Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 769 del 4 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 769/XV - Interpellanza: "Effettuazione di verifiche in merito all'erogazione di contributi straordinari a favore di famiglie per la tutela di minori".

Distort (Presidente) - Punto 42 all'ordine del giorno. Per l'esposizione dell'interpellanza, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Questa interpellanza si pone il fine di fare chiarezza su alcune erogazioni, in particolare quelle che sono disciplinate dall'articolo 14 della legge regionale n. 23 del 2010. Fin dalla mia prima elezione, quella al Comune di Aosta, ho avuto modo di parlare e confrontarmi con svariate persone in difficoltà. Alcune di queste mi raccontavano di erogazioni che mi venivano sempre dipinte come arbitrarie e insondabili. Mi dicevano: io vado dall'assistente sociale e mi dà dei soldi. Io non comprendevo quali erano le motivazioni alla base di queste erogazioni. Già ai tempi avevo cercato di approfondire il tema per capire quanto vi fosse di fondato rispetto a queste segnalazioni, ma siccome era ricondotto tutto a una legge regionale, non avevo potuto andare a fondo per difetto di competenza. Oggi finalmente posso concentrarmi su questo argomento e ho chiesto, tramite un accesso agli atti, di vedere gli ultimi dati in connessione con l'articolo citato.

L'articolo 14 recita: "Contributi straordinari. 1) La struttura regionale competente in materia di politiche per la famiglia eroga contributi a carattere straordinario a favore delle famiglie, con particolare riferimento ad esigenze di tutela dei minori". Cominciamo quindi con questi due elementi: straordinarietà dei contributi e obiettivo degli stessi, ovvero tutelare le famiglie e in maniera particolare le famiglie con i minori.

La straordinarietà di questo contributo prevede ovviamente che venga versato una tantum a coloro che ne fanno richiesta e immaginate la mia sorpresa quando nella risposta del mio accesso agli atti ho visto le tabelle di chi ha percepito il contributo. Dal 2015 ben 460 volte questo contributo è stato erogato più volte alle stesse persone: alcuni più volte all'anno, altri annualmente, altri anche quattro o cinque volte; e ho considerato solo i nomi singoli delle persone e non anche i familiari, altrimenti il nucleo chiaramente avrebbe avuto altre erogazioni. Sono stati così erogati in questa maniera, più volte all'anno, alla faccia della straordinarietà, ben 400 mila euro, ovvero la metà di quanto erogato in totale negli anni di riferimento.

Passiamo invece alla questione riguardante la famiglia, in particolare quelle con i minori. Sempre dall'analisi dei dati che mi sono stati forniti, ho scoperto che in realtà questa attenzione non c'è stata, ma questo contributo si è trasformato in una erogazione generica. Nel 2015 93 nuclei su 211 non hanno figli, ma percepiscono l'erogazione. Nel 2016 116 sono senza figli, su 228 che percepiscono, la maggioranza dei percipienti. Nel 2017 idem, 127 nuclei senza figli su 253, sempre la maggioranza. Infine nel 2018 139 nuclei senza figli su 280 hanno percepito un contributo che è stato erogato con specifica attenzione verso i minori. Possiamo quindi dire che il 50 percento di coloro che hanno percepito quel contributo specifico, destinato alle famiglie con figli, non avevano figli.

Vi è poi un'altra criticità. Sempre nell'articolo 14 viene sancito che "possono beneficiare dei contributi di cui al comma 1, lettera a), le famiglie il cui valore della situazione economica di cui all'articolo 4, detratta la spesa straordinaria sostenuta o da sostenere, non superi l'importo stabilito annualmente con deliberazione della Giunta regionale". Da una ricerca fatta dagli uffici per scoprire questo limite, risulta che la delibera di riferimento sia la n. 1132 del 2014 nella quale, anche se non è scritto proprio in maniera così chiara, il limite di percezione da parte di questi nuclei familiari è stabilito in 2500 euro. Io ho chiesto il dettaglio di queste spese per poter fare una valutazione, ma mi è stato risposto dagli uffici e dall'accesso agli atti che sarebbe stato un lavoro troppo oneroso e sono state riassunte in breve le motivazioni di queste erogazioni. Sono erogazioni per 800 mila euro: affitti e spese condominiali arretrati, spese per bollette del gas ed energia elettrica, spese di riscaldamento e acquisto arredi, specificato letti ed elettrodomestici. Quindi sono stati erogati 800 mila euro e comprendere come, a chi e soprattutto perché sono stati erogati è un compito precipuo della nostra attività ispettiva, riconosciuta ai consiglieri di opposizione. Anche però da una visione sommaria, verificando i vari dati, saltano all'occhio diverse incongruenze. Per esempio nel 2015 sono stati erogati 211 contributi che vanno da 75 a 5000 euro, al di sopra quindi dei limiti fissati dalla delibera di Giunta, e parlo solo delle singole erogazioni, non delle erogazioni multiple alla stessa famiglia, perché altrimenti saremmo in altri casi ancora più sopra i limiti. Nella stessa situazione per il 2016 dove sono stati 228 i contributi che vanno da 50 a 5200 euro, anche qui ben al di sopra di quanto previsto nella delibera di Giunta citata. Ancora, nel 2017 ben 253 contributi che vanno da 82 a 5725,82 euro, anche qui fuori dai limiti indicati. E infine il botto: nel 2018 sono state fatte 280 erogazioni che vanno da 44,51 euro a 8100 euro! Sono stati dati a una persona, così schiacciati in mano, 8100 euro, in spregio ai limiti previsti dalla delibera di Giunta.

