspettiamo e forse non fu neanche una soluzione di quel periodo, perché fu abbandonato, forse perché c'erano più risorse o c'era un altro tipo di contesto, ma fu abbandonato, e il contributo in conto interessi anche per le aziende, quello dato tramite i confidi, sappiamo aver perso moltissimo il suo appeal. È vero, perché i tassi sono bassi, però stiamo attenti a pensare di risolvere un problema in tre anni, quando andrebbe visto su un periodo più lungo. Soprattutto, facciamoci bene delle valutazioni, perché se i fondi che verranno generati dalle società partecipate potranno, nel frattempo, rimpinguare un fondo di rotazione che comunque è vivo e ha dei ritorni, posto il fatto che tredici mesi per un'istruttoria ci devono far pensare e ci devono far pensare anche i tempi di contrattazione con le banche.
Per questo motivo, su questo emendamento ci asterremo e poi approfondiremo ulteriormente la tematica.
Presidente - La parola al vicepresidente Distort.
Distort (LEGA VDA) - Non vorrei allungare troppo la discussione su questo tema, anche perché, in maniera trasversale, verrà poi ripreso più avanti. Vorrei semplicemente aggiungere alcune precisazioni, che provengono da una mia citazione storica. Fatevene una ragione, ci sono dei pilastri nella mia vita, nella mia formazione intellettuale, che determinano il mio agire e il mio pensare. È il mio caro padre spirituale, Tommaso d'Aquino, nella celebre frase: "Bonum ex integra causa". Vale a dire: "Si può dire che una cosa è buona quando tutte le parti che la compongono la rendono buona", cioè quando è buona nel suo complesso, quando funziona nel suo complesso. Colleghi Marquis, Barocco e Daudry, che avete redatto quest'emendamento, non vogliatemene, non vogliatecene, ma, sinceramente, posso dire, non per captatio benevolentiae, che apprezziamo lo sforzo, e non voglio essere irrispettoso della vostra dignità, la voglio riconoscere: apprezziamo lo sforzo. Il problema è che è un settore talmente ampio, talmente delicato e talmente in crisi e talmente legato alla dinamica del tessuto sociale della nostra realtà, per cui non è possibile presentare delle soluzioni che non siano complete. È per questo che noi abbiamo portato avanti una nostra linea, che, state attenti, non va a negare la vostra, va a creare un campo successivo, va a sdoppiare gli ambiti e le misure. Questo è estremamente importante, perché, se noi vogliamo arrivare a un risultato, dobbiamo lavorare in questo modo.
Il campo dell'edilizia, lo sappiamo benissimo, soprattutto chi tra noi è tecnico del settore, ha una componente di politica abitativa, che fondamentalmente è di matrice sociale. C'è l'altra parte, poi, che invece è mondo imprenditoriale, imprenditoria.
Di fatto, lo dico per tranquillizzare la collega Pulz, c'è una dimensione sociale anche nella dimensione imprenditoriale, perché, attraverso il movimento dell'attività economica della società, in un momento di secondo ordine arriviamo al benessere generale, soprattutto di quella classe che è molto legata a quella collocazione di classe sociale, di operai, il mondo dell'edilizia. Il mondo dell'edilizia sopravvive se sopravvive il mondo dell'imprenditorialità.
Sono due settori diversi e questi fanno capire che è assolutamente importante che ci sia un canale sociale in cui la società, l'amministrazione, costruisca tutti quegli argini che servono a garantire il risultato, quindi continuare nella linea di Finaosta per le politiche abitative, per la prima casa, garantire quelle condizioni di soddisfacimento, quelle condizioni economiche, soprattutto la possibilità di riconoscere le garanzie da parte del beneficiario; perché c'è un altro elemento estremamente importante da risolvere: il concetto di garanzia. È lavoro delle banche dare i soldi, lo sappiamo benissimo, ma se ci non ci sono le garanzie diventa estremamente difficile. È vero, questo sarà il lavoro della convenzione, benissimo, però è importante snocciolarlo esattamente in questi termini. Nell'ambito imprenditoriale possiamo pensare a un discorso di ricorso al credito bancario, ma nell'ambito della politica abitativa di tipo sociale assolutamente no. È questa la nostra linea ed è per questo che noi spingiamo su questa linea ed è per questo che noi non riusciamo a riconoscerci nella validità di quest'emendamento: perché non è completo. È solo per questo motivo.
Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il presidente Testolin.
Testolin (UV) - Vorrei solo dare due risposte a due domande che mi sono state rivolte, anche se non proprio direttamente, ma la visione è questa: per quanto mi concerne, Finaosta non si tocca, il suo ruolo sociale è assolutamente condiviso. La sicurezza che i fondi di rotazione possono e devono garantire, allora come domani, è assolutamente irrinunciabile. C'è tutta una serie di situazioni che impongono questo tipo di percorso, perché è un percorso che, anche in situazioni di mercato finanziario e di dinamiche di tassi diversi, garantirà comunque la possibilità di accesso al credito a tutta una serie di soggetti che meno potranno avvicinarsi al credito bancario. Ma il percorso che ci ha visti lavorare su un'opportunità, a mio avviso, ha portato a creare dei presupposti positivi, in una fase particolare di mercato dove i tassi, che oggi sono di un certo tipo, possono permetterci di alleggerire delle criticità che si sono verificate, soprattutto nell'ultimo periodo, con un incremento delle richieste avanzate a Finaosta, perché c'era il fine corsa di una delibera che, come avete detto voi, è scaduta il 31 dicembre, senza poter essere rinnovata.
A mio avviso, questo percorso deve essere letto come una sintesi positiva, l'ha detto il collega Chatrian, perché rispetto a punti di partenza leggermente diversi abbiamo lavorato per trovare una sintesi che possa essere qualcosa di positivo, un'opportunità da cogliere anche da parte di chi ha bisogno. Ci sono sicuramente, nell'ambito delle domande presentate in Finaosta, dei soggetti con rating che probabilmente, anche presso una banca, in questo particolare momento di mercato, possono essere finanziati e il vantaggio, se vogliamo, può essere avere dei finanziamenti in tempi molto più rapidi rispetto a quelli previsti, che però non sono di due anni, perché con i 20 milioni, più i 13 milioni, con i 35 milioni che adesso sono a disposizione, nell'ottica di quello che era stato chiesto e discusso anche in quest'aula, in più di un'occasione... perché la ricerca da parte dell'amministrazione e del governo c'è stata, per trovare fin da subito - ho cercato di spiegarlo ieri o l'altro ieri - delle risorse che andassero a rimpinguare i fondi di rotazione, che peraltro, da quando sono stati presi i 20 milioni, sono già stati alimentati di circa 35-40 milioni di nuove risorse, quindi abbiamo restituito tutto quello che, in una fase di criticità del bilancio, era stato assorbito dal bilancio stesso, perché c'era un momento di difficoltà e una situazione finanziaria che non permetteva di chiudere il cerchio, mentre in quel momento i fondi di rotazione erano più che capienti... Questa opportunità è qualcosa che va a dare una possibilità di scelta. Se questo tipo di opportunità si protrarrà per tre, sei mesi, un anno o due anni, è da verificare, perché i tassi sono bassi adesso, perché probabilmente le banche hanno la necessità di collocare sul mercato dei prestiti a tassi anche bassi, perché hanno tanta liquidità, tanto è vero che poi le richieste di BTP trentennali sono forse le più alte degli ultimi vent'anni, perché la sicurezza che s'intravede in quel tipo di investimento è una sicurezza che, anche a tassi bassissimi, attrae moltissimo, perché a due, tre o cinque anni i tassi sono meno di zero, c'è dunque una situazione che può essere favorevole.
Io dico che chi si avvicina, anche marginalmente, e va ad alleggerire quella massa di persone che incidono in questo momento su Finaosta, per scelta propria e previa verifica - perché nessuno è così sprovveduto da spostarsi da una parte a un'altra senza sapere a che cosa vada incontro - e magari è disposto a spendere un pochino di più in spese di istruttoria - ma in tre-quattro mesi, invece di un anno e mezzo, ha questa risposta - compie una scelta che, se fatta in autonomia, io penso sia qualcosa di positivo per la nostra popolazione. In quest'ottica è stato il lavoro che è stato fatto, per dare una doppia filiera, così come la si è voluta chiamare.
Presidente - Possiamo mettere in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 19
Favorevoli: 19
Astenuti: 16 (Aggravi, Cognetta, Distort, Ferrero, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Mossa, Nasso, Pulz, Restano, Russo, Sammaritani, Spelgatti e Vesan).
