Oggetto del Consiglio n. 880 del 25 luglio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 880/XV - Interpellanza: "Segnalazione dell'Ordine degli architetti in merito all'affido del servizio di redazione del progetto di manutenzione del castello Vallaise di Arnad".
Farcoz (Président) - Point n° 33 à l'ordre du jour. La parole au Vice-président Distort pour l'illustration.
Distort (LEGA VDA) - Premetto che espongo questa interpellanza più che con un certo imbarazzo con una certa apprensione. Pertanto se l'Assessore che seguirà al mio intervento con la risposta si trovasse nell'ipotesi di difficoltà, sappia che non è da solo.
Detto questo, introduco la questione che riguarda una situazione di conflittualità tra la Sovraintendenza regionale e l'Ordine degli architetti. La mia premessa è relativa al fatto che io intervengo nella mia figura di Consigliere regionale. Il fatto di essere architetto non fa di me, in questa sede, il difensore di una categoria, ma in questa sede io ritengo di difendere, di sostenere la risoluzione di una conflittualità tra due parti estremamente importanti della nostra società in merito a questo argomento: da un lato, la Sovraintendenza e, dall'altro, l'Ordine degli architetti.
Illustro la situazione, che è questa: il 24 giugno è stato affidato l'incarico per la progettazione - progetto esecutivo, direzione lavori, assistenza, misura e contabilità, redazione del piano di sicurezza e di coordinamento in fase di progettazione e di esecuzione - dei relativi lavori alla manutenzione straordinaria della copertura del rustico del Castello Vallaise di Arnad, bene tutelato ai sensi del decreto legislativo n. 42/2004. Parliamo quindi di un bene culturale. Qual è il casus belli? L'affidamento di questo incarico ha tutta una sua organicità, è un incarico che ha un inizio ed una fine, quindi non è soltanto una porzione, una parte residuale, ma è un incarico completo affidato per un bene culturale a un ingegnere. Ora il casus belli nasce proprio perché è un bene culturale, per tutta una situazione legislativa che richiamo proprio a grandi linee. Parto dal regio decreto n. 2537 del 23 ottobre 1925, tralascio tutta la serie di leggi sulla tutela dei beni culturali avvenuta nel corso della storia e vado subito al testo unico, al decreto legislativo n. 42 del 2004, cosiddetto "Codice dei beni culturali", per poi - per quanto riguarda l'affidamento di incarico - richiamare il decreto legislativo n. 50/2016. Dal punto di vista dell'affidamento, è un affidamento di incarico sotto soglia, è perfettamente disciplinato dal Codice degli appalti, quindi dal decreto legislativo n. 50/2016 e tutto, da un punto di vista amministrativo, funziona.
Quello che ha suscitato invece una presa di posizione dell'Ordine degli architetti, il quale ha segnalato alla Sovraintendenza, all'Assessorato e ha trasmesso per conoscenza a tutti gli iscritti cui appartengo, è stata una segnalazione in merito alle competenze professionali. L'Ordine degli architetti segnala che la competenza di un intervento, sia esso tecnico, strutturale, fondamentalmente strutturale ma non esclusivamente come parte tecnica, però che sia un intervento che abbia comunque una priorità strutturale, anche solo una priorità strutturale assegnato su un bene culturale, assegnato a un ingegnere sarebbe, secondo tale Ordine, un affidamento illecito. L'affidamento dovrebbe avvenire o ad un architetto, il quale ha anche competenze strutturali, per cui potrebbe assolvere completamente l'intervento nel pieno rispetto inequivocabile delle competenze di azione oppure ad un ingegnere congiuntamente ad un architetto. Chiaramente poi l'Ordine, nel momento in cui effettua questa segnalazione, richiama alcuni casi che hanno costituito giurisprudenza, che io non sto a ripetere, i contenuti li ho riportati per sommi capi. Oltretutto c'è un richiamo alla lettera che è comunque diventato un documento pubblico, per cui io non sto ad entrare nel merito. È chiaro che di fronte a questa situazione, ad un incarico affidato a una figura che, secondo l'Ordine degli architetti... oltretutto non voglio mettermi a svolgere un ruolo Cicero pro domo sua, però è chiaro che non si tratta della richiesta di un singolo architetto penalizzato che, per una questione di mero interesse economico, è stato sostituito da un ingegnere, ma è l'Ordine che svolge un ruolo di sorveglianza e quindi di tutela, di applicazione delle discipline, della normativa, della disciplina di attribuzione di un incarico.
