Oggetto del Consiglio n. 697 del 23 maggio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 697/XV - Interpellanza: "Motivi della non istituzione della figura del consigliere/a di fiducia".
Rini (Presidente) - Punto n. 43 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Bisogna risalire al 2006, quindi a 13 anni fa, per trovare in Italia il primo Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, che dispone per le Amministrazioni dello Stato, anche quelle a ordinamento autonomo, la valorizzazione del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori contro tutte le tipologie di discriminazione attraverso la predisposizione di piani volti a rimuovere gli ostacoli che impediscono, appunto, la piena realizzazione di pari opportunità nel lavoro. Nel 2010, con la legge regionale n. 22, si recepisce il principio di pari opportunità e si fa riferimento al Codice per la tutela della dignità delle persone che lavorano nell'Amministrazione regionale. È proprio con questa legge, all'articolo 4 e seguenti, che si sottolinea la necessità dell'istituzione di un consigliere o consigliera di fiducia. Leggo testualmente: "per tutti gli enti del comparto unico per la trattazione dei casi di violenza psicologica o fisica, di mobbing o di molestia sessuale sul luogo di lavoro, la nomina della consigliera di fiducia è effettuata in accordo della Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Di seguito ne sono specificati i compiti. La consigliera di fiducia assiste la persona interessata su richiesta di quest'ultima e la informa dei suoi diritti. Non è esclusa l'azione penale se il comportamento denunciato si configura come reato. Informa sul fenomeno del mobbing le strutture regionali competenti del numero e della tipologia dei casi verificatosi. Partecipa alle riunioni di informazione e di formazione. Segnala situazioni di disagio anche a scopi preventivi. Suggerisce azioni opportune con obblighi di imparzialità, correttezza e riservatezza nell'esercizio dei compiti". Nel 2014 poi il CUG (Comitato Unico di Garanzia), costituito con delibera del 2011 in cui si precisa che lo stesso collabora con la consigliera di parità, la Consulta regionale per le pari opportunità e anche la consigliera di fiducia laddove nominata... ha poi tentato di aggiornare la materia proponendo di riscrivere questo Codice di tutela, richiamandosi ovviamente ai principi costituzionali in materia di diritti fondamentali della persona, nonché alla normativa europea, alla normativa statale e regionale in materia di discriminazioni anche di genere sul posto di lavoro e sottolineando - cito di nuovo il testo - che "i diritti inalienabili di ogni lavoratore e lavoratrice sono lesi dalla violenza psicologica o fisica e dalla molestia sessuale, che compromettono l'integrità psichica o fisica di chi le subisce e, sia pure in misura minore, di chi ne sia a conoscenza, nonché la fiducia e la motivazione al lavoro. Il Codice tutela il diritto dei lavoratori e lavoratrici a svolgere le proprie funzioni in un ambiente che garantisca il rispetto della dignità umana di ciascuno e di non subire alcun tipo di discriminazione e di comportamento sessuale inopportuno e indesiderato".
Seguono poi all'articolo 4 interessanti declinazioni del complesso di atti e comportamenti ostili, aggressivi o vessatori posti in essere reiteratamente e sistematicamente con modalità persecutorie che creano un clima intimidatorio, umiliante, degradante e offensivo, definibile appunto come mobbing. Si ribadisce l'intendimento di istituire, appunto, questa figura della consigliera di fiducia che si avvale prioritariamente della collaborazione dei componenti della Segreteria e del Comitato unico di garanzia, nonché degli uffici dell'Amministrazione regionale.
Dopo tutti questi meravigliosi intendimenti, ci duole sottolineare che questa importante figura della consigliera di fiducia non è di fatto mai stata istituita in Valle d'Aosta. Ora, per problematiche di questo genere, ci si può confrontare con la Segreteria del CUG oppure direttamente con la Dirigente del personale, che però è anche dirigente dell'Ufficio del contenzioso e procedimenti disciplinari. I due ruoli presentano contraddizioni evidenti in termini proprio, cioè contraddizioni strutturali, che ovviamente vanno ben al di là delle persone che via via hanno ricoperto quei ruoli. Soprattutto ci sembra che non corrispondano alla volontà di individuare una figura terza che, nei casi così delicati a cui stiamo facendo riferimento, risulta indispensabile. Crediamo che questi temi non possano più essere trascurati, sono temi che richiedono grande attenzione e sensibilità da parte dell'Amministrazione impegnata nella tutela delle lavoratrici, temi che diventano e che sono tanto più importanti in presenza del piano triennale di azioni positive 2019-2021 in materia di pari opportunità con recente deliberazione della Giunta regionale in data 19 aprile 2019. Questo documento, che è un documento obbligatorio triennale per tutte le pubbliche amministrazioni, al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono, appunto, la piena realizzazione di pari opportunità nel lavoro tra uomini e donne e della cui attuazione è stato incaricato il CUG con il supporto delle strutture regionali competenti, in particolare la Struttura regionale del personale e concorsi con specifico finanziamento di 54.000 euro.
Allora noi di Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta interpelliamo l'Assessore competente per conoscere innanzitutto le ragioni per le quali non sia mai stata istituita questa importante figura della consigliera di fiducia quale ulteriore tutela delle lavoratici e - perché no? - anche dei lavoratori. Nel caso in cui si intenda che essa sia assimilata alla consigliera di parità, noi chiediamo per quali motivi quest'ultima non si stia occupando proprio in particolare delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro secondo le indicazioni della legge istituzionale e regionale del 2009. Infatti l'avevamo già detto in un'altra occasione, quando avevamo parlato della consigliera di parità. Le consigliere di parità sono anche rappresentanti legali delle lavoratrici e dei lavoratori discriminati in giudizio e nelle controversie di lavoro. Quando avevamo dedicato l'interpellanza a questa figura, avevamo già sottolineato che la sua operatività subisce per varie ragioni delle forti difficoltà nello svolgimento delle sue funzioni e la possibilità di agire in modo chiaro e davvero incisivo nei vari ambiti risulta limitata, mentre purtroppo trovano spazio meccanismi di mobbing che sono molto più diffusi di quanto non sembra, insieme anche alle disparità di genere.
