Oggetto del Consiglio n. 776 del 4 luglio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 776/XV - Interpellanza: "Difformità fra i costi tariffari preventivati e quelli definitivi per il recupero delle frazioni differenziate dei rifiuti".
Rini (Presidente) - Passiamo al punto successivo all'ordine del giorno, il punto n. 49. Per l'illustrazione, la parola al collega Vesan.
Vesan (M5S) - Caro Assessore Chatrian, è con la voce rotta dall'emozione che mi trovo a presentarle un'interpellanza relativa alla raccolta dei rifiuti proprio il giorno dopo l'annuncio della firma del contratto per il quale per 17 anni saremo vincolati a una sola impresa, che potrà definire in nome e per conto nostro quanto pagheremo per i rifiuti, e pagheremo molto caro, sono particolarmente sorpreso della pompa magna con cui ha annunciato questa cosa ai giornali. Quando riceveremo le bollette, avremo anche noi la misura di questo grande successo.
Entriamo nel merito dell'interpellanza. Cosa paga ognuno di noi, confidando che ognuno di noi la paghi, quando paga la tassa sui rifiuti? Paga un servizio di raccolta e trasporto gestito dalla propria Unité des Communes, o da un sub-Ato fatto da più Unités associate, che procedono con una gara d'appalto, assegnano il servizio raccolta a un'impresa e, sulla scorta di questo, pagano questo servizio tutti gli anni. È quindi una quota che, all'interno della tassa sui rifiuti, rimane invariata approssimativamente per tutta la durata dell'appalto, cinque, sei o nove anni. Cosa cambia significativamente invece? C'è un'altra parte che si chiama smaltimento e recupero dei rifiuti. Lo smaltimento e il recupero dei rifiuti dipendono da due cose: la prima è il quantitativo di rifiuti prodotti, ma anche questa cifra è più o meno programmabile: sapendo quanti sono i rifiuti prodotti in un'annualità, è facile intuire e preventivare più o meno, anche nell'ottica del piano di raccolta e di miglioramento, quali saranno quelli dell'anno successivo. C'è infine una terza quota. Questa terza quota è quella di competenza del suo Assessorato ed è la quota che stabilisce il costo, o l'eventuale utile, legato a ogni tonnellata di rifiuto differenziato o indifferenziato. In realtà, questa è una quota tariffaria che varia di anno in anno, tanto che con apposita determina la struttura dirigenziale competente la approva ogni volta, in realtà non una volta all'anno, ma due, la approva in forma preventiva verso la fine dell'anno precedente e in forma definitiva, a saldo, l'anno successivo, abbondantemente inoltrato. Cosa comporta questo fatto? Comporta il fatto che la cifra preventivata è quella che i Comuni hanno a disposizione per determinare, con l'approvazione del loro bilancio, la tariffa a cui sono sottoposti i cittadini. Approvano una tariffa in funzione della tariffa di smaltimento che a loro viene sottoposta dall'Amministrazione regionale. I cittadini nel corso dell'annualità di riferimento pagano la Tari e con quella rimborsano integralmente tutto il costo dei servizi. Sì, il costo dei servizi dei quali sanno effettivamente quale sia l'importo, ma nel nostro caso noi siamo arrivati il 6 maggio 2019 ad approvare la tariffa definitiva relativa all'anno 2018 - quella che i Comuni avevano approvato con l'approvazione del bilancio 2018, quindi a fine 2017, pagata ai Comuni sulla Tari nell'annualità 2018 - e si scopre che i soldi che la Regione impone ai Comuni e alle Unités di pagare a Valeco sono sensibilmente di più.