Prima di arrivare al quesito dell'interpellanza, ribadisco - e lo ribadisco per onor del vero - che non è assolutamente un'excusatio non petita, e mi riallaccio al commento di apertura di questo mio intervento. Mi trovo in una situazione in cui ho una grandissima stima della Sovraintendenza perché, avendo lavorato come architetto e svolgendo ancora, nel limite delle mie possibilità, i miei rapporti con la Sovraintendenza, ho sempre osservato e constatato uno spirito estremamente collaborativo, uno spirito formativo, quindi è una stima che intendo riproporre e ribadire a scanso di qualunque equivoco. È una stima nei confronti delle persone di cui conosco nome e cognome, che lavorano nell'ambito degli uffici preposti e, ovviamente, è un perfetto riconoscimento nell'ambito degli iscritti all'Ordine degli architetti. Questa doppia stima e questa doppia simpatia mi mette in condizioni di essere a questo punto super partes a chiedere all'Assessore competente spiegazioni, per capire in che modo l'Amministrazione regionale intenda dirimere una questione che riguarda i rapporti tra varie parti della società civile.
Il mio quesito quindi è: "quali siano le intenzioni di riscontro in merito a quanto segnalato e richiesto dall'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Regione Valle d'Aosta attraverso la corrispondenza in questione". Giusto per ulteriore chiarezza, ma penso non ce ne sia bisogno e che l'Assessore abbia capito perfettamente il discorso. È chiaro che "le intenzioni di riscontro" presuppongono non solo entrare nel merito della questione delle competenze, in che modo gestire e approfondire la questione delle competenze, in che modo anche gestire ed approfondire eventualmente la bontà dell'iter procedurale di affidamento di incarico, preso atto che farà seguito un titolo abilitativo, una SCIA, immagino, o un qualunque altro titolo abilitativo per il quale ovviamente la figura, la competenza del tecnico impiegato determinerà la validità o meno del titolo. Pertanto chiedo quali siano le iniziative, eventualmente anche future, per evitare situazioni e conflittualità di questo tipo.
Président - La parole au collègue Viérin pour la réponse.
Viérin (AV) - Merci au collègue Distort qui a prédisposé cette interpellation qui nous donne en effet la possibilité - et je repartirai de la dernière de ces considérations - aujourd'hui, dans cette Salle du Conseil, de mettre en évidence le travail que la Surintendance aux biens culturels de la Vallée d'Aoste a su mettre en place dans ces années, soit à la partie unitaire avec l'organisation de toutes les activités culturelles, mais aussi d'un point de vue technique, à savoir tout ce qui a été mis en œuvre en Vallée d'Aoste - où nous avons une Surintendance unique par rapport au reste de l'Italie où les Surintendances sont divisées - et qui nous a donné la possibilité de travailler pour maintenir notre territoire et notre paysage qui, par rapport à d'autres réalités hors de la Vallée d'Aoste, a su maintenir dans les années une identité actualisée et a su maintenir sur notre territoire les traces de notre communauté valdôtaine.
