Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 886 del 25 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 886/XV - Interpellanza: "Notizie in merito al servizio di gestione di centri di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale".

Rini (Presidente) - Passiamo ora al punto 37 all'ordine del giorno. La parola al collega Manfrin per l'illustrazione.

Manfrin (LEGA VDA) - Per augurare delle buone vacanze alla collega Pulz procedo con questa interpellanza.

Come sapete, il 21 giugno 2019 era l'ultima data utile per presentare le offerte per la gestione dei centri di accoglienza speciale dei cittadini extracomunitari. Il progetto nel suo complesso prevedeva una spesa di 9.200.000 euro, una somma direi decisamente importante. Questa sommetta però, quantunque direi decisamente corposa, è frutto dei tagli operati dal Ministero degli Interni, che evidentemente ha ritenuto di adeguare il nostro Paese agli standard europei, tagliando quel fiume di denaro che aveva fatto esclamare a Salvatore Buzzi, che è stato uno degli attori principali di mafia capitale, "con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga". I tagli hanno ridotto quindi la somma quotidiana pro-capite per ogni immigrato, che è passata da 35 a 21 euro giornalieri, permettendo al Ministero di risparmiare oltre un miliardo di euro, soldi che andranno a beneficio della nostra sicurezza poiché finanzieranno l'assunzione di numerosi operatori delle Forze dell'ordine. Questi tagli, però, paiono aver colpito un altro settore che fino a ieri sembrava molto fiorente ed è il settore delle cooperative che facevano dell'accoglienza il proprio core business. Proprio questi tagli paiono aver scoraggiato quei soggetti che, fino a ieri, ci spiegavano che per loro l'accoglienza non era fatta per i soldi ma per bontà d'animo. Eppure, chissà come mai, nessuna delle cooperative che attualmente gestiscono i centri di accoglienza ha scelto di partecipare al bando. Forse probabilmente scoraggiate per una crisi di vocazione o forse, più coerentemente, scoraggiate per la mancanza del denaro. Chi lo sa? Il tutto pare assolutamente anomalo, considerato che la gestione di un centro con una quindicina di persone, una media che c'è assolutamente qui nelle strutture in Valle d'Aosta, arriverebbe a fruttare, secondo le cifre attuali, quasi 10.000 euro mensili alla cooperativa che, appunto, si occupa di questi servizi. Certo, lontani dai 16.000 precedenti ma sicuramente sufficienti per garantire una buona gestione del centro e dei suoi occupanti.

Venendo al tema dell'interpellanza, comincio col dire che il bando che avete pubblicato mi ha lasciato numerosi dubbi, a cominciare dai numeri. L'ho riletto numerose volte e ho notato che, mentre nel bando precedente c'era un limite minimo di 8 persone nella struttura, questo limite nel nuovo bando che è stato pubblicato è stato tolto. Mi sono chiesto come mai è stato tolto questo limite minimo. Io provo ad avanzare un sospetto, ma probabilmente sono una persona che fa affermazioni capziose. Nel 2016, nel comune di Pollein si doveva mettere un centro per accoglienza. Questo centro per l'accoglienza però non aveva le misure per ospitare almeno 8 persone e, proprio in virtù del fatto che non aveva le misure per ospitare almeno 8 persone, non si poté fare il centro di accoglienza. L'aver per tolto questa norma minima pare quasi andare incontro a queste persone (pare).

