Oggetto del Consiglio n. 1011 del 23 ottobre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 1011/XV - Interpellanza: "Modalità di gestione dei centri di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale".
Distort (Presidente) - Ci spostiamo al punto n. 56 all'ordine del giorno. Per l'esposizione, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - "Cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale" che parole altisonanti. Come abbiamo saputo tutti, il 1° ottobre è andata deserta la gara per l'accoglienza, diciamo per i centri di accoglienza dei cosiddetti "migranti sul territorio valdostano". Come altrettanto ben sappiamo, questa è la seconda volta che questa gara finisce deserta. Avevo già fatto in occasione dello scorso Consiglio alcune considerazioni nel merito della straordinaria generosità dimostrata dalle cooperative dedite all'accoglienza che, quando il conquibus assommava a 30-35 euro al giorno per l'accoglienza di questi extracomunitari, facevano la fila per fare la gara e aggiudicarsi un lotto per l'accoglienza e, quando invece questo conquibus si è ridotto ed è stato praticamente dimezzato, incredibilmente hanno deciso di disertare queste gare. Evidentemente loro ci hanno sempre spiegato che l'accoglienza la fanno non perché ci guadagnano dei soldi, ma per puro spirito di servizio, questo mi pare chiaro e però, quando le cifre, i soldi diminuiscono, incredibilmente questo spirito di servizio viene anche un pochino meno. È anche curioso quindi andare a vedere quando poi le parole, le tante belle parole sull'accoglienza si infrangono sulla realtà.
Detto questo, però ricordo che comunque questo bando che scadeva prevedeva una spesa di ben 9.200.000 euro, quindi non noccioline, non bruscolini, ma anche questi comunque non facevano gola. Quello che però avevo già stigmatizzato nella scorsa iniziativa consiliare è che lei, Presidente, a fronte di un bando andato deserto, invece di dire allo Stato: "benissimo, le cooperative di qui non se ne vogliono occupare, riprendeteli pure voi e dateli a chi invece l'accoglienza la vuole fare alle cifre giuste", ha deciso di prorogare per ulteriori mesi, cinque mi pare, alle cifre precedenti, quindi ancora 35 euro al giorno il bando di accoglienza, che scadrà il 30 novembre. Come ha già detto, è stata bandita una nuova gara, che però è andata deserta. Ecco, appunto io direi che a questo punto le soluzioni sono poche, anzi la soluzione è una sola effettivamente: per due volte le cooperative decidono di non partecipare, diventa quindi assolutamente indispensabile, vista la scadenza imminente, prendere queste persone all'interno delle strutture e trasferirle magari in altre regioni, magari nelle regioni amministrate dal PD, che sicuramente le accoglieranno a braccia aperte, anche la popolazione locale sarà felicissima di ricevere nuovi richiedenti asilo e appunto evitare alla Valle d'Aosta un'ulteriore accoglienza peraltro è un qualcosa che viene chiesto a più riprese dai nostri cittadini.
Dalle sue dichiarazioni pubbliche, Presidente, però a me pare di non aver scorto questa volontà e quindi le chiedo cortesemente di rispondere a quest'interpellanza per sapere a questo punto quale sia la soluzione che l'Amministrazione intende mettere in campo al termine della proroga che scadrà, come ho già detto, il 30 novembre e se sia stato previsto all'interno delle azioni valide il trasferimento definitivo dei richiedenti asilo in strutture esterne alla Valle d'Aosta.
Dalle ore 19:30 riassume la presidenza il presidente Rini.
Rini (Presidente) - Per la risposta, la parola al presidente Fosson.
Fosson (PNV-AC-FV) - Questa volta mi atterrò soltanto alla legge, a quanto è previsto dal Ministero dell'interno e che noi dobbiamo attuare. Infatti il sistema di accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale è approntato dal Ministero degli interni e attuato a livello locale nell'ambito delle funzioni di prefettura. La materia pertanto rientra nelle competenze del Ministero dell'interno, in tale ambito il Presidente della Regione nell'esercizio delle funzioni prefettizie contribuisce all'attuazione a livello locale delle strategie messe a punto dal Ministero e agisce quindi non come capo dell'Amministrazione regionale, ma quale organo periferico del Ministero dell'interno, seguendo le istruzioni impartite da tale dicastero. Mi permetta, vorrei sottolineare questo per un'oggettività proprio di rapporti, seguendo le istruzioni impartite da tale dicastero. In tale ottica, a seguito della seconda gara per l'accoglienza andata deserta, si è provveduto a rappresentare la situazione venutasi a creare al Ministero dell'interno e a chiedere indicazioni allo stesso sulle azioni da porre in essere, posto, come dice lei, che pare proprio non esserci interesse da parte di operatori economici a quei prezzi di assumere tale servizio in Valle d'Aosta alle condizioni stabilite dallo schema di capitolato approvato con decreto del Ministro dell'interno del 20 novembre 2018. Ad oggi questa indicazione su cosa dobbiamo fare, come le dico, su cui non decidiamo noi, non è ancora pervenuta la risposta dal Ministero. L'altra volta invece ci aveva autorizzato a fare temporaneamente delle condizioni diverse di accoglienza.
