Oggetto del Consiglio n. 713 del 13 giugno 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 713/XV - Reiezione di mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali.
Farcoz (Président) - À la présence de 28 conseillers je déclare ouverte la séance, nous sommes en discussion général du point 3.02, qui souhaite intervenir ? La parole au collègue Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Buongiorno a tutti. Cominciamo questa seconda giornata di Consiglio facendo un po' di chiarezza sull'intenzione della mozione presentata, della quale sono primo firmatario. Innanzitutto tengo a comunicare all'aula da dove ho preso i dati, così magari ci chiariamo una volta per tutte.
Questa è la locandina di un convegno svoltosi a Saint-Vincent il 22e 23 febbraio di quest'anno, nel quale si parlava del Piano Nazionale di Cronicità e, per la precisione, di equità e di disuguaglianze. Nell'ambito di questo convegno - piuttosto lungo, a cui hanno partecipato molti dottori dell'U.S.L. piuttosto che persone provenienti da altri ambiti - il dottor Pesenti Compagnoni Massimo, direttore dell'area territoriale A.U.S.L. della Valle d'Aosta presenta questo documento con al suo interno tutta una serie di grafici e di dati - che potete vedere, ad esempio qui - dai quali ho preso i dati della mozione. Giusti o sbagliati questi dati? Bisognerebbe chiederlo a questo punto al dottor Pesenti. Probabilmente ha sbagliato a prendere i dati.
Seconda cosa, molto chiara da dire, è che se avessi voluto fare una mozione politica avrei fatto un'altra cosa, avrei scritto: "Ma si può tenere l'assessore Baccega lì presente dopo che è uscito un articolo sul giornale dove pare, a detta di un'altra persona, che un certo ingegnere Erik Camos di Châtillon... in tre telefonate differenti, fra le quali una con un consigliere regionale - afferma che tale - sto leggendo dal giornale, quindi non me ne vogliate se è sbagliato anche l'articolo! - ...dicevo, questa persona a un certo punto afferma che Camos era stato contattato da Silvano Machet, giardiniere dipendente della Casinò S.p.a., il quale arrabbiato gli aveva raccontato di esser stato avvicinato alcuni giorni prima della scadenza elettorale da Avati, che aveva chiesto senza mezzi termini il voto per sé, per Mauro Baccega e per Augusto Rollandin.
Alla luce di questo articolo, che proviene da alcune intercettazioni, se avessi voluto fare una mozione politica probabilmente avrei scritto questo nella mozione. Invece io mi sono limitato a fare una descrizione dei dati. In aggiunta a questo, vorrei solo precisare una cosa: nel passato in questo Consiglio, quando organizzai il tiro al piccione agli assessori, che allora facevano parte della Rollandin, dichiarai che ci sarebbe stato un tiro al piccione e l'organizzai con tutta l'opposizione. Eravamo tutti d'accordo, tant'è che si dimisero tutti - Si ricorda? Vedo che il collega Viérin è d'accordo con me, perché in effetti andò proprio così - quindi, se volevo farlo, questa volta l'avrei dichiarato tanto quanto l'altra volta, non c'era bisogno d'inventarsi nulla.
Questa invece - come ho spiegato e come continuo a spiegare - è una mozione che riguarda le affermazioni fatte dall'assessore Baccega rispetto al minimizzare la situazione della Sanità.
Tutto questo per dire che cosa? Per dire che, secondo me, se si vuole votare la mozione la si vota; se la non si vuole votare, non la si vota; ma accampare scuse inutili è abbastanza stupido.
Alla fine, qual è il punto nodale del discorso? Il punto nodale è che chi non la vota di fatto sostiene una maggioranza a 17. Che non è una maggioranza. Abbiamo fatto tante discussioni. Spero che questo intervento non rientri nell'ambito dello Charaban. In genere io non faccio interventi molto lunghi. Mi spiace essermi dilungato per quasi cinque minuti e cinquanta e quindi chiedo venia. Però, dicevo, questo approccio, che direi in qualche modo anche tecnico, se non piace non è colpa mia. Io credo invece che i Valdostani, ai quali sempre ci rivolgiamo, dalle risultanze giornalistiche, alla fine di dieci ore di discussione di ieri e chissà quante di oggi, capiranno chi sta di qua e chi sta di là. Poi la possiamo giustificare come vogliamo, però è questa, alla fine, la sintesi estrema.
Con questo io vi ringrazio e vi saluto, per oggi.
Présidente - D'autres ? La parole au collègue Peinetti.
Peinetti (UV) - Buongiorno a tutti. Innanzitutto devo ringraziare il consigliere Cognetta per questa mozione. Lo ringrazio perché ha posto all'attenzione dei problemi che sono dei problemi reali. Non ci sono delle inesattezze, diciamo così, non volute, però credo che qualcosa da dire ci sia. Innanzitutto io mi limiterò a fare delle osservazioni, per quanto possibile, tecniche, senza entrare in dettagli di tipo politico che, in questo momento, sono forse meno interessanti, per quanto mi riguarda. Alcune osservazioni in merito alla mozione: è indubbio che sulle liste di attesa e sui tempi di attesa ci siano delle criticità, questo è innegabile; credo che sia sotto gli occhi di tutti che esistano delle criticità, sia per quanto riguarda le visite sia per quanto riguarda alcuni interventi chirurgici. Sono stati citati ieri dei numeri. Alcuni corrispondono al vero, altri un po' meno. Noi sappiamo quali sono le criticità, credo che siano abbastanza note; per quanto riguarda le visite e le prestazioni diagnostiche sono: la cardiologia - con l'eco cardio soprattutto - più recentemente la psichiatria, la dermatologia - che dopo un periodo virtuoso è ritornata a subire delle problematiche, soprattutto in relazione a una perdita di medici - e la radiologia con alcune prestazioni diagnostiche, soprattutto le ecografie e le TAC. Questi dati son essenzialmente legati a una serie di fattori, non credo legati a una cattiva volontà da parte di qualcuno, ma indubbiamente sono tutti reparti che hanno subito in questi mesi - per tutta una serie di eventi, in alcuni casi anche, purtroppo, imprevedibili e luttuosi - la perdita di professionisti, in particolare di medici, che hanno ridotto in maniera significativa gli organici. Ora fare un concorso nelle strutture pubbliche, come voi sapete, non è cosa semplice, perché porta via dai 5 ai 6 mesi, oggi quelle procedure purtroppo sono veramente molto complesse. Il dato si scontra inoltre con la difficoltà estrema - e poi ci ritorneremo- di trovare degli specialisti, soprattutto in certe discipline. Devo dire che ormai è diventato un problema cronico perché, per una serie di ragioni, soprattutto legate alla carenza di specialisti, e quelli che vengono licenziati dalle scuole di specializzazione riescono a malapena a sopperire alle carenze dei grandi centri urbani, figuriamoci quando noi ci allontaniamo dai centri urbani.
Purtroppo noi non siamo così vicini alle grandi università. Non siamo così, tra virgolette, attrattivi per questo tipo di professionisti. È un problema. Indubbiamente è un problema che fino a sette, otto, nove anni fa non c'era. Non c'era per una serie di ragioni: primo: di specialisti ce n'erano tanti; secondo: era molto più semplice trovare lavoro in Valle d'Aosta che in altri ambiti, per il semplice motivo che molti concorsi in giro per l'Italia erano bloccati, basti pensare al piano di rientro del Piemonte, che ha bloccato per anni i concorsi nei posti pubblici, sia nelle università sia negli ospedali, e questo ha provocato una facilità di trovare professionisti che cercavano lavoro. Allora noi siamo stati attrattivi, soprattutto per il vicino Piemonte, ora, da meno di due anni, il Piemonte ha riaperto i concorsi e questo ha fatto sì che molti specialisti si allocassero nelle sedi più vicine a casa loro.
Un altro dato importante: dove siamo carenti? Siamo carenti negli specialisti, ad esempio, dell'emergenza. Bene, la Regione Veneto ha appena bandito un concorso per 90 posti per i medici delle emergenze: voi potete pensare che 90 posti assorbiranno quasi tutti gli specialisti che usciranno dalle scuole di specializzazione d'Italia. Questa è una criticità enorme che non riguarda solo noi, ma riguarda tuti gli ospedali medio-piccoli d'Italia. Noi siamo un ospedale medio-grande, credo. Un ospedale che ha indubbiamente delle peculiarità e delle grandi potenzialità. Ha anche dei problemi. Abbiamo citato adesso le liste di attesa di alcune specialità ambulatoriali. Che cosa si può fare quindi per superare questa difficoltà? Si tratta di una problematica a livello nazionale, non locale... ieri il consigliere Sammaritani ha giustamente fatto notare come a volte non si faccia il confronto con il resto d'Italia. Bene, lo facciamo. Lo faremo adesso e vedremo i dati che ne deriveranno.
Innanzitutto una delle cose che noi dobbiamo fare è arginare la domanda, perché purtroppo spesso la domanda è inappropriata. Ci sono molti esami, molte visite ambulatoriali che non dico che siano inutili, perché non sono inutili per il paziente che ha un problema o crede di avere un problema, la visita è utile, ma non è il paziente che deve richiedere la visita, ma il suo medico di medicina generale, oppure un altro specialista. Indubbiamente spesso le visite vengono fatte a pazienti che hanno poco bisogno, non dico nulla ma poco, e questo genera un problema perché essi tolgono spazio ad altri che hanno veramente bisogno. Allora che cosa si è cercato di fare in quest'ultimo anno, in questi ultimi periodi? È da circa due anni che si sta lavorando a un progetto - e non è un progetto facile - che è quello dei cosiddetti "raggruppamenti di attesa omogenea", vale a dire un accordo fatto dai medici specialisti dell'ospedale, dai medici delle chirurgie, dai medici delle medicine, insieme ai medici di medicina generale per cercare di regolamentare l'accesso alle prestazioni attraverso il grado di gravità delle diverse patologie; credetemi, non è facile, per niente, perché ognuno pensa di avere la patologia grave, ma sta a noi decidere quali sono quelle che veramente hanno bisogno o meno di una visita in tempi più o meno brevi. Bene, sono state definite - in una serie di lunghe riunioni che si sono svolte durante quasi un intero anno - quattro classi di priorità: quelle dell'urgenza, che devono essere svolte entro 72 ore, quindi prestazioni ambulatoriali entro 72 ore; quelle brevi, entro 10 giorni; quelle differite, che devono essere svolte entro 30 giorni e quelle programmate, che non prevedono un tempo d'attesa proprio perché sono programmate. I parlo per quanto riguarda la mia disciplina. Bene, abbiamo fatto una serie d'incontri molto proficui. Abbiamo valutato la grande disponibilità dei medici di medicina generale a confrontarsi su questo tema, perché loro sono i primi ad avere spesso difficoltà con il paziente che chiede loro la prestazione. Questo ci ha consentito di riuscire a limitare l'accesso ai soli pazienti che veramente ne hanno bisogno; questo non vuol dire che altri pazienti che debbano fare delle visite, anche su loro richiesta, non le faranno, ma che ci metteranno un po' più di tempo.
È stato fatto un grande lavoro sulla pulizia delle agende, soprattutto sulle agende cartacee, quasi completamente eliminate dall'azienda U.S.L., tant'è che oggi si parla solo più di agende elettroniche per il CUP. Molto spesso i dati, anche quelli che sono stati riportati qua dentro, sono trasparenti, sono accessibili e possono essere visti da tutti.
Sono state anche attivate altre misure, tipo la libera professione con onere a carico dell'azienda, il tentativo d'incrementare le figure professionali nelle discipline dove la criticità è più elevata, attraverso meccanismi incentivanti come la libera professione aziendale, come risorse aggiuntive regionali.
Poi c'è anche un altro dato, il ricorso al privato accreditato -non è un tabù, non deve essere un tabù assolutamente - che però è un problema. Vuol dire che il sistema sanitario pubblico ha delle criticità. Anche nel piano nazionale sul contenimento delle liste d'attesa è previsto il ricorso a questa istituzione. È prevista la possibilità di utilizzare il privato accreditato attraverso delle valutazioni che sono molto puntuali. Voglio dire, il pubblico deve in qualche modo controllare l'accesso al privato. Ma perché deve controllare l'accesso al privato? Deve controllarlo perché l'accesso al privato accreditato genere inappropriatezza in maniera notevole. Lo sappiamo tutti. In Piemonte, in gran parte, ma anche in Lombardia - vedremo i dati adesso -visite ambulatoriali e prestazioni diagnostiche vengono svolte dal sistema sanitario privato accreditato e non dal sistema sanitario pubblico. I centri diagnostici pullulano nelle regioni, la Lombardia in modo particolare ha un ricorso al privato accreditato che supera il 40%. Sono dati importanti. Questo non vuol dire che dobbiamo demonizzare il privato accreditato, anzi va regolamentato. Va regolamentato per una serie di ragioni, perché ingenerare inappropriatezza crea ulteriori aspettative nei pazienti, crea ulteriore lungaggine sulle liste d'attesa, soprattutto per quanto riguarda le liste d'attesa chirurgiche, anche qui per interventi inappropriati. Non crediate che non esistano interventi inappropriati, esistono e spesso il sistema sanitario nazionale se ne fa carico, perché gli interventi fatti dal privato accreditato vengono rimborsati, vengono pagati dal sistema sanitario nazionale. Sono gratuiti per il paziente, ma non sono gratuiti per il sistema sanitario nazionale.
Poi un altro aspetto che vorrei affrontare è che il paziente che ha un problema serio - o che il medico di medicina generale giudica serio - viene visto in tempi non accettabili, entro 72 ore! Cioè, il nostro ospedale per qualsiasi reparto, parlo dei reparti chirurgici ma anche dei reparti medici, ha attivato gli ambulatori dell'urgenza differita: i pazienti vengono visitati, viene fatta loro la prestazione diagnostica entro 72 ore.
Sono in debito di una risposta al consigliere Sammaritani, che giustamente ha snocciolato una serie di dati anche interessanti; ho apprezzato molto l'intervento che ha fatto, perché pone sul tavolo dei problemi. I problemi ci sono, non è che si devono nascondere sotto il tappeto. Non si tratta di vedere chi sia più o meno responsabile, ma di risolvere i problemi. Lo studio sulla lista d'attesa più accreditato in assoluto a livello nazionale è quello che è stato prodotto da Crea Sanità, che è il consorzio dell'Università per la ricerca economica applicata promosso dall'Università di Tor Vergata, dalla federazione italiana di medici di medicina generale e dalla Cgil funzione pubblica. Questo studio del 2017, quindi relativamente recente, è stato condotto su 4 regioni scelte sia per la rappresentatività geografica sia per l'elevato campione numerico, perché la statistica, ahimè, è una scienza molto bizzarra che risente molto sia dei grandi sia dei piccoli numeri. Quando ci sono piccoli numeri le varie azioni spesso possono variare significativamente da un anno all'altro, e questo succede nella nostra regione. Bene, su queste 4 regioni - la Lombardia, il Veneto, il Lazio e la Campania, sono stati scelti nord-ovest, nord-est, Centro e Sud - credo che i numeri non siano un problema, perché rappresentano circa 26 milioni di abitanti, il 50% della popolazione italiana. L'analisi ha riguardato 356 strutture sanitarie, fra pubblico e privato, e sono state prese in considerazione 11 prestazioni sanitarie ritenute indicative, quelle che sono rappresentative di un certo tipo di attesa: le visite ortopediche, le visite oculistiche, l'eco-doppler venoso, la colonscopia, la gastroscopia, l'elettromiografia, la rx articolare, la spirometria, la visita pneumologica, la coronarografia, l'eco della tiroide e l'ecocardiogramma. Bene, questi dati dimostrano che, rispetto a queste quattro regioni, la Valle d'Aosta su 9 indicatori ha tempi d'attesa minori. Per l'ortopedia sono 34 su 55, 27 per l'oculistica e così via. Dati che possiamo fornire, non è un problema, vi fornisco anche il testo su cui sono riportati. Siamo invece in negativo sull'eco della tiroide e sull'ecocardio: abbiamo i dati peggiori del resto d'Italia.
Però questo dato non tiene conto delle visite svolte nel privato accreditato, vale a dire la Lombardia, per citare una di queste quattro regioni... perché uno dice: "va bene, c'è anche la Campania, che probabilmente ha trascinato verso il basso il dato numerico negativo". No, non è così. La Lombardia, che ha dei dati prettamente peggiori di quelli della Valle d'Aosta, fa un ampio ricorso al privato accreditato e questi dati in Lombardia sono peggiori dei nostri; se non ci fosse il privato accreditato, in Lombardia i dati sarebbero decisamente disastrosi. Noi in Valle d'Aosta per il privato accreditato abbiamo la quota pro capite più bassa d'Italia. Facciamo ricorso sia per le visite ma soprattutto per le prestazioni diagnostiche - essenzialmente direi per le prestazioni diagnostiche - al privato accreditato in maniera marginale. Forse è un errore, forse bisognerà correggerlo, forse bisognerà aumentare, non lo so, ma queste sono scelte che non posso fare io! Però questo fatto genera inappropriatezza. L'inappropriatezza costa un sacco di soldi. Se vogliamo essere seri vuol dire che molto si può fare. Sicuramente sulla lista d'attesa delle visite negli ambulatori si può migliorare molto. Molto è stato fatto, ma molto deve ancora essere fatto.
Le attese chirurgiche: questo è un altro dato interessante. Andiamo a prendere tutti i reparti chirurgici dell'ospedale e vediamo che l'ortopedia, la chirurgia toracica, la chirurgia vascolare, l'urologia, la neurochirurgia e l'oculistica hanno tempi di attesa che rientrano nelle classi di priorità per qualsiasi tipo di patologia. Faccio una premessa: la chirurgia oncologica e gli interventi per patologie maggiori non hanno mai sforato i tempi d'attesa.
Anche qua ci sono le criticità, sono state citate ieri dal primo firmatario della mozione... Ad esempio le tonsillectomie. Le tonsillectomie sono un problema soprattutto perché subiscono delle variazioni stagionali, nella stragrande maggioranza dei casi sono bambini, ovviamente, che vengono trattati in particolar modo durante le vacanze per motivi legati a esigenze familiari, quasi sempre, e quindi i tempi d'attesa sono tempi di attesa tra virgolette. Ci sono, certo che ci sono. Non è che non ci siano, ma sono tempi di attesa che rientrano nelle classi di priorità C e D, che sono quelle a 180 e a 360 giorni.
Quando si riesce a trovare una soluzione - ad esempio il professionista - immediatamente, nel giro di pochi mesi, si pone rimedio in qualche modo alle criticità: c'è stata di recente la nomina del direttore in struttura complessa dell'otorinolaringoiatria: è arrivato da pochi mesi e si sta già dando una grande riordinata alle liste d'attesa.
Io prima di sedermi qui in Consiglio avevo fatto proprio una riunione Dipartimento su questo tema e si era visto come si era rientrati... per quanto riguarda le patologie oncologiche e gli interventi maggiori il problema non esiste e le tonsillectomie sono tutte rientrate nelle classi C e D.
La seconda situazione abbastanza critica è quella della chirurgia generale. La chirurgia generale ha due problemi, anzi tre: la colecistectomia, gli interventi protologici e il trattamento dell'ernia laparocele. Anche qui bisogna fare una premessa: gli interventi salvavita oncologici e quelli di altre patologie gravi di chirurgia generale vengono fatti entro 30 giorni, sono tutti in classe A. Nessuno sfora la classe A. Dove si sfora per questi esami? Si sfora per queste altre patologie: colecistectomia, interventi protologici e ernia laparocele. Per quanto riguarda quest'ultima patologia, in particolar modo l'ernia laparocele, si è fatto un grande lavoro sia per quanto attiene all'aumento del numero dei casi trattati, soprattutto in Day surgery, e vi posso assicurare che non è tanto gradita dai pazienti, perché non è che accettino così volentieri di farsi operare di ernia in one day surgery. Cioè il paziente entra al mattino e il pomeriggio va a casa. È un modo per cercare di snellire la lista d'attesa, perché se tu li devi ricoverare il problema diventa più complicato, quindi abbiamo aumentato in maniera significativa il numero degli interventi fatti in Day surgery rispetto agli interventi fatti in ricovero ordinario.
L'altro aspetto è stato quello della pulizia delle liste. Sono state riviste, abbiamo richiamato centinaia di pazienti per i quali è stata rivista l'indicazione. I pazienti sono stati trattati con terapia medica di tipo conservativo; questo ha consentito di valutare che in alcuni casi l'indicazione chirurgica magari era eccessiva, quindi siamo riusciti a ridurre questo tipo d'intervento.
Le ernie non è che siano sempre uguali. Non sono tutte uguali. Non è che si può dire: per l'ernia aspetta 360 giorni. Quando l'ernia si complica, anche solo con il dolore, non necessariamente perché diventa un'ernia strozzata, ma se si complica perché dal punto di vista clinico il paziente riferisce un dolore maggiore, bene, questo paziente viene operato entro 72 ore, al massimo entro una settimana. Il problema riguarda le colecistectomie e gli interventi proctologici abbiamo detto, che sono classificati per la stragrande maggioranza in classe C e D...
Presidente - Collega, se vuole può prendere il tempo per il secondo intervento.
Peinetti (UV) - Sì, va bene. Che cosa possiamo fare, quindi, per migliorare queste cose? Ieri il collega Restano ha detto che bisogna aumentare il numero degli interventi. Ha ragione, bisogna aumentare il numero degli interventi, è vero. Nel 2017 ne abbiamo fatti 9744 di interventi. Nel 2018 ne abbiamo fatti 11294. Abbiamo aumentato di 1500 il numero degli interventi e crediamo che si possano aumentare, ulteriormente, con le sale lunghe 08:00 - 20:00, lavorando il sabato mattina, facendo tutto quello che si può fare; questo nel rispetto ovviamente dei contratti di lavoro, perché non è che possiamo prendere il personale medico e infermieristico, OSS eccetera e schiavizzarli perché dobbiamo... Non si può fare, è illegale. Dobbiamo sicuramente attingere ad altre iniziative: la libera professione aziendale e le risorse aggiuntive regionali. Credo che su questo tema sia in atto un dibattito fra sindacati e l'assessorato.