A questo punto questo crea un grosso problema alle casse degli Enti locali, perché la tariffa viene messa comunque in una sola annualità. È possibile recuperare nell'annualità successiva, ma naturalmente il 6 maggio 2019 è già stato approvato anche il bilancio 2019 e quasi sempre è già stata emessa nei confronti dei cittadini la Tari per il 2019, quindi i soldi che, per il tramite della Regione, i Comuni devono pagare in più nel 2018 potranno recuperarli dai cittadini solamente nel 2020. Questo crea dei grossi problemi nelle casse delle amministrazioni degli Enti locali della Valle d'Aosta, che, tristemente, piangono miseria ormai da parecchi anni, ma questo non crea nessun problema all'Amministrazione regionale, tanto che, nell'approvazione delle tariffe 2018, ci sono alcune categorie di rifiuto che hanno avuto, fra il preventivo e il saldo, la richiesta formale di ultima rata di denaro agli Enti locali, degli incrementi di quest'ordine di grandezza: per i compostabili, erbe e ramaglie - i cumuli di verde destinati a diventare compost, nei pressi della discarica di Brissogne - il preventivato era ? 50,94 a tonnellata, che sono diventati, per i primi cinque mesi di conferimento, ? 110,07 a tonnellata e, per la restante annualità, ? 192,71 a tonnellata, con un incremento che possiamo valutare in poco meno del 400%; mentre per la raccolta del vetro, nella determinazione della tariffa preventiva era previsto addirittura che gli Enti locali guadagnassero, nel senso che per la raccolta del vetro venisse garantito un tot di euro tonnellata a favore, rispetto allo smaltimento, invece no: si finisce l'annualità e si scopre che anche per il vetro bisogna pagare ed è veramente difficile riuscire a gestire un proprio bilancio quando una voce che tu consideri entrata diventa poi una spesa. Succede anche per altre categorie. È vero che l'indifferenziato subisce un incremento limitato: solo il 3,7%, la frazione organica ha addirittura un calo, però solo dell'1,65%, mentre il multimateriale, che è quello che tutti produciamo in questo momento in grande quantità, credo - è vero che pesa poco, occupa tanto volume ed è difficile arrivare alla tonnellata - ma il costo di ogni tonnellata, rispetto a quello preventivato inizialmente, è aumentato del 78,7%.
A fronte di questo particolare disagio e complicazione nel determinare queste tariffe, ci permettiamo di chiedere all'Assessore competente per quali motivazioni ci siano queste grandissime discrepanze rispetto a quanto preventivato, rispetto a quello che viene calcolato e fatto pagare in via definitiva, faccio riferimento all'annualità 2018, l'unica sulla quale abbiamo già il definitivo; visto che ormai sono già passati sei mesi dall'annualità 2019, se sia già prevedibile una discrepanza consistente anche per questa volta fra le tariffe preventivate e quelle che saranno determinate in modo definitivo e, infine "se intende, di fronte a tali evidenti incapacità di gestione e previsione, dovute probabilmente a una scarsa conoscenza del settore del recupero delle materie secondarie, rivedere l'organizzazione della competente struttura regionale", perché, se noi ci trovassimo ad avere la progettazione di una scuola e scoprissimo alla fine della realizzazione che questa è costata il doppio, io sarei particolarmente perplesso nei confronti del professionista che si è preoccupato di stilare il mio preventivo, mentre qui va tutto bene: prevediamo dei preventivi scadenti, mettiamo in difficoltà le casse degli Enti locali di tutta la Valle d'Aosta e poi va tutto bene così com'è e l'anno prossimo siamo pronti a fare un'ulteriore sorpresa.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Chatrian.
Chatrian (AV) - Questa iniziativa sembra volutamente un'iniziativa per portarci fuori strada. Sembra quasi che siamo una banda di matti ad affrontare gli atti amministrativi, qualsiasi documento che viene approvato all'interno dell'Amministrazione regionale, che sia un PD, che sia una delibera, una lettera... una banda di matti. Forse, dato che qualcuno ci sta ascoltando, è giusto fare un po' di chiarezza, altrimenti sembra quasi che chi mi ha preceduto abbia fatto tutto male o forse ci sono delle variabili che la comunità valdostana deve sapere, e poi - questa è l'unica cosa su cui posso raccordarmi positivamente con il collega - se c'è spazio, dobbiamo fare meglio.
