Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 811 del 10 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 811/XV - Interpellanza: "Problematiche riguardanti lo sdoppiamento delle sezioni presso le scuole dell'infanzia".

Rini (Presidente) - Passiamo al punto n. 9.12 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al collega Restano.

Restano (GM) - Preliminarmente devo sottolineare che questa interpellanza è stata presentata prima del termine dell'anno scolastico per le scuole dell'infanzia e precisamente per il Consiglio del 21 giugno. All'epoca infatti mi riferivo all'Assessore scrivendo: "tra pochi giorni terminerà la scuola dell'infanzia". Ora discutiamo a scuola terminata ma nulla cambia nella sostanza. Mi scuso anche con i colleghi che hanno delle competenze specifiche nel settore o per chi prima di lei ha occupato l'Assessorato della pubblica istruzione, ma cercherò di spiegarmi con parole mie per far capire la situazione che si sta vivendo, soprattutto per le piccole scuole di montagna.

Qual è stata l'evoluzione della scuola dell'infanzia negli anni? È nata come asilo dove si svolgeva prevalentemente un'attività di assistenza e di gioco con i bambini. C'è stata poi l'evoluzione a scuola materna dove si faceva una programmazione con l'intenzione di svolgere un'attività formativa, un primo approccio al cambiamento e veniva visto il bimbo come un soggetto al quale fare apprendere attraverso il gioco. Successivamente, con l'ultima riforma, è nata la scuola dell'infanzia. La scuola dell'infanzia che ha delle peculiarità diverse rispetto a quelle che ho precedentemente descritto, ma è il primo momento formativo per l'allievo, si va verso l'apprendimento e il bimbo è visto come un soggetto che vive una fase importante della propria vita e attraverso l'ambiente scolastico si cerca di arrivare, attraverso il gioco, a far imparare al bimbo a costruire dapprima delle conoscenze e poi delle competenze, a fare uso di tutti i linguaggi, gli si insegna ad ascoltare, a dire la propria, a ragionare.

Perché ho fatto quest'introduzione? Per dire che anche il ruolo degli insegnanti si è modificato nel tempo. Il ruolo dell'insegnante di scuola dell'infanzia è diventato estremamente delicato, è aumentata la professionalità. Oggi chiediamo all'insegnante della scuola dell'infanzia di fare anche la cosiddetta "diagnosi precoce" sui disturbi dell'apprendimento. Dico questo perché viviamo una situazione, soprattutto nelle piccole scuole di montagna, dove lo sdoppiamento delle sezioni scolastiche avviene solamente al raggiungimento del ventitreesimo allievo. Questo cosa ci porta? A una situazione dove a 22 allievi per turno si ha una sola insegnante e l'insegnante deve svolgere una pluralità di funzioni: quella, come detto prima, della diagnosi precoce compilando degli specifici protocolli, quella dell'assistenza ai bambini, dell'insegnamento. Cosa avviene se l'insegnante si ammala? Il primo giorno di scuola non viene sostituito. Ci sono quindi una serie di criticità cui si deve far fronte. Anni fa non era così, lo sdoppiamento avveniva al ventunesimo allievo e quindi era più facile gestire queste situazioni. La situazione si complica ulteriormente qualora vi siano dei ragazzi con delle disabilità e apprendiamo questo anche dalla lettura dell'ultima copia del Réveil Social recentemente pubblicata, e che ho ricevuto a casa, dove la responsabile della SAVT École sottolinea queste urgenze, queste emergenze, dove dice che non c'è più tempo da perdere: "riteniamo non più procrastinabile una scelta netta e determinata in favore di un aumento del personale docente e degli operatori di sostegno. In effetti, la scuola dell'infanzia non può usufruire del cosiddetto "potenziamento" e, ancorché nelle ultime due settimane di questo anno scolastico l'Assessore, così dichiara il giornale, abbia avviato una sperimentazione per quanto riguarda gli educatori, non si hanno certezze per l'anno scolastico che dovremo affrontare da settembre prossimo.