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento n. 14, chi intende illustrarlo? La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Come avevo già avuto modo di dire poc'anzi, noi crediamo che ci sia la necessità di riformare il sistema dei fondi di rotazione. Lo dicevamo già nel vecchio DEFR della Giunta Spelgatti. Al di là delle problematiche che ci sono su alcuni fondi di rotazione - è stato citato il fondo sui mutui casa e il collega Restano giustamente ha citato un fondo che ha avuto delle sofferenze, dal punto di vista delle disponibilità nel tempo, sul settore alberghiero, che ha anche causato, in alcuni casi, delle vere e proprie emergenze su imprenditori che stavano per fare o hanno fatto degli investimenti funzionali ad aumentare la possibilità della capacità di letti, quindi, a dare un contributo ulteriore allo sviluppo della filiera turistica della nostra Regione - noi crediamo che ci sia la necessità di riallineare sul futuro le potenziali disponibilità di questi fondi e, soprattutto, le regole di funzionamento degli stessi; quelli casa o comunque quelli dell'edilizia, come veniva ricordato da qualche collega, nascevano nell'84: ci sono state molte modifiche, chi legge le norme vede appunto un continuo movimento normativo, che forse va rivisto nel suo complesso. Noi crediamo che questa riforma debba riallinearsi, in particolare, verso dei settori che riteniamo strategici, sia dal punto di vista sociale - parliamo di prima casa e di rifacimento dei centri storici - ed è comunque necessario rafforzare gli interventi che possono essere utili per il rilancio dell'economia, che sono: la ristrutturazione, gli efficientamenti energetici e la riqualificazione di aree disagiate. Volevo dirlo prima, ma mi sono dimenticato: spesso l'acquisto ha una funzione totalmente finanziaria, perché non si muove edilizia ma si muove soltanto finanza. Contraggo il mutuo presso la banca, contraggo il mutuo presso Finaosta e la differenza di tasso mi permette di abbattere l'uno e comunque beneficiare dello sconto di tasso. Lì muovo soltanto finanza. Ormai di banche solo valdostane non ce ne sono più, almeno dal punto di vista della sede territoriale.
Sulle misure di credito e di accesso al credito, qui citiamo anche la forma delle garanzie, perché crediamo sia necessario mettere in sinergia le due misure, soprattutto per quel che riguarda l'ambito delle industrie, e crediamo che si debba, per l'appunto, valutare, qui sì, delle forme alternative per l'accesso al credito di settori - noi citiamo l'innovazione tecnologica e anche altri interventi sull'edilizia - anche con credito innovativo, perché, comunque sia, dobbiamo cercare di svecchiare un sistema. Giustamente qualcuno diceva che forse la casa non è neanche più la prima vera necessità o il futuro, se vogliamo; negli anni del boom, del post-boom e della stagnazione attuale intendevamo la casa come la misura più a beneficio dell'economia e ora rischiamo d'incentivare degli ambiti che in realtà non danno un vero effetto sull'intero sistema economico.
Sicuramente lo sviluppo di una filiera green, non soltanto in ambito economico, rappresenta il futuro, anche se in parte è una bolla, ma qualche volta correre dietro alle bolle aiuta a sviluppare il sistema economico; a volte se ne pagano anche le conseguenze, ma nel breve periodo, visto che stiamo parlando solo di soluzioni a breve periodo, qualcosa muovono e quindi potremo dire "eppur si muove".
Presidente - Ci sono altri interventi su questo emendamento? Ha chiesto la parola il collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Noi abbiamo sempre pensato che il problema della capienza dei fondi di rotazione fosse reale, per cui su questo penso che siamo d'accordo con le preoccupazioni di chi ha una visione diversa e che in questo momento ha presentato percorsi alternativi da parte della maggioranza.
Però noi pensiamo a un approccio totalmente diverso. Se il problema esiste, quali possono essere le strade? O, tra le pieghe di bilancio, si cerca di trovare delle risorse, e noi abbiamo proposto e proporremo, nell'emendamento, l'utilizzo di una parte degli utili delle partecipate; un'altra modifica è quella di destinare una parte del cospicuo avanzo di amministrazione di cui parlava l'assessore Chatrian; un'altra alternativa, se non è quella di dire "immetto risorse aggiuntive rispetto a quelle già previste in bilancio", che citava prima il presidente Testolin, è quella di provare a cambiare le regole del gioco. È un po' quello che si è cercato di fare in questo momento. Prendo una frase cara all'assessore Chatrian: "Des deux, l'une", vale a dire che, se metto in campo regole diverse, significa che quelle regole dovrebbero essere di aiuto per risolvere il problema, perché se io metto in campo regole diverse, che poi alla fine, con il doppio canale, facendosi quattro conti, mi risolvono poco o niente, ho creato false aspettative e non ho risolto il problema. È questo che dico.
Da quello che si è detto, la preoccupazione, legittima, di questa maggioranza è dire: "Io non voglio togliere a nessuno di quelli che hanno fatto domanda fino a oggi la possibilità di accedere al mutuo con Finaosta", ma se metto in campo questo tipo di possibilità; se, fatti quattro conti, perlomeno per quanto riguarda le spese d'istruttoria, gli stati di avanzamento, liquidazioni e sopralluoghi, mi costa di più, probabilmente chi si fa quattro conti in tasca dirà "dovrò aspettare sei mesi o un anno in più, ma aspetto. E non risolvo il problema". Questa era la visione diversa.
Noi eravamo per cercare di avere risorse aggiuntive: attingendo da eventuali utili di partecipate, una parte di avanzo di amministrazione, accorciamo i tempi. In prospettiva, se si vogliono cambiare le regole del gioco le si cambiano per coloro che dovranno presentare le nuove domande, ma non vado a creare una falsa aspettativa perché se, come dite voi, c'è la possibilità della doppia filiera, chi si fa quattro conti... magari sarò smentito dai fatti, perché sicuramente ci sarà anche un numero risicato di persone che, pur di fare in fretta, attingerà eventualmente a questo tipo di misura, però, prima che sia stata messo in campo e fatto il bando, l'accordo con le banche, eccetera, rischiamo di arrivare abbondantemente oltre l'autunno, per cui non è una misura immediata!
Le nostre proposte sono diverse, è un approccio diverso. Le regole del gioco non si cambiano con coloro che hanno effettuato la richiesta fino a oggi, da adesso in avanti si possono anche cambiare.
È un approccio totalmente diverso, su un problema reale che condividiamo.
Presidente - Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. 15, Lega, Mouv', Misto e Vdalibra. La parola al collega Luboz.
Luboz (LEGA VDA) - Parliamo di agricoltura di montagna, l'agricoltura per eccellenza in Val d'Aosta. Un territorio di 3.261 km² posti a una quota di 2.100 metri sul livello del mare: a chiunque possiamo parlare, sicuramente ci dirà che la nostra agricoltura non può competere con nessun'altra agricoltura a livello intensivo.
È forse lì il nostro sbaglio: quello di aver voluto, nel tempo, sovvenzionare oltremodo le nostre aziende agricole, e oggi sono un po' in difficoltà perché, come per altri settori produttivi, il settore pubblico che le sosteneva è un po' venuto a mancare. Aziende che già non avevano un'alta specializzazione, dal punto di vista aziendale, che non avevano un supporto tecnico che potesse sostenerle, sono entrate comprensibilmente in crisi.
Nel nostro DEFR noi abbiamo immaginato di puntare su una differenziazione agricola, andando a riqualificare i terreni più agevolmente lavorabili, anche dal punto di vista della zootecnia; e perché allora non puntare su una riconversione, sfruttando magari maggiormente i piccoli frutti o la frutticoltura?
L'Assessore Chatrian ieri ci ha parlato dei consorzi di miglioramento fondiario. Conosco bene la realtà dei consorzi di miglioramento fondiario e faccio presente che esiste anche un emendamento al DEFR del collega Gerandin, che va a reperire fondi per l'aiuto ai consorzi di miglioramento fondiario.
Quello su cui in qualche modo, già in passato, io ho sempre avuto un po' di rammarico, è che l'amministrazione regionale non abbia potuto, o voluto, sostenere e rendere edotti i presidenti dei consorzi di miglioramento fondiario sulla possibilità che avrebbero potuto cogliere. Vedo che il collega scuote la testa, ma io ritengo che avrebbero potuto avere grandi possibilità anche sul mini-idroelettrico, perché spesso invece sono state date alle aziende opzioni e favori di sfruttare le concessioni irrigue per produrre energia idroelettrica. Noi invece andiamo a proporre, ovviamente laddove possibile, secondo la norma, di sfruttare i piccoli salti che possono avere i consorzi di miglioramento fondiario, per poter sfruttare a proprio vantaggio le concessioni idroelettriche.
Un altro punto che abbiamo sviluppato è riferito al benessere animale, perché sicuramente è un argomento molto importante e può essere sfruttato anche a livello di fondi europei, perché nel suo ambito di azione l'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza ambientale, dà particolari garanzie per la sicurezza della catena alimentare e dice che è indirettamente influenzata dal benessere degli animali, in particolare di quelli allevati per la produzione di alimenti, a causa dello stretto legame che intercorre tra il benessere degli animali, la loro salute e le tossinfezioni alimentari: fattori di stress e condizioni di scarso benessere possono avere, come conseguenza, per gli animali, una maggiore predisposizione alle malattie.
