Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 711 del 12 giugno 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 711/XV - Accettazione delle dimissioni rassegnate dal Consigliere Claudio Restano dalla carica di Segretario del Consiglio regionale. Elezione del Consigliere Jean-Claude Daudry alla carica di Segretario del Consiglio.

Rini (Presidente) - Colleghi, siamo sempre in discussione. Vi chiedo scusa, ma abbiamo dovuto riavviare il sistema. Ci sono richieste di intervento? Siamo sempre sul punto 3.01. Non ci sono altre richieste, colleghi? Se non ci sono altre richieste... ha chiesto la parola la collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Sulle dimissioni del collega Restano, che sono soltanto - lo ricordo - il terzo punto all'ordine del giorno di questo Consiglio, non intendo esprimere delle valutazioni, perché sono già state ampiamente analizzate da molti colleghi questa mattina. Com'era immaginabile, però l'accoglimento di questo atto formale ha implicato un dibattito politico che ci ha visti impegnati per quattro ore e sulla nostra posizione il collega Bertin si è già espresso in modo chiaro. Tuttavia, molti degli interventi che ci sono stati e che hanno fatto seguito all'intervento del collega Bertin e che ho ascoltato con attenzione - e direi anche con un certo stupore - sollecitano una riflessione. Praticamente tutti oggi hanno parlato e parlano di governabilità e di stabilità senza distinzione di schieramenti, di partiti, di movimenti, di posizioni. Bene, anche se questo, a mio avviso, è quanto meno paradossale. Tutti invocano la stabilità, ma nessuno in questo periodo ha mosso un dito. Noi abbiamo cercato di fare qualcosa di concreto presentando una proposta di legge a cui abbiamo lavorato per mesi nel gruppo interno a Rete Civica, cercando di arrivare a una sintesi fra visioni anche un po' diverse e che è stata depositata alla Presidenza del Consiglio.

Come ha ricordato il collega Bertin, in I Commissione si era concordato di mettere mano al completamento della revisione della legge elettorale concentrandosi sulla parte riguardante la riforma istituzionale. Abbiamo deciso di offrire un contributo ai lavori con una proposta che ha delle linee definite e che sottoponiamo all'interesse di tutti, su cui siamo disposti a ragionare, ma che ha dei fondamentali irrinunciabili, come, per esempio, l'elezione diretta del Presidente della Regione, che è il principale fattore stabilizzante, perché il Presidente eletto dal popolo non può essere cambiato nel corso della legislatura. Solo attraverso un cambiamento radicale completo del sistema elettorale e istituzionale valdostano è quindi possibile ottenere l'obiettivo della stabilità oggi così invocata. Un cambiamento che ragionevolmente, se c'è la volontà, si può fare in due o tre mesi, in quanto si tratta di una legge ordinaria. Qui il ragionamento diventa necessariamente politico e riguarda l'opportunità o meno di sciogliere il Consiglio a solo un anno dalla sua elezione. Non lo diciamo da oggi, ma da mesi che non siamo favorevoli allo scioglimento del Consiglio e che, a nostro avviso, l'attività amministrativa e il lavoro del Consiglio stesso devono proseguire fintanto che sia approvata la riforma istituzionale. Ovviamente non per vivacchiare ma per usare le energie che ci sono per affrontare alcuni temi di rilevante interesse per la comunità e ottenere degli obiettivi concreti e reali, anche questo è possibile se lo si vuole. Come ho detto, noi vorremmo anzitutto che fosse affrontato il nodo della riforma istituzionale, di fare in modo cioè che siano gli elettori a scegliere direttamente il Presidente, la maggioranza di legislatura come avviene in tutte le Regioni italiane, sia quelle amministrate dal centro-sinistra, sia quelle amministrate dal centro-destra. Una riforma che, oltre a dare stabilità, produrrebbe due effetti importanti: garantirebbe prima di tutto trasparenza nei confronti degli elettori, che andrebbero a votare conoscendo in anticipo chi li governerà e cambierebbe il modo di fare politica, perché tutti i partiti dovrebbero fare le alleanze prima del voto, stabilire i programmi, eccetera.

Noi abbiamo la sensazione, anche alla luce delle cose che sono state dette questa mattina, che anche in questo Consiglio ci possa essere una maggioranza di Consiglieri favorevoli a questa riforma. Allora, se è così, facciamola in pochi mesi, a ottobre o a novembre può essere approvata e con un ampio consenso, mentre si fa questa legge si possono perseguire degli obiettivi su temi specifici; noi abbiamo indicato, per esempio, quello sulla norma di attuazione per l'idroelettrico che riguarda direttamente CVA ed è questo il senso di una proposta che abbiamo consegnato al Presidente della Regione, ai Capigruppo di maggioranza e ai gruppi di minoranza che hanno manifestato o che vorranno manifestare interesse per l'iniziativa. A questo proposito desidero essere chiara: noi non intendiamo entrare in maggioranza, non chiediamo dei posti in Giunta o dei posti di sottogoverno, ma chiediamo di fare delle opere, di realizzare delle cose fattibili per la comunità alla cui realizzazione intendiamo, per quanto siamo in grado e per le nostre competenze, di collaborare entro un anno. Possiamo all'interno del Consiglio concordare una condivisione di obiettivi concreti e perseguibili fra l'attuale "maggioranza" e alcuni gruppi di minoranza per ottenere dei risultati anche importanti e poi andare a elezioni, certamente, ma sulla base di un sistema radicalmente nuovo che garantisca questa stabilità amministrativa di cui in tanti avete parlato.

Ognuno cercherà di vedere in questa proposta ciò che decide di voler vedere: il puntello, la stampella, il soccorso rosso - immagino che Franca Rame e Dario Fo questa mattina si saranno rivoltati nella tomba a sentirsi in qualche modo citati, ma grazie a Dio non l'ho fatto io - e chi più ne ha ne metta, non è così checché se ne pensi. Non c'è nessun attaccamento alle poltrone come prospettato da qualcuno, fuori e dentro di qui, qualcuno che sta facendo calcoli per tornare o arrivare sugli scranni del Consiglio. È una proposta che noi riteniamo di buon senso e di alto profilo. Qualora essa non fosse accolta, sarà inevitabile tornare alle urne, è certo, ma con la consapevolezza politica che si ricreeranno situazioni simili a quella attuale. Sarà il ritorno alle urne, a mio avviso, una sconfitta di tutti noi Consiglieri, di tutto il Consiglio, perché siamo stati votati non per dilaniarci per dei posti di potere fra maggioranza e opposizione, ma per fare delle buone leggi, per assumere dei buoni provvedimenti nell'interesse di tutta la comunità: questo è il motivo per cui credo di essere stata eletta. L'anno trascorso è stato per molti versi inconcludente e questo non giova a nessuno. Possiamo usare proficuamente, se lo vogliamo, i prossimi mesi per lasciare un segno duraturo di cambiamento strutturale e se non lo facciamo, lo ripeto, secondo me, è una sconfitta per tutti. Ciò che la gente non vuole è cadere dalla padella alla brace, ritrovarsi più o meno con un'elezione a breve nella stessa situazione di oggi, perché - con tutto il rispetto per il grosso successo che i colleghi della Lega hanno riportato alle europee - io non credo che avreste un numero di eletti tale per cui potreste fare praticamente da soli o con pochi altri, ma questa è una cosa che non sa nessuno di noi.

Ancora una cosa. Qualcuno ha chiesto - forse il collega Luboz - se siamo sicuri che con l'elezione diretta del Presidente ci sarà stabilità di governo, la risposta è sì, è forzatamente così. L'ho già detto: il Presidente che è eletto direttamente dai cittadini non si può sostituire e, in caso di sue dimissioni, si torna automaticamente al voto: questa è la situazione reale. Io non so se fuori di qui o anche dentro di qui ce l'hanno tutti chiaro. Poi di certo, collega Luboz, governare bene è un'altra cosa, non basta avere la stabilità, non bisogna confondere il buon governo con la stabilità. A quel punto però, con un sistema come quello che viene proposto, saranno i partiti, saranno i movimenti che dovranno fare uno sforzo davvero per meritarsi la fiducia dei cittadini per questa famosa meritocrazia di cui abbiamo parlato, scegliendo di candidare delle persone capaci, competenti, in grado di governare. Non sarà semplice fare una cosa di questo tipo, perché le competenze sono molteplici, è un rovesciamento degli schemi attuali. Ci si può credere oppure no, secondo noi è possibile, poi ognuno ovviamente farà le sue valutazioni.

Concludo dicendo che anch'io fuori di qui parlo con la gente. Evidentemente le persone sono tante, hanno molte idee, ma gli argomenti poi sono spesso gli stessi, quelli che vengono riportati a chi ha una carica elettiva. A me chiedono: "ma volete davvero tornare a votare adesso? Ma non siete capaci lì dentro di trovare delle soluzioni che ci permettano di sapere che, quando andremo a votare, chi sarà eletto avrà la possibilità di governare di sicuro? Non è possibile che rischiamo nuovamente di avere una maggioranza per sei mesi, e per quanto andremo avanti così?". La nostra proposta di legge per la riforma istituzionale - io non so se lo avete capito bene - non è pensata tanto per favorire noi, ma per garantire alla Valle d'Aosta di avere un governo in grado di andare avanti, di reggere una legislatura. Poi la gente farà le sue valutazioni, i cittadini voteranno, premieranno o bocceranno, come, secondo me, è giusto che sia. Io credo che da questa legislatura i cittadini valdostani meritino almeno questo.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Buon pomeriggio a tutte e a tutti. Io finora ho taciuto perché mi capita spesso in quest'aula di restare proprio senza parole, molto sconcertata, anche un po' incredula che si possa passare un'intera mattinata a sviolinare a destra e pure a manca con tutti i realissimi problemi che abbiamo all'ordine del giorno e soprattutto fuori di qui. Io sono davvero, ve lo confido, sempre più insofferente rispetto a questo modo di fare politica, che sono certa non mi apparterrà mai, perché comunque non facciamo altro che alzare questo ponte levatoio tra la torre d'avorio in cui ci troviamo seduti e il mondo reale, che infatti pensa di noi e della politica le peggiori cose.

Nemmeno io ho nulla da dire di fatto sulle dimissioni del collega Restano e allora intervengo perché? Perché tanto tutti quanti siete usciti dal tema e allora parlo anche io a ruota libera, perché ho alcune cose da dire in merito alla legge elettorale e mi scuso per questa caduta di stile che di solito non mi appartiene. Vorrei dire che mi sembra almeno che la legge elettorale regionale deve ancora entrare in vigore, è appena infatti stata modificata... male, secondo noi - lo abbiamo detto, ci siamo astenuti -, rispetto all'uguaglianza di genere e alla rappresentanza democratica, comunque è stata approvata, non è ancora entrata in vigore e già si vuole di nuovo intervenire. Questa sembra veramente una bella scusa per, appunto, tirare a campare e magari questo Governo ha tempo, scusate la malizia per ogni tanto mi viene... forse consentirà a qualcuno che è al terzo mandato di continuare a stare seduto dov'è.

Riguardo al premio di maggioranza, noi siamo assolutamente contrari, lo dico subito, prima che cominci tutto il dibattito che durerà chissà quanto tempo. Ci sembra un regalo di fatto, un'ingiustificata sovrarappresentazione consiliare che verrebbe data alla compagine destinataria del premio, ma soprattutto - è questo il punto su cui vorrei soffermarmi - è la ricerca della cosiddetta" governabilità per via legislativa" che ci vede assolutamente critici, perché gli effetti prodotti anche a livello nazionale da questa retorica della governabilità sono sotto gli occhi di tutti. Il ritorno del mito del capo... Max Weber sottolineava che dietro un capo carismatico si nasconde perlopiù un despota mascherato, la personalizzazione della politica, la delegittimazione dei corpi intermedi, dei partiti, il progressivo deperimento delle assemblee rappresentative e legislative. Il vero problema, cari colleghi, a me sembra che sia tutto un altro, cioè il ricambio totale della classe politica, il riconoscimento del ruolo che hanno e che devono avere ancora i movimenti e i partiti rispetto ai singoli Consiglieri, che anche qui dentro sembrano delle mine vaganti senza più riferimenti nel loro partito e movimento d'origine. Da dove nasce allora questa ingovernabilità che noi vorremmo in qualche modo sanare? Nasce già dai comitati elettorali, nasce dal culto dell'uomo forte che dietro di sé che cosa lascia? Lascia un deserto. La governabilità, quella vera, quella che a noi piacerebbe esiste nella misura in cui vi siano forze politiche in grado di rappresentare senza trucchi, fingimenti e pure seggi regalati, valori, idee e progettualità come diceva la collega Russo stamattina, di cui ho apprezzato il discorso, la capacità di dare risposte reali, realissime alle istanze sociali.

Da parte nostra - lo voglio dire chiaramente a tutti quelli che in questi giorni ci hanno contattato - noi continueremo a fare quello che abbiamo fatto in tutto quest'anno, cioè appoggeremo le proposte intelligenti, utili, che vengano dalla minoranza o dalla maggioranza poco ci importa purché siano coerenti con ciò che noi riteniamo giusto, purché siano in linea con il nostro programma. Continueremo a non avere nessuna paura di votare in perfetta solitudine, come ci è già capitato di fare quando ci saranno questioni che vanno contro la nostra coscienza.