Ho notato però un'altra anomalia. Il bando prevedeva, a fronte degli attuali 183 gentili ospiti che affollano la nostra regione, una capienza massima di 300 unità, capienza però - è stato previsto - estendibile. Ovviamente come sempre si considera il quinto d'obbligo come per ogni appalto, ma soprattutto per una clausola che è stata da voi inserita, ovvero la possibilità di aumentare fino al 50 percento le presenze. Pertanto ci sono 183 ospiti, si dice che il bando va a coprire fino a 300 posti, ma è estendibile per un altro 50 percento. È curioso che ci si preoccupi di prevedere aumenti in un momento in cui gli sbarchi, grazie all'opera del Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sono precipitati a beneficio della statistica (nel caso magari non l'aveste saputo dagli organi d'informazione procedo a informarmi anche in questo senso). Posso dire che se nel 2017 gli sbarchi a luglio assommavano a 93.359 e nel 2018 a 17.854, ad oggi stazionano a quota 3.191, con una riduzione di quasi 90 punti percentuali. Quello che però mi lascia basito, Presidente, è quanto è accaduto dopo che il bando è andato deserto per questa famosa crisi di vocazione o di pecunia, poiché, da quanto hanno riferito le fonti di informazione, è stata fatta una proroga di 4 mesi agli attuali gestori, ovviamente alle cifre precedenti, quindi sempre a 35 euro al giorno e non alle quote di 21. Mi auguro, visto che il Presidente scuote la testa, che questo sia smentito, perché altrimenti si tratterebbe di un maggior onere per le casse pubbliche; ovviamente casse pubbliche dello Stato, ma sempre casse pubbliche sono.

L'idea che soprattutto contesto è quella di dire: "non c'è nessuno che è disposto ad accogliere", ma ce li manteniamo qui, con una proroga ulteriore. Personalmente ritengo che se le gentili e caritatevolissime cooperative hanno deciso che l'affare non interessa loro più, la strada probabilmente sia unica. Visto che il business ha perso d'interesse e qui, in Valle d'Aosta, nessuno è più disposto a raccogliere - beninteso per motivi di progetti umanitari e non di denaro -, c'è la possibilità di dire: "Comunichiamo al Ministero che i posti disponibili in Valle d'Aosta non ce ne sono più", così com'è stato fatto negli anni passati prima che i finti autonomisti barattassero l'invasione della Valle d'Aosta con il "Patto della Perenni", firmato con l'allora Presidente del Consiglio Renzi. Vi ricordate la frase che pronunciò l'allora Presidente della Regione, Rollandin, a La7? Al giornalista che lo intervistava sull'accoglienza in Valle d'Aosta, quando ancora non si accoglieva nessuno, disse: "Se li prenda a casa sua". Accogliendo quindi quell'idea pre-renziana di chiudere finalmente la parentesi "accoglienza Valle d'Aosta" che, ricordo, io e la collega Spelgatti, così come altri colleghi qui, contestammo con una manifestazione pubblica davanti a questo Palazzo il 31 ottobre 2015, desidero fugare un sospetto ancorché legittimo, ovvero che qualcuno non stia lavorando per riscrivere il bando che permetta di fare un grande centro di accoglienza ben oltre la capienza delle 25 unità attuali, per ingolosire magari qualche iper caritatevole cooperativa o magari per attirarne qualcuna da fuori Valle. Per fugare questo sospetto, e quindi per avere un chiarimento sui dubbi che le ho sollevato, le chiedo con questa interpellanza quale sia la soluzione che l'Amministrazione intende mettere in campo al termine della proroga accordata e se sia stato previsto il trasferimento definitivo dei richiedenti asilo in strutture esterne alla Valle d'Aosta.

Dalle ore 19:09 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Per la risposta da parte del Governo, la parola al Presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Io mi atterrò alla parte ispettiva della sua interpellanza, non certo alla parte politica su cui ci sarebbe molto da dire... per carità, ma forse questa non è la sede, e non vorrei neanche difendere troppo la Consigliera Pulz. Vede, il suo punto di partenza in certa parte può anche essere vero, ma che le cooperative lo facessero solo a scopo di lucro lo contesto vivamente. Se non è così, faccia lei una cooperativa con 18 euro, con quanto è previsto di assistenza ad un immigrato. Risolto questo discorso, su cui potremmo parlare a lungo ed è una posizione antropologica alla base che forse ci differenzia, questo argomento è in stretta dipendenza da quanto il Ministero degli Interni ci dice.

