Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1000 del 23 ottobre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1000/XV - Interrogazione: "Effettuazione di controlli sui contratti di emergenza abitativa in relazione a segnalazioni di molestie condominiali".

Distort (Presidente) - Punto n. 12 dell'ordine del giorno. La parola all'assessore Borrello.

Borrello (SA) - Intendo avvisare il collega in prima battuta proprio in virtù del fatto che penso che sia conseguenza di tutta una serie di accessi agli atti che lei ha formulato e che noi abbiamo prodotto e in virtù del fatto che io non conosco tutte le casistiche e tutta la documentazione delle persone che ricadono in contesti di emergenza abitativa, che io riferisco quanto formulato dal dirigente competente in quanto si tratta di un procedimento amministrativo e, di conseguenza, informo il collega delle informazioni e rispondo ai quesiti che lei ha prodotto. Innanzitutto, al di là delle questioni che lei ha elencato, c'è un passaggio legato all'articolo 42, comma 1 lettera f), della legge regionale n. 3 del 2013, che riguarda i procedimenti di decadenza, vorrei solo fare solo una specifica dal punto di vista normativo in quanto c'è un po' di confusione tra i progetti di emergenza abitativa e i contratti di assegnazione ERP. L'articolo 42 si riferisce ai contratti di assegnazione e non ai procedimenti di emergenza abitativa. L'emergenza abitativa è un sostegno temporaneo di competenza del Comune di residenza, che sottopone la propria valutazione della pratica del nucleo richiedente al parere della Commissione per le politiche abitative, che ricordo è presieduta da un giudice nominato dal tribunale. Se il nucleo viene riconosciuto in emergenza abitativa, l'Amministrazione regionale individua e sostiene le spese di un alloggio da assegnare al nucleo, previa condivisione e sottoscrizione con i servizi sociali di un progetto di presa in carico. Questo, secondo me, è l'elemento da analizzare, noi ragioniamo in termini di progetti e non di contratti, i contratti sono una conseguenza rispetto all'attivazione del progetto, che, ripeto, è a carico dei servizi sociali, Amministrazione comunale e Amministrazione regionale. Nel progetto sono previsti, disciplinati, quindi sempre nel progetto, gli impegni da parte delle persone coinvolte, quindi ripeto Comune, assistenti sociali, struttura regionale di edilizia residenziale, compresi quelli che il nucleo assume con la sottoscrizione del progetto stesso. Ogni rapporto con il nucleo deve avvenire per il tramite dell'assistente sociale, il progetto viene monitorato regolarmente secondo le necessità e di norma due volte all'anno. I monitoraggi di norma svolti dall'assistente sociale e da un rappresentante del Comune competente, consentono di verificare la permanenza oppure il venir meno dei requisiti dell'emergenza abitativa, fornendo al Comune stesso gli elementi per la propria valutazione, anche in confronto con l'assistente sociale e la struttura regionale, per quanto riguarda la proroga o la revoca dell'emergenza abitativa. Per quanto riguarda invece l'aspetto legato alle summenzionate segnalazioni, posso dire che proprio a seguito di queste segnalazioni, è stata convocata un'ulteriore riunione il 30 settembre, all'interno della quale l'utente ha formulato delle specifiche risposte; ovviamente, qualora abbia necessità, le chiederei di formulare una richiesta.

Per quanto riguarda invece il secondo punto: "quali sono i presupposti amministrativi della mancanza di proroga...", proprio in virtù del fatto che è un progetto di presa in carica - e quindi non è un contratto - e tale progetto o è prorogato o è revocato, non esiste una via intermedia... e tutto questo rispetto a quello che le dicevo precedentemente. Nel caso di specie nel monitoraggio dell'11 marzo del 2019, che era stato formulato nella documentazione richiesta con l'ex articolo 116, è stata accertata la permanenza dei requisiti richiesti e, di conseguenza, la permanenza fino al 31 dicembre 2019 nel contesto di emergenza abitativa.