Collega Distort, nessun imbarazzo, quindi; anzi, apprezzo che lei abbia sollevato alcune questioni ed è giusto che in quest'Aula si possa dibattere anche di questioni prettamente tecniche e di rilievo dirigenziale. Lo dico spesso, quando si è in sede di approvazione di delibere di Giunta: ciò che si assume in termini di responsabilità, quando si è in un governo, è un atto di indirizzo che spesso non collima con quelli che sono gli atti o, meglio, che si scinde rispetto a quelle che sono spesso le attività dei dirigenti; tant'è che nelle premesse si fa riferimento ad un provvedimento dirigenziale, che quindi sicuramente è in visione e viene sottoposto al controllo della parte amministrativa, ma che ha un'autonomia soprattutto in un una parte tecnica come quella della Sovraintendenza per i beni e le attività culturali.
Riparto dall'ultima sua considerazione dicendo che la nostra Sovraintendenza unica è un'eccellenza e che in questi anni - come lei ha sottolineato - ha dato la possibilità a professionisti e a tecnici di confrontarsi in modo preventivo rispetto a pareri, a soluzioni, rispetto a misure di tutela dei beni paesaggistici storico-artistici affinché non ci fosse solo la parte repressiva di quando c'è un problema, ma anche una concertazione a monte. Viviamo tra l'altro all'interno dell'Amministrazione e dell'Assessorato una fase di profonda rivisitazione e di cambiamento. Abbiamo persone che sono in quiescenza, che nelle prossime settimane andranno in pensione e che lasceranno un vuoto all'interno dell'Amministrazione e dell'Assessorato. Penso in particolar modo al Sovraintendente, l'architetto Roberto Domaine, con cui ho avuto la fortuna di lavorare in questi quindici anni, il quale, assieme alla squadra e allo staff della Sovraintendenza, in modo molto garbato ma molto puntuale e preciso, ha fatto crescere delle professionalità, messo in campo azioni di tutela e di valorizzazione, ma anche quelle che noi abbiamo chiamato "di fruizione", quelle che noi abbiamo messo in campo proprio per contemperare la fase della tutela con quella della fruizione. In questi giorni codificheremo la transizione, perché avremo qualche mese in cui la riorganizzazione dell'Assessorato sarà messa in campo. L'architetto, la dottoressa De La Pierre, sarà la traghettatrice, sarà la persona con l'esperienza maturata all'interno della Sovraintendenza che assumerà, in questo periodo di riorganizzazione, le funzioni di Sovraintendente e credo che l'esempio del Château Vallaise sia uno degli ultimi che abbiamo messo in campo. In questi giorni abbiamo in Valle d'Aosta le riprese di Bike Channel, un'importante trasmissione che, attraverso itinerari ciclistici, racconta le bellezze del territorio. Confrontandomi con la troupe nella pausa pranzo, ho notato che sono rimasti impressionati positivamente dalla quantità di beni tutelati, di castelli per un esiguo territorio come il nostro. Questa mattina erano al Château Tour de Villa di Gressan, poi al Castello di Aymavilles e abbiamo cercato di veicolare quella che era, appunto, una filosofia di intervento non solo in campo tecnico e in campo culturale, ma anche di indotto sul territorio.