Sarò molto più breve - e prenderò adesso ancora 10 minuti - sulla speranza di vita e sulla mortalità evitabile. I dati sono tratti dal rapporto annuale "Mortalità evitabile (con intelligenza), si chiama così, non lo invento io. La mortalità evitabile è quella mortalità calcolata sui decessi fra 0 e 74 anni. Si misura in giorni di vita perduti, quindi più il valore è basso, più è un indicatore positivo del funzionamento del sistema sanitario regionale, in questo caso, o nazionale che dir si voglia. Bene, la mortalità evitabile è composta di due componenti, quella prevenibile e quella trattabile. Quella prevenibile è legata alla correzione degli stili di vita, cioè all'alcol, al fumo, alla sedentarietà, all'obesità e così via; su questo ha ragione il consigliere Sammaritani: noi non siamo messi bene in classifica a livello nazionale. Mentre invece siamo messi bene su quella trattabile, quando il paziente viene preso in carico dal sistema sanitario regionale... questi sono dati pubblicati sul Mev, immagino che lui li abbia presi da lì. La mortalità trattabile è al di sotto della media nazionale, questo cosa significa? Se noi vogliamo essere molto banali, significa che il sistema sanitario regionale risponde in maniera corretta quando il paziente viene preso in carico. Il problema lo abbiamo prima di quando venga preso in carico.
Due parole sulla speranza di vita. È stata presa una cantonata terrificante, ma credo che lo abbiate già detto ampiamente ieri, non è che debba ripeterlo io. È stato un errore, tutti sbagliamo. Indubbiamente l'età media non è 65 anni, perché penso che forse neanche all'inizio del novecento 65 anni fosse l'età media in Valle d'Aosta. L'età media in Valle d'Aosta è di 80,1 anni per i maschi e di 84,8 per le femmine. Però vi è un altro dato interessante - pubblicato sull'Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità e sul livello d'istruzione - a cui bisognerebbe secondo me dedicare non dico un Consiglio ma comunque delle riunioni, che evidenzia che la mortalità spesso è influenzata dal livello d'istruzione. In Valle d'Aosta, dove il livello di istruzione è alto si ha una delle mortalità più basse in Italia, vale a dire che, rispetto alle altre regioni, da noi le persone che hanno una scolarizzazione elevata vivono molto di più; più il livello di scolarizzazione si abbassa, più l'età media si riduce. Se andiamo a vedere questo dato e poi lo confrontiamo con la speranza di vita di 65 anni, che immagino che sia quello che ha generato la confusione, noi vediamo che cosa? Che nei maschi, partendo dai 65 anni, eliminando le mortalità fino a 65 anni - spesso legata a eventi imprevedibili: incidenti stradali e quant'altro - abbiamo una delle medie migliori d'Italia perché raggiungiamo l'83,4 nei maschi e l'87 nelle femmine, 87, un dato impressionante.
Al termine di questi esercizi statistici io vorrei segnalare un fatto e l'ho già anche detto prima, che i numeri statistici in Valle d'Aosta spesso sono un po' pericolosi. Io ebbi modo di confrontarmi su questi dati con Pesenti - che prima è stato citato da Cognetta - e trovo che sia pericoloso buttare dei dati così nella nostra regione, perché rischiamo di generare dei pazienti, delle false informazioni. I dati statistici devono essere presi con le pinze.
L'ultima cosa, e poi chiudo, perché se no ce ne sarebbero ancora da dire troppe - e penso che mi brucerò anche il tempo - è sulle infezioni. La Valle d'Aosta detiene il record italiano d'infezioni dopo intervento chirurgico, un 500 casi Non è vero! Questo è falso! Il dato deriva probabilmente da un'errata interpretazione di una tabella che è stata presentata, ma che è stato detto che era errata - quindi mi fa strano che chi abbia fornito questo dato non abbia segnalato che era stato detto che era errata - dove si parla d'indicatori di rischio clinico in ambito ospedaliero. Questo dato è riportato sulla tabella 4.5, a pagina 217. L'indicatore proposto è evidentemente scorretto per alcune ragioni molto semplici - e poi chiudo - perché per infezioni post chirurgiche s'intende l'infezione del sito chirurgico, non la sepsi, che è un codice 99591 - non vi tedio su questo - che riconosce invece tutte altre cause rispetto all'infezione e non è riconducibile all'intervento chirurgico; così come non è riconducibile all'intervento chirurgico nemmeno il cosiddetto shock settico e tantomeno lo shock ipovolemico. Purtroppo chi ha fornito questi dati lo ha fatto erroneamente, per un eccesso di zelo, ma questi dati non sono riconducibili all'infezione! I dati ospedalieri sono totalmente diversi. All'ospedale di Aosta l'incidenza delle infezioni della ferita chirurgica è misurata annualmente attraverso la metodologia SNICh, che è un protocollo nazionale. Ebbene, da questo protocollo nazionale - anche qui abbiamo la copia, ve la posso fornire - si vede come l'incidenza delle infezioni del sito chirurgico sia più bassa che nel resto d'Italia. Questo dato quindi, mi permetto di dire, sarebbe giusto correggerlo, perché non è giusto creare degli allarmismi fra la gente. I problemi ci sono, vanno affrontati, ma non creiamo allarmismi!
Un ultimo dato, sulla prevalenza delle infezioni ospedaliere. All'ospedale di Aosta la prevalenza che è stata misurata a ottobre 2018 è in calo per il terzo anno consecutivo ed è risultata pari al 4,3%, mentre la media nazionale è dell'8%. Questi sono dati ufficiali della direzione medica di presidio, non sono dati...
Chiudo - mi mancano due minuti - sulla mobilità... anche ieri - credo il collega Restano o non so più chi, forse Ferrero, non ricordo - qualcuno ha detto che noi abbiamo sempre più pazienti che vanno a farsi curare via. I dati non sono veri. Dal 2013 al 2018 il saldo di mobilità era 13 milioni circa nel 2013 ed è 7 milioni nel 2017. Nel 2018, anche per una serie di aggiustamenti contabili, il dato è intorno ai 2 milioni di euro di passività. Abbiamo risparmiato 10 milioni di euro in questi anni sulla mobilità attiva. Cosa vuol dire? Che abbiamo aumentato la mobilità attiva. Abbiamo 1134 pazienti che nel 2018 si sono rivolti al nostro servizio sanitario regionale, di cui 750 circa provenienti dal vicino Piemonte.
Credo di aver concluso. Mi manca un minuto e trentasei. L'ultimo punto era sull'inadeguatezza dell'apparecchiatura medicale diagnostica, ma credo che questo meriterebbe un Consiglio regionale a parte. Abbiamo speso negli ultimi 9 anni qualcosa come 40 milioni di euro, distribuiti per il 60% alla radiologia e per il 40% al resto dell'ospedale. Ma questo è normale, perché la radiologia assorbe gran parte delle risorse, visto che ci sono grandi attrezzature elettromedicali eccetera eccetera. Però 40 milioni di euro non è che siano noccioline; sono stati investiti nella nuova unità coronarica, negli ecografi, nell'attrezzatura per endoscopia digestiva, nella nuova endoscopia digestiva, nell'adeguamento dell'attrezzatura per l'oculistica, la nuova oculistica, nella chirurgia robotica, nelle nuove sale operatorie, nell'attrezzatura per le sale operatorie e quant'altro. Credo che il lavoro sia stato fatto egregiamente un po' da tutti. Non è che non sia stato fatto.
Ribadisco, i problemi ci sono. Ringrazio chi ha firmato questa mozione, anche negli errori che ha fatto: non fa niente, ogni tanto la fretta induce a questo tipo di situazioni. Però questo discorso va affrontato e bisogna lavorare seriamente, tutti quanti assieme.
Président - La parole à la collègue Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Partiamo prima da delle considerazioni di ordine politico e poi andiamo sul tecnico in relazione, appunto, a questa mozione. Considerazione di ordine politico: abbiamo assistito ieri a una situazione surreale in cui sostanzialmente tutti i membri della minoranza che stanno dall'altra parte si sono dimenticati di essere in minoranza, terrorizzati all'idea che possa passare questa mozione e che quindi si possa sostanzialmente tornare tutti a casa; di conseguenza abbiamo visto i più strenui difensori dell'assessore Baccega proprio nei membri della minoranza. Le motivazioni addotte sono state sostanzialmente: "Ma come, poverino, è lì da sei mesi, non può certo risolvere i problemi enormi della Sanità". Sui problemi enormi della sanità, i dati portati e rappresentati sono dati ufficiali, incontestabili e per quanto al collega Peinetti non piacciano le statistiche, grazie alle statistiche si deve costruire la buona amministrazione in tutti i campi. Ma sappiamo già che anche sul discorso dei carichi di lavoro e quant'altro i numeri non devono venire fuori, perché quando vengono fuori sono impietosi.
Di fatto abbiamo la peggiore sanità ed è la sanità che costa di più in Italia. Il dato è incontrovertibile. Possiamo girare sul discorso quanto vogliamo, possiamo dire che i dati siano sbagliati, tutto quello che si vuole, però di fatto la situazione è questa. Non per niente dall'ospedale di Aosta c'è una fuga senza precedenti di tutti gli operatori della sanità. Siccome questa opposizione dice: "in sei mesi non poteva fare niente", allora ricordo ai membri dell'opposizione che quando noi eravamo al governo tutto il fuoco di fila nei nostri confronti era legato al fatto: "ma come, siete lì e non avete risolto tutti i problemi?" Problemi, sostanzialmente, che voi dell'attuale maggioranza avete creato in decenni e decenni di governo, perché siete lì dall'alba dei tempi e chiedevate a noi di risolvere con la bacchetta magica tutti i grossi problemi. Peccato che se la sanità oggi... Una volta la sanità era il fiore all'occhiello della Valle d'Aosta, negli ultimi anni, da un bel po' di tempo a questa parte, è iniziato un declino che ha portato sostanzialmente alla catastrofe.
Allora, membri della minoranza, vi ricordo che seduti ai banchi della Giunta ci sono sostanzialmente tutti gli assessori che hanno ricoperto l'assessorato alla sanità negli ultimi decenni, quindi qualche responsabilità lì dentro c'è, e non solo, abbiamo nei banchi della maggioranza anche chi è ai vertici della direzione amministrativa, che quindi enormi responsabilità in questo senso evidentemente ce l'ha. Quindi in quest'aula ce li abbiamo tutti, però per voi non è un problema mandarli a casa, perché sostanzialmente, anche se si parla di sanità e quindi si parla della vita dei Valdostani, per voi è più importante stare seduti su quella poltrona e non mettere a rischio questo meraviglioso governo regionale che non ha neanche l'appoggio del popolo, ma anche quello non è un problema per voi.
Finché si parla di ferrovia, di aeroporto, di tutti gli altri disastri della Valle d'Aosta si parla di questioni economiche, ma quando si parla della salute dei Valdostani... e vi ricordo che in quell'ospedale transitano anche i vostri mariti, le vostre mogli, i vostri figli, i vostri genitori! Quindi avete delle grosse responsabilità nel non mandare a casa tutti questi.
Un ultimo dato: visto e considerato che il consigliere Restano ieri aveva detto che sostanzialmente questo governo - io non lo sapevo - ha prodotto lo stesso numero d'iniziative che avevamo prodotto noi nello stesso periodo, ricordo che noi avevamo perso la maggioranza immediatamente perché avevamo toccato il dossier Casinò e quindi è iniziata una guerra senza esclusione di colpi, voi invece avete tutta la tranquillità per poter lavorare perché sostanzialmente avete perso solo ieri la maggioranza. Quindi sostanzialmente in questo rapporto idilliaco in cui siete tutti insieme e andate d'amore e d'accordo, tanto che vi siete proprio riuniti insieme, avreste potuto lavorare tranquillamente, ma non state facendo niente!
Andiamo nello specifico, invece, di quello che c'è da dire direttamente all'assessore Baccega. Siccome i problemi nascono ovviamente dal vertice, vi ricordo che al vertice della sanità abbiamo un commissario, un commissario che chiaramente era stato assunto senza valutazione comparativa, il cui incarico scadrà nel momento in cui nominerete il vertice; nel frattempo però c'è stata una sentenza e voi non l'avete ottemperata: lasciate lì il commissario come se nulla fosse, facendo sì sostanzialmente che partano anche delle azioni nei confronti della Regione, di chi ha la legittima aspettativa di essere, sulla base della sentenza, reintegrato in quell'incarico. Quindi si fa finta di niente. Rimane lì un commissario dopo che nel frattempo c'è stata una sentenza. Nella vostra gestione della sanità e di tutto il comparto che cosa avete fatto? Sempre nell'ottica - sappiamo benissimo quali sono le ragioni - di mettere da parte le persone che per voi possono essere scomode, avete diviso il dipartimento sanità da quello di politiche sociali. Una scelta veramente scellerata. Non solo. Avete conferito l'incarico a un dirigente in prossimità della pensione. Non si può fare. Ci sono delle circolari del Ministero applicative della riforma Fornero 2014-2015 che contrastano, appunto, questi avanzamenti in carriera in prossimità della pensione, perché creano un danno erariale. Ma poco conta, le vostre logiche sono sempre quelle di cercare di evitare che ci siano dirigenti che a voi possano stare scomodi.
Allora mi rivolgo alla collega Certan. Le ricordo che, correttamente, perché è un lavoro che abbiamo fatto insieme e il merito è suo, perché all'epoca era lei l'assessore alla sanità e, insieme, come Giunta, avevamo approvato la riforma dei voucher nidi, che era una riforma assolutamente importante e in cui abbiamo creduto molto. Sarebbe stata una riforma importantissima per tutti i bambini, quindi per le famiglie a monte, poter scegliere in quale nido andare. Questa riforma è passata, l'abbiamo fatta passare in Consiglio, sono state fatte le delibere... morto tutto. Di punto in bianco con l'assessore Baccega è tutto fermo e dei voucher nidi non ne sappiamo più niente.
Incarico al veterinario regionale: sempre con l'assessore Certan avevamo discusso varie volte e giustamente, e su questo andavamo perfettamente d'accordo, si diceva: "bisogna fare un avviso pubblico, un concorso, qualcosa e poi vincerà il migliore, quello con più titoli, ma evitiamo di dare un incarico diretto". È arrivato lei, assessore Baccega, e siamo tornati ai vecchi metodi. Sull'integrazione sociosanitaria, soprattutto l'assistenza sanitaria ai disabili, quindi l'accesso agevolato alle strutture ospedaliere, non avete fatto... assolutamente di nuovo tutto fermo. Ma la cosa più preoccupante è che non dite più niente. Non abbiamo più saputo niente in tutti questi sei mesi. Il nuovo ospedale? Lo state facendo? Che intenzioni avete? Tutto tace. Il piano sociosanitario? Avete inaugurato la sala ibrida. Prima o poi... Prima o poi. Quel fascicolo, quel dossier... Come sono stati spesi i soldi dei Valdostani? A cosa sono serviti? Finirà, spero, all'attenzione della magistratura. Io me lo auguro, perché è un ulteriore scandalo valdostano. Lo sappiamo tutti, sappiamo le dinamiche, le logiche che hanno portato a certe scelte scellerate. Poi tutti i dati su come venga utilizzata questa sala ibrida e soprattutto su tutti i problemi che questo sta ingenerando nei pazienti piano piano verranno fuori. Tutti i nodi verranno al pettine.
Il bilancio dell'U.S.L. è in perdita. Quindi non vengono dati i servizi. Allora dove sono tutti i soldi? Come vengono spesi questi soldi? Nello scorso Consiglio avevo evidenziato un'altra oscenità, cioè quando il commissario Pescarmona aveva fatto una bella conferenza e tutto orgoglioso aveva detto: "Abbiamo sospeso per due anni tutta l'analisi dei carichi di lavoro". Ma come? È una cosa allucinante. A prescindere dal fatto che in qualsiasi azienda... a parte che è un obbligo di legge, ma, al di là di questo, in qualsiasi azienda per poter decidere le scelte strategiche bisogna sapere i carichi di lavoro. Bisogna fare delle analisi oggettive, ma sappiamo benissimo che all'ospedale di Aosta questi dati danno fastidio, perché quando l'ospedale viene gestito come un potentato, i potentati si possono giustificare e mantenere finché non ci sono i dati oggettivi. Nel momento in cui vengono fuori i dati oggettivi, i problemi saltano fuori. E, sempre, assessore Certan, era stata lei, è suo merito. La copertura dei medici del 118 a Saint-Vincent e Donnas. Dov'è finito tutto questo? Sappiamo del trasferimento dell'RSA a Variney. È stata veramente una scelta fatta per l'utilità della collettività o per coprire qualcos'altro? E sappiamo benissimo, non entriamo nel merito, è già stato oggetto d'iniziativa. E poi, attenzione, è aumentato, invece che diminuito, il ricorso alle società di servizi. Questo è un problema gravissimo, da Corte dei Conti. Bisognava diminuire... Bisognava far fronte a questo problema, invece il problema sta aumentando. Ma visto che il collega Cognetta ha correttamente citato questo articolo, io questo articolo lo vorrei leggere... l'articolo di giornale sempre su di lei, assessore Baccega. Io voglio togliermi la soddisfazione di leggere la parte più importante per chi non avesse avuto il piacere di leggerlo. C'è scritto: "Camos era stato contattato da Silvano Machet, giardiniere dipendente della Casino S.p.a., il quale arrabbiato gli aveva raccontato di essere stato avvicinato alcuni giorni prima della scadenza elettorale da Avati, che gli aveva chiesto senza mezzi termini il voto per sé, per Mauro Baccega e per Augusto Rollandin. Una gaffe: Avati ignorava evidentemente che Silvano è zio dell'ex sindaco di Torgnon Cristina Machet, anch'essa candidata nella lista UV. Ai suoi interlocutori prima e ai Carabinieri poi (anche se in questo caso con qualche lacuna di memoria), Camos aveva riferito che Avati aveva minacciato di scrivere su un'agenda, una sorta di "libro nero", i nomi di chi si rifiutava di votare la terna. "Lo sai cos'ha combinato il nostro amico Mimmo Avati? - aveva detto Camos nelle telefonate intercettate - sta convocando nel suo ufficio tutti i dipendenti del Casinò per dargli la terna: lui, Augusto e Baccega e dice che chi non la vota lo segna su un elenco e poi verrà punito al Casinò". Stupore e incredulità negli interlocutori dell'ingegnere perché questa 'metodologia' di controllo del voto era nuova anche a loro. "Ma questo è da denuncia, bisogna denunciarlo", aveva anzi replicato la donna unionista palesemente indignata".
Io chiedo ai paladini della legalità - quelli che hanno passato tutto e hanno fatto la loro fortuna politica sulla legalità, continuate a parlare come se nulla fosse, ma guardiamoci negli occhi - questo per voi non è un problema? Come mai non diventa un problema oggi? Cosa c'entra?! Ah! Non è un problema! E non è un problema che l'Assessore che stiamo sfiduciando sia oggetto di queste intercettazioni?! No, non è un problema se la terna... Non è un problema, ma lo sappiamo!
I problemi chiaramente sorgono nel momento in cui c'è il rischio di tornare a elezioni. Per cui la legalità e tutto il resto si possono mettere da parte. Per voi non è un problema, ne prendiamo atto, ma ne prenderanno atto anche i Valdostani dei vostri cambiamenti di linea e di quanto... Ha ragione, bisogna assolutamente rifare per l'ennesima volta la legge elettorale, questo è più importante di tutto il resto, la legalità, la sanità, la salute dei cittadini. Non ha importanza assolutamente nulla, perché lei giustamente combatte - insieme al suo collega e anche agli altri paladini dell'assessore Baccega - per il bene dei Valdostani. Per il bene dei Valdostani bisogna dare stabilità. Ci credono tutti. Lei esca da qua e chieda ai Valdostani: "Ci credete in tutto questo?". Vedrà che sicuramente le diranno: "Bravi, andate avanti così, crediamo in voi". Complimenti!
Presidente - La parola all'assessore Baccega per fatto personale. Poi chiedo a tutti coloro che intervengono in aula di attenersi all'argomento in oggetto. Prego, Assessore.
Baccega (UV) -. Ovviamente il mio intervento sul tema della mozione sarà fatto alla fine della discussione generale. Intervengo per fatto personale perché la signora Spelgatti ha appena detto che io sono stato oggetto d'intercettazioni su quel caso, Avati-Camos. Questo non è corretto. Non sono neanche mai stato sentito dagli ordini della Procura su questo caso. So che c'è un provvedimento in corso e sarebbe opportuno e di buon gusto, signora Spelgatti, su questi argomenti stare zitti fino a che non si arriva a una sentenza. Ma io non sono mai stato coinvolto. Se sono citato negli articoli di giornale è altra cosa. Comunque su queste cose valuteremo che cosa fare dal punto di vista legale e come difendere le posizioni personali.
Presidente - Collega Spelgatti, per il secondo intervento, perché il fatto personale... non l'ha citata. Secondo intervento. Prego.
Spelgatti (LEGA VDA) - Le rispondo subito, collega Baccega. Nel discorso ho sbagliato nel momento in cui ho detto: "È stato oggetto d'intercettazioni". Volevo dire che il suo nome è rientrato in queste intercettazioni. Quindi su questo le chiedo assolutamente scusa, perché ho sbagliato io, ma si capiva dal discorso, perché io ho letto. È chiaro che è stato un errore, però ho letto l'articolo e quindi il suo nome è rientrato in queste intercettazioni. Sicuramente per questo le chiedo scusa perché è stato un errore... non l'ho spiegato bene nel discorso, però si capiva perfettamente da quello che avevo detto prima. Comunque per questo le chiedo assolutamente scusa.