In sintesi, a noi sembra di parlare di una pia illusione, perché la questione della governabilità non si risolve con una legge elettorale maggioritaria. Facciamo l'esempio del Comune di Aosta. È stato eletto con un sistema maggioritario, con l'elezione diretta del vertice, eppure la sua ingovernabilità ci sembra davanti ai nostri occhi, non possiamo negarla. Questa soluzione di cui si comincia a discutere oggi e si andrà avanti allo sfinimento allude a una governabilità che, di fatto, vuole sacrificare la rappresentanza. Questa rappresentanza non c'è oggi, non c'è stata negli anni passati nemmeno in Valle d'Aosta, ma non perché i Governi non siano o non siano stati stabili, ma perché le assemblee rappresentative che le esprimono non rappresentano più i bisogni della gente: è su questo che dobbiamo riflettere dopo cinque ore di niente che abbiamo passato questa mattina. Mi scuso con chi è intervenuto e ha fatto anche fatica magari a elaborare dei pensieri sensati, però abbiamo perso una mattinata di lavoro. Quello che è accaduto recentemente in Francia, noi che definiamo la Francia una nazione sorella, non ci ha insegnato proprio niente. Lì a un certo punto che cos'è successo? È successo che la gente ha detto: "le Président est Président de la France, mais pas des Français", sono parole durissime che non vorremmo dover sentire anche qua. La vera scommessa oggi è quella di tornare a essere rappresentativi dei bisogni reali, non certamente di gonfiare il consenso per mere esigenze di conservazione del potere. Se mi permettete, vorrei citarvi un libro e consigliare a chi non lo avesse ancora letto di farlo al più presto, si intitola: "Istruzione per diventare fascisti", scritto da Michela Murgia. È stata una lettura molto edificante, se mi permettete, vi leggo alcuni passaggi chiave - l'autrice cerca di far capire quanto fascismo c'è in quelli che si credono antifascisti: questa è la logica -: "l'instabilità di governo è il primo difetto della democrazia. Più le democrazie sono rappresentative di ogni singola minoranza politica più lento sarà l'agire dell'Esecutivo e questo sarà percepito dal popolo come un insopportabile immobilismo. Se però il popolo ci mettesse troppo a capire che la colpa di questa inefficienza è la lentezza democratica, bisognerà usare ogni occasione per denigrare il parlamentarismo, specie nella sua forma proporzionale, e proporre come soluzione di maggiore efficienza il presidenzialismo. Occorrerà fare leggi elettorali che favoriscano la concentrazione di voti su singole figure forti per polarizzare il consenso. Fondamentale sarà ridurre o, meglio, azzerare le autonomie territoriali, anche con opportune riforme costituzionali in modo che le decisioni strutturali siano prese in un regime di confronto assente o ridotto ai minimi termini, diminuire gli spazi di partecipazione dal basso". Dice poi: "È importante continuare a ripetere che gli organi di negoziazione democratica sono inutili pastoie burocratiche dove non si decide mai niente. A forza di sentirselo dire, sarà naturale per chiunque arrivare alla conclusione che la concentrazione di potere nelle mani di un uomo forte, che sa quel che serve, sarebbe molto più efficace che far esprimere continuamente su niente un Paese debole". Queste sono le indicazioni per come diventare fascisti, ma siccome noi antifascisti vogliamo esserlo sul serio e non per finta in occasione delle cerimonie, stiamo riflettendo a lungo e con molta intensità su queste questioni. Potrei entrare nel merito, se non vi stresso troppo, lo farei, se c'è ancora un po' di tempo.

In effetti qua ci sembra che si debba avere ben chiara la natura, la dimensione dell'elezione diretta del Presidente della Giunta per misurare l'insieme dei suoi effetti sociali, politici e istituzionali. Qui infatti non si tratta di fare, per quanto siano fondamentali - e qui sfondate sempre un garage aperto - solo discorsi di principio più favorevoli alla centralità dell'organo esecutivo e di quello legislativo. Bisogna anche capire la crisi di sistema con cui abbiamo a che fare e quali rimedi siano più appropriati per affrontarla. Non ho i contorni chiari, perché a me non è stato riferito niente, del dibattito che è stato rilanciato in questi giorni dagli esponenti di Rete Civica, quindi non so esattamente dove vogliano andare a parare, però mi sembra così a orecchio che rimandi un po' agli anni Novanta, a quando nel 1999 si propose la modifica dell'articolo 122 della Costituzione, evidentemente hanno dei collaboratori che ricordano bene quegli anni e che vivono un po' come se non fossero mai passati. Allora che cosa si pensò? Si pensò che, per far fronte alla debolezza dei Governi regionali, poiché i cambi di maggioranza erano molto frequenti, ci fosse appunto bisogno di un nuovo sistema elettorale, siamo di nuovo lì: un sistema elettorale che prevedesse l'elezione diretta del Presidente della Regione sfiduciabile soltanto a costo di far cadere l'intero Consiglio regionale, questa, come sappiamo tutti, è la famosa regola del simul stabunt simul cadent. La tesi di fondo era che ciò che i partiti non erano più in grado di fare attraverso la normale dialettica consiliare, vale a dire creare maggioranze stabili per garantire continuità al Governo, lo dovesse fare la legge elettorale. Ecco, se noi guardiamo alla superficie, non si può in effetti onestamente non ammettere che i Governi nelle Regioni che hanno scelto questo sistema sono stati Governi longevi.

Bisogna però poi avere un po' di coraggio di guardare sotto la superficie, allora il discorso è più lungo e complesso, perché, a ben vedere, noi scopriamo che il rimedio ha eliminato, sì, uno dei sintomi principali della malattia, però, di fatto, le condizioni del paziente si sono poi aggravate, non so se riesco a farmi capire... che nome ha questa malattia grave di cui tutti siamo vittime? È la crisi della democrazia rappresentativa su cui sono stati scritti volumi e volumoni. Mi piace citare soprattutto il sociologo Crouch, che nel 2000, nel testo "Postdemocrazia", un'altra lettura edificante per chi come noi si occupa di politica, diceva che non si tratta di una crisi passeggera, ma si tratta di una crisi di sistema che è caratterizzata dalla prevalenza del piano economico su quello politico. Non sono discorsi lontani da noi, perché, di fatto, finite le elezioni, che sono trasformate sempre in uno spettacolo controllato da gruppi rivali di professionisti esperti nelle tecniche di comunicazione e di persuasione di massa, la politica poi da chi viene decisa? Viene decisa in privato dallo scambio di favori fra i Governi eletti e le lobbies che rappresentano gli interessi economici, così, in questa nostra società in cui la democrazia rappresentativa è al tramonto, la gente vive la politica come un corpo estraneo, lontano, inafferrabile e anche sporco. La reazione a questa crisi è ambivalente ed è quello che è successo anche in Valle d'Aosta, dappertutto c'è molto astensionismo, sempre più endemico, l'abbiamo visto anche nelle recenti elezioni, dall'altro cosa c'è? C'è la spinta verso una semplificazione del sistema, cioè le stesse forze politiche che hanno perso credibilità e capacità di rappresentare gli interessi della società, anche a causa della distanza tra le promesse che vengono fatte in campagna elettorale ancora iscritte nella vecchia logica della prevalenza della politica sull'economia e i risultati pratici dei Governi, sono totalmente subalterni al dominio dell'economia anche a livello locale.

Allora cosa chiedono queste forze? Chiedono di trasformare i sistemi elettorali, le minoranze nella società in una stabile maggioranza. È qui che noi vediamo il pericolo, perché questo consente per cinque anni di restare a riparo da contestazioni, ma isolando sempre di più i rappresentanti dai rappresentati, non so se condividete quest'analisi. Avremo modo di parlarne a lungo visto che c'è questa proposta di nuova legge elettorale. Volevo però iniziare a mettere sul campo delle grosse perplessità su cui noi abbiamo le idee abbastanza chiare già ora e che poi si trasformeranno questi nostri punti di vista critici in un contributo che vorremmo dare anche alla commissione quando si arriverà a parlare - credo molto presto - di governabilità. Insomma, se noi guardiamo bene, anche negli anni di stabilità dei Governi regionali, il Paese reale marca la sua distanza dal potere, però non lo fa sempre imboccando strade sicure, si sono spesso invocate strade pericolose. Anche qui siamo di fronte a strade pericolose, perché rischiamo di trovarci di fronte a bolle di insofferenza nelle quali, tra l'altro, anch'io mi riconosco. Diciamo io non arrivo ancora al livello del qualunquismo, mentre queste bolle di insofferenza possono portare di fatto al qualunquismo.

Ci sono poi frutti ancora più avvelenati: il nazionalismo, l'invenzione del nemico, un'invenzione che si sta diffondendo molto anche in Valle d'Aosta, complice la televisione di sicuro, perché ci sono problematiche che qui noi non abbiamo e che però ci raggiungono con degli echi che ci sono anche un po' estranei. In tutto questo discorso le forze della conservazione, cioè gli autonomisti, cosa fanno? Si trovano di fronte a una forza nazionalistica che cerca il consenso purtroppo spesso speculando sulla sofferenza altrui, dei migranti in particolare, non voglio tediarvi oltre. Ho messo solo sul campo un po' di questioni che sicuramente torneranno e sulle quali torneremo a riflettere. Mi scuso ancora per essere andata fuori tema rispetto alla questione del collega, però le sollecitazioni che l'aula mi ha dato sono tante e volevo cominciare a dire che noi non vediamo con favore questo percorso che sta per avviarsi. Se voi però siete convinti che la soluzione stia in una maggiore governabilità, tanti auguri alla Valle d'Aosta e, insomma, noi continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto - lo ribadisco perché ci tengo molto - sostenendo le proposte che ci sembrano utili e intelligenti e bocciando le altre senza nessunissimo problema.

Presidente - Altri? Se non ci sono altri interventi, colleghi, possiamo passare alla votazione dell'accettazione delle dimissioni... la parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Volevo solo intervenire eventualmente in replica per non portare via troppo tempo. Ringrazio i colleghi che sono intervenuti, una breve riflessione più di carattere politico. Chiederò scusa se magari andrò un po' oltre a un'analisi più di carattere politico. Sono davvero convinto che in questo contesto, in questo Consiglio ci sia sempre più necessità di chiarezza, di lealtà politica, di coerenza negli atti e nelle parole. Prendo spunto da un passaggio che mi è piaciuto della collega Russo, che ha detto: "dire sempre la verità", penso sia davvero giunto il momento di dire sempre la verità. Il 23 gennaio 2019 lei, Presidente Fosson, in risposta al collega Vesan, disse testuali parole: "non facciamo campagna acquisti... se siamo in 17 andiamo a casa giorno stesso, non dopo 15-20 giorni di resistenza - penso fosse riferito al nostro Governo precedente - lo dico come la piaga marcia, non faremo ricerca di voti, noi siamo qui solo per fare bene". Un po' di tempo fa le dissi che se aveva davvero a cuore il bene dei valdostani, lei doveva rassegnare le dimissioni e aprire una crisi, una crisi che non obbligatoriamente porterà immediatamente alle elezioni... aprire un dibattito politico. Non prendere atto in questo momento che non non ha più i numeri con le dimissioni del collega Restano... se quanto detto da Rete Civica-Alliance Citoyenne corrisponde a verità, vale a dire che "non saremo mai né nel Governo e non saremo mai in maggioranza", per l'ennesima volta le ripeto che lei non ha i numeri!

Tornando a quella che è un po' una mia battaglia, vale a dire che bisogna avere lealtà politica, coerenza, io davvero la invito per l'ennesima volta a prendere atto che il bene dei valdostani è aprire una crisi politica, quella si apre con le sue dimissioni. Allora io le chiedo il 23 gennaio 2019, tornando al concetto espresso dalla collega Russo "dire sempre la verità", lei mentiva sapendo di mentire? Glielo chiedo in tutta sincerità perché, se non è così, prenda atto di quelle che sono state le sue parole e ne tragga le debite conseguenze! La collega Morelli ha detto quali erano le ragioni politiche per cui il collega Restano ha rassegnato le dimissioni. Io penso che - poi non ha bisogno di un avvocato difensore - le spiegazioni dal punto di vista amministrativo politico le abbia date. Ha citato alcuni casi, ma, dal punto di vista personale, se devo fare un'analisi, io penso che la posizione del collega Restano sia una posizione coerente per il semplice fatto che, dopo il risultato di questa maggioranza alle elezioni europee, che sono tutt'altro... per carità, possiamo dire quello che vogliamo, ma io dobbiamo dico che, per correttezza, dobbiamo pure dire che a queste europee hanno partecipato più elettori rispetto alle precedenti europee in Valle d'Aosta, non c'è stato proprio quell'abbandono. È risaputo che le europee non hanno mai una grande affluenza, però indubbiamente è un dato anche questo da tenere in conto. Abbiamo due strade, collega: quella di fare la politica dello struzzo, vale a dire: "tout va bien Madame la Marquise" oppure prenderne atto. Io penso che abbia scelto di prenderne atto e di fare una scelta probabilmente con il suo pensiero coerente.

Un altro passaggio che ho condiviso sull'intervento della collega Russo è quando mi pare abbia detto che, se non ci sarà questo atteggiamento, probabilmente questa Valle d'Aosta imploderà e senza futuro di rinascita, la penso esattamente così perché una politica in cui non si tiene conto di quello che è comunque un dato di fatto, comunque un risultato politico in cui la maggioranza ha preso il 13,85 percento... io penso che sia davvero prendere in giro i valdostani. Si tratta, torno a dire, di un risultato assolutamente negativo, legato anche al fatto che comunque è stata una campagna in cui vi siete posti come unico baluardo a difesa dell'autonomia, del particolarismo valdostano. Io penso sia ancora più grande a seguito di quel risultato la presunzione di essere depositari esclusivi della volontà e del pensiero degli elettori valdostani, perché, quando si trova l'escamotage per non andare al voto, penso che sia davvero questa una deriva sovranista nel senso di dire: "impediamo ai valdostani di esprimersi". Leggo una frase: "Maggioranze risicate che si formano e si disfano nel giro di pochi mesi, forze politiche che si presentano al voto come alternative e poi si coalizzano tradendo il mandato degli elettori, personaggi che cambiano casacca in base alle convenienze personali, azione programmatica e amministrativa bloccata, la Valle d'Aosta merita di meglio ed è necessario, come avviene in tutte le altre Regioni, che siano gli elettori a decidere direttamente da chi farsi governare...". Tutti sarete convinti che questo probabilmente sia un comunicato stampa di MOUV' e LEGA, invece io lo leggo tra le righe e virgolettato: "scrive in una nota Rete Civica". Leggendo questo, ma ve lo dico in tutta sincerità, io penso che sia un comodo alibi di Rete Civica-Alliance Citoyenne per scusarsi su una scelta prettamente politica, per cui non ci sono scusanti. Non è dicendo: "chi ha fatto le scelte precedentemente si è comportato così, noi siamo i paladini, quelli che vogliono riformare e quant'altro".

