Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 881 del 25 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 881/XV - Interpellanza: "Interventi per sopperire alle problematiche dei giovani disoccupati".

Farcoz (Président) - Point n° 34 à l'ordre du jour. La parole à la collègue Russo pour l'illustration.

Russo (M5S) - In questa interpellanza parliamo di ragazzi, ma di una categoria particolare di ragazzi, cioè dei Neet, che sono i giovani tra i 20 e i 34 anni che non lavorano, non studiano e non sono coinvolti in percorsi di formazione. Secondo i dati dell'Eurostat pubblicati pochi giorni fa, nel 2018, in Europa, erano circa 15 milioni i giovani tra i 20 e i 34 anni che non lavorano, non studiano e non sono coinvolti in percorsi di formazione. La cifra corrisponde alla proporzione di un giovane su 6, il 16,5 percento della popolazione giovanile. L'Italia ha loro su questo triste podio con una percentuale di Neet del 29 percento, seguita dalla Grecia, dalla Bulgaria e dalla Romania. I Paesi più virtuosi sono la Svezia, i Paesi Bassi e il Lussemburgo.

In questa preoccupante situazione del mondo giovanile c'è un ulteriore dato molto preoccupante, secondo cui, sempre nella fascia 20-34 anni, le donne che nel 2018 non studiavano, non lavoravano, né erano coinvolte in percorsi di formazione, sono state il 20,9 percento, mentre gli uomini solo l'8 percento. In generale lo svantaggio femminile aumenta con l'età, a dimostrazione inoltre che le politiche di welfare che dovrebbero aiutare le donne a conciliare il lavoro e la famiglia sono largamente insufficienti in Italia e in Europa. Se si confrontano le fasce d'età 20-24 anni con i 30-34 anni nei maschi si nota un netto miglioramento della percentuale di Neet, mentre nelle donne c'è un drammatico peggioramento che va ancora a peggiorare proprio nel periodo in cui le donne desiderano sposarsi e avere figli. A questo punto la percentuale dei Neet esplode, si arriva al 38 percento. I Neet sono un problema sociale crescente. Solo di recente, però, in relazione all'inizio della crisi economica, la categoria dei Neet ha iniziato a destare interesse in economisti esperti nel mondo del lavoro e in politici. Il problema dei Neet non è solo quantitativo, esistono una serie di fattori che aumentano sicuramente le possibilità di diventare Neet: ad esempio, un individuo con disabilità, ha il 40 percento in più delle possibilità di appartenere a questo gruppo rispetto agli altri; i giovani immigrati del 70 percento in più; anche un basso livello di istruzione, vivere in aree remote e un reddito familiare basso aumentano le probabilità.

È evidente che la programmazione regionale del Fondo europeo e il Piano delle politiche del lavoro non può non considerare questa categoria del mondo giovanile. Anche l'Assessorato all'istruzione e quello delle politiche sociali sono coinvolti in questo fenomeno dal punto di vista della prevenzione. Essere Neet è uno spreco incredibile del potenziale giovanile, ma porta pure conseguenze negative per la nostra società e per l'economia del nostro Paese, sicuramente anche delle singole regioni. Secondo Eurofound, nei 21 Paesi dell'Unione europea presi in esame, i costi economici della mancata partecipazione dei Neet al mercato del lavoro ammonterebbe a oltre 90 milioni di euro ogni anno, cioè due miliardi di euro la settimana. L'Italia ha il primato negativo superando i 26 miliardi. Secondo questo rapporto, l'inserimento nel mercato di lavoro di appena il 10 percento dell'attuale popolazione di Neet comporterebbe un risparmio per la società di oltre 10 miliardi di euro.

Siccome i dati a livello europeo e a livello nazionale vi sono e sono anche corposi, chiedo al Governo quale sia la situazione regionale e, in particolare, chiedo: nel 2018 quanti giovani residenti in Valle d'Aosta nella fascia d'età 20-34 anni si sono trovati si sono trovati nella condizione sopra definita e qual è la percentuale femminile; se nel 2018 sono state messe in atto dall'Assessorato dell'istruzione e dall'Assessorato politiche lavoro e affari europei azioni specifiche per questi ragazzi; in caso di risposta positiva, quali indicatori di risultato sono stati individuati. Chiedo infine quali azioni si intendono mettere in campo negli anni 2019/2021, negli Assessorati sopracitati, per rispondere a questo grave fenomeno sociale.

Président - La parole à l'Assesseur Bertschy pour la réponse.

Bertschy (AV) - Collega Russo, credo che, man mano che avanzeremo con la definizione del nuovo Piano delle politiche del lavoro, con la revisione della normativa e soprattutto con il lavoro che si farà ancora nei tavoli, in particolare quello dedicato ai giovani, questo sarà un tema da mettere al centro delle priorità legate alle politiche del lavoro. Glielo dico perché al momento attuale scomporre il dato relativo al fenomeno dei Neet è un'attività da strutturare e da organizzare. In effetti i nostri dati sono più riferiti ai giovani dei 15-29 anni rispetto a quelli dei 20-34, e chiaramente si portano dentro qualche anno di scuola dell'obbligo, ma in ogni caso i dati sono dei punti di riferimento e dei punti di partenza.