Presidente - La parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - Buongiorno a tutti. Siamo davanti a una mozione di sfiducia proposta dai colleghi della Lega e di Mouv' nei confronti dell'assessore alla sanità, salute e politiche sociali Mauro Baccega. Nel testo della mozione in realtà mi aspettavo di trovare osservazioni puntuali sull'operato di questi mesi del collega Baccega: che ne so, qualcosa sul piano sociosanitario che non era andato bene, un riferimento all'ospedale o la questione della raccolta dati. In realtà, invece, nella mozione troviamo una serie di premesse sui vari aspetti del nostro sistema sociosanitario che certamente non funzionano e che condividiamo, ma che però non credo siano legati in una relazione di causa-effetto con l'oggetto della mozione. Ci sono osservazioni su problematiche sanitarie altamente critiche della nostra regione, di cui ha parlato bene il collega Peinetti. Non ho trovato nell'oggetto della mozione però nessuna osservazione sulla seconda parte del suo assessorato, le politiche sociali: in realtà sicuramente questo settore ha delle importanti criticità. Per affrontare questa mozione volevo fare con voi una rapidissima analisi di come sono strutturati l'assessorato che afferisce al collega Baccega e l'azienda U.S.L., perché ci aiuta a capire la cornice della situazione sociosanitaria che c'è in Valle d'Aosta e che incide assolutamente su come un assessore può lavorare. Lo sapete tutti, l'assessorato è diviso in due parti: un Dipartimento di sanità e salute con un coordinatore e quattro dirigenti e il Dipartimento di politiche sociali con un coordinatore e tre dirigenti. L'azienda U.S.L. ha un organico di 2150 persone e ha il compito di garantire adeguati e uniformi livelli di assistenza ai circa 128.000 cittadini dei nostri 74 comuni. L'azienda è divisa in quattro aree, una direzione strategica che svolge compiti di pianificazione strategica, controllo, controllo direzionale e controllo del budget, in cui operano il direttore generale dottor Pescarmona, il direttore amministrativo dottor Ottonello e il direttore sanitario Dottor Nebiolo. Abbiamo un presidio ospedaliero articolato in tre strutture: il Parini, l'ospedale Beauregard e la sede di Via Saint-Martin-de-Corléans, per un totale di 450 posti letto. Abbiamo una direzione area territoriale che si occupa dei 4 distretti sociosanitari e l'area di prevenzione che provvede all'attuazione del Piano regionale di prevenzione per la nostra regione.
Quali sono i problemi rilevanti del nostro sistema sanitario regionale? Condividiamo certamente tutti quanti che l'obiettivo di primaria importanza del nostro sistema sanitario regionale è assicurare a ogni cittadino prestazioni sanitarie adeguate ai problemi clinici presentati, nel rispetto del diritto della persona alla tutela della salute e del principio di equità nell'accesso alle prestazioni. Abbiamo il problema di attesa lunga, non dico niente, ne hanno già parlato assolutamente i colleghi in precedenza. Abbiamo il problema della fuga e della mancanza dei medici. Aggiungerei che abbiamo il problema dei LEA, perché dobbiamo capire se, alla fine, la nostra Regione questa lista riesca a sostenerla a livello economico. Abbiamo il problema importante dell'integrazione sociosanitaria e il problema della medicina del territorio, soprattutto a fronte del moltiplicarsi delle malattie croniche correlate al progressivo invecchiamento della popolazione. Dobbiamo trovare soluzioni incisive volte a eliminare sprechi e inefficienza. In tale ottica, riteniamo che sia importante rescindere il legame tra politica e sanità, che rappresenta un primo importante passo in avanti.
Vorrei fare un accenno alla questione delle prestazioni erogate in regime libero-professionale in favore dell'azienda, che costituiscono un possibile strumento per il governo delle liste e il contenimento dei tempi di attesa; però ovviamente questa libera professione è concordata con i professionisti ed è sostenuta economicamente dall'azienda, quindi riservando al cittadino solo l'eventuale partecipazione al costo o l'esenzione del ticket. L'azienda U.S.L. secondo noi ha l'obbligo di garantire l'equilibrato rapporto fra l'attività libera professionale e le prestazioni rese istituzionalmente. Sappiamo che l'azienda U.S.L. ha attivato convenzioni con l'Irv e con Technos - è stato detto anche nella conferenza stampa - e con aziende sanitarie locali esterne per sopperire alla carenza dei vari reparti. Deve essere chiaro che la carenza dei medici dei nostri ospedali non può rappresentare l'alibi per ricorrere a professionisti singoli che a chiamata coprono i turni e le guardie notturne, fanno il loro turno e se ne vanno. Abbiamo necessità di medici assunti regolarmente che facciano parte di un'equipe e di una struttura. I chiari segnali di graduale privatizzazione del sistema sanitario, sia nazionale sia regionale, rendono, secondo me, infausta la prognosi del nostro sistema sanitario regionale e anche ovviamente nazionale.
Un altro problema importante il bornout del personale medico e paramedico e il loro carico di lavoro. Un altro problema importante che ci siamo dimenticati: al centro del sistema sanitario ci sono i pazienti. Bisogna considerarli, curarli a trattarli sempre con professionalità e umanità.
Volevo invece fare ancora un accenno alla parte del settore politiche sociali di cui nessuno ha parlato. Abbiamo la necessità di creare un modello di protezione sociale rinnovato, un new welfare, come ho già detto anche in altre sedute, in cui vi siano un miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia della spesa pubblica e la definizione di risorse da destinare alle nuove problematiche sociali che ci sono anche nella nostra regione: il problema dell'inserimento lavorativo, la cura degli anziani, la dispersione scolastica, la povertà e i nuovi poveri, la disabilità e tutta la questione delle minoranze. È necessario definire un piano d'innovazione dell'imprenditorialità sociale che preveda interventi originali diversi dal passato, l'utilizzo di una varietà di strumenti finanziari nuovi, non solo quelli pubblici, tra cui la valorizzazione d'investimenti di capitali privati in grado di contribuire a creare impatti sociali positivi e misurabili. Abbiamo bisogno di un progetto d'innovazione sociale che punti sulle imprese sociali, ancora meglio se di nuova leva, in grado di proporre e realizzare soluzioni innovative e sostenibili per la soddisfazione dei nuovi bisogni.
Concludo dicendo che, visto che siamo davanti a una situazione molto complessa e delicata - riguarda ovviamente il nostro sistema sanitario regionale ma abbiamo già detto che riguarda anche quello nazionale - il sistema sanitario regionale secondo noi deve essere pubblico e deve garantire - giochi politici a parte - equità e parità di accesso a tutti i cittadini valdostani, nonché garanzia della qualità della cura. Considerato che abbiamo un assessorato molto ben articolato con due coordinatori e sette dirigenti, un'azienda U.S.L. con tre figure apicali e 2150 dipendenti; considerato che in questi ultimi sei anni il nostro sistema sanitario è peggiorato in modo evidente e certamente non solo per esclusiva responsabilità dei vari assessori che si sono succeduti - ma sicuramente, per una parte, la loro responsabilità c'è - certi che dobbiamo inserire la nostra sanità pubblica al centro della nostra agenda politica, riteniamo che alla guida di questo assessorato dovrà essere presente in futuro un assessore tecnico in ambito sociosanitario, così da definire con rapidità la programmazione delle azioni da effettuare per raggiungere obiettivi precisi in un lasso di tempo limitato, avendo - come ho già detto ieri - una visione della direzione in cui deve investire il nostro sistema sanitario regionale. Sono certa che per risollevare le sorti del nostro sistema sanitario c'è necessità di una figura che conosca bene il sistema sanitario e la complessità della legislazione corrente e del contesto socioeconomico e finanziario in cui ogni sistema sanitario regionale deve e si trova ad agire. L'orientamento politico dell'assessore tecnico deve essere dato ovviamente dalla Giunta.
Presidente - La parola al collega Restano.
Restano (GM) -. Riprendo quanto è stato detto nella giornata di ieri. Sicuramente, assessore Baccega, è emerso dalla voce di chi è intervenuto che il settore della sanità non è proprio il suo in questo momento. Condivido anch'io. Lei sicuramente ha una predisposizione naturale per i lavori pubblici. Ciò detto, però, anche se non c'è questa predisposizione naturale verso la sanità pubblica, l'assessore è un politico e io ritengo che alla guida - politica! - di un assessorato non ci debba essere un tecnico, solo per rispondere a questa sollecitazione. I tecnici devono occuparsi di altro, magari devono fare i direttori generali o quant'altro. Però purtroppo, ahimè, condivido le affermazioni fatte ieri sull'esperienza dell'assessore Baccega, che è più portato verso altri settori quali i lavori pubblici, l'edilizia residenziale. Il breve periodo di permanenza in questo assessorato non gli ha permesso di farci apprezzare le sue qualità anche in questo settore. Ritornando a quanto in parte ho detto ieri, all'atto dell'insediamento di questo governo era stata dichiarata l'esperienza dei componenti della Giunta e, l'ho già affermato ieri, quattro assessori di questa Giunta si sono occupati di sanità e oggi abbiamo un nuovo assessore. Effettivamente nel settore specifico ci sono delle competenze politiche e, devo dire, il presidente rappresenta anche una competenza sanitaria e tecnica di alto livello.
Ma oggi noi di cosa discutiamo con questa mozione? Discutiamo dell'operato dell'assessore Baccega o vogliamo fare, come è stato già detto da qualcuno, una radiografia sullo stato di salute della sanità? Non è una malattia terminale, ma è una malattia cronica degenerativa che piano piano fa calare le nostre prestazioni.
Secondo me non siamo a discutere... Mi dispiace che non ci siano i colleghi di Rete Civica in questo momento. Oggi discutiamo dello stato di salute della sanità, se in questi anni si sono fatte le scelte giuste o meno. Quindi la persona dell'Assessore in questione ha un ruolo marginale, ma dovrà, obtorto collo, patire le conseguenze di questa discussione.
Per arrivare alla questione, a nostro modo di vedere la Giunta ha delle competenze dirette e delle competenze indirette. Vale a dire: dove può agire direttamente l'assessore? Non certo su quanto compete a un primario, a un direttore di struttura complessa ospedaliera, ma può dare degli indirizzi, può mettere a disposizione delle somme, può incidere in certe maniere. Chiaro è che se non dà gli indirizzi, non mette a disposizione le somme, non opera, non dà la possibilità di lavorare, indirettamente diventa responsabile di altre situazioni che non gli competono.
Perché faccio questa affermazione? Riprendendo quanto detto, credo, dalla collega Spelgatti che mi ha preceduto, effettivamente la nostra azienda sanitaria da oltre un anno e quattro mesi è gestita non da un direttore generale ma da un commissario straordinario e credo che la prima responsabilità politica sia sistemare questa situazione. Non voglio richiamare quanto detto, ma vi è stata una sentenza, mi sembra che risalga al mese di gennaio, e quindi stiamo aspettando da parecchi mesi che si prenda una decisione in questo senso. Non entro nel merito della sentenza o della scelta, credo però che il commissario straordinario non sia nelle condizioni di lavorare come potrebbe fare. Forse se al suo posto vi fosse un direttore generale questi avrebbe prospettive di lavoro diverse. Non sto a indicare quale debba essere la scelta, se vi siano delle responsabilità o meno. Non mi compete. Dico che la situazione va risolta e che vanno dati indirizzi ben precisi. Cosa può fare l'Assessore? Sicuramente organizzare l'assessorato. Io non condivido la divisione in due dipartimenti, credo che sia più corretto mantenere un dipartimento unico. Come già è stato detto, pur nutrendo grande stima per il neo coordinatore del secondo dipartimento, sembra più un premio alla carriera, considerato che andrà in pensione fra poco tempo. Non entro nel merito di questa nomina, questa è una scelta che compete all'assessore, che può essere oggetto di discussione politica.
Cos'altro compete all'Assessore? Definire l'operatività rispetto ai disabili, che non è stata affrontata; la questione dei voucher dei nidi: vi è una legge da fare rispettare, ma non è ancora stata applicata, questo è un ritardo; l'agenzia sociale, che da parecchi anni sembra sempre pronta a essere avviata: sono passati almeno tre assessori e è ancora ai nastri di partenza e questo porta tutto il problema dell'assistenza sociosanitaria agli anziani, alla figura delle OSS di cui tanto si discute, quindi di tutti i servizi a favore degli anziani; l'integrazione sociosanitaria, che deve essere affrontata a livello di assessorato, e, sicuramente, il potenziamento delle emergenze e delle urgenze. Questi sono temi che competono, a nostro modo di vedere, direttamente all'Assessore; indirettamente egli rispetta delle scelte non fatte in merito a questi temi e gliene competono altri, quali quelli che sono stati evocati: le lunghe liste di attesa, la situazione dei reparti ospedalieri.
Però vorrei, facendo un piccolo passo indietro, ritornare a quello che era ed è il programma di governo di quasi tutti i governi che si alternano: quindi il mantenimento delle persone in montagna, il mantenimento dei servizi nelle montagne. Perché se noi andiamo ben a vedere nello studio presentato ieri dal collega Sammaritani vi è un cartogramma che indica l'indice di vecchiaia della popolazione in Valle d'Aosta in montagna: in montagna ci abitano oramai solo gli anziani, che sono ancora radicati al territorio. I giovani se ne stanno andando. Perché se ne vanno? Perché noi non manteniamo i servizi.
E qui voglio introdurre un altro discorso. Abbiamo votato una risoluzione per mantenere dei servizi nella Valle del Gran San Bernardo. È stata approvata all'unanimità, ma nulla è stato fatto. Nel consultorio di Variney manca lo psichiatra, manca lo psicologo. Da poco se n'è andata l'assistente sociale, ne viene una solo a chiamata. Un medico di sanità pubblica non c'è più, ho dovuto portare io stesso mio figlio a Pollein. Quindi piano piano questa struttura si sta svuotando. Quale sarà la naturale conseguenza per i dipendenti amministrativi? Saranno spostati. Mi sono permesso di fare un piccolo sopralluogo. Oramai è in stato quasi di abbandono, perché non è più stato dato il bianco, lo sporco è coperto da quadri. Ma la conseguenza sarà che fra quattro mattine andrà via la farmacia da Valpelline e chiuderanno i negozi. Questi sono dei problemi reali sui quali noi possiamo intervenire. A oggi nulla è stato fatto. Perlomeno la percezione della popolazione è che nulla sia stato fatto, anzi, che quasi s'incentivi la gente ad abbandonare, perché anche le visite per le patenti vengono fatte da un'altra parte. Questa è una responsabilità più o meno indiretta dell'Assessore. Su questo io ci tengo a puntare il dito.
Altra cosa che ci deve portare a riflettere è l'analisi dei dati. Non voglio fornire dei dati in questa sede per non allarmare, perché ho sempre ritenuto, e l'ho già detto in più occasioni, che la sanità valdostana fosse di alto livello. Ma ora piano piano stiamo un pochino scendendo. Noi dobbiamo ovviare a questo declino lento e inesorabile. Come possiamo arrivare a fare questo? Dobbiamo prendere i dati, analizzarli, fare un progetto. Un progetto che non può essere delegato- non me ne voglia - ai tecnici, ai singoli, agli ex dipendenti U.S.L., come me e come altri in questa sala, perché noi siamo un po' di parte, perché risentiamo di alcune influenze; deve essere delegato a un organo terzo, per esempio l'università, con un incarico ben definito e ben diretto, perché altrimenti ogni scelta può essere personalizzata, si può puntare il dito: "Avete fatto questa scelta per penalizzare Tizio e per favorire Caio". Così non va bene. Ci vuole un Piano che noi non abbiamo ancora visto. È questo che io chiedo agli Assessori, che chiedo alla Giunta: confrontarci sul progetto, discutere e non mi si dica che il progetto è il piano aziendale. Il piano aziendale è un'altra cosa. Dobbiamo vedere il progetto politico. Vogliamo vederlo scritto e confrontarci su questo. Possibilmente elaborato da un organo terzo di alto profilo, quale può essere un'università specializzata che venga a dirci che la sanità non è solo ospedale, non è solo medici, ma che la sanità è la popolazione della Valle d'Aosta, oltre a quelli che ci lavorano; e non è solo la cura, anzi, è la prevenzione.
Qui entro su un altro tema che mi è caro e divento un pochino di parte. Al dipartimento di prevenzione non è delegata solo l'applicazione del piano della prevenzione, che per altro non ha ancora visto la luce, la sua completa applicazione. Allora cosa fa questa gente, sta lì ferma? La nostra gente lavora, segue dei programmi. Però anche lì c'è carenza di personale. È vero che le scuole di specializzazione non sfornano medici specializzati in sanità pubblica, sono un po' carenti, però si può fare altro. Si possono prendere delle decisioni diverse. Manca il personale sanitario: ma da 21 in organico nel settore adesso ve ne sono solo 8. Questa è la prevenzione. Si occupano della formazione, dei controlli, della prevenzione primaria.
L'assessore direttamente può fare molto, può dare tanti indirizzi. Venendo alla parte più prettamente ospedaliera e a un documento pubblicato dal Programma nazionale esiti e analizzando questi dati un pochino di preoccupazione c'è, soprattutto riferita ai numeri degli interventi nelle sale operatorie di chirurgia. La preoccupazione, per quanto ci riguarda, non è rispetto ai tempi di attesa - di questo abbiamo già discusso - ma è rispetto - permettetemi, magari lo dico in una maniera inappropriata ma che rende chiaro quello che voglio dire - alla manualità dei nostri chirurghi. È evidente sotto ogni tipo d'intervento che è stato analizzato, ed è scritto a chiare lettere, che sotto un certo numero d'interventi cala la qualità dell'intervento. Allora sarebbe interessante vedere i dati e capire quanti interventi, non cito di che tipo, vengano fatti in Valle d'Aosta, se siamo in grado di mantenere un elevato standard di qualità o se è più opportuno avviare una mobilità attiva o, altrimenti, far lavorare i nostri chirurghi fuori dalla nostra sede ospedaliera perché mantengano la loro professionalità, le loro capacità, perché non sempre - permettetemi di dirlo - la mobilità attiva porta un attivo nelle casse della nostra azienda sanitaria. Bisogna vedere quanto ci costi la prestazione e quanto chiediamo a chi usufruisce di questa prestazione; mi sembra che in alcuni casi sia più quanto spendiamo che quanto chiediamo. Va fatta un'analisi di questi dati per poter fare il progetto. Va guardato attentamente quello che mi sembra si chiami "quasi guadagno", ovvero l'avvalersi della sanità privata per determinate prestazioni, come operare in questo senso, qual è il ritorno che ha l'azienda. Attualmente non abbiamo la possibilità di fare una valutazione di questo tipo ed è questo che chiedo al governo regionale. Sicuramente non si può fare in sei mesi, ma si può dare l'avvio a questo genere di attività e questa valutazione per me sarebbe già un grande passo. Lo chiedo in maniera molto chiara e molto esplicita.
È vero, assistiamo alla fuga dei professionisti. 70 professionisti mi sembra che abbiano lasciato la nostra azienda sanitaria in questi tempi. Sono stati elencati - mi sembra, dal collega Peinetti - i reparti che sembra abbiano maggiori carenze: dermatologia, cardiologia, psichiatria; ma non solo questi, sono 11 i reparti in forte carenze di medici, oltre a quelli citati vi è il pronto soccorso, l'ortopedia, la ginecologia e ve ne sono altri: pediatria, pneumologia (mancano tre medici), neurologia e malattie infettive (sono sotto di due, è cronico).
Ma la colpa non è del francese. Non è per l'esame di francese che ci abbandonano, l'esame di francese l'hanno già dato. Siamo poco attrattivi. Andiamo ad analizzare il perché, se paghiamo poco, ipotizzo... siamo agli estremi dell'Italia e nessuno vuole venire a vivere nella bella Valle d'Aosta... dobbiamo ragionarci, dobbiamo avere il dato, dobbiamo poterlo analizzare.
Mi sento di dire che servono delle misure strutturali. Ad oggi noi non ne vediamo nell'area territoriale e non ne vediamo neppure nell'area ospedaliera.
Questo in sostanza è quello che chiediamo. I dati sono innegabili. La diagnosi è stata fatta dal medico, adesso noi dobbiamo trovare la cura però e questa non ce l'abbiamo. E deve fornirla il governo. Sicuramente c'è la disponibilità di tutti per collaborare ad arrivare ad una cura. Bisogna analizzare, se vogliamo, il caso clinico e lo possiamo fare tutti assieme. Non si tratta sicuramente di cattiva volontà. Forse un po' d'inerzia, un po' di lentezza, non nei sei mesi ma negli ultimi 4 anni. Il fatto di avere il commissario, come ho detto prima, non ci permette di ragionare a bocce ferme.
La prima sollecitazione è di sistemare questa problematica, di dare garanzie all'attuale commissario o di sostituirlo. Questa è una scelta doverosa. Interverrò dopo.
Presidente - Altri? La parola al collega Sammaritani.
Sammaritani (LEGA VDA) - Volevo fare, essendo il mio secondo intervento, un po' un riassunto. Alcune cose sono state già dette dal collega Spelgatti e da altri. Ma siccome, è anche naturale, questa cosa ha preso un rilievo sia politico che tecnico, vorrei quindi fare una specie di sintesi. In effetti, come ha detto anche la collega Spelgatti, con la quale non mi sono confrontato, il dibattito ieri è parso un po' surreale: subito non capivo bene che cosa venisse detto da alcuni, ma poi ho ritrovato un pochino, ripensandoci, un po' tutte le logiche del momento politico che stiamo attraversando. Il messaggio che è passato, paradossalmente da parte soprattutto dell'opposizione, è che l'Assessore è un po' l'ingiusto bersaglio di questa persecuzione leghista; una persecuzione leghista e quindi di chiara impronta fascista e perciò solo da rigettare, per la collega Pulz, naturalmente, che è riuscita persino, con un equilibrismo dialettico degno di un'artista circense direi, ad attribuire le folli politiche sanitarie del governo nazionale alla Lega! E a chi altrimenti, sorvolando sul fatto che il dicastero è in mano ai 5 Stelle, in realtà? Ma questo quando si tratta di difendersi dai fascismi è un dettaglio trascurabile.
L'esecuzione leghista ingiustificata e strumentale e con mero intento politico anche per i colleghi dei 5 Stelle, i quali fanno rilievi sulla cronologia dei dati e sulla loro attendibilità; su questo vi dico soltanto che i dati sono i più aggiornati a disposizione in Italia, alcuni riferiti al 2017, altri al dicembre 2018, fino al maggio 2019 addirittura, e tutti ufficiali, o provenienti dal Ministero della Salute o dalla fondazione privata GIMBE, sulla cui attendibilità vi invito a verificare.