Comprenderete quindi che c'è una somma di tutte queste criticità. È un contributo che dovrebbe essere straordinario, perché dovrebbe essere una tantum, ma che diventa ordinario e quindi erogato più volte all'anno e più volte negli anni, e che dovrebbe essere dedicato alle famiglie con figli, ma che viene erogato per il 50 percento a chi non ha figli. Viene erogato a chi non ha figli e anche ai nuclei monoparentali, perché questo è specificato. È un contributo che dovrebbe avere dei limiti, ma questi vengono sforati allegramente e non vi sono documenti che indichino esattamente per quali motivazioni viene erogato uno specifico contributo. Non possono che ovviamente emergere delle criticità e assolutamente dei dubbi rispetto a questa opacità.

A chiusura di tutto faccio un po' di sintesi su questa interpellanza e do ancora due dati. Chi percepisce questi contributi deve sottostare a una serie di criteri ben precisi, che prevedono l'assenza di proprietà di immobili, l'assenza di proprietà di più beni mobili, di disponibilità liquide o bancarie, non devono aver rifiutato l'assistenza, il nucleo non deve aver cessato volontariamente il lavoro o rifiutato un'offerta lavorativa, non deve aver saltato le attività formative proposte. Sono criteri che, vi rendete conto anche voi, sono molto restrittivi e per ognuno ci sarà stato bisogno evidentemente di un'istruttoria che avrebbe anche potuto far emergere eventuali violazioni della legge. Mi chiedo: per ogni singolo caso, per ognuno di quegli 800 mila euro erogati, è stata fatta una istruttoria in questo senso? Perché a me pare che schiacciare in mano 8100 euro a una persona, 5000 euro di qua e 5000 euro di là, in spregio a tutti i limiti, mi pare che sia di una gravità immensa.

Visto che abbiamo parlato di extracomunitari e di italiani, assessore Baccega, le cito un ultimo dato, ultimo ma non meno importante. Questa legge prevede che si possano erogare contributi a chicchessia: residenti, senza limiti temporali, o in transito nella nostra Valle d'Aosta. Una veloce lettura delle tabelle che ho avuto tramite l'accesso agli atti evidenzia come a beneficiare di questi contributi per il 50 percento sono cittadini extracomunitari, contro una popolazione straniera residente in Valle d'Aosta che non raggiunge il 10 percento! Questo dato quindi sfata il mito degli stranieri pagatori di pensione e invece conferma quello degli stranieri drenatori di risorse per il welfare. Ovviamente su questo non c'è alcuna irregolarità, si intenda e badiamo bene, ma certo che questi dati devono essere frutto e stimolo per una modifica selettiva che, a fronte della scarsità delle risorse, imponga di destinarle a chi sul nostro territorio risiede da più tempo.

Dalle ore 11:22 assume la presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Per la risposta la parola all'assessore Baccega.

Baccega (UV) - I contributi straordinari vengono concessi ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale n. 23 e sulla base di quanto stabilito dalla delibera di Giunta n. 1132 del 2014, che prevede contributi per l'inclusione sociale, destinati agli interventi a sostegno di situazioni di difficoltà socioeconomica per le famiglie residenti sul territorio regionale e che si trovano in una situazione economica inferiore all'importo corrispondente alla soglia economica di sussistenza, considerata minimo vitale. Questo è il dato.

L'articolo 14 prevede contributi straordinari per le famiglie, con particolare riferimento alle esigenze di tutela dei minori. L'articolo 15 stabilisce contributi straordinari per spese sanitarie. Questo è il quadro generale in cui si configura la delibera n. 1132. Sono contributi che vengono richiesti appunto da nuclei in difficoltà economica, che hanno la necessità di essere aiutati per il pagamento di spese di carattere straordinario: consumi di energia elettrica, riscaldamento, spese condominiali, spese sanitarie, eccetera. Il nucleo che necessita di un aiuto economico si rivolge all'assistente sociale competente per territorio, il quale si occupa di raccogliere la documentazione da allegare alla domanda (ISEE, pezze giustificative delle spese da sostenere per le quali si richiede il contributo), corredandola con una relazione sociale nella quale viene descritta la situazione abitativa, la situazione economica, la situazione lavorativa del nucleo, oltre al progetto di presa in carico. La domanda viene consegnata al dipartimento dall'assistente sociale stessa, viene istruita e sottoposta all'esame della commissione che è prevista all'articolo 16 della legge regionale n. 23 del 2010, che valuta l'istanza e ne decide l'esito.