Presidente - La parola al Presidente Fosson.
Fosson (GM) - La ringrazio, Consigliera Pulz, perché non ero a conoscenza, ma mi sembra che anche molti altri non lo erano, di questa figura e della sua importanza, mentre invece l'Ufficio personale aveva già lavorato su questo.
Per quanto riguarda la prima domanda: "le ragioni per le quali non sia poi stata istituita questa importante figura", gli uffici competenti informano che la Giunta regionale, con deliberazione n. 485 del 22 marzo 2013, su proposta del Comitato unico di garanzia per la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (il CUG di cui lei ha parlato) ha approvato il piano di azioni positive della Regione, che prevedeva, tra l'altro, la seguente azione positiva, siamo nel 2013: "Approvazione del Codice per la tutela della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici", proposto dal CUG. Il CUG, nel suo ruolo propositivo e di soggetto incaricato di dare attuazione al suddetto piano, ha riscritto il Codice di tutela e lo ha approvato il 28 gennaio 2014, trasmettendolo poi al Presidente della Regione e al Presidente del CPL, alla Presidente della delegazione trattante di parte pubblica, al COREPOC e ad altri enti del comparto al fine di avviare le previste relazioni sindacali. Il CUG ha nuovamente riproposto nel piano di azioni positive 2016-2018 l'azione positiva di approvazione del Codice di tutela affiancandovi l'azione di creazione di un punto di ascolto sul disagio lavorativo: quello di cui parlava lei, in coerenza con le esigenze emerse nella rilevazione del benessere organizzativo svolta in Regione nel 2015. Non essendo però tutt'oggi addivenuti all'approvazione del Codice e valutandone l'importanza per prevenire, prima ancora che risolvere le problematiche del disagio sul lavoro, il CUG ha nuovamente proposto e la Giunta regionale, con propria deliberazione n. 511 del 19 aprile 2019, quindi poco tempo fa , ha accolto l'inserimento nel piano di azioni positive 2019-2021 delle seguenti azioni: prima azione, creazione di un punto di ascolto sul disagio lavorativo per il personale della Regione e degli enti del comparto; secondo punto, aggiornamento e approvazione del Codice per la tutela della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici elaborato, appunto, dal CUG. Il CUG ha approvato con verbale in data 17 aprile 2019 di elaborare nel 2019, cioè in quest'anno, nell'ambito delle predette azioni, un modello per la creazione di un punto di ascolto sul disagio lavorativo per il personale della Regione e degli altri enti del comparto che preveda anche l'istituzione della consigliera di fiducia. A tal fine il CUG ha altresì deliberato di costituire un gruppo di lavoro che si è riunito per la prima volta il 2 maggio 2019, quindi pochi giorni fa.
Per quanto riguarda la seconda domanda: "nel caso in cui si intenda che essa sia assimilata alla consigliera di parità...", la figura della consigliera di parità e della consigliera di fiducia normativamente nella prassi, laddove sono entrambe presenti, hanno ruoli e funzioni diverse, come diceva lei. In ragione dell'azione positiva, saranno effettuate le dovute valutazioni sulle modalità per l'individuazione del soggetto preposto allo svolgimento della specifica funzione, quindi stiamo recuperando il tempo perduto.
Presidente - Per la replica, la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - La ringraziamo, Presidente, per la sua risposta da cui si evince anche una certa sensibilità personale per questo delicato argomento delle pari opportunità tra uomini e donne, il che ci fa molto piacere. In un panorama che purtroppo torna in generale a essere molto problematico, con discriminazioni sempre in atto e notizie tragiche di violenza di genere, che purtroppo ci arrivano quasi tutti i giorni, per cui diciamo che le conquiste che sembravano assodate nella nostra società tornano invece pericolosamente a essere messe in discussione - sono anche sempre di più campi di battaglia, in cui la politica dovrebbe saper scendere con maggiore decisione e spero che siamo tutti d'accordo, con decisione ma anche con maggiore sensibilità e consapevolezza - c'era dispiaciuto rilevare, appunto, che questa importante figura della consigliera di fiducia non fosse poi mai stata istituita in Valle d'Aosta.
Lei adesso ci dà questa bella notizia serale e noi non possiamo che rallegrarci e attendere fiduciosi e sperare che anche la consigliera di parità possa agire meglio, al di là delle persone che ricoprono i ruoli, non c'entra questo, ma possa agire meglio innanzitutto con meno confusioni di ruoli, poi con più risorse finanziarie e anche con meno vuoti normativi. Avevamo già detto in altra occasione che servirebbero dei lavori specifici in commissione su questa tematica. Noi da parte nostra ci impegneremo con lei, Presidente, e con tutto il Governo, con chi vorrà lavorare per riaffermare il pieno diritto alla parità uomo-donna, perché effettivamente siamo di fronte a varie problematiche sul tema. Adesso non c'entra direttamente, però abbiamo lavorato su questo tema per quanto concerne la legge elettorale regionale e adesso c'è in corso l'analisi della legge elettorale comunale, dove dobbiamo stare attenti a dare il giusto ruolo alle donne e gli spazi che sicuramente meritiamo in quanto metà della popolazione e non per altre ragioni che potrebbero fare arrabbiare i colleghi a quest'ora. Opereremo comunque appunto insieme per i diritti e per il fondamentale principio dell'uguaglianza.