Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1148 del 3 dicembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1148/XV - Discussione generale sulla P.L. n. 44: "Modificazioni alle leggi regionali 9 febbraio 1995, n. 4 (Disposizioni in materia di elezioni comunali), 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta), 30 marzo 2015, n. 4 (Nuove disposizioni in materia di indennità di funzione e gettoni di presenza degli amministratori dei Comuni e delle Unités des Communes valdôtaines della Valle d'Aosta) e ad altre leggi regionali in materia di Enti locali.".

Rini (Presidente) - Alla presenza di 29 Consiglieri, possiamo iniziare i lavori. Siamo al punto n. 52.01 dell'ordine del giorno. La parola alla relatrice, la collega Morelli.

Morelli (AV) - La presente legge reca modificazioni ad alcune leggi regionali in materia di Enti locali, in particolare la legge regionale 9 febbraio 1995, n. 4 (Disposizioni in materia di elezioni comunali) e la legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta) e si origina da un lungo lavoro di sintesi portato avanti dalla I Commissione consiliare permanente, che si è avviato con il deposito della proposta di legge n. 18 del 2019: "Introduzione dello spoglio centralizzato per le elezioni nel Comune di Aosta. Modificazioni alla legge regionale 9 febbraio 1995, n. 4 (Disposizioni in materia di elezioni comunali)" da parte del gruppo della Lega e dalla trasmissione al Consiglio regionale di un documento del Consiglio permanente degli Enti locali contenente numerose proposte di modifica della legge regionale n. 54 del 1998 e della legge regionale n. 4 del 1995, testi che sono stati analizzati, rielaborati, discussi e ulteriormente integrati in corso d'opera dalla commissione. La prima modifica che si intende apportare con la presente proposta di legge consiste nel ripristino dell'elezione diretta del Sindaco e del Vicesindaco nei Comuni con popolazione sino a 1000 abitanti, che sono 42 su un totale di 74. Nella formulazione originaria infatti la legge regionale n. 54 del 1998 (articolo 25, comma 1) disponeva che il Sindaco e il Vicesindaco fossero eletti dai cittadini a suffragio universale e diretto e fossero membri del Consiglio comunale e della Giunta comunale. Il testo ad oggi vigente, modificato dalla legge regionale n. 1 del 19 gennaio 2015, dispone che ciò valga solo nei Comuni con popolazione superiore a 1000 abitanti, mentre per i Comuni più piccoli è introdotta la previsione che il Sindaco e la Giunta comunale, ivi compreso il Vicesindaco, siano eletti dal Consiglio comunale, tra i propri componenti, nella prima seduta successiva alle elezioni comunali. La modifica del 2015 ha generato una serie di criticità nella gestione dei Comuni sotto i 1000 abitanti, in particolare per quanto riguarda il sereno svolgimento dei lavori e il coinvolgimento dei Consiglieri. Inoltre la differenziazione rispetto ai Comuni con più di 1000 abitanti, che eleggono direttamente il Sindaco e il Vicesindaco, è rimasta incompresa per una parte del corpo elettorale, che l'ha percepita come una minore opportunità di scelta. Alla luce di tali osservazioni, la commissione ha pertanto deciso di ripristinare l'elezione diretta uniformando così la modalità elettorale su tutto il territorio regionale.

Un'altra modifica che ci si pone l'obiettivo di raggiungere con la presente proposta di legge è quella di ripartire diversamente la composizione dei Consigli comunali dei Comuni più piccoli, che passa da 11 Consiglieri, tra i quali eleggere poi il Sindaco e il Vicesindaco, a 9 Consiglieri a cui aggiungere il Sindaco e il Vicesindaco eletti direttamente. Varia quindi il rapporto numerico maggioranza/minoranza da 7 a 4, si passa a 8 a 3 (6 Consiglieri a 3, cui si devono aggiungere Sindaco e Vicesindaco, ovviamente della maggioranza). Nelle intenzioni del legislatore questo dovrebbe garantire una maggiore stabilità e governabilità, dal momento che, essendo attualmente le maggioranze molto risicate, aumentano le difficoltà nell'assunzione delle decisioni, con ricadute sull'attività amministrativa. Spesso lo scarto molto ridotto tra i componenti di maggioranza e quelli di minoranza determina addirittura la mancanza del numero legale. Di conseguenza, cambia anche la composizione delle liste di candidati, che per i Comuni più piccoli passa da un minimo di 7 a un massimo di 9, nonché la dichiarazione di presentazione delle liste, che per i Comuni sotto i 1000 abitanti si propone che debbano essere sottoscritte da non meno di 5 e non più di 12 elettori.

Quanto all'importante aspetto della rappresentanza di genere, con la proposta si aumenta dal 20 percento al 35 percento la misura sotto la quale nessuno dei due generi può essere rappresentato, in analogia con quanto previsto dalle disposizioni per l'elezione del Consiglio regionale. Per evitare distorsioni della rappresentanza, si dispone che in tutti i Comuni all'interno della Giunta sia garantita la presenza di entrambi i generi qualora nella lista vincitrice siano stati eletti Consiglieri del genere meno rappresentato per almeno il 30 percento del totale (e non più il 15 percento come avviene attualmente). La commissione ha inoltre deciso di recepire il contenuto della proposta di legge n. 18, presentata dal gruppo della Lega, ampliandolo. Si è infatti stabilito di istituire lo scrutinio centralizzato in tutti i Comuni con più di un seggio e non riservandolo al solo Comune di Aosta come originariamente previsto dalla proposta. Un'importante innovazione si ha quindi con l'inserimento dell'articolo 22bis alla legge regionale n. 4 del 1995, relativo alle modalità di svolgimento dello scrutinio. Si persegue in tal modo l'obiettivo di meglio garantire la segretezza del voto, prevedendo, laddove possibile, il mescolamento delle schede votate prima dello scrutinio e assicurando quindi all'elettore una maggiore libertà di espressione. L'applicazione di tale principio ha richiesto un lavoro complesso di adeguamento. Sulla base dell'esperienza maturata con il procedimento di scrutinio centralizzato dei voti, sperimentato in occasione delle elezioni regionali del 2018, e tenendo conto delle peculiarità di ogni singolo Comune, connesse in particolar modo alla dislocazione delle sezioni elettorali sul territorio, sono state individuate sei tipologie di Comuni e per ognuna di esse sono state disciplinate le modalità per lo svolgimento dello scrutinio. Per i Comuni che hanno una sola sezione elettorale lo scrutinio avviene secondo le modalità già previste dalla legge regionale n. 4 del 1995 e contenute nel Titolo V della stessa. Per tutti gli altri Comuni, la procedura, che prevede il mescolamento delle schede votate provenienti da tutte le sezioni elettorali presenti sul territorio, è disciplinata dal Titolo Vbis. Per i Comuni con un numero di elettori tale da permettere l'accentramento in una sezione è stata, inoltre, prevista una centralizzazione delle operazioni di spoglio. Per il Comune di Aosta, al pari dell'esperienza delle elezioni regionali, sono state ridotte le 38 sezioni elettorali presenti a 22 uffici di scrutinio. Dopo un lungo dibattito, che ha visto la commissione convergere sulla necessità di attribuire agli Amministratori comunali, e in particolare ai Sindaci, il giusto riconoscimento economico per il lavoro svolto a beneficio della comunità e a fronte delle responsabilità personali che tale ruolo comporta, sono state introdotte delle modificazioni alla legge regionale 30 marzo 2015, n. 4, con cui viene fissato l'importo delle indennità mensili lorde di funzione spettanti ai Sindaci, in misura diversificata su base demografica. A tali importi fissi sono commisurate, secondo precise percentuali, tutte le altre indennità previste per gli Amministratori comunali. Nel rispetto della libera scelta personale, è stata anche inserita la possibilità per questi ultimi di ridurne il relativo importo, ovvero di rinunciare all'indennità mensile lorda o ai gettoni di presenza. Si è modificata anche la legge regionale n. 23 del 4 settembre 2001 per quanto riguarda il rimborso delle spese di viaggio degli Amministratori comunali, rimborso disciplinato da un apposito regolamento del CPEL da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Si prevede inoltre che siano a carico degli enti di appartenenza le spese per la presenza degli Amministratori a riunioni (a livello sovra-regionale nazionale e internazionale) cui partecipano nell'espletamento del loro mandato. Con le disposizioni finali si chiarisce che la presente legge, ad eccezione del capo relativo alle indennità degli Amministratori, si applica a decorrere dal primo rinnovo di ciascun Consiglio comunale successivo alla data di entrata in vigore della stessa. Le disposizioni relative alle indennità degli Amministratori invece si applicano a tutti gli Enti locali a decorrere dalla data delle prime elezioni generali comunali successive alla data di entrata in vigore della legge e quindi dal 2020.

Je profite de l'occasion, en tant que Présidente de la Ie Commission, pour remercier tous les collègues, les Commissaires et les non Commissaires qui très nombreux avec entrain et patience ont contribué à rédiger ce texte. Il y a eu de la part de tout le monde une grande disponibilité à la confrontation et les décisions ont toujours été prises à la majorité des participants de manière transversale en essayant de dépasser l'opposition rituelle majorité/minorité. Chacun de nous à des moments et sur des thèmes différents a dû renoncer à sa position pour concéder quelque chose aux autres afin de faire progresser le texte. Nous souhaitons vivement que la solution trouvée soit loin de représenter un accommodement au rabais, mais qu'elle puisse être fonctionnelle à la tâche tout en englobant des points considérés qualifiants pour chaque groupe représenté au Conseil. Évidemment je me dois de remercier également le Conseil permanent des collectivités locales pour l'interlocution vivace et stimulante. Il faut dire que le débat a été franc et le respect des rôles a été assuré.

En conclusion je pense pouvoir adresser, au nom de toute la commission, une pensée reconnaissante au Service du secrétariat de la commission, à la Structure des Affaires législatives du Conseil de la Vallée ainsi qu'à la Structure des Collectivités locales de la Région pour le support technique compétant et pour la disponibilité démontrée. Merci pour votre attention.

Président - On peut ouvrir la discussion générale. Y a-t-il des requêtes d'intervention? Le collègue Vesan a demandé la parole.

Vesan (M5S) - Ringrazio anche la Presidente della commissione a cui riconosco di aver attivato il dibattito e fatto parlare lungamente sia le forze di maggioranza che di opposizione all'interno di questa commissione, però il parere della nostra forza politica nei confronti del testo uscito dalla commissione era contrario in commissione e permane contrario anche nella discussione in aula. In questa commissione, per quello che riguarda il Movimento Cinque Stelle, abbiamo lavorato con impegno e passione, abbiamo cercato di introdurre norme che favorissero il riavvicinamento dei cittadini alla politica cercando di contrastare il tentativo nemmeno tanto velato di questa proposta di legge, soprattutto dalle indicazioni del Consorzio permanente degli Enti locali, finalizzato a sminuire il ruolo delle minoranze comunali. Abbiamo cercato di non fare innalzare il numero minimo di candidati che invece questa legge propone, che tristemente impedirà in molti Comuni la possibilità di offrire una scelta agli elettori per mancanza di liste. Faccio un esempio banale: nel Comune di Rhêmes, dove ci sono stati alle ultime elezioni comunali 80 possibili elettori fra i quali ci sono stati 60 votanti e l'espressione di soli 50 voti validi, per poter presentare anche solo una qualunque lista alternativa, c'è bisogno che il Comune esprima un numero di candidati che oscilla tra i 18 e i 22. Torno a dire 18-22 candidati su 50 voti validi delle ultime elezioni. Se vogliamo chiamare questa legge un incentivo a far tornare al voto e a far partecipare alla politica i cittadini, non so proprio come ci è venuto in mente di proporla. Dal nostro punto di vista, abbiamo anche cercato di valorizzare il lavoro del Sindaco e della sua presenza sul territorio rispetto al manager amministrativo della proposta presentata dal CPEL. Eravamo favorevoli a un aumento delle indennità e al riconoscimento dei rimborsi delle spese effettivamente affrontate, ma in cambio di questo chiedevamo l'abolizione della diaria, sostituita naturalmente dal rimborso spesa a piè di lista e un riconoscimento economico maggiore a chi fa il Sindaco a tempo pieno, senza incrementare la retribuzione di chi ha già un altro lavoro a cui dedicare la propria attenzione e il proprio tempo.

Abbiamo anche chiesto insieme ai colleghi della Lega l'eliminazione dell'elezione diretta del Vicesindaco, in modo da impegnare maggiormente il Sindaco eletto direttamente dai cittadini al rispetto del proprio mandato elettorale, per fortuna, con questa legge avremo una maggior segretezza del voto grazie all'iniziale proposta della Lega a favore dello spoglio centralizzato, che la commissione ha deciso di estendere con questa proposta a tutti i Comuni che hanno più sezioni elettorali, però i Comuni con più sezioni elettorali sono all'interno del territorio valdostano, come tutti ben sanno, una limitata minoranza. Nei Comuni piccoli che hanno tuttora una sola sezione elettorale quindi il controllo del voto continuerà serenamente com'è andato avanti fino ad ora. Abbiamo proposto esattamente come per le elezioni regionali la preferenza unica anche all'interno dei Comuni, ma, come praticamente tutte le altre nostre proposte, si è scontrata con un muro di gomma da parte sostanzialmente di forze di maggioranza che hanno una paura terrificante del confronto con l'opposizione a livello locale, con forze a cui non interessa di fatto la buona amministrazione del territorio, ma sostanzialmente interessa invece molto la buona retribuzione dei propri eletti, e questo è un discorso già tristemente sentito in quest'aula. Come Movimento Cinque Stelle, pertanto non proporremo emendamenti bandiera nei confronti di questa proposta di legge, siamo peraltro certi della loro bocciatura, da parte di una maggioranza che presenta un testo così miope e blindato non sarebbero accolti. Questo testo, secondo noi, non garantisce la buona amministrazione, non garantisce la segretezza del voto e non garantisce la pluralità della rappresentanza dei cittadini nei Consigli comunali, non garantisce nemmeno un'equa retribuzione del lavoro di chi amministra il nostro territorio. I Sindaci valdostani con questa legge continueranno a essere politici in carriera, espressamente indirizzati da parte di quest'aula a sfruttare il proprio Comune come trampolino per il Consiglio regionale o per un posto ben retribuito in una partecipata, ebbene, auguri di buona carriera a questi Signori Sindaci, ma non lo faranno con il voto del Movimento Cinque Stelle!

Presidente - Altri? Ci sono altre richieste di intervento? La parola al collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - La Lega Vallée d'Aoste ha promosso la presentazione in aula di questo disegno di legge convinta di sostenere le richieste che arrivavano principalmente dall'ordine dei Sindaci, non abbiamo certo potuto accontentare tutte le loro richieste, anche perché è stato un confronto direi abbastanza serrato su tanti punti, tutti quanti abbiamo dovuto cedere qualcosa ed è stato un compromesso che riteniamo discreto e quindi anche noi, come i colleghi Cinque Stelle, non siamo totalmente d'accordo su tutti gli articoli, in particolare noi non sosterremo la preferenza di genere e tantomeno la presenza obbligatoria di genere in Giunta, però, al di là di questo, reputo che la relazione della Presidente è stata più che corretta, ha rappresentato correttamente il clima che si è respirato in commissione e giustamente ci ha fatto notare che la volontà era quella di trovare una soluzione soddisfacente per tutti.

Riguardo poi infine all'aspetto del Vicesindaco, anche noi eravamo convinti che la figura del Vicesindaco, istituzionalmente riconosciuta con la votazione diretta, non era poi così indispensabile, a nostro avviso, era sufficiente la delega a un membro della Giunta. Tant'è, forse il mio collega Luboz ha da aggiungere altro, ma credo che abbiamo già discusso abbondantemente in commissione di questo disegno di legge.

Presidente - Altri? La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - La legge che stiamo discutendo è sicuramente molto importante. Mi piace richiamare in apertura nientemeno che Emile Chanoux, che ebbe a definire il Comune: le chaînon fondamental de l'articulation des pouvoirs... le premier organisme social qui lie l'homme à l'homme et qui lui fait sentir sa nature d'être sociable. Ecco, in apertura di giornata, oltre a questa citazione importante, voglio regalare a tutta l'Assemblea una vera e propria chicca, anche per augurare buona vita a questa legge. Si tratta di un documento che ho ritrovato proprio per caso domenica, cercando altro, e si tratta di un documento pensate del 30 settembre 1944, quindi del momento più truce, più tragico della Seconda Guerra Mondiale, è tratto dal dodicesimo dei quattordici numeri del "Patriota della Valle d'Aosta", giornale clandestino, che, come forse ricorderete, nacque a Cogne su iniziativa di Giulio Einaudi rientrato dall'esilio in Svizzera e poi diretto da Saverio Tutino. In questo documento si fanno profondissime considerazioni sul Comune che mi piace ricordare: "in un regime di sana democrazia la vita del Comune, la sua sana gestione devono interessare tutti i cittadini, votare è un rito sacro diremmo, in quanto ognuno sceglie tra i tanti nomi da preporre alla gestione della cosa pubblica quelli che più gli danno affidamento per la loro onestà, per la loro rettitudine politica, che è poi rettitudine morale, per le loro capacità. La scelta di chi deve amministrare il Comune è un atto di grave responsabilità. Chi si estranea dalla vita collettiva verso la quale ha degli obblighi morali non avrà diritto alcuno domani di reclamare per tutte quelle cose di cui era abituato a lamentarsi ai tempi del Podestà imposti dall'alto. Oggi occorre ricostruire l'Italia e, per ricostruire, occorre incominciare dal Comune". Ecco, con questa ispirazione molto alta veniamo all'ora attuale e diciamo che, secondo noi, il fatto che... o, meglio, non secondo noi, è proprio così, il fatto che si voti nel mese di maggio 2020 e che si discuta oggi quasi fuori tempo massimo della nuova legge elettorale per i Comuni valdostani non è positivo ed è una delle responsabilità di cui comunque la maggioranza deve in qualche modo rispondere. Noi abbiamo sottoscritto questa legge proprio con lo spirito, con il fine di portarla in discussione il più presto possibile: questo era il nostro intento, dopo lunghi e anche faticosi mesi di dibattito, che a volte - non sempre per fortuna, ma a volte sì - mi è parso pretestuoso.