Per quanto riguarda i controlli sulle erogazioni effettuate, gli uffici richiedono ai beneficiari di presentare le copie dei pagamenti effettuati a fronte dell'importo erogato, che devono corrispondere alle esigenze espresse nel progetto redatto dall'assistente sociale a supporto della richiesta del contributo. In alcuni casi l'erogazione è disposta con quietanza dell'assistente sociale che si fa carico in questo caso di gestire la spesa. I soggetti percettori sono in carico alle assistenti sociali che verificano già a monte il possesso dei requisiti per la richiesta di contributo. Quindi i contributi vengono erogati sulla base di presentazione di spese effettuate (bollette, eccetera) e gli assistenti sociali verificano l'avvenuto pagamento mensilmente, talvolta anche settimanalmente.

In riferimento alla sua richiesta di accesso agli atti in base al 116, ho verificato quei due casi che escono dal criterio indicato dei 2500 euro massimi. Ho chiesto una relazione che non ho ancora in mano e che poi valuteremo insieme senza problemi. Questo è il quadro generale.

Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, io la ringrazio perché giustamente lei dice che prendete in carico la segnalazione. Però il problema è che non sono solo due i casi, sono molti di più: i casi che sforano sono molti di più di due, a prescindere. Ma il fatto che mi pare incredibile è che chiunque, posto il fatto che sia un assistente sociale, possa disporre di 8000 o di 5000 euro e decidere di sponte sua di darli in mano a una persona, violando le regole; mi pare veramente molto strano!

Però, al di fuori di questo, ci sono altre due segnalazioni che sono ancora più importanti, secondo me, al di là dei singoli e piccoli casi. Il problema è che un contributo che è stato pensato per le famiglie e per le famiglie con figli, per il 50 percento è stato erogato a famiglie senza figli o a nuclei monoparentali. Se un contributo è dato per una famiglia con dei figli, come faccio a erogare il contributo a una famiglia che non ha figli? Come faccio a erogare il contributo a una famiglia che è formata da una sola persona? Questa è la domanda! Io posso anche essere tratto in inganno una volta da uno che mi dice "ho un figlio", non faccio l'istruttoria, quel giorno lì non sto bene, ma è la metà delle erogazioni annuali!

L'altro annoso problema è la continua erogazione, perché sono contributi straordinari. Non è un bando annuale che si apre tutti gli anni, io partecipo e faccio domanda. È una erogazione straordinaria che dovrebbe servire una tantum: non pago una bolletta, arriva l'assistente sociale e mi dà. Secondo me, il problema in gran parte potrebbe essere risolto con il pagamento direttamente da parte dell'assistente sociale, a seguito di istruttoria, di quella bolletta, perché se lei mi dice che non possiamo fare controlli sui pagamenti effettuati, è un problema! Arriva una persona e mi dice: "devo pagare una bolletta di 20 euro", "tieni 20 euro, ma l'hai pagata la bolletta?", "boh, non lo so" e chissà cosa ne avrà fatto.

Voce fuori microfono.

No, mi ha detto anche che non tutte lo hanno fatto.

Io trovo che la somma di queste criticità, che ha portato all'erogazione di 800 mila euro di soldi pubblici, sia piuttosto opaca. Se decido di dare 5000 euro, 8000 euro, 3000 euro a una persona, in spregio delle regole, magari a una famiglia che non ha figli quando il contributo è previsto per chi abbia figli e magari glielo do più volte all'anno per più anni, direi che forse un controllo è più che mai opportuno. Sicuramente la persona che percepisce quei soldi sarà felicissima, ma le persone che a volte hanno assistito a queste erogazioni - le assicuro che mi hanno descritto e mi auguro che non siano questi gli scenari, ma che abbiano esagerato - di assistenti sociali che dicono "va beh, ecco 50 euro", non è che proprio abbiano assistito a una istruttoria importante; sono andati dall'assistente sociale e hanno detto: "mi dai dei soldi?", "sì, eccoli". Non funziona così! Non funziona così nella pubblica amministrazione! La pubblica amministrazione non li elargisce così in maniera libera i propri soldi, lo fa se la persona giustamente risponde ai requisiti di legge e chiaramente se tutto il percorso viene certificato. Mi pare invece, dalle segnalazioni emerse, che ci sia stata una dilapidazione di soldi senza alcun controllo, soprattutto perché si dice che si comprano letti, elettrodomestici. Io mi chiedo se davvero tutti i valdostani sotto alla soglia di povertà stabilita dalla legge sanno che, se tu devi comprare un elettrodomestico, puoi andare dall'assistente sociale e dire: "mi dai i soldi per comprarmi l'elettrodomestico? Grazie!". Cioè, mi pare che sia un po'...! Ma è scritto nella risposta! Il problema è che è scritto nella risposta, c'è scritto che quei soldi sono stati erogati per comprare degli elettrodomestici. Io capisco le spese di primaria importanza, però anche dei soldi per comprare degli elettrodomestici mi sembra un po' un'esagerazione.