Stamattina il collega Sammaritani parlava di riforme da chi non ha più consenso popolare. Aggiungo anche: "facciamo la tutela del vecchio sistema, quello da preservare", è un po' questo il messaggio che sta filtrando: quello del "prendiamo tempo affinché i valdostani dimentichino". Non voglio andare troppo lungo e rubarvi troppo tempo.

Il mio ultimo pensiero lo volevo riservare al collega Bertin che ho apprezzato e con il quale ho fatto un importante percorso assieme. Collega Bertin, le riconosco una capacità di lettura politica non comune. È una persona molto preparata, per cui io glielo dovevo dire, ma devo dirglielo pubblicamente perché lei deve sapere cosa ne penso: sono assolutamente convinto che con la sua competenza, la sua esperienza amministrativa, le sue conoscenze lei non crederà mai nella vita che in un accordo che magari possa fissare dei contenuti programmatici si possa parlare in un anno di norma di attuazione dello Statuto in materia di utilizzo delle acque a scopo idroelettrico, l'ambiente, emergenza climatica, lavoro, sanità, ferrovie e mobilità. Penso che questo probabilmente lei lo saprà benissimo, è un programma che neanche in una legislatura si farà... glielo dico proprio perché la conosco: lei in questo non ci crederà mai!

Aggiungo anche, legato al discorso della riforma elettorale, glielo dico proprio... quando dite che è un punto fondamentale... Le leggo la nota fatta dal Presidente Lavevaz dell'Union Valdôtaine in data 5 giugno 2019, che dice: "nessuno ponga una pregiudiziale, non credo che sia questo il momento vista la situazione molto delicata e instabile di porre come pregiudiziale di un ipotetico accordo di governo l'elezione diretta del Presidente della Giunta, io personalmente non l'accetterei", e lo precisa a proposito del dibattito emerso ieri su una possibile riforma elettorale regionale. Il 5 giugno pertanto le hanno già detto che non c'era margine, che poi il collega Barocco sia di avviso diverso ne prendo atto, ma probabilmente sarebbe anche utile che ci fosse una visione più o meno comune su questo. Cosa ne penso di questa proposta? Penso che questo accordo... Non state a scrivere tante cose perché sarà molto difficile che si raggiunga anche una minima parte delle volontà, che io dico legittimamente perché sono cose che voi avete negli anni detto, io questo ve lo riconosco. Quello che non riesco a capire è che delle cose che vengono dette siano diametralmente opposte a quella che è stata l'azione dell'amministrazione, della maggioranza attuale con delle visioni totalmente diverse. Torno a dire, l'unico fine di tutto questo, io ve lo devo dire perché lo penso, è che l'unica cosa di certo che verrà accettata è la durata di questo accordo, vale a dire un anno, per il semplice motivo che il punto centrale di questo accordo sarà: "troviamo il sistema per allungare il brodo, troviamo un sistema per andare avanti, l'importante è che non si superino i due anni e sei mesi e un giorno, altrimenti una bella fetta di quelli... entrerebbe in vigore il limite dei tre mandati, per cui avremmo che sedie comode e occupate in questo momento...", non ne abbia a male Presidente Rini, ma anche da Assessori, vedi l'Assessore Chatrian, oppure dalla Capogruppo Morelli e anche da lei collega Bertin... probabilmente scatterebbe una mannaia dei tre mandati. L'unica cosa certa che so è che questo accordo, comunque vada a finire, non durerà mai più di due anni, sei mesi e un giorno, la data di inizio della legislatura... perché comunque quella sarà la data in cui probabilmente qualcuno per altri motivi...

Presidente - La parola al collega Daudry.

Daudry (AV) - Il est évident qu'il s'agit d'un débat long, on s'est réunis ce matin pour parler des démissions du collègue Restano et nous sommes encore ici, évidemment il était facile de le prévoir que la discussion saurait aller même dans d'autres directions... nous le disons car, si on a eu l'occasion de lire le communiqué de presse pendant ces jours, de voir ce qui s'est passé sur les réseaux sociaux... je crois que tous avions la sensation exacte de ce qu'il se serait passé aujourd'hui dans cette salle. Il est évident que d'un acte qui est tout politique... l'objectif c'était bien évidemment celui de conduire une attaque même pas trop cachée au Gouvernement Fosson.

Collègue Restano, j'ai seulement une chose à dire sur votre démission: il est vrai que, quand ce Gouvernement a pris sa naissance, il y avait des personnes qui à l'intérieur de cet accord ont siglé même un accord politique et d'autres qui ont décidé de participer à un Gouvernement du point de vue technique, mais je dois même dire que j'étais un de ces autonomistes, le quinzième, qui avait vraiment espéré que cette fois c'était vraiment l'occasion pour aller de l'avant, pour mettre en cachette, pour oublier tout ce qui s'était passé pendant les années auparavant et pour commencer avec un accord qu'en première battue n'était pas exclusivement politique, pour bâtir un parcours politique pour porter les forces autonomistes au-delà des difficultés qui sont connues.

Nous l'avons espéré, je n'étais pas le seul, malheureusement la direction a été une autre et, au lieu de se pencher s'il y a des motivations personnelles ou politiques, nous croyons qu'on doit faire une analyse la plus complète et, pour respect aux événements qui se sont passés et aux analyses qui ont été portées de l'avant ce matin, nous croyons qu'un volet important a été oublié, et c'est un principe. Nous croyons qu'on doit partir des principes pour comprendre ce qui se passe. Un principe des forces autonomistes c'était: "ni droite, ni gauche" et c'est le moment, jour après jour, an après an, quand on a commencé les autonomistes à se définir de centre-droite plutôt que de centre-gauche... à transformer celle qui était une simple aptitude, c'est-à-dire les autonomistes s'alliaient ou avec la droite, ou avec la gauche et nous le disons à tous le membres qui sont aujourd'hui dans cette salle... nous croyons que, quand on abandonne les principes, jour après jour il est évident que les problèmes vont croître et donc se colloquer au dehors des principes qui ont été la souche de la politique autonomiste, la force d'être autonomistes ne peut que porter à des problèmes.

L'analisi ovviamente ha toccato anche le elezioni europee ma non poteva essere altrimenti, le elezioni europee sono state la scusa, sono state il detonatore per dire: "ma visto che il risultato...", e comunque questo ha permesso da lì di portare avanti determinate azioni, per poterle giustificare, per poterle rinforzare com'è stato detto... ho detto per poter passare questo messaggio, con i comunicati di tutti, stiamo parlando anche dei nostri... e l'attività mediatica.

Era quindi evidente che non si potesse pensare che in questa giornata di dibattito si sarebbe andati anche sull'analisi delle elezioni europee. Quello che vogliamo rimarcare è che sicuramente c'è stato il primo, sicuramente noi non siamo tra i primi in classifica, sicuramente le cose sono andate male, anche qui siamo usciti da una di quelle che erano le tracce della nostra tradizione. Io penso a questo punto di poter dire tranquillamente che la LEGA che si poteva prevedere che avesse espresso un ottimo risultato per l'ennesima volta si è dimenticata di prendere il telefono e di chiedere dall'altra parte se ci poteva essere un lavoro, una convergenza, perché poi alla fine hanno perso tutti, ai valdostani lo dobbiamo dire, lo dobbiamo rimarcare: hanno perso tutti i valdostani perché ancora una volta la mancanza di dialogo ha fatto sì che fossimo senza deputato europeo.

Se andiamo a guardare i risultati delle elezioni europee, ci rendiamo conto anche che nel nord Italia il maggior numero di eurodeputati non è espresso dai territori ma sicuramente dalla città di Milano, quindi quello che portiamo oggi in aula è un ragionamento ancora più ampio. Vedete, quando si ha la forza politica, è stato anche in passato, questa è una considerazione più ampia... l'obiettivo è anche quello di prendersi l'onere, non di utilizzare le elezioni che ci sono per abbattere il nemico e forse noi, quando parliamo di derive, vogliamo sottolineare anche questo aspetto: ci sono degli avversari ma non ci sono dei nemici. L'obiettivo più importante della Valle d'Aosta non era di vedere come andavano le elezioni europee per mettere in difficoltà la Giunta Fosson: era di eleggere un eurodeputato, questo volevamo rimarcarlo.

Sicuramente vogliamo anche fare un po' di autoanalisi perché cosa molto corretta dai vostri banchi è stata detta in questa mattina, noi lo vogliamo dire senza alcuna paura, senza tema di essere smentiti: stiamo lavorando alla ricostruzione autonomista, i movimenti, gli eletti, assieme nelle difficoltà che ci sono... sicuramente chiediamo anche noi a l'Union Valdôtaine di fare un passo ulteriore in questa direzione, deve approfittare anche lei, glielo diciamo perché vogliamo che da quest'aula, da questi microfoni vengano dati ai valdostani i messaggi corretti, che si dicano le cose come stanno: ci sono delle difficoltà, certe cose non dovranno più accadere e che si è qui per lavorare assieme, se ci sono le condizioni. Questo evidentemente è l'altro tema che è uscito dalla discussione di oggi: se ci sono le condizioni, si può lavorare, si può andare avanti. Nessuno di noi - e parlo dei movimenti autonomisti - può permettersi in questo momento di portare la croce di essere tacciati sempre e solo ed esclusivamente in ogni occasione come poltronisti, perché, fino a prova contraria, di poltrone in quest'aula ce ne sono ancora 35, non ce ne sono solo 17, il vero problema per cui dopo tutte queste ore stiamo ancora dibattendo sulle dimissioni del collega Restano è perché in 17 non si governa. Questo noi l'abbiamo detto tranquillamente ai valdostani nei comunicati stampa che questa mattina sono stati evocati e lo diciamo ricordando anche un comunicato stampa del novembre 2018 a firma LEGA-MOUV', leggiamo solo il titolo: "LEGA Valle d'Aosta e MOUV' aprono un tavolo di consultazione per proseguire nel cambiamento della Valle d'Aosta", quando c'è stata la crisi... oggi ho letto: "avevate dichiarato...", "vi dimettete subito...". È evidente che le istanze di cambiamento non sono solo vostre, lo diciamo dal nostro punto di vista, lo spirito di servizio non è solo vostro, anche noi in un lasso di termine che definiamo ragionevole vogliamo capire quali sono le proposte, alcuni gruppi le hanno già portate e altri no, diciamo tranquillamente a chi ci ascolta, ai valdostani che in un lasso di tempo ragionevole capiremo se ci sono le condizioni, i temi per poter andare avanti... non già due settimane prima del Consiglio sentirsi solo dire: "ah, ma tanto sono attaccati alle poltrone, ma tanto studieranno qualcosa per...", se ci sono le condizioni per un cambiamento della Valle d'Aosta per portare avanti dei temi, abbiamo tutto il legittimo dovere in tempi ragionevoli di lavorare per valutare se c'è questa possibilità; se non c'è questa possibilità, chiederemo alle forze autonomiste dei segnali forti e importanti e affronteremo le elezioni senza alcuna paura.

Anche perché è stato l'ultimo intervento quello che mi ha preceduto, ho ascoltato con attenzione le parole del collega Gerandin... ecco, molte citazioni, si è dimenticato forse il comunicato stampa di oggi, quando parliamo di ni droite, ni gauche, di uno sforzo sapendo che avremmo avuto delle difficoltà elettorali in questa fase, noi cerchiamo anche nelle difficoltà di guardare alle cose positive, sicuramente abbiamo guardato con interesse alle ultime elezioni che ci sono state, nel vostro gruppo... e con i distinguo che ci sono, e con le sottolineature che sono state fatte, che sono anche nostre, tutto ciò che si muove in una ricostituzione corretta, forte ed etica di un campo autonomista, sicuramente lo guardiamo con molta attenzione.

Un'ultima osservazione la vogliamo dedicare al dibattito esterno, alle molte... come dire? osservazioni, critiche e pungoli che ogni giorno riceviamo, anche qui il momento è complicato, bisogna avere la forza, la sincerità e l'onestà intellettuale di distinguere tra quelli che portano delle critiche in una maniera costruttiva e quelli che portano delle critiche a volte si ha l'impressione per seguire le mode: ci rivolgiamo soprattutto a quegli attacchi che arrivano... il cosiddetto "fuoco amico". Approfittiamo molto umilmente, con molta onestà in questa occasione anche per sottolineare che questo sforzo deve essere uno sforzo corale, deve essere uno sforzo che deve essere costruito assieme, sapendo che la soluzione di continuità o di andare alle elezioni dovrà essere presa tutti assieme dall'area autonomista e, lo ripetiamo, senza paura.

Dalle ore 16:25 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - D'autres? La parole à la Présidente Rini.

Rini (PNV-AC-FV) - Le parole credo siano dovute. Intanto torno un po' a bomba al tema che stiamo trattando. Oggi prendiamo atto delle dimissioni del collega Restano a cui anch'io rivolgo il mio ringraziamento per questi mesi di lavoro. Colgo anche questa occasione per portare in quest'aula l'esperienza dell'Ufficio di Presidenza. Devo dire che insieme ai colleghi dell'Ufficio di Presidenza abbiamo creato un clima leale, un clima di collaborazione e un clima che ha saputo andare sempre oltre anche alle diverse posizioni politiche. Io ringrazio il collega Restano, così come ringrazio gli altri colleghi che con me fanno parte dell'Ufficio di Presidenza, perché davvero, dopo le diverse sedute in quest'aula dove si respira troppo spesso un clima avvelenato, farebbe bene respirare un po' di più il clima che invece, grazie anche ai colleghi, abbiamo creato in Ufficio di Presidenza, dove invece c'è un clima assolutamente costruttivo e propositivo, mi sembrava quindi doveroso riconoscerlo in questa sede.

