Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 773 del 4 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 773/XV - Interpellanza: "Stato di manutenzione dei terreni di proprietà regionale circostanti il Castello di Sarre".

Rini (Presidente) - Punto 46 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al vicepresidente Distort.

Distort (LEGA VDA) - Illustro l'interpellanza. Siamo nel comune di Sarre, il Castello di Sarre, l'area esterna di circa 7 ettari, quindi 68-70.000 metri quadrati di terreno. Negli anni 2005-2008, attraverso l'iniziativa Interreg, si è realizzato un intervento estremamente interessante di sistemazione di una parte dell'area esterna, con la realizzazione di uno spazio dedicato ad alberature storiche, frutteti storici nell'ambito di un'iniziativa chiamata "Paysage... à croquer", in questo spazio che dovrebbe, che doveva e che effettivamente ha potuto svilupparsi in questo senso come una zona agricola che racconta l'identità e la storia dell'agricoltura in Valle D'Aosta. Un'iniziativa che rispecchia esattamente il discorso che abbiamo già più volte esposto in quest'aula, che ritengo sia condivisibile, ma a cui noi - giusto per spiegare la ripetizione - come gruppo Lega crediamo profondamente. È il senso, il valore di un'identità, un'identità come investimento, andare a recuperare un passato, non preso in senso rétro, ma come un esperimento riuscito da poter portare avanti nel futuro e su cui investire presente e futuro.

Iniziativa molto bella, eseguita, realizzata e, con un'iniziativa altrettanto lodevole, il pensiero è stato questo: di poter pensare di dare in concessione l'area esterna a privati o a un'azienda, ma comunque non farsene carico come amministrazione pubblica, in modo che i costi relativi alla manutenzione potessero essere condotti da terzi e non dall'amministrazione pubblica. Perfetto, idea che funziona assolutamente! Di conseguenza viene redatto un bando per l'assegnazione di questo terreno in concessione d'uso. Questo bando viene vinto, viene aggiudicato a un'azienda agricola che lo acquisisce in concessione d'uso, realizzando tutta una serie di elementi di disciplina per i quali rinvio al bando e non sto certo a indicare e a elencare in questa sede.

Quello che è importante è il discorso di questo progetto Interreg, per questo frutteto storico chiamato Arboretum. Il bando di gara prevedeva la concessione di tutti i metri quadri di terreno dati in concessione, con la possibilità di realizzare e di impiantare un vigneto. Perfetto, iniziativa anche questa che funziona molto bene, sia dal punto di vista dell'attività agricola, sia dal punto di vista dell'aspetto paesaggistico, sia dal punto di vista di valorizzazione del bene culturale; è la ripresa di quella che era l'area esterna di pertinenza del castello. Ci sono delle clausole nell'ambito del contratto di concessione dell'affidamento dell'area, che prevedono una serie di comportamenti tesi ovviamente alla manutenzione, alla valorizzazione, alla tutela, al rispetto, alla conservazione di quanto è presente.

Mi è stato segnalato e ho potuto eseguire un sopralluogo alcuni mesi fa, constatando con molto dispiacere, con tristezza, che l'Arboretum in realtà non ha ricevuto queste attenzioni. Le attenzioni che erano previste in concessione, le attenzioni che merita un'iniziativa di questo genere e quindi tanti alberi sono morti, tanti alberi, frutto di incurie e di un uso non corretto, attestano situazioni di danno. Io con questa interpellanza non voglio puntare l'attenzione sulla bontà o meno di chi ha assunto l'area in concessione. All'interno di un organismo regionale il mio obiettivo è quello di andare a chiedere all'amministrazione, all'attuale Governo. Chiaramente, dalla concessione del 2014 si sono succeduti vari governi, ma oggi ovviamente nella mia sede io chiedo al Governo attuale quali sono state le azioni di controllo. È stato assegnato un bene di proprietà della Regione e tra l'altro tra i punti relativi alla concessione erano previste anche all'articolo 12 specificate azioni di controllo, all'articolo 3 gli obblighi del commissionario, all'articolo 9 stato dell'immobile e responsabilità, ma ribadisco, articolo 12 i controlli.

