Oggetto del Consiglio n. 790 del 4 luglio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 790/XV - Interpellanza: "Sostegno ai consorzi irrigui per la realizzazione di centraline idroelettriche".
Distort (Presidente) - Per quanto riguarda il punto successivo, il n. 63 all'ordine del giorno, verrà trattato insieme al punto n. 67, quindi posticipato. Passiamo quindi ora al punto n. 64 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Sono tanti nella nostra regione i consorzi irrigui che in passato hanno sottoscritto delle convenzioni e dei contratti, che definisco capestro, con le imprese idroelettriche. Sulla base di queste convenzioni, le imprese ricevono degli incentivi per centinaia di migliaia di euro all'anno, mentre ai consorzi rimangono le briciole, poche migliaia di euro. Le spese di funzionamento per i consorzi ammontano invece a degli importi che sono decisamente superiori a quelli che possono percepire attraverso questi contratti e queste convenzioni con le imprese. È un tema, questo, che credo sia riconosciuto come importante a livello trasversale, guardo dall'altra parte dell'aula, dove c'è il collega Luboz con il quale di questo abbiamo parlato anche in commissione speciale e in più occasioni. Quello che io vorrei sapere dall'Assessore competente è se l'Amministrazione regionale intende sostenere i consorzi che intendono realizzare delle centraline idroelettriche. I consorzi, non le grandi o le medie imprese, i consorzi per proprio conto, ad esempio, garantendo ai consorzi degli opportuni mutui bancari.
La seconda richiesta è di sapere se c'è l'intenzione di elaborare delle linee guida per gli accordi tra i consorzi e i privati sulla base di due punti fermi che noi riteniamo importanti, cioè che la concessione anche di tipo idroelettrico rimanga in capo ai consorzi irrigui e che siano individuati degli strumenti di controllo che siano nella disponibilità dei consorzi. Infine riteniamo che sia importante, e chiediamo in questo senso le intenzioni, sostenere i consorzi sul piano tecnico e legale. Aggiungo semplicemente che ritengo la funzione di questi consorzi - alcuni dei quali hanno delle storie antiche, lo sappiamo, altri sono più recenti - fondamentale per la realtà della Valle d'Aosta.
Presidente - Per la risposta da parte del Governo, la parola all'Assessore Borrello.
Borrello (SA) - Io innanzitutto ci terrei a sottolineare che questa problematica abbiamo già avuto modo di trattarla anche all'interno della commissione consiliare per quanto riguarda il ragionamento sul PTA (il Piano di Tutela delle Acque). Approfitto di questo momento per rinnovare quella disponibilità che avevo dato in seno alla Commissione consiliare per coloro che avessero intenzione di approfondire i ragionamenti rispetto al PTA. Noi come struttura siamo disponibili, aspettiamo vostre indicazioni in tal senso. La tematica è a cavallo tra due dicasteri, per quanto riguarda l'aspetto più di carattere di gestione delle acque l'Assessorato dei lavori pubblici e, per quanto riguarda invece il rapporto con il CMF, l'Assessorato dell'agricoltura.
Per quanto concerne il primo quesito, non esistono attualmente delle specifiche norme di settore che consentano tali iniziative. Inoltre, andrebbe puntualmente indagata la suddetta possibilità affinché la garanzia prestata dalla Regione non si configuri quale aiuto pubblico che impedisce in una fase successiva l'erogazione da parte del GSE della tariffa incentivante per l'energia prodotta, rendendo antieconomico l'investimento effettuato dal consorzio.
