Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 809 del 10 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 809/XV - Interpellanza: "Attuazione dei servizi socio-educativi, socio-sanitari e socio-assistenziali a favore di persone con disabilità nella regione".

Rini (Presidente) - Colleghi, il punto n. 9.08 dell'ordine del giorno viene rinviato perché il Presidente Fosson è presente ora alla cerimonia del 202º Anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia penitenziaria, quindi è fuori per un'oretta, il punto lo affronteremo dopo. Passiamo al punto n. 9.09 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Per illustrare al meglio questa interpellanza, vorrei partire da una lettera molto intensa, da cui ho tolto tutti i dati personali, e che l'autore ha gentilmente voluto condividere con me per conoscenza e poi io ho insistito per poterla leggere in pubblico, di fatto è rivolta a un Assessore che spero non sarà dispiaciuto da questa lettura:

"Gentile Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, dottor Mauro Baccega, mi duole infinitamente disturbarla da attività certamente più considerevoli, ma se le scrivo, è perché vorrei parlarle di una situazione divenuta ormai insostenibile. Mi chiamo "X", sono nato ad Aosta, ho condotto nel capoluogo della nostra Regione gli studi fino al diploma e ora frequento l'Università presso la facoltà "Y", ma non è per parlarle di me che le ho scritto, bensì per mia sorella. Nata anch'ella ad Aosta, è affetta da paralisi cerebrale infantile, è disabile al 100 percento, ha 23 anni, è una ragazza così piena di vita e solare, eppure non parla, non cammina, non ha coscienza di sé. Fino al diploma è stata seguita da un esercito di persone meravigliose: educatori, insegnanti, psicologi, che l'hanno accompagnata nel suo personale percorso scolastico alimentando in lei la fiamma della vita. È stato meraviglioso vedere quella ragazza così indifesa crescere protetta e stimolata grazie anche, e soprattutto, all'enorme apparato messo a disposizione dall'Assessorato che lei rappresenta, sempre dimostratosi fino ad allora comprensivo e propositivo. Dopo il diploma, purtroppo, tutto è andato in rovina. Da tre anni infatti mia sorella è costretta a rimanere a casa. Ci viene detto che non c'è assolutamente posto in nessuno dei centri per disabili diurni, giusto due pomeriggi a settimana può andare al centro Orchidea. È divenuta spenta, tremendamente nervosa, il medico ha dovuto prescriverle dei psicofarmaci perché si calmasse, ma questi hanno sortito l'effetto opposto.

Le chiedo quindi: è giusto che la nostra società dimentichi gli ultimi per il semplice fatto che non hanno voce per le proprie pretese? Questa ragazza si merita veramente tutto ciò? Ho voluto scrivere direttamente a lei, evitando lettere sui giornali o cose simili, perché il mio obiettivo non è creare problemi a qualcuno, bensì trovare soluzioni per mia sorella. Credo che la persona che meglio potrebbe trovare una soluzione sia lei e per questo le chiedo aiuto. Nella speranza di un riscontro positivo, porgo distinti saluti".

Nella premessa che noi abbiamo scritto a questa interpellanza abbiamo ricordato i sempiterni diritti costituzionali, quelli sanciti agli articoli 2, 3, 24 e 32, che specificano i diritti inviolabili di ogni individuo a prescindere dalle sue condizioni personali e sociali. Come sappiamo bene tutti, se una persona è portatrice di una qualsiasi minorazione che in qualche modo la limita, lo Stato, in questo caso la Regione, deve adottare iniziative volte a rimuovere ogni ostacolo che impedisca l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Abbiamo poi richiamato ovviamente la legge quadro, la n. 104/1992, con le successive modificazioni, quella che sottolinea il perseguimento della dignità umana e della libertà e autonomia della persona disabile, così come la sua piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel mondo del lavoro, nella società in genere. Il recupero funzionale e sociale di una persona con minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali ovviamente va sempre perseguito e ogni forma di emarginazione e di esclusione deve essere eliminata in base al principio delle pari opportunità. Questa legge, inoltre, si applica ai familiari delle persone disabili, agli stranieri, agli apolidi, ai residenti domiciliati o aventi stabile dimora sul territorio nazionale.

Abbiamo poi analizzato con grande interesse la vasta produzione normativa regionale sul tema, la legge regionale del 2000, quella del 2008, poi quella del 2010 e tutta una serie di deliberazioni della Giunta regionale dal 2006 alla più recente, che revoca le precedenti, quella del 26 novembre 2018, lettura molto interessante sui requisiti minimi strutturali e organizzativi per l'autorizzazione dei servizi socio-educativi e socio-assistenziali a favore di persone con disabilità in Valle d'Aosta, la decorrenza è stata il 1° gennaio 2019. È proprio a partire da questa ricca normativa prodotta dalla nostra Regione che noi vogliamo chiederle, Assessore, a che punto sia in primis l'attuazione dei servizi socio-educativi, socio-sanitari e socio-assistenziali a favore di persone con disabilità in Valle d'Aosta, facendo particolare riferimento ai giovani disabili ormai adulti - come il caso di questa ragazza la cui situazione è stata così ben descritta dal fratello, molto preoccupato, dopo un accurato percorso educativo svolto nelle istituzioni scolastiche (che, tra parentesi, ho avuto modo di verificare di persona, non sempre devo dire con lo stesso ottimismo registrato dal generoso autore di questa lettera, in quell'anno in cui ho pure fatto l'insegnante di sostegno) -, che rischiano dopo la scuola di essere abbandonati a loro stessi e alle difficoltà di gestione da parte delle famiglie una volta compiuti i 19 anni.