Per quanto concerne la domanda sui controlli in merito ai contratti sottoscritti, in virtù anche di quello che le ho risposto, l'attività di controllo sui contratti è continuativa, la valutazione deve essere fatta invece sui progetti di presa in carico che, come le dicevo, è in capo all'Amministrazione comunale, con l'Amministrazione regionale e i servizi di assistenza sociale.

Mi permetterà, collega, molto velocemente proprio in virtù del terzo punto... e, secondo me, questo dato le potrà essere utile, anche perché lei l'aveva attenzionato nel suo precedente percorso all'interno del Consiglio comunale di Aosta rispetto a questa tematica... mi permetto allora a questo punto di dare un dato aggiornato rispetto ai controlli dei dati di emergenza abitativa: nel 2017 i casi di emergenza abitativa erano 260 di cui - proprio in virtù del fatto che sono le Amministrazioni comunali - 130 del comune di Aosta e 130 nelle altre realtà comunali di tutti gli altri comuni. A questi vanno aggiunti - e so che lei sa di che cosa sto parlando - quei famosi 76 alloggi, quindi un totale di circa 340 casi di emergenza abitativa nel 2017. Ad oggi nel 2019 i casi di emergenza abitativa sono 170, così suddivisi: 100 per il comune di Aosta e 70 nel resto del territorio, più 10 che sono in attesa di collocazione. Per quanto riguarda i dati del 2017, è un elemento che rientra nel discorso dei monitoraggi: a circa la metà dei 76 casi del Comune di Aosta, quelli che si aggiungevano ai 260, abbiamo revocato i contratti di emergenza abitativa; penso che questo possa essere un dato utile a completamento di un percorso.

Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio l'Assessore per i dati forniti che sono interessantissimi, mi permetto di replicare ad alcune delle affermazioni che sono state fatte appunto dagli uffici, perché innanzitutto lei sa che io principalmente faccio le iniziative per segnalare alla macchina amministrativa che ci sono delle incongruenze. Il secondo punto è che lei dice che c'è confusione fra emergenza abitativa ed ERP, in realtà a smentire che vi sia confusione sono gli stessi uffici regionali, che scrivono nel progetto che bisogna rispettare alcune norme di civile convivenza, ma vi faccio un pochino la cronistoria. Il 7 giugno 2016 c'è questo primo incontro con questo nucleo relativo all'emergenza abitativa e appunto si dice che il contratto partirà dal 15 giugno 2016 fino al 31 dicembre 2016. Oggi quindi siamo arrivati a circa tre anni di emergenza abitativa, il che mi sembra un po' incongruente, comunque si dà l'appuntamento per il monitoraggio - quello di cui parlava lei, collega e Assessore Borrello -, settembre 2016. Nel contratto, come dicevo, si evidenzia che il destinatario di questa emergenza deve avere cura degli spazi della casa garantendo un'igiene adeguata degli ambienti e un comportamento consono alle normali regole di convivenza tra vicini, pena la rescissione del contratto, quindi qui c'è la pena della rescissione del contratto.