Per quanto riguarda il secondo punto, il Dipartimento agricoltura, attraverso la struttura delle politiche regionali di sviluppo rurale, sostiene i CMF nelle attività istituzionali che hanno rilevanza di pubblica utilità, che concernono principalmente la realizzazione e manutenzione delle infrastrutture irrigue, il corretto utilizzo delle acque irrigue nel rispetto delle direttive pertinenti (direttiva quadro delle acque) e i riordini fondiari. Di conseguenza, le attività di natura commerciale tra cui il couso delle acque irriguo e le relative entrate economiche, avendo finalità principalmente privatistiche di produzione e di vendita dell'energia elettrica, non rientrano fra le competenze assegnate alla struttura regionale, pertanto non è oggetto né di verifica, né di sostegno finanziario nell'ambito degli strumenti regionali di politica agricola. Tale attività e i relativi investimenti non sono infatti ammissibili agli aiuti per le infrastrutture rurali e per il sostegno delle spese di gestione. Si ricorda a tal proposito che i CMF sono enti privati con finalità pubblicistiche. In sostanza, risulta opportuno che la concessione di derivazione debba essere detenuta da una società che abbia nel proprio oggetto sociale la produzione e la vendita di energia elettrica, affinché il GSE possa accettare l'istanza di accesso alle tariffe incentivanti di vendita dell'energia.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, lei chiede di sostenere i consorzi dal punto di vista tecnico e legale, il Dipartimento agricoltura, attraverso la struttura politica regionale di sviluppo rurale, dà un supporto ai CMF per quanto attiene il riconoscimento giuridico ai sensi degli articoli 55, 60, 62 del regio decreto n. 215 del 1933: costituzione, approvazione dello statuto, riperimetrazione, costituzione del consorzio di miglioramento fondiario di secondo grado, soppressione, fusione, incorporazione. Inoltre, gli uffici della struttura competente del Dipartimento possono operare un'attività di vigilanza sull'attività dei consorzi ai sensi dell'articolo 66 del regio decreto, surrogandosi al CMF allorquando gli organi statutari rimangano inerti, quindi c'è una possibilità "di subentro". Si conferma pertanto che la struttura regionale ha sempre garantito il supporto ai CMF per le materie di propria competenza, interventi nel settore agricolo, ma non può offrire servizi assimilabili alla consulenza legale perché l'ufficio non annovera figure di competenza giuridica, ma soprattutto perché tali attività risulterebbero in chiaro conflitto con il ruolo di vigilanza assegnato dalla Regione stessa. Non può quindi essere controllore/controllato, ai sensi del regio decreto delle acque n. 215 del 1933. A questo bisogna anche associare da parte della struttura regionale il coinvolgimento e i rapporti che ovviamente ci devono essere con le associazioni di categoria, nello specifico la Fédération des coopératives valdôtaines. Penso di aver dato una risposta, sono disponibile a darle copia di tutto l'articolato che le ho enunciato testé.
Dalle ore 19:26 riassume la Presidenza la Presidente Rini.
Rini (Presidente) - Per la replica, la parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Grazie Assessore, sicuramente se lei mi farà avere copia della sua relazione di quanto ha detto, sarà utile. Ringrazio anche per aver ricordato che c'è una disponibilità dell'Assessore e degli uffici ad approfondire gli aspetti del PTA. Devo dire che avevo inteso male in III Commissione perché mi era sembrato che sarebbe stata fatta una riunione specifica di tutti coloro che avrebbero voluto approfondire delle questioni, invece capisco ora - ma poi me l'aveva già chiarito a voce precedentemente l'Assessore - che dobbiamo essere noi a fare delle richieste per verificare alcuni dei passaggi, cosa che sicuramente farò.
Per quello che riguarda la sua risposta, lei mi ha spiegato in maniera chiara la situazione attuale, ma quello che io intendevo dire, soprattutto con la mia prima domanda, è che non ci sono norme... perché addirittura si potrebbe configurare il rischio di aiuti pubblici. Questa questione è una cosa che è, a mio avviso, da approfondire e da valutare, ma in particolare la seconda domanda che io ho posto, cioè sapere se l'Amministrazione intende elaborare delle linee guida... io penso che su questo sarà necessario uno sforzo e uno sforzo di elaborazione, di immaginazione, di individuazione di percorsi e anche di strumenti diversi. Capisco bene che in questo momento non è possibile con la normativa che c'è fare qualche cosa di diverso, ma io credo che la Valle d'Aosta in questo possa diventare in qualche modo più autonoma e più innovativa di quello che è in questo momento. Di conseguenza, la questione delle concessioni che devono rimanere in capo ai consorzi e gli strumenti di controllo rientra in quello che ho appena detto, cioè in una formulazione di normativa che, pur tenendo conto delle leggi dello Stato, il regio decreto, eccetera, ci permetta di muoverci in modo diverso. Sostenere i consorzi sul piano tecnico legale: sì, sappiamo che esiste la Fédération des coopératives, però anche questo punto era consequenziale agli altri, cioè, nel momento in cui si definiscano delle linee guida che permettano ai consorzi di funzionare diversamente per quello che riguarda lo sfruttamento dell'idroelettrico, è una questione più globale che deve tener conto di tutti questi aspetti e, di conseguenza, anche, se ci si arriverà, del sostegno sul piano tecnico e legale.
Io quindi invito un po' tutti a pensare e a cercare di elaborare un piano, una serie di proposte che vadano in questa direzione, perché davvero sono convinta del fatto che sia profondamente iniquo che i consorzi irrigui siano così utilizzati, per non dire sfruttati, dalle imprese idroelettriche, è qualcosa che non ci fa onore e su cui dobbiamo riflettere.