Allora io mi chiedo: questi controlli come sono avvenuti? Quindi arriviamo ai tre punti dell'interpellanza. Con quali criteri, con quale frequenza e con quali modalità (le modalità non sono un ripetitivo dei criteri, intendo anche che cosa è avvenuto in seguito) "si sono svolti i sopralluoghi di controllo di cui all'articolo 12 dell'atto di Concessione, in particolare in merito all'Arboretum". Secondo punto, "se si è riscontrato un mancato rispetto delle cure manutentive previste in Concessione". Terzo punto, "quali sono le azioni che intende adottare - o, riprendendo il primo punto, sono state a suo tempo adottate, con quali atti - in linea agli accordi di Concessione ed in relazione alle condizioni di manutenzione dell'Arboretum".

Presidente - Per la risposta la parola all'assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - Condivido l'importanza di quanto detto da lei, legato in questo caso a una valenza naturale, architettonica, paesaggistica e potremmo declinarla anche in altre maniere. Cercherò di fare una breve premessa e poi rispondere nel merito. Ci sono delle criticità e non ci si nasconde nella maniera più totale.

I terreni di proprietà regionale a cui fa riferimento l'interpellanza costituiscono pertinenza del Castello di Sarre e sono stati concessi a un privato, a seguito dell'espletamento di una gara pubblica portata a termine in esecuzione della deliberazione di Giunta n. 792 del 13 giugno 2014. I terreni ammontano a una superficie di circa 68.000 metri quadrati e sono stati messi a bando per la concessione a scopi agricoli per la durata di venticinque anni. L'atto di concessione è stato firmato il primo ottobre 2014. Nell'area pertinente il castello sono state individuate tre zone: una zona destinata a vigneti, una zona destinata a prati, frutteti o piccoli frutti e la terza zona dell'Arboretum conservatoire, frutteto di vecchie varietà di piante da frutto autoctone realizzato tra il 2005 e il 2008, aperto al pubblico e caratterizzato da un percorso pedonale completo di pannelli didattici esplicativi.

La concessione prevede una serie di obblighi e disposizioni concernenti le modalità di coltivazione dei terreni di utilizzo delle differenti zone, ai quali il concessionario è tenuto a ottemperare. In particolare, per quanto riguarda l'Arboretum le operazioni colturali poste a carico dell'agricoltore sono quelle necessarie a garantire la conservazione del patrimonio genetico delle vecchie varietà di fruttiferi valdostani, la fruizione pubblica dell'area, sfalcio dell'erba, trattamenti fitosanitari, concimazione organica, potatura e manutenzione dei sentieri che lo attraversano. L'articolo 12 della concessione relativo ai controlli prevede che le competenti strutture del dipartimento agricoltura, del dipartimento risorse naturali e corpo forestale e del dipartimento sovrintendenza per i beni e le attività culturali provvedano a effettuare regolari controlli, ognuno per quanto di propria competenza, per verificare lo stato di conservazione e la destinazione dei terreni concessi, dandone opportuna conoscenza alla struttura in materia di contratti immobiliari. Sono più attori che intervengono su questa concessione che ha durata di venticinque anni.

