Oggetto del Consiglio n. 1076 del 7 novembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 1076/XV - Interpellanza: "Applicazione del protocollo di sorveglianza sanitaria per i lavoratori ex esposti ad amianto".
Rini (Presidente) - Punto 21 all'ordine del giorno. La parola al collega Mossa.
Mossa (M5S) - Oggi parliamo di lavoratori ex esposti ad amianto del protocollo sanitario. Esiste una normativa molto chiara che parte da risoluzioni europee, passa per leggi e decreti, fino ad arrivare a delibere regionali, tutto richiamato nelle premesse della mia interpellanza, che disciplinano chiaramente il protocollo di sorveglianza sanitario previsto per i lavoratori ex esposti ad amianto. In particolare, l'articolo 5 dell'intesa Stato-Regioni sull'adozione del protocollo di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti all'amianto, ai sensi degli articoli 2 comma 1 lettera A e 3 del decreto legislativo n.281 del 28 agosto 1997, prevede che le Regioni e le Province autonome, per il tramite delle aziende sanitarie locali, ovvero di altre strutture sanitarie, garantiscano ai lavoratori ex esposti e ai loro familiari l'informazione: sui rischi per la salute derivanti dall'esposizione all'amianto e sugli interventi attuabili con l'adozione di stili di vita salutari; sugli aspetti previdenziali e sulle procedure amministrative per il riconoscimento del danno e del suo aggravamento, ove ne ricorrano i presupposti, anche attraverso il coinvolgimento di istituzioni pubbliche, enti di ricerca, sistema sociosanitario, INAIL, del privato sociale, associazioni di cittadini, associazioni di ex esposti, eccetera; sull'accesso facilitato agli ambulatori e ai percorsi sociosanitari di assistenza dedicati.
Ancora la stessa intesa, nell'allegato A, prevede che l'applicazione del protocollo sanitario sia articolato in due fasi. La prima fase prevede: un controllo generale, quale una anamnesi fisiologica e lavorativa che permetta di accertare lo stato di ex esposti all'amianto e successive visite mediche ed esami clinici, con particolare riguardo all'apparato respiratorio; accertamenti radiologici e controlli periodici triennali per i soggetti che risultano alla prima visita negativi da un punto di vista clinico strumentale fino a trent'anni dalla cessazione dall'esposizione. La seconda fase prevede un controllo mirato, in relazione ai riscontri emersi nella prima fase, della necessità di approfondimento diagnostico di sospetta patologia amianto correlata. Perciò sono previsti ulteriori esami adottando il follow up previsto per la specifica malattia quali visite specialistiche pneumologica, chirurgica, oncologica o accertamenti radiologici quali TAC, PET, TC, eco addome, eccetera. Le due fasi devono essere eseguite con percorsi di accettazione facilitati in esenzione di spesa per l'interessato.
Infine, il protocollo prevede che le Regioni e le Province autonome debbano trasmettere telematicamente al Ministero della salute, entro il 31 maggio di ogni anno successivo alla raccolta dei dati dell'anno precedente, i dati relativi all'attività di controllo sanitario dei lavoratori ex esposti all'amianto, raccolti dalle aziende sanitarie locali e da altre strutture sanitarie, in forma di rapporto sintetico così come previsto dall'allegato B della stessa intesa.
Quindi c'è un iter ben preciso previsto dalla normativa e deliberato anche dalla Giunta regionale il 9 aprile del 2018, attualmente vigente e anche se parliamo di delibera della Giunta della scorsa legislatura, sei su otto, compreso il Presidente di allora, fanno parte dell'attuale Giunta. Ci chiediamo se quanto previsto per l'applicazione del protocollo sanitario sia applicato: il numero di pazienti riconosciuti lavoratori ex esposti all'amianto sottoposti al protocollo di sorveglianza nella nostra regione dall'entrata in vigore della deliberazione della Giunta regionale n. 452 del 2018 ad oggi; se è stata fatta un'adeguata campagna per l'informazione sui rischi per la salute derivanti dall'esposizione all'amianto e sulla possibilità di farsi assistere in esenzione di spesa per l'interessato, così come previsto dall'articolo 5 dell'intesa; se, nel caso in cui quest'ultima risposta sia negativa, quali misure intende adottare al fine di attivare nei tempi utili una campagna informativa al riguardo. Sa perché le pongo questa domanda Assessore? Perché sono venuto a conoscenza che sia i cittadini interessati che i medici di base, a quanto pare, sono ignari dell'esistenza e della possibilità di applicare quanto previsto da questo protocollo in esenzione della spesa.