Non abbiamo ancora capito, devo dire io, se questo sistema che loro vogliono cambiare governando, cioè lo vogliono fare governando, appunto, o piuttosto sperando che chi governa, improvvisamente illuminato dalla luce delle geniali idee pentastellate, si penta del passato, abiuri e si converta alla dottrina del fare politica come volontariato, senza accorgersi che sta parlando a chi della politica ha fatto spesso una professione e sta governando in continuità da trent'anni.
Persecuzione leghista - anche chiaramente per la collega Minelli - verso un innocente, quindi da difendere perché "anche se noi non avremmo certo messo questo Assessore a capo della sanità valdostana, anche se noi avremo messo un tecnico chiaramente a capo della sanità valdostana e non un assoluto profano in materia, però noi della Sinistra naturalmente difendiamo, a prescindere, chi è attaccato da Destra. Poi a ben vedere la mozione è anche non ammissibile, nella forma errata". Mancava solo qualche rilievo sugli articoli di ortografia, poi c'era tutto.
Più comprensibile naturalmente la difesa di chi solo un anno fa puntava il dito contro una sanità inefficiente e oggi, invece, trovandosi al governo, naturalmente ci dice che probabilmente i Valdostani si rivolgono alla sanità privata perché hanno un buon reddito. Peccato che in regioni e province autonome dove il reddito è anche più alto del nostro ci sia meno sanità privata. Per quanto riguarda l'approccio, invece, metodologico, ho parlato ieri dell'osservatorio epidemiologico come strumento fondamentale per programmare l'azione in materia sanitaria. Il 24 gennaio 2018, Area Civica Stella Alpina affermava "l'importanza di questo approccio metodologico, perché la programmazione si fa sulla base dei dati statistici". L'assessore Bertschy disse che "occorreva commissionare le ricerche per avere dati precisi". Nella replica il consigliere Fosson ha dato atto di avere compreso l'importanza di avere dati statistici per la programmazione sanitaria. Ha quindi ricordato che l'osservatorio epidemiologico presente nel passato era stato smantellato per carenza di fondi e si è augurato che venga ripristinato; aggiungeva che la programmazione è fondamentale per presentare le scelte operative". Ha sollecitato l'Assessore affinché sia ripreso questo aspetto epidemiologico di studio e attenzione alla ricerca. Il Consigliere ha infine ricordato che la revisione del Piano sanitario presentato dopo la condivisione nel febbraio 2016 non ha avuto seguito, lasciando la nostra regione senza una programmazione precisa.
Sempre il consigliere Fosson il 27 marzo 2018 chiedeva notizie sulla nomina del direttore generale dell'U.S.L. Chiedeva di "fare chiarezza sulla questione per trovare una soluzione a un'anomalia rilevante per l'azienda U.S.L. e nelle anomalie si ferma la programmazione sanitaria, che in questo periodo è fondamentale". Il consigliere Fosson ha concluso rappresentando la paura dei cittadini valdostani, ovvero che perduri questo periodo di commissariamento dell'U.S.L., di blocco di programmazione e di difficoltà a intervenire su problemi evidenti. Per quanto riguarda la mortalità evitabile, c'era l'interpellanza invece di Alpe, quando appunto, sempre l'assessore Bertschy aveva preso in effetti atto di questi dati e l'attuale assessore Chatrian ha detto che "l'Assessore ha solo delle buone intenzioni e a fare la differenza sono i dati, non ci sono a monte priorità e non sono specificate le modalità per raggiungere gli obiettivi. È il momento di essere più coraggiosi, di smettere di affrontare esclusivamente l'ordinaria amministrazione e di darsi finalmente delle priorità per fermare il trend negativo del sistema Valle d'Aosta".
In Valle d'Aosta da un anno e mezzo il tempo si è fermato. Stiamo dicendo esattamente le stesse cose, le stiamo dicendo noi, ma siccome adesso le diciamo noi leghisti sono da minimizzare, naturalmente. Invece abbiamo al governo otto persone di cui cinque hanno fatto o fanno l'assessore alla sanità. Figuriamoci un po' che cambiamento! Questo lo dico naturalmente a chi di là non ha memoria storica evidentemente perché qui non c'era e non va a guardarsi, invece, che cosa è successo nel passato. Allora vi ricordo io qualche piccola necessità, sono state già dette, ma "repetita iuvant". Sanità commissariata ormai da un anno e mezzo. C'è stata un'evidente indebita ingerenza della politica nella sanità con scelte non certo manageriali, non appropriate ma piuttosto dettate da logiche clientelari. La legge 5 del 2005 sull'impianto U.S.L. va modificata. Il management va cambiato. Devono entrare a far parte del Consiglio direttivo, che ha funzioni consultive, quelle componenti che ora ne sono fuori, quelle professionalità essenziali al funzionamento dell'attività sanitaria, ma che sono fuori da ogni processo decisionale. L'osservatorio epidemiologico va ripristinato, mi sembra che siamo tutti d'accordo, persino il presidente Fosson. Sui tempi d'attesa non ci possono essere agende chiuse perché è contro la legge. Non si può affermare con soddisfazione - questo lo dice l'attuale commissario - che "con delibera della Giunta regionale siamo riusciti a rinviare di due anni che gli organici siano fatti in base ai carichi di lavoro". Ma in quale azienda seria ed efficiente si potrebbe sostenere questo concetto?
La disabilità è una delle priorità dell'assessorato. Questo lo dice anche l'assessore Baccega in un'intervista. Eppure abbiamo in Valle un solo educatore sul territorio dedicato ai bambini a fronte di 600 bambini con disabilità in età scolare.
Ci sarebbero tanti altri problemi piccoli e grandi, ma basta, non voglio eccedere con questi attacchi infondati e strumentali contro questo componente dell'attuale governo, che io, personalmente quanto meno, d'ora in poi definirò a geometria variabile.
Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste? La parola all'assessore Certan.
Certan (AV) - Buongiorno a tutti. Credo che alcune considerazioni debbano essere fatte riguardo a questa tematica. Non entrerò sulle motivazioni politiche che hanno spinto a presentare questa mozione di sfiducia. Probabilmente è stato scelto un argomento, ma potevano essercene anche altri, credo. Mi riconosco completamente nell'intervento di ieri della capogruppo Morelli sulle motivazioni che forse possono essere interpretate in tanti modi. Invece, credo che la discussione che si è in qualche modo sviluppata attorno a questa tematica sia stata senz'altro produttiva e credo che il Consiglio regionale sia anche luogo dove confrontarsi su questo. Credo che gli interventi - non tutti, però l'intervento del collega Restano, della collega Russo, il primo intervento del collega Sammaritani, l'intervento del collega Peinetti - sicuramente siano stati tutti interventi costruttivi che hanno evidenziato tutta una serie di problematiche che senz'altro non hanno avuto origine con questa legislatura e con questa Giunta e che probabilmente non troveranno magari neanche una risoluzione immediata, ma sulle quali - sono d'accordo e siamo d'accordo - che si debba intervenire.
Volevo invece puntualizzare e fare alcuni passaggi. In particolare non ho apprezzato il tono con la quale la collega Spelgatti ha parlato, però devo dire che ad esempio sull'aspetto delle microcomunità, che non sono state citate -è un dossier molto grande - siamo comunque riusciti ad aprire una collaborazione - peraltro già iniziata con il collega Bertschy - con i comuni e con le Unités des Communes. Ad esempio, alcuni lavori che sono iniziati negli anni scorsi e che sono ormai al termine, quale ad esempio la microcomunità di Morgex, sono l'esempio di programmazioni di grande rilievo portate a termine in collaborazione con le Unités. Questo per dire che il tema della sanità è davvero molto complesso, non va trattato solo guardando dei periodi limitati, va trattato considerando i dati. Su questo sono d'accordo e sono anche d'accordo sul fatto che i dati debbano essere presi in considerazione nella loro totalità, cioè tutti i documenti devono essere presi in considerazione, messi sul tavolo e esaminati.
Non si cita quasi mai e sembrerà strano, però i dati davano come un elemento positivo l'utilizzo del fascicolo sanitario da parte degli utenti: con Inva era stata fatta una presentazione e avevamo anche fatto un percorso per incentivare e allargare il discorso già avviato dagli assessori precedenti.
Nel breve periodo in cui sono stata Assessore mi sono approcciata a quell'attività con molta umiltà, mettendomi d'impegno e a capofitto in quel lavoro. Ho riconosciuto -prima non ne ero probabilmente a conoscenza perché non avevo approfondito - che tutta una serie di tematiche erano state, secondo me, trattate o avviate con molta competenza, anche se poi non erano ancora state portate a termine; a volte è difficile, anche da cittadino, riuscire a capire e a vedere questo aspetto, perché è molto complesso come settore; spesso le tematiche riguardano anche diverse strutture, quindi - per tutta una serie di problemi, fra i quali, ad esempio, i ricorsi, molto frequenti - è difficile iniziare e portare a termine in breve tempo un progetto e questo è un aspetto che va a incidere nel lavoro anche di altri dossier, di altre tematiche, non solo quelle della sanità.
Sul fascicolo sanitario, mio avviso, c'è ancora un aspetto da approfondire: sarebbe possibile un utilizzo ancora maggiore, non tutte le potenzialità di questo fascicolo sono utilizzate, ma siamo una delle regioni più virtuose in quanto utilizzo.
Non entro nel tema della mobilità, lo ha fatto il collega Peinetti. Sul tema del commissario credo che il collega Baccega abbia ben chiara questa situazione, tant'è che in Giunta già aveva portato una prima bozza per avviare tutte le procedure per una stabilizzazione di questa figura e quindi a un concorso.
Altro aspetto, sui voucher nidi: nella legislatura precedente il collega Bertschy aveva messo delle risorse su questa tematica per le Unités des Communes. Per quest'anno quel milione e otto che era stato in qualche modo investito per i voucher nidi credo che ci sia qualche difficoltà a reperirlo, ed è probabilmente anche per questo che la riforma sì, perché ritengo quella dei voucher una delle riforme più interessanti che si potrebbero fare per quanto riguarda la prima infanzia. A mio avviso è da portare avanti, nessuno l'ha interrotta, ma semplicemente si stanno cercando le risorse che l'anno prima erano state reperite: ricordo anche le vicissitudini, apro e chiudo la parentesi, del bilancio, non erano state reperite...
Sono d'accordo con il collega Restano quando parla di un ente che dovrebbe in qualche modo fare delle valutazioni e portare dei dati oggettivi, quindi dovrebbe essere un ente terzo. Avevamo avviato per questo settore - l'Assessore Baccega non mi risulta che l'abbia interrotto - un discorso riguardante l'OTA (Organismo tecnico di accreditamento) e in qualche modo anche un discorso legato eventualmente a un ente terzo che effettui tutta una serie di verifiche... questo per dire che ci sono degli argomenti che si possono guardare da differenti facettes. Lo stesso argomento ha delle criticità e ha anche degli aspetti che sono stati sviluppati in modo positivo. Dipende anche a quale di questi aspetti quale peso vogliamo dare. Quindi va bene, si può presentare una mozione di sfiducia per aprire un dibattito politico, però credo che sia più serio mettersi a lavorare in modo concreto.
Ho apprezzato le proposte e i toni della collega Russo. Devo dire che ci sono anche altri aspetti che non abbiamo trattato. Cosa dire dei trasferimenti storici che dovevamo allo Stato, di cui abbiamo fatto relazioni, di cui ho fatto una relazione a lei, collega Spelgatti, per poter in qualche modo trattare nel momento in cui dovevamo fare, ad esempio, l'accordo Stato-Regione. Mi ricordo una riunione in cui chiesi espressamente che anche questo aspetto fosse messo nella contrattazione. Mi fu detto, credo dal collega Aggravi, che questa tematica lo si sarebbe trattata in un altro momento. Io, lo sapete, l'ho detto ripetutamente, avrei condiviso invece un altro percorso, anche questo argomento, perché era un argomento molto pesante dal punto di vista economico...
(interruzioni)
...Certo, su delle mancanze probabilmente anche fatte dalle amministrazioni precedenti.
(interruzioni)
Ascolti, collega Spelgatti, io non l'ho interrotta... Lei non interrompa, per favore. Su altri aspetti... ad esempio anche sulla sala ibrida, se ci sono state delle irregolarità e devono esserci dei controlli, credo che sia giusto... e credo che siano già in corso delle verifiche. Però credo anche che il problema della sala operatoria fosse conosciuto molto bene, soprattutto il percorso. L'abbiamo analizzato insieme e il dossier credo che l'abbiamo anche visto in Giunta. Quindi io direi, anche su questo aspetto, bisogna vedere da che parte vogliamo vederla.
Su altri dossier so che sono sul tavolo dell'assessore Baccega e quindi termino...
(interruzioni)
Per favore, collega Manfrin, non è che perché in questo momento si è assentato il Presidente del Consiglio lei può mettersi ad urlare. Quando il signor Manfrin la smetterà di urlare, forse riuscirò a terminare. Vediamo se questo è un atteggiamento da... Credo che siano andati a chiamare.
(interruzioni)
Ha ragione, però la può anche smettere di urlare. Non è che... La ringrazio, presidente Rini. In realtà in sala c'era il Vicepresidente.
Presidente - Guardi, chiedo scusa. In sala c'è un Vicepresidente che quando il presidente è fuori, di solito lo sostituisce. Qual è il problema? Non c'è nessuna mozione d'ordine, caro collega Manfrin. Un po' di rispetto per le istituzioni, che chiedo a lei e a tutti i colleghi. Sì, lei, proprio lei. Prego, qual è il problema?
Manfrin (LEGA VDA) - Allora...
Presidente - No, non può interrompere nessun intervento... La fa finire e poi farà un fatto personale o quello che ritiene. Invito però i vicepresidenti, quando si gestisce l'aula, se il Presidente è assente, se ha un problema, a prenderne il posto. Prego. Chiedo un po' di ordine all'aula. Lasciate terminare la collega.
Certan (AV) - Grazie. Termino velocemente perché credo che non abbia neanche senso continuare così. Lasciamo continuare lo show al collega Manfrin.
Presidente - Collega Manfrin, per? Espliciti la mozione d'ordine.
Manfrin (LEGA VDA) - Mozione d'ordine perché ovviamente quando il presidente si assenta deve dare mandato al vicepresidente di sostituirlo. In quest'aula...
Presidente - È il suo nuovo regolamento questo, collega Manfrin? No, la mozione d'ordine... Espliciti la mozione d'ordine. Se vuole fare dei richiami al Presidente del Consiglio, li faccia per iscritto. Si attenga al regolamento, dove non c'è scritto che quando il presidente viene chiamato all'esterno, peraltro per cose importanti, deve delegare. Ho guardato, in aula c'era il vicepresidente, quindi mi sono permessa di assentarmi.
Manfrin (LEGA VDA) - Le ha chiesto di sostituirla?
Presidente - Ma io devo chiedere di sostituirmi? Ha fatto lei il regolamento? Collega Manfrin, porti un po' di rispetto. Se vuole buttare tutto in caciara, la ringrazio, ma non accetto certi tipi di prese di posizione.
Manfrin (LEGA VDA) - Accetto l'autogestione.
Presidente - Non c'è nessuna autogestione, non si preoccupi. Prego. Ci sono altri interventi? Non ci sono altri interventi, colleghi. Chiudiamo la discussione? Restano, per il secondo intervento. Prego.
Restano (GM) - Solo per terminare quanto stavo dicendo in precedenza. Una richiesta esplicita alla Giunta è quella di rivedere la legge 5. La revisione di questa norma era già partita molti anni fa, credo su iniziativa del presidente Fosson, che allora si occupava di sanità. Perché dico questo? È interessantissimo rivedere questa norma, che è quella che dà degli indirizzi, perché attualmente il nostro ospedale, come tutti gli altri ospedali, ha una sua direzione medica, ha il collegio dei sanitari che è rappresentato da tutti i primari, dai capi di dipartimento e si esprimono su determinate scelte che devono essere fatte. L'area delle professioni sanitarie è interessata non dal punto di vista decisionale, quindi non esprime il proprio voto, ma è solamente consultata. Ritengo importantissimo questo. Ritengo importantissimo che facciano parte anche del Collegio di direzione delle figure che non siano solamente le figure nominate, perché sappiamo che la nomina è per certi versi discrezionale, quindi che facciano parte delle figure tecniche sanitarie che possano esprimere in una determinata maniera la propria opinione sul governo del nostro ente ospedaliero. Ho ascoltato quanto detto dal collega Sammaritani. In effetti, non mi ricordo se fosse un'interpellanza o cosa, forse una mozione, dove si chiedeva d'istituire la struttura semplice di epidemiologia. Ricordo che all'atto della presentazione della struttura semplice avevamo evidenziato come esista quella di epidemiologia animale e non esista quella di epidemiologia umana. Questa per noi è un'emergenza. Si protrae da parecchio tempo ed è uno di quegli indirizzi che può dare la parte politica. Attualmente questo lavoro, qual è quello del registro delle malattie rare, del registro dei tumori, viene svolto quasi a titolo di volontariato, sottraiamo una professionalità ad altri compiti o la sovraccarichiamo di compiti. Mi permetto ancora di sottolineare una cosa, Assessore. Abbiamo parecchi problemi con la commissione Invalidi, non è il caso di entrare nel merito perché quelle valutazioni non ci competono, però vi sono alcuni casi di persone che hanno l'invalidità dell'Inps al 100% e l'invalidità rilasciata da questa Commissione che è inferiore al 100% e sotto il 90%. È gente che non può lavorare, parlo di una dissezione aortica, di gente sottoposta a tanti interventi! Questi casi erano già stati evidenziati, non so come si possa fare; c'è una sorta di dicotomia, ma è gente che con la pensione ci vive, gente che ha dei figli, e non li si può liquidare dicendo loro: "Non hai il 100%, lavora". Fanno quattro passi e devono sedersi, questa è la situazione.
Queste sono emergenze alle quali forse la politica può dare delle risposte. E potrei elencarne altre di persone che sono state operate, tumore al seno bilaterale e sono invalide sotto al 70%. Ci si chiede il perché. Non abbiamo gli elementi per fare le valutazioni e penso non ce l'abbia neppure lei. Però questa è un'opera di sensibilizzazione per dare delle risposte, per far vedere che la politica s'interessa sì a delle cose importanti, come la progettazione della sanità in generale, ma è anche sensibile ai problemi reali di tutti i giorni.
Présidente - A demandé la parole le collègue Bianchi.
Bianchi (UV) - Permettetemi di fare un intervento a difesa dell'assessore Baccega, partendo da un contesto generale. Il collega Peinetti ha fatto sicuramente una fotografia della sanità valdostana partendo da un discorso nazionale, perché bene o male sappiamo che la sanità che comunque è quel capitolo di bilancio che prende più soldi dall'intero bilancio regionale. Perché dico questo? Perché anche a livello nazionale - quando dico a livello nazionale intendo in altre regioni - la problematica sanitaria emerge... Ho visto per esempio due giorni fa un servizio di Report - penso che altri colleghi l'abbiano - in cui si faceva vedere che l'ospedale di Ivrea ormai è diventato un poliambulatorio, potrei dire, perché ha carenza di medici, di tecnici, d'infermieri e via dicendo. Questo è il contesto. Ma perché le regioni, a mio avviso, hanno questa problematica? Questa problematica emerge - come ha già sottolineato il collega Peinetti - per tutta una serie di ragioni di scelte assunte nei tempi anche a livello nazionale sul discorso specialistico per l'assunzione in ospedale e via dicendo. Parto da qui perché? Ieri - mi sembra che l'intervento sia stato fatto dal collega Ferrero - è stato giustamente affermato: "tagli ce ne sono stati tanti". Esattamente. Negli anni i tagli sono stati pesanti. Mi sembra che facesse l'esempio del taglio che ha dovuto sostenere l'allora assessore, oggi presidente Fosson, per la sanità. Ma perché abbiamo fatto questi tagli? Lo dobbiamo spiegare. Perché nel tempo i tagli sono stati fatti in tutti gli ambiti. Partiamo dall'agricoltura, dal mondo dell'edilizia, arrivando alla sanità e anche alla scuola, per ultima, perché chiaramente erano i due baluardi che si è cercato di difendere fino alla fine.
Ma questi tagli perché sono avvenuti? Questi tagli sono avvenuti per coprire il debito pubblico nazionale. Quindi chiaramente partecipiamo a coprire il debito pubblico nazionale, e come regione autonoma partecipiamo in modo molto pesante rispetto ad altre regioni.
Quindi è indubbio... condivido un passaggio che ha fatto il collega Restano quando parla di appetibilità. Io lo condivido quello che ha detto. La nostra sfida futura è rendere la sanità valdostana appetibile a dei professionisti che si avvicinino al nostro territorio. Non entro in merito a statistiche o a dati o via dicendo, però parto sempre da un presupposto: come amministratore so benissimo che se voglio tenere aperta una scuola, se devo tenere aperta una scuola di un comune magari di 100 abitanti, so, sicuramente, che avrà dei costi superiori alla media nazionale. Ma questa è una nostra prerogativa di morfologia del territorio, soprattutto perché noi vogliamo continuare, chiaramente con delle grandi difficoltà, a mantenere i servizi sull'intero territorio, anche nelle vallate laterali. Dall'altra, è indubbio- come è già stato sottolineato - che ci siano problemi nella sanità valdostana, non è che cerchiamo di metterli in un cassetto o di non parlarne. Tutt'altro. Noi ne vogliamo parlare perché vogliamo risolverli i problemi.
Perché, a mio avviso, la mozione di sfiducia che è stata presentata...
Tanto so che mi sta ascoltando, ma gliel'ho anche già anticipato. Il primo firmatario, il collega Cognetta, a me non è che abbia convinto quando ha fatto il suo breve intervento cercando di spiegare che non era una mozione politica... A mio avviso, qui all'interno di quest'aula, sono sicuro che nessuno ci possa credere, guardando le tempistiche: subito dopo la conferenza stampa in cui il collega Restano dichiara di uscire dalla maggioranza si presenta la mozione di sfiducia verso un assessore. Anzi, le voci che giravano a palazzo - sempre diffuse da quelle persone bene informate - erano che la mozione non era neanche nei confronti di Baccega, ma di un altro assessore.