Noi di ADU VDA però restiamo dubbiosi rispetto alla norma nel suo complesso, ci sono senz'altro degli aspetti positivi: in primis ci sembra il ritorno all'elezione diretta del Sindaco, che assicura una certa stabilità a enti che, a differenza, si badi bene, della Regione - non vorremmo che fossero confuse le acque -, hanno una funzione prettamente amministrativa, e il ragionamento da fare rispetto a quello che abbiamo detto ieri sulla Regione quindi è molto diverso; in secundis un maggiore riconoscimento del difficile lavoro dei Sindaci e degli Amministratori, che anche nei piccoli Comuni hanno responsabilità crescenti. Questo è un punto a cui noi di ADU teniamo particolarmente, perché la politica non può essere una professione. L'eccessiva monetizzazione degli incarichi ha fatto disastri, ma non si può nemmeno ritornare a quando la rappresentanza era appannaggio di chi aveva un censo, di chi aveva soldi e vi ricordo che è stato così per tutti i secoli della nostra storia fino al timido affacciarsi del Novecento. Per amministrare servono soldi, oltre a molto tempo, e senza uno stipendio congruo il Sindaco potrebbero farlo solo i ricchi o i pensionati d'oro. Questi due sono, secondo noi, gli aspetti molto positivi insieme anche alla negazione dell'insopportabile richiesta da parte del Celva - che spero poi non ce l'abbia con me, ma voglio essere molto franca - che il Sindaco al termine dei tre mandati consecutivi possa ricoprire la carica di Assessore della Giunta. Ecco questa era la richiesta, ma io dico con queste richieste su questa strada noi veramente vogliamo invogliare i giovani alla politica? Sinceramente, come ho detto anche in commissione, lo trovo vergognoso, soprattutto per la giustificazione che ne viene data: "guarda che nessuno vuole fare politica nei Paesi", ma per forza, se i giovani devono sempre confrontarsi, scusate, con le "cariatidi" - non voglio offendere nessuno perché anch'io sono carampana - che soffiano loro sul collo e dicono cosa devono fare, i giovani giustamente scappano, trovano altri obiettivi. Cari Sindaci, dopo tre mandati fatevi una bella crociera attorno al mondo con vostra moglie o con chi volete voi e trovo inaccettabile anche che sia stato accolto in legge che il quarto mandato lo possano fare come Consiglieri, sinceramente non ci piace.

L'aspetto che ci convince meno di tutti e su cui vorrei richiamare la vostra gentile attenzione è il tentativo comunque di ridurre nei fatti la rappresentanza di genere, che poi dobbiamo dire le cose come stanno, è la rappresentanza femminile, perché è sempre al femminile il genere meno rappresentato, chissà come mai... Vi voglio dire chiaramente, colleghi, che il nostro voto alla fine, al di là della firma iniziale, dipenderà dalla discussione e soprattutto dal prodotto finale, chiaramente in base ai vari emendamenti, perché sono tristi e davvero sconfortanti gli echi che ci giungono dall'Assemblea dei Sindaci valdostani, soprattutto quando a parlare sono le Sindache, che - speriamo non tutte - si sentono addirittura sminuite dall'attenzione alla rappresentanza femminile in politica. Ecco, qui, secondo noi, c'è un problema e vorrei dire alle Sindache: riflettiamo insieme per favore rispetto al fatto che ogni nuova legge deve portare con sé un tentativo di cambiamento di rotta, un cambiamento culturale e ne abbiamo un gran bisogno in Valle d'Aosta, forse è proprio questa la vera emergenza valdostana. Allora se qualcuna di voi ha trovato il suo equilibrio scimmiottando i Signori maschi, e così potete sentirvi soddisfatte al posto di tutte le cittadine, che di fatto dalla vita politica sono ancora marginalizzate sia per ostacoli interiori che non le fanno sentire all'altezza, quando in realtà in tutti gli ambiti stiamo dimostrando di essere oltre le richieste - e credo che questo non possa essere smentito -, vuoi anche per ostacoli esterni o interni-esterni di fatto, come la vita familiare, che non è ancora sufficientemente condivisa in tante situazioni, soprattutto in presenza di figli... Quello che voglio sottolineare con forza è che la vita privata di ciascuno di noi non può farci dimenticare il preciso dovere di dare il nostro peculiare e arricchente apporto alla vita della comunità tutta, a partire proprio dal contesto comunale che è quello più vicino alla vita reale delle persone.

Vorrei ancora dire che i meccanismi volti a favorire la parità di genere sono transitori. Se vivessimo nel mondo ideale, non ne avremmo bisogno, perché nel mondo ideale sarebbe normale che gli organismi politici potessero rappresentare la realtà sociale, i cui protagonisti sono più donne che uomini per una questione numerica, ma, poiché il nostro mondo reale è molto lontano dall'ideale, e ce lo diceva già Platone nel quarto secolo avanti Cristo, degli accorgimenti sono indispensabili, almeno per un periodo, finché non ce ne sarà più bisogno ed è compito preciso della politica introdurli. Ciò non significa affatto fare un torto all'intelligenza femminile come sembra sostenere la Lega, se ho capito bene, o essere trattate come indiani nelle riserve come ho sentito piuttosto affermare anche dalle Sindache, perché gli uomini possono tranquillamente essere mediocri o anche incapaci e dobbiamo tenerceli e ce li teniamo da secoli, quasi millenni. Noi invece dobbiamo essere bravissime e competenti su tutti i livelli, perché è su questa base e non sulla base del sesso che dicono di volerci giudicare. I Comuni anche in Valle d'Aosta sono sempre stati più sensibili rispetto al Consiglio regionale - questo vale in tutte le realtà nazionali - a questa questione, sicuramente per la maggiore prossimità alla realtà territoriale, alla vita reale di tutti i giorni. Ora quindi dobbiamo aumentare la percentuale in modo da rispettare questa bella storia dei nostri Comuni, fermarci al 35 percento, cioè usare la stessa percentuale che abbiamo pensato per la legge elettorale regionale, non fa onore alla storia dei nostri Comuni. Io quindi invito tutti a riflettere su questo punto, che è molto importante, perché, come ho cercato di dire più volte, ogni legge comporta un cambiamento culturale, ne abbiamo tanto bisogno e quindi dobbiamo avere un certo coraggio e, se non ce l'ha la massima Assemblea della Valle d'Aosta, a chi dobbiamo chiedere questo coraggio?

Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste, colleghi? Chiudiamo la discussione generale? Ha chiesto la parola il vicepresidente Farcoz.

Farcoz (UV) - Je crois que la relation de la Présidente de la commission a été plus que claire, donc je ferai quelque considération générale. Permettez-moi avant tout de remercier les membres de la commission avec lesquels nous avons entamé une discussion plutôt longue qui a duré six mois et surtout les composants du CPEL parce que sans leur texte aurait été sûrement plus difficile arriver aux résultats auxquels nous sommes arrivés aujourd'hui. Je crois que la contribution des Syndics est fondamentale parce qu'ils connaissent le territoire parfois - et je veux le souligner - plus que nous et je veux faire un autre petit commentaire sur un aspect qui touche intimement ce Conseil, c'est-à-dire les compétences primaires. Parfois dans la commission - et je ne veux pas faire des polémiques - j'avais l'impression d'être plus dans une commission d'une Région ordinaire que dans une Région à statut spécial. Je crois que si nous avons les compétences primaires, nous devons les exercer et pas dire: "in Piemonte, in Lombardia, in Veneto...", d'autres Régions d'Italie. Je crois que nous devons avoir l'imagination pour évidemment écrire des textes qui soient, d'un côté, convenables à nos exigences et, de l'autre côté, qui puissent tenir en pied les nécessités de ce territoire et surtout des gens qui y vivent. De l'autre côté, je crois qu'on a fait des raisonnements tout à fait approfondis parce que, comme l'a dit la Présidente, il y a différents thèmes sur lesquels nous nous sommes bornés. Les Syndics nous ont à nouveau envoyé différents commentaires, je veux rappeler qu'à la dernière réunion de la commission on avait enfin proposé - le collègue Peinetti et moi - une sorte de compromis final, c'est-à-dire si tous les signataires de la loi - donc pas ceux qui n'avaient pas signé - étaient d'accord d'aller dans la direction à nouveau de ce que le CPEL nous avait demandé, notre avis aurait été favorable. Je crois qu'à la fin on a trouvé un bon compris global pour modifier ces différentes lois qui ont été proposées à partir de 2014 et 2015 pour reformer la partie des collectivités locales. Je veux rappeler qu'en 2014-2015 il y avait d'autres conditions même budgétaires et économiques, évidemment avec ce genre de texte on est en train d'améliorer toute une série d'aspects que les Syndics ont porté à notre attention. Je veux rappeler qu'il n'y a pas seulement les Syndics, évidemment le CPEL est composé par les Syndics, mais beaucoup d'entre eux ils nous ont garanti qui ont été faites des discussions - je crois informelles - à l'intérieur de leurs Conseils communaux, cela signifie qui ont été remportées toute une série de considérations pas exclusivement singulièrement des Syndics mais des Conseils communaux, donc je crois aussi des Conseillers de l'opposition.

Je crois qu'il n'y pas rien d'autre à ajouter sauf le fait que maintenant nous avons à faire - et je remercie pour la disponibilité de hier soir des différents collègues qui avaient signé une ébauche de modification de la loi n° 6 - cette loi qui n'est pas un jeu, on doit l'aboutir dans une façon tout à fait sérieuse parce que l'organisation de nos Communes est absolument importante et fondamentale et je crois que la valeur d'avoir encore 74 Communes soit un pilier sur lequel notre autonomie doit se baser. Je crois que toute une série de services qu'on donne aux gens c'est parce que nous avons la volonté de garantir l'égalité des chances dans nos petites Communes de la montagne et c'est pour cela que nous devons aborder avec du sérieux ce genre de thématiques.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Da donna volevo semplicemente rispondere alla collega Pulz, perché abbiamo posizioni estremamente differenti sia come donne, sia come movimenti politici sul discorso della preferenza di genere e della rappresentanza di genere. Non mi trova minimamente d'accordo, io appartengo a quella tipologia di donna che ritiene invece che non ci debbano essere aiuti per le donne, non abbiamo nessuna difficoltà rispetto agli uomini a imporci ovunque e in qualsiasi campo noi vogliamo, è semplicemente una questione di costumi e di mentalità e le cose stanno cambiando e stanno cambiando molto velocemente. Vengo da una professione, nella vita sono un avvocato, ormai in cui ci sono più donne che uomini a esercitare la professione, nella maggior parte ormai delle professioni le donne si stanno imponendo molto velocemente, c'è una marea di sacche in cui le donne ancora sono tenute sotto rispetto agli uomini, sostanzialmente vediamo anche le progressioni in carriera e quant'altro, quindi c'è tutto un lavoro da fare sotto quel profilo, ma in politica mi dispiace ma sono le donne che devono cambiare mentalità e farsi avanti. Io dico già solo qui in questo Consiglio, se fossimo state elette con la preferenza di genere, a me avrebbe dato fastidio. Se noi siamo state elette, siamo state elette perché siamo state scelte, punto, ma se fossimo state elette perché comunque bisognava necessariamente mettere una donna, io da donna non l'avrei accettato, io non ho bisogno come donna e nessuna donna ha bisogno di aiuti, aiutini e tutto quanto, perché comunque qualunque risultato risulterebbe compromesso dal fatto che comunque tu hai dovuto avere un aiutino rispetto all'uomo, noi non abbiamo bisogno di questo. C'è bisogno di un cambio di mentalità, c'è bisogno di dare l'esempio e man mano molto velocemente le donne si faranno avanti, nel momento in cui capiscono che tutto ciò è possibile vale molto di più l'esempio rispetto all'aiutino, che comunque ti rende sempre qualcosa o qualcuno di serie B rispetto agli altri perché tu hai bisogno di essere aiutata. Noi non abbiamo bisogno di essere aiutate, è verissimo che oggi siamo ancora in una situazione in cui per poterti far valere come donna devi essere più brava, più capace, più preparata, devi sempre dimostrare infinitamente di più, pazienza, siamo in grado di farlo? Sì. Sta a noi e piano piano tutte le cose, anzi anche velocemente cambieranno. Mi dispiace io non accetto proprio questo tipo di discorso, perché, ripeto, va a minare qualunque risultato noi possiamo ottenere nella vita e ritengo appunto che sia fondamentale non aver bisogno di questo, sta a noi spingere le donne a candidarsi, sta noi spingere le donne a far capire l'importanza comunque del partecipare alla vita sociale e quindi anche alla vita politica, perché è fondamentale l'apporto e la visione che le donne hanno della vita, del mondo, della società e quindi dare un contributo importantissimo per tutto ciò che è il vivere sociale, però, ripeto, vale molto di più l'esempio di tutto il resto.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Certan.

Certan (AV) - Intervengo su questa tematica riguardante la preferenza di genere. Condivido quanto la collega ha detto, perché credo che abbia fatto dei passaggi importanti, nel senso che penso che in un Paese realmente democratico e egualitario quanto lei ha detto sia perfetto, giusto. Vi è, a mio avviso, un unico problema: che è giusto essere eletti con le preferenze, senza riserve, perché in effetti sicuramente dà più valore e dà perlomeno la stessa dignità senza avere la preferenza di genere in un'elezione in generale quando però si parte dagli stessi blocchi di partenza. Io ringrazio la collega Morelli e tutta la commissione per il lavoro che è stato fatto in collaborazione anche con il Celva e penso che comunque sia si siano fatti dei passi avanti rispetto alla scorsa legge, ritengo però che si poteva fare un passaggio in più. Non conosco altri Paesi e non vorrei cadere in quello che il collega Farcoz ha chiesto di non fare, di dire: "ma in quel Paese...", credo che il confronto a volte sia interessante, non tanto all'interno delle nostre Regioni, ma in Francia e in Spagna, ad esempio, la composizione delle liste è fatta in modo egualitario, vi è alternativamente un uomo una donna, un uomo una donna, un uomo una donna, per cui si parte da uno stesso numero e poi non c'è preferenza di genere. Questo, secondo me, è il sistema più corretto. Partiamo con delle regole leggermente diverse, dobbiamo dimostrare di più, forse, per carità, è una sfida che possiamo anche prenderci, possiamo anche fare, però, a mio avviso, per essere veramente nella totale uguaglianza, sarebbe necessario fare come i Paesi in cui non si definiscono le pari opportunità con una percentuale che non è pari, perché pari, a mio avviso, è il 50 percento, in matematica la parità è parità e quindi dovrebbe essere il 50 percento, quindi le liste dovrebbero essere composte, poi se è 45... adesso faccio un discorso più generale, però condivido che questa legge comunque è un passo avanti, sulla preferenza di genere, a mio avviso, in questo momento è ancora necessaria forse per fare poi un passo successivo. Nel momento in cui la composizione delle liste è più egualitaria, allora non è più necessario avere la preferenza di genere. In questo momento, a mio avviso, è ancora necessario, lo dimostrano tutte le statistiche anche riguardo alle posizioni di vertice sia nel pubblico che nel privato, quanta difficoltà a volte ci sia nel riconoscere competenza e riconoscere la propria dimensione a delle figure femminili rispetto a quelle maschili. Non entro sugli altri aspetti, però credo che questa legge sia stata davvero un bell'esempio di collaborazione e sia comunque un passo avanti rispetto alla precedente. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato su questi aspetti.

Dalle ore 9:54 assume la Presidenza il vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - La parole à la présidente Rini.