Ricordo che la tariffa è composta da diverse voci riferite ai costi e ai ricavi del servizio per ciascuna tipologia di rifiuto. I costi di gestione delle singole tipologie di rifiuto sono ora disciplinati dalla convenzione sottoscritta fra Regione e Valeco. La convenzione prevede l'applicazione di una tariffa base a cui vanno sommate altre voci, alcune fisse, altre no: gli eventuali oneri che vengono applicati dai centri esterni presso cui i rifiuti differenziati vengono conferiti, ai fini del recupero e della valorizzazione; eventuali penalità imputate dai consorzi di filiera del Conai, a seguito del mancato rispetto delle percentuali di frazione estranea nelle singole frazioni differenziate; il contributo ambientale a favore dei Comuni di Brissogne, Pollein e Quart; il tributo speciale per lo smaltimento in discarica dei rifiuti solidi. Dalla tariffa base vengono però anche sottratte delle voci, faccio solo degli esempi, dieci minuti sono pochi, colleghi: i contributi concessi dai consorzi di filiera del Conai; gli introiti derivanti dalla vendita dell'energia e del calore prodotti con il biogas estratto dalle discariche presenti nel centro; il surplus degli introiti derivanti dalla gestione dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani, conferiti da enti e imprese. Le somme in aggiunta o in detrazione, relative alle voci che vi ho appena elencato, sono determinate all'inizio di ogni anno sulla base delle somme effettivamente spese o introitate dal gestore del centro e certificate con rendiconti e regolari fatture.
C'è un passaggio fondamentale: ci sono somme che non sono prevedibili nel momento in cui si applica la tariffa preventiva, in quanto non si dispone ancora della maggior parte dei rendiconti degli impianti (piattaforme Conai), a cui si conferiscono i rifiuti differenziati, che perverranno nel corso del primo trimestre dell'anno successivo. Solo una volta acquisiti questi documenti quindi possono essere verificati e applicati gli oneri aggiuntivi per spese di trasporto, trattamento, selezione e relative penalità. Anche per avere contezza degli introiti derivanti dalla vendita dei rifiuti ai consorzi di filiera e dalla vendita dell'energia e del calore prodotti, occorre aspettare il primo trimestre dell'anno successivo a quello cui tali introiti si riferiscono, periodo nel quale i diversi soggetti fatturano ed eventualmente trattengono le eventuali penalizzazioni riferite all'anno appena trascorso. Questa premessa era basilare e necessaria, ripeto: non vorrei che sembri che negli ultimi "X" anni chi ha gestito politicamente dal punto di vista amministrativo e gli uffici siano una banda di matti, era una procedura necessaria, perché ci sono delle voci variabili non prevedibili...
Passerei ora ai singoli quesiti posti nell'interpellanza, quindi a rispondere puntualmente. Come ho ricostruito nelle promesse, le discrepanze fra le tariffe approvate in fase preventiva e quelle determinate a consuntivo sono riconducibili al fatto che le prime sono determinate sulla base delle tariffe definitive applicate all'anno precedente, mentre le seconde sono calcolate tenuto conto dei costi effettivamente sostenuti e degli introiti effettivamente conseguiti durante l'anno di riferimento. Per quanto riguarda in modo particolare l'anno 2018, le differenze fra la tariffa preventiva e la tariffa determinata a consuntivo si spiegano tecnicamente se si tiene conto di alcuni fatti che cercherò di rappresentare, se può interessarvi. Si è registrato un aumento del costo di avvio al recupero dei cosiddetti "rifiuti verdi", che rientrano nella categoria dei rifiuti compostabili: tale aumento di costo è dovuta ai flussi sempre crescenti dei rifiuti verdi conferiti a fronte di prelievi irrisori del compost ottenuto. Tale stato di cose ha obbligato Valeco a ricercare gli impianti di recupero al di fuori della Valle per poter liberare spazio nell'unica area di trattamento presso il centro di Brissogne, saturato già dal 2015. La situazione era migliorata nel 2017 grazie alla richiesta del rifiuto verde cippato, da usare come strutturante nel trattamento dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane nella zona della Pianura padana, a seguito della chiusura dell'impianto di compostaggio di tali rifiuti in centro Italia. Nonostante quest'opportunità, però, il costo di prelievo è sempre stato negativo, a causa dell'elevato costo di trasporto. Inoltre, la Regione ha dovuto disporre, a fine 2017, l'avvio al recupero di tutto il compost ancora stoccato nel centro regionale al fine di liberare le aree necessarie alla realizzazione dei nuovi impianti di trattamento dei rifiuti urbani. Per riuscire a dare corso a tale disposizione, Valeco ha effettuato una ricerca di mercato a seguito della quale ha individuato quattro impianti di trattamento aventi capacità autorizzata e idonea anche per assicurare il ricevimento dei rifiuti dalla Valle, situati nelle province di Bergamo, Novara, Cuneo e Piacenza. Tali spese non erano state previste nella tariffa regionale preventivamente stabilita per il 2018. Per questo motivo la tariffa del 2018 è stata condizionata dall'aumento occorso per far fronte ai costi di invio al recupero presso i centri in Pianura padana. Nel 2018, per la precisione il 28 luglio, è stato poi pubblicato un bando di gara a evidenza pubblica per l'avvio al recupero di tutto il compost che era ancora stoccato nell'area di trattamento, circa 9.000 tonnellate. Il servizio è poi stato aggiudicato al prezzo di ? 54,9 a tonnellata, che, sommato ai costi del trattamento presso il centro, ha portato alla tariffa di ? 192 nel mese di settembre 2018. L'applicazione di tale tariffa di ? 192, pertanto, è relativa al solo periodo settembre-dicembre 2018.
Si è registrata una riduzione del contributo versato da CoReVe per la raccolta del vetro, dovuta al peggioramento qualitativo della raccolta differenziata di questo materiale. Come Regione, abbiamo informato regolarmente i sub-Ato del verificarsi di conferimenti non conformi al centro di Brissogne, segnalati da Valeco. La Regione ha in più occasioni richiamato l'attenzione dei sub-Ato sulla necessità di migliorare la raccolta del vetro, tenuto conto che l'eccessiva presenza di frazioni estranee avrebbe provocato un netto abbassamento degli introiti da parte di CoReVe, non prevedibile. Questo problema, dovuto a una non corretta modalità di conferimento dei rifiuti del vetro da parte degli utenti e a una non corretta modalità di raccolta e trasporto da parte di imprese incaricate, è stato rappresentato ai sub-Ato, per fare qualche esempio, il 18 maggio 2018, quando si segnalava che, a partire dal 1° maggio, CoReVe avrebbe applicato la riduzione del 50% dei contributi previsti, dunque i sub-Ato sono perfettamente a conoscenza e questo è un altro fattore non prevedibile.
Per quanto concerne il multimateriale a base plastica, l'aumento del costo del ritiro è dovuto a una contingenza internazionale - per nulla prevedibile - che si è andata ad aggravare a partire dal 2017. La Cina, unico importatore di rifiuti polimerici, ha progressivamente chiuso le importazioni, causando seri problemi di avvio al recupero in tutta Europa. Tale problematica, peraltro, è alla base dei diversi incendi di capannoni che negli ultimi due anni si sono verificati principalmente nell'Italia del nord.
Il costo del trattamento del multimateriale, la cui raccolta è iniziata nel giugno 2015, è cresciuto in maniera esponenziale, passando dai ? 97 della prima aggiudicazione agli attuali ? 203. Quanto vi ho esposto puntualmente è giustificato dai rendiconti di Corepla, dai quali si rileva l'incremento dei costi di smaltimento, passati da ? 216 a ? 246 del mese di dicembre 2018.
Seconda domanda: come avete avuto modo di capire nelle premesse e dalla risposta alla precedente domanda, fatte salve le componenti tariffarie determinate sulla base contrattuale e riferite dalla gestione interna del centro di Brissogne a seguito di una convenzione, per quanto concerne le altre parti di costo variabili, o dei ricavi da aggiungere o detrarre dalla tariffa base, essendo il segmento della valorizzazione fortemente condizionato dalla qualità dei rifiuti avviati a recupero e dalle fluttuazioni delle richieste di materiale, non è possibile al momento prevedere se vi siano aumenti, riduzioni o stabilizzazioni.