Detto questo, due parole sullo scenario, sul panorama politico, credo che, come dicevo all'inizio, siano doverose, perché le posizioni vanno spiegate, vanno spiegate al di là delle boutade, al di là delle vignette, al di là dell'ironia, delle prese di posizione che ognuno poi può più o meno legittimamente portare avanti. Capiamo che viviamo in uno spirito perenne di campagna elettorale che, a parer mio, non fa bene alla nostra comunità. Si parlava prima di famiglie divise, purtroppo si continua però... non è che cambiano probabilmente i soggetti, ma vuol dire che la volontà di dividere la nostra comunità invece che unirla intorno a dei progetti che possano dare delle risposte... voglio sottolineare questo concetto, perché è quello che ci chiede un po' la gente. Oggi in pausa pranzo ho provato a confrontarmi con un po' di persone. La stragrande maggioranza, non dei leoni da tastiera, quelli li lasciamo un attimo à côté perché credo che tutti noi perdiamo un po' troppo tempo dietro i soliti noti che dietro a una tastiera si sentono particolarmente forti, io parlo delle persone normali. Più volte in quest'aula abbiamo parlato del cosiddetto "mondo", per esempio, delle partite Iva, ecco, confrontiamoci con loro. Queste persone ogni mese fanno fatica ad arrivare, scusate il gioco di parole, a fine mese, hanno le tasse, il commercialista, girano da un ufficio all'altro e poco gliene frega delle beghe e di quello che sentono uscire da questo Consiglio regionale e questo è il più grande fallimento di ognuno di noi, ognuno si prenda le proprie responsabilità e tutti e 35 ne abbiamo.

Quello che mi preme dire oggi è riprendere un po' quello che ha detto la collega Nasso e che, devo dire, ho condiviso, ha fatto una domanda molto semplice, ha chiesto: "cos'è cambiato?". Vi devo dire che io stessa, e davvero vi chiederei - chiedo soprattutto a chi ci segue e a chi ci ascolta - di uscire un attimo dall'ottica della campagna elettorale e tornare nel mondo reale. Cos'è cambiato me lo sono chiesta io stessa guardandomi allo specchio. Cos'è cambiato dal 10 dicembre 2018, ovvero da quel giorno in cui abbiamo dato il via a questo progetto? Torno per l'ennesima volta a ricordare che è un progetto a cui- e parlo come Front Valdôtain - non abbiamo aderito a livello politico ma a cui abbiamo aderito a livello amministrativo per portare avanti, insieme a questa squadra di governo, un programma che potesse dare delle risposte alla nostra comunità. Da allora non è cambiato nulla. Ci sono state delle elezioni europee, ha spiegato molto bene chi mi ha preceduto, e non intendo tediare le persone che ci ascoltano e ritornarci. Tra un po' ci saranno le elezioni comunali. "Andiamo in fretta a votare, perché poi dobbiamo prepararci per un'altra campagna elettorale perché io esigo che dopo le elezioni comunali, qualora cambiasse leggermente il quadro, si torni a votare anche per le regionali", ma che ragionamenti sono questi, scusate? Poi noi siamo i primi, anzi qua mi riallaccio al collega Gerandin: non voglio che diventi sempre un dibattito fra noi due, ma glielo ho già ricordato una volta. Con tutta l'educazione dico proprio a lei che mi viene a parlare di longevità politica: pensi che, quando lei ha iniziato, i miei genitori si volevano già tanto bene ma non avevano ancora pensato di mettermi al mondo. Direi che sempre sul nuovo e sul vecchio in politica veramente non prendiamo queste lezioni, anzi colgo proprio il suo spunto e le dico un passaggino in più. Cosa è cambiato? Abbiamo detto nulla. In realtà, è vero, c'è stato un risultato chiarissimo e mi allaccio a questo risultato. Noi del Front Valdôtaine, che ci siamo posti sin dall'inizio in un'area politica di centro moderato che guarda con interesse a destra, verso il centro-destra, avremmo potuto fare il gioco più antico del mondo, che è il salto sul carro del vincitore. Visto che ormai da mesi stiamo portando avanti invece un discorso politico di dialogo con tutte quelle forze moderate di centro: penso, per esempio, all'Area Civica, a Fratelli d'Italia, a Forza Italia, all'area che fa riferimento al Governatore Toti... in un'ottica di riunione di queste anime e di sensibilità di centro-destra, avremmo potuto prendere proprio la palla al balzo. Proprio perché, come ha ricordato il collega Gerandin, io, come altri colleghi, non possiamo più candidarci, avrei chiesto immediatamente le elezioni proponendo una bella lista di coalizione e assicurandomi altri cinque anni qua dentro qualora i valdostani ci avessero dato il loro consenso, con una bella coalizione unita. L'opportunismo politico quindi mi avrebbe portata a fare questa scelta.

Io credo che in questo momento ci vada serietà e, come Front Valdôtain, lo abbiamo detto in maniera molto chiara. Noi avevamo innanzitutto l'esigenza di mettere in sicurezza la legge elettorale affinché non ci potesse più essere nessuna sorta di controllo del voto, ma, così com'è già stato molto bene ricordato, l'impegno era quello di mettere mano alla legge elettorale anche per quanto riguarda la stabilità, e noi questo vi chiediamo. Io chiedo anche a chi fa parte, per esempio, della Lega... io ho parlato con diversi colleghi, anche Presidenti delle altre Regioni, o componenti dell'Ufficio di Presidenza e tutti ci dicono: "ma siete matti in Valle d'Aosta. Avete questa situazione perché non avete l'elezione diretta del Presidente della Regione". Noi quindi quando ci siamo presentati nel nostro manifesto d'intenti... uno dei primi punti che più ci stava a cuore e che ci sta a cuore è proprio quello dell'elezione diretta del Presidente della Regione. Io mi prendo le mie responsabilità, non mi sono mai sottratta, ma io credo che la Valle d'Aosta meriti di più di ciò che ha visto negli ultimi anni. Credo che tutti insieme, al di là delle appartenenze politiche diverse, dobbiamo trovare una medicina e, secondo il mio misero punto di vista, è proprio l'elezione diretta del Presidente della Regione, affinché ciò che è accaduto negli ultimi anni non si ripeta più, perché altrimenti ha ragione chi dice che per la gente non è sicuro una priorità la riforma elettorale, le persone vogliono delle risposte. Le risposte derivano, cari colleghi, dalla stabilità politica, altrimenti lo abbiamo visto... credo sia stata appena ritirata una proposta che dava delle risposte a un settore come quello del turismo, per esempio. Se non c'è stabilità politica, come le diamo le risposte? Come lavorano gli Assessori? In che condizioni sono messi? Io credo quindi che, al di là delle legittime prese di posizione, che possono fare più o meno presa in un momento per solleticare l'elettorato e quindi: "ah, siete attaccati alla poltrona", no, il contrario, perché oggi ci farebbe molto più comodo giocare un'altra partita e buttarla veramente in caciara politica e alzare i toni. Sarebbe responsabile tornare oggi al voto per ridare la stessa identica situazione, per ridare cinque anni di teatrini in cui chi è più forte o chi è più scaltro - chi è più scaltro forse - tiene in ostaggio un'intera Regione? Continuiamo con questo alternarsi di Giunte che non fa bene alla nostra Regione.

Quello che mi sento di dire davvero è di avere il coraggio di mettere le mani alle regole del gioco. Quello che stiamo vivendo non è né un golpe, né uno strano passaggio: è semplicemente l'applicazione delle regole del gioco, di quelle che stanno alla base della nostra democrazia. Noi siamo stati eletti democraticamente dai cittadini e oggi siamo chiamati a dare delle risposte. Se non ci sarà convergenza sulla volontà di cambiare quelle regole del gioco affinché si possa veramente dare stabilità... giustamente lì saranno i valdostani a scegliere, come hanno scelto del resto in passato. Se non c'è la volontà, è ovvio che l'unica strada percorribile è il ritorno alle urne in tutta serenità, senza nessun problema. È ovvio però che abbiamo il dovere di provare a trovare una medicina, la medicina giusta per far fronte a questa situazione, che è sotto gli occhi di tutti. Con serietà credo che tutti noi, al di là anche dell'opportunità e dell'opportunismo che potrebbe derivare dal prendere invece delle scelte sicuramente più facili da portare avanti, dobbiamo avere il coraggio e la responsabilità di farci carico del ruolo che i valdostani ci hanno attribuito dandoci la loro preferenza in occasione delle elezioni.

Président - La parole au collègue Nogara.

Nogara (AV) - Questa mattina abbiamo iniziato alle nove con il tema, appunto, delle dimissioni del collega Restano. Come ha detto giustamente il Consigliere Mossa, sembra che, oltre a non interessare nessuno al di fuori di quest'aula, non interessi molto neanche all'interno di quest'aula perché abbiamo parlato al 90 percento di tutte le altre cose, soprattutto le elezioni, della situazione politica. Mi adeguerò anch'io dividendo il mio intervento in due parti: una parte politica, una parte sulle votazioni europee, una parte sulle dichiarazioni che sono state fatte in quest'aula e una parte sulle dimissioni del collega Restano.

Inizierei con quanto abbiamo sentito nel 90 percento degli interventi, cominciando dai colleghi Manfrin e Spelgatti. Tra l'altro, tutti e due sembra che abbiano fatto un corso per veicolare verso gli altri attacchi offensivi o di cattivo gusto sempre con un certo rancore, un certo livore, non si capisce perché. Comunque questa dovrebbe essere un'aula dove ci si confronta, dove si parla. Ognuno ha le sue idee, ognuno ha le sue posizioni, ma vedere gente accalorata che quasi ti insulta io non riesco a concepirlo.

Veniamo ai risultati delle europee, che sono evidenti: ha vinto la LEGA, ha vinto su tutti. Si è già parlato, tanti hanno parlato innanzitutto delle preferenze che sono state date al collega Sammaritani, che non sono proporzionate ai voti della LEGA. Io vorrei anche dire che questo 37 percento è da calcolare sul 50 percento delle persone, dei valdostani, non è un 37 percento del 100 percento dei valdostani, perciò anche questo risultato non è così eclatante. Come qualcuno ha già detto, l'astensionismo l'ha fatta da padrona, vedremo come andranno le cose. È chiaro che la LEGA ha portato qui in Valle dei personaggi importanti del Governo. Peccato che adesso non sappiamo che fine abbiano fatto, perché se non mi sbaglio, il Viceministro Rixi ci aveva promesso di tutto e di più proprio per queste elezioni. Addirittura l'Assessore Bertschy aveva fatto una lettera per dire di mettere nero su bianco su quello che è stato fatto. Il risultato qual è stato? È stato che nel decreto "sblocca cantieri" qui non si è sbloccato proprio niente, anzi nelle regioni di confine sono bloccati tutti i lavori, perciò Etroubles, altri lavori... è tutto fermo. Questa è la parte che possiamo toccare con mano, che vediamo. Questo è il risultato.

Ad un certo punto il collega Manfrin ha messo anche di mezzo un referendum su CVA, mi pare che abbia detto che è stato smentito, probabilmente lei si deve... perché voi buttate lì delle affermazioni, delle cose, forse deve andare a sentire la mia intervista che era stata fatta subito dopo quel Consiglio. Mi era stato chiesto se si voleva fare, se noi portavamo un referendum: "certo, noi l'abbiamo previsto nella risoluzione; è chiaro che il referendum deve essere chiesto da qualcuno, perché sennò il referendum non lo portiamo noi di nostra iniziativa", questa era stata la mia risposta. Noi comunque siamo abituati a queste affermazioni della LEGA, che, in mezzo ai vari discorsi, ci mette dentro delle non verità. Veniamo però soprattutto a quanto è stato detto non solo dalla Spelgatti ma di nuovo dal collega Manfrin. Direi che quando si parla di giochi di palazzo... intanto mi piacerebbe sapere a che cosa si riferiscono... poi cerchio magico, gestione del potere e tutte queste cose. Io dico: qui si parla della Regione Valle d'Aosta, del nostro Consiglio regionale. Io ieri, o l'altro ieri, o tre giorni fa ho seguito "Report" e mi sono venuti un po' i brividi a sentire quello che è stato detto in quella trasmissione sui giochi di palazzo o i cerchi magici che ci sono all'interno della LEGA. Ho sentito poi che partiranno delle denunce - ho letto sui giornali oggi, mi sembra - per quello che è stato detto a "Report". Non è stato detto sui social, è stato detto in una trasmissione seguitissima della RAI. Sono state dette delle cose importanti e portate delle prove per quanto si è potuto vedere. Abbiamo visto, appunto, una situazione un po' di questo Viceministro Rixi, abbiamo sentito di Siri. Oggi sono stati arrestati altri due collaboratori del capitano, di Salvini, erano praticamente i consiglieri sull'eolico, sull'idroelettrico, sono stati arrestati tutti e due, ecco, tutte queste cose qua... Non ho la passione di parlare di queste cose perché non mi appassionano, però cerchiamo di essere un po' più tranquilli su questo, perché ce n'è per tutti mi sembra.

Veniamo poi alla stabilità di cui abbiamo parlato tanto. Tutti voi ci dite: "qui dovete subito dare le dimissioni". Io vorrei leggere, perché non vorrei poi dire delle cose che mi vengono contestate, delle affermazioni dei primi di ottobre 2018 quando, fate i conti, eravate già in 10. Il Presidente, che mi dispiace che non ci sia... "io, come Presidente della Giunta, non comincio a rassegnare le dimissioni, io la resa non la do. Per far sì che questo Presidente non sia più Presidente della Giunta è semplicemente sufficiente che voi facciate una mozione di sfiducia costruttiva". Eravate in 10. Alla fine abbiamo dovuto presentare la mozione di sfiducia costruttiva il 5 dicembre, perché sennò sareste ancora lì. Sempre nella stessa occasione, e qui ho il collega Gerandin, che come al solito... adesso non dice più che i valdostani devono sapere, ma diciamo la verità, allora diciamo la verità: lei ha fatto due mesi di resistenza. Lei potrebbe entrare nella resistenza ad honorem perché è stato per due mesi - eravate in quattro mi sembra - a continuare a trovare scuse e a tirare avanti. Lì non bisognava dare subito le dimissioni, lì no, perché voi siete nel giusto, qui adesso si sta cercando... perché qui mi sembra che nessuno abbia detto che si voglia andare a oltranza: qui si è detto che si stanno facendo delle consultazioni. Il Consigliere Gerandin ha detto: "non si può però andare avanti così, questa maggioranza deve riuscire a trovare una coesione, eventualmente si rafforza, non ho idea di come si possa fare, oppure nasce una nuova maggioranza". È chiaro ed è la stessa cosa che in quest'aula si cerca di fare, di condividere certe posizioni, perché ci sono ancora diverse cose da chiudere per questo governo di scopo. Siamo poi abituati, collega Gerandin, alle sue lapidarie affermazioni che comunque nella quasi totalità dei casi non è azzeccata nemmeno una. Le volevo dire: stia sereno per il proseguimento, che al più presto cercheremo di accontentarla, così almeno non dovrà dire che valdostani devono sapere o... diciamo la verità, su certe cose.