Rini (PNV-AC-FV) - Proprio un piccolo apporto visto che si è entrati nel tema delle preferenze di genere e mi sembra giusto e doveroso portare anche la mia e la nostra posizione in merito. Intanto mi preme ringraziare la presidente Morelli di commissione, per l'ottimo lavoro e credo che il collega vicepresidente Farcoz, abbia puntualmente in maniera molto seria e compiuta evidenziato la nostra posizione sull'architettura generale di questa norma. Per quanto riguarda invece la preferenza di genere, devo dire la verità che mi adeguo a quella che è stata la scelta, ma è una scelta che io non condivido e su questo devo dire la verità mi ritrovo nella posizione che ha espresso la collega Spelgatti. Io credo che le stesse opportunità le abbiamo dalla nascita, è vero nella storia non è stato così, ma ad oggi siamo nel 2019, quasi nel 2020, vorrei vedere sia in lista e poi elette delle persone motivate, delle persone capaci, siano esse uomini o siano esse donne, ma il fatto di riservare o comunque agevolare le elezioni per il sesso o comunque... mi pare una cosa veramente svilente. Sono sempre stata contraria queste previsioni, anche quando queste previsioni probabilmente avrebbero fatto comodo anche alla sottoscritta: penso, per esempio, alle composizioni di una Giunta. Pensate quanto sarebbe brutto: "tu fai l'Assessore ai lavori pubblici perché hai una preparazione, tu fai l'Assessore alla sanità... va beh, tu sei donna, siamo obbligati a metterti", è veramente svilente e offende profondamente il genere femminile. Io credo che su questo, invece che imporre delle quote o porre dei paletti di questo tipo, ci siano delle operazioni culturali da fare, a partire proprio dalle donne, dalle donne con le altre donne. Cominciamo da lì, che è già un gran bel passo in avanti. Io devo dire che tutti questi anni non ho mai sentito su di me su una discriminazione per il fatto di essere donna, né nella mia professione privata, tanto meno in politica. Credo quindi che i passi da fare ci siano, ma siano quelli semplicemente culturali e sinceramente io sono profondamente contraria a ogni tipo di previsione di quota riservata, perché non abbiamo bisogno di questo, abbiamo bisogno di persone, come dicevo prima, preparate, capaci e motivate, siano esse uomini o donne: questo è quello che spero e che auguro al nostro Paese.

Président - La parole au collègue Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Per una tradizione ormai... come dire? ben avviata, quando si tratta di quote rosa o di discussioni su questioni che coinvolgono le quote rosa, io e la collega Spelgatti interveniamo in sequenza, prima la collega e poi io, perché se intervenissi prima io, chiaramente si potrebbe dire che intervengo per un interesse di categoria e invece io e la collega Spelgatti diciamo le stesse cose, anzi l'assurdità è proprio dover arrivare a questo, cioè a dover essere legittimato a poter presentare alcune posizioni che escono fuori dal politicamente corretto, perché prima interviene una donna. Questa credo sia l'assurdità che ormai si è andata affermando in questi ultimi tempi.

Intervengo brevemente sul testo della legge per il quale ringrazio tutta la commissione, ma in particolare i colleghi Luboz e Lucianaz che hanno lavorato in questi mesi, in queste settimane intensamente per portare a casa un provvedimento che ha numerosissimi lati positivi e che sicuramente potrà portare un voto all'interno di Comuni certamente più libero grazie alla preferenza unica, vedo che si voleva arrivare addirittura a creare... chiedo scusa, il voto centralizzato, non la preferenza unica, perché volevo passare avanti dicendo che mi spiace che i colleghi Cinque Stelle invece si rammarichino per l'assenza addirittura della preferenza unica, si vorrebbe il seggio unico, la preferenza unica, magari il candidato unico, così avremmo evitato qualsiasi tipo di pericolo di chissà quali infiltrazioni. In realtà il vero vulnus che noi riteniamo porti avanti questa riforma è proprio quello delle famose quote rosa o quote di genere in realtà, perché siamo come sempre alla ricerca, siamo come sempre all'inseguimento del politicamente corretto, siamo come sempre alla ricerca del "ah, ma in Europa, in Finlandia, in Slovenia lo fanno, perché non dobbiamo farlo qui?", "ah, ma qua hanno fatto un governo con metà donne, metà uomini e allora noi dobbiamo farlo anche noi". In realtà, il punto credo che lo abbia centrato molto bene il presidente Rini: noi - e dirò una cosa molto forte - non abbiamo bisogno di donne in politica, ma così come non abbiamo bisogno di uomini in politica, ma abbiamo bisogno di persone capaci in politica, siano esse donne o uomini: questo è l'unico punto fondamentale su cui ci si dovrebbe battere. Non c'è bisogno di un genere o di un altro, perché dovremmo preferire o violentare le liste elettorali costringendo i movimenti, le liste civiche, i candidati a dire - perché lo sapete benissimo, non ci nascondiamo dietro un dito, che tra pochi mesi... perché le elezioni comunali sono tra pochi mesi -: "abbiamo bisogno di donne in lista", non "chi possiamo mettere che rappresenti al meglio le istanze dei cittadini?", no, non sarà questo il discorso, sarà "abbiamo abbastanza donne da mettere in lista per raggiungere le quote che ci hanno imposto?", è questo il discorso su cui si vuole cominciare a fare amministrazione? Dire: "bisogna trovare qualcuno, sia anche esso... quello che vuole, l'importante è buttare dentro uno dentro le liste", io non credo che sia il modo migliore per coinvolgere le persone in politica. Le persone in politica ci devono entrare perché hanno qualcosa da dare, perché hanno dei valori da rappresentare, perché conoscono il territorio e vogliono migliorarlo, siano esse donne o uomini.

Ripeto un concetto fondamentale: la parità dei diritti di cui si è parlato significa parità di accesso, significa che donne e uomini hanno lo stesso identico medesimo diritto di poter essere candidati, di poter concorrere e andare a governare uno specifico territorio, altrimenti arriveremo al punto, com'è stato sollevato... nel 2014 mi ricordo in Parlamento ci fu una discussione quasi surreale, trattando di questo sistema di quote di qua e di là, si disse: "ma non ci sono abbastanza premi Nobel in Parlamento, proponiamo di inserire una quota per i premi Nobel", si alzò un parlamentare e disse: "bene, è giusto, rappresentiamo i premi Nobel, però rappresentiamo anche una quota per gli analfabeti, così almeno rappresentiamo tutte le categorie". È questa la politica a cui vogliamo arrivare? Ognuno che rappresenta il proprio pezzettino, ognuno che rappresenta... allora facciamo la quota per i mancini, facciamo la quota per questo, facciamo la quota per quello... è assurdo! In politica devono andare avanti le persone che hanno le capacità e le persone che hanno le capacità o che i cittadini vedono quali propri rappresentanti, sono scelti proprio dal voto. Concordo perfettamente con la collega Spelgatti, voi credete davvero che sarebbe un valore per le donne o per gli uomini - perché qua parliamo di quote di genere e non dedicate alle donne chiaramente - che entrano qui sapendo che sono frutto... per esempio, mettiamo che ci fosse stata, come aveva proposto la collega Pulz per le elezioni regionali, la doppia preferenza di genere, ebbene, io so che entro dentro questo Consiglio perché c'è stato un uomo che mi ha portato o una donna che mi ha portato e io, grazie a quel voto, sono entrato in Consiglio... quindi io ho avuto il voto non in virtù di quello che ho portato o del valore che le persone mi riconoscono, ma in virtù del mio sesso: questo è quanto di più sessista effettivamente possa esistere.

Ripeto: la parità è la parità di accesso, perché dando la possibilità di accedere a tutti a quel tipo di incarico, concorrendo con altri candidati, si garantisce la parità per tutti in maniera assolutamente democratica. Altra cosa invece è violentare quel tipo di quote imponendo delle cifre sotto le quali non si può rappresentare un sesso rispetto a un altro. Allora - anche qui un caso che ha fatto scuola - ci sono state liste che avevano, per esempio, visto che si parla della presenza di donne in lista, troppe donne in lista e non hanno potuto presentarle. Se domani, visto che vogliamo promuovere la presenza delle donne nelle istituzioni, perché si dice che sono sottorappresentate, se domani si presentasse una lista con tutte donne, bene quella lista non si potrebbe presentare alle elezioni, allora andremmo contro, andreste contro tutto quello che avete sostenuto oggi: ecco perché siamo fortemente contrari, le persone devono emergere sulla base delle loro qualità, non sulla base del sesso, che è qualcosa che si sono trovati, che non hanno certo contribuito ad accrescere.

Président - La parole au collègue Barocco.

Barocco (UV) - Je voudrais porter ma contribution à ce débat très engageant et très important pour notre communauté. Première chose, moi je tâche de comprendre certaines affirmations des collègues du M5S sur certaines choses, mais je ne voudrais pas être si tranchant. Nos Syndics dans plusieurs Communes travaillent à tout temps, ils travaillaient à tout temps même quand il n'y avait pas des indemnités et ils travaillaient pour donner un service à nos concitoyens. Je parle surtout des communes les plus éloignées de la ville d'Aoste. Je ne vois rien de mal si dans la passion politique d'un administrateur il met son expérience à disposition d'un mouvement, d'un parti et il tâche de se porter candidat dans cette Assise, la plus importante de notre Région et les Syndics qui se sont assis ici ont porté leur expérience administrative, leur praticité. Il y a toujours - et je pense de pouvoir l'affirmer - des excès dans un système, mais je crois que dans la généralité des cas ce n'est pas ainsi. Moi je vois aussi dans la possibilité que ces collègues puissent siéger dans cette Assise la possibilité d'avoir des collègues qui ont une certaine préparation en matière. Ils savent qu'est-ce que c'est une delibera, une loi, ils savent bien de choses qu'il faut apprendre en étudiant pour être des bons administrateurs.

La collega della Lega diceva: "ci vogliono delle remunerazioni, ci vuole molto tempo, ci vuole della preparazione", quindi quella preparazione di cui facevo cenno. Permettetemi qui anche - non vorrei poi sembrare troppo eretico, soprattutto dopo il Congresso dell'Union Valdôtaine - ma citare la scuola della Lega per gli Amministratori comunali mi sembra una cosa importante, una volta queste cose il mio movimento le faceva, poi per tante ragioni non siamo più riusciti a organizzarle, però appunto la preparazione è uno di quegli strumenti che tutti i movimenti, anche i partiti più nuovi devono cercare di fare per portare degli Amministratori in tutte le assise che abbiano capacità, quello che diceva poc'anzi il collega Andrea Manfrin. La capacità quindi di trovare delle persone che si dedichino alla politica, al di là dell'appartenenza di genere. Io penso che questa sia una sfida, la penso anch'io come alcune colleghe, però che non ci sia questa necessità così impellente... però effettivamente io vi porto la mia esperienza personale. Quando abbiamo fatto le liste nel mio Comune, ci siamo dovuti confrontare con questa quota rosa e effettivamente forse è stato soprattutto un problema di ordine culturale, questa quota rosa ci ha imposto di guardare all'altra metà del cielo e - parlo di me - probabilmente non si è abituati o non eravamo abituati, o come ha detto la Consigliera Spelgatti, le donne non si facevano avanti, anche. Devo però dirvi che questa quota rosa ha imposto forse in maniera troppo drastica, ma un momento di stop per guardarci intorno, guardare la nostra comunità e per affrontare questo problema. Penso che le quote rosa non siano lo strumento per avere una qualificata partecipazione e persone capaci, ma senz'altro, se vogliamo questo, dobbiamo fare un salto culturale che deve passare attraverso altri strumenti, perché sennò si riduce a un momento di ragionamento appena prima delle elezioni, mentre penso che la partecipazione alla vita pubblica debba essere un susseguirsi di stimoli e di colloqui con la propria comunità e con i propri cittadini per cercare di trovare la possibilità di fare partecipare alla politica, all'amministrazione persone più preparate. Ecco, questo era un po' quello su cui ho cercato di ragionare in questi pochi minuti di questa importante seduta, è un pezzo del complesso mondo degli Enti locali.

Ieri, grazie alla disponibilità di tutti, abbiamo trovato un accordo per cercare di trovare una legge che vada a regolamentare l'intero sistema, condivisa. Cerchiamo di affrontare questa sfida ma con quella attenzione di trovare persone capaci, giovani, che vogliono fare qualcosa per la loro Valle e per la loro comunità. Un grande Presidente americano diceva: "non chiederti quello che può fare la Nazione per te, ma chiediti cosa puoi fare tu per la Nazione": ecco questa penso che sia una delle cose che dobbiamo cercare di trasmettere. Probabilmente l'esempio di questi anni... tanti errori, ma anche di tante cose buone, ma guardiamo... hanno forse impedito o non siamo stati in grado di trasmettere questa tensione politica che la mia generazione e tante altre avevano, che cominciavano ad affrontare fin dagli anni del liceo.

Président - La parole à l'assesseur Certan.

Certan (AV) - Ringrazio il collega Barocco perché credo che abbia fatto un ottimo passaggio evidenziando quale potrebbe essere l'obiettivo diciamo più alto che con questa legge si potrebbe raggiungere, che condivido essere il passaggio... e avere ancora questa riserva, ripeto questa parola che ho usato prima, perché, in realtà, la situazione che ha descritto lei, collega Manfrin, non è esattamente quanto ha detto la sua collega Spelgatti. Condivido di più il passaggio della collega Spelgatti che è stato ripreso anche da altri interventi, perché è vero che, per essere in lista o eletti, così come peraltro occupare altri posti nei lavori... a livello occupazionale, si deve esserlo per capacità, per competenza e lo condividiamo credo tutti. Questo è un discorso che abbiamo credo in comune, ma perché la pari dignità fra uomini e donne è questa, quindi sono d'accordo che i nostri Comuni, la comunità abbia bisogno di persone innanzitutto con capacità, con competenze nei vari settori e lo ha ripreso benissimo il collega Barocco. Lei però ha fatto un discorso contraddittorio, nel momento in cui lei dice: "ci fossero liste solo di donne non andrebbe bene", certo che non andrebbe bene, lei dice: "bisogna che ci sia pari accesso", ecco è proprio quello che io le dico: in altri Paesi c'è il pari accesso, c'è la possibilità di avere le liste paritarie e quindi non c'è dopo nessuna preferenza, perché si parte dagli stessi blocchi di partenza, mentre spesso, lo dico nel caso in cui ci fossero troppe donne in lista o troppi uomini, non c'è parità di accesso. Le faccio un altro esempio: ci sono leggi che impongono, è un fattore culturale anche questo, che la violenza è perseguibile, la violenza su uomini e la violenza su donne, la violenza in generale, però poi si è stati costretti a dover normare e andare a fare leggi, definire leggi molto precise, il codice rosso di cui è stato ampiamente fatto un convegno e si è trattato nel convegno la scorsa settimana, è uno degli ultimi passaggi, sono state leggi necessarie contro il femminicidio, contro la violenza di genere, cosa che, a mio avviso, in una società in cui c'è la parità di rispetto, c'è un livello culturale come diciamo noi di un certo livello, non ci sarebbe bisogno, però si è stati obbligati a normarlo. In questo io dicevo sono d'accordo che le quote non devono diventare lo strumento di partecipazione di un genere o dell'altro alla politica, non dovrebbe essere così, ma probabilmente in questo momento, e sono d'accordo che sia necessario un salto culturale, questa preferenza di genere ha permesso, come diceva il collega Barocco, di guardare anche un altro aspetto di cui non si teneva conto, perché lo sappiamo ed è svilente, avete ragione quando si dice che bisogna cercare o donne, o uomini per poter fare le liste, bisogna cercare più donne, oppure dovessimo dire: bisogna cercare più uomini perché manca la rappresentanza di uno dell'altro, ecco io dico: certo che è svilente, però poi sappiamo che chi rimane non paritario sono generalmente, perlomeno ancora adesso, le donne. Ripeto: la parità di accesso nella composizione delle liste è, a mio avviso, la cosa più egualitaria e più corretta, si parte con le stesse... un uomo una donna o una donna un uomo, un uomo una donna alternativamente come in alcuni Paesi, dopodiché ognuno fa la propria scelta.

Président - La parole à la collègue Russo.