Un altro suggerimento che ci è stato avanzato è quello di prendere come esempio il servizio del Trentino, dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige, che si occupa di sostegno alle piccole aziende agricole.
Noi riteniamo che il mondo agricolo debba avere il sostegno massimo dell'amministrazione pubblica, senza, però, commettere gli errori del passato, perché in passato probabilmente sono stati oltremodo foraggiati e questo ha creato anche il loro senso di sfiducia verso l'attuale sistema che non rende più quel sostegno che invece meritano.
Presidente ? Ci sono richieste d'intervento? Invito i colleghi, se vogliono intervenire, a prenotarsi. La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') ? Penso di condividere un pensiero con l'intera aula, anche perché abbiamo davvero parlato in tante occasioni delle difficoltà del settore agricolo, ne abbiamo parlato in tante occasioni anche nella passata legislatura e addirittura c'era una risoluzione o una mozione con l'impegno di discutere come intervenire eventualmente per valorizzare il valore del latte prodotto in Valle. Sarebbe bello che quanto avete scritto nel vostro DEFR possa essere integrato con le riflessioni e i contenuti che molto bene il collega Luboz ha evidenziato prima. Sarebbe bello perché sono convinto che non possano essere divisive, tenuto conto delle preoccupazioni che vengono condivise in quest'aula legate al futuro dell'agricoltura valdostana.
Vi leggo molto brevemente alcuni passaggi, alcune esternazioni del mondo agricolo che dicono: "Di fronte all'attuale assenza di fondi per le rassegne bovine e il sostegno alla monticazione, bisogna sostituire le promesse fatte per tenere calme le acque, con il coraggio di dire che nel bilancio di previsione ci sono priorità che superano l'allevamento valdostano. Raccontare il dramma delle famiglie di allevatori sull'orlo di un baratro pare quasi egoistico di fronte alla vastità dei settori in crisi. Il tempo in cui gli allevatori chiedevano contributi alla Regione è finito; non serve piangere, ma occorre studiare un percorso congiunto tra politica e lavoratori. I proclami roboanti nell'assemblea degli allevatori non servono a nulla, se non a seminare dubbi e rancore. Abbiamo un piano di sviluppo rurale da scrivere nell'attuale incertezza legata alla copertura dei trascinamenti dell'ultima programmazione; abbiamo una legge sulla montagna già annunciata e mai scritta; su tutto, abbiamo prodotti animali e territori unici al mondo che meritano di essere tutelati e protetti all'interno di un mercato che ne è assetato e chiede solo di essere adeguatamente informato".
Sono alcune riflessioni che vengono comunemente mandate a me, ma anche ad altri consiglieri regionali, per cui non è una novità quello che sto leggendo. Io dico che, oltre a queste esternazioni che magari a volte sfuggono, vi sono alcuni dati molto precisi. Il collega Luboz rammentava che il costo di produzione è superiore rispetto al valore, al guadagno, alla vendita del prodotto finito. Cito dati ufficiali, pubblicati in maniera informale dall'Institut Agricole a dicembre, dove si dice che: "Il costo medio di produzione della fontina DOP, senza aiuti, alle condizioni ipotizzate, risulta pari a un costo medio unitario di circa 11,43 euro al chilogrammo. Qualora l'imprenditore beneficiasse di finanziamenti pubblici, il costo medio unitario scenderebbe a 10,72 euro al chilogrammo con gli aiuti diretti; con gli aiuti indiretti scenderebbe a 9,79 euro al chilo". Sempre da quello studio ci dicono che: "Il costo medio annuo di produzione del latte crudo in Valle, senza aiuti pubblici è pari a 0,87 euro a chilogrammo, qualora l'imprenditore beneficiasse di finanziamenti pubblici il costo medio annuo scenderebbe a 0,80 euro al chilogrammo con gli aiuti diretti e a 0,70 con aiuti diretti e indiretti". Sappiamo che i caseifici per i conferimenti, quando va bene, pagano 0,60.
Solamente considerando gli aiuti pubblici che intervengono sulla voce entrate e quelli che intervengono a sgravio degli investimenti/aiuti indiretti, questi dati ci dicono che il reddito assume un valore positivo e la conseguente remunerazione oraria riferibile alla famiglia coltivatrice è pari a 3,10 euro all'ora, con gli aiuti.
Allora io dico: probabilmente varrebbe davvero la pena, senza primogeniture, di provare a fare un ragionamento condiviso e di provare a lanciare un grido e soprattutto un segnale vero e forte a quel mondo agricolo che, torno a dire, e non ho dubbi, in quest'aula mi auguro sia sempre stato davvero una delle preoccupazioni.
Presidente ? Altri? Se non ci sono richieste, possiamo mettere in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 16. Chi intende illustrarlo? La parola al collega Restano.
Restano (GM) ? Parliamo di sanità, della sanità valdostana. È doveroso forse fare una premessa: così come è concepito, il Documento economico finanziario può quasi apparire come un libro dei sogni, perché tra l'approvazione del documento e il corrispondente atto di bilancio non intercorre alcun periodo di tempo, quindi ogni azione non può corrispondere alla conseguente variazione o indicazione sul bilancio finanziario. Questi sogni derivano anche dai precedenti Documenti economici finanziari e tante idee le abbiamo in comune.
Che cosa abbiamo cercato di fare, allora, parlando della sanità? Dare un ordine alle nostre iniziative, alle nostre idee, in base alle priorità, alle nostre professionalità, alle nostre sensibilità, ma soprattutto in base ai confronti con i professionisti della sanità e anche creando due capitoli: il primo riguarda gli obiettivi programmatori prioritari e l'altro gli obiettivi di medio periodo.
La prima parte è introduttiva, in questo caso andiamo a dire che bisogna rivedere la legge regionale 5/2000: è un nostro "martello" puntare su questo atto, perché lo riteniamo fondamentale; è importantissimo, di conseguenza, redigere il Piano regionale per la salute e il benessere sociale, l'atto aziendale, il piano attuativo locale, ma soprattutto prendiamo in considerazione il depauperamento dei medici specialisti e l'incremento delle liste d'attesa. Decine e decine di medici nei prossimi anni ci lasceranno e dobbiamo prevedere come sostituirli, in questo poniamo l'attenzione sulle RAR, sull'aumento delle risorse aggiuntive. So che ci sono emendamenti che ne prevedono il taglio, noi pensiamo ad azioni diverse. Prevediamo però anche d'individuare i costi standard e di definire una politica strategica efficiente per la sanità e di prevedere il controllo strategico ospedaliero e anche a livello regionale.
Così come voi, abbiamo pensato di portare particolare attenzione a determinate malattie, l'autismo, l'Alzheimer, i disturbi cognitivi, le demenze - noi abbiamo inserito anche il diabete - ma soprattutto un capitolo particolare vogliamo riservarlo agli anziani per accompagnarli verso il cosiddetto "invecchiamento attivo", attraverso la predisposizione di una normativa specifica.
Perché abbiamo fatto quest'affermazione? Perché abbiamo ascoltato le persone venute in audizione; sono i sindacati che ce l'hanno proposto e, rispetto ad altre regioni, siamo indietro da questo punto di vista. Invitiamo quindi a porre particolare attenzione a quest'aspetto.
Ci rendiamo conto che la sanità è cambiata profondamente, c'è una sempre maggiore richiesta di risorse economiche e le risorse umane diminuiscono. Da questo corrisponde una perdita di attrattività, forse non è sufficiente una legge specifica per incentivare, per essere più attrattivi verso le nuove assunzioni, forse dobbiamo cercare di mantenere sul posto i medici che già abbiamo, che si sono specializzati, e sui quali abbiamo già investito, le professionalità di spicco della nostra regione. Varrebbe forse la pena ragionare su questo.
Quali sono, allora, gli obiettivi prioritari? Qui abbiamo fatto un errore, il primo è la nomina del direttore generale. Sono anni che non ce l'abbiamo e, ahimè, è passato un anno da quando si è insediato questo Governo e nulla si è mosso, sappiamo che c'è anche un contenzioso e non vorremmo che si cerchi di aspettare la sentenza. Forse bisognava concordare un percorso ancora prima, ma, non essendo al Governo, queste cose non possiamo affermarle con certezza. Urgente è anche il Piano regionale per la salute e il benessere sociale, l'abbiamo detto, la legge n. 5, e soprattutto, nel redigere tutti questi piani, chiedere la collaborazione dell'Università. Noi ci rivolgeremo all'Università della Valle d'Aosta, alla Facoltà di economia della Valle d'Aosta, senza cercare altre università altrove, proprio nell'ottica di valorizzare le nostre risorse, le nostre potenzialità.