Noi allora interpelliamo l'Assessore per sapere: "per quale motivo in passato lo sdoppiamento delle sezioni avveniva al ventunesimo allievo e in caso di presenza di allievi con certificazione PEI anche a un numero inferiore (previa decisione del dirigente) e oggi le sezioni si sdoppiano solo al ventitreesimo alunno; se ritiene possibile riportare a 21 il numero di allievi dopo il quale le sezioni si sdoppiano; se ritiene possibile dotare le scuole dell'infanzia dell'organico di potenziamento come gli altri ordini scolastici; se intende possibile rendere l'ultimo anno della scuola dell'infanzia obbligatorio".

Presidente - La parola all'Assessore Certan.

Certan (AV) - Buongiorno a tutti e grazie, collega Restano, per le sue sollecitazioni, devo dire che mi ha un po' spiazzato perché nelle sue premesse ha parlato praticamente di altre cinque interpellanze che avrebbe potuto fare e io non potrò rispondere a questo perché chiaramente risponderò alle sue quattro domande. Non so se il tempo sarà sufficiente anche per fare delle considerazioni riguardo alla storia, ad esempio, della scuola dell'infanzia che lei ha ripercorso velocemente e che in parte condivido e in parte credo possiamo dire che la scuola dell'infanzia valdostana è stata precorritrice sicuramente di tutta una serie di sperimentazioni che poi sono state adottate anche a livello nazionale. Sicuramente penso agli anni in cui, con gli ispettori, sono stati fatti veramente libri e progetti molto interessanti.

Lei poi ha parlato di primo momento formativo. Non solo per il fanciullo, devo dirle che è un primo momento formativo anche per le famiglie perché spesso è il primo momento di contatto della famiglia con le istituzioni, in particolare quelle scolastiche, e le assicuro che il lavoro che spesso le insegnanti fanno, anche, ad esempio, sull'educazione, che oggigiorno a volte non c'è, a volte sì ma a volte no, o l'abitudine dei bambini di stare insieme... sicuramente è una grande azione che gli insegnanti fanno. Lei poi ha parlato di diagnosi precoce, di sostituzione, eccetera, non potrò entrare nel dettaglio, ma sono aperta a qualsiasi altro momento di confronto.

Per quanto riguarda invece le risposte, nelle premesse lei dice: "non vi è nel nostro programma di governo, nel documento, un punto legato alla scuola". Mi preme evidenziare che nell'attuale programma di governo vi è l'obiettivo strategico: "formare i giovani a una visione aperta del mondo puntando sulle lingue", quello è molto generale ma raggruppa tutti, poi ci sono i vari punti.

Venendo alle domande, nella prima mi sembra corretto collocare temporalmente alcuni cambiamenti. Innanzitutto bisogna precisare che il passato cui si riferisce lei e gli interpellanti va individuato esattamente in un ventennio fa, in quanto gli attuali criteri vigono dall'anno scolastico 1999-2000. È con deliberazione della Giunta regionale n. 1101 del 12 aprile 1999 che sono state approvate le modalità e i criteri per la definizione a partire dall'anno scolastico 1999-2000, che ancora oggi sono vigenti, dell'organico funzionale di circolo nelle scuole materne e dell'infanzia della Regione. Per capire le ragioni che portarono a superare il precedente criterio, basterebbe leggere le premesse della deliberazione citata, di cui cerco di riassumere un po' gli aspetti principali.