Nella stessa delibera di Giunta del 26 novembre 2018 si parla in modo dettagliato dell'interessante realizzazione del servizio di educativa territoriale, io le chiedo quali siano i suoi intendimenti circa l'attuazione di questo importante servizio.

In ultimo le chiedo se vi sarà l'effettivo rafforzamento del personale specializzato tramite l'assunzione dei nuovi educatori professionali e degli operatori socio-assistenziali nei quattro CEA (Centri Educativi Assistenziali) di Aosta, Hône e Châtillon e il nuovo centro di Gressan, che è appena stato inaugurato venerdì scorso e che è stato costruito su un terreno donato con un gesto nobilissimo dalla Signora Alina Curtaz in memoria di sua sorella.

Presidente - La parola all'Assessore Baccega.

Baccega (UV) - Collega Pulz, io vorrei tracciare un quadro generale rispetto ai quesiti che lei mi ha posto e poi una riflessione sulla lettera che lei ha letto e che io ho ricevuto.

Attualmente sul territorio regionale ci sono 7 strutture socio-assistenziali di cui 3 diurne e 4 residenziali di diversa intensità rivolte, principalmente, proprio a giovani adulti: il centro diurno di Nus con 8 posti, il centro diurno di Saint-Vincent con 12 posti, il centro agricolo di Ollignan per 18 posti (un semiresidenziale), la comunità protetta a media intensità di Arnad con 15 posti, la comunità protetta a media intensità ad Aosta con 6 posti, il gruppo appartamento disabili per 5 posti sempre ad Aosta, il gruppo appartamento per disabili, secondo appartamento per 6 posti. Sono inoltre attivi: il servizio di accompagnamento, integrazione e assistenza erogato a ore; il servizio acquaticità che consente agli utenti disabili di usufruire di attività in piscina assistiti da personale specializzato in programmi di acquaticità proprio per disabili; il servizio di riabilitazione equestre per i disabili ed è passata la delibera di proroga per la gara per i prossimi tre anni venerdì scorso in Giunta. Poi ancora il servizio di soggiorni estivi per tre turni a partire dal mese di giugno presso località balneari. Sono infine presenti quattro Centri Educativi Assistenziali (CEA) gestiti direttamente dalla Regione per il tramite della Struttura organizzativa dei servizi alla persona, ovvero la Società di Servizi: a Hône, a Châtillon, ad Aosta e, come ha detto lei, recentemente si è inaugurato a Gressan il nuovo CEA. Mi consenta di fare un ringraziamento alla famiglia Curtaz e alla Signora Alina a nome di tutti noi per la fiducia che ha avuto nei confronti dell'Amministrazione regionale donando il terreno e aspettando il lungo percorso di realizzazione della struttura: alla fine ce l'abbiamo fatta.

È operante da gennaio 2018 l'UVMD (Unità di Valutazione Multidimensionale della Disabilità), le cui modalità di funzionamento sono state perfezionate con la delibera n. 170 del 15 febbraio 2019 cui compete l'elaborazione del progetto di vita delle persone adulte con disabilità a partire dalla valutazione di funzionamento. Il piano delle attività dell'UVMD ha previsto per il 2019 l'elaborazione del progetto di vita a favore dei ragazzi con disabilità che hanno concluso il percorso scolastico, proprio al fine di garantire continuità con le esperienze precedenti e un accompagnamento nella costruzione di un idoneo percorso nell'età adulta. All'inizio del 2019 l'UVMD ha comunicato a tutti i ragazzi in uscita da scuola la possibilità di accedere alla valutazione multidimensionale e all'elaborazione di un progetto di vita. Ad oggi hanno aderito 10 persone, 4 sono in attesa di certificazione ai sensi della 104 e oggi potranno partire perché è stato firmato il decreto che certifica la nascita delle nuove commissioni (certificato che è un requisito necessario per l'accesso), mentre 12 di questi non hanno richiesto l'attivazione della commissione. Precisiamo che questi ultimi potranno richiedere la valutazione multidimensionale anche successivamente. Non c'è una scadenza, non c'è un termine. Quando la famiglia lo riterrà opportuno potrà chiedere all'UVMD di avere il servizio.

L'istituzione ha permesso di non bloccare il percorso di presa in carico - come sovente avveniva con il percorso scolastico - andando a contattare tutti i ragazzi con disabilità e monitorando nel tempo il progetto anche attraverso l'attività del responsabile del progetto assistenziale e del referente organizzativo della persona e dei suoi familiari. Il progetto individualizzato può prevedere l'inserimento della persona con disabilità presso le strutture, i servizi e tutte le attività regionali. In caso di domanda superiore all'offerta o di momentanea carenza di posti, l'UVMD dispone apposita graduatoria per l'accesso ai servizi interessati.