Mi fermo perché è scaduto il tempo, magari proseguirò dopo.
Presidente ? Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il collega Sammaritani.
Sammaritani (LEGA VDA) ? Il tema della sanità ci ha occupati più volte in quest'aula. Abbiamo segnalato in numerose occasioni le criticità a cui ha fatto già sommariamente cenno il collega Restano, abbiamo visto alcune azioni molto frammentarie, piuttosto deboli da parte di questo Governo in ormai oltre un anno di reggenza di questo Assessorato, abbiamo visto che non ci sono state grosse prese di posizione. Insomma, non ci sono state delle svolte vere e proprie. Una di quelle principali è sicuramente quella a cui ha fatto cenno il collega che mi ha preceduto, cioè la nomina di un direttore generale di cui siamo tuttora sprovvisti. Quindi è chiaro che, se già alla guida di un'azienda così importante come L'USL, probabilmente la più importante sotto certi aspetti di tutto il sistema Valle d'Aosta, visto che si occupa di sanità, ed è il tema che forse più ci interessa direttamente o indirettamente, ma comunque tutti quanti abbiamo purtroppo questa necessità, è evidente che non avere una guida forte, una guida decisa al comando di quest'azienda, non ci favorisce nella possibilità di programmare, di andare avanti e di dare veramente quella svolta di cui avremmo sicuramente necessità.
Abbiamo un commissario straordinario e da questo deriva quell'incapacità di programmazione e di prevenzione delle criticità che purtroppo si sono verificate in molti settori dell'azienda sanitaria. Queste criticità qualche volta sono state rappresentate come ineluttabili, come quasi improvvise; in realtà non è mai quasi così, quantomeno salvo casi eccezionali, perché si tratta di fenomeni che, per ammissione dello stesso assessore, sono diffusi a livello nazionale, quindi sicuramente prevedibili. Ad esempio, la gobba anagrafica dei medici e il fatto che molti di essi, com'è già stato accennato, andranno in pensione in un arco di tempo che possiamo tranquillamente ormai programmare e comprendere, quindi prevedere, devono essere presi in considerazione. Questi fenomeni sono decisamente importanti, così come quello, per esempio, dei progetti relativi alla raccolta di dati sul territorio, che - insieme alla riapertura dell'Osservatorio epidemiologico, che già abbiamo auspicato più volte - sono contenuti in questo nostro documento e in questo nostro emendamento che oggi proponiamo; sono sicuramente fattori fondamentali al fine di consentire all'azienda USL di uscire o quantomeno tentare di uscire da quelle criticità ormai conclamate da anni. Altro tema importante, per esempio, è quello dell'implementazione dei servizi e delle prestazioni di specialistica ambulatoriale disponibili verso i poliambulatori, e questo tema è anche molto connesso al rinnovo del parco tecnologico di apparecchiature diagnostiche e di cura, altro tema molto importante. Abbiamo avuto segnalazioni, anche di recente, su macchinari che vengono acquistati, e magari non sarebbe neanche così indispensabile acquistarli, e su altri macchinari che non vengono acquistati quando invece ce ne sarebbe necessità e probabilmente potrebbero portare delle risorse all'interno della USL perché potrebbero portare un ritorno economico.
Sono tanti temi, non si possono trattare tutti, l'emendamento è complessivo, è la visione globale dell'indirizzo secondo cui noi riteniamo si debba andare per quanto riguarda l'azienda USL e auspichiamo che naturalmente questi suggerimenti vengano accolti.
Presidente ? La parola alla collega Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) ? Una suggestione conclusiva rispetto agli interventi fatti dai colleghi. Traducendo il tutto...
Presidente ? Colleghi, scusate. Un po' di silenzio, vista l'ora. Seguire, sennò, diventa complesso.
Spelgatti (LEGA VDA) ? Bisogna partire dalla raccolta dei dati, dati che attualmente non esistono perché non si è mai voluto avuto avere questi dati, non si è mai voluto raccogliere tutti i dati provenienti dall'analisi delle strutture, dei dipartimenti, dei reparti, sapere esattamente quali sono le criticità, saperle fotografare, sapere quali sono tutti i problemi sanitari sul territorio e avere poi una visione strategica complessiva, da veri professionisti. Tutto questo non si è mai fatto e non si è voluto fare, e sappiamo anche benissimo il perché: perché è molto più comodo poter governare - intendo dire all'interno dell'azienda USL, per chi si arroga il diritto di governare senza averne evidentemente le capacità - facendo un po' da padre padrone e potendo poi gestire le cose a piacimento. Invece, se ci fossero dei dati certi sui carichi di lavoro, se ci fossero dei dati certi esattamente sulla situazione e sulle criticità di tutti i reparti e se tutte queste situazioni fossero rese di dominio pubblico, la situazione sarebbe ben diversa.
Presidente ? Altri? La parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) ? Sono dispiaciuto che precedentemente il fattore famiglia non abbia avuto i voti favorevoli, però noi proseguiremo sicuramente l'iter intrapreso nel 2019.
Per quanto riguarda questo lungo e corposo emendamento, sulla parte di programmazione ho già detto ieri, abbiamo avviato il Programma della salute e benessere sociale 2020-2025, il Piano cronicità, il Piano regionale liste d'attesa, il Piano della povertà. Tutti questi documenti sono già alla nostra attenzione. Vado veloce perché il tempo è tiranno, abbiamo solo cinque minuti.
Per quanto riguarda le RAR, le risorse sono state ripristinate rispetto a quelle del 2019.
Per quanto riguarda l'attrattività dei medici, collega, abbiamo fatto tante cose: abbiamo raddoppiato le borse di studio, abbiamo fatto gli accordi sindacali con i medici di medicina generale, con la dirigenza medica, con la dirigenza sanitaria, tecnica, professionale e amministrativa, quindi maggiori risorse a disposizione dei medici che sono in Valle d'Aosta in questo momento e che sicuramente, all'approvazione del bilancio, saranno lieti.
Per quanto riguarda i nuovi LEA, abbiamo predisposto tutta una serie d'interventi soprattutto per la fibromialgia, sono già partite le visite, eccetera. Tante altre patologie hanno l'attenzione che meritano...
Presidente ? Colleghi, scusate, l'ora è tarda e così facciamo fatica a seguire i lavori. Per cortesia, chi sta in aula un po' di silenzio.
Baccega (UV) ? Però mi blocca il tempo, per piacere?
Presidente ? Glielo faccio recuperare. Scusi. Sennò guardi, sa cosa faccio? La prossima volta lascio che parlino. Sta parlando lei, mi sembrava un gesto di cortesia.
Baccega (UV) ? Voi ci chiedete un ente terzo per la revisione del modello sanitario: ebbene, noi abbiamo già previsto una collaborazione finalizzata alla revisione del modello sanitario regionale, appena il bilancio sarà approvato daremo un incarico affinché, visto che abbiamo contattato il Centro di ricerca in health administration dell'Università statale di Milano, si lavori in questa direzione. La proposta è assolutamente allettante.
Venendo alla richiesta della nomina del direttore generale, gli emendamenti proposti nel collegato evidenziano che anche in questo caso siamo in sintonia, come in molti altri, ma, su suggerimento dell'Avvocatura regionale, si ritiene opportuno attendere la sentenza del Consiglio di Stato, che lei ha citato.
Probabilmente non vi siete resi conto che, nel percorso che abbiamo fatto, abbiamo riorganizzato i dipartimenti di emergenza, di rianimazione e anestesia, il pronto soccorso, la psichiatria, la psichiatria sul territorio, la psicologia, la chirurgia. Ci sono tutta una serie di strutture che sono state riorganizzate in questo lungo periodo, in quest'anno.
Nella vostra relazione, collega, parlate dei progetti "Passi" e "Passi d'argento", quegli indicatori di sorveglianza, quegli stili di vita che vanno approfonditi per capire gli indirizzi da prendere successivamente. Sono progetti che sono stati sospesi nel 2018, ma guardi che da quest'anno sono stati ripristinati. Il progetto "Mattone" che citate nella vostra relazione, che riguarda la promozione della salute, non c'è più, è diventato un progetto che si chiama "PRO.M.I.S" e abbiamo già avviato delle campagne di comunicazione per la promozione della salute sui buoni e sani stili di vita e di prevenzione sulle patologie più significative.
Sui ticket abbiamo proposto, insieme a Rete Civica e alla Commissione, un emendamento che mette in campo 1 milione di euro, tutti a favore delle famiglie, che vede diverse esenzioni su molte patologie e per le famiglie più in difficoltà.
Per quanto riguarda la proposta dell'Osservatorio epidemiologico in capo all'Assessorato della Sanità, proporremo che sia in capo al Dipartimento di prevenzione, mentre in Assessorato noi prevediamo una struttura che faccia analisi e programmazione sulla base dei dati forniti proprio dall'Osservatorio.