Torno al discorso di ieri, è un déjà vu, vale a dire la strategia politica è la stessa, si torna indietro alla scorsa legislatura, ma perché la regia è sempre la stessa: oggi c'è Baccega, il prossimo Consiglio molto probabilmente ci sarà un altro assessore. Il cercare di rivedere gli equilibri in commissione, per cosa fare? Per cercare di non dare risposte ai Valdostani e cercare di andare nella bagarre, nello stallo più totale. Questo è il disegno chiaro, limpido. Questa mozione è una mozione politica, non ha niente a che vedere con la sanità e con i problemi della sanità. Perché? Perché negli interventi di chi ha firmato la mozione si è sempre detto: "Non capiamo perché l'altra parte di minoranza non voti questa mozione". Ma perché molto tranquillamente ha capito perché questa mozione è stata presentata, perché quella parte di minoranza vuole, sì, discutere... infatti sono stati anche interventi duri nei confronti di chi ha gestito negli anni la sanità valdostana, però volendo entrare in merito ai singoli problemi per poterli risolvere, non chiedendo le dimissioni di un assessore che gli stessi firmatari della mozione riconoscono: "È lì solo da cinque mesi". Quindi capite che è una mozione politica... Mi fa piacere che una parte dell'opposizione non si sia fatta prendere in giro da questa mozione e non la voti, si astenga!
Quindi chiaramente rimandiamo al mittente la mozione di sfiducia nei confronti dell'assessore Baccega, per quanto sia possibile, dicendo fin da ora che se si vuole discutere dei problemi della sanità noi ci siamo.
Dalle ore 11:03 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Président) - La parole au collègue Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Volevo intervenire perché in parte sono stato tirato in ballo mentre purtroppo ero al di fuori dell'aula, ma in parte ho sentito e quindi ritengo opportuno fare un attimo di chiarezza sulla questione della mobilità passiva, anche se non è un vero oggetto della questione, e poi mi concentrerò sull'oggetto del contendere, perché ritengo di poter dare in particolare un contributo sulla parte che ho seguito un po' di più relativa alla materia sanitaria.
Tra l'altro sulla parte di mobilità passiva mi fa un po' specie, perché - qui guardo l'Assessore alla sanità - avevamo avuto occasione di confrontarci anche in sede della proposta di rateizzazione: nulla era stato detto ed essa era tra l'altro una delle valutazioni che erano state fatte per rientrare di questo debito. Però, tant'è, qualcuno l'ha tirata in ballo, forse perché dal giorno in cui in Giunta ha votato quell'accordo non ha ancora capito come mai quell'accordo non abbia contenuto la mobilità passiva o forse magari questo pomeriggio cambierà idea, come ha fatto l'altra volta, e quindi dirà che l'aveva capito. La mobilità passiva sanitaria non è stata ricompresa all'interno dell'accordo con lo Stato. Poco tempo fa, tra l'altro, la newsletter del Consiglio dei Ministri ci ha ricordato che la Regione ha dato completa attuazione a questo accordo, rinunciando ai contenziosi in essere. La mobilità passiva sanitaria non è stata ricompresa per un motivo molto semplice, l'abbiamo anche già spiegato: la mobilità passiva sanitaria riguarda principalmente il rapporto tra regioni e quindi - come ha giustamente proceduto l'Assessore che oggi è oggetto di questa mozione - è stata discussa in conferenza Stato-Regione, o comunque è stata risolta a livello di regioni. Lo Stato non fa altro che essere una camera di compensazione fra le varie regioni. Quindi, anche in accordo con il MEF, questa materia non è stata ricompresa all'interno dell'accordo, che aveva un altro tipo di finalità. Invece, l'accordo per la risoluzione della mobilità sanitaria passiva è stato raggiunto con una rateizzazione che comunque... effettivamente ne è mancato il tempo, perché giustamente se n'era discusso in seno alla Giunta tra il sottoscritto, lei e anche il Presidente e la soluzione che si paventava era proprio quella che poi è stata adottata in sede dell'ultimo provvedimento che ne ha previsto, quindi per questo motivo non era presente al suo interno.
Per quanto riguarda poi la parte bilancistica ne approfitto perché - ho già avuto occasione di parlarne altre volte, ma il collega Bianchi in parte l'ha citato - è vero, la Regione Valle d'Aosta - e noi l'abbiamo detto e l'abbiamo sottolineato anche nei tavoli a Roma e siamo, secondo noi, arrivati all'accordo migliore possibile in questa fase - ha contribuito molto e anche di più di quello che dovesse, ma sicuramente non ha inciso soltanto sulla parte relativa alla sanità, ma su tutta un'altra serie di voci di spesa e, come tutti l'abbiamo sempre detto, effettivamente il nostro bilancio è sempre più stretto, in questo senso bisogna fare delle scelte, scelte che necessitano a volte anche di decisioni che non sono facili e che non sono comode. Mi collego al discorso della mozione, qui in parte umanamente oggi sono solidale col collega Baccega, qui ricordo il collega Bianchi che ci parlava di motivazioni politiche della mozione, anche il sottoscritto è stato oggetto di una mozione di sfiducia che poi è naufragata; peccato, perché quel giorno avrei parlato molto volentieri e mi sarei anche immolato per quella Giunta. Però comunque anche lì era un po' un processo alle intenzioni e aveva una natura politica, perché adesso, se mi si sfida su questo... Quindi aveva una natura politica. Oggi sono comunque vicino ad un collega che, seppur non la vediamo la stessa maniera, è comunque oggetto di quello che in quest'aula si fa da sempre, ovvero si fa politica in funzione amministrativa. Poi il tiro al piccione à maintes reprises un po' lo subiamo tutti, tranne quelli che rimangono puri e duri e che - sono contento per la loro astuzia politica - hanno capito da che parte stare e oggi stanno dalla parte della maggioranza. Ringrazio gli elettori che ci stanno sentendo e che faranno le loro valutazioni.
Torno all'oggetto del contendere. Nel febbraio avevo presentato un'iniziativa - è stato citato dalla collega Spelgatti e non soltanto - relativa all'ospedale. Sul progetto dell'ospedale - che tante modifiche ha subito nella sua storia, anche perché purtroppo scavando abbiamo trovato una sorpresa che nessuno avrebbe considerato, ovvero l'ingente patrimonio archeologico al piano inferiore - si ritrova uno degli elementi cardine di comunanza tra la giunta Spelgatti e poi la giunta Fosson: addivenire a una valutazione di costi-benefici, vi era comunque una comunanza d'intenti fra le due realtà.
Io avevo giustamente chiesto all'Assessore quale percorso, e questo lo chiedevo nel febbraio, fosse stato intrapreso per dare attuazione all'articolo 14 della Legge regionale 12 che, appunto, prevedeva questo tipo di valutazione costi-benefici. Giustamente nella sua risposta l'Assessore aveva riferito di tutta una serie d'incontri e di valutazioni in corso d'opera e terminava dicendo che, a decorrere dalla data in vigore della legge regionale, sono state poste in essere tutte le attività necessarie per garantire la sollecita attuazione degli indirizzi approvati e poi giustamente comunicava che ci sarebbero stati altri incontri con la società.
Il problema è che apprendiamo che tutta questa celerità da febbraio si è tramutata nella delibera di giunta di ieri, 12 giugno, in cui effettivamente nel deliberato finalmente si dà attuazione e si dà l'incarico, appunto, alla società Coup di dar corso a questa valutazione costi-benefici e soprattutto si sottolinea, proprio per riprendere l'articolato normativo, che per la conclusione della valutazione costi-benefici occorre decorrere "dalla data della presente deliberazione".
Possiamo dire purtroppo che in parte ci siamo già "fumati" tutta una serie di mesi in cui forse si poteva già dar corso all'applicazione e attuazione dell'articolo 14 della legge 12, in maniera tale da recuperare un po' di tempo, posto anche il fatto che in sede di assestamento è già stata prevista, anche grazie ai tanto vituperati soldi arrivati da Roma, di dare a tutta una serie di voci contabili la copertura finanziaria di quello che, se vogliamo dirlo, è il progetto che fino a oggi l'ospedale sta portando avanti.
Quindi mi chiedo nella valutazione complessiva di quello che è comunque, è vero, l'operato di qualche mese da parte dell'Assessore... però abbiamo due costi, uno quello di tempo, perché comunque è passato notevole tempo e rimandiamo una decisione capitale, soprattutto non comprendiamo.
Qui ovviamente tocchiamo direttamente l'Assessore in quanto responsabile del dicastero della sanità, ma io ci metterei tutta la Giunta: su una decisione strategica come quella dell'ospedale bisognava arrivarci molto prima rispetto a oggi, almeno per dar corso alla valutazione di costi e benefici in maniera tale da recuperare tempo e non comprendiamo, soprattutto, come questa si possa collegare - in parte come già avevo detto - in sede di assestamento dando copertura a dei futuri lavori che forse, sulla base della valutazione costi-benefici non verranno attuati o forse la valutazione potrebbe anche confermare che quello che si sta facendo e come lo si sta perseguendo è la migliore soluzione possibile, anche se ci sono delle possibilità che forse devono essere valutate meglio, come la partnership pubblico-privato, che so essere stata oggetto di attenzione e che valuterei molto bene per quanto riguarda la gestione dell'ospedale.
Dalle ore 11:15 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola l'assessore Baccega. Prego.
Baccega (UV) - In primis, mi preme fare dei ringraziamenti. Il primo ringraziamento va fatto alla Presidente del Consiglio, Rini, che ha accolto la mia volontà di discutere subito questa mozione. Sarebbe stato complicato rimanere nel frullatore per un certo numero di giorni e ringrazio anche tutti coloro che sono intervenuti. Ci sono stati interventi, direi, di alto profilo come quello del dottor Peinetti, interventi che sono entrati nel vivo e nel merito di alcune tematiche che sono ovviamente evidenti e che nessuno ha mai nascosto, neanche negli interventi pubblici.
Tornando a quando il mio capogruppo mi comunicò telefonicamente che era pervenuta al Consiglio regionale una mozione di sfiducia nei miei confronti, subito dissi: "È una cosa che abbiamo già visto e che abbiamo già vissuto". Il gran manovratore cerca di colpire ancora e ovviamente nella scorsa legislatura ci eravamo abbastanza abituati a queste bassezze. Per voi, Mouv' e Lega, l'occasione era troppo ghiotta. Giustamente, come diceva poco fa il collega Bianchi, c'era sicuramente la volontà di dare il colpo di spugna a questa maggioranza. Forse era evidente che o l'uno o l'altro potevano essere presi di mira. Va detto che io me l'aspettavo, perché in cinque mesi e mezzo l'Assessorato alla sanità ha avuto 84 attività ispettive. La giunta Spelgatti nello stesso periodo ne ha avute 26. Alla fine, non avendo ancora letto la stesura della mozione, mi sono interrogato e mi sono chiesto: "cosa avrò mai combinato in cinque mesi di attività per arrivare a ricevere un atto così severo?" Eppure l'impegno c'è stato, c'è stata la volontà di approfondire i temi e c'è stata anche grande umiltà nell'approcciarsi a una delega davvero difficile e complicata. Poi ho avuto il testo della mozione infarcito d'inesattezze, di dati errati, di dati che non citavano le fonti e riferiti ovviamente tutti ad anni precedenti al mio... Spesso si parla anche di due anni rispetto a oggi, quando io ero impegnato a fare in modo che si realizzassero i ponti di Lillianes e di Champdepraz, quando ero impegnato a consegnare ai docenti e agli studenti dell'ITPR la loro nuova scuola, a lavorare sul vallo di La Saxe, a consegnare il C.E.A. di Gressan per i disabili, a mettere in sicurezza strade, ponti e territorio... Quello era l'impegno di allora e non seguivo la sanità.
Un attacco alla persona ci può stare, e molto umilmente l'ho accettato e lo accetterò, però ho bisogno sicuramente di rilanciare. Voi con questa mozione, colleghi, avete fatto un clamoroso sgambetto non a Mauro Baccega, ma alla sanità valdostana. Una cosa che probabilmente vi è sfuggita di mano è che con questa mozione voi avete messo sotto accusa un intero sistema, un sistema che si sta dando un gran daffare per recuperare le posizioni perdute, sicuramente per colpa di nessuno, ma indubbiamente per colpa della mancanza di risorse. Voi avete mortificato i coordinatori, i dirigenti, i collaboratori dell'Assessorato che ringrazio per le tante ore di straordinario che chiedo loro di fare e perché anche loro hanno accettato con me la sfida e si stanno adoperando tutti in un concetto di squadra.
Io non so cosa intenda lei, collega Cognetta, per concetto di squadra. Tutti e due abbiamo vissuto il mondo dell'imprenditoria, sia io che lei. Non so lei nel suo mondo dell'imprenditoria come siano andate le cose, ma io lavorando in squadra ho sempre portato a casa risultati efficienti ed efficaci. Ho messo attorno a me delle persone e queste persone hanno dato risposte e devo dire che di questo sono molto lieto. È evidente che le squadre vanno motivate. Bisogna dare attenzione, bisogna dare condivisione, entusiasmo, fissare obiettivi, evidenziare le problematiche, certo, perché bisogna raggiungere quei risultati, ma cercare anche di essere positivi e, se si è positivi, alla fine, nei tempi dovuti e predestinati, gli obiettivi si raggiungono con risultati soddisfacenti.
Voi continuate a denigrare l'azienda U.S.L. e tutti i rappresentanti delle professioni sanitarie che, anche loro, da sempre evidenziano un'elevata capacità professionale. Parlo di medici, parlo d'infermieri, parlo di tecnici di laboratorio, barellieri, operatori dell'emergenza, parlo del personale amministrativo e i rappresentanti delle professioni sanitarie che, con il loro lavoro, danno efficienza e qualità al sistema. Sono tanti gli indignati per questa mozione e fra questi annovero anche la grande rete di solidarietà data dalle associazioni di volontariato che, con il loro lavoro sul territorio e presso le famiglie, completano il nostro sistema sociosanitario. Ho voluto parlare di questa efficace squadra che con soddisfazione mi sento di essere riuscito a costruire, perché tutti hanno condiviso fin da subito metodi, obiettivi e per questo sono certo di poterli ringraziare ancora una volta. Quando mi sono insediato sapevo di poter contare su un sistema regionale già performante. Un buon sistema anche fortemente umanizzato. Certo, non l'abbiamo mai nascosto, esistono criticità sulle quali si sta lavorando per migliorare. Voi vi siete imbufaliti e avete costruito questa mozione sulla base di articoli di giornale. Ci può anche stare. In realtà questa presentazione dello stato dell'arte della sanità valdostana - fatta il 4 giugno alla presenza dell'azienda U.S.L. - ha dato il giorno dopo visioni diverse, tant'è che La Stampa titolava: "Le pecore nere dell'U.S.L.: psichiatria, dermatologia, radiologia e cardiologia". Vuol dire che non abbiamo nascosto nulla ai Valdostani rispetto alle criticità del sistema sanitario valdostano. Poi ce ne sono altre, d'accordo, magari più profonde, ma le affronteremo. Però da lì a essere accusato di essere uno che mente, che dice bugie, questo non lo posso assolutamente accettare! Ci sono problematiche che non si potevano risolvere in cinque mesi, ma anche in quella bella conferenza stampa abbiamo fortemente evidenziato con delle slide le attuali criticità, e abbiamo messo a disposizione della stampa anche le azioni migliorative, quelle in atto e quelle che si sarebbero affrontate nei tempi, quindi tutto un lavoro di pianificazione e di programmazione alla base della nostra presentazione alla stampa. Una presentazione non dettata dal fatto che Baccega - con i suoi collaboratori -voleva andare lì a farsi massacrare perché ci sono quattro strutture fortemente deficitarie rispetto ai tempi d'attesa delle prenotazioni, ma semplicemente perché in questo Consiglio regionale ci eravamo impegnati a dire: "Noi saremo trasparenti, noi diremo trimestralmente, quadrimestralmente come stanno le cose per la sanità valdostana". Quando ho iniziato questo percorso, colleghi, feci mia una considerazione fatta dal professor Balduzzi quando era ministro della salute. Balduzzi diceva: "La sanità è un sistema complesso che va governato". Ho fatto mia questa considerazione, perché non vi è niente di più vero. Il sistema va governato con idee chiare, con indirizzi precisi, con strumenti amministrativi in grado di rendere efficaci ed efficienti i percorsi, proprio per dare risposte ai cittadini, perché noi abbiamo messo il cittadino al centro del nostro percorso. L'obiettivo individuato era ritornare a essere quel centro di eccellenza che ci è riconosciuto in molti settori, a essere attrattivi per i medici. L'attrattività la possiamo anche documentare, l'abbiamo illustrata sempre nella conferenza stampa: nella mobilità attiva abbiamo sicuramente l'urologia, la chirurgia toracica, la chirurgia generale, la chirurgia vascolare, la diagnostica per immagini, il PMA, l'oculistica, elementi di eccellenza che stanno richiamando, ovviamente da altre regioni, tutta una serie di pazienti.
Ora non mi resta che dire, colleghi, cosa si è fatto concretamente in questi cinque mesi in cui mi si dice che c'è stato immobilismo totale alla sanità valdostana e ai servizi sociali. Cercherò di rispondere punto per punto alla mozione, anche se molti interventi hanno già ribadito quali siano le problematiche emerse rispetto ai punti.
Mi spiace che l'abbiate corretta in corsa, però la mozione è pubblicata su Facebook con tutte le problematiche che, insomma, possono nascere soprattutto quando parlate di età media. Una delle prime azioni che la minoranza mi contesta è stata quella di suddividere il Dipartimento in due. Da una parte la sanità e la salute pubblica, dall'altra parte le politiche sociali. Questo è un primo step che ci permette di dire che diamo più attenzione, in modo chiaro e inequivocabile, a due settori sensibili e fondamentali per il benessere dei Valdostani.
Il primo aspetto inconcepibile e inaccettabile, appunto, è quando si parla di immobilismo. Per rispondere anche alla questione del tecnico medico, abbiamo già chiesto all'U.S.L. di distaccare un medico in assessorato, perché potrebbe essere uno degli elementi importanti per creare un ulteriore trait d'union con l'azienda U.S.L.
Come spesso dice il mio collega Chatrian, "l'Amministrazione parla per atti"; riferisco quali e quanti sono gli atti che in questi cinque mesi i due dipartimenti hanno prodotto: 41 delibere di giunta per la sanità e 22 per i servizi sociali, oltre a 232 provvedimenti dirigenziali. Tutto questo in cinque mesi. Posso tranquillamente affermare che questo non è immobilismo, tutt'altro. Parlo anche di provvedimenti di peso, fin da subito avevo annunciato che il 2019 per la sanità valdostana sarebbe stato un anno d'importante programmazione, un'informazione che diedi anche in altri Consigli. Per citare alcuni provvedimenti avviati sui quali si sta già lavorando: si sono composte le commissioni; il Piano salute e benessere 2020-2025, un Piano salute che era rimasto nel cassetto negli annali; il Piano della cronicità; i Piani Reti Tempo-dipendenti, i Piano Reti oncologiche con il Piemonte, che è stato rinnovato e il Piano di Governo delle liste di attesa: sono provvedimenti di grande interesse che possono andare sicuramente nella direzione per migliorare il sistema. Proseguendo, poi, a dicembre 2018 siamo incappati nella gestione della mobilità passiva, collega Aggravi. Il MEF ha comunicato il 30 dicembre che dovevamo rientrare di 38,6 milioni di euro per conguagli di mobilità passiva riferiti al periodo 1997-2004, altrimenti avrebbe bloccato i trasferimenti. Questo era scritto. Ho incontrato la gentilissima ministro Grillo al tavolo della conferenza delle Regioni. Ministro Grillo che è vero che fa parte della maggioranza e che si sta imbufalendo perché gli vogliono tagliare 2 miliardi. Due miliardi alla sanità sono 2 miliardi alla sanità! Successivamente abbiamo trovato l'accordo con la conferenza delle Regioni dilazionando il debito in 15 rate a 5,3 milioni l'una. Non 89 anni, 15 anni. Non 89 anni, 15 anni! Debito di cui voi, firmatari della mozione, in questo Consiglio non avete mai parlato, eppure la corrispondenza era già avviata! Voi avete sicuramente raggiunto l'accordo con lo Stato, ma di questo debito e di quest'ulteriore richiesta non avete mai parlato in questo Consiglio regionale! Contemporaneamente abbiamo messo in campo una serie d'iniziative con l'azienda U.S.L. per ridurre le liste di attesa. Abbiamo chiesto ai dirigenti medici di lavorare di più e abbiamo finanziato con 500.000 euro le risorse aggiuntive regionali. Inoltre si sono istituite convenzioni con le istituzioni pubbliche, - l'ha già detto il collega Peinetti - con il privato accreditato e con agenzie specializzate. Infine si è prodotta una riorganizzazione e razionalizzazione di tutte le agende e si è ricostituito l'osservatorio regionale delle liste d'attesa, proprio quell'osservatorio che ha dato i dati in conferenza stampa. I dati sono ovviamente di estrema soddisfazione, perché se nel 2017 avevamo 18 strutture in alta criticità, oggi ne abbiamo 9, una riduzione del 50%. Se avevamo 9 strutture in ambito media criticità, oggi ne abbiamo 5. Quindi ne deriva che le strutture che non hanno criticità passano da 11 a 24. Questi sono dati pubblicati e che quindi vanno presi seriamente in considerazione, perché sono dati dell'osservatorio regionale delle liste d'attesa. Non siamo andati in conferenza stampa, l'ho già detto in apertura, nascondendo o sottacendo le criticità. Abbiamo chiaramente fatto vedere queste slide che evidenziano le criticità determinate da mancanza di medici e da medici che ritornano a casa e sono le quattro che ho evidenziato.
A quella conferenza stampa abbiamo avuto la presenza di Consiglieri dell'opposizione e mi ha fatto veramente molto piacere che questo ha fatto capire che c'è la volontà anche di entrare nel vivo delle tematiche. Ma entrando nella logica della carenza dei medici abbiamo messo anche lì in campo tutta una serie di energie fino alla modifica di protocolli per la presa in carico e per rendere attrattiva la sanità. Si è incrementato da quattro a otto il numero di borse di studio... mi dà il tempo?