Russo (M5S) - Stiamo parlando di una legge molto complessa e farei un affondo veramente veloce sulla differenza di genere, perché è un tema che mi è molto caro ed è molto complesso e necessita, secondo me, di una visione molto ampia e anche culturalmente molto aperta. La differenza di genere ha origine culturali lontane e profondissime, uomini e donne devono lavorare insieme nell'interesse dei cittadini, ma soprattutto credo che debbano avere le stesse opportunità per farsi strada nella vita e questo può avvenire soltanto con politiche serie a tutela della maternità, della famiglia e a sostegno del lavoro e della famiglia stessa, in modo che nessuna donna possa subire il ricatto di perdere il lavoro o di vedersi ridotto lo stipendio, cosa che avviene spesso. I tre principi fondamentali che la nostra istituzione deve garantire sui cittadini, uomini e donne in modo indifferente, sono la promozione della cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali delle differenze di genere, nell'ottica di prevenzione culturale, una condanna forte di ogni forma di violenza contro donne e minori e ripeto politiche serie a tutela della maternità in ambito pubblico e privato - "privato" lo sottolineo -, a sostegno del lavoro e della famiglia che possano garantire che nessuna donna subisca il ricatto di perdere il lavoro. Le misure concrete che la nostra Amministrazione vorrei che mettesse in atto in modo coerente convinto sempre sono quelle di attuare campagne di sensibilizzazione e di informazione tramite le scuole le agenzie educative del territorio per diffondere una cultura fondata sulla pari dignità e la valorizzazione di genere già dalla scuola d'infanzia; contrastare anche nella comunicazione istituzionale linguaggi verbali e non verbali lesivi della dignità della donna; un graduale superamento del concetto delle quote rosa di cui stiamo parlando per favorire un sistema di rappresentanza paritaria: l'attuazione di politiche a sostegno del lavoro con incentivi fiscali per i datori di lavoro privati durante i periodi di maternità e allattamento delle dipendenti; una promozione di un tavolo di lavoro con associazioni e comitati di liberi professionisti per la ricerca di soluzioni per il sostegno alla maternità delle lavoratrici con partita Iva, che sono penalizzate fortemente nel momento in cui decidono di avere dei figli: la promozione di politiche di welfare che permettano ad entrambi i genitori di lavorare e di prendersi cura dei figli, entrambi i genitori, non solo la mamma, e sostenere la presenza, come stiamo già facendo, ma ancora in modo più forte, dell'attività dei centri antiviolenza, più la presa in carico ovviamente della questione delle donne che subiscono violenza quando poi devono rientrare nel mondo del lavoro e devono rientrare nella loro vita quotidiana. L'Amministrazione regionale quindi ha l'importante compito di garantire con azioni precise e convinte che uomini e donne abbiano pari opportunità di accesso alle istituzioni.

Président - La parole à la collègue Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Io vorrei differenziare un attimino le varie tematiche che lei, collega Russo, ha toccato. Condivido appieno e rientra esattamente in quello che io stavo dicendo prima il fatto che si debba lavorare per eliminare quelle sacche di differenziazione; le sacche di differenziazione che cosa consistono? Consistono nel fatto che la donna, soprattutto quando vuole avere figli o quando ha figli, spesso volentieri soprattutto se libero professionista, perché nel pubblico ormai questo problema non c'è assolutamente, la donna è più che tutelata, non lo è nel privato, ha dei problemi poi a portare avanti la propria attività professionale rispetto al discorso della famiglia e alla tutela della famiglia, dei figli e del tempo, quindi bisogna aumentare quel tipo di sacche di aiuti e di protezione. Su tutto invece il discorso di cominciare a fare le campagne di sensibilizzazione sulla parità di genere nelle scuole, dico attenzione, o io ho vissuto un'altra realtà, o c'è qualcosa che non quadra, cioè in vita mia da donna sinceramente non mi è mai capitato una sola volta di sentirmi discriminata. Non mi è mai capitato nel mio lavoro, torno a ripetere come avvocato, ma facendo soprattutto poi molto penale, lavorando in carcere, difendendo detenuti, difendendo... non mi è capitato una sola volta di subire una discriminazione o di avere dei commenti sessisti da colleghi, da clienti e non è che ho difeso la crema della crema della società, quindi io non so dove sia il problema oggi della discriminazione delle donne nella nostra società: parlo della società valdostana, in Valle d'Aosta, in Italia sinceramente questo problema non esiste o io ho vissuto, ripeto, una realtà parallela, oppure non la trovo minimamente. Diverso è dare la possibilità alle donne di partecipare e di stare ai blocchi di partenza tutte alla stessa maniera, ma, rispetto alla posizione della collega Certan, io dico che abbiamo tutti la stessa possibilità nel momento in cui non abbiamo dei limiti perché non possiamo lavorare o non possiamo partecipare alla vita politica perché non siamo messe nelle condizioni materiali di poterlo fare, perché sinceramente nel momento in cui non hai degli aiuti per la famiglia, degli aiuti per gli asili nido, degli aiuti per... materiali sto parlando e sto parlando per le libere professioni, perché nel pubblico direi che le donne ormai sono ampiamente tutelate, se non hai quel tipo di possibilità di partecipare e di stare ai blocchi di partenza, parti già zoppo, questo mi sta bene. Non mi sta bene però poi il discorso che fa lei, collega Certan, perché mettere nelle liste un uomo e una donna, un uomo e una donna, vuol dire necessariamente blindare e quindi stabilire che per il 50 percento devono essere uomini e per il 50 percento devono essere donne non è più un discorso meritocratico. Ripeto: poi io ho un'altra mentalità, io parto dal presupposto che nella vita le persone che vengono fuori di più sono sempre quelle che hanno più difficoltà, più difficoltà la vita ti dà e meno vivi nella bambagia, più sinceramente le persone hanno la possibilità di emergere e io dico le donne, se guardiamo anche nell'attività professionali, faccio sempre l'esempio perché è quello che ho vissuto: nell'avvocatura non hai aiuti, non aiuti di nessun tipo, le donne devono riuscire a essere madri, portare avanti la famiglia, portare avanti il lavoro e normalmente quelle che emergono di più sono donne, santa pazienza! Questo perché? Perché hanno dovuto superare delle difficoltà enormi, ma questo vale per gli uomini e per le donne, nella vita più hai difficoltà, più hai ostacoli più devi tirar fuori le risorse migliori per poter andare avanti per combattere. Basta il fatto di cercare per legge di dare gli aiuti, le campagne di sensibilizzazione, questo e quest'altro! Semplicemente diamo la possibilità a tutti quanti di poter lavorare e tirar fuori le risorse migliori e poi mettiamoci grinta. Io dico le donne, santa pazienza, non hanno bisogno di aiuti di nessun tipo se non quelli materiali per potersi occupare di tutto e poi basta, siamo in grado di dimostrare tutto quanto, lo dobbiamo dimostrare con i fatti e senza aiutini, perché gli aiutini ci sminuiscono già in partenza, perché tu hai bisogno dell'aiutino. Io da donna non ho bisogno di nessun aiutino, grazie tante e poi la vera parità la si ha nel momento in cui sostanzialmente veniamo valutati per quello che siamo, indipendentemente dal fatto che tu sia uomo o tu sia donna, sinceramente, questa è la vera parità e non cominciamo a fare le sacche: la quota per questo, la quota per questo, la quota per quest'altro e poi allora dobbiamo andare a differenziare perché non c'è solo il maschile e femminile, allora bisogna fare poi le quote per gli omosessuali giustamente, perché vanno tutelati, poi ci sono tutti gli altri, poiché il genere, ma ragazzi cioè ognuno partecipa e ognuno dà il meglio di sé, poi nella vita ti conquisti quello dove vuoi andare, quello che vuoi, te lo conquisti che tu sia uomo che tu sia donna.

Président - La parole à la collègue Russo.

Russo (M5S) - Vorrei solo però riportare la collega Spelgatti un attimo alla realtà, nel senso che, al di là del senso che garantire le pari opportunità a uomo donna significa anche garantire un indice di natalità che ritorni nella normalità, noi sappiamo benissimo che, dove non c'è pari opportunità, le donne decidono di non avere figli perché preferiscono fare altro e quindi dedicarsi alla realizzazione personale sacrosanta. Io però le voglio riportare dei dati invece che ho preso perché sto facendo un lavoro di approfondimento sulla questione appunto delle pari opportunità, i dati del 2018 ci dicono questo: secondo l'Eurostat, il tasso di occupazione tra uomini e donne tra i 15 e 64 anni è molto differente: 66,5 percento dell'occupazione degli uomini contro il 48,1 percento delle donne, quindi con uno scarto di 18,4 punti percentuali. La situazione poi è ancora peggiore se invece andiamo a parlare della retribuzione oraria, cioè abbiamo 13 euro delle donne, contro un 14,8 euro degli uomini, quindi le donne percepiscono il 12,2 percento più o meno in meno. Se poi parliamo di donne laureate, ancora peggio, cioè il divario si allarga ancora, quindi arriviamo a 16,1 euro delle donne contro i 23,2 euro degli uomini. Allora sono certa, ma io sono profondamente certa di questo, che prima di tutto le istituzioni hanno il dovere di garantire a uomini e donne la pari opportunità con l'attivazione di serie politiche di sostegno al lavoro e alla maternità e credo fermamente, data la violenza che c'è ad oggi nel linguaggio e nella realtà, che solo con un rinforzo culturale nelle famiglie e nei minori si possa ripartire nel rispetto reale delle differenze.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Vorrei intervenire nel merito della legge e non soltanto su questo aspetto che mi interessa comunque molto e a cui farò un accenno successivamente. Io ho partecipato soltanto alla prima parte della discussione relativa a questa legge in I Commissione, nella quale Rete Civica è rappresentata egregiamente dal collega Bertin e quindi non ho seguito direttamente tutto il dibattito, ma indirettamente, leggendo le modifiche che via via venivano fatte e discutendone con altri componenti. Mi sembra che sia stato fatto un lavoro approfondito, importante, che, com'è stato ricordato già da altre persone, è stato un lavoro di mediazione in cui vari Consiglieri, vari gruppi hanno dovuto magari rinunciare a qualche cosa che era interessante per trovare una sintesi ampiamente condivisa. Ci tengo però a evidenziare, a sottolineare alcuni aspetti di questa legge che non mi convincono del tutto: il primo riguarda la composizione nei Consigli comunali per quanto riguarda il rapporto maggioranza/minoranza, lo avevo detto nelle prime sedute, quando avevamo audito i rappresentanti del Celva. Io ritengo che aver scelto di portare il rapporto otto a tre nei piccoli Comuni sia una scelta sbagliata. Ho fatto l'Amministratore comunale in un comune molto piccolo e ritengo che, per una questione di rappresentanza delle minoranze, sarebbe stato meglio mantenere il rapporto sette a quattro, l'avrei nettamente preferito. Su questa cosa capisco che si sia dovuti arrivare a una decisione mediata che però non reputo positiva.

L'altra questione riguarda i compensi. È sicuramente importante riconoscere il lavoro dei Sindaci, che è un lavoro importante e quindi è corretto, a mio avviso, aumentare le fasce di retribuzione. Non sono invece convinta che sia stata una scelta giusta quella di mantenere la diaria com'era nella legge precedente. In questo senso condivido l'analisi che ha fatto il collega Vesan sulla questione dei rimborsi da corrispondere effettivamente. Bisognava ragionare di più sulla questione della diaria, mi sarebbe sembrata una soluzione migliore, così come ritengo che ci doveva essere una differenziazione più marcata tra quei Sindaci che svolgono il loro mandato a tempo pieno e quelli che lo fanno a tempo parziale. In realtà si è mantenuto il rapporto di prima: 80 percento e il 100 percento dell'importo. Su questi due aspetti quindi ritengo che non si sia fatto un lavoro condivisibile.

Per quanto riguarda la questione della rappresentanza di genere, io in quest'aula ho più volte ho espresso il mio pensiero, che non è cambiato: continuo a credere che sia necessario, visto che non c'è ancora quel cambiamento culturale che tutti auspichiamo, ma che nei fatti non esiste..., che sia importante avere una rappresentanza di genere codificata anche per legge. In questo senso sono contenta che non sono state accettate le proposte iniziali del Celva che voleva togliere la preferenza di genere, non voleva la rappresentanza in Giunta, quindi c'è stato un lavoro di mantenimento della legge precedente avanzata come tutti ci hanno riconosciuto. Ricordo anche l'audizione della costituzionalista, che ci aveva detto che la legge per gli Enti locali della Valle d'Aosta dal punto di vista della rappresentanza di genere, era superiore come possibilità rispetto a quella di altri Paesi. Il fatto quindi che non si sia andati a toccare quell'impianto credo che sia già, viste le richieste iniziali, un buon risultato, anche se non basta, perché ha ragione la collega Russo: per fare dei cambiamenti culturali, ci vogliono anche delle politiche di sostegno al genere, politiche di sostegno alla maternità, al lavoro delle donne e a quello che riguarda tutto ciò che è inerente alla famiglia. È stato introdotto il 35 percento, mi sembra che sia una cosa positiva, anch'io però condivido come la collega Certan l'idea che invece bisognerebbe avere delle liste dove i generi siano esattamente rappresentati al 50 percento, poi si può scegliere di votare chi si vuole: il 50 percento di persone di sesso femminile e 50 percento di persone di sesso maschile, che dovrebbero avere tutte delle buone competenze per potersi candidare e poi la gente sceglie comunque, non è che non può scegliere. In ogni caso io credo che ci sia ancora molto lavoro da fare in questo senso, lo dimostra anche un po' il dibattito che c'è stato qui. C'è ancora tanto da fare anche per quello che riguarda la parte femminile.

Collega Spelgatti, sicuramente lei vive una situazione privilegiata, come ha detto lei stessa, forse addirittura proviene da un altro pianeta, perché sostenere che non ci sono delle discriminazioni nella politica, nel mondo del lavoro, nella quotidianità non è una cosa reale, probabilmente lei è stata fortunata, ma per la maggioranza delle donne non è così, lo dimostrano i dati che ha letto la collega Russo e sono dei dati oggettivi. Secondo me non potremo di certo venir fuori da questa discussione oggi con delle idee nuove, le ripetiamo in tanti e in tanti contesti diversi, però bisogna prendere atto che, nel momento in cui non esiste una maturità culturale, anche le leggi devono andare nella direzione di mitigare il più possibile le differenze, le discriminazioni che non dovrebbero più avere ragione di essere nel XXI secolo.

Président - La parole au collègue Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Ho ascoltato attentamente gli interventi, ho voluto lasciar concludere gli interventi di chi si è essenzialmente espresso sul discorso della rappresentanza e della presenza di genere.

Io vorrei iniziare con una riflessione che porto in quest'aula, nel senso che un tema così importante io penso e ne sono davvero convinto che sia un tema che necessita di una condivisione trasversale e che non può avere bandiere; questo perché? Perché sono assolutamente d'accordo con quello che diceva prima lei, Vicepresidente, quando ricordava quest'aula che comunque in materia di Enti locali noi abbiamo competenza primaria esclusiva, forse ce ne siamo dimenticati? Forse ci siamo dimenticati che negli anni siamo stati precursori, io ricordo che, quando venne approvata la legge n. 54, era il 1998, facevamo ancora parte dell'Anci nazionale, venivamo regolarmente invitati nel resto d'Italia a presentare la nostra legge all'epoca: la n. 54 assolutamente innovativa e poi, di conseguenza, la n. 48, che dava certezze economiche agli Enti locali. Per anni pertanto siamo stati dei precursori, peccato che poi ci siamo arenati negli anni e non siamo stati capaci di giocare fino al fondo queste prerogative che ci hanno portato a essere di esempio nel resto d'Italia. Ricordo anche che, quando venne approvata la legge sui Segretari comunali, venimmo invitati all'epoca dall'Università di Trento e dalla Provincia di Trento a presentare la nostra legge, all'epoca c'erano alcuni Segretari che provenivano dall'albo nazionale, e noi con quella legge andammo a definire definitivamente una delle grosse difficoltà che aveva messo in discussione all'epoca i Comuni: quella della nomina del Direttore generale. Dico che siamo rimasti fermi perché poi nel frattempo gli altri non solo ci hanno copiati, ma ci hanno superati in abbondanza, nel senso che noi, quando parlammo poco tempo fa della legge sui Segretari comunali e in quest'aula andammo a dire che la Provincia di Trento era molto più avanti di noi perché aveva approvato un testo coordinato in materia di Enti locali, volemmo già all'epoca dire che c'era la necessità di avere e aprire un confronto non trasversale, di più, per avere una condivisione sul futuro dei nostri Enti locali.

Faccio un breve cenno, qualcuno l'ha detto, è il motivo per cui la modifica che andava discussa ieri della legge n. 6... anche se politicamente sarebbe stato corretto discuterla, perché l'abbiamo detto, non è accettabile che un disegno di legge depositato a giugno venga in aula per decorrenza di termini, probabilmente penso che la ragionevolezza imponeva una pausa di riflessione ed è con questo spirito che questa legge ritorna alle commissioni. Detto questo, io voglio solo sottolineare... qualcuno prima di me che mi ha preceduto... "sembrava quasi parlare di fronte a un anno zero", noi non siamo all'anno zero, obiettivamente con questi percorsi che abbiamo avuto negli anni abbiamo necessità di rivedere e correggere, come penso sia necessario correggere quella che sarà la proposta di modifica della legge n. 6, che era nata anche quella con uno spirito di salvaguardare l'identità dei Comuni ma poi probabilmente qualche errore anche politicamente è stato fatto sia da chi in quel momento ha legiferato e dico a larga maggioranza con la condivisione dei Comuni, ma anche da chi magari probabilmente poi ne ha gestito le conseguenze della gestione associata.

Chiudo questa parentesi perché vorrei entrare un po' nel testo di legge, nel senso che io sono stato uno di quei Sindaci che ha fatto il Sindaco e non ha fatto carriera, ma ha fatto poi altri tipi di scelte ed è diventato uno dei membri di questo Consiglio, penso che siamo cinque o sei, probabilmente ho perso anche qualche conto, però immagino che... Io però voglio iniziare dicendo che io nei miei 15 anni da Sindaco ho imparato molto di più che di questi sei anni in Consiglio regionale, lo posso garantire, per cui questa è la prima premessa che voglio fare. Io non ritengo che sia sbagliato per un percorso da Sindaco, da Amministratore locale e poi arrivare in questo contesto, perché io penso che il vero laboratorio di quello che significa a volte amministrare con pochi mezzi e dedicando tanto tempo, probabilmente sono i Comuni, le amministrazioni locali.