Giustamente poi - è questo il tema della giornata, ma mi sentivo di fare alcune precisazioni per quello che avevamo sentito - vorrei parlare delle dimissioni del collega Restano. Il collega Restano ha esordito questa mattina dicendo che è stata una triste scelta. Io non so se è stata tanto una triste scelta, perché - probabilmente glielo ha già ricordato la collega Morelli - lei nella conferenza stampa ha detto: "con onore e orgoglio sono contento di aver fatto cadere questa maggioranza". Le voglio ricordare che a ottobre lei aveva firmato un documento dove c'erano scritte queste cose: "consci dell'attuale preoccupante situazione politica regionale caratterizzata da un sostanziale immobilismo dell'azione amministrativa, che ad oggi impedisce di fornire risposte adeguate ai tanti problemi che affliggono la nostra comunità, al fine di costruire un nuovo progetto di governo che possa garantire stabilità alla nostra regione e permetta di superare l'attuale imbarazzante e allarmante situazione di stallo...". Penso che nessuno le abbia puntato la pistola alla testa per farle firmare il documento che ha firmato. Scopriamo poi stamattina - ce l'ha detto la Consigliera Spelgatti e anche il Consigliere Manfrin - che il vostro era un accordo che era stato fatto con la LEGA...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... sì, un accordo che aveva fatto lei con la LEGA nell'ufficio della...

(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... anche lui, non lo so... comunque l'accordo che era stato fatto era un accordo, perciò non è che è stata una scelta dovuta a... era un accordo che era già alla partenza, perciò firmare un documento del genere... Io sono d'accordo con il collega Distort quando parlava di fedeltà e di lealtà, sono due cose completamente diverse, la fedeltà è una cosa, la lealtà è un'altra, questa era lealtà secondo me, però la lealtà è quando si firma un documento del genere, o quando si parla con delle persone, questa forse è la traduzione del fatto che si è detto che c'è stato un tradimento, per questo motivo ma non per altro, non è niente di personale, però questo è lampante.

Io ho ascoltato ieri la conferenza stampa che lei ha rilasciato. Non mi sto a dilungare, perché sono già state dette tante cose di questa conferenza stampa, ho preso tanti appunti che potrei snocciolarglieli uno dopo l'altro, ma non è il momento e il caso e non ci tengo neanche. Ecco, dico solo una cosa però: è vero, noi a un certo punto con sollievo abbiamo appreso il fatto che lei ha lasciato la maggioranza, perché eravamo in una situazione di... qualcuno parla... lei ha detto: "ricatto... quale ricatto?". Non si sapeva mai quello che lei volesse fare, perché o non c'era, o aveva un impegno, o c'era una cosa che forse non andava. Allora tutte le volte ci si rivolgeva al suo collega di movimento e si chiedeva: "ma c'è qualche problema?". Lavorare in questo modo - io parlo anche per i miei colleghi di Giunta - non è così facile, perché non è... E poi c'erano sempre delle assenze strategiche: "io lunedì ci tengo ad andare a sciare, martedì anche", allora tutto questo impegno, questa voglia di fare... a me questa cosa qua mi disturba un pelino, ma ormai sono abbastanza abituato e non mi disturba ormai più di quel tanto.

L'ultima cosa che vorrei dirle è quello che mi ha stupito: alla conferenza stampa si è presentato con due Consiglieri comunali, mi sembra eletti nell'Union, uno mi hanno detto essere del Movimento Misto di maggioranza e l'altro del Movimento Misto di minoranza. Ecco, quel che viene fuori è che sembra che siate delle pedine gestite da un qualcuno che è all'esterno del Consiglio... allora in Consiglio comunale se si va da una parte o dall'altra, c'è la pedina; in Consiglio regionale se c'è qualcuno da una parte o dall'altra, ce la gestisce... Questa è la cosa che, fra tutte le cose che ha detto, fra tutte le cose che sono state dette, le dico la verità è quella che mi ha dato più fastidio. Lei poi quasi subito ha dichiarato che i rapporti sono buoni con tutti, ha parlato di LEGA, MOUV', Front, eccetera, praticamente alla fine si parla con tutti, va bene con tutti, ma se ne va dalla maggioranza. Cosa fa? Un'area di centro-destra moderata. In questo periodo, in questi tempi si è tanto parlato... non avevo mai sentito parlare di autonomisti di destra, di sinistra, di centro-destra, di centro-sinistra, di sopra e sotto, gli autonomisti sono autonomisti, chi è di centro è di centro, chi è di sinistra è di sinistra, chi è di destra è di destra. Tante volte, vi dico la verità, condivido quello che dice Manfrin, che è di destrissima; qualche volta condivido qualcuno che è di sinistra, ma io sono autonomista, essere autonomisti è una cosa un po' diversa. Ci sono poi gli autonomisti come il collega Gerandin, che è un grande autonomista, che da lui dobbiamo imparare tutte le varie cose, perché tutte le volte ci fa una lezione su come dobbiamo comportarci e fare, perché... però, quando è il suo turno, fa un po' sempre quello che vuole.

Avrei terminato qui il mio intervento. Quanto tutti dicono: "abbiamo iniziato stamattina, abbiamo perso tempo", tutti hanno voluto parlare, tutti hanno voluto dire la loro, quindi se quindi tutti vogliono parlare e tutti vogliono dire la loro, il tempo è quello che ci vuole. Come la Consigliera Pulz ha usato quasi mezz'ora per il suo intervento, tutti hanno il diritto di fare loro intervento e sono abbastanza d'accordo con lei comunque, perché questa oggi doveva essere una discussione brevissima. Io avrei ascoltato le motivazioni del collega... solo che poi non è venuto dalla parte della maggioranza, perché qua sembra sempre che sia la maggioranza che fa ostruzionismo. Si sono scatenati tutti con le elezioni europee, una cosa e l'altra... ecco, siamo arrivati a questo punto qua. Speriamo di finire in fretta questo punto e di cominciare con il lavoro vero e proprio.

Presidente - Collega Manfrin, per? Mozione d'ordine? Prego.

Manfrin (LEGA VDA) - Siccome molti hanno evocato la questione del parlare di argomenti che esulino dalle dimissioni del collega Restano, siccome l'ho detto all'inizio del mio intervento: l'abbiamo detto nella Conferenza dei Capigruppo, ma evidentemente non è stato colto, lo ripeto per l'ennesima volta: abbiamo accettato tutti quanti Capigruppo, per venire incontro a esigenze dell'ordine del giorno, di limitare il dibattito sulle comunicazioni del Presidente, che sarebbero state lo spazio deputato a questo tipo di...

Presidente - Collega Manfrin, non voglio interrompere.

Manfrin (LEGA VDA) - No, lo spiego.

Presidente - Visto però che sono io in questo momento che sto gestendo l'aula, entro io nel merito di quello che si può dire e non si può dire.

Manfrin (LEGA VDA) - Perfetto.

Presidente - Visto che fin dalla mattina tutti hanno toccato tutti i temi, anche le elezioni europee, abbiamo concesso la libertà del dibattito.

Manfrin (LEGA VDA) - Lei non era presente nella Conferenza dei Capigruppo, dov'è stato specificato su mia richiesta di dire che ci sarebbe stata la possibilità di fare un dibattito politico sui temi compreso quello delle europee, questa è una cosa che è stata decisa in Conferenza dei Capigruppo, quindi non è che si va fuori tema, solo questo.

Presidente - Esattamente. Nessuno credo si sia lamentato di questo. Altri? La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Sarò rapidissima. Solo perché dovevo una precisazione al collega Gerandin che ha letto un pezzo del comunicato stampa che abbiamo scritto. Si è stupito del fatto che avessimo presentato anche come temi da affrontare dei macrotemi. Io vorrei soltanto dire due cose: una, che bisogna leggere tutto e nella nostra proposta c'è scritto, l'abbiamo consegnata, ma anche nel comunicato stampa si legge che si dovranno perseguire in questo tempo di un anno alcuni obiettivi concreti nell'ambito di temi di grande rilevanza su cui il Consiglio regionale dovrà esprimersi. Non abbiamo di certo la pretesa e l'ingenuità, benché io sia ancora piuttosto ingenua, di pensare di affrontare dei temi come questi nell'arco di un anno. Quello che non viene capito, ma non mi stupisco, è che qui si tratta di fare uno sforzo per comprendere che c'è un atteggiamento diverso. Ci è stato detto: "confermate, dite la verità", "non entrate in maggioranza". Sono le cose che abbiamo detto e queste sono. Qui si tratta di pensare a dei paradigmi diversi per uscire da una situazione. Sono stati proposti, verranno accettati? No? pazienza. Il tentativo c'è e se non si andrà in questa direzione ci rimetteremo non noi che siamo qui, ma ci rimetterà la Valle d'Aosta. Sul fatto di confermare le cose che sono state dette, sulla sincerità di quello che abbiamo esplicitato io, collega Gerandin, la conforto, perché le cose sono esattamente così.

Président - D'autres? S'il n'y a pas d'autres interventions, je ferme la discussion générale. La discussion générale est fermée. La parole à l'Assesseur Certan.

Certan (AV) - Fra i tanti temi trattati oggi avrei individuato quattro punti sui quali mi piacerebbe intervenire. La scorsa legislatura - e questo inizio non è da meno - è stata caratterizzata da cambi continui di Giunte a cui, devo dire, sì, è vero, in tanti abbiamo contribuito. Per porre rimedio a questo aspetto, che è abbastanza ingessante per l'amministrazione, siamo arrivati a concludere che è necessaria una legge elettorale più solida, una legge elettorale che garantisca governabilità, altrimenti si cambia per cambiare. Credo che sia questa serietà nel lavorare per una legislatura concreta che ci chiedono i cittadini fuori dall'aula, fuori, nella vita quotidiana, ci dicono: "lavorate invece di continuare a discutere spesso a vuoto, o spesso in modo strumentale", non di cambiare ogni sei mesi rappresentatività.

Detto questo, un altro punto sul quale mi piacerebbe soffermarmi è l'analisi delle europee. Condivido alcune analisi che sono state fatte, però vorrei portare un'altra visione. Sicuramente non possiamo dire che in questo momento la LEGA non stia andando, direi, a gonfie vele, in tutte le regioni, in tutte le circoscrizioni ci sono stati risultati in effetti chiarissimi, ma le regionali ci sono state lo scorso anno. Il fatto di voler sempre confondere o mischiare regionali, europee e altre elezioni credo che non sia opportuno. Quest'anno c'erano le europee con le regole, con i criteri, con le modalità di elezione, anche le candidature sono completamente diverse. Se a ogni elezione - credo che anche la Presidente Rini l'abbia trattato - mettiamo in discussione le altre, quando sappiamo che le regole con le quali si concorre alle diverse elezioni sono diverse, che senso ha che ci siano ancora allora elezioni diverse? Facciamone una sola. Capisco anche che continuando a mischiare questi aspetti i cittadini non capiscano. Credo sia del tutto legittima la strumentalizzazione e il tentativo che viene fatto, legittima credo anche da parte di chi in questa elezione ha avuto dei risultati inattesi. Ci mancherebbe, sarebbe anche strano se non venissero cavalcati questi risultati, ma ciò che è stupefacente è a volte la faziosità e la poca oggettività da parte soprattutto di alcuni. Capisco anche la pressione che si mette sull'andare a votare, sull'andare al voto. Più andiamo avanti, più credo che gli italiani capiranno anche le ragioni del successo della LEGA, in primis nel sud. Questo non per voler commentare nessuna notizia di questi giorni, ma credo anche che sia importante non prendere in giro né i cittadini, né noi stessi.

Il terzo punto sul quale mi soffermo è quello all'ordine del giorno delle dimissioni del collega Restano. Pour commencer je voudrais d'abord remercier le collègue Restano pour avoir, je dirais, supporté de rester avec nous pendant ces six mois, que la tête était quelquefois d'autre part on l'a aperçu, mais je voudrais souligner que vous nous l'aviez dit clairement, donc vous avez joué avec les cartes ouvertes sur la table, et je pensais quand même qu'en travaillant ensemble on aurait pu se comprendre. Aujourd'hui vous avez été très clair: "avevo dato l'appoggio a un governo di scopo per fare la legge elettorale, mentre adesso le cose erano impostate per andare avanti, quindi in antitesi con quanto si era detto", qualcosa del genere, ho preso appunti. Le moment où l'on était en train de porter de l'avant en effet une action administrative claire, et je dirais même constructive, avec l'apport de tous, vous avez décidé de partir pour nous dire: "bien, maintenant vous n'avez plus les numéros parce que ce n'est pas ce qu'on s'était dit au début". Moi je partage plutôt ce que ce matin la collègue Russo a dit: "c'est surtout sur les thèmes qu'on devrait essayer de se trouver". Malheureusement cette stratégie de tenir les pieds dans différentes bottes de votre opinion leader, nous la connaissons très bien: est la même employée dans la Commune d'Aoste; d'ailleurs, avec un peu d'étonnement de notre part vous aviez été accompagné pour votre conférence de presse par un Conseiller de la majorité de la Commune d'Aoste et par un Conseiller de l'opposition toujours d'Aoste, disons uno e trino. Nous ferons ce que nous pourrons naturellement, se seront les prochains jours où même ce Conseil qui diront ce qu'on pourra faire, surtout les thèmes à traiter, si nous aurons le nombre, la force... À vous, cher collègue Restano, je souhaite de savoir vite ce que quelqu'un d'autre aura décidé si être dans la LEGA dans les prochaines élections où dans le MOUV', je vous souhaite vraiment bon choix.