Presidente - Le do un minuto per concludere.
Baccega (UV) - No, del secondo intervento.
Presidente - Prenda il tempo del secondo intervento. Prego allora.
Baccega (UV) - Dicevo, si è incrementato da quattro a otto il numero di borse di studio per i contratti aggiuntivi nelle scuole di specializzazione. Si sono avviate le procedure per giungere all'espletamento di 11 concorsi per 21 posti per dirigenti sanitari, medici appartenenti alle varie aree della sanità, concorsi che saranno espletati nel 2019. Questo è l'indirizzo preciso che è stato dato all'azienda U.S.L. Si sta ovviamente facendo una ricerca nelle graduatorie in essere, nelle A.U.S.L. delle regioni limitrofe, perché sicuramente l'estate, con le vacanze, potrebbe metterci in difficoltà e quindi potrebbe verificarsi un'emergenza estiva. Ma stiamo cercando di fare campagna acquisti. Come sapete, anche le altre regioni vivono una drammaticità peggiore della nostra relativamente alla carenza di medici. Parlando delle strutture vicine, qualcuno prima parlava di Ivrea. Voglio ricordare che la Torino 4 chiude con 28 milioni di perdita e questo non succede in Valle d'Aosta. Siamo inoltre riusciti a ottenere dall'Università della Valle d'Aosta, che ringrazio pubblicamente, una seconda classe per la scuola di formazione manageriale per dirigenti, necessaria per il conseguimento della certificazione per la direzione sanitaria e per la direzione in struttura complessa, così tutti e 53 i richiedenti saranno soddisfatti.
Abbiamo percorso la Valle d'Aosta per verificare le strutture socioassistenziali, per valutarne lo stato di manutenzione di messa a norma. Abbiamo accertato la conclusione dei lavori della nuova struttura di Morgex e predisposto il capitolato per gli arredi e per le attrezzature. Stessa cosa abbiamo fatto per l'ampliamento della struttura di Perloz, perché dobbiamo guardare al futuro. S'invecchia sempre di più, sempre di più c'è un'esigenza di gestione degli anziani. Si sono svolti diversi confronti con il Comune di Aosta e con l'azienda per valutare l'occupazione degli spazi della struttura polivalente di Brocherel ad Aosta e per completare un nuovo accordo di programma. Anche lì ci saranno importanti novità nel prossimo futuro.
Abbiamo prorogato al 31 dicembre 2020, quindi l'anno prossimo, il termine per la richiesta di autorizzazione da parte delle strutture socioassistenziali per anziani, al fine di consentire all'Unité di avere i tempi necessari per l'adeguamento. Lo sapete bene, l'ho detto in questo Consiglio, l'obiettivo fondamentale principale è riportare la psichiatria in ambito ospedaliero; in questo percorso abbiamo anche avviato i confronti per approfondire la legge per la formazione di un'azienda regionale per i servizi alla persona, agli anziani e ai disabili. Questo con l'Unité des Communes e con il Comune di Aosta. Una legge di questa portata, colleghi, necessita tempi di valutazione significativi e importanti sia dal punto di vista legislativo sia dal punto di vista giuslavoristico e sia dal punto di vista dei sindacati. Il confronto sarà serrato e non saranno sufficienti di certo sei mesi, ci vorrà almeno ancora un anno per definire e per dare chiarezza rispetto a un percorso che, se si vorrà fare, sarà un percorso estremamente complicato e difficile, ma che potrebbe anche arrivare a delle valutazioni positive. Ma non c'è nessuno studio che dica i pro e i contro di questo passaggio. Si sta lavorando in questa direzione. Si sono completate le attività per la realizzazione dei servizi di prenotazione on-line attraverso il fascicolo sanitario elettronico. Come diceva la collega Certan, è stato istituito l'organismo tecnicamente accreditante che trova sede nell'ambito dell'Arpa. Ma veniamo al tema dolente, perché si può fare sanità, si può fare bene sanità, ma c'è bisogno di risorse. Le risorse per gli investimenti che la vostra maggioranza ha stralciato le abbiamo finanziate ulteriormente nella legge Quadro del 2019, ulteriori 6 milioni e 300.000 euro. Tutto questo per adeguamenti normativi delle strutture e per la sostituzione di apparecchiature. Strano, voi togliete le risorse economiche, poi predisponete delle interrogazioni per sollecitare l'acquisto di beni strumentali. La parte investimenti nel 2019, nel planning quindi, prevede 10.449.000 euro, tenuto conto che nel 2018 erano poco meno della metà. Ma anche la parte corrente nel 2019 ha avuto maggiori risorse: 255 milioni rispetto a 247 del 2017 e così via. Abbiamo incrementato le RAR (risorse aggiuntive regionali), questo l'ho già detto. Ma questi sono dati, non sono invenzioni dell'Assessore che deve essere rimosso!
Io credo che "inadeguatezza delle attrezzature" sia forte come termine. È normale che le attrezzature nel tempo vadano cambiate, vadano migliorate, vadano sempre di più acquistate attrezzature dove c'è un'evoluzione straordinaria dal punto di vista tecnico, lo dimostra la nuova sala ibrida.
Vorrei anche porre l'attenzione su un aspetto fondamentale, questa mozione nasce fortemente dal punto di vista politico, perché sicuramente per voi era una grande opportunità: spesso riscontriamo che, anziché mettere al centro l'interesse dei Valdostani, o della sanità, a voi interessa tornare a gestire, a dare incarichi e a dominare. Lo ha dimostrato un consigliere della Lega. Faccio i distinguo: non tutti, c'è qualcuno che si differenzia notevolmente. Quando sostenevo che la variazione di bilancio in itinere conteneva le risorse per i Lea aggiuntivi e che questi prevedevano lo stanziamento di 60.000 euro per intervenire sulla patologia della fibromialgia, ebbene, il consigliere deridendomi disse: "Ma avete solo 17 voti, come fate a far passare la variazione?". Io risposi che avrei contato sul senso di responsabilità di altri componenti del Consiglio regionale sul tema della salute. Ad alcuni di voi non interessano assolutamente le persone, ad alcuni di voi interessano semplicemente i voti!
Parlando ancora dell'ospedale Umberto Parini - sì, c'è stata la delibera soltanto ieri -nel frattempo si è lavorato per arrivare ad accordi con coloro che faranno parte di questo, e sono certo che i sei mesi non partono da ieri ma avremo la valutazione dei costi-benefici molto prima di quanto previsto in delibera. Questi sono alcuni dei provvedimenti messi in campo. Sicuramente qualche problema c'è, ne abbiamo, non l'ho mai nascosto, ma fondamentalmente abbiamo, e lo hanno detto in molti negli interventi che si sono succeduti, una buona sanità. Una buona sanità che non spende 3.250 euro pro-capite, come indicato nella mozione, perché se finanziamo 250 milioni e siamo 126.000 anime, evidentemente la cifra si attesta intorno ai 2.000 euro come spesa pubblica per i Valdostani. Sulla speranza di vita media - l'abbiamo già detto - avete fatto ovviamente una correzione in corsa; va detto che comunque questo allarmismo sicuramente non l'accettiamo.
Mi avvio a concludere, gli altri dati sono stati forniti. Voi avete procurato, dal mio punto di vista, un bell'allarme sanità in Valle d'Aosta. Ho una replica di 15 minuti.
Dalle ore 11:46 riassume la Presidenza il presidente Rini.
Rini (Presidente) - Vuole già usare la replica?
Baccega (UV) - Una parte di replica, grazie.
Presidente - Una parte. Prego.
Baccega (UV) - Quindi avete procurato un bell'allarme sanità in Valle d'Aosta, un procurato allarme fatto da chi siede nei banchi del Consiglio regionale e da parte di chi l'ha governata: è proprio una gran brutta pagina per la storia della Valle d'Aosta! Vi garantisco, ve l'assicuro, il dispiacere non è personale, ma è per quello che si è costruito e per quelle tante persone che hanno dimostrato il loro entusiasmo in questi mesi in cui sono stato alla guida dell'Assessorato alla sanità.
Gli interventi succedutisi hanno smentito in ogni punto la vostra mozione con dati e fatti. Le problematiche esistono, ci sono. Lo ha detto bene ieri la collega Minelli, è sufficiente ritrovarci in Commissione - e sono aperto a tutto il dialogo possibile e immaginabile - per confrontarci sulla sanità valdostana. Le idee le abbiamo chiare, ma le idee le svilupperemo dove? Abbiamo già trasmesso, laddove ci è stato richiesto, il testo del DEFR; testo che contiene ovviamente tutti i dati di prospettiva per i prossimi tre anni. Quello è il vero documento politico che mette in campo questa maggioranza e che vuole dare delle risposte efficaci ed efficienti alla collettività valdostana. Quindi un sistema sanitario non perfetto, che necessita di essere migliorato, e dove è necessario intervenire con i tempi dovuti. Comunico anche al collega Restano che il Documento di Economia e Finanza ritrova l'istituzione dell'osservatorio epidemiologico, come si era detto in maggioranza. Certi aspetti di questo dibattito... Mi avvio a concludere perché sennò rischio di andare oltre, probabilmente non sono riuscito per tempo a rispondere a tutte le considerazioni fatte oggi in aula. La porta dell'Assessorato alla sanità è aperta, è aperta a tutti coloro che vorranno contribuire e collaborare. C'è un gran lavoro da fare, lo stiamo facendo. Come avete visto, si sono avviate le procedure per andare nella direzione giusta, per ritornare a essere quella regione che dal punto di vista sanitario dava delle risposte di efficacia e di efficienza quasi al 100% delle strutture, ma ci sono state delle problematiche negli anni che vanno sicuramente valutate con attenzione. Mi dicono in ambito sindacale... Io i sindacati li vedo costantemente, c'è un rapporto molto fattivo. La stessa struttura dell'U.S.L., signori, quando si cambiano cinque assessori in due anni diventa complicato avere degli interlocutori. L'assunzione di responsabilità che chiedo a questo Consiglio - e ringrazio coloro che vorranno accettare questa scommessa di proseguire il percorso per una buona sanità - è dare continuità alla struttura e, per quanto riguarda il Commissario, saranno avviate le procedure per avere un direttore generale che sarà preso con gara, come prevede la legge.
Presidente - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Volevo soltanto rispondere a un paio di questioni visto che sono stato chiamato in causa dall'Assessore. Io avevo cercato di rappresentare i fatti sulla questione della rateizzazione, mi spiace se è stato interpretato male. Sugli 89 anni - forse è la nuova prospettiva di vita che è stata aggiunta -nessuno si auspicava 89 anni di rateizzazione.
Soprattutto sul discorso, è vero, che le ha scritto il MEF: io ho infatti parlato di camera di compensazione. Qualcuno quei soldi dal '97 in avanti li ha dovuti dare alle Regioni e giustamente li chiede indietro, ma il titolare del debito restano sempre le Regioni. Quindi da chi ha anche occupato il dicastero alle finanze sinceramente mi aspettavo un po' più di correttezza e soprattutto riguardo anche alla generazione della mobilità sanitaria: si guardi un po' intorno, perché non l'abbiamo generata noi. Ma voi siete lì da tanto tempo e qualcosa ne sapevate, senza la necessità di avere le lettere del MEF o di chicchessia, perché questa mobilità sanitaria qualcuno l'ha generata e non si chiama Aggravi o neanche Spelgatti o chi è appena arrivato da qualche tempo, perché qualcuno è lì da molto più tempo e forse gli 89 anni sono l'auspicio che lei si dà ancora per occupare quella poltrona. Io glielo auspico, così almeno i sindacati e chicchessia non si lamenteranno di cambiare continuamente assessore!
Per quanto riguarda gli investimenti, da ex e modernissimo assessore alle finanze, la guardo con simpatia, perché tutti gli assessori che in sede di bilancio si trovano con dei tagli giustamente ne lamentano la colpa a chi gestisce il bilancio. Dire che la giunta precedente ha tagliato gli investimenti e che voi ne avete aggiunti... Se avete aggiunto degli investimenti è perché qualcuno ha portato a casa delle risorse! Sul taglio degli investimenti è sempre facile dire che si hanno poche risorse. Spesso le risorse dovrebbero essere gestite e non dovrebbero essere gestite male.
In conclusione - perché abbiamo parlato fin troppo... - apprezzo anche il suo invito finale sulla scommessa. È vero, penso che sia proprio una scommessa. Visto che qualcuno di scommesse se ne intende, spero che prima o poi vinca!
Presidente - Siamo ancora in discussione generale. La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Grazie all'Assessore, che ha provato a riprendere i contenuti della mozione di sfiducia. Una breve premessa - abbia pazienza, Assessore - mi riferisco all'interpretazione su quanto detto in precedenza in occasione delle dimissioni del collega Restano: quell'invito, quella mia convinzione riferita al collega Bertin... Lui ha capito benissimo quello che dicevo, collega Vesan! Ha capito benissimo. Forse non ha interpretato bene lei, ma il collega Bertin ha capito bene. Ho avuto la fortuna di passare un periodo assieme e so dell'intelligenza politica del collega Bertin. Gli ho semplicemente detto che, vista la sua esperienza e la sua capacità di analisi politica, non avrebbe mai creduto in quel programma di fantasia. Concordo con lei sul dire che non si può pensare che il collega Baccega in sei mesi possa aver risolto i problemi della sanità; le dico i motivi per cui ho firmato questa mozione: l'ho firmata perché in questa mozione di fatto noi bocciamo almeno sei anni della sanità, gli ultimi sei anni della sanità e del welfare della Valle d'Aosta. Su quel tavolo di Giunta ci sono gli ultimi sei anni della sanità e del welfare. Ci sono quattro assessori, tra assessori o ex assessori o assessori in carica più il Presidente, che hanno ricoperto questo posto assolutamente delicato. Probabilmente l'assessore Baccega è l'ultimo della catena, nel senso che obiettivamente stiamo parlando di almeno sei anni di difficoltà della sanità valdostana. Per quello che riguarda la sanità, assessore Baccega, non è che si metta sotto accusa un sistema. La mia convinzione è che il sistema sia vittima, Assessore! Nel senso che la sanità in questo momento si regge grazie all'abnegazione del personale, dei medici, del comparto del personale, infermieri e quant'altro, Oss. È difficile anche per loro continuare a fare i sacrifici quando le scelte politiche sono assenti, se non dannose. In questo momento io mi limito, per quello che riguarda la sanità, a dire qual è il sentore, perché penso che ognuno di noi riceva telefonate di cittadini veramente esasperati perché o non ricevono risposte o ricevono risposte che, a volte, prendono tempo; però tutti o la gran parte dicono: "ho trovato del personale corretto, onesto, che a volte si trova in difficoltà nel dare questi tipi di risposte". Quel tipo di risposte è frutto di scelte politiche, Assessore. È frutto di scelte politiche! Quando io dico che bocciamo sei anni di sanità e welfare glielo dico in tutta sincerità, soprattutto riferito alle scelte economiche.
Guardo il presidente Fosson. Mi ricordo quando all'epoca il presidente Rollandin le tagliò una ventina di milioni di bilancio. Mi ricordo anche che intervenne in commissione: "Come pensa di poter continuare a gestire la sanità e il welfare con 20 milioni in meno?". Si ricorda cosa mi rispose? -"Ma io sono d'accordo con il presidente Rollandin, me li darà in assestamento di bilancio". Non li ha visti in assestamento di bilancio! Per cui, per carità, io dico che ogni tanto fidarsi è bene, ma fino a un certo punto. Questo comunque è frutto di scelte politiche, come è frutto di scelte politiche il fatto che in due anni... per quel che riguarda la stragrande maggioranza, è frutto di scelte di gente che siede ancora su quei banchi di governo. Per pagare il welfare valdostano si portò via... Si misero le mani - unico caso in Italia - su 50 milioni di avanzo di amministrazione degli enti locali! Ci dimentichiamo che è successo? È successo negli ultimi sei anni. 50 milioni di avanzi di amministrazione tolti all'investimento degli enti locali per garantire il funzionamento della sanità e del welfare, pardon, non della sanità. Ricordo anche - e mi dispiace, Assessore - che se sulla sanità ha provato a dare delle risposte, io penso che sul welfare veramente non sappia neanche da che parte cominciare, e mi dispiace dirglielo. Lei non può dirmi che per quello che riguarda la nuova legge sul welfare si necessiti di tempi di valutazione di almeno un anno. Mi dispiace, ma probabilmente dovrebbe chiedere a qualcuno dei suoi ex colleghi, ex assessori, perché la riforma del welfare, compreso un accordo con i sindacati, fu annunciata in conferenza stampa nel dicembre 2016. Per cui se dal dicembre 2016 oggi si necessita ancora di un anno di approfondimento, mi dispiace, ma probabilmente quello è uno dei settori che lei ha dimenticato!
Torno a quanto dissi a suo tempo all'allora assessore Fosson; il presidente Fosson può confermarlo, gli dissi: "lei non è solo assessore alla sanità, e anche assessore al welfare!".
Lei del welfare veramente non ha neanche iniziato a occuparsi. Lei non può dirmi che risolverà il problema risolvendo il problema del Comune di Aosta. C'è un settore che sta aspettando di essere riorganizzato. Non voglio prolungarmi oltre, perché penso che quanto detto riguardo alla sanità è già stato illustrato in maniera assolutamente esaustiva. Quando lei ha ricordato il discorso del MEF - vale a dire la mobilità -è stato corretto nel dire che risale agli anni 2000 e che non riguardavano né lei né noi assolutamente... io mi stupisco che chi c'era all'epoca non sapesse che erano comunque delle somme dovute queste. Poi che siano state regolarizzate su questa finanziaria... Probabilmente qualcuno l'ha messa con le spalle al muro. Mi dispiace di una cosa: si dice che l'obbligo di tagliare i fondi riguardo al settore sanitario e sociale derivasse da quello che lei ha chiamato il contributo per il risanamento della finanza pubblica. Sicuramente è uno dei motivi. È stato una vessazione per la Valle d'Aosta e su questo siamo tutti d'accordo. Sono battaglie comuni che abbiamo portato avanti. Ma ricordo che le regole per quello che riguardava il contributo della Valle d'Aosta al risanamento della finanza pubblica, ahimè, quando lei era al governo su altre sedie o quando c'erano illustri collaboratori non sono state mai risolte con lo Stato italiano, nel senso che malgrado le pressioni o gli annunciati tavoli, probabilmente a Roma a quel tavolo la Valle d'Aosta non si è mai seduta, non ha mai portato a casa un risultato, che fosse uno, legato al risanamento della finanza pubblica. L'unico caso... noi siamo l'unica delle autonomie speciali che non avesse un accordo e, nostro malgrado, in un breve lasso di tempo la giunta Spelgatti questo accordo lo ha portato a casa. Le voglio ricordare che c'è sempre un passaggio che non ricordate mai, vale a dire che quando siete stati obbligati a fare la verifica dei residui attivi e passivi avete chiuso con oltre 290 milioni di deficit, che ha comportato per quattro anni il non utilizzo dell'avanzo di amministrazione. Queste sono regole che abbiamo ereditato grazie a una gestione quantomeno fantasiosa della finanza pubblica. Per cui non addossiamo ad altri le responsabilità! La sanità e il welfare in questo momento sono in assoluta difficoltà. Che lei in sei mesi non avrebbe potuto sicuramente probabilmente cambiare le sorti... per carità! Ma che lei ci dica che deve ancora iniziare a pensarci o addirittura che lei annunci che il settore è in buona salute... beh, non è in buona salute! C'è tanto da fare e io ritengo che i motivi per cui lei debba dare un segnale sia proprio questo. Almeno per quello che riguarda la mia analisi sul discorso del welfare, lei non ha neanche cominciato a occuparsene.
Termino sulla questione di chi afferma che questa è una mozione di sfiducia politica. Le mozioni di sfiducia sono sicuramente motivate, ma sono sempre mozioni di sfiducia politiche, su questo non c'è ombra di dubbio. Ma è come esattamente per il fatto di chi voterà a favore o chi si asterrà: sarà sempre una decisione politica, per chiunque in questo momento possa avere ogni tipo di argomentazione... La gente ha già capito! Noi possiamo dire quello che vogliamo qua dentro. La gente ha già capito i motivi per cui comunque qualcuno o probabilmente si asterrà oppure magari voterà a favore. Ma io dico che è corretto che chi ha fiducia nelle scelte e in questo percorso virtuoso dell'Assessore della sanità valdostana voti a favore, ma chi per anni ha presentato in quest'aula iniziative in cui si mettono in discussione le scelte anche politiche, perché poi potremo parlare di promozioni, di primariati... Possiamo parlare di quello che vogliamo, ma quella è politica. Chi lo mette in discussione io penso che non possa che prendere atto che l'esperienza dell'assessore Baccega - nulla di personale -mette il de profundis su una sanità e un welfare che non sono all'altezza dei Valdostani.
Présidente - A demandé la parole le collègue Vesan.
Vesan (M5S) - Approfitto subito per rispondere al collega Gerandin che mi ha chiamato in causa. Sono certo che lui conoscesse l'intelligenza politica del collega Bertin e che Bertin abbia capito perfettamente il suo messaggio. Al tempo stesso vorrei ribadire che non era ironico il mio tono. Io stesso le riconosco una certa intelligenza politica e una grossa preparazione sull'argomento, quindi speravo che non l'avrebbe risolta in questa maniera divertente, dicendomi che in questa mozione, nella quale non ho visto da nessuna parte un'accusa nei confronti degli assessori degli ultimi sei anni... da questo suo intervento mi pare di capire che l'ultimo assessore buono alla sanità sia stato l'attuale senatore Lanièce. Peccato averlo fatto andare al Senato quando avremmo potuto sfruttare queste sue grandi capacità di ultimo vero assessore alla sanità della Valle d'Aosta!
Sulla scorta di questo, lei dice "premesse condivisibili o non condivisibili". Noi abbiamo discusso sul metodo, se vogliamo, di questa mozione, perché le premesse chiariscono le motivazioni per cui uno chiede una cosa piuttosto che un'altra. In quest'aula abbiamo sentito i proponenti della mozione che hanno continuamente richiamato all'ordine più che le incapacità specifiche dell'assessore Baccega - che abbiamo visto che invece si risolvono in una critica globale riferita agli ultimi sei anni - come un... non so, come se, più che nei confronti del collega Baccega, fosse indirizzata una mozione di sfiducia nei confronti della rimanente parte della minoranza, rimanente parte della minoranza che nella predisposizione di questa mozione non è stata assolutamente interessata in nessuna maniera: nessuno ci ha chiesto di firmarla, di condividerla, di parteciparvi.