Ho vissuto anche quel periodo in cui non c'era l'elezione del Sindaco e del Vicesindaco, attenzione che quando c'è l'elezione del Sindaco con una legge, se non c'è il Vicesindaco, si torna regolarmente poi a elezioni: questo è il motivo per cui io sono assolutamente d'accordo che ci sia la figura del Sindaco e del Vicesindaco. Ho un rammarico - glielo ho già espresso in commissione e lo dico anche in quest'aula alla presidente Morelli -: non abbiamo avuto la volontà e il coraggio di riallineare le scadenze delle singole Amministrazioni comunali per arrivare in tempi brevi a quella che dovrebbe essere una scadenza per tutti i Comuni uguale, ma per il semplice motivo che una delle difficoltà che avranno quei Comuni disallineati è che si troveranno a scegliere un Segretario da un albo in tempi diversi, dove non sarà più una scelta. Allora bisognava forse avere un po' più di coraggio in questo senso, però qualcuno che mi ha preceduto l'ha detto correttamente: quando si tratta di questi disegni di legge, bisogna arrivare poi a delle condivisioni dove ognuno lascia qualcosa. Relativamente al discorso della rappresentanza di genere, qualcuno ha detto: "adesso abbiamo aumentato un po' il numero di quelli che devono essere il minimo e il massimo per quello che riguarda le liste dei candidati, può darsi che questo impedirà la presentazione di più liste". Io non vorrei solo che sia la percentuale dal 20 al 35 a impedire la presentazione di più liste. Attenzione, perché io ricordo che negli anni, non è assolutamente il fatto di... io impongo certi numeri che... c'è più rappresentanza di genere... Io ricordo che, quando non c'era questa regola, c'è stato un comune della Valle che aveva un Sindaco e quattro Assessori donna, questo è dimostrato dai fatti, per cui non è detto assolutamente che la rappresentanza di genere favorisca poi la possibilità di avere più alternative nei Comuni. Mi auguro che sia così, perché io non sono contrario, assolutamente non sono contrario, ma non vorrei che sia un impedimento, perché magari è meglio avere due liste con il 20 percento di donne in ognuna delle due, ma avere due liste che avere una lista sola perché comunque ho imposto il 35 percento di genere. Non è pertanto una contrarietà la mia, è un timore che sia un impedimento eventualmente alla possibilità di avere più liste nei Comuni. Non concordo con l'analisi che diceva prima il collega Vesan, nel senso di dire che allora con queste modalità di voto ci sarà esclusivamente il proliferare dei politici di carriera, Sindaci di carriera. Non lo penso perché - e lo dico in tempi non sospetti - io sono assolutamente convinto che nelle prossime elezioni comunali ci saranno grosse sorprese e ne riparleremo e molto volentieri e se poi mi sarò sbagliato, può darsi che me ne assumerò... e mi cospargerò il capo di cenere, io sono convinto che ci saranno grosse sorprese. Nei Comuni in questo momento il sentore è un po' quello che non c'è più quella grossa volontà di avere un cappello politico su chi eventualmente identifichiamo a capo dell'Amministrazione, c'è più la volontà del proliferare di liste civiche, del proliferare di persone che non abbiano dei padrini o delle madrine, ma che abbiano la possibilità di fare della buona amministrazione e qua arrivo al discorso dell'indennità. Io in tutta sincerità... so che, per esempio, nel mio gruppo non tutti la pensiamo alla stessa maniera, sono convinto che il riconoscere un'indennità, quella che abbiamo trovato nella sintesi nel lavoro di commissione non sia una spesa, se davvero noi abbiamo Amministratori e Sindaci che si impegnano, io sono convinto che sono investimenti, perché il presidio del territorio a volte vuol dire preservare il territorio da quelli che possono essere sicuramente eventi atmosferici o quant'altro e che a volte anche la politica nostra va ad accompagnarli... per cui noi a volte diamo delle responsabilità ai Sindaci, ma ricordiamoci che una legge importante come quella della 5 sulla salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio per anni ha avuto risorse finanziarie limitate: limitate perché sono buono oggi, sono in vena di buonismo per cui mi limito a dire limitate. Detto questo, bisogna dare gli strumenti per poter intervenire, perché io ho fatto il Sindaco quando fortunatamente non c'erano problemi finanziari, bastava avere una buona idea e tutto andava avanti, adesso i ragionamenti sono assolutamente diversi. Detto questo, dobbiamo fare crescere noi Sindaci, le Amministrazioni, per cui penso che in sintesi sia una buona legge e soprattutto, lo ripeto ancora per l'ennesima volta, sono assolutamente d'accordo con l'intervento del vicepresidente Farcoz, è una legge che deve continuare a sottolineare le nostre competenze primarie esclusive in materia di Enti locali.

Président - La parole au collègue Marquis.

Marquis (SA) - Ritengo anch'io di intervenire su questo tema, un tema estremamente importante che viene dibattuto oggi all'interno dell'aula perché si tratta di intervenire e di innovare il modello elettorale e ordinamentale dei nostri Enti locali, quindi interveniamo sulla legge elettorale, sulla legge n. 54 del 1998 e credo che questi enti siano la forza della nostra vita collettiva sul territorio, siano coloro che presidiano questo difficile contesto valdostano, un contesto che è caratterizzato per avere molti piccoli Comuni, questa è una qualità che ci contraddistingue e il nostro obiettivo deve essere anche quello di cercare di poterli fare amministrare bene e di mettere nella condizione chi opera nei Comuni di poter esercitare la propria attività e soprattutto il proprio impegno, perché qui si tratta di un impegno, quasi parliamo di volontariato in queste situazioni a fronte, com'è stato già evidenziato da alcuni colleghi, di grandi responsabilità che sempre più incombono sulle spalle degli amministratori locali e non. Ritengo quindi importanti le modifiche, soprattutto quelle più significative che sono fatte e introdotte da questa disposizione legislativa, in particolare si interviene sul voto centralizzato, mi limiterò a fare una panoramica con alcune puntualizzazioni. Credo sia corretto e giusto introdurre il voto centralizzato, che è già stato sperimentato a livello regionale, anche negli Enti locali, perché si tratta di dare la possibilità di esprimersi liberamente e senza alcun timore a tutti i cittadini.

Cosa dire dell'elezione diretta? L'elezione diretta, com'è stato già evidenziato prima dalla relatrice Morelli, discende dall'inizio di questa iniziativa legislativa, poi è stata nel 2015 modificata, si è tolta per passare al sistema proporzionale. Credo che, alla luce dell'esperienza che c'è stata nei Comuni sotto 1000 abitanti, sia importante dare anche qui questa possibilità di eleggere direttamente il Sindaco e quindi di uniformare l'approccio a tutta la nostra territorialità. Sulla giusta remunerazione condivido anch'io le parole che sono state espresse dal collega Gerandin e credo sia doveroso e giusto riconoscere a chi svolge quest'attività quotidianamente di poter avere anche un riconoscimento adeguato, ma non per l'attività, secondo me, per coprire i rischi che quest'attività genera.

Quanto alle questioni di genere, credo che si tratta di una questione che va oltre alla legge elettorale, che va a interessare una trasformazione culturale che attiene a tutta la nostra comunità. Sono favorevole a una maggiore presenza nella vita delle donne anche amministrativa e credo che lo sforzo che noi abbiamo fatto, la sintesi a cui si è arrivati di portare dal 20 al 35 percento la presenza del genere sia un segnale di attenzione. Siamo anche consapevoli che però l'approccio non è correlato esclusivamente alle regole che vengono introdotte, ma a tutto un modello che deve evolvere. Condivido anche la considerazione fatta prima che a livello di impatto immediato questa norma potrebbe anche rischiare di avere degli effetti di criticità nella preparazione delle liste e in alcune situazioni potrebbe mettere alcuni Comuni nella condizione di non riuscire a fare una seconda lista, perché è del tutto evidente che più regole introduco meno facilito. Magari risolvo qualche problema puntuale, però posso magari perdere di vista quello che è l'obiettivo generale, il primo diciamo che dovrebbe essere a monte: quello di garantire la possibilità di avere più liste che si confrontano. Bene anche il mantenimento della preferenza di genere e poi c'è tutta un'altra serie di iniziative che sono state diciamo messe a punto. Credo sia un risultato, perché è il frutto anche di discussione, di un lungo confronto all'interno delle aule delle commissioni, che ha caratterizzato l'approccio e chiaramente questa è una situazione di sintesi. Una sintesi che riteniamo possa andare nell'interesse di migliorare l'organizzazione amministrativa dei nostri enti e con questo confidiamo che sin dalle prossime elezioni si possa fornire con questa iniziativa discussa oggi un contributo positivo agli Enti locali della Valle d'Aosta.

Président - La parole au collègue Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Vorrei fare alcune considerazioni su questa specie di mania che è sorta di intervenire sulle leggi elettorali comunali e regionali periodicamente, come se dovessero essere sostituite come il filtro di un climatizzatore o la cartuccia di una macchina. Per quanto riguarda la questione degli Enti locali, in particolare dei Comuni, a mio avviso, si continua a fare dei maquillage e non si considera il problema centrale: quello di avere, per una regione che ha poco più di 125.000 abitanti, 74 Comuni. Il fatto di avere 74 Comuni che viene portato da alcune forze politiche come una questione di quasi avere una risorsa in più, è invece, a mio avviso, una terribile palla al piede, perché? Perché alla fine abbiamo delle piccole amministrazioni, porto l'esempio di Saint-Rhémy, che ha circa 360 abitanti, con delle responsabilità che sono grandissime, con l'impossibilità di organizzare dei servizi per quanto riguarda i cittadini, perché? Perché il Comune comunque p piccolino, ha poche risorse, una persona in questi Comuni o due persone fanno tutto, sono realtà che conosco abbastanza bene, fanno tutto, si occupano dal commercio agli spazi pubblici... e quindi cosa succede? Succede che il servizio che poi viene dato è un servizio scadente. Non si ha il coraggio di affrontare una volta per tutte il problema di ridurre quanto meno alla metà il numero dei Comuni valdostani. Tutti questi interventi legislativi sono delle cure palliative che non risolvono il problema centrale.

Il problema che è stato citato poc'anzi, quello di introdurre e continuare ad aggiungere dei criteri, delle prescrizioni e delle norme, alla fine soffoca anche la democrazia, perché è stato detto bene: alla fine si vuole garantire tutto e poi ci troveremo in molti Comuni con questa legge con un'unica lista, che è sicuramente espressione di poca democrazia e quindi tutto questo lavoro per tutelare che cosa? Per tutelare un presidio sul territorio? Un dubbio presidio in alcuni casi sul territorio, non lo so. Di certo noi abbiamo competenza primaria in materia di Comuni e che cosa si va a toccare con questa legge? Si va a toccare la pecunia, "i nostri Sindaci, poveretti, non prendono abbastanza soldi" allora che facciamo? Aumentiamo loro l'indennità. Io vi prego andate a vedere gli stipendi e le diarie che prendono i Sindaci del vicino Canavese o del vicino Piemonte, io vi porto un esempio: il Sindaco di Aosta con circa 30.000 abitanti andrà a prendere, adesso lo guardo per non... 5100 euro lordi quando il Sindaco di Vercelli, 45.000-46.000 abitanti, ne prende 4090. Allora cos'è? È come la questione che noi paghiamo in più nel supermercato perché c'è il trasporto da Pont-Saint-Martin ad Aosta? I nostri Sindaci hanno delle responsabilità in più degli altri Sindaci? Un Sindaco del Piemonte con buona parte del territorio in zona esondabile ha meno responsabilità di un Sindaco valdostano? Spiegatemelo. Qui cioè si vuole con un provvedimento sostenere la solita piccola casta, la grande casta e la piccola casta, qui c'è la piccola casta. Oltre alla diaria, qui poi viene previsto un ulteriore rimborso, perché poveretti i Sindaci si devono spostare e devono avere anche il rimborso, allora o gli dai una cosa o l'altra, bisogna anche qui capirsi un pochettino.

Per quanto mi riguarda, di questa legge non si sentiva di certo la mancanza in un periodo in cui i costi sono tanti e le entrate sono poche, aggiungere un ulteriore - sapete come viene visto? - odioso costo della politica è comunque negativo, non ce n'era bisogno, anche perché, perdonatemi, qui non stiamo parlando di mestieri: qui stiamo parlando di impegno a favore della collettività. Allora che ci sia una remunerazione e che questa sia adeguata va bene, ma che questo diventi una professione e qui si stabiliscano addirittura le tariffe o gli stipendi non va bene. Per quanto riguarda la mia posizione personale, questa legge quindi introduce delle criticità, non ce n'era bisogno, dobbiamo andare nel senso di semplificare le cose, non di porre paletti, non di creare privilegi, si poteva fare senz'altro meglio, di certo, per quanto mi riguarda, il sostegno a questa norma non ci sarà.

Président - La parole au collègue Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Giusto per non lasciare solo il collega Ferrero su questo argomento, com'è mia abitudine, preferisco parlare dati alla mano e ho valutato la tabella di differenza tra quanto dato come emolumento ai Sindaci, nella legge del 2015 approvata da quest'aula e quanto è previsto dalla legge che approviamo oggi. La legge del 2015 di fatto toccava esclusivamente gli emolumenti e li abbassava. Il Governo Rollandin abbassò pesantemente direi e giustamente le remunerazioni dei Sindaci, lo fece in un momento storico preciso, c'era bisogno di tagliare le spese. Noi dicemmo allora che non era abbastanza, però comunque fu fatto. Oggi nel 2019 in un periodo sicuramente economicamente molto più florido del 2015, perché adesso abbiamo molti più soldi, non c'è nessun problema economico... i Comuni non si lamentano che non hanno risorse, assolutamente no, anzi, a volte ci vengono a dire: "non sappiamo come spendere tutti questi soldi", giusto? Dicevo in questo momento che cosa succede? Succede che quest'aula vorrebbe approvare e probabilmente approverà un aumento di 650 euro mensili lordi per 42 sindaci, che fa 327.600 euro l'anno in più di spesa pubblica, un aumento di 600 euro per i Sindaci da 3000 a 5000 abitanti, ovvero per 23 Sindaci, che fa 165.600 euro in più, un aumento di 700 euro per i Sindaci... Scusate, ho sbagliato, prima era da 1000 a 3000, questo da 3000 a 5000, di 700 euro che fa 67.200 euro in più e, infine, un aumento di 800 euro per il Sindaco del Comune di Aosta che fa 9600 euro in più all'anno, per un totale complessivo di 570.000 euro in più di spesa pubblica, ripeto in un momento nel quale parrebbe che non ci siano risorse da dare ai Comuni, invece per aumentare gli stipendi ce le abbiamo. Il confronto ovviamente è fatto tra la legge del 2015 e la legge attuale, quindi parliamo di costi alla pari. Non mi sono neanche messo a fare quello sull'indennità, sul Vicesindaco, su tutta quanta la catena che poi a seguire aumenta rispetto a questi aumenti, perché è tutto parametrato al rimborso spese o alla diaria se preferite... scusatemi allo stipendio del Sindaco. Io questo non lo ritengo giusto, politicamente non lo ritengo giusto, non è neanche una questione economica a questo punto. Come ho già detto, se qualcuno ha paura per responsabilità che può avere di fare il Sindaco, nessuno lo obbliga, come nessuno obbliga nessuno di noi a fare il Consigliere regionale e io posso portare avanti questa battaglia per un motivo molto semplice, nonostante i Sindaci continuano a dire: "ma perché non te lo tagli tu?", Io me lo taglio già lo stipendio, è chiaro? Cari Sindaci, me lo taglio già e se pensate che il vostro lavoro sia pesante, il nostro lo è altrettanto, almeno per quanto mi riguarda, se volete fare cambio, venite qui, fate il lavoro che faccio io e io faccio il vostro, non mi lamento di questo, non mi lamento! Sono io in quest'aula che voto e decido qual è il vostro emolumento e fosse per me dovreste decidere Comune per Comune qual è il vostro emolumento, come succede in quest'aula. Vogliamo dargli l'autonomia? Decidessero per loro. Se un comune ha soldi che non sa dove mettere, per me il Sindaco può prendersi pure 1 milione di euro al mese, non mi interessa, deve rispondere ai propri concittadini, ai quali chiede le tasse. Questo è il discorso, è autonomia? Certo, però pensare di pagare un Sindaco di un Paese di 90 abitanti, 100 abitanti, e ne abbiamo, la bellissima cifra di 27.300 euro l'anno lordi solo di emolumento... e dite che i nostri stipendi sono alti? Mi viene quasi da ridere. Il rapporto per persone è assurdo. "Ma lui ha le responsabilità", infatti in un Paese di 90 abitanti non dovrebbe esistere, ma come fa ad andare avanti un'amministrazione con 90 abitanti? Scusatemi, 42 Comuni sotto i 1000 abitanti, con tutta la struttura che c'è dietro. Io credo che politicamente questo discorso sia insostenibile, io penso che se noi non cominciamo a liberare le risorse dalle spese fisse e a metterle in investimenti, questa Regione non ripartirà mai. Noi invece aumentiamo le spese fisse, al di là dei numeri, non posso essere d'accordo. Noi dovremmo cercare di risolvere i veri problemi economici di questa Regione, non dare più soldi a 74 persone, più tutto il corollario, dovremmo smetterla di fare così, lo capite? Dovremmo smetterla. Io non posso essere d'accordo su cose che, di fatto, ci continuano a piazzare delle pietre sulle spalle e ci impediscono di cominciare a camminare velocemente e a correre eventualmente e questo succede sulla sanità, succede sulle assunzioni, succede su questi Sindaci, succede su qualsiasi cosa, ma quand'è che la finiremo di voler continuamente imitare quello che succedeva prima? La distribuzione dei soldi così, senza senso. Quand'è che cominceremo a capire che finalmente dobbiamo slegarci da quel sistema economico e andare verso un altro sistema economico, la competitività migliora il sistema, la concorrenza migliora il sistema, la fame aguzza l'ingegno, capite? Non lo dico io, lo dicono secoli di storia del mondo, perché, quando uno ha la pancia piena, non corre, per un motivo ovvio, infatti normalmente si dice: ricco e nullafacente, perché il povero nullafacente è un miserabile.