In seguito al bando del Ministero degli Interni del novembre del 2018, che portava da una certa quota, da 35 euro a 21 euro più il pocket, le cooperative che gestivano i centri di accoglienza... sono bandi che vengono spediti al Ministero e il Ministero lì verifica. Il nuovo bando è andato deserto e nessuno a quelle condizioni voleva più accogliere un immigrato. Io do i dati. Come ho detto, non voglio fare dei commenti. Di conseguenza, seguendo le indicazioni che sono state fornite, c'è anche una ragionevolezza in questo, perché nei 35 euro erano previsti dei servizi all'integrazione: la logica è che nei centri di accoglienza, poiché i "ricoverati" - chiamiamoli così - sono in attesa del giudizio di protezione internazionale e quando l'hanno ottenuto vanno negli SPRAR, in cui le condizioni sono completamente diverse (noi ne abbiamo tre, in tre comuni della Valle d'Aosta), in quel periodo lì non hanno bisogno di un servizio di integrazione, poiché non si sa ancora se rimangono da noi, pertanto sono stati tagliati i servizi all'integrazione.

Vorrei sottolineare quanto fa la Caritas in tanti settori. La Caritas, che non mi sembra un organo con una storia di accaparramenti, anche se possono esistere le mele marce dappertutto, ha deciso di non presentare alcuna offerta, proprio perché rifiutava questo meccanismo. Dice: "noi non possiamo accoglierli senza fare integrazione". Questo a specificazione ed è un giudizio. Anche le altre cooperative però non hanno più dato una loro disponibilità. Comunque, di conseguenza, il funzionario di Prefettura si è attivato presso il Ministero degli Interni che ha consigliato di bandire un'altra gara alle medesime condizioni previste per la gara andata deserta. Non c'è la facoltà di allargare i numeri, quindi noi abbiamo fatto un altro bando di gara. Nel frattempo è già stata disposta la proroga contrattuale nei confronti degli enti gestori che hanno accettato la proposta di proroga, e sono tre. Lei non mi ha chiesto... ma non sono 35 euro. Questi sono comunque tutti contratti e proroghe sottoposti all'approvazione del Ministero degli Interni. In questo momento nei CAS ci sono 172 ospiti e gli SPRAR in Valle d'Aosta sono 23.

Per quanto riguarda la seconda domanda, ricordato che siamo nell'ambito del sistema di accoglienza straordinaria dei richiedenti asilo, che è gestito direttamente dal Ministro dell'Interno: una decisione in merito all'eventuale trasferimento dei migranti attualmente presenti in Valle d'Aosta compete alle strutture centrali del Ministero dell'Interno e non all'Amministrazione regionale. Come sa, quando il Ministero degli Interni invia, noi non possiamo dire di no e dobbiamo attivarci.

Presidente - La parola al collega Manfrin per la replica.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie, Presidente Fosson, per averci oggi spiegato che il Consiglio regionale non è sede di dibattito politico. La ringrazio per questa informazione, era qualcosa che non conoscevo, di cui oggi finalmente vengo a conoscenza. Se mi è concesso parlare, intervenire... altrimenti parli lei, Presidente!

Presidente - Prego, procedete secondo l'ordine previsto. La parola a Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Dicevo quindi che in questa sede, dove vi è anche la possibilità di dibattito politico, lei ci dice che in realtà voi fate i bandi ma a decidere è il Ministero. No, Presidente, il problema è proprio questo. Le faccio l'esempio classico e gliel'ho detto durante la presentazione. Se nel bando precedente vi era la possibilità di mettere un minimo di 8, un massimo di 25 e voi avete tolto il limite minimo, significa che una competenza sui bandi e su quello che potete inserire ce l'avete. Allora su questo avete agito. Evidentemente lei preferisce "scaricare" le responsabilità perché non sa che cosa rispondere. Questa è la differenza. Questo mi pare assoluto. Lei, peraltro, mi ha anche invitato a fare una mia cooperativa per accogliere. Le posso assicurare - ma credo non ve ne fosse bisogno - che è proprio l'ultimo dei miei desideri e anche delle mie aspirazioni lavorative. Questo glielo posso assolutamente garantire.