Vi garantiamo che - vista la nostra disponibilità nel predisporre atti fatti al meglio dopo le accuse che abbiamo ricevuto proprio da un vostro componente fin dalla nostra prima mozione - noi saremmo stati disponibili a darvi una mano a motivarla meglio e anche a capire, una volta arrivati in aula, effettivamente quello che volevate dire, cioè che questa è una mozione di sfiducia nei confronti della sanità valdostana in genere degli ultimi sei anni. Però sugli ultimi sei anni, mi spiace collega Gerandin, ma lei la verginità l'ha persa! È inutile che indichi da questa parte tutti gli altri assessori alla sanità, perché fra questi assessore alla sanità ci sono anche quelli che hanno avuto la sua fiducia e la sua complicità all'interno della giunta. Quindi è più difficile dire: "No, questa è una mozione che ho fatto negli ultimi sei anni salvo cinque mesi". Probabilmente non avremmo collaborato nella predisposizione di questa premessa perché ci avrebbe lasciato un po' perplessi. Adesso se vogliamo ripresentarci, ritararla e dire che questa è invece sicuramente un'azione politica... sì, siccome è un'azione politica, praticamente come tutte quelle che facciamo qui dentro, però si può fare buona politica e cattiva politica. Se noi facciamo una mozione nel merito finalizzata a ottenere una sanità migliore per la Valle d'Aosta noi crediamo che sia buona politica e che quindi valga la pena di farla. Se noi facciamo una mozione di sfiducia raffazzonata - consentitemelo visto cosa è venuto fuori dai dati che sono stati messi dentro - in questa maniera, discutiamo non tanto contro la maggioranza, ma contro i colleghi dell'opposizione che non abbiamo coinvolto in nessuna maniera... beh, questa secondo me non è buona politica, questi sono giochetti per dimostrare, anche di fronte ai propri sostenitori e al pubblico, che si è più furbi degli altri. Almeno abbiate il pudore di non dire che lo fate per i poveri malati valdostani. Solo questo.
Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste? La discussione generale è chiusa. In replica o dichiarazione di voto? Per dichiarazione di voto, la parola al collega Peinetti.
Peinetti (UV) - Credo di avere cinque minuti. Voglio ringraziare l'Assessore per tutto quello che ha detto, perché ha dimostrato che la mozione è irricevibile anche solo per quello che ha fatto. Uno può non essere d'accordo e i banchi dell'opposizione saranno legittimati a non essere d'accordo, ma aver fatto quello che ha fatto in sei mesi è sicuramente assolutamente rimarchevole. Un dato solo voglio citare, quello delle borse di studio: 8 borse di studio date a studenti valdostani, specie che si laureano in medicina, non era mai accaduto in questa regione, 8 borse di studio non era mai accaduto.
Voglio rispondere adesso il consigliere Gerandin. Credo che fosse vicepresidente della Giunta precedente, i 6 milioni sono stati tagliati, Aggravi lo ha anche detto prima. Sono stati tagliati gli investimenti. Noi avevamo discusso in collegio di direzione cosa fare di quei 6 milioni. Erano già stati allocati quei 6 milioni, dopodiché sono scomparsi e sono riapparsi adesso! Allora non è che si può dire che uno è bravo quando fa le robe e l'altro è solo cattivo. Qui si fa giustamente politica, però 6 milioni sono stati tolti da un bilancio e sono stati messi adesso, bisogna dirlo, bisogna riconoscerlo! Non è che si può non dire, anche questo va detto.
Io ho l'impressione che poi, alla fine, uno può cercare di dire qualsiasi cosa, può cercare di fare qualsiasi cosa, ma credo che ognuno di noi resterà delle proprie idee, anche perché anche a confutare i dati viene detto: "Ma tanto noi continuiamo a pensarla così". Va bene, allora non ci sono alternative. Ognuno la pensi come crede.
Io credo che parlare di speranza di vita a 65 anni sia un errore grossolano. Prima sono stato molto soft, però credo che quando uno scrive una mozione di sfiducia almeno per dati così sensibili uno dovrebbe quantomeno confrontarsi, perché questa mozione è andata ovunque, è stata pubblicata! Dire che i Valdostani hanno una vita media di 65 anni è un'idiozia totale. Scusate, è assoluta! Questo non si può fare. Non si può fare.
Dopodiché... Intanto si continua con il solito discorso. Credo sia già la seconda volta che sono stato minacciato della Procura di robe del genere. Io sono qua, non ho problemi, non ho niente da nascondere. Nessuno di noi ha niente da nascondere.
Dopodiché si continua a dire: "Non è colpa di quelli che ci lavorano". Sono stati massacrati quelli che ci lavorano nella sanità. È stato detto chiaramente che la sanità fa schifo. Il termine "catastrofe", è stato utilizzato. Come si fa a dire che la colpa è anche di quelli che non ci lavorano? Certo, sarà tutta colpa mia o io ero uno dei maggiori responsabili, come aveva detto all'inizio il consigliere Sammaritani Io mi sento responsabile, come sono responsabili tutti i miei colleghi, tutti quelli che lavorano tutti i giorni lì dentro: infermieri, medici, tecnici, OSS e quant'altro.
Ma non si può dire che tutto fa schifo, dicendo: "No, però quelli che ci lavorano no, quelli sono bravi, non è colpa loro". Certo, se fa schifo sarà anche colpa nostra. Sarà anche colpa loro, di tutti quelli che ci lavorano. Allora sappiano tutti quelli che ci lavorano che fanno schifo. Gli è stato detto chiaramente in questo Consiglio regionale più di una volta. Francamente mi sono un po' stufato di sentire dire che fanno schifo e che c'è una catastrofe. Riguardatevi i dati, dopodiché ne riparleremo.
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola alla collega Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Tanto per incominciare, non siamo stati noi a fare del disfattismo sulla sanità, ma sono i dati ufficiali, forniti dalla sanità stessa e che sono reperibili anche chiaramente sul sito del Ministero. Il fatto di rendere pubblici e leggere i dati della sanità valdostana è stato soltanto un atto dovuto nei confronti dei Valdostani. Non siamo noi a fare del disfattismo, ma sono i dati che parlano.
In secondo luogo, volete sapere qual è l'unica soluzione ai problemi della sanità? È togliere, un giorno, la politica dalla sanità. Se la sanità si trova in questa situazione catastrofica è perché la politica - come ha fatto nel casinò, come ha fatto in tutte le partecipate che non funzionano - ha utilizzato la sanità come serbatoio di voti e per costruire i propri potentati.
Noi arriviamo dal privato, abbiamo una mentalità manageriale che deriva dal privato, per cui la prima cosa da cui noi partiamo quando dobbiamo analizzare una situazione è semplicemente incominciare a guardare i dati e soprattutto poi dare a chi di dovere, che ha le competenze necessarie per poter avere un'ottica e una visione complessiva globale di cosa c'è che funziona e di cosa c'è che non funziona, sulla base di dati oggettivi, e quindi può decidere, insieme alla politica - che, chiaramente, deve studiare questi dati - in quale direzione si debba andare.
Invece qua ha sempre funzionato tutto che all'interno della sanità si guarda a chi comanda in quel momento perché ha le spalle coperte dalla politica, alle amicizie e a chi sono gli amici degli amici. Questa è la causa, è la disfatta della sanità valdostana. Questa è la causa principale della fuga dei medici e della fuga degli operatori e del malcontento all'interno dell'ambiente lavorativo. Di questo bisognerà prendere atto. E poi, assessore Baccega, lei si è lamentato dei controlli degli inquirenti, fatti da quando lei è assessore, e della differenza di approccio rispetto a quando c'eravamo noi. Uno dei primi atti, una delle mie prime dichiarazioni è stata che volevo che tutta la Regione diventasse assolutamente trasparente e quindi invocavo l'intervento degli inquirenti e della magistratura per verificare tutto ciò che non fosse corretto, quello che non fosse stato fatto correttamente eventualmente da noi, nel momento in cui non si ha nulla da nascondere...
Presidente - Collega, si attenga al tema.
Spelgatti (LEGA VDA) - Mi attengo al tema.
Presidente - No, invocare la magistratura o mettere in bocca all'Assessore cose che non ha detto in quest'aula non credo che sia corretto.
Spelgatti (LEGA VDA) - L'assessore ha detto che si lamentava...
Presidente - Avrà modo poi di fare un fatto personale e di precisare. Non ha detto questo l'Assessore in quest'aula.
Spelgatti (LEGA VDA) - L'ha detto in quest'aula. Ha detto...
Presidente - L'Assessore avrà modo poi di replicare. Si attenga alla dichiarazione di voto.
Spelgatti (LEGA VDA) - "Quanti accessi sono stati fatti sotto l'assessore precedente, della precedente Giunta, e quanti sono quelli attuali". Ma dov'è il problema? Nel momento in cui dirigo e governo qualche cosa, io sono solo contenta del fatto di poter rendere tutto assolutamente trasparente e che il mio operato come assessore, come presidente o qualsiasi cosa venga verificato e controllato. Dov'è il problema, scusate? Dov'è il problema? Se chiaramente è fatto tutto a regola d'arte, che questo non significa non sbagliare, perché chi governa sbaglia... partiamo da questo presupposto; ma quando uno è in buona fede potrà giustificare le proprie scelte, anche se chiaramente poi si può assolutamente sbagliare, ma uno non deve averne paura a priori, no?
Quindi è il cambiamento di metodo che deve essere fatto. Fino a quando la politica sarà alla base di tutte le scelte della sanità, fino a quando le cariche apicali verranno nominate in barba alla legge anticorruzione senza verificare, senza fare delle procedure aperte, senza verificare i curricula, ma sempre solo ed esclusivamente sulla base di simpatie o antipatie o comunque di scelte non giustificate dei dati, questo sarà un problema.
Presidente - Per fatto personale. Assessore Baccega, prego.
Baccega (UV) - Collega Spelgatti, non ho assolutamente usato il termine "inquirenti". Ho detto semplicemente che il mio assessorato è stato attenzionato da atti ispettivi, che sono atti ispettivi del Consiglio regionale; riguardano le interpellanze, le emozioni, le interrogazioni, le question time. Torni a fare l'avvocato, collega Spelgatti.
Presidente - Grazie per la precisazione, che ho cercato di fare prima. Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il collega Marquis.
Marquis (SA) - Non sono intervenuto in discussione generale, ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi e in dichiarazione di voto voglio fare alcune considerazioni che credo che siano doverose. Piena solidarietà all'Assessore su questa iniziativa. Devo dire che è un'iniziativa mal posta, a mio avviso, perché - così com'è stato evidenziato anche da altri colleghi dell'opposizione, che sono stati duri nei toni a riguardo del giudizio, se vogliamo, ma nel merito della materia -credo che si evinca chiaramente, che tutti possano capire che è solo un giochino. È stata presentata per vedere se si poteva fare dimettere l'assessore Baccega, poco interessava discutere invece della sanità valdostana. Io credo che questo sia un tema che si poteva anche affrontare in modo molto diverso se gli si voleva dare un taglio costruttivo. È un tema sensibile, un tema d'interesse per la comunità valdostana, ma sicuramente va affrontato con maggiore responsabilità. Io sono fiero di essere Valdostano, di vivere in Valle d'Aosta e anche della qualità dei servizi che ci sono nella nostra valle. Dire che tutto fa schifo, che tutto è una catastrofe, trovo che sia vergognoso e irrispettoso rispetto alla nostra regione, rispetto al raffronto con le altre realtà. Non so se a voi sarà mai capitato di andare a visitare un ospedale fuori valle o avete la fortuna, siccome magari avete delle dichiarazioni dei redditi molto alte, di poter andare privatamente, quindi di non vivere l'esperienza che vivono tutti i comuni mortali. Io credo che ci siano dei servizi di qualità, seppure ci siano delle criticità, come nessuno ha negato. È un settore complicato da gestire, è un settore che ha avuto minori risorse a disposizione rispetto al passato. È un settore che si deve riorganizzare, è un'attività in Valle d'Aosta più difficile che in altre realtà per le nostre peculiarità di piccola regione di montagna, che porta difficile anche la specializzazione, l'adeguamento, l'evoluzione, i problemi di attrattività che sono stati evidenziati da tutti. Sono tutti temi oggetto di approfondimento. Ma non possiamo dire che tutto fa schifo, perché questo crea disinformazione, crea diseducazione, voler tutto trasformare in un film poliziesco, "Andiamo alla Procura, chiamiamo la Magistratura". Ma impariamo a fare politica! I Valdostani hanno bisogno di politica buona, di politica costruttiva, non di chi viene qui dentro a screditare tutto e tutti.
Io credo che ciascuno debba essere chiamato alla sua responsabilità, perché se dovete chiamare la Procura chiamatela giù a Roma. Io non so quale concorso abbia fatto Arata in questi giorni. Ma vi rendete conto che ogni giorno ve ne arrestano uno? Non so se vi rendiate conto. Venite qui a distribuire patenti a tutti i Valdostani. Io credo che ognuno debba cominciare a lavorare con serietà e con onestà, ma non fare delle basse speculazioni, guardi che i delinquenti ci sono in tutte le case e credo che in questi giorni vediamo quanti ce ne sono in giro per l'Italia.
Noi fino ad adesso abbiamo cercato di fare meglio, con tutti i nostri limiti, con tutte le nostre possibilità, con tutte le difficoltà del caso. Se vogliamo dare un contributo serio alla Valle d'Aosta diamolo tutti insieme, ma diamolo in modo costruttivo, evidenziamo le criticità, troviamo delle soluzioni. La Valle d'Aosta ha bisogno del cambiamento, non del cambiavento!
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Sembra quasi un giochino, ma ogni volta mi capita d'intervenire dopo il collega Marquis, che fuori da quest'aula o nei discorsi, così, fa il disinteressato... Mi sembra ogni tanto una persona che assiste al crollo di un mondo in maniera distaccata dicendo: "Era inevitabile". Poi si scalda però su alcuni argomenti, ad esempio su CVA ci ha stupito in maniera straordinaria con il suo spadone fiammeggiante, facendo lo strenuo difensore della libertà e del possesso delle acque pubbliche per i Valdostani.
Sono lieto, collega Marquis, che lei abbia fatto riferimento agli arresti. Sono certo che lei avrà portato i suoi saluti al collega che sosteneva la sua maggioranza in quest'aula e che magari ci ascolterà da altri luoghi e che quindi, appunto, come dire, non le fornisce un'aura di verginità spendibile all'interno di quest'aula, né così tutte le vicende giudiziarie che hanno coinvolto questo Consiglio e che probabilmente lo coinvolgeranno ancora nel futuro.
Ma venendo un pochino all'argomento in questione io sono lieto che in quest'aula abbiamo ascoltato in questi due giorni un intenso dibattito sulla sanità valdostana. Come ho avuto modo di dire più volte: "Il primo passo per la soluzione di un problema è l'ammissione del problema stesso". C'è una netta frattura con il mondo che dipinge il collega Marquis, un mondo dove, sì, c'è qualche criticità, ma guardate cosa succede dall'altra parte". È sempre uno spostare l'attenzione. È un po' come si fa, a volte coi bambini: "Sì, sì, ti sei fatto male, ma anche io, però guarda, ho un graffio". Ma non è che se qualcuno sta peggio di noi questo ci solleva dai problemi. Al contrario. Dovremmo essere dispiaciuti per i nostri problemi e anche per quelli degli altri. Non è che i problemi degli altri, come dire, sollevano i nostri. Sono state dette molte cose ed è stato detto in quest'aula che l'Assessore non mente, è stato detto dall'Assessore stesso. Le ho dimostrato, Assessore, nei fatti, che lei ha mentito in quest'aula relativamente alla trasmissione - ma questo è un piccolo esempio, ce ne sarebbero tanti altri - degli atti alle commissioni d'Invalidità di cui avremo ancora modo di parlare, per fortuna, in maniera approfondita. Lei ci ha detto oggi che lei parla spesso con i sindacati: è informato su tutto e non sapeva che i sindacati hanno minacciato uno sciopero nel settore della sanità! È talmente informato da cadere dal pero se uno dice una cosa così grave. Ma soprattutto, Assessore, lei ci ha fornito secondo me è uno splendido indizio di quello che sarà il futuro di questa maggioranza e di questo Consiglio. Lei ha detto - non lo feci con le parole che ha detto lei ovviamente, perché le piace romanzare -che quando io le chiesi in Commissione: "Come farete ad approvare la variazione di bilancio? Voi non avete i numeri ad oggi" e lei rispose... anzi, qualcuno mi rispose in Commissione: "Noi i numeri li abbiamo già". A questo punto guardo i colleghi dell'opposizione, di guardarmi negli occhi e dirmi effettivamente se qualcuno ha dato disponibilità alla maggioranza di votare la variazione di bilancio. Mi pare di non cogliere cenni di assenso, quindi direi che chi mi ha risposto in questa maniera, come dire, ha già detto un'altra falsità. Ma lei ci ha detto che farà appello al buon cuore e al buon senso di quest'aula.
Quindi noi abbiamo un governo regionale, un Consiglio che si appella al buon cuore delle persone e pietisce un voto sulla variazione di bilancio. Sarà evidente che chi voterà questa variazione non potrà dire: "Io non faccio parte della maggioranza". Ma di questo avremo ovviamente ancora modo di parlare ulteriormente. Chiudo dicendo... Il collega Marquis ci ha detto che il sistema Valle d'Aosta funziona, che è tutto a posto e che ci sono solo alcuni miglioramenti da fare. Io credo che i Valdostani abbiano dato un forte segnale su quelli che sono i miglioramenti e credo che l'aver sollevato questa criticità sulla sanità abbia anche evidenziato una carenza importante.
Mi rendo conto che si è parlato solo di sanità, non di politiche sociali. Collega Russo, le do perfettamente ragione, perché anche lì ci sarebbe un capitolo ampio, amplissimo da aprire. A maggior ragione questo giustifica un voto favorevole che la Lega fornirà, ovviamente in maniera assolutamente convinta, di sfiducia verso questo assessore.
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola alla collega Morelli.
Morelli (AV) - Colleghi, siamo seri, c'è qualcuno in quest'aula che in cuor suo pensi che questo dibattito sia servito o possa servire a risolvere anche un solo problema della sanità valdostana? Abbiamo discusso per ore. Ma voi pensate realmente che questo dibattito serva a risolvere anche un solo problema della sanità, di cui peraltro tutti siamo coscienti? L'assessore in primis. Perché non è che cambiando i ruoli si cambi opinione e i problemi spariscano. Siamo tutti coscienti dei problemi della sanità valdostana.
Lo scopo qui era tutt'altro! Questa mattina, in apertura di seduta, l'abile primo firmatario della mozione Cognetta ha reso palese qual era lo scopo, lo ha detto chiarissimo! Ieri si è reso conto che il tiro non era proprio preciso e quindi, come ogni buon cacciatore, oggi ha corretto leggermente per recuperare. Ci ha detto chiarissimo che l'obiettivo è prioritariamente evidenziare chi sta da una parte e chi sta dall'altra. Quindi tutto il dibattito che c'è stato, ahimè, si riduce a questo, tristemente. Questo mortifica il Consiglio regionale. Mortifica tutti i Consiglieri che si sono preparati per affrontare questa mozione, che sono entrati nel merito, che hanno approfondito i dati, che hanno cercato di portare il loro contributo. Ma non è così che si affrontano i problemi della sanità!
Se veramente vogliamo affrontare problemi della sanità, affrontiamoli in commissione, costruiamo dei dossier e poi dedichiamo loro una seduta del Consiglio regionale. È evidente che è strumentale e, come qualcuno ha ricordato, l'obiettivo questa volta era il collega Baccega. Ma poteva essere chiunque altro, perché lo scopo, ripeto, non era questo. Mi dispiace per i colleghi che hanno cercato di dare il loro contributo serio e costruttivo, ma qui l'obiettivo era proprio tutto un altro. Questa mozione è irricevibile ed è anche un po' vergognosa!
Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste di dichiarazione di voto? Per la replica, la parola al presidente Fosson.
Fosson (PNV-AC-FV) - Spero di non andare lungo, perché è chiaro che chi ha vissuto trent'anni in sanità ha una storia da difendere e anche delle conoscenze da difendere.
Se ci sono delle conoscenze strutturali... Mi permetto di replicare al fatto che si dica che qua si avanza per conoscenze: si sono sempre svolti dei concorsi con delle commissioni che venivano da fuori, con i membri sorteggiati. Mi fa piacere che lei rida, ma è così.
Possiamo parlare di sanità, finalmente. Forse l'unica nota positiva oggi è proprio che si possa, magari in modo improprio, andare a vedere quali sono i problemi della nostra sanità, aumentati negli ultimi anni, e come risolverli.
Certo, consigliera Spelgatti, quando lei grida: "è la peggiore sanità, quella che costa di più" dovrebbe, veramente, chiedere scusa di nuovo. Dovrebbe chiedere scusa a tutti coloro che lavorano lì, che stanno lì dal mattino alla sera, che fanno di tutto perché la sanità vada bene, perché l'ambito sanitario dipende ancora molto dalle persone, da come lavorino. Vede, il dire "va tutto male" non produce dei buoni effetti: pensi a chi è andato a farsi operare questa mattina o andrà domani, che ha sentito dire d'infezioni sanitarie non vere, perché non è vero! I dati sui piccoli numeri e sui piccoli ospedali sono dati molto variabili. Se andate a vedere i dati sui suicidi, che avete citato male, sono in aumento o in diminuzione a seconda che ci sia un caso in più o in meno, perché in Valle d'Aosta i numeri sono di questo tipo.