Le dernier point que je voudrais traiter et sur lequel je voudrais faire des précisations est celui d'un point de vue administratif, vous avez touché aujourd'hui très rapidement un aspect lié à l'école: je ne me souviens pas d'avoir jamais reçu de votre part des propositions à modifier aucun paramètre ou avoir demandé d'ouvrir un raisonnement sur les critères de constitution des classes d'école de l'enfance, mais peut-être je ne m'ensuis pas aperçue ou je l'ai oublié, je m'en excuserais dans ce cas, mais je ne sais même pas si nous pensons différemment, à ce sujet probablement non, nous avons les mêmes idées mais nous ne sommes pas confrontés. Je me souviens par contre de vous avoir dit d'avoir rencontré votre Syndic pour parler, "l'école est bien protégée dans votre commune?", j'avais été disponible à nous confronter, mais paraît-il que c'était une chose assez simple que vous aviez dit: "bon, ce ne sera pas à approfondir". Pour être précise quand même envers les citoyens et pour ne pas être approximative et, je dirais, laisser dire des bêtises, je vous dis que les critères ne sont pas ceux que vous avez indiqués pour la constitution des classes dans l'école enfantine: à partir de 1 élève à 10 élèves on prévoie 1 enseignant; à partir de 11 élèves jusqu'à 22 élèves 2 enseignants; à partir de 23 élèves jusqu'à 44 élèves 4 enseignants. C'est dès 1999 qu'on a les mêmes critères parce que si nous devions revoir les critères maintes fois... je crois que sur ça le collègue Sammaritani a eu épreuve lui aussi... maintes fois au niveau national le rapport enseignant-élèves a été élevé et donc non pas de 1 à 11 mais de 1 à 18 par exemple, c'est-à-dire un enseignant pour 18 élèves et pas 1 à 11 comme nous avons tenu. C'est justement pour sauvegarder les écoles des communes de montagne que nous avons laissé les mêmes critères, Valpelline la prochaine année devrait porter ses élèves - Valpelline est un exemple d'école de montagne que cette année avait des nombres qui impliquaient une considération différente - ses élèves à Roisan parce que, au lieu du minimum 10, a 6 élèves inscrits et elle est inférieure comme mètres d'altitude aux milles mètres, mais du moment que la Commune accueilli les élèves de l'école de montagne d'Ollomont, on peut maintenir à juillet avec les organici di fatto l'école ouverte en vertu des accords faits avec les syndicats pour les petites écoles. Seulement pour des petites précisations pour dire que quelquefois si on décide certains parcours on doit dire aux citoyens des faits justes, vrais, pas entamer où jeter dans l'arène des thèmes et après ne pas les approfondir parce que probablement si on les approfondissait, on n'aurait pas eu des différentes visions, parce que je crois qu'on a le même objectif: celui de maintenir sûrement un service dans les communes de montagne et donner une légitimité différente à tous les citoyens dans nos vallées.

Je passerais très rapidement sur d'autres questions: par exemple, sur celle sur le débat sur les nomine. Collègue Restano stendiamo un velo pietoso sur la question de la Directrice de l'Office, par exemple, que vous avez voulu à tout prix et je dirais aussi pour sa compétence et avec raison, donc je le souligne, mais je dirais aussi, par exemple, pour laquelle certains rapports n'ont pas été maintenus mais on ne vous a pas retenu coupable, on n'a pas fait aucune considération différente, mais certaines structures de l'administration ont été dépourvues de leur dirigeant, mais nous avons je crois maintenu la parole parce que vous avez réjoui de toute la collaboration nécessaire parce que l'argument était important et on a essayé vraiment de ne pas l'employer d'une façon instrumentale. Je vous demande, collègue Restano, donc quelquefois d'être un peu moins subjectif, un peu plus objectif dans vos analyses et surtout d'analyser toutes les facettes de certains aspects, si on allait tirer tous les autres aspects, je crois qu'il y en aurait encore beaucoup d'autres. Je vous souhaite enfin d'être heureux, libre et surtout de trouver le mouvement enfin, finalement, qu'il sache vous accueillir de la bonne façon.

Dalle ore 17:20 riassume la presidenza il Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ci sono altri interventi, colleghi? C'è il primo intervento, il secondo intervento... il collega non mi ricordo se lo aveva già fatto. Per il secondo intervento, chiedo scusa, la parola al Consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Sì, è il secondo. È un intervento un po' dell'intero gruppo, perché ci è parso di percepire nell'intervento dell'Assessore Certan un'affermazione che è stata lasciata un po' lì cadere così in modo un po' generico del tipo che poi forse più avanti capiremo come mai la LEGA ha avuto tutto questo consenso nel meridione d'Italia, che può essere tutto o niente, però ci piacerebbe capire cosa significa, cosa si intende: questo è un po' l'interrogativo di tutti noi della LEGA, il mio intervento è per questo motivo.

Presidente - Fatto personale?

Certan (AV) - Diciamo fatto personale.

Presidente - Espliciti.

Certan (AV) - In realtà, avevo ancora sei minuti. Oggi non li ho usati tutti, quindi...

Presidente - Tengo a precisare che è una piccola anomalia, perché, in realtà, qua è una presa d'atto di dimissioni, quindi non c'è un'apertura e una chiusura, non è che c'è la replica della Giunta, quindi... abbiamo derogato e quindi concediamo a tutti il secondo intervento ovviamente, visto che avevamo visto questo punto come dibattito politico. La parola all'Assessore Certan.

Certan (AV) - Credo che tutte le analisi dei voti delle elezioni abbiano dei commenti a caldo, addirittura ormai li abbiamo anche prima con gli exit poll... poi li abbiamo durante lo spoglio, li abbiamo il giorno dopo e poi credo che ce ne siano anche per i giorni e i mesi successivi, perché a volte certi risultati si capiscono con il tempo, non si capiscono nell'immediato. Credo che ci siano tutta una serie di cose che probabilmente, così come per altre vittorie elettorali, verranno capite con il tempo, credo che ci siano tutta una serie di aspetti diversi e che capiremo con il tempo, chi vivrà vedrà.

Presidente - Altri? Colleghi? La parola all'Assessore Viérin Laurent.

Viérin (AV) - Ho ascoltato per l'intera mattinata e direi per quasi l'intero pomeriggio i tanti interventi che effettivamente hanno abbracciato di tutto e di più. Giustamente il collega Manfrin ricordava che la Conferenza dei Capigruppo aveva deciso che si poteva parlare di tutto. Forse ci si è addirittura un po' allargati rispetto a tutto ciò che poteva essere lo scibile umano, proprio partendo dai tradimenti, passando dalla filosofia e arrivando da lezioni che, come alcuni colleghi hanno ricordato, probabilmente fanno parte di mondi paralleli che ci vogliono costruire, idealizzati eroi, martiri... si è parlato della cultura di destra, di sinistra, di quarant'anni di governi. Tralasciando le polemiche personali, che purtroppo hanno fatto parte di questo dibattito in parte, scusate il gioco di parole, diatribe e polemiche personali addirittura fraterne direi, che poco interessano, al di là delle persone che sono fuori da quest'aula, al sottoscritto e credo anche ad altri colleghi. Mi limiterò invece a qualche considerazione amministrativa visto che da alcuni colleghi, anche soprattutto dal collega che poi è oggetto del punto di discussione... ricordiamo che qui si sta parlando di una dimissione da un organo del Consiglio regionale e bene hanno fatto i colleghi che hanno ringraziato per il lavoro, io mi associo ai ringraziamenti per il lavoro che tutti i colleghi hanno fatto in questo periodo sia all'interno degli organi del Consiglio ma anche nella maggioranza, che è ex maggioranza in termini numerici. Anch'io voglio formulare dei ringraziamenti puntualizzando però alcuni aspetti come già altri colleghi hanno fatto.

È stata evocata la questione della riforma del turismo, forse anche un po' amplificata, allora ci terrei semplicemente, colleghi, a tracciare un po' qual è stata la ratio di questo ritiro. È una legge che nasce dai tavoli del turismo e che era già tracciata dalle scorse legislature. C'è una risoluzione che è stata votata all'unanimità, diversi colleghi l'hanno proposto, mi ricordo e lo ricordo spesso, per esempio, alla collega Morelli, che a più riprese si era fatta portatrice di questa volontà condivisa dal Consiglio di lavorare all'Ente unico di promozione turistica. Non è una legge politica, è una legge che ha una connotazione prettamente amministrativa, poi che qualcuno abbia tentato di strumentalizzare alcuni passaggi politicamente forse questo è vero e me ne dispiace, perché non è la riforma di Tizio, o di Caio, o di Sempronio. Tra l'altro, è uno dei dossier lasciati in eredità all'interno dell'Assessorato che ho ereditato bon gré mal gré e che quindi, per coerenza amministrativa, si è deciso di portare avanti per rispetto delle persone che ci avevano lavorato, compreso l'ex Assessore Restano e avevo avuto modo di confrontarmi con lui su questo. Quando un disegno di legge nasce dai tavoli e viene condiviso in maggioranza... è stato un testo che è stato distribuito, per un mese non ci sono state osservazioni, tant'è che è stato poi approvato dal Governo. Quando abbiamo sentito nella famosa conferenza stampa il collega Restano che si sarebbe costituito notamment un gruppo di lavoro proprio su questa legge, che probabilmente non si era vista bene prima, chiaramente proprio... non siamo ingenuamente parlando troppo sprovveduti da un punto di vista politico per una riforma di questa portata per andare al buio in commissione proprio quando uno dei membri che l'aveva sostenuta dice che è uno degli elementi oggetto di approfondimento, come lo erano stati altri dossier che erano... Solo su questo argomento io non sono d'accordo... che poi invece si è dimostrato essere un po' diverso. Il garbo istituzionale, il garbo amministrativo è stato quello di prendere atto che non si era più in 18 su questo provvedimento semplicemente ritirandolo. Credo che farà parte... visto che tanti colleghi hanno detto essere disponibili a parlare di questo tema... c'è la disponibilità a ripresentarla politicamente ci saranno delle evoluzioni del Consiglio.

Non parlerò della situazione politica, tanti lo hanno fatto e tanti oggi sono stati protagonisti di lezioni di alta politica. Da un punto di vista amministrativo, se non si hanno i numeri per portare avanti una legge che era già in commissione con quei 18, chiaramente la si ritira e la si è ritirata con il senso di responsabilità nel dire che una riforma così importante non meritava di essere portata al buio. Nessuna interpretazione, poi ognuno può dare l'interpretazione su sollecitazioni probabilmente che arrivano da altre parti. È una legge, per i colleghi che l'hanno letta, che crea l'Ente unico di promozione turismo. Collega Restano, i sindaci non si sono espressi su questo disegno di legge - e anche qui mi permetto umilmente di chiedere un po' più di puntualità e un po' più di serietà sui dossier -, si sono espressi su un altro disegno di legge: quello degli affitti brevi, che è un dossier fermo da due anni nell'Assessorato, che nessuno aveva tirato fuori. Non ho trovato tracce di riunioni con i soggetti interessati, che peraltro abbiamo messo attorno a un tavolo in queste settimane - lo avevo annunciato al collega Restano - proprio perché c'è un'evoluzione nazionale, i colleghi lo hanno ricordato. Quella sugli affitti brevi quindi è stata oggetto... è stata distribuita... su questo non c'era ancora un'espressione. C'erano nelle audizioni una serie di elenchi che erano stati sottoposti in commissione per quanto avevamo sentito, che facevano parte del dibattito, era un testo aperto. Io non caricherei proprio sulla legge del turismo questa valenza, che probabilmente si cercava... si aveva intenzione legittimamente di abbandonare un progetto che non si condivideva più. Questo ci tenevo a dirlo perché è stata una legge che non ha avuto delle osservazioni che poi si sono annunciate.

Ricordo esserci un'altra legge, e quella sì che con il sottoscritto è stata concertata, se non altro nell'idea: il collega Restano ha presentato una legge sugli ostelli, che è un settore che merita una riforma. Quella non era stata condivisa con nessuno della maggioranza, tant'è che poi mi si chiedeva a che punto fosse quella legge e chi se ne occupava, questo per dire che poi... viva le idee che vanno avanti, però portare proprio le idee e buttarle sperando che ci siano 18 voti... ho avuto modo di dire che non faccio parte di quelli che mettono in campo strategie soprattutto su disegni di legge che non hanno nulla di politico. Lo dico proprio ad onore del vero e anche per rispetto delle persone, soprattutto dei tecnici che hanno lavorato al testo di questo disegno di legge, che rappresenta un po' questa idea di avere un Ente unico che si occupa della promozione con relativi fondi, collega Restano, tant'è che erano già stati bloccati i fondi del 2020, quindi non è proprio come si è ricostruito, però queste sono poi questioni che potremo discutere.

Quello che ci terrei a dire è che se ci sarà la volontà e se c'è la volontà nelle forze politiche che in quest'aula, nelle sensibilità... hanno detto di voler condividere alcuni temi di riforma turistica, al di là dell'evoluzione politica, potrà essere un argomento di discussione: lo dico proprio perché è una riforma troppo importante. Chiaramente oggi si è parlato di tutto, si è parlato di sanità, di agricoltura, di cultura, di scuola, sicuramente ci sono tantissime cose da fare. Io eviterei di scindere o di dividere questo Consiglio tra buoni e cattivi, quelli che hanno fatto tutto male, quelli che hanno fatto tutto bene, quelli che sono i nuovi paladini e che sanno tutto, non ci sono detentori di nessun... ma vale per tutti: dall'autonomia fino alla difesa delle scuole di montagna, vale per tutti e non esiste neanche il fatto di voler declassare gli ideali degli altri ergendosi agli unici detentori di una rinnovata fede che si dice aver perduto non so da parte di chi. Ognuno penso che risponda a sé stesso per i propri principi e per i propri ideali. Al di là del jeunisme - "jeunisme" è un termine che si utilizza tanto adesso in Francia -, c'è anche questa tendenza di vivere mondi paralleli o a ricostruire realtà dimenticando tutto ciò che è stato fatto in Valle d'Aosta, io non voglio assolutamente... e mi limiterò, ripeto, di nuovo a temi amministrativi.