Il superamento dei precedenti criteri fu dettato principalmente dal nuovo contesto derivante dall'importante introduzione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche che si è pienamente realizzata a decorrere dal 1° settembre 2000. Infatti, nel quadro degli interventi strutturali finalizzati a fornire alle singole istituzioni scolastiche in vista della loro autonomia didattica e organizzativa gli strumenti necessari per attuare una gestione dell'impiego delle risorse interne quanto più flessibile, progettuale e funzionale alle diverse esigenze, la normativa nazionale prevede l'introduzione di organici funzionali d'istituto che configurano un modello innovativo di assegnazione del personale, non più rigidamente collegato all'elemento classe-sezione o plesso di servizio. A tal fine la Giunta regionale costituì un'apposita commissione di studio incaricata di formulare proposte relative al piano complessivo di riordino del sistema scolastico regionale. La commissione propose, tra l'altro, un'ipotesi di ridefinizione delle modalità e dei criteri per la rideterminazione delle dotazioni organiche della scuola materna regionale. Devo dire che in quegli anni la dottoressa Decime lavorò tantissimo in questa direzione, non solo sugli aspetti didattici ma anche organizzativi della scuola dell'infanzia. Tale proposta trova le sue motivazioni nel fatto che i criteri di nuova introduzione sono assai più rispondenti rispetto a quelli precedentemente in uso e alle finalità perseguite di un nuovo modello gestionale e operativo, e ciò perché consentono alle istituzioni scolastiche di attuare un'equa e mirata distribuzione delle risorse professionali in funzione delle diverse variabili di contesto scolastico, mettendole in condizione di ottenere un più efficace rapporto fra numero dei docenti e l'entità degli alunni e del tempo scolastico erogato.

La proposta della commissione rappresenta un nuovo criterio introdotto appunto con la citata deliberazione. Il nuovo criterio prevede l'assegnazione delle unità di personale docente secondo una specifica progressione basata sul numero di bambini iscritti in ciascun plesso di scuola dell'infanzia: un insegnante fino a 10 iscritti, due insegnanti da 11 a 22 iscritti, quattro insegnanti da 23 a 44 iscritti e così via, attribuendo ulteriori due insegnanti per ogni ulteriore gruppo di 22 bambini. L'Amministrazione scolastica quindi, nel limite della dotazione organica complessivamente determinata in riferimento alla variazione in numero o in diminuzione della popolazione, assegna alle istituzioni scolastiche un numero complessivo di posti di insegnamento. Il dirigente scolastico procede poi con la formazione delle sezioni e quindi è il dirigente scolastico che chiaramente ha ben chiara qual è la situazione nel plesso e quindi decide delle risorse. Non vorrei essere troppo tecnica e tediarvi troppo, soprattutto tediare i firmatari, però sono anche questioni tecniche e purtroppo sono obbligata a rispondere in questo senso. Si ricorda anche che in Valle d'Aosta circa la determinazione dei nuovi criteri, non sono mai stati adottati interventi di razionalizzazione e tali criteri sono stati mantenuti fermi nel tempo, nonostante a livello nazionale siano state emanate diverse disposizioni volte all'incremento del rapporto di alunni per classe. Se quindi ci fosse stato un adeguamento, probabilmente avremmo dovuto adeguare aumentando il numero di iscritti di ogni sezione prima di sdoppiare.

Per quanto riguarda la domanda 2, considerato quanto appena illustrato nella prima domanda, lei ci chiede se è possibile ripristinare il precedente meccanismo di determinazione. La risposta non può che essere negativa perché il superamento del criterio precedentemente vigente è stato dettato dalla necessità di introdurre un nuovo meccanismo non più riferito al numero e alla tipologia delle sezioni funzionanti di ciascun plesso, ma basato su parametri rispondenti a delle necessità più funzionali per l'organico. Faccio poi presente che a livello di parametri e criteri, se dovessimo, come ho detto precedentemente, adeguarli, dovremmo adeguarli in senso peggiorativo perché a livello nazionale è stata fatta un'altra valutazione.