È una sanità che costa più delle altre, questo è vero. Questo perché il 25% dei costi in più è perché è una sanità di montagna. Andate a vedere gli studi di varie università italiane che lo dicono, ma soprattutto - mi consenta consigliere Sammaritani - se non si parla di decreto Balduzzi e di standard sanitari allora non si può parlare di costi. Perché se lei va a vedere il decreto 158 del 2012 che fissa gli standard della sanità allora capisce perché la nostra sanità costa di più. Negli standard c'è scritto che una neurochirurgia ci può essere per 800.000 abitanti, la chirurgia vascolare per 600.000 abitanti e così di seguito. Noi diamo dei servizi che non dovremmo dare, visti i nostri numeri. Se non si tiene conto di questo non si capisce nulla! La neurochirurgia non c'era una volta. Molti pazienti quando arrivavano per drenare un ematoma cerebrale alla neurochirurgia di Torino avevano già dei danni irreversibili. Certo, costa più che in altri posti avere una neurochirurgia, perché i numeri sono molto piccoli, ma si salvano delle persone. Se noi andiamo a vedere il decreto Balduzzi, che dice all'articolo tre che le regioni a statuto speciale possono, a proprie spese, istituire dei nuovi servizi senza oneri per lo Stato, allora non si capisce e non si vuole capire perché la nostra sanità costa di più. Perché dà molto di più delle altre. L'ospedale di Ivrea segue gli standard del decreto Balduzzi, però quando arriva un infartuato all'ospedale di Ivrea non c'è la possibilità di fare un'angioplastica in urgenza. Glielo dice uno che l'ha provato il venerdì sera. Alle undici arriva in ospedale, subito dopo mezzora gli fanno un'angioplastica, i primari. È fuori da tutti gli standard sanitari: noi non dovremmo avere un'angioplastica per 120.000 abitanti! Noi l'abbiamo voluta sostenendo che il cittadino valdostano aveva gli stessi diritti di essere curato di un cittadino che vive in una grande città, perché se c'è un'angioplastica primaria in urgenza le conseguenze per la sua salute sono completamente diverse. Ecco perché costa di più: perché non applichiamo gli standard organizzativi della sanità nazionale, a questo va aggiunto il fatto che siamo in una sanità di montagna, quindi con dei costi maggiori.
Le risorse sono state tagliate in questi anni. Lei, Gerandin, non racconta tutto. Non si ricorda che riguardo a quei 20 milioni che non mi hanno dato, ho presentato una lettera di dimissioni e, dopo la promessa di avere 20 milioni, che poi sono arrivati, io sono rientrato. I tagli dei costi, lo diceva bene l'assessore Bertschy: mentre nel 2013 si spendevano 285 milioni per la sanità valdostana, nel 2015-2016 il bilancio era di 232 milioni. Questo per i grandi tagli al nostro bilancio.
Vede, Aggravi, lei è sicuramente il più grande esperto di calcoli. È vero che il MEF ha sentenziato questo, però è anche vero che c'era un contenzioso in corso con il MEF. Speravamo, anche se era su altri piani regionali, che con quell'accordo sul pregresso ci fosse stata anche la cancellazione almeno dei crediti pregressi, tanto perché c'era in corso un contenzioso importante che poi non è stato rispettato. La sanità valdostana risente anche dei problemi della sanità nazionale, questo è evidente. Se mancano psichiatri non ne mancano solo in Valle d'Aosta. Se mancano dermatologi non ne mancano solo in Valle d'Aosta. Ci sono stati dei problemi di rapporti fra l'Università e la possibilità di mettere dei medici in formazione specialistica, perché i numeri sono riservati.
Allora la gente dove va? Io ritornerei sul discorso "poco attrattivi". C'è una realtà in Valle d'Aosta: il privato convenzionato non viene. Non viene perché? Perché i numeri sono troppo piccoli. È impossibile che si formi una clinica chirurgica per un'utenza di 120.000 abitanti. È impossibile che un medico possa accedere anche a degli interventi extramoenia, privati. E se mi permettete, da chi ha fatto per trent'anni il chirurgo, adesso che c'è lo sblocco delle assunzioni in Piemonte, per un chirurgo che viene assunto in Piemonte e che può accedere agli interventi in casa di cura la retribuzione mensile cambia radicalmente secondo la legge, perché è previsto dalla legge che chi fa delle attività intramoenia possa anche fare dell'attività privata in casa di cura.
Quindi assenza di privato, poca attrattività perché i medici da noi guadagnano poco o guadagnano meno di quanto guadagnano nelle regioni. Anche se adesso, come primo atto, si è proprio cercato di aumentare le risorse aggiuntive, perché almeno gli interventi pagati a 60 euro all'ora vengano fatti in attività non istituzionale.
Ci sono, questo bisogna riconoscerlo... bisogna ammettere che ci sono stati dei problemi generazionali, perché il pensionamento - o il decesso del primario di cardiologia per esempio - Il pensionamento di Teodoro Meloni in radiologia, di Edo Bottacchi in neurologia e di tanti altri ha portato sicuramente un problema di successione generazionale non semplice, non facile anche se, come è stato detto, tutti i concorsi sono fatti con commissioni sorteggiate, con membri nazionali.
C'è anche un problema generazionale dei medici di famiglia. Il territorio a noi sta molto a cuore, perché più del 50% dei medici di famiglia andrà in pensione nei prossimi anni. Ecco perché lì si sono messe più borse di studio rispetto agli anni precedenti, come più borse di studio sono state messe proprio per le specializzazioni.
Non si può dire che va tutto male, perché vengono forniti servizi di grande livello. Sicuramente un periodo di difficoltà c'è stato, si potrà, esaminandolo, superarlo.
Vede, collega Restano, lei mi dice che bisognava fare la modifica della legge 5. È tutto vero. Lei, che è un esperto, ce ne ha dato comunicazione. Se ci avesse dato una mano lavorando in V Commissione, come avevo chiesto più volte, forse certe cose sarebbero potute andare avanti. Ma ci sono degli errori quando lei dice che certi interventi di alta specializzazione devono essere fatti in centri specialistici, perché, in una regione limitrofa come la nostra, vuol dire portare via una grande attività dall'ospedale e penalizzarlo poi quando ci sono le urgenze. Non si fanno gli interventi sull'esofago, però poi quando ci arriva l'esofago perforato, se tu non hai mai operato un esofago, ti trovi in grossa difficoltà! Forse è meglio che il chirurgo che lavora in un ospedale a 100 chilometri dall'ospedale più vicino tenga a mente le capacità per fare tutti gli interventi, soprattutto perché certi interventi in urgenza lui li deve fare!
Il commissario, è vero, era una cosa che avevamo cercato di modificare. Però dal punto di vista legale è chiaro che il Consiglio di Stato, non entrando nel merito, ma soltanto sospendendo una sentenza, ci ha posto in difficoltà, per cui è stato richiesto di esprimersi sul merito proprio per risolvere questo problema.
La mobilità. È sempre stato nei nostri pensieri fare degli accordi con le regioni vicine, ma molte volte non è stato possibile. Speriamo che questa nuova amministrazione ci dia la possibilità: per esempio, per gli interventi di angioplastica primaria, che Ivrea non ha, invece di mandarli a Torino li mandino a noi.
Sul sociale... Io penso che sia giusto aver separato le due attività. In quasi tutta Italia l'assessore alla sanità non è assessore alle politiche sociali; separando i due settori, secondo me, sarà possibile dare più libertà, più potere, più capacità di risolvere i problemi a tutta la parte sociale, che ci sta molto a cuore. Su questo ha ragione la consigliera Russo quando dice "il piano sociosanitario". Certi avanzamenti in sanità non sono stati fatti negli ultimi tempi proprio per l'instabilità politica, proprio per quello che noi cerchiamo di contrastare adesso. Per fare un piano sanitario, glielo dico io che l'ho fatto nel 2008, ci vuole almeno un anno e mezzo, due anni.
Ci sarebbero tante altre cose da dire. Sicuramente un nuovo welfare va pensato. Il consigliere Gerandin se lo ricorda, per fare un nuovo welfare, una nuova organizzazione delle microcomunità, per esempio, bisogna fare degli accordi con le comunità montane, con i sindaci. Sono accordi che vanno portati avanti, ma ci vuole una stabilità politica.
Termino affermando che sicuramente la sanità e il sociale sono al centro della nostra attenzione nel nostro programma, metteremo più risorse e tutta la nostra attenzione perché la sanità valdostana ritorni a essere sanità d'eccellenza.
Io ringrazio comunque l'assessore Baccega che in questi mesi ha affrontato un problema difficile con grande determinazione e, posso dire, anche con grande confronto con tutti quelli che di sanità si erano occupati e con tutti i responsabili del settore, a cui dico grazie perché io, se dovessi farmi operare o farmi trattare, verrei ancora all'ospedale di Aosta, non in altri centri. Se questo è possibile e reale, è proprio perché la sanità valdostana non è così negativa, disastrosa, come qualcuno per questioni politiche, solo politiche, l'ha voluta riscrivere.
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Volevo ringraziare tutti i colleghi per essere intervenuti su questo punto all'ordine del giorno, su questa mozione. Vorrei fare un ringraziamento particolare al collega Peinetti perché, secondo me - non se ne abbia a male - penso che possa essere tranquillamente l'assessore ombra alla sanità. Non credo sia una cosa sbagliata poterglielo dire. Penso che sia un attestato di stima e di fiducia. Quindi se gli può dare una mano è meglio, anche nelle dichiarazioni.
Dopodiché, presidente Fosson, c'è qualche leggera inesattezza, in quello che ha detto. Mi sembra che qualche concorso truccato ci sia stato anche qui. Mi pare, giusto? Ecco, si è ricordato. Vede, mi fa piacere che si sia ricordato perché ci sarà... così dice il pubblico ministero, che era truccato, poi non so se era truccato davvero. Vediamo poi che cosa succederà; così come mi sembra di aver fatto diverse iniziative specificando... ce n'è una anche in quest'ordine del giorno nella quale si vede chiaramente che ci sono dei responsabili di reparto che hanno, come dire, dei curricula meno pesanti di persone che lavorano nello stesso reparto. Mi sembra che questi siano dei dati di fatto che però è meglio che ci dimentichiamo, lasciamo stare, non ne parliamo! Altra cosa divertente, che è successa negli anni, ma che mi sembra poco opportuno ricordare e che per anni ci sono state assunzioni di interinale fatte così... abbiamo parlato anche di questo, anche lì va bene, va tutto quanto bene!
La cosa più bella di tutto quanto questo ragionamento è che voi dite: "venite pure a parlare di quello che volete fare per sistemare la sanità.
Guardi, c'è molto poco da fare per sistemare la sanità. Bisogna innanzitutto cambiare la testa di chi decide. Tutto qui. Per il resto io credo che, al di là di questa manfrina - mi scusi collega - che ha cercato di coinvolgere anche operatori che non c'entravano assolutamente nulla con il discorso politico che stavamo facendo e che serve semplicemente per mettere uno scudo umano rispetto a quello che succede in quest'aula... e da questo punto di vista siete dei miserrimi, perché mettere di mezzo cose che non sono state dette è veramente da miserabili, secondo me e invece lo avete fatto! Questo per schernire un attacco che, invece, era del tutto politico e soprattutto per far vedere quello che poi succederà in quest'aula al momento del voto. L'altra cosa divertente del voto...vedremo anche chi sarà presente al voto!
Presidente - La parola, per dichiarazione di voto, al collega Mossa.
Mossa (M5S) - La mia dichiarazione di voto, oltre ovviamente alla dichiarazione, vuole essere un modo per chiarire una volta per tutte la nostra posizione, sia ai colleghi della maggioranza sia ai colleghi dell'opposizione, che a quanto pare ancora non hanno capito, e sia a chi ancora continua a scrivere nelle testate giornalistiche cose non veritiere. Abbiamo già detto più volte che questa maggioranza è, a nostro avviso, delegittimata: è stata eletta con i voti di Marco Sorbara, attualmente in stato di arresto per voto di scambio con associazioni mafiose, e con i voti di Rollandin, attualmente sospeso per la legge Severino, a causa di una condanna per corruzione a 4 anni e 6 mesi. Quindi, a nostro avviso, questa maggioranza è già illegittima dalla nascita. Fra una settimana entrerà in vigore la nuova legge elettorale che garantirà, finalmente, la segretezza del voto in Valle d'Aosta. Tanto più che adesso non avete neanche più i numeri, siete in 17, non siete neanche più in 18, quindi non siete neanche più la maggioranza. E, visto che nessuno in quest'aula ha mai accolto i nostri prerequisiti, nonostante li abbiamo proposti più volte in tutte le varie consultazioni che ci sono state da luglio a oggi, non c'è nessuna possibilità di collaborazione con nessuno dei gruppi politici presenti per costruire un accordo di governo condiviso e per mandare avanti qualcosa di costruttivo.
Quindi ogni occasione politica - che vada da sostituire un membro del Consiglio a una mozione, ma anche con motivazioni assurde come questa - è valida per far cadere questo governo e tornare al voto.
Mi auguro che la nostra posizione sia finalmente chiara e che non la dobbiamo nuovamente ribadire o che magari dobbiamo acquistare un pezzo di giornale per renderla pubblica, se questo è quello che vogliono.
Quindi noi voteremo a favore di questa mozione. Lo devo anche ripetere o lo avete capito? No? Meno male!
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Molto brevemente. Mi trovo a dover ribadire quanto già ampiamente dichiarato ieri in proposito, solo per essere certa che sia chiaro a tutti il significato del nostro voto, che è un voto di astensione. Non ci piace parlare dei problemi della sanità che sono innegabili e urgenti in questo modo strumentale, allo scopo di mettere in difficoltà questo governo perché, scusate, ma non è una scelta di finesse sparare sulla Croce Rossa. Mi scuso con tutti. Per quanto Baccega non sia l'assessore dei nostri sogni, per quanto noi pensiamo che tanto tanto lavoro resti da fare per dare piena dignità al comparto della sanità, quella dignità che tutti i cittadini valdostani meritano, non è così che noi intendiamo fare opposizione. Intendiamo continuare a fare opposizione bloccando con il nostro voto quei provvedimenti - che poi siano di maggioranza o di minoranza poco ci importa - che non condividiamo in coscienza e viceversa approvando tutte le iniziative che invece ci sembrano utili e intelligenti per la comunità valdostana.
La nostra astensione ora non è affatto un atto di responsabilità, ma è l'atteggiamento attivo di chi non vuole "stampellare" questo governo ma nemmeno decretarne la morte, magari per il contagio del virus leghista, che è letale.
Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento? Per dichiarazione di voto, la parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Sarò brevissimo. Ascolto sempre con attenzione il presidente Fosson. Devo davvero renderle atto che nell'occasione in cui le venne tagliato... ricordo quelle che erano le somme destinate alla sanità: nel 2013 erano 276 milioni e nel 2014 254. All'epoca disse anche che aveva battuto i pugni sul tavolo della Giunta, che aveva minacciato le dimissioni. No, è corretto. Però poi ha detto: "Le ritirai perché mi venne garantito in sede di assestamento di bilancio". Bene, le dico i dati dell'assestamento di bilancio, può controllare. Lei portò a casa un milione e due di fondi Bim per finanziare LEA, mobilità sanitaria, e payback. Non ho altro da aggiungere. Di fronte a 22-23 milioni, si è accontentato di un milione e due. Ma contento lei...
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Restano.
Restano (GM) - Questa è una mozione politica, lo ha spiegato bene il collega Cognetta. Non so cosa avesse detto in precedenza. Politicamente, vista la mia fuoriuscita dal governo, io voterò a favore di questa mozione, ben sapendo che non passerà e - sembrerà un po' in contrasto - dando comunque un attestato di stima all'Assessore che io cercherò di sfiduciare.
Mi permetto di dire che il problema in sanità non è di spendere di meno, è di spendere meglio. Spendendo meglio probabilmente spenderemo di meno. Ci siamo dimenticati di evidenziarlo questo. È un problema... forse, do ragione a chi è intervenuto, dovrebbe essere convocato un Consiglio ad hoc per affrontarlo.
Due piccole considerazioni. L'osservatorio epidemiologico non è la struttura semplice di epidemiologia; prima dobbiamo fare la struttura semplice di epidemiologia, che lavora nello specifico, che è il braccio operativo e poi, dopo, l'osservatorio epidemiologico. Io ho sempre richiesto la struttura semplice di epidemiologia. Anche in questo caso forse, avendo questa struttura e facendola lavorare come si deve, non dovremmo poi ricorrere agli interventi che ha richiamato il presidente Fosson. Investire nella prevenzione e nella struttura semplice di epidemiologia ci fa spendere bene i nostri soldi ed evitare di spenderne tanti in seguito.
Ancora una valutazione: potremmo valutare di mandare i nostri specialisti a operare fuori, per poi venire a operare in urgenza qua.
Almeno per quanto mi riguarda, penso che nessuno in questo Consiglio abbia voluto denigrare l'operato dei professionisti della sanità, di tutto il comparto sanitario. Anzi, dobbiamo elogiarli, dobbiamo elogiarli per quanto fanno, perché con le ristrettezze economiche, con la mancanza di linee direttive sostengono una sanità che comunque, come è stato detto, ha un suo perché ed è molto efficace, ancora. Cerchiamo solo di evitare questo lungo declino.
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Bianchi.
Bianchi (UV) - Finalmente, dopo un giorno di discussione sulla sanità, come ha già detto la collega Morelli, gli ultimi interventi sono stati quelli che hanno chiarito la situazione. La mozione è una mozione politica contro il governo regionale - ciò dimostra che era fuori contesto l'iniziativa contro l'assessore Baccega - e questo perché il regolamento regionale prevede modi per poter cambiare la maggioranza o per addivenire ad altre strade. Questo non è stato fatto.
Molto probabilmente - dico molto probabilmente, perché non abbiamo votato - questa mozione non passerà, ma se non passerà è solamente perché una parte dell'opposizione già dall'inizio ha capito, come avevo avuto modo di dire prima, che era politica; inutile ribaltargli contro una colpa, cioè "se la votate siete in maggioranza o no". Hanno capito benissimo qual era il giochino.
Presidente - Possiamo passare alla votazione, colleghi? Ci sono ancora richieste? Per dichiarazione di voto, la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Credo che il dibattito di oggi abbia affermato che sulla sanità dobbiamo lavorare, lavorare sodo, lavorare per andare nella direzione di migliorare un percorso avviato negli anni. Credo che la cosa importante sia che quello che esce da questo Consiglio regionale deve essere dato all'esterno, una sorta di percezione. Per dare una percezione positiva - oggi non ho dato numeri nel mio intervento - vado a illustrare l'indagine demoscopica pubblicata su Performance Italia, che è stata richiamata sicuramente negli interventi di questa mattina, dove la Valle d'Aosta è posizionata in una logica di "influenzato", il che significa che si trova nella parte media del ranking. La cosa che maggiormente mi ha colpito e che dovrebbe essere recepita da tutti noi è che in questa grande indagine c'è anche l'indicatore "uno", che indica la soddisfazione del servizio sanitario, che ci vede in seconda posizione su tutte le regioni italiane; questo è un dato chiaro e inequivocabile.
L'altra cosa che volevo sottolineare è che abbiamo visto che la mozione è fortemente concentrata sull'ospedale Umberto Parini; non parla di territorio, questo è abbastanza strano, però ci fa piacere: vuol dire che sul territorio tutto funziona, vuol dire che sul territorio, che ovviamente percepisce il 52% della spesa impegnata, questa sanità pubblica va decisamente bene e questo ci rallegra.
Concludo, colleghi, leggendo una delle tante lettere che riceviamo in Assessorato, in azienda, che è giusto che siano menzionate in questo ambito. La lettera è del 4 maggio 2019, è stata anche pubblicata sulla testata La Stampa. Dice questo, brevemente: "La sanità valdostana è uno dei beni più preziosi. Mi chiamo Flora e vivo ad Aosta. Vorrei esprimere in queste poche righe il mio più profondo e sincero ringraziamento a tutti coloro che, in seguito a un mio grave ed imprevisto malore durante il recente periodo pasquale, sono intervenuti con tempestività in mio aiuto, salvandomi letteralmente la vita. Parlo del personale sanitario del reparto malattie infettive, quello di neurologia dell'ospedale Parini di Aosta, a partire dai medici primari fino all'ultimo degli inservienti, senza dimenticare gli operatori dell'ambulanza e del pronto soccorso, i primi a intervenire, che in ogni circostanza hanno tutti dimostrato la grande professionalità, gentilezza e soprattutto la grande umanità".
Credo che questo sia il messaggio che deve uscire da questo Consiglio regionale. Qualche piccola magagna c'è. Abbiamo tutto il tempo, la determinazione, la voglia di risolverlo. È chiaro che in questo contesto c'è bisogno di maggiori risorse. Mi sembra che lo abbiano evidenziato e sottolineato tutti.
Grazie per tutto quello che avete detto in questi due giorni di confronto sulla sanità.
Presidente - Possiamo procedere alla votazione per appello nominale.
AGGRAVI Stefano: favorable
BACCEGA Mauro: contraire
BAROCCO Giovanni: contraire
BERTSCHY Luigi: contraire
BIANCHI Luca: contraire
BORRELLO Stefano: contrario
CERTAN Chantal: contraire
CHATRIAN Albert: contraire
COGNETTA Roberto: favorevole
DAUDRY Jean-Claude: contraire
DISTORT Luca: favorevole
FARCOZ Joël: contraire
FERRERO Stefano: favorevole
FOSSON Antonio: contraire
GERANDIN Elso: favorable
LUBOZ Roberto: favorable
LUCIANAZ Diego: favorable
MANFRIN Andrea: favorevole
MARQUIS Pierluigi: contrario
MINELLI Chiara: astenuto
MORELLI Patrizia: contraire
MOSSA Luciano: favorevole
NASSO Manuela: favorevole
NOGARA Alessandro: contraire
PEINETTI Flavio: contraire
PULZ Daria: astenuto
RESTANO Claudio: favorable
RINI Emily: contraire
RUSSO Maria Luisa: favorevole
SAMMARITANI Paolo: favorevole
SPELGATTI Nicoletta: favorevole
TESTOLIN Renzo: contraire
VESAN Luigi: favorevole
VIÉRIN Laurent: contraire
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 15
Contrari: 17
Astenuti: 2 (Minelli, Pulz)
Il Consiglio non approva.
Possiamo sospendere i lavori, colleghi, che riprenderanno alle ore 15:30.
La seduta termina alle ore 13:07.