Presidente - Per la risposta la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - La Giunta regionale ha recepito l'intesa Stato-Regione, come ha sottolineato bene lei, sull'adozione del protocollo di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti all'amianto, con la delibera n. 452 del 9 aprile 2018. Il protocollo sanitario per ogni lavoratore ex esposto all'amianto che richiede l'assistenza è articolato in due fasi e prevede, in esenzione di spesa per l'interessato, l'effettuazione delle seguenti attività, che sono offerte solo dopo aver accertato lo stato di ex esposto, risultanti dall'esito dell'anamnesi lavorativa condotta: la visita medica e l'esame clinico, ovviamente con particolare riguardo all'apparato respiratorio, l'esame spirometrico basale e l'accertamento radiologico. Per i soggetti che risultano alla prima visita negativi da un punto di vista clinico strumentale, compresi quelli con placche pleuriche minime, è consigliabile un controllo periodico almeno triennale fino a trent'anni dalla cessazione dell'esposizione; questo viene significato, viene sottolineato, viene detto. Per i soggetti affetti da asbestosi o placche pleuriche diffuse è necessario che gli stessi siano riesaminati preferibilmente a cadenza annuale, e questa è la procedura, associando l'effettuazione di prove di funzionalità respiratoria eventualmente a esami radiologici, quindi radiografia del torace. La visita medica deve completarsi con attività di counseling breve per la riduzione dei rischi da esposizioni occupazionali o voluttuari, ad esempio il fumo, fornendo informazioni sull'importanza di stili di vita salutari. In relazione ai riscontri emersi nella prima fase e alla necessità di approfondimento diagnostico di sospetta patologia amianto correlata, sono effettuati ulteriori esami che devono poter essere eseguiti con percorsi di accettazione facilitati, sempre in esenzione di spesa per l'interessato.
La sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto avviene su richiesta volontaria e le spese necessarie per sottoporre presso l'azienda USL gli ex esposti ad amianto alla sorveglianza sanitaria sono assunte a carico del servizio sanitario regionale. L'INAIL, sede di Aosta, ha provveduto a consegnare gli elenchi degli ex esposti ad amianto all'Assessorato della sanità il 21 maggio 2019, dopo averli ricevuti dalla sede centrale il 12 dicembre 2018 e l'Assessorato li ha trasmessi nella stessa data all'azienda USL. Gli elenchi riportano un totale di 2147 ex esposti ad amianto al 31 dicembre 2018. Coloro cui è stato riconosciuto il beneficio previdenziale sono 1.372 e coloro a cui questo beneficio non è stato riconosciuto sono 775.
Al punto 2 di questa intesa si prevedeva che l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nel rispetto del decreto legislativo 30 giugno 2003 e successive modificazioni, inviasse alle aziende sanitarie locali e ad altre strutture sanitarie per il tramite delle Regioni e delle Province autonome i nominativi dei lavoratori ex esposti all'amianto cui è stata rilasciata la certificazione, ai sensi del decreto 27 ottobre 2004, utile per l'inserimento dei percorsi previsti nel protocollo di cui all'allegato A di quell'intesa, nonché i nominativi dei lavoratori che hanno comunque presentato domanda ai fini del rilascio della certificazione.