Per quanto riguarda questa legge, come il mio collega Ferrero, non perché faremo un partito a parte, ma perché giustamente abbiamo la possibilità di discutere nel nostro partito come normale che sia... non siamo d'accordo con questa legge. Se poi volessimo un giorno approfondire i concetti economici che ci sono dietro questa scelta, sono disponibile a discuterne con chiunque di voi nonostante non abbia una laurea in economia, ma questo non vuol dire nulla. Qui siamo espressione del popolo, indipendentemente dal nostro titolo di studio, dal nostro percorso personale e da tutto ciò che abbiamo fatto prima, siamo qui per garantire i diritti di tutti cittadini o perlomeno della maggior parte, voi ovviamente garantite i vostri, io garantisco i miei.

Dalle ore 11:03 riassume la Presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Se non ci sono altre richieste... la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Un secondo intervento solo per due precisazioni relativamente al dibattito che c'è stato in quest'aula. Non mi esprimerò sulla preferenza di genere o su qualunque altro tipo di norma finalizzata a definire l'equilibrio del genere, perché tengo una famiglia composta da quattro fanciulle e non voglio assolutamente creare ulteriori conflitti, mi sembra che il dibattito in aula sia stato già particolarmente proficuo. Concordo con il consigliere Manfrin, non vorrei anticipare niente, che fa parlare prima la collega Spelgatti ogni volta su questo argomento per evitare di incorrere in strali. Non concordo con il collega Manfrin quando cita sullo stesso piano, spero mi segua dal bar, seggio unico, preferenza unica e candidato unico, perché nel merito, per quanto facciano tutte rima e piacciono nelle dichiarazioni elettoralistiche fatte all'interno dell'aula, dal punto di vista dei contenuti, sono cose ben diverse. So che non c'è bisogno di spiegarglielo magari, però di ricordarglielo sì. Vorrei anche criticare un certo tipo di atteggiamento che è stato definito autonomistico in quest'aula, voler sapere cosa succede nelle altre Regioni italiane o del mondo, per quello che riguarda la gestione dei Comuni, le retribuzioni piuttosto che l'organizzazione, piuttosto che sistema elettorale, si chiama studiare, non volerlo sapere si chiama ignoranza. L'autonomia è un'altra cosa, l'autonomia è quella che noi esprimiamo grazie al nostro Statuto, che dice, per esempio, che sulle elezioni in Regione e nei Comuni della Valle d'Aosta lo Stato concede a quest'aula la possibilità di decidere di legiferare in totale autonomia, senza ingerenze da parte dello Stato, da nessuna parte c'è scritto che l'autonomia consiste nel neanche voler sapere cosa fanno gli altri. Ecco questo magari è indifferente regionalismo, che è un'altra cosa e, se vogliamo vantarci di praticarlo, facciamolo. L'accogliere in modo supino e critico le proposte del CPEL, che non è un organo che il nostro Statuto individua come possibile legislatore, per esempio, forse non è un'espressione della nostra autonomia.

Veniamo infine all'argomento che io ho sollevato e che ha colpito al fianco i colleghi Barocco, Gerandin e Marquis, forse perché si sentivano citati a livello personale. Come diceva il famoso studioso di diritto romano Domizio Ulpiano, che probabilmente conoscono solo i miei dirimpettai e che però è famoso per aver citato espressioni che sono il fondamento del diritto internazionale, quali, per esempio, pacta sunt servanda ma soprattutto diceva che iura non in singulas personas, sed generaliter constituuntur, tradotto in italiano più leggibile per le nostre orecchie e ascoltabile, vuol dire che le leggi non sono stabilite con riferimento a specifici individui, ma per l'interesse di tutti. È sulla scorta di questo che noi in quest'aula proponiamo proposte legislative in una direzione o in un'altra. Riconosciamo che l'esperienza fatta in un Comune ha un valore, che è un'esperienza utile, che è la base di un utile percorso per quello che riguarda l'attività politica del cittadino che vi si vuole dedicare, quello che non riconosciamo in nessuna maniera è il fatto che il Comune sia un mero trampolino, chi si candida per fare il Sindaco e per dedicarsi alla propria collettività, che propone al voto e alla scelta dei suoi concittadini il proprio nominativo, poi si è impegnato a farlo per l'intera legislatura, invece il problema è che, non essendo sincronizzate, "mannaggia dobbiamo mollare il Comune per dare il nostro prezioso aiuto anche alla collettività regionale", ecco, secondo il nostro movimento, non è così... e non avremmo voluto vederlo nemmeno in questa proposta elettorale.

Avremmo voluto anche che l'espressione dei cittadini fosse la più libera possibile, anche grazie alla possibilità di confrontare due diverse proposte. Tutti qui sono espressi con timore nei confronti della rappresentanza di genere, che peraltro in molti casi hanno vistato firmando questa proposta di legge, ma nessuno si è posto assolutamente nessunissimo problema sul fatto che, alzando il numero minimo dei candidati, inevitabilmente la rappresentanza del genere diventa ulteriormente faticosa da conquistare, ecco alzare il numero minimo dei candidati va bene, perché così gli altri non riescono a candidarsi. Ha ragione Gerandin probabilmente ci saranno grandi sorprese, ma quello che si auspica il Movimento Cinque Stelle non è il cambio del padrone di turno, che invece probabilmente è auspicato da altre forze politiche. Qualcuno ha addirittura detto: "vogliamo premiare i Sindaci che si impegnano", è il collega Marquis, premiare i Sindaci che si impegnano stabilendo che se un Sindaco lavora a tempo pieno presso un'altra struttura, magari in un altro Comune, dedicandogli la sua intera attività lavorativa, forse non è un Sindaco che si impegna da premiare anche economicamente riconoscendogli la stessa retribuzione di un Sindaco che dedica espressamente tutto il tempo che ha a disposizione alla gestione del suo Comune: questo era quello che avremmo voluto premiare noi e che invece non avete voluto premiare voi. Sulla scorta di questo, noi eravamo in realtà favorevole all'aumento della retribuzione dei Sindaci, ma fatta in questi termini, cioè se hanno un alto reddito, va bene lo stesso, se si presentano in Comune o non si presentano, va bene lo stesso, tengono comunque una diaria esentasse e aggiungiamo loro anche una quota a piè di lista se fanno certe cose che la diaria esentasse non dovrebbe ricomprendere, ecco, questo momento di retribuzione probabilmente ha ragione il collega Cognetta non è altro che un triste aumento dei costi della politica al quale non chiediamo effettivamente nessun riscontro nei confronti dell'impegno dell'attività sul territorio comunale.

Un ultimo punto è relativamente all'intervento del collega Ferrero, che queste proposte sono solo maquillage, in realtà ogni volta che si discute una legge elettorale non è maquillage, la legge elettorale è alla base della democrazia. È vero che probabilmente 74 Comuni sono tanti, è vero che la stessa cosa non dovrà essere discussa in fase di approvazione di questa legge ma di quella che è stata fortunatamente rinviata alle commissioni, è pur vero che nella proposta che era in discussione ieri il fatto che i 74 Comuni rimanessero era rigorosamente stabilito dal comma 2 dell'articolo 1 al quale nessuna proposta di modificazione ha pensato di porre rimedio, probabilmente lo faremo, spero che riusciremo a farlo nei lavori di commissione.

Infine un ultimo punto su come vengono gestite da parte delle forze politiche le proposte di legge, il lavoro in commissione è stato lungo, è stato faticoso, anche perché molte forze politiche faticavano a confrontarsi con la propria base e ci hanno fatto aspettare settimane e settimane il parere della loro forza politica su quello che si voleva portare avanti, ma noto con piacere che alcune forze sono arrivate a condividere un parere sulla legge finale, altre forze come quella di MOUV', che adesso non so se fanno un partito a parte, se ne fanno due, se ne fanno tre, per cui quello che si riduce l'indennità... quello che non se la riduce è quello che firma la legge, comunque nel nostro caso segnalo già quale anticipazione del voto che il voto del Movimento Cinque Stelle sarà congiunto e contrario a questa proposta di legge.

Presidente - La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Intanto inizierei a ringraziare il Presidente della I Commissione, la collega Morelli, i Commissari della I Commissione e tutti i Consiglieri che comunque hanno dato il loro apporto per la stesura di questa legge e nello stesso tempo anche i Sindaci, con le osservazioni che hanno fatto, perché comunque hanno dato una direzione a questa legge. Parto da qui perché penso che la legge elettorale che oggi approveremo è innanzitutto una risposta al territorio e ai valdostani, quindi è estremamente importante; dall'altra, non nego che alcuni elementi fondamentali di questa legge sono... come si può dire? on porte la pendule à l'heure, si ritorna all'elezione diretta del Sindaco in quei Comuni, in quei 42 Comuni dove sei anni fa non c'era. Elezione diretta perché? Elezione diretta perché, come ha detto già qualcuno prima, la popolazione, i cittadini vogliono sapere chi farà il Sindaco e votarlo o non votarlo. A mio avviso, quindi è sicuramente un grande passo avanti, una pietra miliare sulla legge elettorale dei Comuni. Dall'altra il discorso dell'indennità che qualcuno ha abbozzato, rispetto chiaramente chi è d'accordo e chi non è d'accordo, tutti, però permettetemi di fare una riflessione dicendo che anche a livello nazionale... leggo: "via libera ad aumento indennità minima ai Sindaci dei piccoli Comuni", quindi vuol dire che, benché abbiamo una competenza primaria, siamo andati in linea, e non entro sulle cifre, non le conosco in questo momento, ma avremo modo di approfondirle. Anche nel resto del territorio nazionale vanno in questa direzione, ma perché? Perché ad oggi fare il Sindaco comporta delle grandi responsabilità - e lo sappiamo tutti - che non sono dovute a essere Sindaco di un Comune di 70 abitanti o all'essere il Sindaco di un Comune di 5000 abitanti, perché le responsabilità ci sono sia per i territori con meno abitanti, sia per quelli con più abitanti. Mi sembra quindi che la legge vada nella linea di riconoscere un'indennità adeguata, a mio avviso, per tutti i Sindaci della Valle.

È chiaro che poi, come dicevo, è una legge trasversale - lo ricordava il collega Gerandin, di cui condivido parte del suo discorso - dove chiaramente si è cercato di fare sintesi e dove chiaramente alcuni aspetti che per noi, come gruppo dell'Union Valdôtaine, non nascondo... il discorso del Sindaco al terzo mandato - molto probabilmente eravamo solo noi ad avere Sindaci al terzo mandato - era importante, ma non era un aspetto politico, perché ci sono delle piccole realtà dove chiaramente... e non è la questione dell'elezione diretta sì o l'elezione diretta no, o del genere, o della percentuale di genere o no, perché chiaramente ci sono delle difficoltà a formare le liste, perché la gente non dà più la disponibilità, perché le responsabilità sono tante e comprovate. È indubbio quindi che sicuramente un Sindaco al terzo mandato non può ripresentarsi come Sindaco, non può ripresentarsi come Vicesindaco, ma se fosse andato in Giunta, a nostro avviso, non c'erano problemi. Chiaramente però si è cercato di fare sintesi, ho fatto quell'esempio perché bene o male qualcuno ha parlato di politici in carriera e via dicendo, fare il Sindaco al Comune di Rhêmes con 90 abitanti, con tutte le responsabilità che ci sono, non penso che sia una questione di carriera, poi magari ho detto il Sindaco di Rhêmes, ma dovevo fare l'esempio di un altro Comune...

Dall'altra, la preferenza di genere è stata dibattuta, personalmente non sono per la preferenza di genere, perché condivido il discorso che ha fatto la collega Spelgatti, ma anche il passato lo dimostra, chi oggi che sia di genere maschile o genere femminile ha i numeri emerge. Anche qui però si è fatta sintesi, sul fatto del fuori tempo massimo, collega Pulz, penso che ce ne dobbiamo addossare tutti la responsabilità, non solo la maggioranza, tutti, perché chiaramente, come abbiamo detto in tutti i discorsi che abbiamo fatto, si è cercato di fare sintesi e quindi il tempo è dettato anche un po' dalla sintesi. Dall'altra - dopodiché mi tacerò - penso che il numero dei Comuni... e ringrazio anch'io, come gli altri colleghi del gruppo dell'Union Valdôtaine, ieri chi ha voluto riportare in commissione per lavorare in maniera sinergica sulla legge n. 6, o ex legge n. 6 sicuramente chiamerei, perché è estremamente importante quella legge, lì sicuramente si potrà incidere sul numero dei Comuni o soprattutto valutare se ad oggi la realtà che ci hanno dato i nostri... la nostra storia... se il numero sia ancora consono al momento di valutare, ma sicuramente quella scelta non potrà essere fatta qui dentro, dovrà partire dal territorio, dai territori. Ben venga quindi la legge n. 6 in commissione, in maniera da poter inserire anche quella parte di premialità che ieri, se avessimo discusso in Consiglio, non avrebbe potuto essere discussa, per quei Comuni che magari andavano in quella direzione. Noi, come gruppo, quindi voteremo questa legge, è sicuramente un passo avanti rispetto a quella di prima ed è una risposta, a mio avviso, che questo Consiglio regionale doveva dare a tutto il mondo degli Enti locali e ai Sindaci.

Presidente - La parola al collega Daudry.

Daudry (AV) - Credo che cominciamo a essere in dirittura di arrivo per quanto riguarda la discussione generale per questo importante punto. Questo Consiglio che per un certo verso si è trasformato in una sorta di Consiglio straordinario, tra ieri e oggi ha tracciato due argomenti che sono importanti per quanto riguarda l'organizzazione dei nostri Comuni, dei nostri Enti: l'accordo sulla legge n. 6 per un percorso tutti assieme per arrivare a una soluzione che sia importante e che dia veramente dei risultati e dei frutti per il loro funzionamento; oggi invece, com'è stato appena ricordato, ci stiamo avvicinando all'approvazione delle regole del gioco, ossia le norme che regoleranno le elezioni dei Consigli comunali. Credo che abbiano fatto bene certi colleghi a sottolineare e risottolineare che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha una competenza primaria su questo argomento e che è bene guardare quello che fanno fuori dalla Valle d'Aosta, in Italia e anche all'estero. Dobbiamo anche dirci e faremo alcuni esempi che a volte... anche se abbiamo un po' l'abitudine di... come dire? sottolineare sempre negativamente i provvedimenti, almeno da una parte, che andiamo ad adottare, possiamo dire che la Valle d'Aosta invece in questo argomento per molte importanti cose che ha fatto e che sta per fare è all'avanguardia.

Come gruppo di Alliance Valdôtaine, questo argomento è molto importante per noi, vorremmo ricordare anche il passaggio che fece Onida riservato all'autonomia, quell'importante appuntamento con lo studio denominato "Autonomia in movimento". In quell'appuntamento si disse che, per le Regioni come le nostre e per valorizzare l'autonomia, per progredire, è importante l'aspetto del buon governo ed è fondamentale una visione che vada al di là. Quando riflettiamo quindi di modifica di legge n. 6, di legge elettorale per i Comuni, credo che questo modello lo dobbiamo portare e costruire insieme agli Enti locali, perché gli Enti locali - sovente lo ripetiamo, ma dobbiamo crederci fino in fondo - rappresentano il cuore della nostra autonomia e quindi dare loro degli strumenti di buon governo e per amministrare il proprio territorio guardando al di là, quindi assieme con dei percorsi sicuramente di associazionismo, come dicevo in premessa, per noi è fondamentale.

