Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 997 del 23 ottobre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 997/XV - Interrogazione: "Motivi della mancata convocazione del Consiglio territoriale per l'immigrazione della Valle d'Aosta".

Distort (Presidente) - Punto n. 22 dell'ordine del giorno. La parola al presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Il Consiglio territoriale per l'immigrazione è un organismo previsto dall'articolo 3, comma 6, del Testo unico in materia di immigrazione, con funzioni di analisi delle esigenze e di promozione di interventi da attuare a livello locale e in particolare è preposto al monitoraggio della presenza dei cittadini stranieri immigrati nel territorio e della capacità di quest'ultimo di assorbire questi flussi. In Valle d'Aosta il CTI è stato istituito con decreto del Presidente n. 293 del 3 giugno 2005, più volte modificato, è composto da circa 40 componenti ed è stato riunito in composizione plenaria solo cinque volte, l'ultima nel 2012. Il funzionamento è stato anche garantito attraverso la costituzione di gruppi di lavoro tematici, tenuto conto delle difficoltà di riunire periodicamente tutto il Consiglio territoriale. Il coordinamento dei diversi gruppi di lavoro è stato assegnato a diverse strutture dell'Amministrazione che si occupano del fenomeno migratorio in relazione alla materia trattata. Dal 2012, come dicevo, il Consiglio territoriale non si è più riunito in composizione plenaria per motivi diversi: da un lato non vi sono più stati interventi legislativi significativi in materia di immigrazione, soprattutto dopo l'ultima regolarizzazione risalente proprio al 2012, non sono stati più emanati dal Presidente del Consiglio dei ministri i cosiddetti "decreti flussi", che stabilivano annualmente i contingenti dei cittadini extracomunitari autorizzati all'ingresso in Italia. Ciò ha portato negli ultimi anni a un'inversione di tendenza in Valle d'Aosta per quanto riguarda le presenze degli immigrati, se fino all'anno 2013 infatti il fenomeno migratorio era in costante aumento, a partire dall'anno 2014 si è registrata una costante contrazione delle presenze, passando dalle 9333 del 31 dicembre 2013 alle 8294 del 31 dicembre 2018. Inoltre, a partire dall'anno 2014, come tutti sappiamo, si è assistito alla cosiddetta "emergenza sbarchi" e alla conseguente necessità di garantire i servizi di accoglienza su tutto il territorio italiano, attività che ha finito per essere assorbente rispetto alle restanti tematiche riguardanti la materia migratoria.

Premesso che nessuno dei componenti del consiglio ha richiesto negli ultimi anni la sua convocazione, la struttura regionale Affari di Prefettura ha comunque continuato ad assicurare le ordinarie attività di monitoraggio, sentendo le diverse componenti del consiglio e la trasmissione al Ministero dell'interno dei dati raccolti sul territorio regionale. Ad ogni modo la informo che ho chiesto alla struttura Affari di Prefettura di convocare non appena possibile una riunione plenaria del Consiglio territoriale per l'immigrazione al fine - mi sembra giusto dopo tanti anni - di fare il punto della situazione in merito alla presenza dei cittadini stranieri regolarmente presenti sul nostro territorio e di eventuali problematiche di integrazione e per questo la ringrazio di questa iniziativa.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Grazie Presidente con funzioni prefettizie. Noi vorremmo ribadire che l'immigrazione non è un problema, perché gli esseri umani si spostano naturalmente da una zona all'altra del pianeta da quando lo abitano. L'immigrazione invece è una questione che la politica ha il dovere di affrontare per fare in modo che la società sia in grado di gestirla e di armonizzarla con le esigenze di tutti e di tutte. Le cittadine e i cittadini stranieri che, non dimentichiamolo, cooperano alla ricchezza del nostro sistema Italia, con le tasse che pagano e con i contributi previdenziali che versano e che sono indispensabili per l'attuale sistema pensionistico, come costantemente hanno dimostrato le relazioni dell'INPS e di altri istituti di ricerca di spessore, hanno diritto di essere coinvolti, ascoltati e di manifestare le proprie istanze. Il compito dei consigli territoriali è proprio quello di elaborare delle progettualità, di creare governance multilivello relative al processo di integrazione, di monitorare, informare e formare e soprattutto di elaborare strategie di utilizzo e gestione delle risorse comunitarie, sempre più indispensabili nell'ambito dell'inclusione di bambini, ragazzi e adulti. Pare assurdo che, di fronte a un fenomeno quale quello dell'immigrazione, che sembra irrazionalmente terrorizzare - e che anche in Valle d'Aosta si sta caricando di problematiche, quelle sì estremamente preoccupanti e urgenti, come il caporalato e lo sfruttamento lavorativo -, l'allora Prefetto non abbia più ritenuto fondamentale convocare il consiglio territoriale dal 2012, privando così la Regione Valle d'Aosta e quindi la cittadinanza tutta di uno strumento istituzionale previsto dalla legge, che avrebbe potuto accompagnare con più consapevolezza e capacità di pianificazione i cambiamenti che sono strutturali della nostra società e quindi sicuramente non contrastabili, a meno di non infrangere una quantità di leggi nazionali e internazionali inimmaginabile. Coinvolgere tutti gli attori che operano nel settore dell'immigrazione parrebbe, mi permetta, la scelta più logica e opportuna da fare prima e ora. Soprattutto in un momento come questo nel quale evidentemente l'interesse non è occuparsi di serie politiche migratorie, ma è trasformare i normali flussi migratori, di cui peraltro non dimentichiamo che la maggior parte di noi è figlia, in false informazioni, è becera e insopportabile propaganda, pure a fronte in Valle d'Aosta di un 6,6 percento della popolazione che risulta essere di stranieri, perché la Valle d'Aosta risulta essere sempre meno attrattiva per gli stranieri e questo ce lo dice la recentissima ricerca IRES appena presentata dalla CGIL. Poiché ormai si tende a pensare che gli stranieri siano solo i richiedenti asilo, precisiamo che il consiglio territoriale non riguarda nello specifico quella categoria, ma tutti i cittadini stranieri ed è responsabilità del Prefetto assicurare la formazione e il funzionamento dei consigli territoriali dell'immigrazione e quindi accogliamo con grande soddisfazione questa notizia che ci ha appena dato e cioè che ci sarà di nuovo questa convocazione, considerando anche che il Consiglio territoriale per l'immigrazione in Valle d'Aosta era stato istituito con 11 anni di ritardo. Ci felicitiamo quindi e la ringraziamo per questa buona notizia.