Nella fascia di età dei 15-29 anni, più che in quella dei 20-34, l'ISTAT assegnava alla Valle d'Aosta un numero di 2.812 giovani in questa situazione, con un tasso che evidentemente è un po' più basso di quello legato al tasso da lei citato. Dai nostri sistemi informativi del Dipartimento delle politiche del lavoro, tale dato andava a una cifra superiore ai 3.000 ragazzi.

In questi primi mesi di lavoro, su questo argomento, proprio per cominciare ad avere qualche dato se non scientifico un po' più puntuale per poter lavorare, abbiamo cercato di svolgere un'attività all'interno dell'Assessorato attraverso la collaborazione di due stagisti, due ragazzi universitari che hanno passato qualche mese con noi al Dipartimento. Abbiamo fatto una verifica puntuale con un'intervista telefonica per capire quanti ragazzi si trovano in questa condizione, visto che il dato ci sembrava esagerato rispetto alla nostra situazione. Il dato emerso - lo ripeto - non ha proprio valore scientifico, ma intanto è utile per poter lavorare: sono circa 780 i ragazzi in questa situazione al momento attuale, in Valle d'Aosta, sui 3.000 di base di riferimento. È chiaro che per arrivare a definire i Neet non bisogna fare l'errore di conteggiare anche coloro che stanno studiando e stanno facendo... le banche dati non tengono conto di questo che è anche un fenomeno nuovo rispetto alla situazione dei giovani. La percentuale femminile su questo dato di 787 ragazzi corrisponde al 45 percento, quindi siamo più o meno ad un valore di parità rispetto al dato generale.

Nel 2018 sono state messe in atto dall'Assessorato dell'istruzione e dall'Assessorato delle politiche del lavoro e affari europei azioni specifiche per questi ragazzi. Insieme alla collega Certan si sono raccolti un po' di dati, anche se evidentemente il fenomeno attiene alle politiche della formazione e del lavoro più che alle politiche dell'istruzione da un certo punto della loro età in avanti. Nel 2018, nella zona territoriale afferente al Centro per l'impiego di Verrès, sono stati attivati due progetti cofinanziati dal Fondo sociale per la promozione di azioni di orientamento e tirocini extracurriculari, uno dei quali dedicato esclusivamente ai giovani; tali progetti, ancora attivi, termineranno il 31 agosto 2019 e sono realizzati dall'ente accreditato alla formazione CNOS-FAP in associazione temporanea con agenzia privata per lavoro Synergie Italia. Sono stati approvati nel 2018 quattro percorsi formativi dedicati ai giovani, poi avviati nel 2019, per un totale di 12 corsi di formazione. Sempre nel 2018, nell'ambito delle azioni di politica attiva del lavoro a favore del target dei Neet compresi tra i 16 e i 29 anni, è stata attivata la Misura 6 (servizio civile regionale) a valere sulle risorse residue del PON IOG (risorse nazionali) e gestita dalle strutture delle politiche sociali. I progetti di servizio civile, anche queste gestite dalle politiche sociali, hanno avuto una durata corrispondente all'anno solare dal 1° novembre 2017 fino al 31 ottobre 2018; infine, nel corso dell'anno 2018, era attivo - e lo è ancora - il bonus incentivo occupazione giovani per le fasce di età 16-29 in misura di politica attiva che è stata gestita dall'INPS.

"In caso di risposta positiva, quali indicatori di risultato sono stati individuati e quali i risultati raccolti in seguito alle azioni effettuate". In merito al progetto "Opportunità 2.000-giovani 16-29", i giovani che hanno attivato misure di politica attiva, tirocinio e/o orientamento, sono stati 170. Per quanto riguarda i tirocini, i dati sono i seguenti: di 30 tirocini avviati, 13 si sono conclusi con successiva assunzione presso l'azienda ospitante, 5 sono stati portati a termine ma senza assunzione e i restanti 12 si sono interrotti. I progetti presentati rispetto alla Misura 6 (servizio civile) sono stati 14 con un coinvolgimento totale di 22 giovani iscritti al Programma Garanzia Giovani Valle d'Aosta (11 maschi e 11 femmine). I progetti formativi approvati stanno coinvolgendo e coinvolgeranno un totale di 130 giovani; 5 corsi sono già stati avviati, mentre 7 saranno avviati nei prossimi mesi.