L'altro quesito era circa la realizzazione del servizio di educativa territoriale. Nel premettere che, a seguito di approfonditi confronti con le associazioni e con i familiari e gli operatori interessati, la delibera n. 1466 del 26 novembre 2018 verrà rivisitata e aggiornata rispetto a delle esigenze più puntuali emerse in questi mesi. Per quanto concerne i bisogni rilevati dall'UVMD, evidenzio come il rafforzamento dei Centri Educativi Assistenziali - di cui parlerò rispondendo al terzo quesito - consentirà un avvio sperimentale dell'attività di educativa territoriale così come a suo tempo era previsto dalla delibera di gennaio 2018, la quale aveva approvato un primo atto di indirizzo concernente gli interventi e i servizi alle persone con disabilità.

Rispondendo all'ultimo quesito, il 28 giugno la Giunta ha provveduto ad approvare lo schema di contratto di servizio tra la Regione e la Società di servizi relativo all'erogazione del servizio assistenziale educativo agli utenti delle 4 strutture regionali (CEA). Il contratto prevede l'impiego di 12 operatori OSS socio-sanitari e 8 educatori professionali che andranno a integrare i 20 operatori regionali (17 educatori professionali e 3 OSS) attualmente in servizio. Il rafforzamento del servizio consentirà di dare continuità a un servizio essenziale e garantirà nuovi inserimenti rispettando i requisiti organizzativi minimi previsti per i centri diurni, così come stabilito dalla delibera del 26 novembre 2018 n. 1466.

Si è fatto molto, si sta facendo molto. Si può migliorare e vogliamo migliorare: questo è il concetto che vogliamo andare a rimarcare. Abbiamo un'ovvia carenza organizzativa, mancano all'interno del Dipartimento due dirigenti che potrebbero essere nominati - mi auguro - nel 1° agosto, e questo agevolerà anche i passaggi amministrativi che in questo momento ci vedono fortemente in difficoltà.

Per quanto riguarda la lettera che lei ha letto, ci siamo subito attivati. Stiamo lavorando e stiamo cercando di verificare, attraverso anche l'UVMD, quale potrebbe essere il percorso di collocazione per dare una risposta a questa famiglia. Per questi casi, come per il "Dopo di Noi" (che è un altro percorso che stiamo avviando in parallelo), stiamo lavorando per creare delle soluzioni che siano di un certo spessore.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - La ringrazio, Assessore, per la sua articolata risposta, che lascia quindi ben sperare per la ragazza della lettera, la sua famiglia molto preoccupata e tutti i giovani adulti come lei una volta terminato il percorso educativo scolastico, che auspichiamo felice e proficuo per tutti, come lo è stato per la ragazza e la famiglia in questione, nonché per i suoi educatori, che normalmente si prodigano davvero in un lavoro molto impegnativo, come anche gli insegnanti di sostegno, impegnativo da tanti punti di vista e senz'altro sottostimato e sottopagato. Questi ragazzi hanno diritto a continuare la loro vita nel modo più dignitoso possibile, che sempre di più coinvolge le famiglie molto provate da situazioni dalla gestione difficile, nonostante l'enorme affetto che chiaramente i ragazzi disabili sanno regalare a tutti. Facendoci anche aprire gli occhi sul fatto che se la disabilità è sì una condizione oggettiva, l'handicap è soprattutto la condizione data dal nostro sguardo di "normodotati", che relega le persone portatrici di quella diversità, che è sempre ricchezza, anche se non tutti lo vogliono ammettere... dico questo perché nel lontanissimo 2002-2003 ho avuto occasione di partecipare a una borsa di ricerca per insegnanti organizzata dall'Università della Valle d'Aosta in collaborazione con l'IRRE ed era proprio dedicata ai mondi della disabilità e dell'handicap e alle stereotipie della comunicazione su questi concetti. Avevo avuto occasione - lo dico velocemente ma credo sia molto interessante - di approfondire la definizione che l'Organizzazione mondiale della sanità ha dato dei concetti di danno, disabilità e handicap, cioè si diceva: il danno è una perdita di funzione fisiologica o psicologica che può colpire una persona alla nascita o anche in un momento diverso dalla vita, da ciò deriva una disabilità, cioè la riduzione delle sue capacità funzionali rispetto a quelle considerate normali; l'handicap invece è lo svantaggio che deriva sul piano sociale a questa persona che ha una disabilità. In un'ipotetica società che sa accogliere le diversità in tutte le sue forme, esisterebbero sì il danno e la disabilità ma non l'handicap, che quindi - e così chiudo - non riguarda solo la minoranza di cittadini che sono colpiti effettivamente da danno e da disabilità, ma riguarda tutta la popolazione molto da vicino nel suo complesso, che in qualche modo è proprio lei che produce l'handicap.

Speriamo davvero che ci siano soluzioni per questo caso e per tutti i casi dei giovani disabili che hanno finito il percorso scolastico.