Per quanto riguarda l'ultima domanda, ribadisco che nel settore della valorizzazione dei rifiuti non vi sono certezze e non sono prevedibili situazioni di mercato come quelle che si sono verificate negli ultimi due anni. Mi sembra ingeneroso, se posso utilizzare questo termine, oltre che molto scorretto, accusare una struttura regionale competente di incapacità di gestione e previsione della gestione e della valorizzazione dei rifiuti. Queste modalità operative consentono di ottenere annualmente la certificazione ufficiale sulla quantità di rifiuti avviati al recupero effettivamente valorizzati. Queste certificazioni hanno dimostrato sino ad ora il pieno raggiungimento degli obiettivi di effettiva valorizzazione dei rifiuti.
La struttura regionale competente effettua anche una costante vigilanza sulle modalità di conferimento dei rifiuti urbani, differenziati e indifferenziati e da qualche mese a questa parte, assieme proprio all'Osservatorio sui rifiuti, abbiamo ideato un nuovo processo e soprattutto un modus operandi al nostro interno, per poter utilizzare tutti gli attori al meglio, per trovare le migliori soluzioni per andare a dare delle risposte puntuali, cercando però di non fare della "caciara", di non portare fuori strada e, soprattutto, di non dire cose non corrette, come ho cercato di spiegare, purtroppo in soli dieci minuti, su quello che è stato, quello che è e soprattutto quello che sarà.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Vesan.
Vesan (M5S) - Grazie, Assessore, per la sua dettagliata precisazione e difesa dell'ufficio competente. Sono contentissimo di sapere che l'Osservatorio dei rifiuti, dopo un anno e mezzo di inattività, finalmente è di nuovo operativo e confido che porterà degli ottimi risultati per la Valle d'Aosta. Un po' più perplesso sono nei confronti dei dati che mi ha citato, perché la crisi della raccolta della plastica in tutta Europa è realistica, però è già presente fin dal 2017 e andare a scoprire questo nel 2019 è un po' tardivo. Probabilmente sì, quantificarlo in modo esatto era difficile, però il trend di crescita del costo lo avevamo già. La stessa cosa vale per quel che riguarda il compost, perché il progetto sul quale intendete realizzare il nuovo impianto, proprio quello oggetto del contratto da lei testé firmato... che questo venisse realizzato sull'area dove c'erano i cumuli di compost e che quindi in qualche maniera il compost doveva essere spostato anche quello si sapeva già prima. Poteva essere messo in preventivo quindi che si sarebbero dovuti affrontare dei costi legati alla gestione del compost, avendo un ufficio competente che si è espressamente occupato sia del futuro che del pregresso su questo argomento, invece no, tutto viene scoperto, combinazione, nel corso dell'annualità 2018. Tanto, che importa? Una volta fatta la fattura, i Comuni la pagano lo stesso.
Una parte della sua risposta però è vera ed è che quantificare esattamente il costo della gestione dei rifiuti è difficile, perché ci sono fluttuazioni del mercato significative e sviluppi delle tecnologie per il recupero e per lo smaltimento che cambiano anche molto velocemente. La stessa normativa che stabilisce cosa si possa recuperare e come si possa recuperare è un'evoluzione che capita praticamente ogni anno. Sulla scorta di questo, quindi siamo ancora più perplessi per il fatto che lei esprima tutto questo suo gaudio nel firmare una convenzione che stabilisce in modo fisso quanto dovremo pagare per lo smaltimento del rifiuto indifferenziato e quanto dovremo pagare per ogni frazione differenziata da qui a 17 anni. Lei quindi sta festeggiando il fatto che non ci sarà più nessuna fluttuazione: stabiliamo subito che i valdostani pagheranno molto caro e siamo a posto... sì, probabilmente dal 2020 non avremo più il problema di dover calcolare queste fluttuazioni in maniera terrificante, perché ci saranno chieste subito delle cifre altissime. Se con questo vogliamo fare un plauso alla sua struttura e agli Assessori all'ambiente che l'hanno preceduta, noi non ci sentiamo proprio di farlo.