Agli atti risulta che in data 13 ottobre 2016 la struttura flora, fauna, caccia e pesca trasmetteva alla struttura contratti immobiliari una relazione con allegata documentazione fotografica, dalla quale emergeva tutta una serie di inadempienze rispetto a quanto prescritto nell'atto di concessione, relativamente la zona dell'Arboretum conservatoire e la mancata manutenzione delle staccionate dei percorsi pedonali e ruscelli dell'impianto di irrigazione e delle vasche di carico. La struttura contratti immobiliari il 20 ottobre 2016 informava il concessionario dei rilievi evidenziati durante i controlli e gli richiedeva di provvedere a ottemperare agli obblighi assunti, ricordando che in applicazione dell'articolo 5 del contratto di concessione, in caso di mancato rispetto delle prescrizioni indicate, la Regione era legittimata a procedere alla risoluzione della concessione. A seguito della nota della struttura contratti immobiliari il concessionario ha ottemperato solo parzialmente a quanto previsto in contratto, provvedendo alla manutenzione delle staccionate. Sono stati organizzati alcuni sopralluoghi e incontri nel corso dei quali il concessionario ha illustrato le motivazioni del suo comportamento, asserendo che la fruizione pubblica dell'Arboretum, con conseguente ricorrente presenza di persone che attraversano i prati accompagnati dai loro cani e l'inadeguatezza del sistema di irrigazione presente nell'area - quindi sono state messe in evidenza tutta una serie di criticità da parte anche dell'Amministrazione regionale e delle criticità da parte del concessionario - non consentono di praticare sull'appezzamento le normali pratiche agricole. Di conseguenza la vitalità delle piante fruttifere presenti sarebbe stata compromessa.

Secondo quanto riferito dalle strutture competenti, quanto asserito dal concessionario corrisponde a verità. Queste indubbiamente sono delle risposte di natura tecnica che le varie strutture ci hanno messo a conoscenza. L'Arboretum conservatoire infatti non è stato concepito per un utilizzo agricolo, bensì come un frutteto a fruizione pubblica in un contesto dall'alta valenza paesaggistica, storica e culturale. Sono state privilegiate quindi infrastrutture a basso impatto visivo, escludendo ad esempio gli irrigatori ad asta normalmente utilizzati nei terreni agricoli. Le sto mettendo in evidenza tutta una serie di elementi che sono stati valutati dalle diverse strutture e dai diversi dipartimenti. L'unica operazione agricola consentita infatti è lo sfalcio dell'erba, da compiersi però almeno quattro volte all'anno su tutta la superficie, compresi angoli e scarpate. È ovvio quindi che tale operazione deve essere fatta con piccoli trattori e in alcuni punti praticamente in maniera manuale.

C'è da precisare che il concessionario ha in uso le altre zone destinate a vigneto ed in questo caso si sta distinguendo per capacità e perizia. I vigneti recentemente reimpiantati sono stati realizzati a regola d'arte e si presentano in ordine. È stato lo stesso concessionario a provvedere al rifacimento di un muro di sostegno dei vigneti. Da quanto riferito risulta evidente che il concessionario, chiaramente in buona fede, non ha inteso correttamente le prescrizioni, credendo che la manutenzione dell'area dell'Arboretum conservatoire potesse essere svolta nell'ambito dell'esecuzione delle normali pratiche agricole e non come uno specifico servizio di manutenzione di un'area verde a fruizione pubblica, come è di fatto delineato nel contratto di concessione.

Gli elementi che ho cercato di produrre e di mettere in evidenza sono stati frutto comunque di elaborazione tra i diversi dipartimenti e ci obbligano non solo a fare il punto della situazione, ma a cercare e trovare il prima possibile un percorso di natura amministrativa che vada a ridurre, eliminare o calmierare le criticità che già in parte lei ha messo in evidenza nell'illustrare l'iniziativa e che io tecnicamente ho cercato di mettere in evidenza in base anche alla corrispondenza che c'è stata. Nel mese di febbraio/marzo di quest'anno sono stati fatti due incontri all'interno delle strutture e l'ipotesi, come le dicevo, è di andare probabilmente a rivedere dal punto di vista amministrativo, proprio perché come le dicevo a monte ci sono delle azioni o misure che non hanno aiutato e che probabilmente non hanno permesso di poter raggiungere degli obiettivi sufficienti, per cui la questione deve essere affrontata principalmente dal punto di vista amministrativo. Sarà mia e nostra cura, con gli altri colleghi del Governo regionale, creare tutte le condizioni per poter ridare, compatibilmente al modo, percorso e tempo, quella eventualità di andare a ridurre le criticità che ho cercato di mettere in evidenza. Senza nascondere che delle criticità ci sono, ho cercato di mettere in evidenza anche la parte che ha avuto una cura più dettagliata, ma nello stesso tempo dobbiamo affrontare le criticità e le affronteremo nel proseguo.