Per quanto riguarda la terza domanda, parlate di organico di potenziamento... bisogna ricordare che è stato previsto l'organico di potenziamento per la scuola secondaria di secondo grado, non per i restanti gradi di scuola, in quanto nella scuola del primo ciclo di istruzione le dotazioni organiche sono già da tempo strutturate per consentire l'arricchimento dell'offerta formativa. Questo per dire che negli anni l'organico di potenziamento era già in qualche modo stato predisposto, meno che nelle scuole secondarie di secondo grado, nelle superiori: ecco perché nel 2017 venne anche in qualche modo portato per le secondarie di secondo grado. Anche per approfondire questa questione bisogna di nuovo fare un tuffo nel passato quando è stata adottata la legge regionale di armonizzazione con l'ordinamento scolastico regionale dei principi contenuti nella 107 del 2015, quella che chiamiamo abitualmente "Buona scuola". Riguardo a questo - cerco di andare veloce, Presidente ?, rammento che l'amministrazione scolastica e le organizzazioni sindacali nel 2009, con un accordo poi rivisto nel 2018, hanno esteso anche ad altre realtà un accordo che consente alle scuole di montagna sopra i 1000 metri, che distano più di 5 chilometri dalla scuola viciniore e che si vengono a trovare in difetto del numero minimo di cinque iscritti, di funzionare in sede di organico di fatto con tre iscritti. La stessa cosa avviene per chi accoglie bambini dai comuni sopra i 1000 metri: ad esempio, Valpelline...

Presidente - Concluda, Assessore.

Certan (AV) - ... sì, concludo. Per Valpelline che accoglie i bambini di Ollomont, ad esempio, avviene questa cosa.

Per quanto riguarda la quarta domanda, pur ribadendo che in Valle d'Aosta da almeno vent'anni la scuola elementare...

Presidente - Assessore, voglia concludere.

Certan (AV) - ... il 96% degli aventi diritto frequenta la scuola, è sempre stata una scuola attenta e precursora alla competenza legislativa...

Presidente - Concluda.

Certan (AV) - ... per ora è questo e non possiamo sicuramente andare a cambiare questa norma e far diventare obbligatorio l'ultimo anno.

Presidente - Invito anche gli Assessori a rimanere nei tempi. Sapete prima i tempi che avete a disposizione. Per la replica, la parola al collega Restano.

Restano (GM) - Preliminarmente vorrei sottolineare che noi riteniamo comunque la scuola dell'infanzia una scuola di qualità in Valle d'Aosta, lo è sempre stata e credo che, grazie soprattutto alla professionalità del corpo insegnante e dei dirigenti, rimarrà tale.

Prendo atto delle sue risposte. Ovviamente quello che le chiedevo era una risposta politica sugli intendimenti futuri e sulla possibilità di intervenire su delle norme esistenti. Sappiamo che altrove lo sdoppiamento avviene a 28 allievi, però, per le peculiarità del territorio valdostano e quello che si vuole politicamente raggiungere, ovvero la salvaguardia della popolazione di montagna, quindi il conseguente mantenimento di certi servizi di montagna, il mantenimento ad alti livelli di questi servizi, ci ha portato a fare questa... quindi per via della necessità di dotare dell'organico di potenziamento le scuole dell'infanzia della Valle d'Aosta, della necessità di avere degli educatori di sostegno per i ragazzi con DSA e di sdoppiare le sezioni a un numero inferiore di allievi.

La risposta, purtroppo, è stata negativa. Ricordo che noi abbiamo competenza primaria in materia, se questo Consiglio vuole, può legiferare e intervenire. Questo è quanto. Prendo atto e verificheremo se fare ulteriori approfondimenti, visto quello che mi è stato detto, e proporre altri interventi in sede di Consiglio.

Presidente - Assessore Certan, per?

Certan (AV) - Per una precisazione.

Presidente - No, non c'è... la prego...

Certan (AV) - Noi non abbiamo competenza primaria, abbiamo competenza concorrente, cambia molto.

Presidente - Il collega Restano si assume la responsabilità ovviamente di quello che dice, anche se non dà informazioni corrette, le ha fornite e se ne assume la responsabilità. Andiamo avanti, colleghi.