Il 14 ottobre, quindi un mese dopo che si diceva: "facciamo il monitoraggio", c'è pienamente questo monitoraggio, e una cosa bellissima - purtroppo non posso proprio riassumere tutto - che è scritta nel documento è che ci si accorda di incontrarsi nuovamente nel mese di marzo 2017, perché il progetto scade il 31 dicembre 2016. Il progetto che viene stabilito dall'assistente sociale scade il 31 dicembre 2016 e l'assistente sociale unitamente al dirigente dice: "ci vediamo a marzo 2017 per la verifica", ma cosa verifichi? Un progetto che è scaduto tre mesi prima? Mi sembra un po' un'incongruenza. Ancora: non si incontrano nemmeno a marzo, e già sono in ritardo, ma il 26 aprile 2017, a 4 mesi dalla scadenza del progetto, sancendo un nuovo percorso che parte dal 15 giugno 2016, quindi un percorso retroattivo, ormai si è nel 2017 ma si parte nel 2016. Mi chiedo quindi a quale titolo a questo punto questa persona occupava l'alloggio se non c'era un accordo, né un progetto che lo diceva e mi sembra strano poter fare dei contratti retroattivi, cioè io nel 2017 vi dico: "benissimo, hai rispettato tutti i requisiti, il tuo contratto parte dal giugno 2016". Mi sembra una cosa abbastanza strana, ma sono sicuro che questa iniziativa servirà per evitare che queste cose strane accadano nuovamente. Per quanto riguarda il monitoraggio di questo progetto, viene stabilita la scadenza il 14 luglio 2017, con un monitoraggio il 30 giugno 2017. Peccato che ci si vede per il monitoraggio il 17 ottobre 2017, quindi di nuovo 4 mesi dopo che si è decisa la fine di questo monitoraggio e quindi per altri 4 mesi non c'è un progetto a supporto di questa emergenza abitativa, si è un po' buttati alla rinfusa così. La struttura ERP e l'assistente sociale propongono di prorogare l'emergenza abitativa, dopo che questa è scaduta, dal 15 luglio 2017, di nuovo retroattivamente, al 15 luglio 2018, concordando di rivedersi a maggio 2018 per il monitoraggio. Di questo monitoraggio non vi è traccia, ma c'è un nuovo contratto che parte dal 1° novembre 2017, una data che non si trova da nessuna parte nei documenti che sono stati forniti e non capisco come il dirigente possa scrivere che tutto è a posto. Da questo documento però, dall'ultimo che proroga il contratto fino al 31 dicembre 2019 - e qui arriviamo al nocciolo della questione - si evincono tre cose molto interessanti: la prima è che gli assegnatari hanno commesso degli abusi edilizi segnalati a ottobre 2018 e non hanno provveduto a rimuoverli violando le norme di comportamento, le stesse ricordate all'interno del contratto; due, che continuano ad arrivare lamentele sui loro comportamenti degli altri condomini e ho le lettere di lamentela che sono arrivate e per questo quest'iniziativa prende corpo da quello; infine si evidenzia come cosa positiva che il nucleo è collocato in buona posizione per un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Io mi chiedo: ma questa procedura piena di buchi, di "parto oggi, monitoriamo dopodomani", poi si monitora sette mesi dopo e va tutto bene, è effettivamente legittima? Perché non si capisce se si può effettivamente fare delle regolarizzazioni postume. Ancora: è possibile mettere una famiglia rispetto alle altre, davanti a tutte relativamente al problema degli alloggi? Si dice all'interno di un documento di una famiglia in emergenza abitativa è collocata utilmente in graduatoria e tutte le altre che sono collocate in graduatoria utilmente invece che non hanno una casa che cosa devono aspettare? Qual è il motivo per cui devono aspettare?

Ancora: c'è una famiglia che compie abusi edilizi e reitera comportamenti sbagliati violando i regolamenti verso gli altri condomini, a fronte di cinque segnalazioni, e non si procede a mandarla via. Io quindi direi che vi è una somma di incongruenze, io mi auguro davvero, lo so, Assessore, che lei, purtroppo, dipende e non conosce il caso specifico, ma sono gli uffici che se ne occupano, però io ritengo che con il focus su questa situazione si possa effettivamente fare un po' di chiarezza ed evitare di utilizzare innanzitutto l'emergenza abitativa come un parcheggio in attesa che poi magari arrivi una casa, perché o si dà un parcheggio a tutti quelli che aspettano una casa oppure non lo si dà a nessuno, l'emergenza abitativa è una situazione emergenziale, per un momento emergenziale, non una cosa che dura quattro-tre anni e prorogata di volta in volta.

Secondo: mi auguro che questi comportamenti... che queste motivazioni di cui appunto chiederò copia... siano assolutamente soddisfacenti, perché sono già cinque le richieste, le lamentele che sono arrivate dai condomini e se queste persone, oltre a pesare sulle casse pubbliche, continuano a reiterare i comportamenti che non si confanno con la quiete degli altri condomini, che vorrebbero vivere tranquilli, forse è il caso di rivedere il tutto.