Quali risultati o forse più quali obiettivi "si intendono mettere in campo, negli anni 2019/2020 e 2020/2021, negli Assessorati sopracitati, per rispondere a questo grave fenomeno sociale": per quanto riguarda la programmazione degli interventi e per il triennio 2019/2021, rispetto a questo target è stata avviata la progettazione di una serie di azioni a valere sul Programma Garanzia Giovani (seconda fase), anche su richiesta e anche in collaborazione con la struttura della programmazione del Fondo sociale. Il programma comprenderà una serie di azioni tra loro collegate che costituiscono un percorso denominato Work experience. Le azioni sono: una fase di orientamento specialistico, che consiste nella profilazione del giovane, nella ricostruzione della sua storia personale e nella messa a punto di un progetto individuale con obiettivi da raggiungere; una fase di formazione, mirata all'inserimento lavorativo del giovane progettata dagli enti accreditati e alle aziende che decideranno di accogliere il giovane durante la sua esperienza in tirocinio al fine di consentire competenze adeguate alla figura professionale da ricoprire; una fase di accompagnamento al lavoro, dove il soggetto titolare del progetto dovrà effettuare una ricerca attiva del lavoro attraverso lo scouting delle opportunità occupazionali e a favorire l'incontro con le imprese; infine, una fase di tirocinio presso le aziende opportunamente individuate dagli enti accreditati con la presenza di un tutor aziendale designato. La definizione del progetto è stata completata e sarà oggetto di prossimo invio al Ministero del Lavoro per la validazione, dopodiché potrà essere bandito il relativo avviso rivolto agli enti accreditati. Si prevedono inoltre alcune adeguate attività innovative di comunicazione rivolte allo specifico target di utenza. Abbiamo provato ad andare recentemente al torneo di calcio, in piazza, con alcuni giovani che hanno promosso alcuni progetti che sono a loro favore e l'idea è di scendere su un piano più concreto rispetto al target dei giovani. Bisogna trovare il modo di raggiungerli, riuscire a informarli delle opportunità che si creano stando più vicino ai loro luoghi di divertimento, di vita e anche di lavoro. Infine è stato approvato nel mese di giugno 2019 - è un po' il frutto dei lavori di questi primi mesi - un avviso, che abbiamo chiamato "per l'industria", che prevede due schede di azione per formare manutentori elettrici e manutentori meccanici, rivolto ai giovani fino a 29 anni. Poi vi è l'avviso per qualifica di tecnico informatico rivolto a giovani adulti. Nei prossimi mesi sarà inoltre approvato l'avviso occupabilità al cui interno sarà inclusa una scheda di azione rivolta ai giovani dando priorità a coloro che hanno abbandonato gli studi in età compresa tra i 16 e i 18 anni. Questa scheda prevede attività di orientamento, formazione e stage in azienda.

Concludo dicendo che queste iniziative sono frutto soprattutto di una ricerca di prima risposta senza una vera strategia. Credo che la cosa che dovremmo fare bene qui, all'interno del Consiglio, delle Politiche del lavoro e delle Commissioni è di definire invece una strategia per il prossimo triennio che ci metta in condizione di determinare bene gli obiettivi, di raggiungere i ragazzi e, infine, di pensare alle risorse. Dobbiamo cominciare a pensare prima alle strategie e poi alle risorse.

Président - La parole à la collègue Russo pour la réplique.

Russo (M5S) - Assessore, la ringrazio per l'articolata risposta. Effettivamente quando lei ha parlato di 3.000 ragazzi il numero mi sembrava veramente importante, così come, contemporaneamente, anche i 780 mi sembrano forse troppo pochi. L'intervista telefonica ovviamente può essere uno strumento che può dare un'indicazione, ma chiaramente non può essere l'unico perché, come ha detto lei bene, non è assolutamente uno strumento scientifico. Questa problematica, che è importante e su cui effettivamente a livello regionale c'è ancora poco - gli studi sono stati fatti prevalentemente a livello nazionale e a livello europeo - ci obbliga, come abbiamo già detto anche per altri problemi ma soprattutto per questi che riguardano i giovani, a fare un ragionamento di strategia che, come ha detto lei prima, è soprattutto di strategia di tutti gli Assessorati, poiché praticamente nel caso dei Neet potrebbero essere coinvolti quattro o cinque Assessorati, alcuni direttamente per la risoluzione concreta del problema e altri per evitare che questo problema si continui a perpetuare. L'obbligo per noi è assolutamente quello di fare un ragionamento a livello globale e di visione.

Rispetto a questa problematica, su cui io mi sono documentata parecchio, due sono gli ordini dei problemi: uno è dato dal fatto che un potenziale giovanile non venga espresso, e significa tantissimo, significa tantissimo per quel ragazzo e significa tanto anche perché questo potenziale inespresso non permette alla società di evolvere, quindi questo è un grossissimo pezzo; il secondo pezzo, che non è di poco conto, data la situazione in cui viviamo, è il risvolto sociale e soprattutto economico per la nostra regione, perché chiaramente queste persone rimarranno solo a carico dei servizi sociali o dei Fondi europei o di altre risorse, ma non portano il loro contributo concreto.