Il controllo di gestione, di cui parlate, è in capo alla struttura complessa del bilancio dell'azienda e riteniamo che sia una funzione prettamente aziendale.
Per quanto riguarda gli accordi con l'Asl Torino 4, gli accordi ci sono, però purtroppo cominciano a essere in difficoltà anche loro, hanno dovuto disdire il centro di traumatologia perché non hanno più i medici nemmeno loro, e non ce li possono prestare.
Ci sarebbe molto da dire, sono idee che in parte apprezziamo e per le quali siamo in sintonia, ma che per lo più, come avete avuto modo di sentire, abbiamo già messo in campo.
Presidente ? Colleghi, per cortesia un po' di silenzio durante gli interventi, perché altrimenti arriviamo alla fine che non capiamo più nulla. Prego, collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) ? Ringrazio l'assessore Baccega per aver rotto il muro di silenzio che avvolgeva quest'aula, un muro di silenzio imposto dalla maggioranza - ovviamente, per evitare che si possa dibattere, discutere - ma imposto per dire: non parliamo, votiamo contro e lasciamoli presentare le loro cose. Ringrazio l'Assessore Baccega per aver voluto rompere questo muro di omertà.
Lei ha esordito, e mi ha invitato a nozze, dicendo che si dispiace perché il Fattore famiglia non sia passato. Riconduciamo le cose nel loro alveo naturale: il Fattore famiglia non è passato perché lei stesso ha chiesto alla sua maggioranza di astenersi, quindi questo è un elemento che io voglio porre assolutamente alle cronache dell'Aula. Non è passato soprattutto perché anche la sua maggioranza ha deciso di non votare la proposta che lei faceva, questo lo vorrei evidenziare! In terzo luogo, terrei anche a sottolineare che la sua maggioranza ovviamente avrebbe votato, qualora lo avesse approvato, un emendamento che era nullo.
Esattamente, arrivo al secondo punto, arriviamo a parlare di sanità, come la questione della fibromialgia che lei ha evocato. Parlavo testé con una collega, che non rivelerò a meno che non sia lei stessa a prendere la parola in quest'aula, e le dicevo: "ti ricordi quando in aula vi dicevo che l'inserimento nei LEA fatto in quella maniera, senza prevedere delle specifiche scontistiche, senza prevedere specifici interventi, come veniva fatto su tutte le altre patologie inserite all'interno dei LEA, non sarebbe servito a niente?" La collega mi ha dato ragione, effettivamente per i malati di fibromialgia non è cambiato un bel nulla. Esattamente la stessa ennesima promessa elettorale puntualmente disattesa, fatta semplicemente per scrivere delle parole di carta, che rimangono qui, che vengono poi portate sui giornali, ma che nella vita delle persone non cambiano niente.
Io invito davvero tutta quest'aula, chi conosce una persona malata di fibromialgia, ad andare da questa persona e chiederle: "ma la tua vita, dopo l'inserimento dei LEA, è cambiata? C'è dell'assistenza in più? Ma soprattutto: tu hai avuto dei benefici per quanto riguarda le tariffe delle prestazioni o dei medicinali che devi acquistare?" Ascoltate la risposta. Ebbene, se la risposta sarà no, allora effettivamente l'assessore Baccega ha detto, come ha detto, una bugia.
Presidente ? Altri? La parola al collega Restano, per dichiarazione di voto.
Restano (GM) ? Grazie, Assessore, per la risposta. Sappiamo delle riorganizzazioni che sono state fatte in assenza di Piano sociosanitario, in presenza di atto aziendale; si possono fare, ma secondo noi il Piano sociosanitario è un progetto del quale non possiamo fare a meno, ma è una nostra idea. Ci permettiamo però di sottolinearlo. Forse è per questo motivo che in alcuni reparti appena riorganizzati - forse perché le riorganizzazioni si portano sempre appresso qualche malumore - che, dalle voci che ci giungono, ci sono dei veri e propri disastri. Avendo alla base un progetto serio e condiviso, magari si evitano polemiche e malumori. Condiviso, dico, anche da parte della Commissione. Perché, se ben ci ricordiamo - negli anni precedenti l'Assessore era tale Antonio Fosson - l'atto aziendale fu discusso in Commissione Sanità. Questo per noi è un passo obbligatorio. È vero che parliamo di valorizzazione dei medici, ma noi proponiamo un'indennità di montagna, che non è prevista nel vostro atto, e ci permettiamo, in maniera molto sommessa, di dire che trattare il Piano regionale per il benessere e la salute sociale, il Piano delle cronicità, il Piano delle liste d'attesa e l'atto aziendale nelle stesse tre righe, nello stesso capoverso, genera in noi, forse non siamo degli specialisti, una confusione.
Noi abbiamo cercato di riordinare le cose e dare le nostre priorità. Poi ognuno ha le sue e sono tutte legittime, l'importante è ottenere il risultato. Dal nostro punto di vista si poteva fare diversamente. I dati non hanno evidenza, non li conosciamo, e se non si conoscono i dati raccolti non si può progettare. Non possono essere un patrimonio di pochi, ci va un confronto su queste cose, bisogna programmare uno studio sulla povertà sanitaria. Questo per noi è importante per dare un servizio equo a tutta la popolazione.
Quando parliamo di Osservatorio epidemiologico, l'intendiamo all'interno dell'Assessorato perché ha un suo ruolo; all'interno del Dipartimento noi proponiamo la struttura di epidemiologia, che ha altre competenze. È sempre un nostro punto di vista, forse un organo terzo potrebbe chiarirci questo aspetto. Storicamente l'Osservatorio è stato all'interno dell'Assessorato, poi tutto si può fare. Stranamente la struttura di epidemiologia ce l'abbiamo per la sanità animale e non per la sanità umana. Il registro delle malattie rare, il registro tumori, è in seno e deve essere in seno alla struttura di epidemiologia, che noi però, ahimè, a oggi non abbiamo.
Una cosa che crediamo sia di fondamentale importanza è la valutazione sulla congruità delle collaborazioni con il privato accreditato e convenzionato. Magari, alla luce di queste valutazioni, fare una valutazione serena sull'opportunità o meno di cosa dare al privato accreditato e cosa noi possiamo sviluppare all'interno dell'ente pubblico. Questa valutazione mi sembra a oggi mancante oppure noi non la conosciamo, può darsi che non la si conosca.
Dei nuclei di cure intermedie presso le strutture residenziali abbiamo già parlato abbastanza, quindi è inutile che ci ritorniamo sopra e ci scontriamo su questo. Un'attenta valutazione dovrà essere fatta, a nostro modo di vedere, alla valorizzazione e all'implementazione dei servizi sul territorio. Tanto lo ripetiamo sempre ma, ahimè, ultimamente la battaglia per non ridurli è stata aspra in questo contesto.
Presidente ? Altri? Se non ci sono altre richieste, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 11
Favorevoli: 11
Astenuti: 24 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Testolin, Trione eVesan).
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 17. la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) ? In quest'emendamento parliamo di politiche sociali, a cui è stato dedicato un solo paragrafetto all'interno del DEFR e che noi, invece, abbiamo esaminato in maniera molto più approfondita. Abbiamo voluto dare la nostra idea di politiche sociali, un'idea di politiche sociali che innanzitutto crea una nuova connessione fra il settore del welfare, le politiche del lavoro e l'edilizia previdenziale pubblica, perché non possiamo parlare di politiche sociali senza parlare di un avviamento al lavoro e senza parlare anche del tema della casa, che è sicuramente uno degli elementi che favoriscono o distruggono un nucleo familiare.
Parliamo innanzitutto delle politiche sociali, dicendo che la nostra idea di politiche sociali è differente rispetto a quella portata avanti fino a questo momento. Stiamo parlando ovviamente della politica dei mille rivoli, delle mille spese, dei mille contributi a pioggia senza un'idea, ma soprattutto delle mille spese date a volte a casaccio. Ci sono iniziative trattate all'interno di questo Consiglio dove, per esempio, abbiamo dimostrato che grazie a una legge regionale sono stati dati in mano a delle persone 8.100 euro, senza chiedere niente, per delle piccole spese, e anche 5.000 euro, ma anche spese ripetute nel tempo, a persone che non si sapeva bene cosa ne andassero a fare.
Ebbene, noi evidentemente non vogliamo che si prosegua con questa politica dello sperpero, ma vogliamo che invece vengano costruiti dei percorsi che portino le varie persone con le varie difficoltà ad avere un obiettivo, che è quello dell'autonomia personale. Noi dobbiamo considerare le politiche sociali in maniera differente rispetto a quelle utilizzate fino a questo momento, ovvero differenziare le necessità da persona a persona. Abbiamo persone in una situazione di povertà e che quindi avranno necessità di essere supportate, ma in maniera differente, perché per esempio una persona che è ancora in età di lavoro e che ha un nucleo familiare che attraversa un momento di difficoltà avrà bisogno sì di un aiuto, ma avrà bisogno poi di essere accompagnata e reinserita all'interno del mondo del lavoro; mentre invece una persona in età avanzata - e che quindi non potrà essere reinserita nel mondo del lavoro - che non ha però la possibilità di potersi sostentare, avrà invece un altro tipo di necessità; una persona che magari ha delle disabilità, avrà bisogno di un altro tipo ancora di supporto.