Lei mi chiede: "se sia stato previsto il trasferimento definitivo dei richiedenti asilo in strutture esterne", come già evidenziato in una precedente iniziativa, come lei ha citato, una decisione in merito all'eventuale trasferimento degli ospiti dalla Valle d'Aosta compete alle strutture centrali del Ministero dell'interno e non alla Regione. Noi quindi abbiamo inviato una lettera in cui abbiamo significato quanto è successo nella seconda gara e aspettiamo, entro il 30 novembre, delle indicazioni del Ministero. Fino ad allora noi non possiamo fare nulla e assolutamente non proviamo a trasferire... dove poi? È il Ministero che ci deve dire dove trasferire i migranti che allontaniamo da qui. Aspettiamo quindi quello che il Ministero ci dirà.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Sì, ma io, presidente Fosson, comprendo perfettamente che si debba sottostare a tutta una serie di imposizioni che arrivano dal Ministero, però qui c'è da fare una riflessione di ordine politico. Vede, la Lega è tra quei movimenti nazionali che non chiede che venga separata la figura del Presidente regionale da quella delle funzioni prefettizie o di Prefetto, anzi noi riteniamo che ci dovrebbe arrivare a una tale figura in tutti i territori; perché? Perché la possibilità anche di gestire quel tipo di deleghe con un mandato popolare sicuramente rafforza il legame con il territorio e soprattutto evita che vengono fatte delle imposizioni che sicuramente alle persone non piacciono. Tra queste chiaramente ci sono moltissimi anche rappresentanti delle istituzioni della Lega, che in prima fila hanno combattuto, pur anche loro, Presidente, essendo ufficiali di Governo, per evitare che nei loro Comuni arrivassero dei richiedenti asilo, nonostante le regole del Ministero prevedano che debbano arrivare, eppure combattendo sono riusciti a vincere questa battaglia. A qualcuno che in quest'aula ha detto che l'immigrazione è una cosa positiva, un vantaggio perché gli immigrati ci pagano le pensioni, producono reddito e pagano le tasse, vorrei ricordare, per esempio, che a Milano, una delle grandi città del nord in cui c'è il maggior numero di accoglienza, di persone accolte, i dati della Caritas evidenziano che la stragrande maggioranza dei poveri che si rivolgono nelle strutture sono stranieri. Evidentemente quindi chi si trova in una situazione di povertà non può certo contribuire con le proprie tasse, non può pagare alcuna pensione, ma drena semplicemente le risorse al nostro stato sociale, al nostro welfare. Soprattutto ce lo chiede oltre a questo anche la cronaca, ce lo chiedono che in questa regione non arrivino più dei richiedenti asilo, per esempio, gli operatori aggrediti da un guineano all'interno di un centro di accoglienza di Aosta; ce lo chiede la donna violentata da un nigeriano in un bar di Aosta; ce lo chiedono le forze aggredite da uno spacciatore marocchino, sempre nella nostra regione, i quattro agenti di Polizia locale picchiati dal nigeriano nella sede delle politiche sociali del Comune di Aosta, che pretendeva che gli venisse assegnata una casa popolare; ce lo chiedono i genitori dei minorenni che acquistavano droga dallo spacciatore ghanese alla stazione di Aosta; ce lo chiedono i familiari del padre di famiglia ucciso dalla droga spacciata da due pusher senegalesi a Saint-Vincent; il proprietario del negozio in cui è stata tentata una rapina in via Torino; ce lo chiedono in decine e decine di altri casi e migliaia e migliaia di altre persone. A questo proposito, le voglio leggere un appello che è stato fatto dal Sindaco di Carceri, un Comune in provincia di Padova, che si chiama Businaro, una lettera che è stata trasmessa al Ministro nelle sue funzioni di Sindaco, quindi ufficiale di Governo: "si diffida l'illustrissimo Ministro dell'interno e ogni organo a esso frapposto a non assegnare al Comune di Carceri persone di origine ignota generalmente definiti profughi in specie privi di originali documenti di riconoscimento e/o di qualsiasi riferimento storico relativo alla loro storia giudiziaria, ritenendolo in caso contrario direttamente responsabile per la causazione di danni a cose o a persone derivanti dal comportamento dei cosiddetti profughi e ritenendo il Ministero responsabile di ogni necessaria spesa volta a prevedere ed eventualmente contenere il pericolo di contagio delle malattie o l'adozione di misure utili alla pubblica sicurezza", questo è quello che fa un Sindaco che si preoccupa della propria cittadinanza. Mi auguro che lei con le sue funzioni prefettizie ben superiori possa fare lo stesso.