Lei non conosce il settore, si è avventurato in questa spericolata interpretazione facendo anche il nome di una cooperativa - io non ho fatto nomi e ritengo che non si debbano fare - giustificando le scelte di quella o di quell'altra. Non sapevo che avesse anche dei contatti, potesse comprendere le motivazioni di chi, del come e del perché qualche cooperativa ha deciso di non partecipare, ma dimostra di non conoscere il tema, perché lei dice che i richiedenti asilo, quando ottengono l'asilo, passano poi nello SPRAR. Non funziona così, Presidente. Lei ha detto così: lei ha detto che chi ottiene l'asilo poi passa nello SPRAR. Non funziona così. Ci sono due canali: quello che in teoria dovrebbe essere il canale ordinario, che è lo SPRAR, e c'è il canale del CAS, che è il centro di accoglienza speciale. Ovviamente non sono connessi, ma chi ottiene il permesso poi può liberamente circolare sul territorio nazionale e non è soggetto chiaramente ad accoglienza, mentre invece lo SPRAR è soltanto un'altra forma di accoglienza.

Vede, Presidente, lei mi ha detto che gli euro non sono 35. Sì, certo, se lei dice: "proseguiamo col contratto in essere precedente" gli euro non sono 35 perché le aggiudicazioni fatte dalle varie cooperative si aggiravano da circa 30 a circa 33 euro a cooperativa. Mi dice che ci sono 2 euro in meno. La ringrazio, però in realtà non è così. Lei ha detto che non sono 35, quindi non prendiamoci in giro! Io le ho detto: "lei continua quindi a prorogare la permanenza di queste persone qui"... Presidente, ma posso parlare? Mi scusi eh! Posso parlare? Mi è concesso? Ho fatto commenti quando parlava lei?

Presidente - Prego, continuate secondo l'ordinamento del Consiglio. È in corso l'intervento del collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Dicevo: se ovviamente voi avete mantenuto le condizioni esistenti in maniera precedente rispetto ai vecchi bandi - perché dubito che cooperative che non accettano di ospitare a 21 euro a bando lo accettino con proroga -, voi avete continuato a mantenere sul territorio delle cooperative che, ai costi di prima, continuano a mantenere quelle persone lì per altri 4 mesi.

Presidente, lei mi dice che questa è una scelta del Ministero. Lei ci vuole dire davvero che se il bando va deserto, e quindi non avete una struttura e tutte le tutte le strutture si rifiutano di ospitare... Lei cosa dice? Li teniamo qua? Li mettiamo sotto i ponti? Li mettiamo nelle tende? Qual è la soluzione? Non funziona così, Presidente! Senza contare che nessuno sta più arrivando. Lei dice che se arrivano dobbiamo prenderli, ma non sta arrivando più nessuno!

Chiudo dicendo una cosa. Ci ha contestato che è difficile fare accoglienza con quei soldi, con 21 euro al giorno. Quei 21 euro al giorno, Presidente, sono stabiliti non perché qualcuno si è seduto a tavolino e ha pensato che fosse la quota giusta, ma perché quelle sono le medie europee applicate in tutti i Paesi dell'Europa, la "grande Europa" che sempre invochiamo come standard. Pertanto quei soldi sono quelli che in tutta Europa vengono utilizzati per erogare quei servizi, ma stranamente per le cooperative nostrane non sono sufficienti. E allora, Presidente, se quei soldi non sono sufficienti, io le faccio solo un semplice calcolo. Quei soldi equivalgono a 630 euro al mese. Ora, se per le cooperative accogliere le persone e mantenerle con 630 euro al mese non è sufficiente, che cosa devono dire i disabili che come pensione arrivano a sommare 300 e 450 euro al mese? Questa è la domanda che le pongo, Presidente.