Quello che vogliamo fare è avere una misura unica che possa adattarsi alle esigenze di queste diverse tipologie di necessità e che quindi le possa sostenere. Evidentemente con un criterio: innanzitutto i soldi vanno dati a chi non truffa la nostra amministratore pubblica, quindi connettere con una banca dati anche tutti i settori della nostra amministrazione, così come quelli dei comuni, per capire chi si sia reso responsabile di truffe nei confronti della pubblica amministrazione ed evitare che queste persone poi possano ripetere queste loro truffe.
Ancora, mettere al primo posto i nostri cittadini. Questa è una cosa che la Lega ha fatto ovunque si è presentata, ovunque è andata a governare. Siamo stufi di dover suddividere le risorse, che già sono scarse, con magari chi arriva domani in Valle d'Aosta, il nostro criterio è mettere al primo posto i nostri cittadini. Questo è un criterio che vogliamo applicare anche nell'edilizia residenziale pubblica, tramite una revisione della legge regionale che la disciplina, la 3/2013, inserendo anche qui dei criteri molto precisi, dei criteri di residenza sia nella Regione che sullo Stato italiano, per fare in modo che venga premiato chi risiede sul nostro territorio da più tempo. Anche questa è una politica portata avanti dalla Lega in tutte le regioni in cui ha governato. Andando a premiare e soprattutto ad aiutare le persone veramente in difficoltà, vogliamo mettere dei limiti di reddito per il mantenimento dell'alloggio di edilizia residenziale pubblica. Non mi stancherò mai di dire che a oggi negli alloggi di edilizia residenziale pubblica ci sono persone che dichiarano un Isee di oltre 150.000 euro, e questa è una cosa mostruosa, lo troviamo assurdo a fronte di persone a Isee zero che sono ancora in graduatoria e che aspettano da anni un'assegnazione! Questo è assolutamente necessario.
Infine, a oggi è prevista una legge regionale che non è mai stata applicata: applicare la decadenza per chi si macchi di reati utilizzando l'alloggio di edilizia residenziale pubblica. A oggi abbiamo dei casi di spaccio, dei casi di molestie, dei casi di violenza all'interno di alloggi di edilizia residenziale pubblica che non sono puniti, ci sono persone che magari sono in carcere, hanno la casa vuota che aspetta soltanto il loro ritorno e nel frattempo ci sono persone che invece si comportano per bene, non saltano la fila e non sono delle forze negative della società ma, anzi, delle forze positive, e che invece ancora languono nelle liste d'attesa.
In poche parole, i nostri servizi di politica sociale devono dare attenzione alle persone in difficoltà, alle persone che si comportano bene e devono premiare i nostri cittadini.
Presidente ? Altri? Possiamo mettere in votazione l'emendamento? La parola, per dichiarazione di voto, al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) ? Sono ovviamente d'accordo con quest'emendamento e dichiaro voto favorevole, ma tenevo a lasciare una piccola traccia anche di questo.
Prima ricordavo con la collega Spelgatti, e prima anche con il collega Marzi, il periodo di tempo passato sui banchi del Consiglio comunale di Aosta. Ricordavo con particolare nostalgia quando, alle nostre proposte, guardavamo sul monitor e vedevamo una sfilza di pallini rossi che rigettavano, che votavano contro la nostra proposta. Ripensavo al piacere di vedere che poi, pochi anni dopo, quelle proposte sono diventate maggioritarie all'interno di larga parte del Paese e, ovviamente, sono largamente maggioritarie anche nella nostra regione. Guarderò, quindi, con particolare soddisfazione a questo tabellone e a come si colorerà, perché sono così sicuro che ci sarà una parte di persone che farà una scelta di campo e una parte di persone che sceglierà se stare con il resto del mondo o di stare con chi effettivamente è in difficoltà, con i nostri cittadini.
Presidente ? Possiamo aprire la votazione, non ci sono altre richieste. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 23 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 18. La parola al collega Distort, Vicepresidente.
Distort (LEGA VDA) ? A me il compito di esporre quest'emendamento, che è costruito attorno al tema dell'urbanistica. Premetto che il bilancio è un dato di fatto, il bilancio esprime dove vuole andare un'amministrazione e con quale strategia, mentre il Documento di economia e finanza è a monte, rappresenta le idee, le idee che poi generano questo dove voler andare. Esprime, quindi, nel Documento di economia e finanza la vision, esprime esattamente la visione sociale e politica, esprime l'idea di governo, esprime l'idea che il Governo ha di società. Quindi per capire dove questo Governo vuole traghettare la società della Val d'Aosta, e se ne è capace, se ci riconosciamo in questa linea, è estremamente importante andare a vedere il DEFR.
È proprio per questa natura e per questo motivo che noi abbiamo elaborato la nostra visione di Documento di economia e finanza. Nell'ambito proprio del tema dell'urbanistica devo evidenziare che l'urbanistica è stata la grande assente nel Documento di economia e finanza redatto dal Governo, dalle forze di maggioranza. Questa grande assente, l'urbanistica. Perché? Che cosa vi ha fatto l'urbanistica, poverina? Perché l'avete completamente snobbata? In definitiva probabilmente avete considerato che l'urbanistica sia un tema che non ha direttamente a che fare con le urgenze di un bilancio, con le urgenze dell'economia di una società. Probabilmente avete pensato che l'urbanistica sia appannaggio dei tecnici, degli architetti. Siamo in quattro architetti in questo Consiglio, ma fossimo anche in trenta di architetti in questo Consiglio non ci sarebbe né motivo di sopravvalutarla, ovviamente, tantomeno di sottovalutarla. Fondamentalmente l'urbanistica rappresenta quel campo di discipline conosciuto come politiche urbanistiche, è proprio un concetto di politica: più si conosce l'urbanistica, più si capisce che ha attinenza con la politica, tant'è che l'architetto la percorre in punta di piedi, l'urbanistica, ed è per questo che noi abbiamo sviluppato e abbiamo sviscerato dall'urbanistica tutti quei temi che sono effettivamente in grado di dare delle linee, dei lineamenti. Sono gli elementi progettuali. L'urbanistica codifica le regole di utilizzo del suolo, del territorio, delle risorse, per cui avere una visione chiara di urbanistica vuol dire avere una visione chiara di territorio. Di fronte alla crisi del mondo dell'edilizia è assolutamente importante pensare, prima ancora, o perlomeno parallelamente, all'iniezione di finanze, all'iniezione di risorse economiche, parallelamente è importantissimo pensare a una visione di politica urbanistica, di ricodificare le regole, riaffrontare le regole.
Negli anni del boom economico l'urbanistica era l'ambito, la disciplina che andava a contenere lo sviluppo, dava delle regole per contenere, per trattenere, ed era giusto che fosse così. Oggi la situazione è completamente rovesciata, e allora si tratta di usare di nuovo l'urbanistica per dettare le regole, ma bisogna reinterpretarla in modo completamente diverso, bisogna tornare a riprendere in mano gli strumenti urbanistici. Noi abbiamo una legge urbanistica del '98: ventidue anni di vita di una legge urbanistica ai nostri tempi, e con i cambiamenti epocali avvenuti, sono un'infinità. È una generazione completamente superata, bisogna rivederla completamente!
Vi aggiungo un altro elemento, vedo che rimangono pochi secondi, peccato, perché è un tema estremamente ampio. Vi dico questo: l'urbanistica è la disciplina, la scelta all'interno del Documento di economia e finanza che è a costo prossimo allo zero, perché presuppone solo una ricodificazione mentale.
Non è proprio così, è vero, caro collega e nonché Assessore, però rendiamoci conto, mettiamo in scala gli impegni economici macro del settore con l'impegno fondamentalmente basato su risorse intellettuali, su scelte e su indirizzi.
Quindi questo è lo spirito del nostro emendamento, è proprio lo spirito di riprendere e ricodificare tutta una dimensione di disciplina, che ha tanto da dare e ha tanto da ravvivare in tutto il settore dell'edilizia e della tutela del territorio.
Presidente ? Non ci sono altri interventi. Collega, vuole intervenire anche per la dichiarazione di voto?
Distort (LEGA VDA) ? Ne approfitto, avendo a disposizione i cinque minuti di dichiarazione di voto, per approfondire ulteriormente il tema. Rendiamoci conto, vi faccio soltanto degli esempi per capire l'importanza di declinare il tema dell'urbanistica, di come questa scienza, questa disciplina, che potrebbe sembrare nell'iperuranio degli architetti, in realtà sia capace di generare dei meccanismi virtuosi, immediati, che si muovono da soli.