Per rispondere al quesito numero 2, considerata la volontarietà di adesione alla sorveglianza, l'azienda USL comunica che non sono giunte sinora richieste dirette da parte degli interessati. Da sempre l'Assessorato della sanità della Regione, quesito n. 3, si è rapportato con i referenti locali dell'associazione dell'Osservatorio nazionale sull'amianto e ha delegato l'informativa ai lavoratori, vista l'adesione volontaria a tale sorveglianza, alla stessa associazione per i propri associati e da un punto di vista istituzionale all'azienda USL. L'Assessorato della sanità non ha effettuato direttamente campagne informative, anche perché, tenuto conto di quanto è avvenuto, dell'invio degli elenchi da parte delle INAIL, della necessità di mettere a punto l'organizzazione e la gestione, della carenza di risorse umane e del periodo estivo, praticamente tale sorveglianza è appena decollata.
La sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto non può essere utilizzata al fine di una prevenzione secondaria delle patologie neoplastiche, quindi amianto correlate, poiché allo stato attuale non sono disponibili accertamenti sanitari in grado di modificare la storia naturale di queste malattie, ahimè. È indubbio che vi siano dei risvolti di giustizia sociale, in quanto nel corso di questa attività è possibile identificare delle patologie riconducibili alla pregressa esposizione e avviare quindi dei percorsi per il riconoscimento di patologia professionale. Accanto a questo, indubbi vantaggi si devono però considerare che nel soggetto che sarà trovato affetto da patologia neoplastica si procederà senza una vera strategia operativa, proprio per mancanza di conoscenze scientifiche sicure sulla prevenzione e sulla terapia di queste patologie. Vista la gravità e la particolarità di tale patologia e la delicatezza che è richiesta quando si riscontra una sua diagnosi, vista la volontà di adesione alla sorveglianza, credo sia necessaria una informazione adeguata e puntuale su richiesta dell'utente.
Il commento che lei mi ha fatto alla fine, che alcuni medici di medicina generale non sono al corrente, mi induce a pensare che si possa fare un'azione specifica ben individuata proprio sui medici di medicina generale e sulle strutture, che mi impegno a fare fin dalla prossima settimana, mandando una sorta di circolare che richiami quanto indicato nell'interpellanza. Anche io ho conosciuto soltanto in questi giorni, sulla base della sua interpellanza, questa tematica e quindi approfondiremo, ma credo che dal punto di vista informativo l'azione che si possa tranquillamente fare vada proprio nella direzione di una circolare che possa coinvolgere tutti quanti, medici di medicina generale e tutte le strutture che sono coinvolte, INAIL compresa.
Presidente - Per la replica la parola al collega Mossa.
Mossa (M5S) - Intanto, Assessore, la ringrazio per aver ripetuto parola per parola quanto da me esposto nella presentazione dell'iniziativa, così detto due volte è sicuramente più chiaro per tutti. Vede, Assessore, noi riteniamo che un cittadino informato sia un cittadino libero e quindi siamo i primi a promuovere l'informazione autonoma, ma non possiamo pretendere che i cittadini si vadano a leggere tutte le delibere della Giunta, le leggi, i decreti, le intese Stato-Regioni per conoscere ciò che gli spetta di diritto. Essenziale è anche una campagna informativa da parte delle amministrazioni, per aggiornare in questo caso sia i cittadini che i medici, tanto più che è prevista dall'articolo 5 della stessa intesa.
La domanda era semplice: è stata fatta adeguatamente questa campagna informativa? A quanto pare no, visto che, come dice lei, non sono giunte domande da parte degli interessati. Lo sarà in futuro? Speriamo in questa circolare che lei sta proponendo di mandare ai medici, che sicuramente avrà la sua importanza, perché i medici poi provvederanno a informare i lavoratori che probabilmente sono stati esposti all'amianto della possibilità di ricevere un'assistenza attraverso questo protocollo a esenzione di spesa. Speriamo che questo suo provvedimento, che a quanto pare mi ha detto che farà già dalla settimana prossima, porti dei risultati interessanti e quindi staremo a vedere come andrà questa storia.