In Consiglio regionale però ci sono 10 gruppi politici, non voglio mettermi nella querelle dei sottogruppi all'interno dei gruppi, però questo significa che un percorso che porti alla stesura di una legge elettorale è un percorso che parte obiettivamente in salita, perché tutti assieme dobbiamo trovare una sintesi per andare a elaborare un modello che sia al servizio poi dei cittadini e degli Enti locali, ma non possiamo credere che tutto questo avvenga in scioltezza e che tutti ci possiamo trovare d'accordo sugli argomenti che adesso andremo a vedere, che ovviamente dividono, perché apparteniamo a parti politiche diverse. Non voglio oggi citare l'audizione di Pallante, che ci ha invitato anche a trovare la sintesi fra le diverse parti, però questo percorso... e qui, a nome del gruppo Alliance Valdôtaine, va tutto il ringraziamento alla collega Morelli per il lavoro che ha fatto come presidente, perché è stato un lavoro lungo, importante ma è stato un lavoro che ha saputo portare una sintesi. Una sintesi che ha degli aspetti che sono stati dibattuti, che ci hanno visto, come ho appena sottolineato, partire da punti di vista diversi, vorrei ripercorrerne alcuni, quelli che riteniamo i principali. Per quanto riguarda l'elezione diretta del Sindaco del Vicesindaco, è stato sottolineato perché è stato importante reintrodurre tale figura... anche qui non tutti partivamo dalla stessa linea, però vorrei sottolineare, non perché l'ho fatto e ci sto ragionando adesso, proprio quanto dicevamo prima circa il fatto che il modello valdostano ha delle peculiarità importanti. La figura del Vicesindaco, a nostro avviso, è una figura importante, è una prerogativa della Valle d'Aosta, ma è anche una figura che... guarda caso, nel dibattito sempre delle regole, dell'eventuale elezione diretta del Presidente, come contraltare all'eventuale elezione diretta del Presidente, si è valutata anche l'introduzione di un Vicepresidente. La funzione del Vicesindaco è una funzione che ha anche una valenza politica, amministrativa, che fa da cuscinetto tra il Sindaco, la Giunta e l'intero Ente locale. È quindi un nostro modello che abbiamo sviluppato, ma che, a nostro avviso, ha dato e potrà ancora dare sicuramente dei frutti.

Sullo spoglio centralizzato è stato detto, si è partiti dalla Regione, si è chiesto di introdurlo per il Comune di Aosta, si è fatto un ragionamento per dare questa libertà maggiore, un'assoluta tranquillità all'elettorato anche degli Enti locali.

La questione della preferenza unica - possiamo anche dircelo - associata al voto centralizzato è sicuramente una garanzia assoluta. Credo però che molti di noi in cuore proprio, oltre alle appartenenze, oltre alla narrazione che bisogna sovente tenere in quest'aula... effettivamente questa doppia garanzia è... come dire? anche un po' pesante per certi versi e non la ritenevamo invece assolutamente proficua per quanto riguarda le elezioni degli Enti locali, perché le elezioni degli Enti locali non sono solo - permettetemi una piccola nota polemica - la fucina dei raccomandati, ma sono anche il primo passo che fanno i cittadini per l'amministrazione del proprio territorio e quindi dare la possibilità con le tre preferenze ai pensionati, ai giovani, alle donne, e ritorneremo su questo argomento... dare la possibilità della tripla preferenza siamo fermamente convinti che non sia un aspetto negativo, anzi, ben lungi da questo, per quanto riguarda la crescita e l'avvicinamento delle persone alla vita pubblica del proprio Paese, pensiamo sia un elemento importante.

Condivido alcuni passaggi che sono stati fatti, che probabilmente ci stiamo avvicinando sempre di più a un modello in cui ci sarà la prevalenza delle liste civiche, ma siamo in pochi finanche da questo punto di vista... dove la politica dovrà avere un ruolo importante nella loro formazione, nel loro sostegno, non proporre delle liste civiche per far finta che la politica non esista più, ma nella nascita di vere e importanti liste civiche dare degli strumenti che diano la possibilità a chi si avvicina per la prima volta alle elezioni, tipo quella della tripla referenza... cerchiamo di evitare sempre la reazione negativa ma di riportare concretamente per quello che è e quindi può essere uno strumento positivo.

Nel dibattito della preferenza di genere penso che oggi qui sia stato detto un po' tutto, tutto e il contrario di tutto. Sono stati enunciati degli studi, chi ha fatto un lavoro approfondito in commissione gli ha potuti leggere, io stesso li ho approfonditi. Gli studi sono importanti, ma nella nostra vita e in una comunità piccola come la nostra è importante anche la pratica, quando quello che abbiamo letto sugli studi lo ritroviamo nella pratica... penso che questi siano i principi che ci devono ispirare nelle nostre scelte. Gli studi dicono che anche in una società occidentale moderna come la nostra, ahimè siamo ancora indietro per quanto riguarda la preferenza di genere, ma dicono anche che comunque i gruppi di lavoro non solo degli Enti locali, ma anche di imprese private che vedono il lavoro congiunto e possibilmente paritario di uomini e donne - e questo credo che sia stato sottolineato come principio in tutti gli interventi - sono gruppi che hanno una maggior crescita culturale e intellettuale. Ben sapendo che queste norme sono transitorie, anche per raggiungere l'obiettivo, anche da questo punto di vista, siamo convinti fortemente che mantenere la preferenza di genere in questa fase sia importante. Quando dico: la pratica, lo dico perché, prima di entrare in Consiglio regionale, ho avuto la fortuna di lavorare, dopo tre Giunte quasi di soli uomini, l'ultima volta ero in un gruppo di cinque persone con tre donne e due uomini e la pratica... quando dico che la crescita intellettuale di un gruppo misto... anche la capacità amministrativa è più importante, lo dico non solo perché l'ho letto sugli studi, ma anche perché l'ho vissuto nella pratica.

La questione poi che ha generato più "pruriti", come era prevedibile, è sicuramente quella degli emolumenti. Il collega che mi ha preceduto ha già raccontato in parte quello che probabilmente avverrà con la finanziaria dello Stato, qualcuno stamattina diceva: "noi abbiamo - l'ho detto anch'io - le nostre prerogative, il nostro modello, guardiamo intorno a noi quando possiamo crescere, quando possiamo migliorare". Le cifre non ci sono ancora, però mi ero tenuto questo piccolo articolo, perché l'avevo trovato molto serio per l'approccio del problema, leggo per non essere frainteso: "il Governo vuol far salire l'indennità a 1500 euro netti - e parla dei Comuni sotto i 3000 abitanti - e sono in arrivo anche - quando si parlava all'inizio di tutto il sistema degli Enti locali - misure per risolvere l'emergenza dei Segretari". Vi annoio un attimo con le misure per risolvere l'emergenza dei Segretari, sono: la possibilità di usare a scorrimento le graduatorie - l'abbiamo già sentita -, cercherà di agevolare l'esercizio delle funzioni associate per consentire di usare lo stesso Segretario a più enti, questo la sentiremo nella sottocommissione che stiamo per attivare. Io apprezzo molto i colleghi che da sempre hanno una posizione molto netta e precisa sul problema, apprezzo meno chi da Carema a Chamonix ha un atteggiamento e magari quando è al governo a Roma, per i suoi importanti esponenti che in questo momento sono in carica, affronta il problema dicendo: "si fa il Sindaco per amore non per soldi, ma l'idea è quella di dare un'indennità minima dignitosa". Ecco, questo è quello che pensiamo anche noi, semplicemente fare il Sindaco è un lavoro che ha una grandissima responsabilità, questa responsabilità a cascata è anche dei Vicesindaci delle Giunte e di tutti i componenti, è un lavoro che si fa per passione, non è neanche un lavoro se vogliamo essere sinceri, in mezzo a tutti gli Amministratori locali ci sarà anche qualcuno che non lo fa per passione, fortunatamente però il nostro compito è quello di scrivere delle regole che valgono per tutti, che devono dare un risultato per tutti e ci fa assolutamente piacere che nella prossima finanziaria il Governo PD-Cinque Stelle cercherà di portare avanti delle misure che, guarda caso, corrispondono a quelle che la Valle d'Aosta nella sua competenza primaria da sempre quindi non solo da adesso, ha cercato di portare avanti.

Prima di concludere - non vedo i colleghi di Rete Civica... -, devo dire è una nota del tutto mia, ho un piccolo rammarico su questo testo di legge, però, come dicevo prima, siamo 10 gruppi e quindi siamo arrivati a un lavoro importante che sosteniamo... 12 perché qui siamo sempre in evoluzione... durante i lavori in questi 9 mesi, se non sbaglio, sono stati trattati due argomenti magari piccoli che però potrebbero rappresentare un'evoluzione importante, perché, quando facciamo un'attività di tipo normativo sulle regole del gioco, sappiamo che è un'attività che progredisce, magari oggi in questi mesi in commissione abbiamo parlato di cose che non sono ancora diventate legge, ma che potrebbero diventarlo: è la proposta dell'assemblea civica per i piccoli Comuni sotto i 300 abitanti e la proposta che è stata ricordata in inizio di seduta per favorire la composizione delle due liste magari dando un numero minore. È una proposta che oggi è stata messa sul tavolo, è una proposta che non ha ancora dei numeri per poter diventare legge, ma credo che sia una proposta che le forze autonomiste devono coltivare, studiare e approfondire, perché, al di là delle misure che abbiamo adottato e che crediamo fermamente possano portare un contributo per avvicinare di nuovo e nuovamente con forza le persone alla vita amministrativa del proprio Ente, queste sono delle proposte che riteniamo essere molto vicine al modo di amministrare i nostri piccoli Comuni e soprattutto molto vicino alla realtà dei nostri piccoli Comuni di montagna. Confido quindi che nel prosieguo dei lavori che faremo, dei ragionamenti che porteremo avanti potremo trattare anche questi argomenti.

Concludo con una piccola nota: ribadisco i ringraziamenti alla presidente Morelli per il lavoro che è stato fatto e soprattutto per l'impegno che tutti i numerosi gruppi hanno messo, perché oggi sicuramente stiamo sicuramente per licenziare un buon testo e sono anche convinto che abbiamo seminato degli argomenti che diventeranno importanti e che avremo l'occasione di riprendere in futuro.

Presidente - La parola al collega Peinetti.

Peinetti (UV) - Inizio subito così mi tolgo il pensiero a ringraziare sia la Presidente della I Commissione, sia i colleghi con cui abbiamo lavorato in questi lunghi mesi, mi sembra che qualcuno abbia detto 9 e in quel caso sarebbe un parto a termine, se sono di meno, è stato pre-termine, quindi non lo so bene se sia un parto a termine o no. Il tempo che ci abbiamo messo non è stato tempo perso e nessuno ha perso tempo, abbiamo discusso anche con il collega Vesan degli omini Michelin, se lo ricorderà, ne abbiamo discusso a lungo, su come gestire, è stata anche una proposta molto interessante che ci ha portato via diverso tempo, non è che abbiamo aspettato di andare a prendere ordini da qualcuno e farci dire cosa dovevamo dire. Lo stesso volevo dire anche alla collega Pulz di cui riconosco sicuramente la verve e le proposte interessanti, ma non c'è stata mai credo in queste commissioni della melina o della perdita di tempo com'è stato detto all'inizio. Abbiamo lavorato su una tematica che è complicata, non so se andava ritoccata o no, io me la sono ritrovata, è stata una delle prime cose che ho affrontato, ma che ho studiato, approfondito, non è che ci ho messo due minuti. Sono state apportate a questa legge delle modifiche interessanti, che credo siano nell'ottica di una modernizzazione della stessa. Com'è stato detto da tutti, sicuramente la più importante è quella dell'introduzione anche dell'elezione diretta del Sindaco, del Vicesindaco nei Comuni sotto i 1000 abitanti, ma io vorrei fare proprio un brevissimo cenno, perché vorrei evitare di entrare in questa diatriba sulla preferenza di genere, anche perché non sono d'accordo con il mio Capogruppo, per cui almeno la mettiamo subito su questo tono, a dimostrazione che anche nel nostro movimento si discute, eccome, poi in questi giorni ancora di più, perché io ritengo che la preferenza di genere in questo momento sia ancora uno stimolo per cercare di livellare certe disparità. Io arrivo da un mondo dove non esistono preferenze di genere, ma vi do un dato: ci sono circa 150 primari di chirurgia vascolare in Italia e c'è solo una donna che fa il primario di chirurgia vascolare, gli altri 149 sono maschi. Primari di chirurgia in generale ce ne sono pochissime e questa è la dimostrazione che, nonostante in medicina ci siano molti più iscritti femmine che non maschi, il dato è ancora molto squilibrato, però queste sono situazioni che si stanno evolvendo e vedremo che cosa succederà, forse degli aiuti bisogna ancora darli, i mondi lavorativi sono diversi.

Per quanto riguarda invece la vicenda se è giusto o sbagliato riconoscere o meno l'indennità più o meno elevata ai nostri Sindaci, io penso che voi in quest'aula tutti quanti conosciate perfettamente quali sono le estensioni dei nostri comuni, immagino che tutti le conosciate, se non le conoscete, se qualcuno se l'è dimenticato, io ve le ricordo: dei primi 15 Comuni della Valle d'Aosta ben 9 come estensione hanno meno di 1000 abitanti e 5 di questi 9 hanno meno di 500 abitanti. Questo significa che un piccolo Comune si trova a gestire delle estensioni molto ampie di territorio, molto grandi di territorio e sicuramente in un periodo come questo di gravi dissesti idrogeologici e di gravi problematiche climatiche che tutti quanti evidenziavamo in quest'aula sistematicamente, reggere dei Comuni che hanno delle grandi estensioni a fronte di piccoli numeri di abitanti è comunque molto impegnativo e le norme sono uguali per il piccolo comune e per il grande comune. Indubbiamente quindi questo è un dato di cui bisogna tenere conto, perché i rischi penali, civili, amministrativi legati alla gestione del territorio sono molto importanti. Io sono nato qui dietro, nelle Valli di Lanzo, che sono molto simili alla Valle d'Aosta, io vi invito andare a vedere come sono ridotte le Valli di Lanzo rispetto alle Valli della Valle d'Aosta, così capirete che cos'è forse l'autonomia, magari qualcuno si fa un'idea, perché citare i Comuni del Canavese, io arrivo da lì e poi andare a vedere come sono messi i Comuni del Canavese, magari sono due cose diverse.

Vengo all'ultimo punto, perché non voglio togliere spazio ancora alla discussione, ma un punto su cui abbiamo dibattuto a lungo è quello delle retribuzioni. I riconoscimenti economici che abbiamo voluto inserire in questa legge, dopo lunga discussione, io non li ritengo né scandalosi, né sbagliati, né che sia buttare via i soldi, ritengo inoltre che essi - e abbiamo dibattuto con i colleghi che invece hanno altre idee assolutamente legittime - siano dei riconoscimenti economici che vanno nella direzione di riconoscere proprio questo rischio. È vero, come ha detto qualcuno, che nessuno te lo fa fare, ma nessuno ti fa fare niente nella vita, ciò non vuol dire che tu non debba essere retribuito per quello che fai, credo che sia un dato di fatto. Qui parliamo sempre di molte categorie sociali che giustamente rivendicano i propri diritti, in questo caso credo sia nostro dovere riconoscere un giusto compenso... non so se sia giusto o sbagliato, se poi andiamo a vedere i compensi che ci sono nelle altre Regioni a statuto speciale, scopriamo che nella Provincia autonoma di Bolzano e di Trento i Sindaci guadagnano di più che i nostri, anche con la nuova proposta di legge. Non mi sembra quindi assolutamente scandaloso, fatte tutte le premesse precedenti, che questo venga dato oggi come riconoscimento a delle persone che si assumono dei rischi non indifferenti al di là se riusciranno o meno poi a fare carriera politica.

Anche le penalizzazioni che sono state introdotte - io ho discusso a lungo con alcuni colleghi in commissione su questo - le ritengo sbagliate, anche perché un Sindaco a tempo pieno o a tempo parziale non ha orari, può essere chiamato alle tre di notte perché è venuta giù una valanga in un Comune di meno di 500 abitanti, può essere non necessariamente in servizio nel Comune, ma deve continuare a gestire il suo Comune. Saranno poi gli elettori che alla fine del mandato decideranno se l'ha fatto bene o male e non sarà certo quel riconoscimento economico, che peraltro in parte è anche volontario o, meglio, l'abbiamo lasciato alla volontarietà dei singoli Consigli comunali... decideranno, come ho detto prima, i suoi elettori se ha fatto bene o ha fatto male e quindi la risposta sarà molto evidente, come spesso purtroppo non accade in altre situazioni.