Ad esempio, anziché redigere i piani regolatori sulla base di zone omogenee, che presuppongono lineamenti estremamente generali, andiamo a redigere e a impegnare tutti gli sforzi anche dell'urbanista che progetta, quindi il costo di un piano regolatore, lo editiamo sulla base di analisi di punti d'intervento. Facciamo l'esempio: abbiamo parlato dentro quest'aula della zona FA08: declinare il territorio, codificare il territorio sulla base di macro interventi, che però vengono sviscerati punto per punto, zona per zona, con le proprie caratteristiche, permette di mirare l'intervento. Finché quella zona rimaneva una zona vaga, zona edificabile, mescolata a una zona F, non diceva niente, raccontava soltanto delle potenzialità. Tra l'altro generava disordine, anche nelle scelte e nelle iniziative, e ha perso l'appetibilità. Nel momento in cui si va a codificare tutto quanto un intervento, quella stessa zona assume una potenzialità estremamente più ampia, perché si sviluppano già in questa fase le potenzialità e quindi la possibilità d'investimento e di azione, dei meccanismi anche privati d'investimento. Il fatto di usare parametri edilizi basati sulla virtuosità dell'intervento vuol dire che io posso avere una certa libertà d'azione nell'ambito degli interventi edilizi, in funzione del livello, ad esempio, di efficientamento energetico.
Esiste già una declinazione di questo tipo, ma pigiamo sull'acceleratore, andiamo più a fondo, perché possiamo, attraverso questo meccanismo, semplicemente mettere in moto altri meccanismi che in automatico si generano, perché diamo delle premialità, delle potenzialità sulla base di efficientamenti energetici. Dobbiamo tornare a credere anche nella riqualificazione estetica: è vero che la dimensione estetica non è oggettiva, ma è oggettivabile sulla base di certi interventi che poi vengono sottoposti a commissioni. Se esprimiamo i concetti di concorsi e di concorsualità, anche a livello progettuale, il pensare che certe attività progettuali e concorsuali esteticamente valide, oltre che tecnicamente ed energeticamente valide, abbiano delle premialità, permette di mettere in moto dei meccanismi anche a livello dell'attività e della concorrenza dei liberi professionisti. Vedete, la possibilità di avere flessibilità di destinazioni d'uso crea delle potenzialità nell'ambito dell'utilizzo delle risorse edili estremamente ampia, ovviamente codificata per non avere delle situazioni di disordine.
La normativa sismica: noi professionisti ci siamo rassegnati alla normativa sismica, ma che senso ha? Ha senso che noi pensiamo d'investire, di chiedere, di sforzare, di obbligare privati - e l'ente pubblico anche - di far fronte a spese enormi dal punto di vista del consolidamento statico, di fronte a una legge sismica che non corrisponde alle reali sollecitazioni sismiche, alle reali accelerazioni sismiche?
Questi sono temi che vanno sviscerati, vanno trattati e, nel momento in cui si attuano questi approfondimenti, tutto il mercato si muove, perché c'è un esercito dietro a questo mercato, un esercito di professionisti, d'imprenditori e di artigiani che sanno fare il loro lavoro.
Presidente ? Possiamo mettere in votazione, non vedo altre richieste d'intervento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 22 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Russo, Testolin, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 19. La parola al vicepresidente Distort.
Distort (LEGA VDA) ? Mi corre d'obbligo essere un accompagnatore importante verso la mezzanotte di voi colleghi, perché ci stiamo avvicinando, e cercherò di farlo nel migliore dei modi.
Arriviamo all'altro tema, andiamo più a fondo: dall'urbanistica al tema dell'edilizia, edilizia pubblica e edilizia privata. Sicuramente si apre tutto il tema degli investimenti per le opere pubbliche, io non voglio trattare quella parte, le opere pubbliche lascio che abbiano il loro corso rispetto alle risorse disponibili; in realtà mi interessano sicuramente però non è con questo emendamento che io voglio occuparmi di opere pubbliche. Soprattutto non voglio occuparmi di grandi opere e soprattutto non voglio occuparmi di quelle opere che hanno un'entità di costi, d'investimenti, d'impegno economico che presuppone l'affidamento d'incarico a ditte e ad aziende che sono al di sopra della scala media delle aziende valdostane.
Io voglio, in questo emendamento, approfondire e rivolgermi al tema delle aziende valdostane, le aziende edili valdostane, imprese e ditte artigianali. Andando quindi ad affrontare il tema relativo a questo tipo di bacino d'utenza, puntare l'ottica in quegli interventi più modesti, più piccoli, più di scala.
Per quanto riguarda l'edilizia pubblica, il tema dell'efficientamento energetico degli edifici pubblici, ne avevamo già parlato in alcune interpellanze, portate tra l'altro da me in questo Consiglio, su cui si è già fatta della riflessione, e sicuramente rendendosi conto di cosa vuol dire la mappatura, la comprensione da parte dell'amministrazione pubblica di quelli che sono gli edifici di proprietà, quali sono i consumi energetici degli edifici di proprietà, quanto incide sul bilancio annuale il consumo energetico di tutti questi edifici, i costi energetici di tutti questi edifici, i costi di manutenzione ordinaria, e, a fronte di questi costi, rendersi conto di cosa voglia dire una politica di riqualificazione energetica, efficientamento energetico, riqualificazione architettonica. Ne abbiamo già discusso: io continuo a credere che sia un punto estremamente importante. Io ho visto che su questo DEFR e bilancio il tema viene comunque affrontato, io lo voglio affrontare credendo fino in fondo e andando a sviscerare tutte le potenzialità possibili da questo settore, in modo che ci sia un'attività sistematica, un ufficio di struttura interna. Tra l'altro, mi ricordo che nelle prime fasi di elaborazione del DEFR da parte del Governo si parlava di un fondo immobiliare. Lei, assessore Testolin, penso lo ricordi perfettamente, essendo stato un suo figlio, un suo prodotto. Mi permetto di dissentire a livello di colloquio, di dia-logos tra me e lei, Assessore. Per me il fondo immobiliare, di fronte al fatto che abbiamo delle strutture estremamente competenti, personale estremamente preparato, per conto mio è un dare ad altri la gestione di casa propria, quando abbiamo in casa elementi e forze in grado di gestire estremamente bene l'argomento; questo per quanto riguarda l'edilizia pubblica e la possibilità d'investimento con un ritorno immediato della riduzione della spesa: è quello che fa ogni cittadino che ha la possibilità di poter intervenire sulla riqualificazione di casa propria.
Per quanto riguarda l'edilizia privata, mi riservo di esporlo nel secondo intervento. Concludo questa prima parte dell'intervento con la specifica di come il riallaccio alla dimensione normativa, la disciplina, la redazione di norme che disciplinino l'attività di qualificazione e rigenerazione è qualcosa che permette di mettere in moto movimenti e meccanismi che diventano virtuosi, ovviamente anche per l'ente pubblico.
Presidente ? Vuole già i cinque minuti in dichiarazione?
Distort (LEGA VDA) ? Se il collega Gerandin è d'accordo, farei ripartire il timer dei cinque minuti. Ho ribadito più volte che sono nipote di due carabinieri, quindi il senso delle regole l'ho ricevuto fin da quando ero in fasce, per cui rispetto le regole.
Per quanto riguarda l'edilizia privata vorrei soffermarmi su un tema in particolare. Visto che il tempo è ristretto, è inutile che io mi prodighi a raccontare tutti i vari punti, concentro l'attenzione su di uno: Piano casa. A mio parere, come secondo il parere di chiunque immagini una valutazione degli investimenti economici nell'edilizia e che abbia a cuore il territorio, è estremamente importante che s'intervenga prima di tutto sul patrimonio esistente, sullo spazio costruito. Io credo profondamente, noi crediamo profondamente di spingere l'acceleratore e la nostra attenzione sullo spazio già costruito. Sullo spazio costruito, quindi, equivale a ristrutturazione, ristrutturazione storica ma anche di edifici costruiti negli ultimi decenni, dove i parametri termotecnici, soprattutto, erano assolutamente diversi da quelli che abbiamo oggi. Pertanto edifici che possono essere estremamente energivori, addirittura paradossalmente più degli edifici storici perché, rispetto all'edificio storico, non ha quel valore aggiunto che ha l'ambito storico dell'edificio. Quindi, edifici che sono scatole costose che disperdono energie.
Noi crediamo che nell'approfondimento e nella riedizione delle norme che disciplinano la legge casa ci sia la possibilità di approfondire il tema, di sviscerare tutte le potenzialità, per far sì che l'attività edilizia stia nell'ambito della ristrutturazione, quella che tra l'altro genera l'attività edilizia e quindi mette in moto tutta l'economia edilizia, mentre l'ipotesi soltanto della compravendita, come si diceva prima, sposta finanza. Nel pensare, quindi, tutto quel comparto di lavori edili nell'ambito della ristrutturazione perché questo diventi il settore trainante, è estremamente importante rendere appetibile questo settore.