Non vorrei dimenticare che, per esempio, il nostro sistema scolastico è uno dei migliori sistemi scolastici esistenti. Visto che si sono evocate le piccole scuole di montagna, che negli anni abbiamo tenuto aperte delle scuole con tre bimbi... questa è stata l'autonomia che ci ha dato la possibilità, non l'autonomia devoluta, l'autonomia esercitata, perché si può anche non esercitare. Quando si ricostruiscono le cose... chiaramente i giochi della politica sono che bisogna ricostruire tutto ciò che non va, ma vogliamo parlare di ciò che non va in questo Paese Italia? Che ogni governo che va dice di fare delle cose e dopo un anno siamo ancora lì, non è stato fatto niente se non distribuire soldi a chi non lavora? Questo dice la gente fuori. Ognuno poi può costruire la realtà in quest'aula a modo suo, può interpretare le elezioni a modo suo, tanti lo hanno detto, quindi è inutile che lo ripeta, però se si decide di parlare di tutto, è chiaro che poi non ci si deve lamentare che si passa una giornata qui a parlare di cose che sinceramente non si capisce dove portano. Oggi c'è un'elezione per ricostituire un organo perché un Consigliere ha dato le dimissioni, bisogna votare questo rappresentante per ricostituire l'organo consiliare, altre cose sono i temi politici, ci sono i movimenti, anche qui ci sono collimanze fra movimenti elettici... quello è un'altra cosa, ma abbiamo messo una giornata, quasi una giornata, metteremo una giornata per parlare di tutto e di più e in questa continua campagna elettorale ognuno poi, ripeto, porta nell'aula gli argomenti propedeutici alla propria visibilità o al proprio prosieguo politico, tutti... è successo in tanti interventi. Credo che, prima di venire sempre in aula a giudicare gli altri, ognuno debba un po' guardare anche ciò che fa, ciò che apporta ogni giorno per cercare sui dossier di dare delle soluzioni, perché siamo tutti gli eletti di quest'aula responsabili in termini amministrativi, chi di opposizione, chi più perché è al governo, chi con un ruolo e chi con l'altro. Il gioco delle parti sta poi a venire qui e cercare di smontare la posizione dell'altro per dire: "vedi, tu hai detto questo, però sei stato lì nove mesi lo stesso. Quando c'era da dimettersi, non ti sei dimesso". Alla fine credo che delle sintesi quest'aula le dovrà trovare e in qualche modo bisognerà dare una soluzione a questa legislatura che possa determinare l'avanzamento dei dossier, che è quello che la gente oggi chiede più di qualsiasi altra cosa, poi ognuno ha il suo approccio, ognuno ha il suo stile, ognuno ha il suo garbo o meno istituzionale e di approccio. Io faccio parte di quelli - lo dico al collega Gerandin - che si è autolimitato il mandato dicendo chiaramente quale sarà... lo dico per voi che ci sarete ancora, ecco, cerchiamo di trovare delle soluzioni, delle sintesi.

Parliamo delle cose... anche sulla legge elettorale chiaramente oggi la gente ci dice: "potevate anche pensare in un'unica volta di parlare di preferenza unica e di governabilità, invece si è deciso di...", tante cose vengono dette. Oggi da quest'aula, in questa giornata di confusione, dei messaggi che vengono letti all'esterno... non so che cosa ne uscirà. Al di là delle posizioni legittime di ognuno, quello che è importante... certi atteggiamenti e interventi a me sono piaciuti perché sono concreti, si parla di temi concreti, al di là delle posizioni partitiche politiche. Questo Consiglio ha voglia di trovare almeno alcuni temi su cui poter deliberare, inteso come decidere, e dare delle soluzioni fuori da questo Palazzo? Bene, se non c'è una volontà, chiaramente ognuno sarà sulle proprie posizioni e non ci sarà altra strada che tornare a un voto che, per il mio modesto parere, non darà quel risultato di governabilità che purtroppo ha determinato queste ultime legislature, anche responsabilità alle leggi elettorali che sono state proposte e condivise anche a larga maggioranza, perché mettere assieme tutte le sensibilità significa questo. Scusate, sono stato prolisso. Magari il mio intervento è andato anche al di là di ciò che era semplicemente un tema amministrativo. Io ho il massimo rispetto sia dei colleghi che hanno fatto certe scelte, che le hanno fatte nel passato. Siamo stati anche noi tra quelli che hanno fatto delle scelte e non ci permettiamo di giudicare, e lo dico ai colleghi che hanno distribuito le patenti a tutti i movimenti e ai singoli qui, alcuni interventi, che sono quelli che hanno l'approccio un po' più compulsivo rispetto agli altri... noi non ci permettiamo di giudicare ciò che è stata una gestione che peraltro non abbiamo avuto la possibilità di misurare vista la brevità dell'azione amministrativa dei mesi scorsi, perché non c'era nessuna intenzione di andare a sostituire nessuno. Il problema è stato di un progetto che è naufragato, che è stato sostituito da un progetto che oggi non ha i numeri e che oggi bisognerà tirare in termini di somme politiche e di conseguenze politiche e scelte per accompagnare la Valle d'Aosta nel futuro breve, o comunque amministrativamente, ma non breve dal punto di vista di prospettiva che questa Valle merita.

Concludo dicendo che tutto ciò che è stato fatto nei decenni, bene, male... ripeto, lo diciamo anche avendo criticato aspramente tutta una serie di scelte, poi essendo stati criticati su altre scelte... lo diciamo, però, ecco, crediamo che questa nostra comunità debba in questo momento ritrovare almeno un'identità e delle linee di azione che devono essere messe in campo con una stabilità, questo credo che sia un fattor comune. Al di là del gioco delle parti che ognuno qui prova e proverà ancora a fare, ecco l'invito veramente fra tutti è di evitare la politica dell'aggressione che in questi mesi hanno portato le difficoltà, collega Restano, di quel dialogo che lei ha evocato, tante volte ne abbiamo parlato, non lo dico a lei... lo dico perché in tanti avremmo voluto un maggior dialogo, ma l'aggressività di questi ultimi mesi, anche sul personale, non ha portato a una possibilità di grande dialogo neanche sui temi: ecco il motivo per cui lo stallo continua e alla fine si è in questa situazione. Eviterei le lectio magistralis che qualcuno ha voluto darci, la troppa filosofia ma con tanta concretezza crediamo che le prossime settimane dovranno effettivamente essere determinanti per capire il futuro amministrativo, prima ancora che politico, di questa Regione, sapendo che ci sono tantissime problematiche e che non si mettono i bollini, per esempio, sul settore dell'agricoltura, sugli uni piuttosto che sugli altri, cercando di prendere i meriti - lo dico a chi citava i bandi - parlando anche di cose che magari si conoscono non troppo bene, piuttosto che speculando sulle difficoltà di alcuni settori, questo oggi può funzionare in termini di captatio, per usare le parole di alcune colleghe, a breve termine, ma non darà una prospettiva né di governabilità, né di fiducia riacquisita all'interno di questa istituzione. Sapendo che qui siamo tutti eletti, non esiste "voi eletti" e "noi"... oggi io preferisco dire che siamo degli amministratori che si occupano, purtroppo, anche di politica, anche se è la parte personalmente meno interessante, ma non esiste il noi e il voi, qui si è tutti eletti e ognuno di noi, nel momento in cui è eletto, risponde non solo ai propri elettori ma alla comunità. In questo senso quindi - e concludo - le scelte che ognuno di noi fa hanno delle conseguenze. La scelta di non essere più in 18 ha portato - e ognuno se ne deve assumere la responsabilità - al ritiro della legge di riforma del turismo, non per altri motivi, altrimenti l'avremmo portata. Lo dico ai colleghi che sentono delle cose che si raccontano loro... è così, abbiamo concertato, abbiamo cercato di portare avanti la miglior legge possibile sapendo che era un testo aperto, ma non potevamo permetterci di andare al buio e quindi è chiaro che la riforma del turismo si è fermata, perché è venuto meno il numero 18 di questa maggioranza.

Presidente - La parola all'Assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - La nostra Capogruppo, la collega Morelli, questa mattina ha fatto un intervento più che altro politico. Vorrei fare solo qualche considerazione più di natura amministrativa. Penso che la giornata di oggi non sia tempo perso, perché c'è una novità dal punto di vista politico: il collega ha abbandonato la maggioranza che non ha i numeri comunque per poter legiferare o approvare degli atti, quindi non è tempo perso. Secondo me, secondo diversi colleghi che sono intervenuti, le affermazioni e gli interventi che sono stati fatti questa mattina e questo pomeriggio, ogni gruppo con delle diverse sensibilità, hanno messo in evidenza come eventualmente procedere. Nelle prossime settimane ci dovrà essere non un chiarimento, ma la valutazione se ci saranno le condizioni per poter operare e affrontare le questioni più spinose.

Siamo stati delegati dai cittadini valdostani ad amministrare circa mille milioni di euro all'anno, il che vuol dire cinquemila milioni di euro nel quinquennio, per il tramite di un Consiglio, quindi legiferando, decidendo le regole del gioco, decidendo dove andare ad allocare le risorse sapendo che la coperta è molto più corta rispetto al passato e poi è un governo che doveva e deve cercare di far funzionare meglio, in maniera più efficace ed efficiente la macchina amministrativa.

Ho ascoltato attentamente l'intervento del collega Restano questa mattina, che non mi ha convinto dal punto di vista politico: non ho capito perché ha abbandonato la maggioranza, la faccio proprio breve breve. Vorrei solo mettere in evidenza un passaggio, in merito a quelle due settimane nel mese di novembre, in cui ero stato incaricato, con un mandato esplorativo su cinque o sei punti fondamentali per verificare se c'erano le condizioni per poter preparare un Governo, un Esecutivo; ci si basava su dei punti forti per poi presentare il tutto in Consiglio regionale. Il collega questa mattina ha detto: "non ho mai chiesto nulla, non voglio nulla"... si è allora presentato insieme al collega Fosson dicendomi che lui assolutamente avrebbe voluto continuare a fare l'Assessore al turismo e che se avessi avuto delle difficoltà a creare eventualmente l'Esecutivo, dopo aver parlato di punti e di priorità, lui era disponibile anche - probabilmente è legato alla sua professione all'interno dell'USL - ad accettare la sfida alla Sanità. Questo solo per mettere un po' gli elementi al loro posto e soprattutto che al termine dell'incontro fu chiaro... "questa è la proposta, punto e a capo". Ma poco importa, ma era necessario soprattutto per chi ci ascolta, perché altrimenti sembriamo noi i cattivi e voi i bravi, chi cerca di fare delle cose bene per il bene comune, per la comunità tutta e invece chi è attaccato non so a che cosa, perché poi in questo momento penso che amministrare sia non solo non semplice, ma che le rogne siano tante. Non voglio dilungarmi su questo, perché proprio non mi interessa farlo e non mi innamoro di quello che è stato, ma solo per dire la verità, io penso che la verità debba essere alla base di qualsiasi approfondimento e qualsiasi illustrazione.

Seconda cosa: collega Restano, in questi mesi ci siamo confrontati diverse volte, utilizza ogni tanto un mio modo di dire ... che forse utilizzo troppo... dice che la pubblica amministrazione si misura e parla per atti, quindi condivide con me questa considerazione che sovente faccio in quest'aula. Difatti su questo sono d'accordo con lei, collega Restano, e quindi misuriamoci sugli atti amministrativi che si approvano e soprattutto sulle modalità per di far funzionare meglio la macchina; ci sono degli obiettivi, come raggiungere quegli obiettivi e poi ci sono dei tempi e, una volta fatta la discussione in Consiglio, il Governo è obbligato a far funzionare meglio la macchina. Su questo devo dire che qualche soddisfazione c'è stata, anche se si può e si deve fare meglio. Collega, ieri sono andato a presentare una delibera ai sindaci e sono uscito dalla sala contento. Magari a qualcuno dispiace se le cose funzionano meglio o soprattutto se si impegnano delle risorse per poi dare delle risposte puntuali ai nostri 74 Comuni. Una delibera approvata all'unanimità, un impegno di quasi 5 milioni di euro cantierabili già sul 2019 per più di un milione e mezzo, più sette milioni e due, collega Restano, disponibili e soprattutto cantierabili nel 2019 invece per quanto riguarda i fondi di Finaosta. Sono delle belle risposte. Non piacciono a tutti? Condivise con i 74 sindaci, c'è stata unanimità al di là del colore politico. Io penso che questi sono dei bei risultati. Quando le cose funzionano, penso che funzionino per la comunità e per tutti.

Quando il 10 dicembre il Presidente Fosson ha accettato questa sfida non facile... dopo aver approvato il bilancio avevamo degli obblighi e soprattutto volevamo dimostrare che la macchina pubblica può funzionare meglio, può essere più rapida. Quando i risultati, il termometro ci dice che stiamo andando nella giusta direzione - ma non è il sottoscritto o la Giunta, devono essere gli atti a parlare, la concretezza degli atti -, quando poi riesci ad assumere 400 persone entro il 30 di aprile, due mesi prima dell'anno precedente; quando riesci a garantire 110 giornate, quando martedì insieme ad altri colleghi verrò in Commissione a integrare il piano e portandolo a 130 giornate, (quindi sei mesi e mezzo di lavoro), e a garantire probabilmente una decina di assunzioni a tempo indeterminato, riuscire a dare delle risposte ai 74 comuni sul piano lavori, cercando di utilizzare tutte le risorse per poi toccare anche eventualmente altre leggi di settore, io penso che si possa dire che abbiamo fatto il nostro dovere. Non è "noi", "voi, "il vecchio" e "il nuovo". Quando poi però affronti certi dossier, che per altri motivi non sono andati avanti, perché probabilmente si dovevano modificare in base a delle persone e non per tutti, allora uno dice... l'amministratore cerca invece di dare le risposte generali e soprattutto che siano uguali per tutti.