Arriverò agli Ordini e ai professionisti che in tutti questi anni hanno lavorato. Gli investimenti che noi abbiamo immesso nel territorio, dai beni storico-artistici, ai beni ecclesiastici, ai beni culturali, hanno creato indotto per i nostri giovani che studiavano beni storico-artistici che avevano maturato professionalità fuori dai nostri confini e che spesso, nel passato, dovevano abbandonare la nostra Valle proprio perché studiavano in un campo che poi non aveva quelle ricadute o quegli sbocchi professionali. Quando si tratta giustamente di mettere in campo delle azioni è giusto che ci siano le procedure codificate in modo corretto. Dico questo perché l'ultimo bene in termine temporale su cui siamo intervenuti - lo abbiamo presentato al di là del Castello di Aymavilles che stiamo correndo per aprirlo nel 2020 - e che veramente sarà un esempio di restauro molto importante e di fruizione molto interessante è il Castello Château Vallaise di Arnad, è stato l'ultimo acquisito. È stata un'operazione che ricordo con piacere perché l'ho seguita direttamente. Non è stato facile riuscire ad acquisire un bene culturale di quel tipo, tra l'altro con la possibilità per l'Amministrazione di agire ma con parametri pubblici, quindi non potendoci confrontare magari con privati che hanno altre capacità e, soprattutto, con perizie che poi alla fine devono giustamente e tecnicamente rispondere alle cifre esatte. Quel castello poi negli anni è stato oggetto di restauro e di importanti interventi, con un progetto europeo, con un partner che avevamo trovato all'epoca, l'Abbaye de Sixt-Fer-à-Cheval, un luogo molto interessante in Francia, in Haute-Savoie, grazie ad un élu che ancora è in carica, Joël Baud-Grasset, che ricordo con simpatia, e anche ad un certo punto con i proventi dei giochi del Gioco del Lotto (è un qualcosa che spesso non si conosce). Il Lotto destina ogni anno, per ogni regione, una quota per dei beni culturali. Abbiamo in questo senso agito per restaurare per esempio la Chiesa di Saint-Léger a Aymavilles e, per un certo periodo, avevamo destinato questa parte anche al Castello di Arnad. Intanto è un bene culturale che non era mai stato studiato, e sottolineo il lavoro di Sandra Barberi che ha studiato questo castello; castello che quest'anno sarà peraltro oggetto di Châteaux Ouverts (abbiamo appena approvato la delibera di Giunta). Il 14 di agosto procederemo all'inaugurazione di Châteaux Ouverts, questo era un po' nella logica di fare vivere il bene culturale ancor prima che tale bene culturale fosse terminato, proprio per trasformare un cantiere in opportunità.
Dicevo questo perché ci sono delle pertinenze che le leggerò, collega Distort, le leggerò che cosa la Sovraintendenza ha risposto all'Ordine degli architetti, perché giustamente c'è stata una presa di posizione e avevamo sollecitato dicendo: "rispondete tecnicamente", visto che c'era l'iniziativa. Io ho avuto premura di avere questa risposta. "Premesso che per effetto del decreto legislativo del 2004 e, in particolare, degli articoli - e sono citati - le massime funzioni di tutela del patrimonio sono in capo alla Sovraintendenza per i beni e le attività culturali, l'oggetto della progettazione è esclusivamente - loro dicono - la copertura dell'edificio rurale" che rientra, sì, nei beni culturali, perché appartiene al complesso del Château Vallaise e ha un interesse etno-antropologico come testimonianza dell'economia rurale della Bassa Valle, più diciamo per questa ruralità rispetto alle peculiarità di interesse storico-artistico. "La sentenza - citano - del 2014 del Consiglio di Stato, nella sostanza rileva competenze su un bene culturale distinte per tipologia di intervento - poi le fornirò la risposta puntuale -. Gli uffici tecnici competenti della Sovraintendenza hanno quindi al loro interno soggetti qualificati ad operare nel campo dei beni culturali, tant'è che tante volte operano direttamente, ma hanno rilevato la necessità di incaricare un professionista, e in questo caso un ingegnere, perché c'erano delle opere strutturali, figura che non era presente nell'organico della Sovraintendenza ed è sottointeso che le residuali competenze architettoniche verranno espletate direttamente dai tecnici della Sovraintendenza. L'ingegnere affidatario - il PD è il n. 3673/2019 - individuato quale professionista ha una comprovata esperienza in progettazione strutturale sui beni tutelati di interesse storico-artistico e per questo motivo, ben conoscendo il valore del patrimonio storico-artistico valdostano ed essendone al contempo l'organo di tutela diretta, la Sovraintendenza ritiene di avere operato correttamente nell'individuazione di un ingegnere per queste esecuzioni di servizio di cui all'oggetto".