Abbiamo già il Piano casa, che in certi versi ha affrontato e ha sviscerato il tema in questa linea: noi dobbiamo credere fino in fondo e sviluppare ulteriormente le potenzialità del Piano casa, attraverso dei percorsi di nuovo di virtuosità. Esiste già nella definizione del Piano casa una procedura di sostenibilità ambientale che va a definire dei parametri, ma sono fondamentalmente dei parametri tecnici, illuminotecnici, termotecnici. Dobbiamo avere il coraggio di credere - affidando il lavoro a esperti in grado di farlo, coinvolgendo anche gli ordini professionali - e di sviscerare anche parametri che non sono solo termotecnici, che non sono illuminotecnici, ma sono parametri estetici. Io sono perfettamente convinto che se affidiamo, in collaborazione con l'ordine degli architetti e altri ordini professionali, la capacità di sviscerare e di rendere quantificabili e misurabili anche elementi estetici, loro troveranno la soluzione.
È qualcosa che fa parte della mia attività professionale, che ho creduto e che ho messo in atto in anni di attività e sono assolutamente convinto che sia possibile...
Presidente ? Concluda, collega.
Distort (LEGA VDA) ? ...Questa è la strada, questo apre gli orizzonti, questo è un esempio, solo un esempio chiaramente, non è tutta l'edilizia privata che si risolve in questo modo, ma questo vuol dire come l'ottica sia in quella linea.
Presidente ? La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') ? Ci tenevo a intervenire su quest'emendamento, perché un aspetto che a noi è sempre stato particolarmente chiaro, e soprattutto particolarmente urgente, per quello che ci riguarda anche in questi anni passati, è che abbiamo sempre - e quest'emendamento l'esplicita in maniera molto chiara - ritenuto fondamentale riappropriarci della nostra potestà legislativa in materia di lavori pubblici. L'urgenza di avere una legge regionale per quello che riguarda il tema degli appalti è stata per anni oggetto di solleciti in quest'aula. Immagino che magari qualcosa in merito ci possa dire il Vicepresidente Testolin, che ricopre anche il ruolo che era precedentemente dell'Assessore Borello, perché se non altro in questi anni comunque qualche informazione in merito l'abbiamo avuta col collega Borrello, ci ha tenuti al corrente dell'evoluzione.
La Valle d'Aosta in questo momento sta applicando supinamente il codice degli appalti nazionale, perché ha perso anni di tempo per mettere in piedi una legge regionale in materia di lavori pubblici. Mi ricordo, quando negli anni passati c'erano ancora cospicue risorse, quando venne finanziato il Piano cultura: metteva, se ricordo bene, una cinquantina di milioni in campo. Un Piano cultura rimasto nel cassetto perché nel frattempo è uscito il codice degli appalti nazionale e la Valle d'Aosta è ancora in attesa di dotarsi di una legge regionale sugli appalti.
Vorremmo capire che cosa ne pensa quello che rimane di questa maggioranza, quello che rimane di questo Governo, di una problematica così importante come quella dei lavori pubblici. Noi pensiamo, come è stato fatto da altre parti d'altronde - basta copiare a volte - a favorire l'accesso dell'imprenditoria locale agli appalti, all'obbligo di istituire dei lotti sopra il milione di euro, alla rotazione degli incarichi. Queste sono le risposte vere alle problematiche dell'imprenditoria, ve le hanno sollecitate in tutte le lingue, vi hanno chiesto già tante volte qual era l'intenzione della Valle d'Aosta, del Governo regionale, se c'era qualcosa nel cassetto. Lo so perché in uno degli ultimi incontri che ebbi con l'Assessore Borello, c'era un testo di legge pronto, venne addirittura illustrato in sintesi in una commissione consiliare. Ora non vorremmo che, sparito Borello, sparisse anche il testo.
Per quello che riguarda il futuro dell'imprenditoria locale, mi auguro sia un futuro molto prossimo perché, al di là di tutto, è vero che sembra surreale parlare in un contesto in cui, se tutti saranno di parola, probabilmente questo sarà l'ultimo Consiglio, per cui, come sappiamo, anche i testi di legge vengono poi cestinati.
Un buon testo di legge può però essere una buona base per chi prenderà in mano le redini della Valle d'Aosta. Cercate di lasciare qualcosa di utile in eredità, perché immagino che il contesto valdostano proseguirà anche dopo questa triste fine di legislatura.
Presidente ? La parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - È con estremo piacere che intervengo su questo tema, un tema che per certi versi sento mio, visto che la mia famiglia ha un'impresa edile e per molti anni ho lavorato e ho aiutato l'impresa di famiglia e mi sono occupato degli aspetti anche dell'efficientamento energetico in maniera particolarmente importante.
Io credo però che il collega Distort abbia una straordinaria capacità, cioè che, anche in un'ora tarda come quella in cui siamo arrivati, abbia davvero la capacità di descrivere, quasi di colorare, nel momento in cui racconta e spiega quella che si vede essere una professione che ha fatto sua durante gli anni in cui l'ha svolta, un amore verso questa professione che sicuramente permette anche a chi non tratta questo tema tutti i giorni di potervisi appassionare. Ho visto poche persone che riescano a descrivere in maniera così vivida un tema davvero così anche complesso.
Ricordo, per esempio, il collega Lotto che, quando eravamo in consiglio comunale, descrisse in maniera molto bella il cimitero di Sant'Orso: descriveva anche l'edera rampicante che copriva i muri, era veramente molto affascinante.
Sono rimasto per certi versi rapito anche partecipando ad alcuni incontri riguardo ai trasporti: vedere i calcoli che venivano fatti rispetto a quanto, ad esempio, un collegamento intervallivo - e su questo ci possiamo collegare ad altri temi che verranno discussi - potrebbe magari risparmiare in fatto d'inquinamento ambientale; diventava anche questo un fattore sicuramente importante che anche per un profano poteva rappresentare un qualcosa di interessante.
Ma, e così ci addentriamo un po' più profondamente nell'argomento che invece stiamo trattando in questo momento, come non ricordare il bellissimo intervento del collega Viérin all'interno di quest'aula quando, con un intervento davvero affascinante sul Saint-Bénin - che credo che la collega Pulz ricorderà, mi pare 45 o 50 minuti d'intervento all'interno di quest'aula - ci raccontò veramente la storia di quella struttura, che è una struttura pubblica e dalla natura anche un po' complessa. Nonostante ci fossero anche delle importanti votazioni successivamente, comunque venimmo tutti rapiti da questo racconto e rimanemmo davvero ad ascoltare questa storia che effettivamente ci fece entrare dentro il problema.
Io credo che il collega Distort in questo senso abbia effettivamente centrato uno dei problemi fondamentali. Parlare di ambiente oggi è sicuramente di attualità: come penso possiamo vedere tutti quanti, a oggi i temi politici vertono fondamentalmente sui temi ambientali e su quanto l'attività antropica possa influenzare questi comportamenti. L'efficientamento energetico è sicuramente uno di questi aspetti che s'inserisce all'interno di quest'alveo e che noi possiamo andare a discutere, soprattutto con la proposta fatta e secondo me spiegata egregiamente dal collega Distort, in materia di efficientamento energetico. Se andiamo a pensare anche semplicemente a un piccolo investimento rappresentato soltanto dal cambio degli infissi degli alloggi di edilizia residenziale pubblica -, e mi collego al tema precedente - quale sarebbe il risparmio energetico in fatto ambientale ma anche in fatto di costi per la pubblica amministrazione? Quale sarebbe effettivamente il guadagno sia per quanto riguarda un ente che deve gestire, ma soprattutto per l'amministrazione che deve gestire un certo tipo di settore, ma anche in fatto di risparmio ambientale? Pensiamo al gasolio che viene risparmiato e a tutte le spese del settore energetico che sicuramente incidono.
Quindi io trovo che questo tema sia di assoluta attualità, di assoluta importanza, e ringrazio assolutamente il collega Distort per averlo introdotto. Evidentemente saremo favorevoli a questo emendamento.
Presidente ? Altri? Possiamo passare alla votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 13
Favorevoli: 11
Contrari: 2
Astenuti: 21 (Baccega, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Pulz, Rini, Russo, Trione e Vesan).
Il Consiglio non approva.
Colleghi, se non ci sono richieste d'intervento, è mezzanotte. Avevamo votato nella conferenza dei capigruppo di chiudere i lavori a mezzanotte e di riprendere domani mattina alle 10:00. Volete anticipare di mezz'ora e fare alle 9:30 o va bene alle 10:00? Alle 10:00.
La seduta termina alle ore 00:03.