Spero di essere stato abbastanza chiaro e come le dicevo, a seguito anche di tutta una serie di segnalazioni da ambedue le parti, pubblica amministrazione da una parte e concessionario dall'altra, io penso che sia d'obbligo il reperire e trovare quello che comunque è il percorso amministrativo per rivedere le regole del gioco.

Presidente - Per la replica la parola al vicepresidente Distort.

Distort (LEGA VDA) - Sì, chiarezza sì, lei è stato chiaro, devo dire. Però il problema rimane, nel senso che, mi permetta di dire, dal 2008 al 2014, da quando è stato dato in concessione, l'Arboretum è sopravvissuto e non c'era un impianto di irrigazione, non c'era un impianto idoneo: come è sopravvissuto fino ad allora? Ha avuto probabilmente un certo tipo di manutenzione, oppure una sopravvivenza per accanimento alla vita degli alberi messi a dimora. Allora io faccio un ragionamento logico: abbiamo l'esperimento dal 2008 al 2014, di tutti questi anni in cui l'Arboretum è esistito ed è vissuto. Poi è stato dato in concessione d'uso e due anni dopo, nel 2016, viene eseguito questo sopralluogo. Tra l'altro, due anni dopo: visto che comunque è un bene che comunque ha una sua vitalità, non è un bene che è costruito, non è un bene materiale, non si tratta di un immobile, si tratta di qualcosa di vitale, secondo me un'ispezione due anni dopo è un po' troppo rada, però comunque questo, mi permetta, lo condividiamo come riflessione.

Noi adesso arriviamo al 2019, quindi siamo a tre anni da quella data, da quel sopralluogo, cioè vediamo che da allora la situazione è in questo stato di difficoltà. Tra l'altro è un'area a fruizione pubblica. È vero, la fruizione pubblica presuppone un indice di usura, per carità, ma dal 2008 al 2014 era interclusa al pubblico? Poi vedremo e approfondiremo anche questo tema. Però il discorso è questo: quando si stabilisce un contratto, c'è sempre un concetto alla base di qualsiasi iniziativa contrattuale - ho i due avvocati qua a fianco da cui sono assediato, uno a destra e uno a sinistra, che possono ricordarlo - c'è l'uso del buon padre di famiglia che, al di là della giurisprudenza, ritengo sia proprio la base semantica di una situazione di contratto. Questo spirito del buon padre di famiglia, l'idea di mettere in atto tutta una serie di misure in maniera non di accanimento, ma in maniera di conservazione, di avere a cuore! Questo anche nei confronti del concessionario che poi arriva a dire "non avevo ben compreso il tipo di uso che avrei dovuto fare, il tipo di azione da mettere in atto". Va bene, gli equivoci fanno parte delle relazioni umane, però un controllo più frequente e un controllo anche più esaustivo e che vada fino in fondo, sicuramente aiuta anche il concessionario a portarsi in una situazione di correttezza, di rispetto.

Anche perché poi alla fine di tutto questo bisogna prendere delle iniziative amministrative, mi ha detto lei Assessore, però c'est l'argent qui fait la guerre. Alla fine le azioni amministrative presuppongo che se ci sono dei danni, se ci sono dei deterioramenti, se ci sono delle azioni di tutela da mettere in atto, se ci sono delle migliorie, se ci sono dei ripristini, questi presuppongono dei costi. Tutto questo è stato costruito, è stato realizzato con dei fondi che già non sono propri dell'amministrazione pubblica, perché gestisce dei fondi che appartengono alla società. Noi siamo solo ed esclusivamente degli amministratori e quindi già questo presuppone un senso di responsabilità, tanto più, a mio parere, il fatto di utilizzare fondi che provengono da altre nature: Interreg, fondi europei.

Vigilerò sulla questione e, come dicevano a scuola ai miei tempi, forse anche ai suoi, "ci rivedremo a settembre". A settembre/ottobre io presenterò un'interrogazione per capire lo stato della questione.