Come ha già detto il collega Bianchi, noi pertanto voteremo questa legge con tutte le osservazioni che sono state fatte e che indubbiamente sono frutto di una sintesi di mesi di lavoro e ritengo che il dato oggettivo sia che i nostri Comuni hanno bisogno di ripartire con una legge certa, con una legge, per quanto possibile, chiara, magari potrà anche essere modificata nel futuro, chi lo sa, ma le leggi sono fatte per essere applicate, ma anche per essere modificate, quando dimostreranno magari sul campo che c'è qualche cosa che non va, però penso che lavoro che è stato fatto dà una buona legge a quest'aula e ai nostri Comuni e credo che sia questo, come già detto in altre occasioni, il compito di quest'Assemblea.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Sarò estremamente breve, la discussione è stata già sufficiente lunga, si è già esposto quali sono le caratteristiche e gli elementi di questa proposta di legge, che nasce dalla commissione attraverso un lungo lavoro di approfondimento e di mediazione tra i componenti della commissione, una mediazione per cercare di trovare in un settore come questo, riguardante le regole e gli Enti locali, la più ampia convergenza possibile. Con questo spirito ho sottoscritto questa legge, anche se in molti aspetti evidentemente mi lascia delle perplessità, ma questo approccio nel cercare di coinvolgere il più possibile l'aula su questo progetto di legge importante ha fatto sì che partecipassi sia ai lavori che al voto di questa proposta di legge. Un lavoro lungo che ha in parte ripreso i suggerimenti che sono arrivati dal Celva e dai Sindaci, che vanno a modificare in alcuni aspetti la legge approvata nel 2015, una legge che si era posta alcuni obiettivi: innanzitutto quello di favorire una maggiore partecipazione di genere all'interno del Comune e, dal punto di vista statistico, questo è stato un obiettivo raggiunto sia come numero che come presenza di donne, qui si tratta di donne, nelle Giunte che hanno una situazione virtuosa che potrà magari poi dopo ricadere anche su altri livelli di amministrazione. La legge del 2015 questo obiettivo l'ha raggiunto. La stessa legge era intervenuta con la volontà di diminuire i conflitti all'interno delle comunità, cercando di stemperare certe campagne elettorali che poi si trascinano per anni e creano dei problemi anche all'interno dei piccoli Comuni soprattutto. Si era all'epoca eliminata l'elezione diretta del Sindaco, del Vicesindaco proprio in questa direzione, in realtà anche su richiesta da parte dei Sindaci. Questa che era, secondo me, nelle intenzioni una buona iniziativa sembrerebbe non avere raggiunto l'obiettivo, diversamente da quella a cui accennavo in precedenza. C'è pertanto un ritorno all'elezione diretta del Sindaco e del Vicesindaco, una cosa che se non altro semplifica anche un quadro già di per sé complesso, creando una certa omogeneità all'interno di tutti i Comuni valdostani.

Ho altre perplessità su questa legge... vi è una certa difficoltà anche nei numeri... di coinvolgere più persone nella gestione della cosa pubblica. Il Consigliere Ferrero accennava all'aspetto riguardante i numeri dei Comuni, che certamente pone dei problemi di efficacia nel rispondere alle esigenze dei cittadini, non è però con questa legge elettorale che si può intervenire in questo settore, qui andiamo a definire soltanto gli aspetti legati alla disciplina strettamente elettorale. Quello è un problema che andrà posto al di là delle fusioni o meno, per rendere più efficace un sistema che così com'è in questo momento certamente non risponde in modo... come dire? puntuale a tutte le problematiche esistenti. Tra l'altro, in questi giorni, come commissione, abbiamo audito le forze dell'ordine in ragione della proposta di legge sull'istituzione di un osservatorio per il contrasto alle infiltrazioni mafiose e la debolezza delle strutture amministrative è un elemento che può favorire le infiltrazioni di tipo mafioso. Le strutture più efficienti hanno anche l'effetto di contrastare l'intervento di queste associazioni all'interno del tessuto amministrativo-politico della regione. Ritornando alle dimensioni dei Comuni, credo che la Valle d'Aosta abbia questa caratteristica di avere anche dei piccoli Comuni, ritengo altresì che questa caratteristica debba anche essere vista positivamente se si vuole sfruttarla come un'opportunità per sperimentare nuovi modelli di partecipazione, ritornando al passato in parte, ma guardando verso il futuro. Le piccole comunità, se le manteniamo come sono, devono diventare un momento di sperimentazione democratica e di partecipazione diversa. Proprio per questo ho presentato un emendamento che va in questa direzione: per dare la facoltà, la possibilità ai Comuni al di sotto dei 300 abitanti di trasformare il loro Consiglio comunale in un'Assemblea del cittadino, andando incontro a una visione di democrazia diretta e partecipata da parte della comunità, una sperimentazione che, a mio avviso, almeno andrebbe comunque tentata, da questo punto di vista, mi auguro che si faccia prima o poi... che si introduca questo elemento che caratterizzerebbe anche l'ordinamento valdostano, dandogli alcune peculiarità e andando incontro a quell'idea di federalismo, lo dico da vetero-federalista che ha nella partecipazione un elemento fondamentale. La legge di per sé va a intervenire su diversi aspetti, credo che, come tutte le leggi, abbia diversi difetti, sperimenteremo, come abbiamo fatto con la legge del 2015, quali saranno gli effetti di questi nuovi elementi introdotti e ci auguriamo che funzionino.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (GM) - Un breve intervento per dire che sono a favore di questa norma, che recepisce gli indirizzi che arrivano dal territorio, sicuramente si poteva fare in maniera diversa, sicuramente si poteva fare in maniera migliore, però, con questo lavoro ringraziando l'impegno di tutti, ma soprattutto della Presidente della commissione, direi che ci siamo riappropria di un ruolo importante da parte del Consiglio: quello di legiferare. È per questo che condivido quanto detto dal collega Daudry, questo è un Consiglio straordinario non perché l'abbiamo richiesto e poi ci è stato negato... è proprio straordinario nei contenuti, proprio perché ha riportato al centro l'operatività dei Consiglieri, non solo perché discutiamo questa legge, ma pensate al favoloso numero che abbiamo fatto ieri... sulla proposta di legge n. 32 cosa non abbiamo fatto! Ci siamo riuniti tra Consiglieri e ci siamo confrontati sull'importante futuro di questa norma e abbiamo definito insieme - udite udite, senza componenti del Governo, depositari di questa delega -, abbiamo deciso noi peones di riportare la proposta di legge in commissione e di accordarci, un accordo politico sul futuro percorso di questa norma e questo è importantissimo. Devo dire che dei piccoli segnali nel corso di questa legislatura che io credevo e definivo politicamente di livello inferiore rispetto alla precedente, li avevamo già avuti, sulla legge della mobilità, legge che assolutamente non ho condiviso, ma è figlia di un percorso consiliare, ancorché dobbiamo ammettere che il Consiglio non è dotato di tutti quegli strumenti che ha la Giunta per legiferare, ma insistendo, grazie al Presidente di commissione, anche se non faccio parte della maggioranza, lo devo riconoscere, abbiamo fatto questo importante passo. I Consiglieri si sono riappropriati del proprio ruolo e l'hanno fatto anche ad alta voce, anche se magari qualcuno fa finta di non ascoltarci ogni tanto, però nei fatti questo è avvenuto e le premesse per fare questo passo c'erano già state nei giorni precedenti, ma ci pensate politicamente che cosa non è avvenuto nel giro di pochi giorni? Il Congresso dell'Union Valdôtaine, che si è riappropriata di un ruolo politico, si era persa, avevamo pensato che un domatore del Leone che provenisse da Rete Civica li avrebbe tutti fermati all'interno di una gabbia, ma non è così, il domatore ieri si è sbriciolato, ma non fa parte di questo contesto e non ha neanche motivo forse di far valere la propria parola, ma il Leone è tornato a ruggire, ha detto la sua e questo è un importante ruolo politico dei Consiglieri, ma anche del partito più importante della nostra Regione - non me ne vogliate, colleghi della Lega, ma io da lì provengo -, il mini Congresso di Rete Civica, che qualcosa ha pur detto, ha sancito un piccolo fallimento. Non è politica, ma finalmente viviamo tranquilli, non abbiamo hacker in Regione, ma abbiamo anche, come Consiglio, in sinergia con la Giunta, approvato una mozione sul futuro della sanità, che devo dire è importante perché, in assenza di norme, abbiamo detto: "no, facciamo una norma che riguarda il futuro della sanità territoriale". Signori miei, quindi questo è un Consiglio importantissimo che ritengo rimarrà nella storia, perché i segnali che abbiamo saputo dare ieri sono importanti e anche quelli che daremo: legge sulla mobilità, legge elettorale, proposta di legge n. 32. Cari colleghi di destra o di sinistra, continuiamo così e la rivolta dei peones avrà un grande significato per il futuro politico di questa Regione.

Presidente - Ci sono altri interventi? Se non ci sono altre richieste, chiudiamo la discussione... prima della chiusura la parola alla collega Morelli.

Morelli (AV) - L'intervento del collega Restano mi dà il "la", perché mi viene da dire che non ci sto a farmi tirare per la giacca da chi dice che ci siamo adeguati supinamente alle proposte del CPEL e da chi invece avrebbe voluto che avessimo applicato alla lettera le proposte dello stesso. Rivendichiamo un ruolo che è quello di legislatori e che è quello che abbiamo cercato di portare avanti insieme all'interno della commissione. Ho ascoltato con attenzione tutto il dibattito, gli interventi sono stati molti, dispiacciono un po' certi giudizi tranchant, in particolare quello espresso dal collega Vesan del Movimento Cinque Stelle, che peraltro ha partecipato attivamente al dibattito in commissione. Mi viene da dire che forse l'approccio del Movimento Cinque Stelle è un po' condizionato dal fatto che non hanno rappresentanti come Sindaci o Vicesindaci, Assessori all'interno dei Comuni e quindi diciamo che l'approccio è forse un po' più teorico rispetto ad altre rappresentanze che invece conoscono i problemi dall'interno. Così come devo dire mi è dispiaciuta l'interpretazione integralista della collega Pulz sulla rappresentanza di genere, che, da una parte, afferma di voler sostenere la presenza e la partecipazione femminile e poi, dall'altra, fa un passaggio in cui stigmatizza l'opinione legittima delle Sindache o Vicesindache attuali, che, nonostante la difficoltà per le donne, nonostante il carico di lavoro, la famiglia e gli impegni che le donne si trovano a dover affrontare, si impegnano all'interno delle Amministrazioni comunali e quindi quel giudizio così severo su chi ha opinioni diverse mi sembra un po' inopportuno. Spiace anche che la collega, invece di riconoscere il lavoro di mediazione che ha portato a una norma da lei auspicata e che permetterà di avere dei Consigli comunali più equilibrati per ciò che concerne la rappresentanza della popolazione... sappiamo che per le donne non è facile candidarsi per ragioni di mancanza di tempo, per ragioni culturali, sociali, ma il contributo delle donne è necessario e lo è ancora di più a livello comunale: quello più vicino ai cittadini, quello che risponde ai bisogni quotidiani. A livello personale non ho voluto intervenire prima nel dibattito che ha coinvolto tutte le colleghe, devo dire che condivido il sentire della collega Spelgatti in merito a una sorta di valore che attribuisco all'elezione in ragione di ciò che si è, delle proprie competenze più che dell'appartenenza a un genere, dopodiché però la società è composta da donne da uomini ed è giusto poi garantire uguali possibilità di partecipazione, uguale basi di partenza.

Vorrei fare un passaggio anche sul controllo del voto. Io ritengo che la preferenza di genere comporti anche un rischio di controllo del voto e quindi anche in questo senso io sono sempre stata dubbiosa e contraria. A proposito di controllo del voto, vorrei porre l'accento sullo spoglio centralizzato, su questa misura che abbiamo voluto adottare laddove possibile a garanzia della segretezza. La nostra legge è l'unica che prevede l'elezione del Vicesindaco, è stato ricordato da molti, questo aspetto per qualcuno è negativo, noi riteniamo al contrario che sia una particolarità tutta nostra, assolutamente da salvaguardare, che garantisce la stabilità, permettendo ai Vice di subentrare a quei Sindaci che per motivi diversi possono lasciare l'incarico, non ultimo anche quello di candidarsi alle elezioni regionali e portare la loro esperienza amministrativa arricchendo il dibattito all'interno del Consiglio regionale. Questo per noi non è un limite, al contrario è un valore aggiunto che ci contraddistingue.

Condivido con il collega Ferrero la necessità di ragionare senza preclusioni, in modo lucido, sulla riduzione del numero dei Comuni. È un argomento per certi versi tabù, che però è stato affrontato da realtà simili alla nostra: penso alla Provincia di Trento, penso ai Cantoni svizzeri, ancora ultimamente, quando siamo stati nel Jura per l'APF, abbiamo avuto modo di confrontarci con colleghi Parlamentari che sono allo stesso tempo Sindaci, che hanno testimoniato della loro esperienza in merito a un processo che porti alla fusione dei Comuni, un processo che deve partire dal basso, che deve avere tutte le salvaguardie possibili, che deve essere incentivato, ma che sarà giusto e necessario affrontare.

Sugli emolumenti in commissione credo che si sia condivisa in modo abbastanza unanime la necessità di riconoscere anche economicamente il lavoro e la responsabilità dei Sindaci, responsabilità che attengono spesso a un territorio particolarmente difficile, dove banalmente, ma neanche tanto, i massi cadono e provocano danni alle persone e alle cose e le responsabilità poi ricadono sulle Amministrazioni locali. Su temi come questi ci rendiamo conto che non è facile portare avanti certe posizioni, è sicuramente di questi tempi molto più facile pronunciarsi in modo contrario, però sono temi che vanno affrontati e che nella nostra responsabilità di legislatori dobbiamo affrontare; tra l'altro, anche a livello italiano si stanno proprio in questi giorni decidendo degli aumenti per le indennità dei Sindaci proprio dei piccoli Comuni.

In conclusione il percorso, che è stato quasi una gravidanza come ricordava il collega Peinetti, è stato lungo, oggi ci porta a una conclusione che non è perfetta sicuramente, credo che ognuno di noi abbia rinunciato in qualche modo a parte delle sue opinioni, però è frutto di una mediazione che ha visto il Consiglio riacquistare una centralità dovuta, come giustamente ricordava il collega Restano, e che tutti ci auguriamo verrà ugualmente portata avanti anche su altri temi importanti.

Presidente - Ci sono altri? Chiudiamo la discussione generale. Per la replica, la parola al presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Due parole sole per sottolineare che si è giunti a un risultato con un lavoro trasversale, sinergico, difficile, ma si è giunti a un risultato che va a colmare certe criticità soprattutto sull'elezione diretta del Sindaco nei piccoli Comuni, sul fatto numerico che alcuni Comuni non riuscissero con quanto previsto prima a consentire lo svolgimento normale di un lavoro di Governo e di Giunta, soprattutto per ringraziare chi, dalla Presidente di commissione a tutti i Commissari, si è adoperato per giungere a questo risultato, che comunque è un risultato di mediazione. Forse certi aspetti possono non essere condivisi da tutti e questo è anche comprensibile.

Io penso che i Comuni della Valle d'Aosta e gli Enti locali siano una grande risorsa, testimoni delle esigenze della nostra gente, che quindi la nostra attenzione vada rivolta in particolare a questi. Il Sindaco ha sicuramente delle responsabilità maggiori che in passato, crescenti, anche se questo non è sempre e giustamente monetizzabile. Comunque il fatto che giovani Sindaci si avvicinino a questo impegno presuppone la necessità di contribuire al fatto che lo possano svolgere in modo corretto e continuativo. Sul fatto di genere io non intervengo, è stato già detto molto, la presenza della donna nella vita politica, nella vita sociale e nella vita imprenditoriale italiana penso che sia importante e si riveli sempre di più importante e da sostenere come si è detto. Siamo a un'altra tappa di capacità legislativa su delle esigenze degli Enti locali e questo, anche se con tempi magari più lunghi del previsto, è molto positivo, è segno di una vitalità che non è solo della Giunta, ma di tutto il Consiglio che viene rispettato e utilizzato in tutte le sue capacità e in tutte le sue funzioni. Siamo di fronte a una sfida molto importante, perché quella di rivedere la legge n. 6 è una sfida molto importante, perché, come ci siamo detti tutti, intervenire sui numeri dei Comuni è doveroso, ma non sarà facile, perché culturalmente forse il territorio non è ancora pronto a questo. È questo l'impegno di tutto il Consiglio: di andare verso una legge che dovrà essere molto innovativa per il bene della Valle d'Aosta.

Presidente - Ci sono altre richieste di interventi in replica? Se non ci sono altre richieste, partiamo l'analisi dell'articolato nel nuovo testo della I Commissione. All'articolo 1 vi è l'emendamento n. 1 del collega Bertin. Ha chiesto la parola il collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Mi scusi, Presidente, era solo per chiedere una piccolissima sospensione per valutare.

Presidente - Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 12.23 alle ore 12.36.

Rini (Presidente) - Chiedo ai colleghi di tornare in aula per cortesia. Procediamo con l'analisi dell'articolato. All'articolo 1, come detto prima, vi è l'emendamento n.1 del collega Bertin. La parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Avremmo bisogno anche noi di un attimo di sospensione come gruppi.

Presidente - Okay. Vista l'ora, colleghi, non possiamo poi più intraprendere una votazione, sospendiamo i lavori del Consiglio per riprenderli alle ore 15:30. Grazie, arrivederci.

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La seduta termina alle ore 12.37.