Ho particolarmente apprezzato l'intervento del Consigliere Aggravi, perché devo dire che mi sono trovato d'accordo su diversi punti, tranne su uno probabilmente, ma più da un punto di vista forse di metodo o di approccio, ma lo dico con tutta tranquillità: quello dello scontro fra nuovo e vecchio. Nel senso che non sempre quello che appare come nuovo lo è e non sempre "nuovo" è sinonimo di "migliore" perché, mi permetta, poi devono essere gli atti, i processi a fare la differenza e come raggiungere eventualmente gli obiettivi, perché all'interno poi di quel perimetro, di quei mille milioni di euro che sembrano tantissimi, nel momento in cui costruisci il bilancio... alla fine è difficile poter probabilmente rilanciare su tantissimi settori.

Non mi dilungo. Potrei dal punto di vista amministrativo fare altri esempi, ma poco importa, perché comunque questo dibattito dal mio punto di vista è stato molto importante e all'interno delle opposizioni ci sono probabilmente anche degli obiettivi diversi, c'è la volontà di costruire una Valle d'Aosta probabilmente diversa, con delle regole del gioco diverse. Questo Consiglio quindi, se avrà la forza, la possibilità di poter legiferare, lo farà, altrimenti andremo a casa, però non è un "noi" e "voi". Oggi non c'è la maggioranza in Consiglio, siamo a 17 ed è giusto che ci siamo confrontati, anche se il punto è legato alle dimissioni del collega Restano dalla Segreteria dell'Ufficio di Presidenza. La discussione è più politica perché oggi il collega ha deciso di abbandonare la maggioranza o magari non è mai entrato in maggioranza, nonostante le firme, le discussioni e gli incontri che sono stati fatti... probabilmente gli era stretta questa maggioranza. Rispetto la posizione del collega, anche se il suo intervento quasi di 30 minuti... devo dire che non ho capito politicamente qual è stata la sua scelta, non siamo riusciti a codificare bene quella che è stata la posizione. Il tempo spesso è signore, quindi avremo modo di capire, sapere... nel prossimo Consiglio, nei prossimi mesi, poco importa. Dall'altra parte, invece, ho notato un collega magari un po' più agitato degli altri, non so perché, forse ognuno di noi ha il suo modo di approcciarsi, il suo metodo... il fatto comunque di, come sempre, dare le pagelle, al di là di chi ha finito prima o dopo un percorso scolastico... è abituato sempre a mettere eventualmente i voti e a dare i voti agli altri. Mi hanno sempre insegnato che, prima di dare voti agli altri, è meglio darsi il voto a sé stessi e poi eventualmente saranno altri a dare il voto a tutti noi.

Presidente - Altri? Nessun'altra replica. Non ci sono altre repliche. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Per dichiarazione di voto, la parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Intervengo in dichiarazione di voto per annunciare il voto contrario alla richiesta di dimissioni del collega Restano da parte del gruppo MOUV'. Premessa: ho solo cinque minuti e non li userò tutti, quindi seguite con attenzione perché sarò breve. Da questa lunghissima discussione sono emerse tre cose: la prima: è opinione diffusa che il Consigliere Restano fatto un buon lavoro, lo hanno detto in tanti, direi che l'hanno detto i rappresentanti di tutti i gruppi, quindi, se è così, non è necessario che si dimetta; seconda: i numeri per sostituire Restano non ci sono, perché ci vogliono 18 voti, se non ci si mette d'accordo per altri numeri... quindi io credo che, siccome è diventato rappresentante dell'opposizione, può restare lì; terza: non meno importante: se, come ha dichiarato il collega Chatrian, la maggioranza non è più maggioranza e si è in 17, forse bisognerebbe mettere mano anche alle commissioni, perché nella commissione in cui c'è Restano ci sono 4 rappresentanti dell'opposizione e 3 della maggioranza; perché nelle altre non deve essere così visto che la maggioranza non è più maggioranza? Di conseguenza, mi dispiace per lei, collega Restano, non la voglio liberare di questo gravoso impegno e quindi per me deve restare lì. Lei poi è libero di non accettare questo mio invito, perlomeno fino a che qualcuno non si mette d'accordo per sostituire la sua figura all'interno dell'Ufficio di Presidenza.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Innanzitutto desidero ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti, è stato un dibattito ricco, intenso. Qualcuno ha protestato fino a quando non abbiamo chiarito che effettivamente questo era un momento dedicato non soltanto alla discussione sulle dimissioni del collega Restano dall'Ufficio di Presidenza, ma anche a una valutazione politica, a un bilancio delle elezioni europee e anche ovviamente alla mancanza di numeri che questa ex maggioranza ormai ha raggiunto.

Mi è parso anche di capire peraltro che questa presunta offerta di stampella, di sostegno, qualsiasi cosa sia, come dire...? è lì, ma non mi pare che qualcuno l'abbia accolta o mi pare che le condizioni poste siano state giudicate... la collega Minelli mi potrà confermare, ma non mi pare che nessuno abbia raccolto il vostro invito. Mi pare quindi che si possa prendere atto ad oggi che questa maggioranza non c'è. A maggior ragione dunque l'intervento del collega Cognetta sottolinea come le commissioni siano assolutamente sbilanciate ad oggi e non rappresentino la composizione di questo Consiglio, e mi sento di convenire con lui nel chiedere il riequilibrio di queste commissioni. Mi sento ancor più - ed effettivamente questo con maggior forza - di andare a condividere il ragionamento che ha fatto il collega Cognetta rispetto al voto contrario circa le dimissioni del collega Restano. Il collega Restano ha posto, appunto, le proprie dimissioni sul tavolo perché è stato indicato dalla maggioranza nel suo incarico di Ufficio di Presidenza e lo ha fatto, secondo noi, molto correttamente, perché? Perché questa maggioranza, appunto, sostanzialmente lo aveva incaricato di rappresentarla. Il punto è che tutti - non ho sentito qui alcuna critica all'interno di questo Consiglio - gli abbiamo riconosciuto di aver svolto un buon lavoro. Ad oggi non mi pare che siano emersi ulteriori candidati né da parte della maggioranza, né da parte della minoranza. Come ci è stato sempre ripetuto da parte di numerosi membri di questa maggioranza, nonché dall'Ufficio di Presidenza, per garantire la funzionalità, la pienezza del lavoro di questo Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza, riteniamo quindi di votare "no" alle dimissioni del collega Restano dallo stesso.

Presidente - Ricordo solo in merito a quanto ha detto il collega Cognetta che per la votazione del Consigliere Segretario non è prevista una maggioranza, ma è eletto colui che ottiene più voti. Per dichiarazione di voto, la parola al collega Restano.

Restano (GM) - Cercherò di essere rapidissimo. Solo due risposte amministrative ai colleghi che ringrazio per essere intervenuti. In verità, collega Viérin, la riforma sugli affitti brevi era stata portata al CELVA anche da parte nostra all'epoca e il CELVA allora si era espresso in una determinata maniera, quindi solo per dire che se n'era già discusso. Ad onore del vero, assumendomene le grosse responsabilità e il ritardo con cui ho dato la risposta al Presidente Fosson, cioè il giorno prima della Giunta, qualcosa avevo scritto sulla riforma. Dopo un mese però, il collega lo può ben sapere... non so se fosse un mese, lo ha detto lei, riprendo quello che ha detto lei...

(interruzione della Consigliera Certan, fuori microfono)

... collega Certan, abbiamo detto la stessa cosa. Mi scuso, perché io parlavo di un'insegnante per turno e il riferimento al numero... è proprio quello il nodo, ma non mi riferivo al mio comune, mi riferisco alla Valle d'Aosta e mi riferisco anche alle scuole elementari dove viene utilizzato un potenziamento che nelle scuole dell'infanzia non viene utilizzato. Mi scuso, perché per il breve tempo che avevo non sono riuscito a dire tutto quanto.

Al collega Chatrian invece dico solo per chiarire la posizione che quel giorno forse c'è stato un fraintendimento. Parlò prima il Presidente Fosson, parlò Fabio Gradi e poi intervenni io. Avevamo detto la stessa cosa, ma la sostanza era che rifiutavamo l'invito per poi arrivare dove siamo arrivati. Mi riferisco all'incontro, collega, glielo ho dovuto tradurre... lei era un po', giustamente, calato nel ruolo, questa era la strategia, anche perché non eravamo, come ho avuto modo di dire oggi, interlocutori privilegiati, erano altri gli interlocutori privilegiati, tutte cose legittime e che ci stanno.

Volevo però ancora occupare questo breve tempo che rimane per dirvi che apprezzo i toni della discussione. Abbiamo parlato di lealtà, di fedeltà, di correttezza, non abbiamo parlato di amicizia, molte volte in politica l'amicizia viene utilizzata per sfruttare un percorso, poi dopo, come si fa con la salviettina monouso, viene buttata lì. Io qua ho trovato degli amici e gli amici veri sono quelli che mi dicono: Claudio, oggi hai detto una cosa sbagliata ed è quello che io faccio con le persone che ritengo amiche, a volte sono scomode queste cose, non vengono prese bene. Io penso che certe amicizie sono servite à tour de rôle a tutti, quando si voleva fare un percorso e poi dopo, à tour de rôle, magari per utilità le abbiamo dimenticate. In Valle d'Aosta abbiamo tutti delle amicizie. Abbiamo i nostri genitori, dei parenti, degli zii, degli affini, quindi è facile ricondurre il comportamento di ognuno di noi se si vuole strumentalizzare per uno di questi soggetti, ognuno di noi può avere qualcuno. Io non mi vergogno delle mie amicizie, non mi vergogno della lealtà. Non mi vergogno, perché ho trovato una persona corretta che mi ha - permettetemi il termine - "cazziato" quando doveva ma non si è mai permesso di dirmi: "fai così", ha alzato le mani: "fai come vuoi tu", e con questa considerazione vi lascio.

Ringrazio degli attestati di stima. Io non farò più parte dell'Ufficio di Presidenza, perché spetta alla maggioranza proporre un nome. Auguro a chi sarà candidato a questo di lavorare bene come ho potuto lavorare io. Non facciamo percorsi strani, non è mia intenzione fare percorsi di alcun tipo. Auguro a tutti un buon lavoro e lo voglio augurare all'amico Fosson al quale ho detto tante cose, a volte magari non sono state apprezzate, erano sconvenienti, però l'amicizia rimane.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al Presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Solo due parole. Non ero intervenuto prima proprio perché ci possono essere delle manifestazioni a livello politico non comprese, ma giustificabili. Ci sono invece delle storie di comunicazione difficili da accettare, perché uno che mi chiama amico e poi fa una conferenza stampa senza dirmi che cosa avrebbe detto prima può succedere, però la delusione non è solo politica. Tra l'altro, PNV quella sera aveva organizzato un coordinamento proprio per gestire un'assemblea, purtroppo anche questo non è stato rispettato. Vedi, Claudio, la gente non capisce molto questo: "sto più a destra", "sto più a sinistra", "discorso di scopo", "non discorso di scopo", la gente capisce che, come hanno detto altri, non siamo capaci ad andare d'accordo e dare una stabilità a questa Valle d'Aosta e questo è molto triste, come hanno detto molti, non solo per qualcuno, ma per tutti.

Potrei dire tante altre cose, non le dico... devo alzarmi... lasciamo perdere... Io e tutti quei 17... non è un bel numero, ma io penso che non porti proprio sfortuna. L'importante è che i 17 siano compatti come lo sono stati e abbiano voglia di condividere i problemi, le difficoltà e anche le diversità di approccio. Questo nuovo percorso lo inizio con molta umiltà, perché non è una situazione agevole, però anche dal pre-incarico che ho avuto... perché, Consigliere Gerandin, le dimissioni non sono un problema, io ho dato molte dimissioni nella mia vita senza fare mai neanche un commento. Siamo qui sicuramente per cercare di servire quelli che tanto amiamo: i valdostani. Non sono andato a cercare voti. In questo pre-Consiglio, pre-crisi abbiamo incontrato delle persone con una grande responsabilità, persone con cui non avevamo chiuso un dialogo, che hanno proposto questo percorso, che è un percorso di scopo, è un percorso di responsabilità, quando per le regole di questo Consiglio non ci sono alternative. Allora, mi permetta, per un grande senso di responsabilità ci proviamo, l'unica giustificazione è questa: è sempre un governo di scopo che deve affrontare delle emergenze - e in questo periodo le emergenze sono ancora aumentate, sono decisamente aumentate e questo non certo per colpa nostra, ma per una realtà di fatti e per delle problematiche che ci portiamo dietro da tanti anni -, con l'onestà anche di dirsi a un certo punto: "non possiamo stare insieme, non c'è più possibilità in questo Consiglio di 35 persone di trovare almeno 18 persone che condividono un programma".

Presidente - Non ci sono altre richieste in dichiarazione di voto. Pongo quindi in votazione, colleghi, l'accettazione delle dimissioni del Consigliere Restano dalla carica di Segretario del Consiglio regionale. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti : 35

Favorevoli: 25

Contrari: 10

Il Consiglio approva.

Dichiaro ora aperta la discussione invece per quanto riguarda la sostituzione del collega Restano. Ha chiesto la parola la collega Morelli.

Morelli (AV) - Dopo otto ore di dibattito, prometto che non farò nessun intervento, ma mi limiterò a proporre: propongo il collega Jean-Claude Daudry, un collega che per noi è degno di stima, per la carica di Segretario del Consiglio.

Presidente - Non ci sono richieste di intervento. Possiamo far distribuire le schede di voto. Ricordo che per tale votazione ciascun collega Consigliere può scrivere sulla propria scheda un solo nome ed è eletto colui che al primo scrutinio ha ottenuto il maggior numero di voti, a parità di voti è eletto il più anziano di età. Possiamo procedere quindi alla votazione. Invito i colleghi scrutatori Farcoz, Morelli e Manfrin ad avvicinarsi al banco per procedere allo scrutinio.

Esito della votazione:

Consiglieri presenti e votanti: 35

Schede nulle: 7

Schede valide: 28

Schede bianche: 7

Hanno riportato voti:

- il collega Restano Claudio: 3

- il collega Daudry Jean-Claude: 18

Auguro quindi un buon lavoro nell'Ufficio di Presidenza al collega Daudry.