Ripeto, sono molto rispettoso del lavoro tecnico, però rilevo anche che quando c'è un problema. È successo per certe progettazioni, ne avevamo discusso anche in un convegno qui, a Palazzo, ci sono state delle rimostranze e l'Amministrazione ha corretto quella che era stata l'azione. In questo caso credo che il lavoro puntuale della Sovraintendenza sia giustificato dal fatto che non sia intervenuto direttamente su una parte di professionalità in termini di bene culturale, ma era necessario avere un professionista che avesse quel profilo che poi è stato individuato.
Président - La parole au Vice-président Distort pour la réplique.
Distort (LEGA VDA) - Merci Assesseur, moi je partage tous les mots que vous avez utilisés pour introduire votre intervention à propos de la Surintendance, je l'estime, je considère un bien général le bien culturel en soi-même et, en cela, je m'aligne et je partage tout.
Ribadisco, condivido pienamente ogni singola parola del suo intervento, però mi permetta due cose. Primo, la risposta alla mia domanda è avvenuta semplicemente alla fine del suo intervento - che tra l'altro ho apprezzato, e sappia che è un complimento - però viene alla fine dell'intervento con la lettura della risposta della Sovraintendenza. Devo quindi prendere atto che da parte sua c'è un atteggiamento di totale rispetto di una sorta di autonomia della Sovraintendenza. Questa è una buona cosa, però a questo punto prendo atto che come Assessore chiaramente il suo ruolo in questo caso si limita a rispettare l'autonomia della Sovraintendenza. Io poi personalmente non intendo in questo in questa sede porre un dibattito, anche perché poi sarebbe un dibattito in contumacia, perché a questo punto io lo proseguirei volentieri con il Sovraintendente con cui anch'io condivido un una grandissima e uno splendido rapporto. Anch'io mi unisco ai saluti e gli auguri per una conclusione di carriera brillante.
È chiaro che comunque mi permetto, già soltanto sentendo questa risposta, di fare soltanto due riflessioni. Giusto giusto due spunti. Mi viene da dire: pensare che sia un rustico del castello, quindi come una sorta di bene culturale di seconda categoria, io ritengo che questo assolutamente... Probabilmente l'ho capito male, non era questo lo spirito, ma vorrei evitare questa considerazione, questo dubbio che s'intenda il rustico del castello come un'opera di secondo livello, perché allora a questo punto quando intervengo in un fabbricato tutelato, nel momento in cui io intervengo nel piano interrato e seminterrato semplicemente perché ha ospitato attività accessorie io posso sentirmi libero intervenire esulando da quelle che sono le norme o comunque le attenzioni e delicatezze di rispetto del bene tutelato.
Per quanto riguarda la presenza di una figura interna alla struttura della Sovraintendenza con la qualifica di architetto, non metto in dubbio che ci sia, assolutamente, però a questo punto io lo inserirei nel provvedimento. Se così è, la revoca in autotutela del provvedimento e la riedizione del provvedimento con l'inserimento di una figura interna che svolge il ruolo di architetto, e che quindi completa e definisce da un punto di vista formale questa situazione nel totale e pieno rispetto di quanto è stato richiesto da loro negli architetti - tra l'altro senza aumento di spesa, perché è figura interna -, penso che sarebbe opportuno. Questo lo faccio presente a titolo collaborativo nella stima rispetto alla Sovraintendenza, nella grande, grande considerazione dell'Ordine, che tra l'altro riconosco a nome non solo di iscritto, ma di Consigliere regionale. Quindi - immagino di poter parlare a nome di tutti noi - c'è il riconoscere che l'Ordine degli architetti svolga questo ruolo di controllo, che non è soltanto una tutela immediata degli interessi della propria categoria, ma è anche un ruolo di dialogo estremamente importante, estremamente vivo di una parte della società che fa sentire la sua voce e che, proprio per questo, si prende la briga di un impegno sociale che deve essere assolutamente riconosciuto, anche in questa sede.